Il pezzo di Darth Von Trier
Poco più di due anni fa, proprio io e Jackie Lang, andammo a rivedere qui a Roma Lo squalo al cinema. La cosa che mi lasciò confuso, oltre le varie birre che infiltrai di straforo, fu che la sala era piena, gremita, nessun posto libero e tutto il personale del cinema in piedi in fondo per vedere lo spettacolo.
Se siete di quelli che amano trovare la sala vuota e vedere il film in religioso silenzio non sono il vostro uomo, anzi. Per me cresciuto in una Roma popolare -sono cresciuto tra il quartiere africano e Torrevecchia per chi ha dimestichezza con la toponomastica capitolina- e popolata di cinema di seconda e terza visione quando non parrocchiali, queste situazioni di partecipazione in sala fanno la differenza tra andare al Cinema e stare a casa, compresi applausi e commenti sagaci, se nei limiti della decenza. Soprattutto oggi con la crisi dei botteghini mi rende contento una sala piena, contenta di aver speso i soldi per un film che non sia quello di Natale e che, nel bene e nel male lo dimostra anche partecipando rumorosamente. Lo squalo non smette di essere un campione del portare al cinema le persone e farle partecipare emotivamente e, in anno domini 2013, l’intera sala del cinema Adriano alla morte dello squalo esplose in un applauso liberatorio, comprensivo di qualche “Becchete questo, limortacci tua!” come fossimo nel 1975.
Perché Jaws è un grande film visto in privato e un grande rito collettivo visto in sala, è uno dei più grandi film del cinema a colori e oggi compie i suoi primi splendidi quarant’anni.

Auguroni!
Festeggiamolo riguardando come prima cosa uno dei più bei video presenti su internet, ovvero quello di un giovanissimo Spielberg che con degli amici fantasticamente alticci si guarda da casa la cerimonia degli Oscar, tesissimo. Infatti Lo squalo agli Oscar del 1976 era super candidato e nonostante la stranezza di essere nominato come miglior film ma non come miglior regista o sceneggiatura originale vinse tre statuette per miglior montaggio, sonoro e colonna sonora, per meriti “minori” certo ma comunque tre statuette su quattro nomine.
httpvh://www.youtube.com/watch?v=2mgrxvTdl-Q
Nonostante la delusione del giovane Steven, che nel video vediamo reagire con un grandioso “Dannazione! Sono stato battuto da Fellini!” , il suo film avrebbe potuto anche non vincerne nessuna o non ricevere alcuna nomination e quarant’anni dopo saremmo stati comunque qui a parlarne. Perché? Per due motivi, sostanzialmente.
Il primo è un fattore puramente di storia del costume: Lo squalo segnò infatti una linea dopo la quale fare i film ad Hollywood cambiò per sempre. Penserete subito, legittimamente, che mi riferisca alla frenesia degli spettatori che si facevano code lunghissime per vederlo e rivederlo ma quella fu una delle conseguenze di una serie di scelte argute e innovative per l’epoca. Dopo una lavorazione disastrosa Jaws era venuto a costare, oltre che un esaurimento nervoso al povero ventisettenne Spielberg, il 300% in più del budget stabilito conseguentemente un altrettanto enorme allungamento delle settimane di riprese. La Universal per cercare di rifarsi di questi imprevisti usò una strategia di marketing diversa dal solito e investì gran parte del budget per il marketing del film per reclamizzarlo in televisione, martellando il prime time come forsennati.

Le conseguenze
Oggi ci sembra una cosa normale ma prima dell’estate del 1975 la televisione non era un veicolo promozionale molto usato dal cinema, che preferiva ancora i giornali e le affissioni. Prevedibilmente, visti i risultati ottenuti con Lo squalo, investire sulla pubblicità televisiva divenne la strada principale per il marketing cinematografico da l’ in poi e lo stesso media del trailer si adattò ai tempi della TV divenendo molto più corto e sintetico della sua versione destinata alle sale che all’epoca arrivava anche ad alcuni minuti. L’industria del cinema era cambiata per sempre, nei mezzi e nelle finalità.

Souvenir di riti collettivi e di bromance
Complice la diffusione dei cinema con aria condizionata l’estate dopo il 1975 divenne il periodo per lanciare i film destinati al pubblico più giovane, in estate più libero, e con Jaws si inaugurò definitivamente l’era non solo dei blockbuster ma dei blockbuster estivi aprendo la strada verso Star Wars nell’estate del 1977, di fatto iniziando la chiusura dell’era degli anni settanta e della creativa, “squattrinata” e imbizzarrita New Hollywood.
Il secondo motivo è perché, al netto dell’affezione popolare, è un film della madonna e lo sarebbe anche senza il fattore cult.

“…Lifeless eyes. Black eyes, like doll’s eyes.”
Del monologo sulla USS Indianapolis ve ne parlai già nella rassegna Le Basi su John Milius, visto che lo scrisse lui, quindi questo mi esime dal dilungarmi sul monologo più bello del novecento e concentrarmi sul resto del film. Lo squalo filmicamente non ha nulla di sbagliato: storia, attori, dialoghi, ritmo, effetti, tutto gira come un cronografo e va da A a B tenendo l’attenzione costante, sempre, anche quando lo sai a memoria. Non conosco infatti persone che abbiano mai iniziato a vederlo o rivederlo e poi lo abbiano mollato a metà se non perché costrette. E dura pur sempre due ore, che per l’epoca non era una durata standard. Questo genere di risultato non lo si ottiene con trucchetti e mezzucci ma solo costruendo un film senza pecche, come del resto Spielberg ha poi fatto da Duel a seguire ininterrottamente per lustri.
Il pezzo di Jackie Lang
Seguitemi per un attimo.
C’è una cittadina nel mezzo del nulla, una placida cittadina in cui ad un certo punto arriva dall’esterno una minaccia. A combatterla è chiamato lo sceriffo ma sembra inadeguato al ruolo nonostante abbia una morale di ferro. In città regna la preoccupazione e un sindaco pavido e avido non fa che peggiorare la situazione. Ad aiutarlo arrivano prima un esperto da fuori città, poi un cacciatore di professione. Il trio si avventura nelle terre di nessuno, là dove non c’è niente se non loro e la minaccia. Tra bivacchi, nottate passate a raccontare e continui spostamenti si consuma un duello all’aperto che si concluderà a colpi di fucile, uno contro uno.
Ora ditemi voi se è la trama di un horror o quella di un western.
Non ci sono dubbi che Lo Squalo abbia anche molte delle caratteristiche dello slasher horror, basta solo la sequenza iniziale con la morte dei ragazzi che vogliono scopare (ma considerate che molti western si aprono con il primo crimine del fuorilegge), tuttavia lo scheletro sembra davvero quello del vecchio West. Insomma non stiamo qui a far finta che non ci sia tanto cinema dell’orrore e tante sue convenzioni (usare il punto di vista dell’assassino come imparato da Bava/Argento, anche se lo fa pure Leone all’inizio di C’era una volta il West), vogliamo solo aggiungere un altro livello di lettura. Perchè se a tutto questo aggiungete un pugno di inquadrature rubate a John Ford (c’è proprio un piano americano in cui Roy Scheider è inquadrato dalla testa alle ginocchia con il cinturone e la pistola) e un’etica dell’avventura nelle terre desolate, in cui sembra non esserci vita ma solo ricerca della morte, solo minacce e duelli, beh allora io voto per il fatto che Lo Squalo è un western mascherato da film dell’orrore.
Ma direi ancora di più, cioè che Lo squalo non solo è un western ma anche uno classicissimo, uno di quelli che se avesse gli indiani sarebbero cattivi, uno di quelli in bianco e nero. In questa cittadina placida, popolata da brave persone che in realtà sono solo prede per la paura portata dalla grande minaccia, alcuni uomini hanno la forza di ergersi sopra gli altri e rischiare la vita per tutti, per fare ciò che è giusto. Ma manco Mezzogiorno di fuoco!
Lo splendore di questo film in cui tre uomini si imbarcano per fare giustizia con tre motivazioni diverse, uno per soldi (il bounty hunter), uno per voglia di conoscere il mondo (il giovane) e uno per senso del dovere ed etica incrollabile, per difendere la città e la famiglia (lo sceriffo ovviamente), sta tutto nell’esagerare le virtù e renderle stellari. L’avventura, la minaccia, l’etica e il senso dell’avventura. Il vento nei capelli, il finale in acqua, sporchi, sdraiati, luridi e macchiati di sangue. Io non lo so uno cosa vi deve dare di più.
Lo sapevo l’avreste fatto, grandissimi…vi amo!
Vado a leggere e poi torno a commentare.
Che film ragazzi, probabilmente il mio film della vita insieme a Rocky. Impossibile tenere il conto delle visioni che gli ho dedicato -la prossima tra qualche giorno in compagnia di amici proprio per festeggiare i 40- non c’è niente da dire, è un film perfetto e quando l’Orca lascia il porto -ed inizia la seconda parte di un film piu bella della storia- accompagnata dalle immortali parole di Quint sulla brava Mary Succhei è impossibile non provare un brivido lungo la schiena.
@Darth ti odio! come mai l’hanno proiettato in un 2013 qualsiasi? se lo sapevo venivo a roma… qualcuno sa se verrà replicata la cosa anche quest’anno? ho provato a scrivere alla Universal ma quei cani nob mi hanno manco risposto
il film della vita anche per me. mi fece cagare letteralmente in mano quando lo vidi a sei anni (rigorosamente vhs registrata dalla tv da mio padre).
Ah e cmq sull’onda del successo di JW sembrerebbe che abbiano dato il via libera alla produzione di Meg il film sull’ultimo megalodonte rimasto con regia di Eli Roth…
Spielberg da qui in poi non fu più lo stesso…film leggendario, da piccolo l’avrò visto decine e decine di volte su VHS registrata, il monologo di quint lo imparai a memoria.
Filmone. 40 anni portati benissimo (gli effetti speciali penso siano invecchiati pure loro piuttosto bene, l’unica pecca è che nelle inquadrature più distanti si vede che lo squalo è “monco”, ma porca troia se quegli occhi neri e quella bocca non fanno ancora effetto).
Da piccolo mi colpiva sempre l’idea di desolazione che riusciva a trasmettere l’Orca in mezzo al mare, un senso di angoscia per me completamente inedito. Il resto sono tutti particolari aggiuntisi col tempo, l’età e altre, numerose visioni: visto che i vostri due intervnti hanno già detto tutto, mi limito a sottolineare la bellezza, l’impatto e l’efficacia del tema di John Williams (quell’uomo è riuscito a mettera la firma nei ricordi di almeno tre generazioni).
Passano gli anni, ma quando nuoto in acque profonde penso sempre a te e un brivido mi pervade, squalaccio maledetto!
Mi avete commosso
MAh… io già a 6 anni avevo capito che lo squalo era di gomma, troppo fasullo.
@Lolly ma sparati va
il suono di dinosauro quando muore come il camion in duel……
e’ suono di gozzilla !
Auguri a Bruce(lo squalo)e menzione d’onore a Roy Scheider che ha fatto anche Il Braccio violento della legge,Il salario della paura e Le strade della paura.
Io domani devo andare al mare…
e adesso mi avete rovinato la nuotata…..
Uno dei cinque motivi (Lo squalo, Duel, I predatori dell’arca perduta, Indiana Jones e l’ultima crociata e Jurassic Park) per cui sono disposto a perdonare a Steven QUALSIASI cosa, anche un eventuale film di pinguini ballerini (che comunque porta bene).
Un tributo allo squalo per celebrare.
Jaws: fauci.
Non ha lo stesso effetto che dire Lo Squalo, da noi.
Chissa se avrebbe avuto lo stesso successo con “The Shark” come titolo.
Da loro, probabilmente no.
Show me the way to go home,
I’m tired and I want to go to bed,
I had a little drink about an hour a go
and it’s gone right to my head…
TUTTI INSIEME DAI!!!!
http://www.colonnesonore.net/contenuti-speciali/dossier/3803-jaws-lanalisi-de-lo-squalo.html
Zum zum Zum zum Zum zum Zum zum Zum zum…
Così, per rifarsi le orecchie! :)
il fascino intrinseco di jaws risiedere nell’estetica anni 70 secondo me. non so voi, ma quando rivedo film ambientati in quegli anni c’è sempre un’inquietudine in più rispetto al film cafone, patinato di effetti, degli anni nostri. non è solo questione di realismo in quello che si vuol far credere, ma credo sia legato all’ambientazione così lontana dal nostro immaginario di oggi; i posti, la musica, la sporcizia e la promiscuità dell’epoca. evidentemente la qualità racchiusa nel vero senso del “raccapriccio” “disgustoso” “dello stare a disagio” é proprio in quegli anni dove ci immaginavamo paure non ancora esplorate, profondità inarrivabili, caos e buio totale. vedere film ambientati in quel periodo mi ha sempre dato quella sensazione in più che non ho mai provato nei film più moderni. é questo il loro fascino, la loro carta in più. é un’estetica irriproducibile. non so se mi sono spiegato benissimo.
Ti sei spiegato benissimo e concordo.
Gli anni 70 (e in una certa misura anche gli anni 60) avevano dentro un disagio e un’ansia del tutto particolari.
Uno dei film dall’impatto sulla cultura di tutti i giorni più devastante di sempre.
Come molti prima di me hanno scritto è a causa dello squalo se molti di noi sono impauriti dal mare aperto, e ancora oggi a quasi trent’anni, morire in mare è l’unica cosa che mi terrorizza in maniera assoluta.
Spielberg si sarebbe poi ripetuto con Jurassic Park a cristallizzare per sempre l’immagine dei dinosauri, tant’è che molti non riescono a concepire i velociraptor diversi da come appaiono in JP.
Sul film in sè, è un western camuffato da Moby Dick (o viceversa) ed uno dei capisaldi del Cinema con la C maiuscola.
Auguri, figlio di puttana.
Amico , parafrasando Shakespeare, si può coniare il termine: fear of brothers?
Ho assolutamente il terrore delle profondità marine, o piu che altro di quello che di gigantesco potrebbe uscirene fuori da quell’oscurità.
Grazie Steven Spielberg.
Idem, acqua profonda del Mare=score de “lo squalo”
«Lo Squalo» ha una tale suggestione western che – un paio d’anni dopo – Dino De Laurentiis, con l’apporto creativo di Carlo Rambaldi, volle seguirne la scia portando il monster-movie realistico direttamente nella vecchia Frontiera: il film era «The White Buffalo» / «Sfida a White Buffalo» (certo debitore – fin dal titolo – anche di «Moby Dick»), diretto da Jack Lee Thompson ed interpretato per l’appunto da Charles “Armonica” Bronson, nel ruolo storico quanto leggendario del gunman Wild Bill Hickock (qui con gli occhiali scuri).
io c’ho paura a rivederlo. ogni volta.
@dembo: dopo di te, prego…
“Io non lo so uno cosa vi deve dare di più.”: magari uno squalo meno de gomma … la tensione regge finché non vedi il pupazzo per intero, dopo fa ridere, inutile girarci intorno (ecco perché Joe Dante i piranha li ha fatti vedere poco o nulla).
PS: lo squalo di “Blu profondo” è fatto molto meglio, sì lo so che è stato fatto n anni dopo, era per dire.
E qua mi sa che sfiori il secondo proiettile… vd. commento sopra…
Tralascio polemiche.
Ti consiglio invece di guardare questo documentario bello ed esaustivo sul film: https://www.youtube.com/watch?v=pC3bh0Yj-Fs
Viene analizzato tutto, anche la realizzazione tecnica per creatura e riprese in mare, ambedue pionieristiche e complicatissime, un atto di amore e di forza in nome del cinema, fatto senza digitale a metà degli anni settanta.
Fatto questo, se vorrai, ripensa alla tua analisi per contestualizzarla meglio perché credo che sia un po’ ingenerosa.
Saluti.
@Lolly:!
Ti auguro tante risatone con questo coso qua.
https://www.youtube.com/watch?v=-eoH2W958DE
Dice Morando Morandini “Iperdialogato e un deludente calo di tensione, com’era inevitabile, con l’apparizione del mostro marino.”
Ecco posizionatevi uno accanto all’altro che risparmiamo un proiettile
Una cosa che mi ha sempre colpito dello Squalo è che in un certo senso era un horror per famiglie. Quando ero ragazzino negli anni 80 ricordo che pure le nonne e le zie, in genere refrattarie ai film “terribili”, se lo guardavano quando passava in tv. Eppure era comunque un film dall’aria dura, con sequenze gore e un’inquietudine niente affatto da film per famiglie. Forse lo guardavano come un film d’avventura, non come un thriller-horror.
Capolavorissimo anche per me ovviamente, come TUTTO di Spielberg fino al “Tempio maledetto”.
Film che mi ha segnato la vita!
Visto per la prima volta quinquenne costretto dalla nonna (“devi affrontare le tue paure!”), mi ha lasciato in eredità il terrore di nuotare in acque più profonde di due metri e anni di colloqui con i genitori tra asilo ed elementari, con le maestre preoccupate perché invece di disegnare prati e animaletti come gli altri continuavo con barche piene di omini stilizzati che venivano inghiottite da squali enormi. Potevo tranquillamente essere il bambino inquietante di un horror a caso :)
fino a qualche anno fa ero cosí appassionato di squali che conoscevo praticamente ogni specie esistente compreso il nome linneiano…premio awkward a mani basse!
lo rivedrei anche mille volte consecutivamente
Bellissimo post ragazzi, mi avete fatto uscire la lacrimuccia!
Grazie Darth, ma non ho scritto che è un brutto film (infatti mi piace) dico solo che lo squalo di gomma alla fine sgonfia il pathos come un soufflé… era meglio far vedere “meno”, oppure farlo meglio, oppure se proprio si voleva esagerare, una bella inquadratura dall’interno delle fauci dello squalo…hehe… possibilità ce n’erano a prescindere da quanto siano “stati bravi” col resto delle riprese, per me nel finale è e resta un pupazzo fatto malino, e per accorgermene all’epoca….
Ma poi infatti non ho mai sopportato manco E.T. (altro pupazzo) fin da bambino, preferivo La Cosa o Alien (visti di straforo dato che erano V.M., sante videoteche), cioè pupazzi fatti meglio.
E “Blu profondo” mi è piaciuto di più…eh sì, hehe… sì sì… confesso… (lo squalo animatronico radiocomandato è stupendo).
Tra l’altro vidi pure “Lo squalo 3-3D” in anaglifo al cinema… non era malaccio.
PS: ma Spielberg poi vi piace così tanto? A me a parte Duel, Lo Squalo, i 2 JP e Minority Report, no. In percentuale direi quindi che non è nelle mie corde.
Scusa lolly se te lo dico, ma neanche incatenato col filo spinato ci credo
che tu a 6 anni avevi capito tutto, poi smentiscimi e mi impicco subito.
Film della vita. Me la ricordo la roba della proiezione, ci fu pure qualche scambio su twitter e io tirai fuori la roba – anche piuttosto banalotta – che per chi vive sul mare il film acquista in automatico un + 10 sul già immenso valore. Che non è una roba data dal “che me ne fotte a me, io vivo sulle dolomiti” oppure “minchia stiamo in riva ieri ho rivisto lo squalo”.
No no è per via di quel pigliare e prendere la barca, l’attesa, l’ansia, la desolazione e la solitudine.
Che poi tu stai andando al massimo a fare orate o un giro quindi una roba da medioman.
C’è lo squalo (fosse anche de gomma) che è la personificazione della cattiveria del mare, della minaccia che rappresenta ma quanto fascino signora mia
ah tra l’altro capostipite della categoria “film visti da bambino col babbo che ti fanno sentire grande e fanno cameratismo e senso dello spogliatoio”
categoria che spero di leggere presto
ecco, anche io faccio rientrare la mia prima visione deGLI SQUALI – e qualche successiva – in questa categoria (ma senza il senso dello spogliatoio) e vi aggiungo l’esorcista visto sempre da settenne col papà.
che bella infanzia è stata per me.
@Lolly ma magari allora contestualizzarle meglio da subito le critiche no eh? che così non fai la figura del troll assassino.
Pupazzo brutto? ti ricordo che parliamo di 40 anni fa e quel coso doveva funzionare in acqua, non come lo xenomorfo che è arrivato ben 4 anni dopo e non aveva di certo l’handicap dell’acqua. Che poi potrei fare anche io lo stesso discorso che fai tu perché alla fine del film si vede benissimo che è un attore con su una “semplice” tuta.
Solo che non lo faccio perché la meraviglia vive potente dentro me
Sì ma io me lo vedo lolly mentre guarda il film a 6 anni, durante la scena in cui lo sceriffo butta il “mangime” per lo squalo e questo esce a un centimetro dal suo naso, “eeeeh ma che pupazzo fintoo!!! -.-”” (faccia di sufficienza di lolly) ”
…sticazz mi consenta
quartiere Trieste is in da house!
Roma nord raprezentz!
No no io proprio all’africano: Via Tripolitania, quando a Villa Chigi non potevi passare perché si facevano le spade 24-7, la Sedia del Diavolo ancora faceva paura tutta buia come era e Ponte delle Valli pareva Fuga da New York.
Non esiste bagno al mare che faccia senza che mi torni in mente, e mi turbi.
Non so quanti film “Horror” abbiano avuto un tale potere psicologico. Probabilmente zero, e questo mi basta per fare de lo squalo uno dei miei film di tensione preferiti di sempre. E ribadire che steven spilberg sarà anche tutto “commerciale” e “mainstream” e altri termini che vanno di moda tra i giovini facenti parte della macrocategoria degli “alternativi” ma come regista apre il culo ai passeri.
Ti lamenti di spielberg? E allora sei uno di quelli che si merita Michael Bay.
Sono contento di constatare che non sono l’unico a pensare allo squalo ogni volta che entro in acqua! E sono daccordo con Steven, da genovese pensare allo squalo nel mio mare è un automatismo.
A lolly posso dire di andarsi a rivedere un pò la filmografia di spielberg perchè ha tralasciato una decina di capolavori (se mi passate il termine).
aaaaahhhh!!! uno squalooooo!!!!
tan-tan-tan-tan-tan-tan
(tanti auguri, capolavoro)
Spielberg è il regista, secondo me. Una quantità esagerata di film che riesce ad unire racconto, avventura, emozioni, tensioni, spettacolo in una forma facile ma mai banale. Spesso non gira da queste parti, ma quando lo fa…., ma i suoi film raramente deludono
Amen
Spielberg ha girato 3 film che hanno in quell’argomento trattato la loro massima espressione e quindi punto di riferimento,secondo me sintende. Lo squalo= squali,Jurassic Park = dinosauri,I predatori dell’arca perduta = Avventuriero. Prendete un qualsiasi altro film che tratta di queste cose e alla fine quei 3 film son sempre la meglio cosa. Poi beh,ci sarebbe anche Incontri ravvicinati = contatto umani alieni,ma li ci sta un sacco di roba anni 50 che ancora devo vedere,per non parlare di E.T. L’ho già detto che Spielberg è uno dei più grandi calcisti di sempre si ?
Grandissime recensioni! Due cose ispirate dal delizioso video, se mi consentite: ma che film erano candidati quell’anno?! E poi: sbaglio, o uno degli amici di Spielberg è nientemeno che Joe Spinell?
“Comunque… avevamo consegnato la bomba…”
bellissimo. Poi dite quello che volete sull’apparizione finale di bruce (e ma si vede che è finto…) intanto però prima le mutande ve le siete sporcate ;)
Belle recensioni, grazie.
Chissà se qualcuno lo farà al cinema…
A me da bambino (ma pure oggi) spaventava PROPRIO che lo squalo sembrasse di gomma, soprannaturale, alieno, senza vita, una specie di creatura zombi degli abissi, puro male incarnato. Negli squali dei film successivi, realizzati con effetti più realistici, questo senso di terrore puro si perde, perché in qualche modo se ti sembra un animale vero di questo mondo l’effetto documentario stempera un po’ la paura. In Jaws invece è proprio un Mostro, non un animale. Le prime volte da piccolo la scena in cui divora Quint non riuscivo a vederla tutta senza mettermi una mano sugli occhi, “pupazzone ridicolo” ma proprio per un cazzo.
Capolavoro assoluto senza se e senza ma.
27 anni. Come fai a girare un capolavoro del genere a 27 anni? E Duel a 24 se non sbaglio.
Quando poi senti qualche coglione che snobba Spielberg ti sale il crimine, giustamente
Salsa Shark: Jaws in Clerks.
https://www.youtube.com/watch?v=hLymkJ2UF10
Capolavoro. Visto AL CINEMA da ragazzino (già cinefilo) e niente palle: lo squalo era fatto bene e molto più realistico di tanta CGI dei nostri giorni. Chi dice che a sei anni già notava che era un pupazzo di gomma o è uno sparapalle o (sarò buono) ha solo poca memoria.
Mortacci sua la prima volta che l’ho visto non ho fatto il bagno tutta l’estate.
Affanculo squalo del cazzo visto con gli occhi di un bambino.
Ho dovuto nuotare (a 29 anni) con dei pinna nera prima che mi passasse del tutto la paura.
Scusate il ritardo!! Ogni volta mi fate venire la fotta per rivedermi i film!!
Complimenti per la bella double-review innanzitutto! Appassionata ed interessante! Mancava visto il pezzo dedicato al fantastico monologo di Robert Shaw, scritto da Milius..
Non serve che aggiunga niente a tutti quelli che hanno onorato negli anni questo grande film.. Ma una cosa Letta nei commenti mi aveva colpito: lo squalo si vede che è un pezzo di gomma fin da subito (o una roba del genere)..
Io il film me lo sono rivisto adesso, in blueray! Sarà anche la versione restaurata, ma io nemmeno per un secondo mi sono accorto del trucco!! Giusto un pochino sul finale, quando Spielberg lo sbatte fuori dall’acqua (che prima ha sempre camuffato) e forse nel movimento un po’ innaturale che fa quando mangia l’uomo sulla barchetta nel canale.
Ora ripeto: io il film l’ho appena rivisto, per l’ennesima volta, ed un po’ di occhio distaccato qua e là me lo son fatto scappare, ma di questa palese finzione di cui si parlava io non vi ho trovato traccia!
Per il resto il film non molla la tensione un attimo e mi ha tenuto incollato dal primo all’ultimo minuto, pur ricordando quasi dettagliatamente ogni scena. Vorrei vedere le reazioni del pubblico del ’75!!!! Poi massimo rispetto per l’occhio bionico di chi ha visto palesemente un pupazzo di gomma…
PS: dimenticavo! Per me questo Squalo se maggna in un boccone gli squali digitali di Blu Profondo!! Pur apprezzando il divertente film di Renny Harlin (Valverdiano di ferro..), ma qui si gioca un altro campionato..
1000 motivi per amare questo film che mi ha accompagnato fin da quando era un bambino.
Cito solo un aspetto che considero una prova di maestria: tutto il secondo tempo e’ ambientato sulla barca (3 uomini in barca), un ambiente ristretto che Spielberg dilata fino a renderlo immenso, mentre cielo e mare al di fuori della barca appaiono chiusi quasi a intrappolare la barca stessa. Jawas e’ innanzitutto un capolavoro di regia e di tensione.
Che è uno dei film della vita lo avete già detto. Aggiungo solo che ieri sera l’hanno dato su Retequattro, ovviamente l’ho rivisto, e stamani scopro in ufficio che l’hanno visto TUTTI. Compresa gente che nel 1975 sarebbe nata 6 anni dopo.