(il pezzo di Jackie Lang)
C’era una cosa che tutti quanti aspettavamo da tempo: un film sulla batteria jazz un film che desse a J.K. Simmons il posto che merita nella storia del cinema.
Whiplash lo idolatra, lo mette su un piedistallo, gli fa una statua d’oro, gli affida le frasi più importanti, le parti basilari, gli lascia decidere i tempi delle scene e dettare l’andamento della storia. Poi lo massacra e poi di nuovo, alla fine, lo innalza.
Magnifico villain, attore granitico, personificazione della lotta.
Nonostante non ci sia nemmeno un calcio in tutto Whiplash (ma qualche pizza sì) lo stesso è uno dei migliori film di combattimento dell’anno. Non c’è un training montage ma prove estenuanti, non c’è un combattimento finale ma un concertone con una battaglia interna alla band che è pazzesca, c’è in buona sostanza la struttura del cinema d’azione migliore trasferita in un ambito con il quale non c’entra una mazza ma che in realtà c’entra. A questo aggiungete il nocciolo duro di Rocky, il principio base di tutto il cinema di combattimento: una volontà di ferro può piegare la carne e far fare ad un corpo quello che normalmente non sarebbe in grado di fare.
Ora, io lo so che c’è diffidenza verso un film in cui l’argomento del massacro è il jazz. Non mi aspetto entusiasmo per Buddy Rich, nè starò qui a dirvi che tutti i vostri rockettari del cazzo, con capelli lunghi, atteggiamento da eroinomane, scheletri sulle magliette, miliardi a palate, chitarre a freccia portate ad altezza pacco e amenità varie, quelli che sbandierano un immaginario cimiteriale e si vantano di stili di vita perduti, fanno in realtà una vita da damerini in confronto a questo signore qui
o questo qui
o questo qui
o questa qui
o questo qui
E ci sono elenchi interi su questa linea. Morti accoltellati, drogati fino a massacrarsi gli organi interni, spaccati in due e affogati o sfracellatisi in macchina. Quelli che hanno superato i 50 anni sono eccezioni.
Insomma non ve lo sto a dire io perchè tanto ci pensa Whiplash a raccontarvelo, cioè a dimostrarvi che al netto della droga (che girava a fiumi mortali nel jazz del periodo d’oro, come non ci fosse un domani proprio), è nel massacro del proprio corpo che sta la vera follia, che chiunque arrivi ai massimi livelli, in qualsiasi campo, lascia qualcosa per strada necessariamente. E ci pensa tramite J.K. Simmons.
Le scene del film si dividono infatti in quelle con J.K. Simmons e quelle senza.
Quelle con J.K. Simmons sono la trama, mandando avanti la storia, fanno succedere eventi, raccontano qualcosa e contengono tutte le parti più determinanti, quelle senza le quali non si capirebbe niente.
Quelle senza J.K. Simmons sono le scene di contorno, in cui accadono e si dicono pure cose importanti ma non fondamentali. Se le levi magari il film è meno bello ma la storia si capisce lo stesso. Non è solo il fatto che il villain definisce una storia, quanto che il vero protagonista di Whiplash non è il ragazzo che sogna un grande domani, ma la forza di volontà con la quale lo insegue, l’animo necessaria ad andare oltre. Quella forza d’animo è J.K. Simmons.
Bollani e altri veri jazzisti moderni ci hanno tenuto a spiegare per filo e per segno che non è vero che gli insegnanti sono così e che nelle scuole di jazz non si insegna l’esercizio fisico o il dolore ma si fomenta la creatività. Grande scoperta. Ora attendo che qualcuno mi spieghi che non è vero che i pugili si allenano prendendo a cazzotti i quarti di bue congelati. Pretendere plausibilità da un film sui massimi sistemi, sulle scelte di vita, la dedizione ai propri obiettivi, la serietà nel perseguirli e la follia che serve per raggiungerli sarebbe come farsi fare un ritratto da Picasso e lamentarsi che non è venuto somigliante, come obiettare che le ginocchiate di Tony Jaa non funzionerebbero in una rissa reale.
Quello di J.K. Simmons non è un personaggio plausibile perchè non è un essere umano, è il contrasto tra disperazione e salvezza, tra disprezzo per una vita di mediocrità e terrore di non essere migliore. È ciò che sta tra un corpo come tutti gli altri, con i suoi limiti e uno spirito indomito che deve superarlo, è un contrasto violento che ti tira i piatti addosso, riduce in lacrime, se ne fotte di te, ti incula quando può e nel momento decisivo ti sta addosso per complicare le cose.
Ma ora lascio la parola al boss che ha due o tre cose da dirvi su come si raggiungono gli obiettivi nella vita.
(il pezzo di Nanni Cobretti)
TEMA: la mia scena preferita di Whiplash
La mia scena preferita di Whiplash, signora maestra, è quella in cui il protagonista Andrew porta la sua morosina al bar e la molla.
Loro si sono conosciuti all’inizio del film, lui ci ha provato timidamente, lei l’ha trovato abbastanza carino, si sono frequentati, ecc… Vediamo il loro rapporto crescere in parallelo alle sue vicissitudini musicali, un po’ come Rocky e Adriana sullo sfondo dell’incontro con Apollo.
Ma insomma, a un certo punto sono al bar, e lui è un po’ agitato perché le deve spiegare delle cose.
Le spiega che è presissimo dalla batteria e che deve allenarsi.
E che si deve allenare così tanto che avrà poco tempo libero per vederla.
E che sarà talmente preso dalla batteria che nei momenti in cui si vedranno lui sarà comunque quasi sicuramente distratto a pensare alla batteria.
Lei non è scema: gli dà del coglione spocchioso e se ne va.
Ha perfettamente ragione.
Andy, che è quella faccia da cazzo di Miles Teller che vedremo interpretare Reed Richards nei nuovi Fantastici 4, incassa: ci rimane ovviamente di merda, sperava che il discorso gli uscisse meglio e che lei la prendesse meglio, ma non retrocede.
Forse sto un po’ imbrogliando signora maestra, perché in realtà la mia parte preferita non è nella scena stessa, ma nel fatto che a quel punto tutti noi spettatori ci aspettiamo che nel resto del film lui impari la lezione, si penta del suo plateale errore, ritorni umano e si precipiti da lei in ginocchio felice di essersi ravveduto in tempo per far trionfare l’amore, perché Hollywood ci ha insegnato così, E INVECE LEI SPARISCE DAL FILM E NON LA SI RIVEDE NÈ NOMINA PIÙ MENTRE LUI SI ALLENA DURO ESATTAMENTE COME HA DETTO E ALLA FINE (SPOILER) TRIONFA E VINCE.
Whiplash è la vendetta che noi spettatori di cinema aspettavamo da quando ci hanno rotto i coglioni con gli studenti di poesia che saltano sul banco per salutare il professore fricchettone Robin Williams, e di tutti i suoi figli (e antenati) spirituali.
È l’anti-favola di Hollywood.
Whiplash non è un film sul diventare persone migliori: è un film sul raggiungere un obiettivo.
E quando vuoi raggiungere un obiettivo, l’unico modo per essere assolutamente certi di farcela – o comunque di non avere il minimo rimpianto – è mollare tutto il resto e dedicare il 100% di se stessi a quello. Non è l’unico modo giusto e non è l’unico modo che funziona, per carità. Ma è l’unico modo sicuro.
Altro che seguire il cuore. Altro che essere “predestinati dal talento naturale che prima o poi si manifesterà come per magia, basta continuare a sognare”.
Sticazzi sognare: SUDARE, SPUTARE SANGUE, e accontentarsi solo della perfezione.
Quasi sicuramente Andy crescerà diventando uno stronzo da competizione, intrattabile e solitario, e probabilmente farà la fine dei personaggi citati qui sopra da Jackie, ma non è questo che interessa a lui in quel momento della sua vita e non è questo che interessa al film (che comunque tra le righe ti lascia libero di dedurlo, se proprio insisti).
Andy è Van Damme che prende a calci la palma.
Andy è l’Uomo Tigre che prova il colpo del ponte sotto la cascata.
Andy è Rocky che, se non avesse conosciuto Adriana, probabilmente si sarebbe fatto un culo ancora maggiore e avrebbe steso Apollo già al primo match.
Whiplash pesta, esagera, e non è nemmeno sempre raffinatissimo nel farlo, ma tiene un ritmo asciugatissimo e travolgente: togliete Eye of the Tiger, mettete Caravan di Juan Tizol, e non cambia assolutamente nulla.
E il fatto che affronti tutto ciò non con una storia di sport (troppo facile) ma con un film sull’arte, sulla musica, dove dovrebbero regnare soggettività e creatività, e addirittura sul jazz, il genere che più di ogni altro viene comunemente associato alla libertà di espressione e all’anarchia totale, rende il suo trionfo ancora più acrobatico e doppiamente più efficace (ma infondo per nulla estraneo a chi sa perfettamente che è solo grazie alla completa padronanza tecnica che si ha vera libertà creativa).
Va quindi dato merito al 31enne Damien Chazelle, già sceneggiatore di quel Grand Piano che ora verrebbe da guardare con tutt’altra ottica, perché pur partendo da un’esperienza autobiografica ha avuto la freddezza di asciugarla e trasformarla in una storia universale che ti frega lasciandoti credere di essere standard, ma in realtà ha la sfrontatezza di ribaltare le convenzioni classiche delle storie di formazione, di ingannarti portandoti a pensare che J.K. Simmons sia il “cattivo”, per concentrarsi invece unicamente sulla nuda e cruda e potente semplicità del compimento dell’obiettivo primario del protagonista, e il resto è off topic, ragionamenti tutti vostri.
E perché quando J.K. Simmons muta la sua espressione incredula in un sorriso di approvazione… Beh, giuro che non sentivo brividi tali dai tempi in cui il maestro Miyagi dava il suo silenzioso, orgoglioso consenso a Daniel che, con una gamba mezza rotta, tentava il tutto per tutto azzardando la mossa della gru.
Fine del tema, signora maestra.
DVD-quote suggerite:
“Il film di combattimento dell’anno”
Jackie Lang, i400Calci.com
“Oppure potete continuare a giocare alla lotteria sognando di essere Cenerentola”
Nanni Cobretti, i400Calci.com
BONUS: un mash-up fra Whiplash e un tizio che avrebbe avuto davvero bisogno di un insegnante come J.K. Simmons
httpvh://www.youtube.com/watch?v=mJ3NqXjxci0
* per il termine “TRVE” ringrazio Giorgio Santucci
IL FILM DELL’ANNO (tutto maiuscolo). J.K. SIMMONS E-NOR-ME.
niente altro da dire.
Lieto di essere il primo a commentare la roba vostra, che è sempre tanta roba.
1) Non condivido l’entusiasmo per Simmons, altrove è grandissimo, qui è improponibile, nerovestito che è una via di mezzo tra Don Lurio ed una qualsiasi caricatura di insegnante eccentrico indie.
2) Whiplash non è la vendetta vs Hollywood che aspettavamo, è il solito No Pain No Gain in chiave radical chic per famiglie americane alto borghesi, che non si sporcano le mani con bilanceri o guantoni, ma fanno la musica dei neri che è più cool
3) Il sacrificio della carne come autoflagellazione per raggiungere un risultato, beh, non è nè chiaramente visibile nè focalizzato, molto meglio il Black Swan di Aronofski.
Saluti a tutti
D’accordo su tutto. Suono il jazz da 20 anni e un film così non può che commuovere chiunque ci abbia lasciato un pezzo (pelle, sangue). Comunque,
it’s not my fucking tempo.
@dikotomiko: trovami un film dove la pillola del “no pain no gain” non ti venga indorata facendoti capire che il personaggio e’ anche diventato una persona genericamente migliore (Rocky trova l’amore e il riscatto verso la vita, ecc…) o, dal lato opposto, ha pagato un prezzo troppo alto (il centro del discorso di Black Swan e’ lei che impazzisce duro, non lei che balla bene), e iniziamo a ragionare.
Hollywood deve sempre unire tutti i puntini e spiegarti se alla fine l’eroe e’ complessivamente felice o meno. Qua ti da’ il minimo che ti serve per intuire le sue motivazioni, ma da li’ in poi ti lascia da solo.
Pezzone. Non vedo l’ora di vederlo.
nanni, posso fare il groupie un momento?
Adoro i400calci, e adoro la chiave con la quale analizzate film “di genere”, l’umorismo sapientemente mischiato alla competenza sull’argomento che esce sempre anche mentre fate i compagnoni. Apprezzo molto le vostre recensioni, la scelta del “cast” dei recensori (ognuno col suo stile, ma ognuno anche perfettamente in character con la “stable”). E quindi apprezzo anche le TUE recensioni.
Questo per dire, cosa?
Che le tue recensioni non sono la cosa che preferisco.
La cosa che preferisco sono i tuoi commenti. Perchè nelle recensioni ti puoi dilungare, aprire parentesi, richiuderle, gestire i tuoi spazi quasi senza limiti.
Nei commenti hai l’obbligo implicito di chiuderla in 10 righe (non come me adesso, per dire). E in quelle 10 righe (ma a volte anche in 3) riesci SEMPRE a centrare PRECISAMENTE l’argomento. Fai paura.
Ecco. Ok. Comunque io sono etero, eh. No, per dire, così.
SPOILER?
Nanni, in realtà hai un po’ barato sul fatto che la tizia non venga più nominata per il resto del film, eh. O forse la tua mente ha rimosso il momento di debolezza. :)
@nanni
1) per come l’ho visto io, il protagonista di Whiplash sclera e manda tutto a p……e , che è come il centro, più blando, del discorso di Black Swan, ove il perfezionismo portava alla morbosità portava all’autoannientamento.
2) Qui la parabola edificante del No Pain No Gain va per sottrazione mi è resa odiosa da tutto il fuori campo che dicevi, ossia non si può essere perfezionisti allo stremo e sacrificare per questo vita amore famiglia salute mentale.
3) Capisco il tuo punto di vista, ma al di là di tutto quello che proprio non mi arriva è il sacrificio della carne.
Visto l’altra sera. Film dell’anno per davvero.
JK Simmons: Ho ancora gli incubi di notte.
E’ un film meraviglioso, felice che sia diventato in qualche modo calciabile ;)
In effetti Nanni la pulzella torna in scena (solo con la voce), quando Andy decide momentaneamente di mollare la batteria. Salvo poi rinsavire e tornare a scorticarsi con le bacchette, cosa che evidentemente lo gratifica di più. Saluti
Mi aspettavo di vedere nella listona Robert Johnson, poi ho fatto mente locale e quello era blues e non jazz.
Non l’ho ancora visto ma mi avete fomentato, nel weekend cinema.
Comunque, be’ [SPOLER] alla fine la tipa viene sì di nuovo nominata: lui le telefona invitandola al concerto e lei gli dice che ormai sta con un altro tipo presumibilmente più vivibile [FINE SPOILER]. Non che faccia tutta ‘sta differenza nella trama e nel tuo ragionamento, anzi: forse il fatto che lui a un certo punto provi un grammo di rimorso ma che ormai sia stato troppo stronzo per poter recuperare (e quindi per lui niente finalone dove trionfa l’amore assieme alla batteria), smentisce allo stesso modo la prassi hollywoodiana. Anche perché non sembra restarci poi troppo male. Niente, era solo per fare il precisetti.
Stasera dopo Vizio di Forma, lo guardo….
E’ vero che lui le telefona, ma è anche vero che in faccia non la si rivede mai. E’ una scelta potentissima.
Il finale piu’ gasoso dell’anno! Il momento del “fuck you” labiale e’ una roba da far partire il pogo in sala
@gigiake: ti ringrazio
@dikotomiko:
1) non ti insospettisce il fatto che i due film finiscano in maniera diametralmente opposta?
2) stai confermando quello che dico io: è un film sul raggiungimento di un obiettivo, non sul diventare persone migliori/peggiori. Quello è lasciato ai ragionamenti dello spettatore, ed è off topic.
3) il sacrificio della carne c’è. Lui sanguina mentre suona, e finisce all’ospedale per motivi legati al suonare. Se in altri film si sente di più è perché altri film calcano più su quello che su altro.
@amici dello SPOILER: avete ragione, ma quella è anche la parte in cui il film ti fa credere di andare nella direzione classica hollywoodiana in cui lui sceglie la sanità mentale alla batteria. Poi fa inversione a U. E il film finisce su di lui soddisfatto.
Capolavorone da applausi in piedi. Senza se e senza ma.
Si potrebbe fare un sito anche solo per tutti i temi bellissimi che tocca il film.
SPOILER SPOILER
Una scena che mi ha lasciato un sorrisone in faccia è la cena di famiglia. Quando il giandone del football dice: “Beh ma nella musica in fondo è soggettivo stabilire chi sia il migliore, no?” e il protagonista con tono pefetto, impassibile, secco, spara un lapidario: “No”.
Cazzo, sì. Niente da dire, è il mio film preferito del 2014. Perfetto, mozzafiato.
P.S. Quel primissimo piano alla Leone sul finale, dove JK recita CON I FOTTUTI ZIGOMI, mi ha fatto venire i brividi. Una serie di vendette che si inseguono con catarsi finale di potenza incommensurabile. 110 calci e lode.
Grande Simmons! Indimenticato nella sua parte in OZ!
ho una fotta di vedere sto film incredibile.
grazie per esservene occupati.
e grandi citazioni. probabilmente c’è nell’elenco ma aggiungerei chet baker che pare sia stato trovato sanguinolento per terra alla stazione di lucca (così la so io, ma potrei sbagliare) e a cui un pusher ha spaccato i denti.
grandissimi per aver citato bobby timmons, pianista della stramadonna ma che è sempre stato dietro le quinte – nonostante un pezzo, this is it, è uno dei migliori standar jazz in assoluto.
anche qui siamo nella leggenda, ma rientrerebbe nel tema di questo film l’aneddoto secondo cui ad un giovane charlie parker avrebbere lanciato un piatto di batteria addosso, durante una jam, pur di farlo smettere di suonare da quant’era scarso. non se sia vero, ma sarebbe una grande scena.
sul tema no pain no gain mi permetto di consigliare four women di nina simone, che da solo valrebbe la sceneggiatura di un film sicuramente calcistico.
scusate il disordine e parte degli OT, ma son preso mille che l’abbiare recensito.
Datemi del pazzo ma nel rapporto tra Simmons e Reed Richards io ci ho visto quella rivalità ma anche legame che si forma tra i protagonisti dei film di John Woo: si odiano e si insultano senza pietà, si picchiano metaforicamente e non ma condividono lo stesso obbiettivo e nel finale dopo che si sono chiariti, uno con la vendetta più figa dell’anno e l’altro con il fuck you labiale che esalta come Germania 2006, arrivano allo stesso risultato insieme, felici e stronzi.
Film pazzeschissimo, it’s not my fucking tempo me lo tatuo da quanto mi fomenta
Non nascondo di averlo cercato in “maniere alternative” tempo fa, quando l’uscita italiana sembrava utopia.
Adesso che ho anche il vostro marchio di approvazione sarebbe criminale non guardarlo.
Sapete se è già uscito / quando uscirà?
È uscito giovedì scorso
@ryan: e’ uscito in poche copie ma e’ uscito questo weekend
Filmone, uno dei più belli che abbia visto da tanto tempo. La cosa che più mi ha devastato è stato il ritmo, non c’è un attimo di pausa per più di un’ora e tiene sempre lo stesso tempo, poi cinque (e giusto cinque) minuti di pausa e via verso un nuovo cresecendo fino alla fine. Più o meno come il solo di batteria sul finale.
Complimentissimi per la recensione, sia a Jackie che a Nanni, è eccezzionale.
Il video dei metallica mi ha spaccato in due dalle risate. Metallica che tra l’altro hanno composto una canzone che si chiama Whiplash ma non c’entra nulla col film. Se non per il poster, forse.
@nanni
non so se il fuoricampo è off topic, come dici tu, trattandosi di performances musicali e teatrali la quarta parete, intesa come quello che c’è fuori e si determina/è detrminato dagli eventi, ha un suo peso nella narrazione.
Più in generale, proprio il fatto che non calca la mano non mi permette personalmente di vederlo come un film radicale o sovversivo, ma piatto e normalizzato.
@dikotomiko: ok non sono sicuro che stiamo parlando della stessa cosa. Per me e’ un film che ti dice semplicemente una cosa: “vuoi questo prodotto? questo e’ il prezzo, ed e’ molto alto”. La parte “sovversiva” e’ quella in cui non ti imbocca la risposta alla domanda “ne vale la pena?”. Che per Black Swan ad esempio era un secco e categorico “no”.
SPOILERISSIMO
Sisi, la scelta è potente. Ma fra l’altro è appunto proprio bello come è costruita la telefonata, perché per un attimo sembra che lei stia ripetendo la gag della prima volta che si sono parlati, che stia per dirgli “scherzavo”, e invece suca. In un qualsiasi altro film hollywoodiano sarebbe successo esattamente questo, il richiamo a quel primo corteggiamento e il finale con l’ammore. Qui col cazzo.
ne parlano tutti cosi` bene che ho quasi paura che l’hype me ne rovini la visione
cmq gia` dal trailer si capisce che siamo nel campo di quei film li` che fanno bagnare le mutande a noi calcisti, anche se al posto del bazooka, della mustang del 74 o della calibro 9 parabellum ci sta una semplice batteria.
Quel ragazzetto sfigatissimo sembra perfino capace di recitare, e di questo, cazzo, bisogna rendergliene atto.
Ho sentito anche che hanno fatto un mezzo miracolo con il doppiaggio italiano, tuttavia penso che quel “my fucking tempo!” vada visto e sentito in originale, altrimenti godi solo a meta`
Grandi rece come sempre ragazzi
Ho trovato questo film di un’ipocrisia vomitevole.
Il punto peggiore è quando
SPOILER
SPOILER
All’ultimo concerto il maestro di musica che si voleva vendicare del ragazzino si accorge che lui è troppo bravo a suonare la batteria e allora lo aiuta, gli tiene il tempo per bene, lo incoraggia e insomma fa quello che avrebbe dovuto fare per tutto il resto del film.
Perché il problema non è mica che uno a quattordici anni abbia già sublimato il suo impulso sessuale nel lavoro. Quello ci può anche stare o comunque me lo faccio andare più che bene. Mi fa incazzare tutta la mostruosa ipocrita retorica sull’insegnamento, tutta la roba che chi ti dice “good job” non fa nascere un altro Charlie Parker. La storia che un buon insegnante di musica è un sadico che ti fa sprofondare nell’abisso dell’ossessione, che ti leva il terreno sotto i piedi. E lo fa per il bene dell’Arte mica perché si è inebriato del potere che ha su un gruppetto di persone.
In tutto questo il film, al contrario di quello che dite voi, non ha neanche i coglioni di dirti veramente a cosa porta questa specie di egocentrismo malato che dovrebbe caratterizzare la vita del musicista o dell’artista che emergerà “sicuro” (come no).
Tutta la bella gente di cui avete messo le foto in bianco e nero in testa al pezzo possiamo dire che si è ammazzata, però ok ha ottenuto un posto nella storia della musica. Ma il pupillo dell’insegnante che si è suicidato non sta a fianco di Charlie Parker.
Questo mi sembra un prezzo un po’ troppo alto da pagare per avere avuto una breve vita di merda fatta di nevrosi, poche scopate e sfuriate ingiuste.
in realtà mi pare che il film spieghi bene a cosa porta (lui rischia pure di morire), la rinuncia a tutto, il massacro e, ce l’ho aggiunto io, una morte giovane. Non è bello ma è per questo che si chiama eccellenza.
Poi non sappiamo se il protagonista sarà un charlie parker o no, se l’insegnante ha davvero fatto bene o no(il film suggerisce di si ovviamente ma chiaramente non si sa se sfonderà), perchè più che sfondare davvero il punto è vincere una battaglia con se stessi e non rimanere mediocri.
Nemmeno rocky vince l’incontro con apollo. Ma in realtà ha vinto e noi lo sappiamo
@pillole: ma vedi? Siamo sempre li’. Questo film si divide tra chi lo odia perché non ti fa capire se il protagonista diventa una persona migliore o meno (tu dici di no e 90% hai ragione), e tra chi lo ama proprio per quello (o almeno e’ cosi’ per me). Perché se una persona ha degli obiettivi nella vita, poi sono fondamentalmente cazzi suoi il decidere se il prezzo vale la pena o meno e non c’e’ bisogno di inquadrare sempre tutto dentro ai massimi sistemi.
Boh, SPOILER
Infatti, il bello del film sta proprio nel suo non prendere una posizione netta, pur mettendo bene in chiaro tutto il genere di rinunce a cui si è costretti nella *speranza* di riuscire ma anche i grandi risultati che si possono ottenere, la logica (comprensibile) del maestro ma anche il suo essere una persona che si abbandona all’abuso in nome del risultato (ma ci crede davvero o alla fine è un pretesto?) ecc… Oltretutto, parliamoci chiaro, qeusto nel contesto di oggi, in cui Reed Richards, pure se riesce, non è che diventi poi necessariamente chissà quale fenomeno mondiale. Chi se lo incula, nel 2015, un batterista jazz bianco (con quella faccia)? :D
Ma a loro due non interessa.
E in ogni caso non vedo dove stia l’ipocrisia: al maestro interessa il risultato, nel momento in cui vede che l’allievo sboccia mi pare coerente che si dimentichi del piano di vendetta e gli vada dietro, anche considerando che dal suo punto di vista sta assistendo alla legittimazione del proprio metodo d’insegnamento.
Sorpreso di trovare qui una recensione di questo film, ma effettivamente i presupposti ci sono tutti.
Comunque filmone. J.K. Simmons davvero nel ruolo della vita.
Secondo me il film ha un messaggio di fondo che non è solo quello di “sacrifica la carne per ottenere risultati”, messaggio giustisso e fighisso, ma quello del “per motivare la gente devo essere il pezzo di merda totale e guai a dire gud giòb ‘na volta”.
Che secondo me è tanto retorico quanto lo era Williams in Carpe Diem, solo all’opposto. Questa è la cosa che mi lascia più mbof in un film che mi ha fatto tenere il culo strettissimo per tutta la sua durata.
Boh io dico capolavoro senza se e senza ma. Speravo in una Eccezione Meritevole dopo averlo visto, invece entra dal cancello principale dei film calciabili.
Che dire Simmons MOSTRUOSO (good job) Teller sembra l’unico della sua generazione a saper pure recitare. Io sono rimasto costantemente in bilico tra disagio e brivido per tutto il film con alcuni picchi quasi dolorosi, mi sembrava vibrasse tutto in certe scene. Poi scena finale che chiude tutto come va chiuso, come deve essere chiuso.
Not quite my tempo.
@Jackie Lang: Ecco, mi dispiace ma no.
Il film non finisce affatto con Rocky (il ragazzino) che perde e solo per lo spettatore (e per Rocky e chi gli vuole bene) ha vinto.
Qui c’è l’insegnante di musica più stronzo del mondo di cui ha guadagnato la stima, il pubblico che applaude fino a far tremare uno dei teatri più importanti del mondo, il papà vedovo che si commuove, la ragazza che forse c’è o forse no (ma questa è la cosa meno importante). Scusate eh, ma grazie al cazzo che in quel momento è soddisfatto.
A mio modo di vedere questa è la classicissima e per nulla sovversiva visione del successo come frutto del duro lavoro, solo impacchettata in maniera falsa falsa e stucchevole per poter piacere al grande pubblico. Il film è tranquillizzante, il ragazzino si è impegnato a fondo e ha ottenuto quello che voleva.
Dove è che è destabilizza? Nel fatto che rispetto al 100 (eccellenza) che voleva abbia ottenuto solo 150 (eccellenza + applausi) e non 200 (eccellenza + applausi + donna)?
Nessuno ha detto che destabilizza e tu ti eri chiesto “Sfonderà davvero?”, domanda alla quale io ho risposto.
Lui alla fine vince la sua battaglia (se la guardi oggettivamente ha solo fatto un grande assolo in un concerto in cui ha sbagliato tutto il resto). Ovviamente è il duro lavoro che ti porta a trionfare ma io penso che siano false e stucchevoli le altre versioni, quelle nelle quali il duro lavoro è mostrato come una cosa in cui puoi avere tutto (famiglia e trionfi) mentre sia più onesta questa, sebbene estrema (è ovvio e mi piace per questo), in cui il duro lavoro è duro per davvero e devi mollare tutto e diventare un freak isterico, fare la guerra agli altri e odiare i rivali.
@pillole:
(lo dicevo io)
Nel fatto che ti mostra il suo successo ma, come giustamente hai colto, non ti toglie l’impressione che abbia fatto rinunce forse troppo grosse e di questo passo lui possa impazzire e morire giovane e magari senza neppure raggiungere davvero l’obiettivo finale (ha vinto solo la prima battaglia), e anche nel fatto che dichiari esplicitamente che il “cattivo” ha metodi folli (per i quali viene giustamente denunciato) ma che alla fine non viene davvero punito per questo, anzi.
Poi oh, e’ ovvio che non stiamo mica parlando di Von Trier ma solo di qualcuno che sfotte i classicismi.
@Jackie Lang: “in cui il duro lavoro è duro per davvero e devi mollare tutto e diventare un freak isterico, fare la guerra agli altri e odiare i rivali”
Vabbè mo non è che tutti i top notch di qualcosa sono dei pezzi di merda marci dentro.
Il film è difatto Karate Kid dal punto di vista del Cobra Kai, dove l’ideologia del Cobra Kai vince alla fine (?). Fighissimo per carità, ma limitato nella sua visione del mondo, che secondo me è abbastanza netta.
Poi, era pure limitata la prospettiva del maestro Miyagi. Con l’unica differenza che il maestro Miyagi mi stava simpatico e il personaggio di Simmons mi sta sul cazzo.
Pezzone e film della stramadonna.
@Nanni c’è un refuso: è Chano Pozo, non Chao. Come Manu Chano.
Max: non è la visione di mondo assoluta di tutti, non tutti sono così, come non tutti quelli che trionfano hanno il cuore d’oro che mostrano gli altri film. Ma se chiedi a me è più vicina alla realtà questa rappresentazione di quella
Poi ognuno può porsi come vuole rispetto a J.K. Simmons, puoi pensare il personaggio sia un grande o che sia l’emblema delle cose brutte della vita, il punto rimane che il protagonista deve affrontarlo in qualche maniera. Lo ammira, lo odia, lo denuncia e lo sfida. Comunque la pensi è un confronto straordinario
secondo me partite da una assioma sbagliato riguardo “l’arte” (in questo caso la musica).
faccio prima una premessa:
sfondarsi di alcol e droche secondo voi rende più lucidi e capaci di ragionare (mi riferisco alle foto jazzistiche)?
se fosse possibile, secondo l’assunto del film (o di rocky et simila che dir si voglia), che una persona seguendo il duro lavoro e nient’altro (con tutte le conseguenze annesse e connesse) diventi gesù, avremmo tantissimi charlie parker, tantissimi maradona, tantissimi caravaggio.
purtroppo non è così e non è il duro lavoro che ci può trasformare in fottuti geni.
charlie parker, caravaggio, e tutti gli altri artisti che hanno segnato la storia dell’arte, non sono diventati tali perchè s’alzavano alle sei ad esercitarsi senza mangiare è bere fino alla sera. al contrario, si sfondavano di bumba e di donne, dormivano per le evidenti conseguenze delle loro malsane azioni quotidiane.
erano geniali proprio perchè erano nati così. il talento è questo. la capacità di fare qualcosa senza il minimo sforzo.
là dove un tizio qualunque deve esercitarsi per anni 18 ore al giorno senza cagare nè fumare una sigaretta per riuscire anche solo a padroneggiare una tecnica (musicale, pittorica, il cacchio che volete), questi bastardi invece senza la minima sudatina fanno tutto e anche di più meglio.
prendete pazienza.
pazienza si sedeva per terra e con il suo pennarellino in cinque minuti finiva.
o moebius.
secondo voi questi due si sfondavano il sedere seduti sulla sedia pronti a sacrificare la loro vita in nome dell’addestramento?
se, magari!
droga e prostitute, quando andava bene, costituivano il perno della loro giornata.
poi è chiaro: per “creare” occorre essere lucidi. lucidissimi. se stai “alterato” mi spieghi come riesci a concentrarti e suonare, o dipingire, qualcosa di incredibile????????
scusate se inserisco sto pippone ma mi risulta difficile credere che qualcuno possa diventare gesù addestrandosi 24 ore al giorno per anni.
in conclusione, non lo ritengo vicino alla realtà.
tutto qua
@andrea: grazie, corretto
@pillole: ti ci aggiungo esempi piu’ diretti. Nella scena che descrivo nel pezzo come la mia preferita, e’ convenzione imboccarti in qualche modo la reazione corretta, tipo farti capire in qualche modo che la storia tra di loro non avrebbe comunque mai funzionato, o che lei fosse segretamente stronza. E invece lei mantiene un comportamento inappuntabile e, nei suoi riguardi, lo stronzo sembra sempre lui. Idem per tutte le scene in cui il film non ha paura di mostrarti J.K. Simmons come uno psicopatico idealista con metodi da galera e non casca mai nel solito trucchetto del “e’ burbero ma sotto sotto ha il cuore d’oro” alla Gran Torino (esempio a caso). E poi (SPOILER) il film fa scattare i titoli di coda sull’obiettivo raggiunto (da entrambi i personaggi), senza strascichi o ulteriori didascalie. Di nuovo: non e’ Von Trier, ma e’ ben piu’ dura del film medio che finisce agli Oscar.
penso che qui ci sia uno scontro di filosofie, da un lato quella tipicamente americana del partire soli da zero con niente in mano e sbattersi contro tutto e tutti fino ad arrivare o morire provandoci, contro quella tipicamente italiana di cercare a tutti i costi di non fare un cazzo e stare a casa con mamma belli caldi fino ai 40 anni per poi fare il badante dei propri genitori ciucciandosi la loro pensioncina
@Blueberry.
Non condivido affatto il tuo discorso. Anche per me il talento esiste, eccome, ma il bello è che proprio quelli che citi si sono fatti il culo per arrivare ai loro livelli.
Charlie Parker si è fatto anni di gavetta; Caravaggio è stato in una decina di atelier a lavorare a bottega, prima di affermassi da solo; Pazienza era geniale a 25 anni ma disegnava da quando ne aveva 5; Giraud ha iniziato con un fumetto umoristico, poi si è fatto le ossa sul realistico aiutando JiJé e i anche i suoi primi Blueberry sono così così (è arrivato a maturazione col decimo album, per sua stessa ammissione). Poi, altro che lucidità, a leggere la Deviazione mi sono sentito tudofado per contagio.
(Chiedo venia per l’off topic, mi fermo qui.)
Ottimi pezzi, l’unica cosa su cui non concordo sono gli attori: Simmons ha avuto occasioni e dato performance migliori in Oz, quindi è da quasi 20 anni che si sa che è un attorone, e anche lì spesso era il centro della narrazione. Miles Teller ha una faccia da culo, è vero, ma caspita: raggiunge apici di espressività insperati.
fuck yeah alle recensioni, fuck yeah ad ogni scena del film. Film dell’anno (escludendo ovviamente quell’altro film che è anche il film del decennio e quindi non vale). Ritmo della madonna, dialoghi originali, montaggio perfetto, alcuni momenti riderissimi, J.K.Simmons dio in terra. Mi sa che inizierò presto Oz.
Sylvester 2016 per la miglior battuta: “I can still fucking see you, Mini Me!” Quanto cazzo ho riso in quel momento.
@Lars Von Teese
In America si sbattono tutti un botto per diventare grassissimi al massimo.
Come la fai semplice.
A breve mi aspetto di trovare pure la rece del bambino col pigiama a righe
@Max
si`, e` un semplificazione e quindi va presa in quanto tale. Ma se ci rifletti, e` in soldoni lo spirito di tanti film americani, non mi sembra di scoprire nulla di nuovo. Per gli italiani il discorso e` diverso, gli italiani anziche` vincere la loro squadra, preferiscono vedere la squadra avversaria perdere male. Sono proprio filosofie agli antipodi, e per questo motivo credo sia difficile capirsi fino in fondo.
Non mi e’ piaciuto purtroppo e ci ho provato a farmelo piacere: il film prova a volare altissimo, ma e’ troppo superficiale nel dipingere i due personaggi principali. Fletcher e’ una caricatura, sempre sopra le righe, totalmente disumano: il paragone che mi viene in mente e’ il sergente di Full Metal Jacket, ma li’ avevamo umorismo e critica sociale. Non ha mai cedimenti, nemmeno quando apprende della morte del suo allievo. Miyagi aveva ben altro spessore e non era meno severo.
La sceneggiatura sbarella in 3 occasioni:
1) Quando Andy perde gli spartiti prima della prima esibizione e nessuna spiegazione viene data (se gli ha presi Fletcher, il film deve dirlo).
2) Andy prende il bus per andare alla seconda esibizione e gli capitano tre sfighe in successione: il bus buca la gomma, perde le bacchette e poi ha un incidente in macchina… Ammazza. Poi, il conservatorio non organizza un pullman per andare al concerto e ognuno va per i cavoli suoi? Non ha senso…
3) Alla fine del film, il padre di Andy va a vedere il figlio che suona con l’uomo che ha fatto licenziare testimoniandoli contro. Certo come no…
Ripeto, il film ha tante ambizioni, ma alla fine e’ davvero superficiale.
Ok,sembra il film che se non me lo guardo muoglio.
P.S. Chi l’ha detto che le ginocchiate di tony jaa non funzionano in una rissa? XD
secondo me si sopravvaluta molto il messaggio di questo film, l’idea che voglia parlare di qualcosa di specifico, che contenga una qualche lezione. ieri mi hanno linkato un pezzo, se non sbaglio del new yorker, che demolisce il film perchè non mostra lo studio della teoria e travisa la figura di charlie parker. ma whiplash non è un film sull’arte o sul jazz, cioè è un film su una specifica branca diciamo esecutiva del jazz contemporaneo, paragonabilissimo alla musica classica. i protagonisti sono due psicopatici che credo Chazelle per primo identifichi come tali. un successo del film è anche di farti scordare che stiamo parlando di sfigati che cercano la perfezione esecutiva di musica pensata per essere improvvisata, per dire.
@Lars Von Teese
Oddio, sì, c’è in generale sempre quel sottotesto calvinista nel mood americano che fa sempre un po’ “mi sbatto -> successo -> c’ho le bazze con dio > repeat”. Che per quanto sia giusto e condivisibile, sfocia pure nei reality coi ciccioni che sudano mentre The Rock li insulta. Ma in generale non è questo quello che non apprezzo di Whiplash, anzi.
Il difetto grosso è che rischia di mostrare il “impegnati fino a sputare sangue” (ottimo) come indissolubilmente legato a “il tuo mentore deve essere un figlio di puttana” (na merda). Ottiene risultati? Beh sì, per il protagonista funziona. Avrebbe funzionato n’altro approccio? Boh, forse. Il film però non ha dubbi secondo le parole di Simmons: good job = la gente si siede sugli allori. Dato che il musicista nigga dovette essere umiliato davanti a tutti per diventare chi diventò, dunque io umilierò e tratterò di merda tutti i miei allievi.
Il film è molto al limite tra il “ne è valsa la pena?” e il “ah guarda che bel lavoro abbiam fatto alla fine”. Che è il suo bello. Nel senso che se non ci fosse lo riterrei proprio un film sbagliato a livello di messaggio.
Da un lato abbiamo Kung Fu Panda, un ciccione senza meriti e aspirazioni che si scopre naturalmente bravissimo nel kung fu e in tempo zero è più bravo di chi si faceva il mazzo da decenni.
Dall’altro avremmo Whiplash, dove per essere bravo duro devi essere anche un disagiato fottuto e sostanzialmente una merda d’uomo. Che onestamente mi sembra anche un destino diverso dai jazzisti neri che si sfunnavano di droghe e bagasce. Al massimo loro la vita se la godevano pure troppo, all’eccesso.
Di nuovo, penso che l’ambiguità ci sia e questo lo renda un gran bel film. Però meh, ogni tanto a vedere i commenti in giro mi piglia il dubbio dove penso stia diventando il Carpe Diem per i cinici realisti edgy.
e cosa c’e` di male nei reality che fanno dimagrire i ciccioni? :D
Comunque e` chiaro che stiamo parlando di un film e quindi ovviamente di iperboli obbligate. Non puoi far vedere il sergente hartman che di giorno prende a calci in culo il soldato palla di lardo e la sera ci va a prendere una birra, perche` altrimenti si perderebbe l’effetto desiderato dal film.
L’eroe deve sacrificarsi, deve dare tutto.
E bada che non e` una cosa solamente americana.
Mimì Ayuhara per riuscire a fare la goccia di ciclone come dio comanda, si deve fare a furia di squat tutta la scalinata della scuola 50 volte avanti e indietro, altrimenti l’allenatore la ricopre di vergate di canna di bambu`
Rocky Joe alla fine della serie sfida il campione del mondo e ci resta secco, ma muore col sorriso perche` e` arrivato dove voleva.
Chiudete l’internet, schiaffi ha vinto tutto col suo commento.
Sul film boh, me lo sono visto ma senza riuscire ad apprezzarlo, principalmente perchè l’ho trovato troppo americano nella concezione dell’etica del lavoro e dell’annientamento della persona in funzione del lavoro come unica ragione di vita. Inoltre la proporzione Sbattimento : esito finale = distrazioni : fallimento è la classica holliwoodata, hai voglia a fare 26 ore al giorno di qualunque cosa e riuscire a sfondare se di base il talento non ce l’hai. Riuscirai a diventare un onesto mestierante, magari, ma non è nemmeno detto.
@ Jackie e Nanni: grazie! Se faccio in tempo vado in sala, altrimenti VOD
Il problema è che tutto viene semplificato, iperbolicizzato, drammatizzato e sostanzialmente svenduto. Il problema è il reality, non il messaggio che c’è dietro.
Ocio a portarmi Rocky Joe come paragone con Whiplash.
Se a Teller fosse venuto n’infarto a fine assolo di batteria il pensiero che avrei avuto sarebbe stato “bravo coglione.”
Teller non è Rocky Joe, che si merita tutte le manly tears del mondo. Teller è Mendoza.
@max
ti sapro` dire quando lo vedo…
vorrei tanto commentare in topic, ma devo prima andare ad allenarmi.
sul serio.
@Lars
Optimus :D
@Nanni: Ma guarda se mi dici è un po’ più duro del film che mediamente va agli Oscar ok.
Mi sembra però che qui si faccia tutto un altro discorso, che siano volati paragoni importanti ed è per questo motivo che ho strabuzzato gli occhi e masticato qualche bestemmia.
Mi pare che in generale abbiate preso un abbaglio perché qua se è vero che lui molla la tipa senza che lei sia una stronza/troia/avida ecc. ecc. e vero pure che poi i passaggi del tipico film da Oscar li ha tutti.
L’ipocrisia di cui parlo è che Whiplash si prende gli applausi perché dice che in fondo è quello il modo giusto in cui si deve insegnare l’arte perché altrimenti sarai un mediocre e quando i tuoi cugini parleranno delle loro esperienze nelle giovanili di qualche squadretta tu potrai obbiettare solo di essere un batterista che suona nei localini.
Qui, mi pare, che la storia del tizio che suona la batteria sia più che altro un pretesto per mettere in discussione la pigrizia degli insegnanti che devono tirare fuori il meglio dagli allievi. Ma il punto è che il pelatone non è un buon insegnante perché i suoi allievi li spreme, li opprime e in ultima analisi li distrugge.
Non so, ma secondo me sto film ha tanta presa perché probabilmente permette di pensare a chi si sia mai cimentato con l’arte in generale (tipo il 98% del mondo) che lui il sacro fuoco lo aveva addosso e gli è mancato un insegnante adeguatamente intransigente per pigliare applausi, zittire i cugini al pranzo domenicale e non sentirsi un mediocre.
Cosa che non è vera ma molto consolatoria.
@zen my ass: mi pare che la sceneggiatura abbia un buco in una quarta occasione. si arriva al concerto finale e Andy si trova all’improvviso alle prese con un pezzo sconosciuto. va bè che Fletcher gli aveva detto che avrebbero fatto i vecchi pezzi, ma neanche una prova col resto dei musicisti, prima?
Gran dibattito, qualità elevatissima e spunti davvero differenti e interessanti. Se i 400 Calci farà il sito spin off di cinema generalista, la Rete sarà vostra!
Ma guarda @pillole, io onestamente non me la sono presa molto con il metodo di insegnamento, secondo me era platealmente esasperato/metaforico per evidenziare la vera cosa importante che per me al contrario e’ la dedizione dell’allievo e il risultato di tale dedizione. E si’, l’importanza di avere stimoli continui e di qualsiasi cosa funziona per averli, e di non riposare sugli allori, e di avere chiare le proprie priorita’ nella vita, e del fatto che ogni momento che non dedichi al tuo obiettivo e’ un potenziale allontanamento da esso (fatale? non fatale? pericoloso alla tua salute fisica/psicologica? che ognuno si pigli la responsabilita’ delle proprie scelte, nessuno ha obbligato Andy a dare retta al suo insegnante, soprattutto post-denuncia), ma nient’altro di necessariamente letterale.
Alla fine io guardavo il film e finché non sapevo dove sarebbe andato a parare pensavo “wow, se il Simmons si puo’ permettere di trattare tutti cosi’ devono esserci evidentemente piu’ aspiranti jazzisti universitari al mondo che wannabe reality star”, il realismo sta platealmente a zero. Poi capisci, lo molli e apprezzi il succo. Ma qui siamo gia’ piu’ sulla sensibilita’ personale, immagino.
Sulla questione abbaglio non ci siamo capiti e non insisto perché in ultimo si arriverebbe a sfumature.
@dikotomiko: grazie. Alla fine non voglio cadere nello stereotipo del “o lo odi o lo ami” che mi sta tendenzialmente sul cazzo, ma era piu’ che comprensibile che una storia del genere, per di piu’ raccontata in questo modo, suscitasse reazioni forti non necessariamente nella stessa direzione, ed e’ bello cosi’.
Lo so che non c’entra niente ma la rece mi ha fatto venire in mente quella di @nanni in cui faceva il racconto passo passo del film con la streep di wes craven.
Arguably best rece ever!!
grazie! non vedo l’ora!
(anche di leggere i commenti con calma :)
@Pillole
“dice che in fondo è quello il modo giusto in cui si deve insegnare l’arte”
A me sembra che un punto che divide sia anche qui, perché per esempio io questo non ce l’ho visto. A me (per carità, puntualizziamolo: a me ^_^) non ha detto questo. Al limite mi ha detto che ne è convinto il personaggio di Simmons (e in realtà non sono manco convinto che dica questo, perché può tranquillamente essere una cosa che si racconta quando in realtà quel che gli interessa è abusare dei suoi studenti). O magari mi ha detto che questo modo di insegnare, nonostante i suoi evidenti lati negativi, può funzionare. Ma no, non ci ho visto un giudizio “universale” sulla cosa. E in fondo proprio questo volersi fermare subito prima di dirlo me l’ha fatto amare (assieme, certo, alla messa in scena pazzesca e alle due interpretazioni clamorose).
Se è per questo non penso nemmeno sia corretto allenarsi come fa Rocky per un incontro con il campione dei pesi massimi, non penso sia la maniera migliore di affrontare una simile prova, nè che l’etica del “Eh mai io c’ho il cuore” possa davvero bastare a farti emergere ad un livello simile ma me n’è sempre fottuto poco
non è per far polemica ma è tipo da quando avevo diciassette anni che della vita privata di un musicista non me ne frega nulla. Droga, alcool, donne, eccessi… son robe che uno prova sulla propria pelle, viverle nell’idolatria di un musicista è veramente ‘na roba da bimbo col moccio al naso. un po’ come leggere bukowski e sentirsi tanto maledetti… Abello de mamma: lui è maledetto, tu un tipo seduto in poltrona con un libro in mano.
Detto questo a me il film ha fatto cagare sassi, l’ho trovato piatto senza mezzo guizzo emozionale. Di sicuro è un problema mio: ‘sto film è incensato più o meno ovunque; però l’ho odiato.
Grande simmons, sì. Su quello c’è poco da dire (e lo dice uno che non ha neanche idea di come si intitoli la serie tv che lo ha reso famoso. cioè: è la prima cosa che vedo con lui. ovvio, in tv facendo zapping il suo faccione mi si è parato davanti diverse volte, ma giuro che non ho idea di come si chiami, cosa tratti, e se sia valida o meno, la serie che lo ha reso un volto noto).
Mah,non so cosa pensare. Vessare le persone per me non è mai giusto,i timidi e insicuri con Simmons non reggerebbero 5 minuti. E poi ci sarebbe il discorso sul credere nel propio maestro,credere in lui e sputare sangue perchè in lui credi,ma se il maestro ti vessa e tu accetti di essere trattato cosi che persona sei ? Un po di rispetto per te stesso non c’è l’hai ? O forse è sbagliato mandare affanculo Simmons e andarsene ? MMmm Come detto prima non so bene come prenderlo sto film.
@blueberry non sono d’accordo: caravaggio, per fare la cappella sistina s’è inventato un ponteggio apposito, se l’è costruito, ha disegnato da steso sul soffitto, ha perso buona parte della vista e gli è venuta la gobba. poi se si bombava un sacco di femmine (magari anche già morte vista la sua conoscenza interiore dei corpi) non lo so. certo, un pò di sofferenza ce l’ha messa. e un pò è un eufemismo.
#team400’sGROUPIE
@Lars Von Teese aggiungo che mimì Ayuhara metteva LE CATENE ai polsi per migliorare i suoi fondamentali. (mi hai fatto cadere dalla sedia con la goccia di ciclone! ah, mia cara infanzia…)
Forse sono troppo pieno di pregiudizi su questo film ma già dopo aver visto il trailer mi sembrava di aver capito l’andazzo e leggere la recensione e i commenti non mi fa pensare che ci sia molto oltre il rapporto complicato maestro discente, obiettivo da raggiungere. Magari lo vedrò e sarò sorpreso, ma mi sembra di quei film già scritti ecco. Spero di sbagliarmi
@annaMagnanima: La Cappella Sisitina non l’ha affrescata Caravaggio, ma Michelangelo.
Probabilmente ti sei confusa perché Caravaggio si chiamava Michelangelo Merisi e veniva detto Caravaggio perché discendeva da gente di quel paese.
ma a quando un bel FORUM dei 400calci?
Rigà ma una cosa è soffrire per le proprie passioni e per raggiungere la perfezione, n’altra è essere vessati da un sadico con manie di grandezza. Eddaje mischiare le due cose, su.
@annaMagnanima
magari ti sei confusa, si chiamavano tutti e due Michelangelo, ma fu Michelangelo Buonarroti ad affrescare la Cappella Sistina e a rovinarsi in quel modo… Caravaggio -Michelangelo da Merisi- arrivò in seguito, nacque una decina d’anni dopo la morte di Buonarroti…
e dopo questa piccola parentesi di Rieducational Channel, un insegnate stronzo e cinico ci vuole ogni tanto! non sono d’accordo sul talento innato. va comunque coltivato o fatto uscire fuori (urla dell’insegnate o sfighe durante la vita).
pure gesù! è nato, ha fatto due cose da gagno, poi è sparito per decenni -e anche i vangeli apocrifi non dicono niente- e al suo ritorno ha iniziato a far miracoli a destra e manca. cazzo ha fatto in quell’assenza lo sa solo lui ;)
Film che ha l’originalità di mettere al centro della storia uno strumento cinematograficamente poco o per nulla sfruttato come la batteria, adattando di conseguenza stile e montaggio.
Secondo me con un altro strumento, tipo una più convenzionale chitarra, sarebbe risaltata la ridicolaggine di questa visione ginnico-muscolare della musica. Perché a livello tematico io ho visto solo la deprimente parabola di un Riccardone rincoglionito che si presta ai giochetti sadici di uno psicopatico.
Premetto che il film mi è piaciuto molto ma non capisco il motivo della discordia tra commenti. O meglio, credo che si stia mancando completamente il punto. Si parla di chi abbia ragione e di cosa sia giusto. Secondo me nessuno ha ragione e niente è giusto (nel film). Non ha ragione l’insegnate che stressa i suoi allievi fino allo sfinimento e non ha ragione il ragazzo a buttare nel cesso la sua vita per avere un assolo perfetto anche perché, come è già stato detto, non ci viene detto se lui ha fatto bene o meno, non ci viene detto se lui diventerà famoso, non ci viene detto se la fatica e le rinuncia sia stata una buona scelta per raggiungere il successo. Potrebbe persino essere un fallimento per entrambi i protagonisti, fallimento di lui che ha fatto una pessima prova oltre al buon assolo, lui che prima dell’incontro con il maestro post-denuncia pensava di aver fallito e che si è aggrappato all’appiglio di quell’esibizione, fallimento del professore, comunque cacciato dalla scuola, comunque privato del godimento dell’insegnamento, seppur con metodi molto rudi. Qui probabilmente hanno perso tutti ma per un momento i nostri protagonisti si sono ritrovati in quell’assolo che dimostra al giovane di potercela fare (contro o a favore dei metodi dell’antagonista? non è importante) e al vecchio che forse ha esagerato (o forse no visti i risultati). Per me non ci sono vincitori e non c’è nessun moralismo da quel punto di vista. Vederla semplicemente come “la storia di uno che se si sbatte c’è la fa” credo sia un modo sbagliatissimo per incasellare il film.
Nessuno commenta il fatto che Damien Chazelle ha anche scritto Grand Piano? Quello si’ che era il tipico film che verrebbe in mente solo a uno traumatizzato dalle lezioni di un J.K. Simmons… E’ il mio aneddoto preferito del giorno.
@pilloledicinema hai ragione. sono troppo ignorante in arte. per fortuna il mio campo è sghembo rispetto a questo se no sarebbe stata una figura ancor più di melma.
@Pronto MacReady ecco, hai colto, avrò anche sbagliato artista, ma per fare la cappella sistina un pò di sangue qualcuno l’ha versato. era questo il concetto, no? il sacrificio per l’eccellenza.
@Nanni
Ma infatti Chazelle, a domanda stile “Quali sono state le difficoltà nello scrivere il personaggio di Simmons?”, ha risposto che non ne ha incontrate di particolari perché è sostanzialmente basato su un insegnante che si è dovuto sucare lui quando studiava batteria. Poi ovviamente non posso sapere se lo dica perché fa colore farlo e/o quanto riproduca fedelmente la persona vera, ma tant’è…
@giopep: Wikipedia (nota rivista specializzata affidabilissima, non so se conoscete) dice anche che Chazelle nello spiegare il personaggio a Simmons gli ha detto “I don’t want to see a human being on-screen anymore. I want to see a monster, a gargoyle, an animal.”, e qui il voluto aspetto caricaturale/metaforico.
Hahahahahha, “Voglio Godzilla!” :D
Fra l’altro, la cosa che riportavo veniva da un podcast con ospite Chazelle e in un altro episodio dello stesso podcast c’erano invece Simmons e Teller. Il nostro eroe pelato raccontava che al primo incontro Chazelle gli fa “Tranquillo, poi quando devi condurre usiamo la controfigura” e lui “Oh, bello, ma almeno informati sulla gente con cui parli, guarda che io ho studiato musica”. Probabilmente a quel punto gli ha affidato definitivamente il ruolo per evitare di essere preso a schiaffi.
ottima rece per un grandissimo film. però ragazzi, smettete di usare “al netto”.
gli spartiti li ha fatti sparire lo stesso Andrew anche se non viene detto (come molte altre cose nel film), ma a me piace credere così.
Si ma nessuno che parli del “maccosa” più grande e implausibile che fa cascare l’asino dal palco. Perché fino a quel momento il film era buonottimo.
Il regaz che molla tutto e per mesi, mesi e mesi mette la batteraia in soffitta e poi viene adescato da J.K. e suona quel pezzo che non gli veniva mai anche quando sudava il padrepio dalle mani senza allenamento?
Se uno non si allena ogni giorno per boh ore al giorno quel pezzo non lo fa nemmeno se il dio della batteria lo insemina direttamente. Il finale rovina tutto nonostante quella jam session sia girata e interpretata con i coglioni fumanti e sia un ottimo spot per il jazz.
Sarebbe stato perfetto e a tono se quella scena lì fosse finita con l’umiliazione pubblica, l’ennesima, e poi il regaz riscopre la batteria e fa quel pezzo che non gli veniva nella sua cameretta, con magari il padre incantato che lo ammira dalla porta socchiusa. Questo sarebbe stato anti-hollywoodiano. Invece il riscatto pubblico è una cosa perfettamente hollywoodiana.
@Maurizio Margaglio: personalmente, per come è girata la scena, quel riscatto li più che pubblico l’ho visto nel modo più intimo possibile. Del tipo che c’erano solo lui e Simmons e il resto del mondo scompare.
@maurizio: c’e’ anche da dire che col tuo finale smorzi parecchio il messaggio di fondo a vantaggio di uno pseudo-realismo che, in tutto il resto del film, non s’era visto manco per sbaglio.
La non-Hollywoodianita’ sta nel fatto che si tratta di un lieto fine con forti retrogusti contrastanti (ne e’ davvero valsa la pena?), aperto all’interpretazione dello spettatore a seconda della propria sensibilita’, senza didascalie o aiutini. La prova e’ che li avete colti e siete qua a commentare che forse il prof e’ troppo maniaco e lo studente probabilmente diventera’ stronzo e/o impazzira’.
In Kickboxer, per farti un esempio molto banale a caso, anche se il metodo di allenamento di Xian sembra’ piu’ che altro una tortura ottocentesca (calci alle palme e gambe divaricate a forza, altro che prenderti a parolacce perché stai andando fuori tempo), questi dubbi non vi vengono neanche di striscio perché non dimentica mai di sbatterti in faccia che di base va tutto bene e sono tutti felici e tutto si risolve (pure lo stupro…).
Film enorme senza se e senza ma.
Come in ogni Rocky le scene dell’allenamento fomentano di brutto (quando infila le mani al ralenty nel ghiaccio col sottofondo di batteria è un CAZZOSI’ PUR’IO ADESSO ESCO A CORRERE A TORACE NUDO NELLA NEVE!11!!1!11! grosso come una casa).
Tana delle Tigri mai così reale come in quella sala prove, dove basta distrarsi un attimo per finire accoltellati alle spalle.
Poi non capisco tutta la diatriba allenamento-massacrante SI’ allenamento-massacrante NO che se non hai talento non diventi Gesù neppure se piangi.
Per come la vedo io, e per come credo lo presenti il film stesso, il ragazzo HA TALENTO (se no il megadirettore galattico manco lo cagava di striscio) ed E’ GIA’ UN ALIENATO DI SUO – che brucia del desiderio di diventare il migliore. Trova semplicemente uno matto come lui che butta benzina sul sacro fuoco invece di dirgli ”Vai a farti una vita.”
Si incontrano, si riconoscono complementari. Il duello finale avviene davanti alla sala, ma per come stanno loro due, del resto del mondo non gliene frega un ciufolo.
Favoloso,
quasi un war movie nella sezione training prima del massacro vero…anzi no, in realtà quella parte è proprio il concerto finale!
Simmons monumentale, da riprendere Oz solo per lui
Quoto @fre sulla diatriba…ci esaltiamo per gente che tira calci appesa a dei cavi! Chissefrega se è realistico, spacca!
Piccolo appunto per chi dice che se hai il talento sei a posto e se non ce l’hai sei comunque fottuto: in ogni campo di persone di talento se ne trovano a milioni (siamo miliardi). Prendi mille persone: ce n’è una che suona la batteria molto meglio degli altri, ce n’è una che suona la chitarra molto meglio degli altri, ce n’è una che dipinge molto meglio degli altri, ce n’è una che mette su massa muscolare molto meglio degli altri, etcetc… E come loro al mondo ci sono milioni di altre persone con lo stesso talento.
Ma il migliore è uno solo.
Puoi avere tutto il talento che vuoi, ma o ci sputi l’anima sopra o sei comunque uno tra milioni. Migliore della media, eh, ma Mr. Olympia lo diventa uno solo.
Vedrollo prima possibile.
Comunque è vero che Lars Ulrich è un batterista di una mediocrità imbarazzante, per quanto si possa voler bene ai ‘tallica.
oh, niente.
l’avevo saltato a piè pari pensando alla solita menata simil-cecoslovacca da “occhio della madre”.
l’ho visto solo grazie alla vostra segnalazione.
ottimo. manca un po’ di figa, ma comunque ottimo.
grazie.
@Maurizio Margaglio: premetto che non hai tutti i torti, anche se non nei toni che hai usato. cmq da suonatore (perché il termine musicista implicherebbe bravura che non possiedo) ho un po’ di esperienza sia personale che per conto terzi e segnalo quella particolare dinamica per la quale un pezzo non ti viene, per quante volte lo si provi e riprovato a distanza di tempo invece riesce bene al primo colpo. a me succede abbastanza spesso..
Vorrei scrivere solo due postille.
A me non sembra che Chazelle approvi o disapprovi apertamente il modo di insegnare di Fletcher e il sacrificio estremo di Andrew; ci presenta però un insegnante deviato ed ossessivo, che per altro [SPOILER] viene rimosso perché ha, più o meno direttamente, causato il suicidio di un suo ex-studente [/SPOILER] ed uno studente altezzoso e arrogante, vagamente sociopatico, che piano piano si autodistrugge (metaforicamente e non) per il suo scopo: a me ciò non dà l’idea di due esempi da seguire o di due individui con cui parteggiare – percepiamo chiarissimamente l’ansia di Andrew, ma fa male per quanto è resa bene.
Inoltre, Andrew alla fine vince, ma cosa vince? La sua sfida personale con Fletcher, per il resto non sappiamo niente (men che meno che lo prenderanno alla Carnegie), se non che così è tornato sulla strada indicata dal suo maestro, strada che ha già fatto [SPOILER] una vittima giovane [/SPOILER]. Ciò è secondo me confermato da un suggerimento, quel (veloce, così da non risultare didascalico) primo piano sul padre negli ultimi due minuti: non è commosso di gioia, ha in faccia una rassegnata disperazione, perché suo figlio non è più una persona, e potrebbe pure fare una brutta fine.
Non ci vedo nulla di positivo, in tutto questo.
Come ben dite, tutto ciò non viene detto apertamente (altrimenti sarebbe risultato didascalico), ma a mio parere viene sì suggerito, utilizzando gli strumenti cinematografici a disposizione. È questo che me lo ha fatto apprezzare così tanto.
@dante989: ma la si puo’ tranquillamente vedere in entrambi i modi. Puoi vederla che (SPOILERSSS) finisce bene, perché Andrew voleva diventare un batterista coi controcazzi e dimostra di avere la stoffa per diventarlo e il professore da parte sua ha la prova che il suo metodo da’ risultati, o puoi vederla che finisce male, perché Andrew diventa stronzo e asociale e il professore ha gia’ dato ampio modo di dimostrare di essere un pericoloso psicopatico. E il bello del film e’ appunto che non punta il dito in nessuna delle due direzioni, se non superficialmente sulla prima (la piu’ sovversiva, considerando il modo in cui aveva narrato la storia fino a quel momento), e lascia che sia la sensibilita’ di ognuno a decidere.
Senz’altro, personalmente trovo che punti nella seconda direzione se si scende a considerare i dettagli (per dire, Andrew a mio parere parte già come stronzo e asociale, e lo dimostra sia dicendo quel che dice in famiglia a tavola, sia proprio [SPOILER] nel lasciare quella poveretta facendola sentire volontariamente come una buona a nulla che non è nemmeno in grado di diventare “qualcuno”, al contrario di lui [/SPOILER]), ma tutto ciò rimane una mia interpretazione – e per fortuna: se Chazelle si fosse prodigato in “schemini” e “spieghini” per esprimere il suo punto di vista, a scapito della grande asciuttezza e compattezza (non c’è nulla di inutile, nel film, e ciò che lo diventa, come ben dici, viene lasciato indietro, ed è proprio il comportamento di Andrew), si sarebbe davvero uniformato allo standard hollywodiano.
Appena finito e sono ancora tutto agitato e sudato.
Prima di tutto un grazie immenso a Jackie e Nanni, perché senza questa rece non credo avrei visto un film su uno che suona i tamburi. E davvero mi sarei perso uno dei migliori film di combattimento dell’anno, perché sta roba non è per signorine innamorate di Giovanni Allevi o hipster coi risvolti ai pantaloni, ma è un Undisputed di violenza inaudita, psicologica ma anche fisica, quando il ragazzetto sclera dietro la batteria il dolore lo senti più forte che a vedere un calcio rotante.
Inoltre per le ragioni già dette nei commenti sopra è anche un film molto coraggioso e ambiguo senza nulla di consolatorio o edificante, attraverso la musica c’è una gran costruzione della tensione – a meno di non essere un esperto, non riesci a capire quando il ragazzetto suona giusto o fa errori e quindi quando e se il maestro scatterà a bastonarlo – e le interpretazioni dei due sono pazzesche.
Sui titoli di coda io non sono neanche stato a riflettere granché sulla morale, il messaggio e simili – mi piace però appunto che lascia aperte varie interpretazioni – perché è prima di tutto un film di coinvolgimento fisico, di fight tremendi, che se ne strabatte il cazzo dei sentimenti umani (Warrior a confronto vi sembrerà La casa nella prateria) ma è tutto teso sugli scontri, la volontà, l’ossessione, la sofferenza, il pestare più forte dell’avversario e di se stessi.
Insomma ragazzi questo è Undisputed fatto da dio, fa un po’ strano che di questi tempi per vedere un film di menare serio devi vedertene uno sul jazz, ma questo è. Non vincerà l’Oscar perché è troppo duro per i culi molli dell’Academy ma per noi è un film di quelli giusti, fidatevi.
ps. tra l’altro anche per me la scelta di concentrarsi su un batterista è geniale, nell’immaginario spesso è la figura più cazzona della band – es. mi ricordo in The Commitments che a sostituirlo prendevano un teppista a caso – mentre qua ribalta tutto.
Un trionfo di dolore e gloria, é il film che senza dubbio mi ha colpito di piú tra i candidati a Miglior Film di quest’anno!
Bel film autoflagellante e Simmons suberbo. Certo, quando prima dell’esibizione finale se ne esce con “Enjoy”, è impossibile prenderlo sul serio.
Filmone, punto e basta. Rocky che incontra Gil Evans – Quincy Jones che scopa con Ripley – il perfetto incontro tra il miglior arrangiamento orchestrale di jazz moderno e il sudore, lo studio e appunto “l’azione” per metterlo in atto come strumentista.
Visto 2 volte, ed essendo sia musicista che sportivo, è diventato per me attualmente la miglior miscela motivazionale (non pippe classiche USA con applauso strappalacrime del cazzo sui finali di film) per l’allenamento a casa (aihme’, putroppo per le uscite in strada ho provato anche a mettere i dialoghi in cuffia, ma non è la stessa cosa…). Magari è un pò eccessivo in alcune scene, ma le mazzate sulle mani dal maestro le ho prese anche io e il sangue, dolore alle dita e tutto il resto l’ho provato di persona, e qui è reso fino all’eccesso, come nei migliori film calcisti. Io non so davvero più come altro complimentarmi con Damien Chazelle. Sperando non faccia cazzate in futuro, anche se a quanto pare il prossimo progetto rimarrà comunque legato al mondo musicale. Simmons miglior allenatore di sempre.
Werner Washington
sto cercando di dissezionarlo e c’è una cosa che trovo veramente meravigliosa, soprattutto da un punto di vista “calcistico”, ed è la costruzione degli scontri.
ogni volta che inquadrano Simmons sai già che sta per spargere sangue ed è come vedere un incidente al rallentatore: è inevitabile, è feroce, è sconvolgente nei suoi effetti.
una tatticità del massacro votata al fine ultimo che francamente faccio fatica a ricordare in altre pellicole…
Visto. Simmons mio nuovo insegnate/allenatore preferito, assieme a Eastwood in Gunny e Washington ne Il sapore della vittoria.
Mi ha ricordato un’insegnante di musica che avevo alle elementari: stesso metodo di insegnamento, ti urlava a due centimetri dalla faccia (non vi dico la saliva che partiva) e non è che fossero frasi poetiche! ed era una suora! quindi x me Flatcher è ancora “normale”.
Bellissimo il finale (quindi SPOILER) quando 1. JK annuncia un pezzo inedito x Andrew; 2. quando Andrew sente dire dal padre di tornare a casa e come sente la parola “casa” ritorna sul palco dopo aver abbandonato/distrutto il mondo familiare come lo conosceva prima per andare incontro a dio solo sa cosa e a quel fottuto “fuck you” labiale, con un crescendo di brivido e ansia tipo karate kid -come scrive il boss- che anche io erano anni che non li provavo; 3. BAM! chiusura senza i soliti applausi.
Grazie ancora x la rece, altrimenti credo che mi sarebbe sfuggito!
Visto oggi con incredibile ritardo… Dimmi solo che sei di Crema e ho capito tutto…
Film magnifico. Si mangia tutti gli altri candidati compresi Birdman e Eastwood.
Ti entra dentro, ti prende e ti trascina da capo a coda, Simmons è immenso e pure il ragazzo è veramente bravino e, porca puttana, anche con tutto l’editing e quello che volete, suona lui quel cazzo di kit. Non mi pare poco.
SPOILER
Simmons non è un Villain secondo me, prima di tutto, è un diversamente protagonista positivo, la scena finale gli dà solo che ragione. In Tutto. Anche se quello là si è impiccato.
Andy non crescerà diventando uno stronzo da competizione perché lo è già, non credo nemmeno che finirà tossico, più probabilmente diventerà Bollani che suona al Blue Note. La scena al bar (spettacolare ma il discorso è un po’ più stronzo di come lo metti giù tu perché in sostanza suona come “non posso stare con te perché sono meglio di te e farò grandi cose e tu non combinerai un cazzo) ne conferma solamente l’essere uno stronzo da competizione e comunque se ne pentirà eccome ma la dolce ragazza giustamente s’è già sistemata a quel punto.
Io al liceo avevo un prof di educazione fisica vecchio stampo che ci faceva fare le flessioni e i percorsi ad ostacoli modello full metal jacket e se poco poco qualcuno si azzardava a scherzare o rompergli i coglioni, lui lo prendeva A CALCI
inutile dire che e` l’unico professore di cui TUTTI avevamo stima profonda, pace all’animaccia sua
Talento sì Talento no mi pare l’altro dilemma che vien fuori.
Anche io c’ho pensato e mi dicevo durante il film: ok sti due stronzi stanno parlando ma né l’uno né l’altro, anche se si sono allenati, si allenano o si alleneranno 24 h al giorno diventeranno mai Charlie Parker. Andy se gli va di culo diventerà Simmons da grande. Non mi ha pesato, l’ho dato per scontato, mi son concentrato su 3 cose e il film mi è piaciuto per quelle: le interpretazioni, il ritmo e la storia.
Sempre tornando al problema talento ce l’hai o non ce l’hai io aggiungerei sempre anche il fattore culo: film sul tema un film riuscito per me è Inside Llewyn Davis, e siamo dalle parti di Whiplash per certi versi, il tizio ha talento, è una merda spocchiosa che si crede Bob Dylan, dedica la sua vita alla musica ma c’ha una sfiga clamorosa (bisogna anche dire che se la merita tutta come se la merita l’Andrew in questo), unica differenza si “allena” meno e gli piace di più la figa al Davis. Consiglio a chi ha problemi con la plausibilità di questo di guardarsi quello dei Coen. A me son piaciuti molto entrambi (più Whiplash proprio per il ritmo di cui parlavo sopra che in Davis a tratti cala) ma è chiaro che siano storie simili viste da due punti di vista opposti.
finale al cardiopalma.
mammamia che ansia.
bellissimo film.
però mi è mancato l’applausone finale. la standing ovation la folla in delirio.
dell’abbraccio della fidanzata o il gesto di approvazione del papà non me ne frega niente. ma un cazzo di applauso…
Come al solito commento quando ormai non frega più niente a nessuno, ma tant’è.
L’ho visto contagiato dall’entusiasmo della rece, la sera stessa e mi è piaciuto molto. Ma la rece è migliore e non lo dico per lecchinaggio, ma perchè leggendola mi ero fatto delle aspettative altissime. Il film ha un ritmo altissimo e ti fa venire l’ansia e trasmette bene il senso di oppressione e disagio che causa un professore psicopatico (Simmons immenso, è il classico attore che vedevo in sacco di film pensando “aah c’è lui, coso, quello che ha fatto quel film là, come si chiama, bravo eh”). Però al di là della bravura, il suo personaggio non mi ha convinto. Io capisco essere duri e puri e fare quello che terrorizza i suoi allievi per ottenere il massimo. Posso anche capire il discorso del “se non faccio così non troverò mai il nuovo Charlie Parker” (che è una stronzata pazzesca, secondo me, o almeno non è l’unica via per ottenere quel risultato, ma nell’ottica del film ci sta), ma non è coerente con se stesso. Che cazzo c’entra non far suonare il ragazzo solo perchè non ha portato le bacchette o perchè non riesce ad arrivare esattamente entro 10 minuti? Sono cose che incidono sull’impegno o sulla dedizione o perfino sul talento? Oppure è solo un modo per dimostrare quanto è stronzo e che lui può tutto perchè comanda? Secondo me Andrew ce la fa alla fine NONOSTANTE il maestro, che oltretutto nel corso del film non insegna letteralmente una fava a nessuno.”it’s not my fucking tempo” bellissima battuta, esaltante, però non c’entra niente con l’insegnare. Andrew fa tutto da solo e anche quando Simmons gli fa l’ultima bastardata al festival (che ci sta eh, nel carattere del personaggio e nella situazione), non è l’ennesimo modo per testare il carattere del ragazzo, ma semplicemente la vendetta di un frustrato e incapace a trasmettere la sua tanto decantata passione per la musica. La vittoria è tutta di Andrew che è stato abbastanza forte (e fortunato a non farsi intimorire) da resistere nonostante l’idiozia del professore e non ci vedo una condivisione di ideali tra lui e Simmons. Infatti alla fine dell’assolo, quando Simmons sorride beatamente avrei voluto vedere lui alzarsi e ficcargli un baccatta nell’occhio. In quest’ottica capisco il personaggio di Simmons, se invece l’intento era quello di dirci che lui ci aveva visto lungo e che ha fatto tutto sapendo che il ragazzo ce l’avrebbe fatta, ridimensiona un po’ il mio giudizio.
Visto stasera. Ai detrattori: secondo me vi fate troppe seghe. Il film una cosa voleva dire, e la dice benissimo, non so perche` bisogna fargli tutte queste cazzo di pulci. Che dovevano fare, metterci un professore normale? Certe polemiche sinceramente non le capisco.
Ci hanno messo tutti gli ingredienti del film da combattimento: sangue, lacrime, sudore e vagoni di merda da ingoiare. Praticamente e` la parte di Full Metal Jacket con Hartman, espansa fino a farne un film, e vi lamentate?
Per me 10 e lode, il film si regge interamente sui due protagonisti, due giganti. Teller mi ha convinto cosi` tanto che probabilmente mi guardero` il suo F4 sperando che cacci fuori due bacchette da un momento all’altro. Sfigato, disperato, potentissimo. Una specie di Shia Leboeuf senza checchismo isterico.
Hanno scelto il ruolo del batterista perche` e` particolarmente fisico ed al cinema si riesce a rendere bene, fra smorfie di dolore, sforzi fisici bestiali, batterie sventrate, mani insanguinate etc., avessero preso un trombonista si sarebbe visto tutto il tempo questo povero cristo con le guance a palla e delle stalattiti di bava dal trombone, non certo un bello spettacolo.
I dialoghi sono realistici
Belle anche regia e fotografia, asciutte, senza fronzoli, efficacissime.
Finale a mio avviso perfetto. Filmone.
Figo. Simmons s’è preso l’Oscar
(più altri due per montaggio e sonoro :)
sti cazzi di film, l’ho visto e JK s’è beccato pure l’oscar
Recensione meravigliosa di un film meraviglioso. Bravo e grazie.
@Hellblazer
forse mi sono spiegato male perché quel che volevo dire io è semplice:
-posso attaccare a tirare calci al pallone da ora e per i prossimi ventanni facendomi venire i calli ai polpacci, non sarò mai maradona.
-posso iniziare a disegnare da ora e per i prossimi ventanni scorticandomi i polpastrelli, non sarò mai pazienza/moebius/picasso
-posso iniziare a suonare il pianoforte da ora e per i prossimi ventanni slogandomi le falangi, non sarò mai glenn gould.
questo volevo “insinuare”. il talento o ce l’hai o ce l’hai. puoi addestrarti quanto vuoi ma il risultato non cambia. non è che tutti divengono qualcuno come insegna caparezza.
@annaMagnanima
quelli “veri” (gli artisti) mettono la creazione davanti a tutto. pure alla fi..a. ma non devi confonderti. è colpa della creazione “gigante” che l’impegna svariati decenni. altrimenti… pizza e birra tutte le sere.
@blueberry: ma che significa? Non e’ un motivo per mollare e, se si tratta del tuo passatempo preferito della vita, rimane il modo piu’ sicuro per diventare il meglio che il tuo talento ti possa permettere. Di sicuro non ti sbagli, insomma. Con 20 anni di pianoforte o diventi come minimo professore di pianoforte e/o un session man richiesto o stai sbagliando qualcosa di grosso (o non c’e’ richiesta, o sei davvero troppo stronzo). Ma vabbe’, non stiamo qua a fare sociologia.
@nanni
a giudicare dal tono dei primi commenti sembrava che il messaggio fosse:
<>
io dico che non credo funzioni così.
io amo il pianoforte e potrei studiarlo anni ma non diverrò mai glenn gould
poi se ho capito male io e il messaggio era
<>
allora chiedo scusa
aè, ho fatto un bel casino!
dicevo, messaggio n° 1: “se t’impegni 20 ore al giorno nel fare una cosa diventerai un mito al pari dei tizi delle foto sopra nella rece”
messaggio n° 2: “… e diverrai un onesto mestierante”
@blueberry: perché non ti accontenti di un semplice “diventi di sicuro meglio che a non fare un cazzo”?
@nanni
perché è più corretto dire “… mi diverto con il mio hobby”.
voglio dire i gradi sono, o dovrebbero essere, sempre secondo me:
1: Gesù/Maradona/Picasso/Etcetera
2: Onesto mestierante
3: Mestierante
4: Ci provo
5: Hobby
6: C’ho la passione
7: S’impegna ma può fare di più
8: Bevo
9: Mi drogo con le leggere
10: Dormo
@blueberry: si sta virando pesantemente sulle filosofie di vita e, per quanto io abbia un’opinione mia che dibatterei volentieri davanti a una birretta, e’ un po’ off topic (ma mi fa ridere la differenza tra mestierante onesto e standard).
@nanni
perdona l’OT allora.
aggiungo solo per completezza che credo dipenda da cosa s’intende per “Talento”. cioè se è una cosa innata oppure costruita con anni di allenamento.
io credo sia innata. e allora se non ce l’hai puoi coltivarla quanto vuoi ma… non farai molto.
e siccome è innata, sempre secondo me, penso a quanti “talenti” non conosciamo perché vivono in zone del pianeta diverse dalle nostre e quindi non possono manco sapere qual è la loro vocazione più grande.
ah il mestierante onesto e quello standard, senza fare “nomi” per non urtare le sensibilità: il primo copia i geni mantenendo comunque una certa distanza. il secondo copia il primo e basta.
ok basta
Capolavoro senza se e senza ma!!
Un grazie ancora ai 400calci, questo film lo avrei snobbato bruttamente e invece e’ una bomba atomica. Sono rimasto tutto il tempo in tensione, fra un po’ mi venivano le palpitazioni. Questa e’la magia del cinema. Tutto il resto, sono seghe mentali.
Non vedevo un finale così “giusto” daaa… non so nemmeno più quanto!
Bello il film, Simmons superbo.
Bellissima la Rece.
Whiplash non è decisamente un film che passa inosservato. Da una parte ho apprezzato l’intento di mettere in scena i valori della dedizione e della determinazione nel tendere al proprio perfezionamento, in un’epoca in cui questa attitudine sembra quasi anacronistica fra i gggiòvani, più gggióvani, l’esercito del surf. Trovo però che tutta la metafora con la quale si è cercato di comunicare questo messaggio sia completamente fuori fuoco: da una parte per via di quella pericolosa e nefasta concezione dell’arte come prestazione (sull’orribile assolo finale volevo uccidere il vez) e dall’altra per l’enfasi ossessiva con la quale avviene l’evoluzione del protagonista. Ognuno ha la sua visione della vita, però non sono affatto d’accordo con l’idea che a venire ricordati siano i migliori esecutori della propria disciplina, penso siano quelli che sono riusciti a dominare la propria disciplina per mediarla e trasferire qualcosa, attraverso di essa, agli altri, cosa questa su cui il film toppa in pieno.
minkia se è cazzuto, grazie 400calci, mi unisco al team #snobbatosenzalarecedei400calci.
scena preferita:
spoiler
ciak 1: camion che lo cappotta.
ciak 2: esce dall’auto sanguinante
ciak 3: suona al concerto
“determinazione”non basta per descrivere una cosa del genere, dovrebbero invetrane un’ altra.
Appena visto. Bel film, con un gran ritmo (ahah).
Io non capisco nulla di regia, ma può essere che qui il regista abbia semplicemente voluto raccontare una storia interessante, anziché insegnare allo spettatore a campare? Voglio dire: non è il ragazzo l’ESEMPIO, non è l’insegnante. Questa è semplicemente una storia bella da vedere, tipo Commando. Non c’è bisogno di dire: “Eh, ma il regista vuole farci capire che in realtà John Matrix è il cattivo e Bennet il buono perché il primo uccide molta più gente” Oppure: “Che senso ha far saltare Valverde, non era meglio se provava in silenzio di nascosto a trovare e liberare la figlia?” O anche: “Commando è un film brutto perché John Matrix si comporta in maniera inverosimile, e’ una caricatura, sempre sopra le righe, totalmente disumano”.
Se tutta questa prosopopea recensiva l’avessi applicata ad uno tipo Rafa Nadal forse avrebbe avuto davvero senso (tanto il “colpo di frusta” è applicabile anche a tale sport)!
Per tutto il resto dissento in pieno e non per “buonismo e sani sentimenti” (seppur possa sembrare da ciò che scrivo)! Il punto vero è che questo film che dovrebbe parlare di musica in pratica con l’applicazione dei concetti espressi finora la disprezza e non poco!
La musica è aggregazione e condivisione, qui diventa motivo di battaglia per la sopravvivenza per un fine inconcludente che fa vivere a chi osserva il film solo sensi di angoscia!
Si esaltano e si associano all’arte musicale precetti militaristi; si incita a fare rinunce inumane allo scopo ingannevole di primeggiare per egoesaltazione etc. E tutto in maniera talmente autocelebrativa da risultare stucchevole…no, ‘Whiplash’ non rappresenta niente di musicale per me; è solo un canale di diffusione di massa del concetto di classificazione fra vincenti e perdenti che nella musica non dovrebbe (e sottolineo NON dovrebbe ma purtroppo lo si crea spesso questo ossimoro) mai esistere.
“Bocciatissimo” per me!