Ma prima, un prologo nostalgico in puro stile i400Calci.
Vi ricordate quando alle medie correvate in salotto urlando “Papà, mi servono dei materiali per la ricerchina! Mi fai vedere l’enciclopedia? Mi presti la tua collezione di francobolli?” e senza che costui alzasse gli occhi dalle pagine finanziarie (fra le quali probabilmente aveva sapientemente nascosto una rivistucola sporcacciona), vostra madre interloquiva “Shhh, papà sta lavorando, vai in camera tua a fare i compiti…” “Ma mamma, è proprio per…” “Shhh, ci pensiamo dopo, l’enciclopedia è in salotto dietro i Ferrero Rocher”. Ecco, io mi immagino Cronenberg Jr. che fa un numero del genere. “Papà! Voglio fare un film anch’io! Mi dai il contatto FB di un direttore della fotografia che fa le robe ggiovani? Mi dai il numero di uno che è vende il sangue finto? Mi presti Sarah Gadon solo per un attimo?” “Shhh Brandon, papà sta…” “Insomma, Brandon, piantala, prenditi quello che vuoi e lasciami tranquillo a lavorare a questa sceneggiatura!” “Scene… cosa? Come si chiama quella cosa lì?” “Ora basta, Brandon. Comportati bene”. Ecco, la conversazione deve essersi interrotta proprio a questo punto, perché è chiaro che Brandon ha qualche buona idea e un occhio sensibile all’estetica, ma il concetto di narrativa gli sfugge, inficiando tutto il resto. Intendiamoci, se i film di merda fossero tutti come Antiviral, anche il nostro amico Miike sarebbe un uomo più soddisfatto e ogni tanto lo lascerebbero andare in giro senza museruola. Invece.
Medioevo prossimo venturo: il culto delle celebrità ha assunto proporzioni talmente sballate (e se leggete roba tipo il Sun non vi sembra nemmeno così fantascientifico) che le celebrità sono considerate tali in quanto tali. Non si sa cosa facciano o perché siano diventate celebri. Lo sono e basta. Sono concetti primari. Il loro potere mediatico ed emotivo può, o addirittura deve, resistere slegato dalla loro effettiva esistenza fisica. Così come accade per certi leader politici (bin Laden, Chavez) le loro salme non pervengono, sono solo port-manteaux di ciò che le celebrità continuano a rappresentare. E cosa rappresenta una celebrità? Salute, bellezza? Ma no, sono concetti antiquati. L’ultimo grido, nell’immaginario di Brandon Cronenberg, è condividere la malattia della celebrità; seguire con attenzione chirurgica in TV i suoi problemi all’ano; comprare a peso d’oro da macellai loschi bisteccazze grigiastre e malsane create in laboratorio partendo dal DNA della celebrità; farsi iniettare lo stesso virus (da una banale infezione al labbro fino al morbo della morte) della celebrità, introiettare la parte più privata e segreta di essa. Altro che sesso: il virus è il vero futuro della pornografia. E lo aveva capito già con grande anticipo quel vecchio porco di Mago Merlino ne La Spada Nella Roccia, quando al termine della tenzone con Maga Magò sconfigge l’avversaria “penetrandola” sotto forma di germe.
Questo panorama concettuale è in effetti molto interessante e Brandon (scusate, non ce la faccio a chiamarlo per cognome) riesce a mantenerlo coerente al suo interno per tutto il film: bravo. Però non basta. Andiamo con ordine…
Affinché il gioco riesca senza intoppi, lo scambio di virus sintetizzati apposta partendo dale malattie delle celebrità deve avvenire in cliniche asettiche e candide, senza un batterio fuori posto. Le operazioni di contagio, ovviamente molto remunerative, avvengono nel modo più controllato e “pulito” possibile, la malattia non è vissuta come un impedimento, un disagio, bensì come un privilegio, “affare privato” fra paziente e celebrità.
A proposito, vi ricordate quei pazzi dell’Emoscambio? Credo che si siano estinti nei primi anni ’80, per motivi che potete immaginare. In Antirival l’utopia dell’Emoscambio risorge, epurata da farneticazioni sociopolitiche ma infestata da farneticazioni sociomediatiche. Il protagonista Syd March (Caleb Landry Jones, tanto versatile quanto pallido) è un venditore di sogni sotto forma di siringa: inietta virus famosi di mestiere; ma ha anche un segreto: nascosta in casa ha una macchina illegalissima per sintetizzare morbi della morte personalizzati.
Parte l’intrigo, che lo vede ronzare sempre più vicino alla bellezza cristallina di Hannah Geist (Sarah Gadon), pura immagine, fantasma bidimensionale che si rivela umano e di conseguenza mortale – almeno in un certo senso. Conteso da varie fazioni, fra cui quella puttana di Malcolm McDowell nei panni per nulla sorprendenti di scienziato pazzo, Syd sperimenta nel proprio organismo cosa vuol dire essere un animale da laboratorio. Ma attenzione: nel fondo del suo animo, oltre la salute, oltre la devozione per Hannah Geist, oltre l’autoconservazione, rimane saldo ben altro pilastro: il vil denaro!
Se siete arrivati fin qua e sono riuscita a farvelo sembrare un film intelligente e interessante, ora devo anche disilludervi: Antiviral è noioso, farraginoso, confuso, pieno di metaforoni intravena e spiegoni endoscopici; i momenti peggiori arrivano quando Brandon vuole ricreare pedestremente certe atmosfere del cinema paterno (oltre all’uso della sua nuova attrice-feticcio), quasi per sopperire al bisogno di immagini cruente a cui il padre ci ha viziati per poi togliercele col suo corso recente. Ora, io comprendo tutti i fan con le lacrime agli occhi che dopo essersi sorbiti A Dangerous Method in cerca di sangue, si sono pure sorbiti Cosmopolis e hanno trovato solo un ex-vampirello vanitoso che si fa una stigmata per vedere l’effetto che fa (ciao Enzo). A tutti costoro, io vorrei dire che Cronenberg padre funziona alla grande anche senza sangue; mentre Cronenberg figlio forse funzionerebbe meglio senza quel cordone ombelicale, tutto bello insanguinato, che non solo ostenta, ma fa proprio volteggiare come le ginnaste fanno col nastro di raso.
Poi ovviamente c’è ben di peggio. Magari a voi Antiviral piace più che a me. Se la fotografia fredda ed estetizzante, la scenografia impeccabile ed elegantissima per voi sono indispensabili, allora questo è il film giusto. Mica vi serbo rancore. Al massimo vi faccio provare un goccio del morbo della morte da cui sono ahimé quasi guarita. Ho ancora pochi germi, una delizia. Affrettatevi.
DVD-quote suggerita:
“Metaforoni intravena, spiegoni endoscopici”
Cicciolina Wertmüller, i400Calci.com
Bleh.
sa di inutile
Mi fai venire in mente quei surreali due mesi di tre anni fa in cui di colpo un pugno di star britanniche – di quelle che campano rigorosamente di gossip, tipo una delle Girls Aloud – si sono fatte venire la malaria.
Domanda: non l’ho ancora visto ma, pur con tutte le diffrenze del caso, non è lo stesso metaforone di S1mone?
Commento: Cronenberg senza sangue non funziona. A dangerous method è uno dei peggiori film che abbia mai visto, banale, etc..ma forse sono solo io che non tollero l’idea di far vedere il lato umano di figure storiche (sì, mi riferisco anche alla Caduta).
Su Cosmopolis gli do l’attenuante che già De Lillo lì fa piuttosto cacare.
@umbem: non ho visto S1mone, ma se non erro parlava di una diva virtuale; fin lì ok-ish, ma non mi pare che in S1mone ci fossero germi in libertà… o sbaglio?
@umbem: a me de lillo in cosmopolis non ha fatto cagare proprio per niente. cronenberg invece abbastanza, perchè ha fatto un film che non si regge sulle sue gambe, se non hai letto il libro sembra solo una sequela di scenette. oltretutto ha perso tutto il dinamismo del romanzo rendendo il film una lunga e estenuante, per quanto scenografica, chiaccherata.
comunque nella rece, in effetti antiviral mi dava la stessa idea di texas killing fields, cioè sulle orme di papà, ma decisamente peggio. poi in realtà non ho visto nessuno dei due, magari li guarderò lo stesso giusto per farmi un’idea..
*non ”nella rece”, volevo scrivere ”Bella rece”..
Ben gli sta a Cronenberg che ha foggiato un figlio di Kronenburg.
Sono contento che Lynch e Cronenberg abbiano i figli scemi. E anche Coppola.
Venendo alle ultime uscite dei due David: il primo si è eclissato, e ha fatto bene che era ora (Inland lammerda empire girato con le telecamere di Report); il secondo ha svoltato nel pozzo settico con le ultime due cacate. Ha provato, il David, a far fare l’attrice a Keira: dico, ma si può essere più ’emo ? Poi Cosmopolis, un altro tentativo da super ’emo: far fare l’attore al vampiretto dal culo stretto.
Ma si può ? Viene voglia di andargli a casa con la Spara Chiodi.
E comunque, da estimatore di De Lillo, anche White Noise era debole. Estinguete i due David.
Non c’ho capito un cazzo della trama. Cioè nel film c’è gente che si ammala volontariamente di ebola perché il Justin Bieber di turno se l’è beccata? una specie di #cutforbieber per gente adulta fuori e vuota dentro?
Ma se uno si ammala di tumore o gli viene un ictus che fanno? Se si rompe una gamba se la fanno rompere pure loro? E poi la bistecca grigia fatta con il DNA delle star se la mangiano o la lasciano in frigo a marcire? Minchia quante domande che mi hai fatto venire su un film che non ho alcuna intenzione di vedere!
E comunque Cronenberg senza sangue non è che funzioni così bene. A Dangerous Metod è un Meh grande quanto una casa e in Cosmopolis mi sono rotto da fare paura, al contrario del libro (che ho letto dopo, quindi niente discorsi del tipo “ti eri già fatto una tua idea”) non c’è tensione, disperazione. C’è solo NOIA e una vagonata di chiacchiere di cui non fregava nulla a nessuno. Indimenticabile lui che si tromba una e straparla del suo rapporto massa grassa/peso. Quando sta in macchina con la filosofa avrei voluto spararmi io in una mano per vedere se era meglio o peggio di sentire tutti ‘sti sproloqui.
Guardare Cosmopolis è una lenta agonia.
@pillole, esatto, la celebrità si ammala e tu chiedi di beccarti la stessa roba per essere più vicino o più simile alla celebrità. Il discorso gamba rotta / tumore non vale perché le celebrità sono tenute esse stesse sotto strettissimo controllo, in modo che non muoiano altrimenti il business finisce. È proprio dall’incursione inaspettata della morte che partela svolta nell’intrigo, ma non lo volevo scrivere troppo chiaro. La bistecca la mangiano. Ma se vedessi il film ti verrebbero in mente un sacco di altro domande, ed è lì la sua forza.
#cutforbieber miglior hashtag della Storia della Cultura Universale.
Io l’ho sempre detto.
Vuoi fare una strage?
Ammazza Justin Bieber e siediti a guardare l’effetto domino.
‘Spiace perché il concept e’ figo, ma Brandon doveva fare come il padre e partire con cosette ugualmente metaforiche ma piu’ semplici e divertenti.
Non sono affatto d’accordo sulla questione figlio di papà che ha bisogno di una vacanza all’estero e, anzi, mi pare che il povero Brandon sia già eccessivamente tartassato a riguardo nelle interviste e trattato costantemente come figlio e non come regista. Basare parte del giudizio mi pare sbagliato e scorretto, Brandon ha tutta la sua dose di personalità e al padre gli somiglia in due scene e un concetto e se proprio vogliamo giocare ricorda più i suoi primi film, Crime of the Future e Stereo, che quelli per cui è diventato famoso. Chiaramente può piacere o meno, e a me è piaciuto, ma qui mi pare che ci sia un po’ incastrati nel discorso “Brandon vai a fare altro” quando Brandon sta facendo dell’altro e lo sta facendo bene.
Mi dispiace leggere già commenti di pregiudizio e “figli scemi”, è proprio quello che speravo si evitasse.
Che poi l’unica poco furba mi pare la figlia di Lynch.
La Coppola farà cagare finché volete (a me non fa impazzire, ma da lì a considerala il Male come pare facciano tanti ce ne passa), ma la sua carriera se l’ha saputa costruire con scaltrezza e buon fiuto, andando ben oltre l’indubbia spintarella paterna iniziale.
La Mann ha girato un bel film punto e basta.
@tommaso: poco furba dipende in che senso. Il primo film l’ha girato a 19 anni e riflette l’eta’ in tutto e per tutto. Hisss era piu’ sfigato che scemo, e ci e’ arrivato in condizioni semi-ingiudicabili. E non ho visto l’altro in mezzo, ma Chained era figo.
Il film m’è piaciuto molto, nonostante (e ci tengo a sottolinearlo) mi ci fossi avvicinato con le più basse aspettative possibili.
Se tutte le opere prime fossero come questo, il mondo sarebbe un posto migliore.
Che B. Cronenberg sia stato influenzato dal padre è fuori discussione, ma il suo NON è un grottesco tentativo di imitarlo, riesce a sfruttare quella brutale poetica visuale a cui David c’aveva troppo bene abituato, riuscendola a plasmare per i propri scopi.
Il film è attuale, credibile, e oltre alle già citate fotografia (sopra le righe) e scenografia, ha anche (secondo il mio modesto parere) una validissima sceneggiatura: è indubbio che il film sia lento, non credo che questo sia un problema di per se, tuttavia non è mai banale o scontato, anzi regala spesso dei piacevoli e inaspettati momenti di quel “dolce” feticismo cronenberghiano, di cui c’eravamo quasi dimenticati.
@ cicciolina: no infatti, niente in germi in libertà. facciamo allora che è S1mone (non ti perdi nulla peraltro) + Virus Letale?
@ Il reverendo: mi rendo conto di bestemmiare dicendo che de lillo ha fatto cacare. forse mi son fregato da solo leggendolo dopo il film – ero già infastidito dalla cartolina con la faccia dello stronzo del film incelofanata al racconto. boh, io quella disperazione non l’ho proprio sentita.
@ nanni: mi spiace mettere un’altra critica in coda alle altre, ma ho visto chained un paio di giorni fa e l’ho trovato pessimo. forse era il doppiaggio, non so, ma l’ho finito per rispetto del padre.
La Coppola È il Male Assoluto.
A Dangerous Method è una rottura di cazzi.
Cosmopolis manco c’ho provato visto quanto poco ho sopportato il libro.
Texas Killing Fields (scusate: Le paludi della morte) è una noia.
Oggi è venerdì e mi gira comunque il cazzo.
Vi vu bì a tutti.
Team Stanlio tutta la vita
@umbem: ho paura che il doppiaggio come minimo stronchi completamente D’Onofrio, che ha fatto un lavoro di voce particolare come ne ho sentiti pochi in vita mia. Chained non e’ perfetto, risente molto del suo essere comunque un lavoro su commissione su soggetto torture porn standard con finale accazzo, ma dentro a quei confini lavora di sobrieta’ e inquietudine in modo ampiamente superiore alla media.
@stanlio: tutto giusto ma… un commento su antiviral?
@nanni: ok, ti piace chained ma… un commento su antiviral?
insomma, oltre cicciolina, jean-claude e me, chi l’ha visto sto film?
Quasi totalmente daccordo con il recensore ma nonostante tutto il film mi è piaciuto. Se da un lato mi ha deluso (mi aspettavo di più) dall’altro mi ha lasciato un senso di angoscia in testa che ho continuato a pensarci per diversi giorni riuscendo col tempo a rivalutarlo leggermente. Poi per essere un opera prima (dimenticandosi totalmente di chi è figlio) poteva andarci peggio. Aspetto altro per capire se è tutta fuffa o meno. Per ora promosso. 6 +.
@vins: effettivamente nemmeno io… ottima osservazione
@ nanni: purtroppo tutto quell’aspetto me lo sono perso. però sul torture (non porn) standard ho preferito di gran lunga the strangers. quello che non mi è piaciuto di chained (finale a parte, giustamente), è il maledetto spiegone.
non che non vada bene, solo che o lo fai davvero da dio (dream home) o lascia perdere (the strangers).
SPOILER su CHAINED (scusa il caps lock)
tizio stupra e ammazza tipe, tenendo segregato il figlio di una di loro. perchè? perchè suo padre l’ha costretto a scopare sua madre. no davvero, basta.
il bello (per me) dell’esagerazione è l’inquietudine che ti lascia. perchè ti rimanga deve essere una reazione senza reali legami rispetto all’evento che l’ha avviata (dream home). altrimenti non mostrarmi l’evento (the stranegrs).
i vari edipo, elettra, autocentrismo, ecc hanno rotto (a me, ovvio) le palle.
preferisco a questo punto la pura estetica. magari non c’entra nulla, ma il segreto de la grande abbuffata (che a suo modo credo sia sempre un torture), secondo me, è proprio il non saper nulla del perchè ‘sti quattro decidono di far quella fine lì.
ho paura finchè non capisco
Sti fiji de papà… Cmq sottoscrivo; fare peggio del Cronenberg degli ultimi 2 è dura. Cosmopolis non è un film e se lo è, esce in ritardo di dieci anni. Mentre DM è brutto, inutile e poi la Knightley che fa la mascellona mamma che nervi smettila…
E Brandon Cronenberg è identico a Schicchi. Ci sta.
@Nanni Cobretti: “poco furba dipende in che senso.”
A dir la verità non la conosco quasi. Ho visto mi pare solo Boxing Helena… che fossi figo potrei stroncare, ma in realtà non lo ricordo per nulla.
“Poco furba” nel senso proprio di poco furba, quindi non “scema”. Cioè mi pare faccia roba che presta il fianco a tutte le critiche possibili a una “figlia di” come lei: non abbastanza distante dal padre per non essere paragonata (anche se i paragoni ci sarebbero in ogni caso), non abbastanza vicina da sfruttarne l’aura, come la figlia di Mann. Insomma a me è simpatica pure lei.
@umbem: sono parzialmente d’accordo.
The Strangers e’ il classico thriller alla hollywoodiana, girato un po’ meglio della media ma tutto sommato sempliciotto e non cosi’ terrificante come sento dire in giro. E’ vero che l’ignoto spaventa di piu’, ma solo se ti immedesimi nelle vittime, e quei due imbecilli dei protagonisti (non ricordo nemmeno chi fossero… lei era Liv Tyler?) erano talmente hollywood standard e antipatici che non me ne fregava un cazzo, e a quel punto per assurdo avrei preferito saperne un pelo di piu’ sugli aggressori per identificarmi un po’ meglio in loro e godermela di piu’.
Chained lavora sullo stesso tipo di template, nel senso che e’ nato come torture porn assolutamente standard, e come tale si tira dietro cazzatone tipo il finale inutile e il personaggio del regazzino che alla fine dei conti rimane un po’ troppo innocente e “normale” per aver passato tutti quegli anni li’ dentro. Pero’ in mezzo la Lynch riesce a infilarci parecchi tocchi personali piu’ duri e raffinati del necessario, che personalmente mi hanno incollato per tutta la parte centrale. E’ uno strano schizzato ibrido tra un film d’autore e una commercialata, per cui e’ comprensibile se in blocco si decide che si spara su un piede un po’ troppo spesso. Lo spiegone nemmeno me lo ricordo, forse era uno dei difetti meno gravi.
@tommaso: si’, se e’ poco furba strettamente nel senso delle scelte di carriera allora sono d’accordo.
Boxing Helena riguardalo, fa piegare in due dalle risate dal primo minuto all’ultimo.
E’ la fan fiction di una teenager goth fatta film.
Che poi poteva andare anche peggio. Guardiamo in casa nostra, per esempio.
Penso al figlio di De Sica, quello che fa l’attore. A quello di Visconti, regista a sua insaputa. O alla figlia di Ornella Muti… Tanto per dire, eh.
Ed è andata bene che per ora Federico Zampaglione non ha fatto figli (e se ci pensate c’è un motivo bello grosso e tondo). Tra l’altro ripensando a Mark Strong che si è dato il nome fico per non doversi o potersi chiamare Peppino o’meccanico, se Zampaglone andasse a Hollywod (e potrebbe succedere a breve), come si chiamerebbe ? Rico Strong ? Occhio però, perché il VERO Rico Strong potrebbe non gradire e rivelarsi più vendicativo di quanto non lo sia di solito nei suoi film.
Possiamo parlare anche di colui che per il suo primissimo film si fece chiamare Arnold Strong, salvo poi cambiare idea immediatamente e decidere di insistere con il cognome vero.
@vespertime: non so se te ne sei accorto ma in questo caso “il recensore” è una donna. Comunque Brandon Cronenberg lo aspetto al varco con un film cdal budget risicatissimo. Se riesce a farlo bene, allora rivaluto pure Antiviral.
@tommaso: Jennifer Lynch non è affatto scema, ma è terribilmente sfortunata. Ha un cognome che non aiuta e ha il coraggio scavezzacollo di andare a impelagarsi in progetti molto ambiziosi e molto difficili senza mai riuscire a ottenere la necessaria fiducia da parte dei suoi collaboratori. Secondo me se le dessero carta bianca su sceneggiatura, regia, produzione e post riuscirebbe a fare un gioiellino.
Su ADM e Cosmopolis, cosa vi devo dire? Io li ho visti con gli occhi di chi non si nutre solo di sangue (sullo schermo; nella vita reale sì, ovviamente) e li ho trovati due gran bei film estremamente sottili, che ti strisciano sottopelle. Però non ne discuto, o almeno non qui.
Bah, io so solo che voglio l’erpes del Nanni e la tenia di Stanlio, dove mi posso rivolgere?
MACCOSA
@cicciolina si mi ero accorto. cercavo semplicemente di dargli un ruolo preciso. Comunque se fosse stato girato dal padre saremmo stati quì a parlare di un “ritorno al genere”. Alla fine è davvero molto derivativo ed è forse per questo che il voto (almeno il mio) si abbassa ma comunque nonostante una parte centrale confusa è riuscito a inserire dei temi e qualche sequenza non male con una parte visiva molto d’impatto. Più che altro BASTA con Malcolm Mcdowell. Me lo ritrovo sempre ovunque ultimamente e nella maggior parte dei casi son tutte delle porcate immani.
Pretenziosità autorali…vado a rivedermi Terminator salvation che è meglio
@Vins: concordo su tutto.
Faccio outing dicendo che io sono il tipo che ama “la fotografia fredda ed estetizzante e la scenografia impeccabile ed elegantissima”.
Antiviral parte da una idea forte che funziona benissimo, e alcune trovate visive sono indubbiamente riuscite ed originali. La stessa freddezza fotografica non appare qui come gratuito vezzo registico ma rappresentazione puntuale del distacco ormai abissale fra umano e (show) business.
Ammetto che la sceneggiatura della seconda parte sbrodola un po’ troppo nello spiegone, alternato a tempi morti poco efficaci. Una maggiore asciuttezza avrebbe sicuramente giovato. Ciononostante Antiviral merita comunque una visione per la sua capacità di cogliere alcuni aspetti assolutamenti reali e presenti del nostro mondo.