Belen, il film è finito da venti minuti. E magari mi sbaglio, ma…è sangue quello che ti scende dai palmi? Vorresti forse smettere di applaudire e darci qualche commento a caldo?
Subito, signori. Vi avviso: fino a metà visione, The Scarehouse potrebbe sembrare un buon esemplare di revenge movie al femminile. Ma sul finale si rivela per quel che è davvero: un piccolo Capolavoro.
E ora facciamo un passo indietro, per capire come siamo arrivati a questa reazione da groupie dei One Direction. The Scarehouse è l’ultima opera di Gavin Michael Booth, già autore dell’intrigante corto To Hell, with Love. Ma soprattutto, gran simpaticone.
Come avviene nei migliori matrimoni malati, Gavin pare aver seguito le orme di Dario&Daria, eleggendo la propria moglie a protagonista indiscussa delle sue fantasie perverse. Stavolta però ci è andata bene e anziché una scomoda appendice ci ritroviamo davanti Sarah Booth: vittima di To Hell, with Love, ritorna come carnefice in The Scarehouse. E si rivela una carnefice coi controcazzi.
Già a partire dalla tagline, The Scarehouse mostra di conoscere bene i suoi polli: Revenge is a bitch è innegabilmente l’esca ideale per chiunque abbia eletto Carrie White idolo della propria adolescenza. La morale di questo revenge è però ancora più confortante. The Scarehouse infatti ci insegna che, in assenza di poteri telecinetici, pinze e bisturi possono andar bene lo stesso. Corey ed Elaina, protagoniste del film e vostre future eroine, sono infatti due normalissime twenty-something, sprovviste di doti paranormali ma armate di qualcosa ancor più terrificante: il rancore femminile. Si presentano a noi spettatori impegnate nei preparativi del festone dell’anno, l’evento a cui i compagni di college accorrerano peggio di lemmings verso il precipizio. E, come ogni party che si rispetti, anche questo ha un tema. Che potrebbe sembrare Casa degli orrori, ma si rivela presto Spacco bottilia, ti ammazzo sgualdrina.
Siccome il buon Mr Booth è un tipo pragmatico e non ama tirarla per le lunghe, nel giro di mezzora ha già scoperto le sue carte: 1) Corey ed Elaina sono in realtà ex galeotte fresche di libertà, 2) sono state arrestate con l’accusa di aver sedotto e ucciso un compagno di college, 3) le vere colpevoli non erano tanto loro quanto sei frenemies che più stronze non si può, 4) chi le ha incastrate deve morire male. Nel frattempo, liberati dal fardello di congetturare su sottotrame e colpi di scena, a noi spettatori non resta che tirar fuori i pop corn e goderci il nostro torture porn.
E insomma, se per scatenare un cat-fight basta l’inizio dei saldi in un centro commerciale, immaginatevi la violenza che può derivare da una situazione del genere. Con una creatività degna di Jigsaw e un particolare accanimento verso le zone erogene delle ex compagne, Corey ed Elaina fanno fuori l’intero gruppetto di amiche del cuore. Ma non prima di averle messe l’una contro l’altra, tanto per divertirsi – sono Donne eh, mica gentaglia alle prime armi. Il fascino di The Scarehouse sta anche in questo suo essere un metaforico tour all’interno della psiche femminile, che emerge come vera casa degli orrori. Parafrasando Sartre, col cazzo che l’inferno sono gli altri: l’inferno siamo noi donne. E niente, non ce la facciamo a instraurare amicizie normali: persino il rapporto tra le due protagoniste si rivela un miscuglio di sentimenti contrastanti, in un continuo ribaltamento di ruoli alla poliziotto buono/poliziotto cattivo/non farmi incazzare, ché finisci male anche tu.
Questo, se vogliamo fare gli intellettuali. A un livello un po’ più superficiale, dove lo trovate un altro film che ci mostra due ragazze costrette a prendersi a cuscinate, con cuscini impregnati di polvere acida che pian piano le corrode da vive? O una classica Barbie made in U.S.A. che in attimo passa dalla quarta alla zero, perchè con nonchalance, tra una chiacchiera e l’altra, le vengono estirpate le protesi in silicone? In The Scarehouse si muore tanto, si muore mezze nude e si muore a pezzettini – sì, anche letteralmente. Quindi, se siete uomini e vi spaventa l’idea di ritrovarvi di fronte a un Mean Girls travestito da horror, tranquilli: godrete tantissimo di ogni azione di Corey ed Elaina, anche se probabilmente non ne capirete le sfumature.
La morale di The Scarehouse, se proprio ne cercate una, sembra essere che la crudeltà femminile non ha limiti. Ma non cascateci: il vero insegnamento è che per scatenarla non serve nemmeno un motivo.
DVD-quote:
“CUNTDOWN!!!111”
Belen Lugosi, i400Calci.com
Aggiudicato!
Mi hai comprato con la DVD-quote.
Lo cerco!
Cuscini acidi? Siamo al top!
Ok con l’ultima frase da ora ho una paura fottuta di mia moglie.
Grazie.
Sì ma lo schemino?
Cmq lo vedo
Dario e Daria, ancora ancora…. il peggio è Roberto e Nicoletta!
Va bene.
Ma li mortacci, non ci sono i sub ita? :(
Io l’ho visto su prime con sottotitoli italiano orrendi
@Zartagnan: lo sai che pensavo esattamente la solita cosa?
Mi avete comprato troppissimo. Per colpa vostra sto pure allenando il mio pessimo inglese visto che mi capita sempre più spesso di cedere ai sub eng visto che in italiano stocazzo.
purtroppo è vero, zero sub ita e la fotta è altissima dato che ho sbirciato un paio di scene e sembra proprio una roba violenta come piace a noi.
La storia dei cuscini poi è pura poesia
super OT!!!
è fallita la moviemax, quindi niente fury al cinema
[inserire bestemmia qui]
(Battuta per battuta, da Europe-fan):
“The Final Countdown” meets “Carrie”.
Erigiamo un monumento a Belen Lugosi, diamole una cattedra universitaria, troppe verità in una sola recensione. Stima eterna.
Vado per associazioni libere:
un piccolo capolavoro + le sfumature =
pan focaccia, rucola, pomodori, bresaola e salsa tiepida.
(monumento solo ai sylvester, sia chiaro)
Ho sempre pensato che a differenza delle amicizie fra uomini, quelle fra donne avessero un che di viscido e malato: frecciatine, gelosie, morbosità. Boh. Almeno in sto film la cosa è divertente, schifezze e omicidi da Sylvester non mancano, le protagoniste sono tutte odiose e sei alquanto felice di vederle morire nei modi più atroci (vedi SPOILER la tizia spremuta letteralmente nel corpetto FINE SPOILER).
Peccato per la mancanza di una sex scene alla Gone Girl, quella rimane nell’olimpo.
“La morale di The Scarehouse, se proprio ne cercate una, sembra essere che la crudeltà femminile non ha limiti. Ma non cascateci: il vero insegnamento è che per scatenarla non serve nemmeno un motivo.”
Poesia.
Dopo avermi caricato a mille vedo di guardarmelo appena possibile sperando che le troppe aspettative non me lo stronchino
Recuperato. Devo dire che forse è più la fotta che da la recensione che il film in se che, pur non essendo male, allunga tantissimo il brodo. Proprio come succede nei film di genere femminile si parla troppo e dopo un po’ ero li che aspettavo solo uccidessero la prossima per vedere come lo facevano. Girato benino, musiche ok ma nessun miracolo di sorta. Starry Eyes, pur non essendo un capolavoro, era decisamente meglio. Guardabilissimo comunque!
Sub Ita cercasi disperatamente.
Lo trovi con i sottotitoli in italiano su prime ma sembrano fatti con un traduttore online dei poveri. Non si capisce nulla. Traducono right usato nel senso di giusto sempre come destra!