L’ultimo Fincher, che chiamerò con titolo originale Gone Girl per protesta contro la versione italiana “L’Amore Bugiardo”, roba di un’imbecillità özpetekiana, si apre con la voce di Nick Dunne (Ben Affleck, un uomo qualunque sconsolatamente ottuso – se dopo questo ruolo riesce ancora a essere un Batman credibile, diventa direttamente il più grande attore di tutti i tempi) che accarezza dolcemente la testa della moglie, e si chiede cosa succederebbe a “sbobinarle il cervello” (“unspool her brain”). In realtà quello di Amy (Rosamund Pike) non è l’unico cervello del film che avrebbe bisogno di una bella sbobinata, anzi Fincher e Gillian Flynn, che ha steso la sceneggiatura partendo dal proprio romanzo, sembrano dirci con estrema amarezza che tutti fingiamo, che la verità non esiste, che l’amore è la bugia più grande e più indecente di tutte. Non il tipico materiale calcistico, è vero, ma pur sempre un thriller solidissimo con due scene in particolare contenenti una più che discreta quantità di sangue.
Dal momento della scomparsa di Amy, regna una freddezza insostenibile. Nessuno sembra poi così preoccupato per lei: né il marito, né la cognata, né i genitori. Se fosse sparito il gatto di casa, c’è da scommettere che sarebbero stati tutti più traumatizzati; ma della bellissima, intelligente, dolce Amy dopotutto non frega un cazzo a nessuno. Marito e cognata passano il tempo a raccontarsi quanto Amy in realtà fosse una stronzetta insopportabile, i genitori più che altro sono preoccupati per il destino dei loro libri per ragazzi, la collana “Amazing Amy” ispirata a una versione ultra-idealizzata della figlia. Fermiamoci un attimo e facciamoci una domanda puramente incidentale: se una bambina nasce da due genitori psicanalisti altoborghesi che scelgono di ignorare la sua vita reale e preferiscono ricrearla attraverso disegnini e storielle edificanti, quante possibilità ci sono che quella bambina da grande diventi una psicopatica sfrenata? Ecco. Andiamo avanti: insomma Amy pare davvero essere un personaggio letterario e niente più, un ologramma collettivo. Nella prima parte del film l’interrogativo pare essere non solo “è stato il marito a ucciderla?”, ma anche “esiste davvero?”.
Poi la versione dei fatti cambia di colpo e i piani temporali si incastrano, la vicenda è raccontata dal punto di vista di Amy stessa, e diviene evidente che la sua grama sorte è il frutto estremo di una temeraria ricerca della propria identità che non si ferma davanti a nulla: uccidersi, uccidere, giocare col destino proprio e altrui, assumere ruoli di volta in volta diversissimi, sono per Amy niente più che un esercizio di stile. Niente e nessuno ha valore per lei, defraudata affettivamente, sessualmente, finanziariamente; i due personaggi maschili principali, pur diversissimi, la trattano allo stesso modo: la danno per scontata, pensano di “possederla” grazie all’anello nuziale o o al denaro, ma non riescono a renderla una figura meno sfuggente; anche quando vogliono imporle un destino finale scritto da loro, le cose non vanno come previsto. Amy è un costrutto mentale celato da innumerevoli strati di finzione, allo stesso tempo vittima sacrificale all’altare della frustrazione e fredda calcolatrice; possiamo fare il tifo per lei? Sì. Possiamo fare il tifo per il marito assassino? Sì. E senza alcuna contraddizione.
In definitiva, ciò che è veramente successo nel passato dei coniugi Dunne rimane ammantato di mistero, poiché dipende dalle ricostruzioni di due personaggi per niente attendibili. Nick è davvero un marito violento che picchia la moglie? Prima sembra di sì; poi sembra tutta una balla; poi però lo vediamo in azione. Il discorso vale per molti elementi della narrazione, continuamente rivoltati e svuotati di credibilità: sta allo spettatore decidere a che cosa credere, in quale proporzione. Da questo punto di vista, Gone Girl è il perfetto punto d’incontro del noir anni ’40 con la femme fatale, il sospettato ambiguo e polizia che brancola nel buio, e la narrazione postmoderna polifonica in cui la verità è ciò che ognuno fa di essa, da Pirandello a Rashomon a I Soliti Sospetti. Con sentiti ringraziamenti al gatto di Schrödinger, che potrebbe proprio essere il gattone di casa Dunne (oppure no).
Quanto al presente filmico, la versione che alla fine viene accettata è anche la più debole e facilmente smontabile dalla logica – ma è anche quella che piace di più al pubblico. L’affresco tremendamente misantropico e nichilista dipinto da Fincher abbina alla freddezza dei congiunti di Amy anche la grettezza morbosa dei media: l’avvocato di Nick dice chiaramente che la sorte del suo assistito non dipende dalla verità ma dall’opinione del pubblico televisivo (lunghe sequenze sono dedicate alla partecipazione di Nick a talk shows tipo Bruno Vespa ma senza il plastico di Cogne), ed è questa stessa opinione, alla fine, a permettere il trionfo di tutto il peggio possibile: la finzione, i ruoli sociali, l’ipocrisia, la sfiducia – cioè la normalità. La schifosa normalità dei bugiardi, degli idioti e dei vigliacchi. La schifosa normalità di gente che considera la figa depilata una roba da depravati. La schifosa normalità che la gente chiama “matrimonio”.
Gone Girl, nel suo incedere da thriller a whodunit a slasher, scivola progressivamente verso una sgradevolezza pesantissima e lascia la sensazione di una patina di fango gelido attaccata addosso. Raggelante, angosciante come e più di Zodiac, è un film dissanguato, arido; Fincher fa recitare i suoi protagonisti come rettili visti dall’interno di un terrario, facendoli muovere meno possibile, rendendoli asettici, antipatici, volutamente bidimensionali. Persino la scena più cruenta (l’unica veramente calcistica, in effetti) è concepita, svolta e presentata in modo freddo e utilitaristico, senza sorprese, senza emozione né catarsi. Non c’è nulla di totalmente vero o totalmente falso nel mondo di Gone Girl, e niente per cui valga davvero la pena vivere, morire, uccidere o uccidersi. Che non sono due cose così diverse.
PS: qua in UK ci si dà un gran daffare per decidere se Gone Girl è un film femminista o maschilista e se Gillian Flynn stessa è una femminista o una misogina sotto mentite spoglie. Non ho affrontato la questione perché secondo me non ha senso; se volete approfondire, qui c’è una parte di dibattito ma anche molti spoilerzzzzzzz.
DVD-quote:
“Ti lascia la sensazione di una patina di fango gelido addosso”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
La recensione è ottima, chissà se il film sarà all’altezza.
“uccidersi, uccidere, giocare col destino proprio e altrui, assumere ruoli di volta in volta diversissimi, sono per Amy niente più che un esercizio di stile”. Anche per Fincher, ahimè.
a me e’ parso il solito fincher degli ultimi film, confezione ottima ma sostanza mediocre, il personaggio di lei poi è senza senso, carino l’omicidio clou, per la terza volta consecutiva l’unica cosa per il quale spenderò i soldi per i film di fincher e’ il cd della colonna sonora.
Si, si trova in streaming in buona qualità e in italiano senza problemi da qualche giorno.
Visto un paio di sere fa, onestamente mi ha fatto incazzare tutta la non credibilita’ degli indizi vari e delle spiegazioni semplicistiche che tutti si bevono. Poi per carita’, il film ha bravi interpreti, bella fotografia, ma per me e’un NO.
Sostanzialmente d’accordo con Past, magari contenuto non proprio mediocre ecco, perché interessante è interessante, lacunoso e discutibile però si, ampiamente. Non conosco il libro ma guardando il film ho avuto la sensazione del classico scrittore che non è molto capace di trasformare nella maniera corretta il suo romanzo in una sceneggiatura, tenendo conto delle differenze enormi tra i due mezzi espressivi (tra l’altro in generale i romanzieri di professione ce l’hanno spesso questo problema). La questione femminile maschile è secondo me invece un problema perché si assiste ad una contrapposizione tra la storia che è tutta al femminile e lo sguardo che è tutto al maschile senza però che alla fine ci rimanga davvero questa idea chiara di entrambi se non che gli uomini alla fin fine stanno sullo sfondo, son quasi delle necessità mal sopportate per le donne cazzute ed il massimo a cui possono ambire è adattarsi. Insomma però son riflessioni interessanti quindi il film ci sta ecco.
Mi fa scpecie leggere certi commenti qui sopra, perché un regista che ha diretto negli ultimi anni Zodiac e Social Network dovrebbe essere venerato come un dio… altro che mancanza di contenuti
Parole sante…
Leggendo il libro arrivavi alla fine con la nausea e abbastanza stordito, e sono arrivato alla fine del film nauseato e stordito.
Questo film mi ha soddisfatto alla grandissima, e avendo letto il libro avevo delle aspettative altissime, concordo poi in pieno con venerabilejorge, uno che negli ultimi anni ha diretto Zodiac, The Social Network e a mio parere anche Uomini che Odino le Donne non può essere descritto come uno con mancanza di contenuti.
Ah, per concludere, questo film è una delle trasposizioni più precise e ben fatte che abbia mai visto.
se già mi incuriosiva il vociare attorno al film, la recensione mi ha incuriosito ancora di più, speriamo bene !
Il film è spettacolare. Da vedere in lingua originale senza se e senza ma.
Concordo, il dibattito sulla questione femminista non ha senso per questo film.
Lieto di avere anche sui Calci un sì a questo film. Che sia la volta buona che vedo qualcosa di Fincher che mi piace davvero?
“La schifosa normalità di gente che considera la figa depilata una roba da depravati”. Cicciolina corri a depositare i diritti che questa merita
giusto un piccolo appunto, Cicciolina: il gatto di Shröedinger é morto E vivo, non morto O vivo…é proprio li che stá il barbatrucco della meccanica quantistica. é tutti e due le cose assieme finché non viene aperta la scatola ;)
Secondo me è l’ennesimo gioiellino di Fincher. Ben Affleck scelto unicamente per la sua faccia da coglione e lei è tanto bella quanto glaciale, sarebbe stata un’attrice feticcio per Hitchcock.
Poco calciabile ma è un thrillerone della Madonna, con un ritmo indiavolato, musiche splendide e che finisce che ti lascia il disgusto.
Il dibattito è idiota tanto quanto la faccia di Ben Affleck
Grandissimo film, bella rece. Ti accompagna per tutta la durata una tensione fredda che poi non ti togli di dosso per un po’. Adesso, come ben detto il finale perde un po’ di logica, e’ un pochino forzato… non dico una cagata perche’ comunque il film spacca e come finale ‘ci sta’.
Ma neanche un accenno, neppure nei commenti, sul personaggio di Neil Patrick Harris?
Film immenso, l’incubo del matrimonio borghese con gli USA a fare da sensale interessato. Che Fincher!
Il film mi è piaciuto visto che dopo due giorni non è scivolato via come i film più mediocri. Magari avrei tenuto un tono più deciso nel finale dove, come dite anche voi, scivola via, forse troppo. Per la questione femminista o no leggevo giusto ieri un intervista a Fincher. Il libro, che non ho letto, mi pare sia meno schierato da quel che ho capito dalle sue parole, due versioni dei fatti distinte che si susseguono lasciandoti molto più nel dubbio di chi abbia realmente ragione e di cosa sia vero o no. Il libro è scritto da una donna e finisce, dice lui, con la scena vista dalla parte di lei. Il film è girato da un uomo e finisce dalla parte di lui. Credo che questo sia semplicemente il punto. Poi se lo dice lui che lo ha diretto ci credo.
Filmaccio da 2 soldi pompato all’inverosimile degno erede di quei thriller scrausi per donnine ritardate lettrici di cosmopolitan che passano su la7d
Personalmente, partivo da aspettative altissime – essendo uno sfegatato fan di Fincher, da Se7en a The Social Network su tutti – e temevo, come sempre accade in casi di super-hype, di rimanere deluso.
Bene, le aspettative sono state superate.
Brividi di piacere/di angoscia/di tensione per tutto il film. Sull’ammazzamento, poi, stavo per tirare fuori le trombe da stadio.
Fotografia d’oro, montaggio di platino.
E Trent Reznor alla colonna sonora ormai è una colonna portante.
Consigliatissimo
Visto un paio di mesi fa all’uscita in Francia. Annoiato e incazzato per buona parte della visione. Uscito dalla sala dopo più di 2 ore, pensando ad alta voce che la RKO, negli anni ’40, ne avrebbe fatto un film di 75 minuti scarsi. Qualche bella scena. Buoni attori. Ma pretenzioso e prevedibile. Penso che lo rivedrò per vedere se sto invecchiando davvero, come mi farebbe pensare il tono generale degli altrui commenti. Ma rischio di incazzarmi ancora di più.
Nemmeno io condivido gli entusiasmi. Tutta la prima parte sembra un tv movie da pomeriggio di Rai2: non succede letteralmente NULLA.
Dopo “la svolta” (e siamo già a un’ora buona mi pare) il ritmo sale un po’, ma le forzature per farlo andare a finire in quel modo lì lo rendono irritante.
Ad esempio SPOILERZ!
Lei ha l’intelligenza per simulare un piano di fuga perfetto, però poi si fa fregare da due redneck come una scema. Lui è un tonno, solo quando conviene a un certo sviluppo perfettamente calcolatore nelle sue mosse.
Fine SPOILERZ!
Poi, in tempi di buonismo imperante, questa visione del mondo dove contano solo i soldi e le apparenze e i rapporti umani sono subordinati a questi ultimi mi è piaciuta molto, però i due protagonisti sembrano davvero solo dei burattini sbatacchiati qua e là solo per dimostrare questa tesi. Che alla fine, proprio per questo, non è che ne esca rafforzata tanto quanto Fincher avrebbe voluto. Infatti, mi sa che più di un minchione alla fine lo interpreterà orrendamente come SPOILERZ! l’amore che vince su tutto.
@Darkskywriter Ma quale piano perfetto?? ma dai, il diario che non brucia nascosto dentro una fornace in cantina? I litri di sangue che in teoria ha perso in casa e quando spunta fuori non ha manco una ferita? tutte le videocamere dello sfighiz milionario inutili? Boh, secondo me ce ne sono anche altre di incongruenze, ma lo ammetto non sono un fan di CSI. Ma questo tipo di sloppiness e’ troppo anche per me. Poi se invece stiamo a farci le seghe sui metaforoni, sul significato intrinseco del matrimonio, sul rapporto uomo donna….aahhh allora!
Secondo me se pensate che questo film voglia dire “l’amore vince su tutto” non avete capito un cazzo.
Per me filmone ragazzi, cioè la Emily che esce le tette… Va beh non sarà una novità, ma che cosa non è?? Bravi tutti, soprattutto il mento di ben affleck
@Marlon
SPOILERZ!
Beh sul piano di fuga non la sgamano e anche se la pulotta ha dei sospetti, comunque non c’è modo di verificarli. E’ come dici tu dopo la “svolta”, per chiudere a tutti i costi il cerchio, che procede tutto in modo forzato con varie incongruenze.
@vespertime
Ora non ho tempo di cercare commenti, ma qualche casalinga del Minnesota o di Abbiategrasso che l’ha interpretato in questo modo aberrante ci sarà sicuro.
Dai nanni che si è capito che Schiaffi sei tu, puntualmente in OGNI recensione in 99 ne parlano bene e lui ne parla male. Va benissimo la strategia di creare troll per accendere/infuocare una discussione, lo fanno anche le celebrità contro loro stesse, pero’ donagli un po’ piu’ di umanità ogni tanto, fagli dire qualcosa di carino se no è troppo sgamo :-) Poi magari non è cosi’, ma lo sembra…schiaffi vivo o morto ? Come il gatto…
Per me filmone.
La tensione parte a tre minuti dall’inizio e dura almeno un’ora buona. Poi subentra lo schifo, ma il film non molla un colpo.
Poi oh, magari non ho capito io, ma che gli indizi e le macchinazioni non tengano manco un po’ è proprio la chiave del film. Non importa quale sia la verità, cosa dicono le prove e quanto è dimostrabile una storia, conta solo l’opinione pubblica.
Io l’ho trovato disturbante.
@Benve: Emily che, ricordiamo, ha la parte di “quella con le tette da vienimi addosso che ora in TV sembra un hamish.” Il film ha un doppiaggio orrendo, ma in quel punto avrei applaudito.
ho finito adesso adesso di vederlo. bello. molto bello. a meno di un minuto dai titoli di coda dico che mi ha ricordato quel film credo di altman che si svolge ad holliwood con gente famosa che interpreta se stessa in cui l’assassino se la cava e decide di farci anche un film e quel film è proprio il film che sta finendo.
cicciolina i film che recensisci sono sempre piacevolmente perversi.
si chiama “i protagonisti”.
@andrea: ma va la’, ti basta leggerci piu’ spesso
Diciamola tutta, gone girl è uno dei più grandi omaggi all’opera di hitchcock (psyco e vertigo su tutti)
Oh cicciolina, mi sa che e` la prima volta che condivido in pieno una tua recensione. Devo farti i miei complimenti, non avrei saputo spiegare meglio il mio pensiero. L’unica cosa, non hai nominato le musiche PAZZESCHE di Trent Reznor, che secondo me una menzioncina se la meritano tutta.
Penso sia un errore di valutazione fare le pulci a questo film dal punto di vista “investigativo”, perche` secondo me Gone Girl e` ben lontano dall’essere un thriller classico. E` palese che qui l’intento centrale era una fredda, spietata analisi (critica? Sistematica distruzione di massa?) delle dinamiche di coppia, l’innamoramento fatto di improbabili frasi artefatte, letterarie, i baci nelle nuvole di zucchero, le scopate in libreria, e poi, una volta esaurita la spinta dell’iniziale passione fittizia, il gelido subentrare del vuoto, della frustrazione derivante dall’essere ingabbiati in una relazione costruita fondamentalmente sulle menzogne. Insieme ovviamente alle nevrosi e psicosi create inevitabilmente dalle ipocrisie e dalla grettezza della famiglia/societa` tradizionale, cariche di bigottismo e miserie umane.
Poi Fincher ha veramente una mano pazzesca, certe inquadrature sembrano quadri di Hopper.
E` vero, il finale lascia un po’ cosi`, pero` alla fine secondo me ci sta e non rovina il film. E` anche vero che forse l’FBI, quella vera, di fronte a tutte quelle incongruenze avrebbe fatto un quarantotto, ma va bene cosi`, Fincher preferisce virare dal procedurale e puntare a pie` sospinto sull’affresco misogino, misandrico e misantropico, e secondo me l’effetto viene raggiunto in pieno.
La stessa sceneggiatura in mano a un altro regista probabilmente avrebbe dato luogo a un film di merda. Qui i tempi sono dosati perfettamente, la trama si srotola con intelligenza e senza abbaiare gli eventi e i colpi di scena. Per me e` un 9 su 10.
Tra parentesi gente, questo e` cinema americano all’ennesima potenza. Attori, regia, sceneggiatura, fotografia, locations (ma avete visto che cazzo di case?). Non c’e` una virgola fuori posto. Io direi che di fronte a tale spiegamento di forze c’e` solo da inchinarsi.
@Bruce Wheelies: GRAZIE della precisazione! Scusa il ritardo, ora cambio.
@Quelli che si lamentano perché non ho lodato le musiche del Trent: avete ragione, ma c’era così tanto da pensare e da scrivere che le ho lasciate da parte. Che dire? Sono gelide e striscianti come tutto il film, quindi perfette. Bravo Trent.
https://www.youtube.com/watch?v=PF9HKUUQVCc
Ehilà. Non vorrei disturbare troppo, ma sono metà della traduzione italiana di questi dialoghi (come sono stata metà della traduzione del libro). E specifico “traduzione”, perché l’adattamento è seguito dopo e nessuno, com’è triste costume del settore, ce l’ha fatto vedere; l’unico feedback ricevuto dall’adattatore è stato che “eravamo traduttori forse anche di qualità superiore [a chi o cosa, mi domando, ndr], ma inadatti a questo lavoro”. Forse perché ci tenevamo a dare a questo film dei dialoghi plausibili; infatti non abbiamo ‘sbobinato’ cervelli (e possiamo provarlo). Adesso però ho paura di andare a vederlo. Sigh. Buone feste a tutti, comunque. Sniff. Sob.
@Isa: la versione originale (quella che ho visto io) si apre con la voce narrante di Affleck che dice “When I think of my wife I think of her head – I picture cracking her skull open, unspooling her brain to get answers”. Non so come abbiate doppiato questa frase, sicuramente “sbobinare” in italiano suona peggio che “unspooling”, ma io appunto non mi riferivo al doppiaggio italiano. Fra parentesi, sono stata anche io adattatrice e doppiatrice e so che è un mestiere ingrato.
Grazie della risposta. No, infatti, il punto era solo questo: “sbobinare” è una traduzione un po’ infelice di “unspool” (che peraltro non significa solo quello), e non era quella da noi proposta. Poi, ripeto, non abbiamo tradotto, non abbiamo doppiato nel senso tecnico della parola. Buon lavoro!
@Isa: a me l’immagine della “bobina cerebrale” piaceva molto, anche perché trovo che stia molto bene in un *film* – benché linguisticamente sia in effetti un po’ astrusa. Ma immagino che sia libro sia film fossero abbastanza complessi da tradurre. Per non dirottare troppo la discussione, se vuoi mi puoi scrivere a c.wertmuller@i400calci.com :-)
nella versione italiana dice “srotolare”. Io l’ho visto doppiato, a mio avviso la qualita` dell’adattamento e del doppiaggio e` senz’altro sopra la purtroppo infima media odierna
“Poi oh, magari non ho capito io, ma che gli indizi e le macchinazioni non tengano manco un po’ è proprio la chiave del film. Non importa quale sia la verità, cosa dicono le prove e quanto è dimostrabile una storia, conta solo l’opinione pubblica” (Manq)
Meno male và
Io quando parlo di doppiaggio orrendo non parlo mai di traduzione eh, perchè non ho visto l’originale. Per me un film doppiato male è un film in cui l’espressività delle voci non torna con l’espressività delle facce. Capita di trovare qualche frase che è immediatamente chiaro sia stata “tradotta male” in generale nei film doppiati, ma non mi riferivo a quello.
C’è una famosa scena da un episodio de I Griffin.
Tutta la famiglia va al cinema. Iniziano i titoli di testa, produttori, distributori, musiche, ecc… e quando compare la scritta del nome del protagonista, “Ben Affleck”, in mezzo secondo la famiglia si alza ed esce dalla sala.
Ecco, io faccio sempre la stessa cosa, ma a casa mia.
Ok, erano i Simpson.
http://cinemarant.files.wordpress.com/2013/03/starring-ben-affleck.gif
Io avevo letto il libro, grosso malloppo di 400 pagine, in un solo giorno da quanto mi aveva preso. Se non avete ancora visto il film lo consiglio a tutti. Uno dei thriller più insinuanti, cattivi e ambigui che mi sia mai capitato di leggere.
Forse ero troppo influenzato dal romanzo, ma il film di Fincher mi è sembrata la tipica trasposizione “letterale” che avrebbe fatto schifo a Hitchcock. Uguale spiccicato al libro, senza guizzi, senza tagli, senza un vero adattamento della parola scritta al mezzo cinematografico. Il film in confronto al libro sembra pallido e sbilenco, si perde tutta la profondità della riflessione sul matrimonio e non vengono spiegati a dovere quegli elementi della trama (la caccia al tesoro…) che nella prima parte devono preparare il terreno al micidiale colpo di scena di metà storia (che nel libro mette davvero i brividi mentre nel film sembra un po’ meh). Nel libro i personaggi vengono per forza di cose approfonditi a dovere, quindi anche le svolte più improbabili dell’intreccio trovano una loro spiegazione. Forse l’unico elemento che esce davvero potenziato dalla trasposizione cinematografica è tutto il discorso sull’invadenza dei media e sul trionfo della finzione.
Ma, ripeto, io sono probabilmente fin troppo influenzato dal romanzo.
P.S. Io ho visto il film doppiato e il doppiaggio fa schifo. Io non sono certo uno che ce l’ha coi doppiatori, ma qui davvero si sentono voci scelte a cazzo di cane e interpretazioni piatte oppure assurdamente sopra le righe.
una splendida recensione per uno splendido film. Rosamund Pike Regina dell’Inferno.
Nessuno che faccia mai i complimenti a Atticus Ross. Nessuno. Secondo me fa il 90 per cento del lavoro sulle musiche solo che nessuno sa chi michia sia e allora il merito se lo piglia tutto quello famoso… (colonna sonora bella ma il capolavoro resta quella di Social Network per me per quanto riguarda il duo e quella di Fight Club per quanto riguarda Fincher).
PS. Il film è più che buono, come più o meno tutto Fincher. Affleck è perfettamente in parte per la prima volta nella sua vita.
a me il film è piaciuto davvero tanto.
non l’ho trovato ambiguo sinceramente. la versione reale alla fine è SPOILER chiaramente che amy è la stronza che si è inventata tutto. lo sa affleck, lo sa la poliziotta, lo sa l’avvocato, lo sa la sorella di affleck e lo sappiamo noi spettatori. e lo fa capire anche amy stessa quando ritratta tutta la storia del marito violento per riprenderselo perchè ha creduto alle sue scuse televisive, o meglio, perchè si è sentita dire quello che voleva sentirsi dire.
FINE SPOILER.
cioè tutto sommato è un film che inizia maluccio, con l’orrido scambio di battute alla festa e quella scena orrenda della nuvola di zucchero, poi prosegue migliorando sempre di più fino a diventare un cazzo di capolavoro. almeno a me è parso tale. uno dei migliori film di fincher, se non il migliore insieme a seven.
sulla storia del maschilista/femminista, per me è chiaramente un film maschilista. come molti noir per altro. l’unica figura femminile poistiva è la sorella di affleck. le altre sono tutte malvage, disoneste, arriviste, ipocrite o, nel migliore dei casi, poco capaci. mi ha fatto tornare in mente mystic river da quel punto di vista.. anche lì le donne erano delle malvagie manipolatrici di cui i poveri maschi erano succubi.
poi volevo ancora dire che la rece è molto interessante, io però il film l’avrei inserito tra le eccezioni meritevoli. e ancora non mi spiego perchè questo si e prisoners no, visto che prisoners era non meno bello e almeno 100mila volte più calcista, ma fa niente.
e comunque questo si che è un film, non quella vaccata di interstellar. e lo dice uno a cui di solito nolan non dispiace neppure..
@Darkskywriter
SPOILER
” si fa fregare da due redneck come una scema”
lei è una newyorkese ricca snob fino al midollo. lei si fa fregare dai due redneck non stereotipati proprio perchè la sua visione del mondo è quella di una snob del cazzo per quei redneck sono gente che non è neanche in grado di allacciarsi le scarpe, gli abitanti del missouri sono tutti dei poveri coglioni, ecc.
@Marlon Brandon
SPOILER
aspetta. non stai vedendo la cosa dal giusto punto di vista. il processo non lo fanno i giudici, lo fa la televisione. la giuria è la gente in strada o davanti allo schermo. è così che ci viene mostrata la cosa, è così che (e sono d’accordo con fincher su questo) avviene anche nella realtà, ed è su questo che amazing amy basa tutto il suo piano. non è grissom di csi che lei deve ingannare. è la barbara d’urso della situazione, che infatti la sostiene in tutto e per tutto. il diario, non è importante che sia plausibile che non bruci, è mportante che ci sia, che possa essere impugnato, che le sue pagine possano essere pubblicate sui giornali. le telecamere, a lei basta dire che avrà cancellato tutte le altre registrazioni compromettenti, o magari era stata attenta fin da subito a non stare vicina alle telecamere..
in effetti il piano di lei è davvero perfetto, l’unica cosa che lo fa fallire è la sua stessa follia ( e la sfiga di venire rapinata)
@Reverendo
mi hai fatto venir voglia di argomentare a questo punto: il film è più che buono ma non ottimo. Secondo me, al contrario tuo, parte alla grande e si sfalda quando le cose iniziano a succeder: non c’è un colpo di scena che non sia intuibile, l’assassino di neal patrick è ovvio dal secondo in cui mette piede in quella casa ad esempio. Da vedere è magnifico, la tensione c’è finché non succede quasi nulla, il finale non mi ha infastidito ma io non l’ho visto affatto come te: lei stravince, lui è un omuncolo senza personalità ancora una volta e lei se lo riprende perché è l’unica via d’uscita che ha e non fa ritrattare la storia della violenza, anzi glielo fa confessare anche se falso. Secondo me parlare di maschilismo è forzato: è un personaggio femminile tosto ma negativo alla maniera maschile, cioè trattato come se fosse un uomo pezzo di merda e questo è raro, paradossalmente il personaggio più negativo alla causa femminista è proprio la sorella, tipico personaggio femminile di appoggio al protagonista del film.
Seven sta 10 spanne sopra ma è per me nella top 3 degli ultimi 20 anni, superiori però sono anche fight club, zodiac, panic room e the game.
@BellaZio: Io, fortunatamente, tutta questa intuizione non l’ho avuta e il film me lo sono abbastanza goduto.
Il Personaggio di NPH per me è stato costruito veramente bene. Quando entra in scena e lo vedi nel rapporto con la tipa, capisci che forse lui sì che disturbato lo era, anche ai tempi del liceo probabilmente. Magari è a causa sua che lei è diventata psicopatica, ci potrebbe anche stare.
Rispetto alla rece qui sopra infatti io non condivido la possibilità che Affleck sia davvero un violento. Coglione sì, ma violento no. Come il tipo del bar non credo fosse davvero un molestatore. Però che NPH fosse davvero un maniaco è plausibile, da quel che vediamo. E il mostro (perchè lei è un mostro, almeno nello scorcio di vita che vediamo) potrebbe essere nato lì.
Le discussioni maschilismo/femminismo boh, non hanno molto senso imho. Il film presenta una donna manipolatrice, un uomo fedifrago, una ragazzina vogliosa di cazzo, una coppia di ladri, una poliziotta in gamba, una giornalista idiota e un avvocato con del gran pelo sullo stomaco. Ah sì, e una sorella senza il minimo spessore che sta li a fare la spalla comica per metà film (miglior persona del film, ma indubbiamente peggior personaggio). Boh, non ci vedo minimamente generalizzazioni o spunti per riflessioni sui generi. Sono casi umani e basta.
@Manq
Ma infatti neanche io ci vedo sta gran problematica maschilismo/femminismo però se devo dire la mia sul personaggio principale femminile dico che esce un personaggio insolitamente forte che ha (quasi) sempre in mano la situazione, quando perde il manico lo ritrova abbastanza in fretta conqunque.
Anche per me Affleck e il tizio del bar non sono violenti (anche se poi è vero che lui alla fine la spinge quindi se non altro lo diventa un pochino), NPH è chiaramente disturbato, ho capito che l’avrebbe ucciso perché a quel punto le soluzioni erano due: lui uccide lei o lei uccide lui e ho pensato che la prima fosse più probabile.
Sinceramente io alla fine sarei stato più nichilista e gliela avrei fatta ammazzare comunque la moglie, ma il finale è, tutto sommato, aperto, non è detto che poi non lo faccia…
ovviamente ho pensato che lei ammazza lui fosse più probabile e non vice versa come ho scritto…
Dai certi commenti letti all’inizio sono rimasto stupito del fatto che molta gente non abbia capito il fulcro del film soffermandosi sull’implausibilità di certi indizi ma, come hanno poi osservato altri, questo è parte integrante del significato del film. La legge dei film pari di Fincher colpisce ancora (per me l’unica eccezione è The Game)!
Come al solito la recensione è veramente ottima.
@Ceramiche Kobayashi:
qual’è la legge dei film pari di fincher?
Rispondo con un filo di ritardo alla domanda: si tratta della teoria per cui Fincher alterna un film buono (direi monumentale) ad uno scarso.
Il film nell’insieme è godibile e fatto bene (anche la prima parte un pò lenta server al crescendo del climax), ma il finale è scarso,o lo tagliavano 10 min prima o doveva essere diverso… e poi le incongruenze investigative sono molte:
(spoiler)
non verificano neanche gli spostamenti del presunto rapitore per verificare se coincidono con le date ed il racconto di amy
Concordo sui alcuni punti un po’ fumosi dove scrittore e regista hanno fatto come volevano ma rimane un filmone;)
ehi.
Bravissima Cicciolina, come al solito. So che sulle tue recensioni posso sempre contare.
Approvo anche il commento di Lars Von Teese – ma credo di dover sbacchettare chi ha fatto i commenti disgustati sull’interpretazione del finale “l’amore vince tutto”.
Ok, presa letteralmente la frase è ovviamente sbagliata, ma attenzione: è sempre stato uno dei punti ricorrenti di Fincher il valore dei significati che vengono attribuiti alle situazioni.
potenziali SPOILERONI/on
Una nota a parte: a Fincher in questo discorso non gliene frega una sega di “che cosa è vero e cosa no”, di gnostica memoria, anche se il rimando a Rashomon c’è, il fulcro del film (dei film?) è come la condivisione di certe interpretazioni leghi le persone tra di loro.
Il Fight Club è un progetto nonsense, ma quelli che hanno l’intuizione sul significato nascosto del Fight Club sono uniti tra di loro, in una specie di cospirazione. Ok, nemmeno tanto sui generis: è proprio letterale.
The Game propone una situazione simile: il protagonista è bersaglio di criminali pericolosi, ma non agli occhi di chi condividerà con lui i retroscena del gioco.
Persino Zodiac è riconducibile allo stesso tema
Allo stesso modo in “gone girl” il succedersi degli eventi, e la loro conclusione, unisce indissolubilmente i personaggi in una complicità di interpretazione degli eventi che si oppone alla banalità del mondo.
potenziali SPOILERONI/off
Questo tema ne fa un film romantico zuccheroso con unicorni rosa a pasta filante?
NO
È inevitabilmente un film d”amore’ tra virgolette, crudele e ambiguo e intelligente?
Cazzo, sì.
Magari
Film splendido,Fincher raramente delude.
Il commento che ho preferito è quello che dice che il film dopo qualche giorno non è scivolato via.
E forse proprio questo significa che ha fatto parte del suo dovere.
Ma da qui a dichiararlo “spettacolare”…
Nessuno si è messo ad analizzare la serie di incongruenze disseminate qua e là? (seguono SPOILER)
1) l’uso dell’urina della vicina di casa: una donna al termine della gravidanza (la vicina) ha livelli ormonali diversi da quelli di una alla terza settimana (Amy);
2) la casa dell’ex da cui fugge Amy è costellata di telecamere: possibile che nessuno abbia verificato i video x testimoniare che non veniva stuprata?
3) Amy ingrassa visivamente di diversi kiki in poche ore mangiando junk food (bah…)
4) l’agente della CIA abbandona troppo facilmente il caso nonostante la versione data da Nick, e nonostante pure il fatto gli credesse!
5) l’incontro di Nick con l’ex di Amy, quello fallito, non il ricco, infarcisce il film di dettagli poi abbandonati. Ma soprattutto
6) perchè cazzo Nick al termine del film non se ne va di casa? (Prima che lei lo incastri con lo sperma congelato)
Insomma, se vuoi realizzare un thriller basato su indizi e incastri certosini fa almeno che tutto sia “verosimile”. E riguardalo qualche volta prima di renderlo pubblico.
Io l’ho visto ieri e benchè possa concordare sugli altri punti (ma ci tengo a precisare che secondo la mia umile opinione, resta un film in cui i dettagli, gli indizi e tutti i vari elementi che ne costituiscono la struttura sono dosati magistralmente) non concordo con la tua 6) domanda. Tuttavia ne sono felice, perchè significa che l’autore del commento non ha mai avuto a che fare, o non ha mai visto all’opera dei manipolatori:) Non se ne va di casa perchè si sente chiuso in una duplice gabbia fatta di pressioni sociali (quello che la gente direbbe, come farebbe a giustificare il proprio gesto) e psicologiche (lei che incredibilmente riesce a plagiarlo, seppur nonostante le resistenze di lui, convincendolo che in fondo il loro è amore). Inoltre ha paura di possibili azioni da parte di lei – che comunque, anche se il film si interrompe prima, sappiamo – essendo lei psicopatica – ci saranno, inevitabilmente. Il film mostra una realtà che è insieme assurda e vera, anche se magari non nei termini specifici in cui la mostra il film. Vale a dire, ti mostra come gli psicopatici possano riuscire nell’incredibile intento di realizzare situazioni impossibili, che si tramutano in veri e propri incubi e gabbie dalle quali è difficilissimo uscire per chi è vittima. Sono come ragni, e per quanto la “mosca” possa essere intenzionata ad allontanarsi, talvolta viene intrappolata in una tela fatta di un lenta e quotidiana distruzione delle proprie sicurezze, dei propri punti di riferimento esterni, di isolamento, di sentirsi “in pugno” dell’altro che con le proprie azioni, capacità manipolative, assenza di scrupoli e abilità nel muoversi diventa così onnipotente. E’ materialmente difficilissimo otlre che possibile e reale svincolarsi da queste situazioni, per quanto da fuori possano apparire incredibili. Perciò ok, è un film, ma trarne insegnamento per la propria vita non è male.
Concludo scrivendo che anche a me il film è in parte piaciuto…(SPOILER) fino a quando Amy sgozza il tipo e torna a casa.
Poi immane cagata.
@Isa: Non penso assolutamente sia colpa tua (anche perchè ho letto il libro) ma la doppiatrice di Amy ad un certo punto dice “fedigrafo” HA HA HA.
spoilerz
cmq nel film manca un sacco di roba che nel libro riesce a dare un senso al tutto: molte incongruenze hanno una spiegazione credibile e Amy viene spiegata meglio alla luce del suo passato, dei suoi genitori e del personaggio Mitica Amy; inoltre lo stesso rapporto tra i due protagonisti è confezionato in maniera più approfondita.
Il limite più grosso della trasposizione cinematografica per me è però che manchi quasi completamente la sensazione della malafede del marito, del fatto che abbia qualcosa da nascondere nella prima parte e sinceramente con quella faccia da tonno non gli vuoi male e la storia perde uno dei suoi punti cardine, il non sapere di chi puoi fidarti (nessuno completamente ok, ma neanche così)
Piaciuto molto: teso, mai un momento morto, colpi di scena ben gestiti, regia fredda ed elegante, colonna sonora perfetta. Dopo la marchetta di The Girl with Dragoo Tattoo (bellino, ma anonimo), un ritorno di forma: un storia alla Douglas Sirk diretta da Hitchcock.
Due cose a livello sceneggiatura non mi sono piaciuto, e purtroppo abbassano il giudizio generale del film: da capolavoro a ottimo intrattenimento:
1) Amy e’ in fuga da poco tempo, si rifugia in un resort e diventa amica con una scoppiata locale e col suo fidanzato buzzurro. Una sera escono insieme e ad Amy scivola per terra la cintura dove tieni i suoi soldi. I due ovviamente la notano e decidono di rapinare Amy. Come dice un mio amico e’ “lazy storytelling”. Se sei in fuga, ti tingi i capelli e usi un nome diverso, l’ultima cosa che vuoi e’ farti notare e uscire con gente che potrebbe riconoscerti, specialmente se la tua faccia e’ dappertutto. Il trucchetto dei soldi e’ troppo facile.
2) Desy, l’ex di Amy, e’ un imbecille che si beve tutto. Davvero troppo, il tipo non si fai mai domande (e Kevin era andato a cercarlo poco prima) e la sua morte e’ ottima a livello visivo, ma un’altra forzatura.
Due difetti non piccoli, peccato.
Concordo con tutti i commenti di quelli a cui il film non è piaciuto: troppe implausibilità in un plot in cui il cattivo ha ordito un piano “perfetto”, ma soprattutto personaggi privi di qualunque spessore ed empatia, a partire da quello di Amy. Che poi il tema sia interessante concordo, ma ci si poteva fare un lavoro migliore.
La tensione durante la visione c’era, ma tutto è evaporato uscendo di sala.
Per me il peggior Fincher (non ho visto Panic Room e Millennium).
Si però basta citare il paradosso del gatto senza avere neanche minimamente idea di che cazzo voglia dire, continuandolo a usare a cazzo di cane secondo l’interpretazione internettiana che completamente non c’entra un cazzo di nulla, probabilmente presa da 9gag o qualche cazzo di immaginetta su facebook e da quel cazzo di big bang theory. Grazie.
@azz raccontaci del gatto che poi facciamo i bulli al bar.
Film bello, bellissimo e il fatto che i dettagli non combacino ma il popolo ama, odia, ama Nick e Amy senza logica lo rende ancora più bello.
Visto appena or ora (io i film li vedo solo in blue ray), e in pratica la trama per me si può riassumere in “idiota di turno sposa psicopatica da gara e i media sono una merda e la polizia è incompetente e il matrimonio è la peggio stronzata ever”.
Ma bello, mi sarò chiesto chissà come finisce almeno 10 volte dopo la prima ora e mezza, anche se devo unirmi a quelli che dicono che il finale sia un po’ deboluccio.
Io il dibattito maschilista vs femminista lo lascio ai benpensanti, ma mi pare evidente che nel film la vittima sia il marito scemo. Io personalmente avrei preso a cazzotti tutti (TUT-TI) i personaggi tranne il lawyer – che “casualmente” è anche l’unico personaggio di colore – segno evidente per me che il messaggio voglia essere un attacco al matrimonio e basta.
Ah, e ho dimenticato di aggiungere “minchia le tette di Emily Ratakkowski”. Mi ha ricordato la D’Addario in True Detective.
Mah
insoddisfacente al massimo per me, un thriller di rai 2 con i soldi e qualche furbata per essere più cattivo e quindi “alternativo”
Inizio lentissimo per almeno 50 minuti non succede nulla poi inizia a crescere un pò e speri in qualcosa, poi il nefando colpo di scena (studiatissimo, cercatissimo ma vabbè) dopo semplicemente ridicolo fino al finale dove al ridicolo si sostituisce l’esasperazione.
E non mi parlate della gabbia del matrimonio e simili menate, ci ha lavorato gente seria su questi temi e comunque ha sempre fatto due palle così, figuriamoci un thrilleraccio con Ben Affleck (che mi è piaciuto stranamente).
Mi ha obbligato mia moglie a vederlo e alla fine non è piaciuto manco a lei che del thriller di Rai2 è cultrice come io dei film di hong kong degli anni 70
E ho detto tutto
SPOILER SPOILER
Lasciamo perdere i dettagli (MADDECHE hai fatto un thriller a incastro e non tornano i dettagli ?) ma a parte i redneck è tutto un MACCOSA
Il demente che prima sta da parte per vent’anni poi è un maniaco poi muore ? MACCOSA ?
Ma quando lui entra nella doccia con lei alla fine ? MACCOSA ?
La faccenda della gravidanza finale per tirare il mulino dell’ingabbiamento ? MACCOSA ?
Tecnicamente perfetto.
La figa depilata non è da depravati, è di classe.
Applausi a scena aperta per Emily e le sue tette, personaggi che avrebbero potuto essere sfruttati di più nel film.
Per il resto, a me è piaciuto molto. E’ vero che il piano di Amy non reggerebbe ad un esame vero, ma è altrettanto vero che il bello del film sta proprio nel fatto che il “processo” vero è quello mediatico, e li le prove interessano fino ad un certo punto. Non concordo invece sull’equivalenza tra i due personaggi e quindi la plausibilità delle rispettive storie. Se si fosse voluto fare un film su due personalità che si scontrano in maniera paritaria si sarebbe dovuto fare un lavoro diverso. Cosi abbiamo un marito fedifrago e un pò coglione, sicuramente non una bravissima persona, che però si confronta con un pazza del tutto andata di cervello, lucidissima e pericolosissima.
Il finale invece è più aperto, nel senso che lascia l’idea che qualcosa di brutto prima o poi ri-accadrà. Ma non è detto che sia lei a farlo. Lui ha dimostrato che, messo alle strette, sa essere cinico e determinato, ed ormai si è “svegliato”.
Oggi riguardavo questo bel film mentre scrivevo al computer e boom improvvisamente il ricordo della frase di Tyler Durden (Fight Club) che metteva dei membri sessuali nei film. Attimo di dubbio e conferma: anche qui non manca con l’inquadratura del membro-missile di Ben Affleck che vedi per un secondo e istantaneo arriva il ricordo della coppia Brad Pitt ed Edward Norton e della loro tecnica segreta. Stasera riguarderò il film di Fincher.
Io ho letto Nei Luoghi Oscuri di Gillian Flynn e posso dire che non è per niente misogina. Certo, se piacciono le Mary Sue lei è Francesco Parolisi, se invece piacciono i personaggi donne con pregi, difetti e tette, allora è una grandissima. Non ho visto questo film ma lo farò perché adoro Fincher.
P.S.
Avremo mai la recensione di Dark Places, a proposito?
Ho visto questo film adesso, quattro anni dopo; sapevo, vagamente, che era uno dei film perfetti per CIcciolina. E infatti, se ne esce con una delle frasi più esatte dei 400calci: “Fincher fa recitare i suoi protagonisti come rettili visti dall’interno di un terrario”. Non mi deludete mai (soprattutto Cicciolina) :-*.
Che finale di merda
A me loro sembrano entrambi furbi. Di certo hanno smosso l’opinione pubblica con una storia che ha rapito l’attenzione del pubblico, traendone vantaggio. Per me è il loro racconto che interpretano, per una volta l’eroina fantasy non primeggia e la storia è scritta nella realtà, il tributo di sangue pare eccessivo ma necessario, le incongruenze, sottolineate 2 volte peraltro, apertamente, un simbolo del potere della persuasione collettiva, del social