L’avete capita, sì? Dico, quella del titolo… È raffinata, dai su, che ci arrivate.
PENSIERINO: La Georgia
La Georgia è uno stato che ha lo stesso nome dello stato della Georgia che è in America. Ma non è in America. Perché infatti se guardate bene la Georgia è più vicina alla Russia. Che con l’America la Russia non va d’accordo e infatti c’è stata quella cosa chiamata Guerra Fredda. E magari è successa perché entrambi avevano uno stato che si chiamava Georgia e non si mettevano d’accordo su quale fosse l’originale. Come io che bisticcio con il mio amico Darth che c’ha il Patek Philippe e si vanta e anche mio zio ce l’ha ma solo che mio zio l’ha pagato 200 euro su Polsodiprestigio.com e Darth dice che più che un Patek è una patacca. Chi abita in Georgia si chiama georgiano e solitamente ha i baffi e i capelli neri. In Georgia si producono due cose: i dittatori che poi diventano i cattivi di Splinter Cell e dei prodotti di panificazione che vengono serviti con il formaggio e il burro fuso. Quest’ultima cosa la so perché me l’ha detta il mio amico Luotto che c’è andato a viverci per qualche mese ma poi basta e mi ha portato la grappa di nome Chacha che si chiamava come un idraulico sovrappeso: Badaloni. In Georgia la gente è povera che vuol dire che, come dice mia mamma, “non arrivano alla quarta settimana”. Per questo rubano, uccidono e fanno male alla gente. Perché sono poveri. E i poveri sono cattivi. Invece mio zio non è cattivo e mi porta sempre un regalo dalla Thailandia dove va tre volte all’anno “A fare caccia di animali di piccola taglia” come dice lui ridendo. Il che dà ragione a me e la mette in saccoccia a quell’invidioso di Darth.
Landmine Goes Click ha un innegabile pregio: un cast pieno di gente che fa -schvili di cognome. Il che è una cosa che a me ha sempre fatto ridere parecchio. E mi ha sempre fatto ridere anche la vodka Slivovitz. Ciò detto, Landmine Goes Click è un film che, a partire dalle premesse, potrebbe avere parecchie frecce al proprio arco con cui intrattenerci.
Landmine Goes Click (da ora soprannominato Gimmick: The Movie) parte da una premessa molto semplice. C’è un uomo su una mina che non si può muovere. C’è una donna che tiene a lui che cerca di aiutarlo. C’è un matto che si approfitta della situazione. Il tutto declinato secondo il decalogo del GRANDE MANUALE DEL GIOVANE FILMMAKER POSTSOVIETICO™:
1) Matti folkloristici
2) Tanto verde
3) Residuati bellici
4) Ampio uso di una lingua sconosciuta e non sottotitolata che dice cose tipo “Kiriet ambarabadiu Alisha sebetz?”
5) Canottiere sporche
6) Cani dal cranio piatto e dall’occhio vacuo ma incattivito
7) Roulette russa
8) Più matti folkloristici
9) Un’idea buona e tutto il resto di conseguenza
10) Stupri
E lì si ferma. Il regista, d’altro canto, l’ha ammesso più che candidamente. Come ci riporta il sommo capo Nanni Cobretti che tutto sa, tutto può e tutto stringe nelle sue possenti mani, il buon Levan Bakhia, regista qui alla sua seconda opera, ha avuto un’idea (mina, uomo su mina, uomo su mina che non si può muovere) e da lì c’ha fatto il film intorno. L’effetto polistirolo si vede tantissimo e a metà della prima metà (perché sono due, ma ne parleremo dopo) ci si è già annoiati tantissimo. Il film, d’altro canto, è costruito sulla struttura del rape & revenge, qui però applicata didascalicamente:
– metà film ci porta al rape
– l’altra metà (un po’ meno), al revenge.
il tutto però gestito su un’ora e mezza di film di cui il primo blocco è una sorta di puntata insistita di Colpo Grosso dove, ogni 10 minuti, compare una scritta al neon che recita “Meno venti allo stupro”, “Meno diciotto allo stupro”, “Meno quindici” in un conto alla rovescia così mesto da far sembrare il capodanno di Rai1 un tripudio di suspence. E senza Smaila che porta la neve.
Che Bakhia ci puntasse tantissimo sulla scena di violenza carnale lo dimostra la lunghezza della scena stessa che va a durare quasi 4 minuti con momenti di ralenty ma a camera fissa. Che uno dice “anche meno”. A tutto questo segue la seconda parte del film, quella dedicata al revenge, che in Gimmick: The Movie, poteva avere anche un suo senso, se non altro per l’effetto “ribaltamento”. E invece puppate la fava.
Il momento Haneke è una pedissequa riproposizione a parti invertite di ciò che abbiamo visto, con pochissimo pathos aggiuntivo se non che stavolta si urla “SHAT THE FAK AP” anziché “SHUTA THE FUCCKU UOP”. Le idee sono al minimo e il finale sembra messo lì giusto perché c’è bisogno di un minimo di morale. Un film lento. Molto. Con pochissime idee e puntellato a morte su un’intuizione bella ma incapace di reggere un intero film.
DVD-Quote Suggerita
“Meno ce n’è e più si spalma”
Anastasio Miike, Le Quattrocento Pedate“Troppo rape. Poco revenge. E niente Smaila.”
Bongiorno Miike, i400calci.com“Gimmick: The Movie”
Nanni Cobretti, i400calci.com
L’unica cosa valida è un’idea rubata paripari da un altro film…..non male
Mi ricordo una puntata di MacGyver in cui uomo su mina veniva risolto incastrando un rametto tra il corpo della mina ed il bottone dell’innesco.
Era proprio McGuyver che ci finiva sopra e risolveva con un rametto incastrato nel meccanismo a pressione e un filo di lenza per farlo rimanere teso:D
In una puntata di MacGyver ci stava la macchina col radiatore bucato,MacGyver ci mette un uovo dentro,l’uovo bolle e và verso l’esterno a tappare i buchi nel radiatore,fantastico,indipendentemente dal fatto che sia una stronzata o no…, fantastico.
Praticamente il remake exploitation di No Man’s Land, pare di capire.
…
…
…
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!
[ho capito la battuta]
Qualcuno ha detto “No man’s land?” :D
Penso che il rapporto uomo/donna/bombazza venne perfettamente rappresentato in PVC-1, la mina a frammentazione presente in landsmine etc etc in confronto è una chacha
Che per quanto mi ricordo possa entrare nella rubrica “arca rissa” , se non c’è già finito.
Un solo appunto: lo Slivoviz non è una vodka, ma un’acquavite di prugne più simile alla grappa. Questo perché sennò i miei amici croati si incazzano…
Cordialità
Attila
Un solo appunto: non sono prugne, sono sloes. Non so come si chiamano in italiano ma servono anche per fare lo sloe gin. Tutta roba buonissima.
In Italiano gli sloes dovrebbero essere i prugnoli. Ossia i frutti del “prugno spinoso”.
P.s. Wikipedia dice che “[…]sono utilizzati in alcuni paesi per produrre bevande alcoliche (in Inghilterra lo sloe gin, in Navarra, Spagna, il patxaran, in Francia la prunelle, in Giappone l’umeshu ed in Italia il bargnolino o prunella)”
si chiamano ramassini.
Si chiamano bargnoli
si chiamano al telefono
Susine selvatiche? In Toscana i prugnoli son funghi.
Assomigliano al mirto…
Le nespole sono il revenge.
Tutti a parlare di prugne, ma la battuta del titolo qualcuno cortesemente la puo’spiegare???
io per non fare brutta figura ho abbozzato un sorriso di circostanza e mi sono allontanato furtivamente…
Georgia on my mind e’ forse una delle canzoni piu’ famose di Ray Charles, ma che veramente dovresti conoscere anche solo per averla sentita in qualche pubblicita’ a caso.
Ho letto “Troppo rape”. Troppo rape ??? Ma il rape non è mai troppo !
rispetto al revenge.
Sì, ho capito ma io voglio dei film con 95 minuti di rape e solo 5 minuti finali di revenge.
devi andare su youporn allora
Sono andato ma lì mancano i 5 minuti finali di revenge.
Se vuoi troppe rape devi andare dall’ortolano…
Sì ma non ho capito. Finché si tratta di omicidi, torture, sventramenti vari che si vedono a pacchi nei film calcisti allora tutto va bene e non ne avete mai abbastanza. Invece difronte agli stupri scatta l’indignazione. Perché omicidi, torture, mutilazioni non danno fastidio quanto uno o più stupri ? Non vorrei che fosse per la componente sessuale.
Ma perché se leggi “troppo” la devi vedere per forza come indignazione? E’ un ingrediente, e gli ingredienti vanno dosati. Neanche un mese fa ad esempio recensivo I Spit On Your Grave 3 e mi lamentavo del problema esattamente opposto.
Ma se mi dici che uno stupro dura troppo vuol dire che ti ha dato fastidio vederlo.
Poi dipende da cosa si giudica con quel troppo. Se si giudica la bellezza, il “troppo bella” rivolto ad una ragazza non è leggibile come indignazione. Il troppo riferito alla lunghezza di uno stupro lo è eccome, perché lo stupro comporta violenza sessuale, quindi ha una morale e una psichiatria sottostante. Tutte cose che nei film di botte come The Raid non saltano fuori: nessun appassionato (per citare la tua recensione su ISOYG3) si lamenta che “le scene erano troppo violente”. Anzi, tutti spettano di vederne ancora.
Nell’altra recensione infatti parti con la tipica domanda: chi vuole vedere film del genere (cioè film di stupri) ? E anche se con la risposta fai un discorso interessante è la premessa stessa che riconduce al punto di cui sopra: tratti quel pubblico come gente malata, infatti li avverti che rimarranno a bocca asciutta. Ti chiedi quindi in cosa quel pubblico è diverso dagli altri. Come se fosse diverso da chi guarda film di morti viventi che mangiano vive le persone o film con sventramenti tipo Al’interioeur o film come questo: https://www.youtube.com/watch?v=HUqpw2USbkM . Deve piacerti, questa roba. E allora non capisco perché la passione per gli stupri debba essere indagata e pesata diversamente dal resto dei crimini ben più gravi (sul piano psichiatrico) esistenti nel cinema di menare (vedi Splatters linkato sopra). Cioè a me fa riderissimo uno che si “indigna” per un rape chiamandolo “questa roba” e poi si spara Splatters o la filmografia di Gordon pensando di essere “normale”.
“Ma se mi dici che uno stupro dura troppo vuol dire che ti ha dato fastidio vederlo”
No, vuol dire che come elemento e’ squilibrato rispetto al resto. Lo si puo’ dire allo stesso modo di un dialogo che dura troppo e sballa il ritmo del racconto, per esempio.
E nella rece di ISOYG3 se ci fai caso 1) mi butto esplicitamente in mezzo ai potenzialmente interessati e 2) il discorso del chiedersi chi sono gli appassionati del genere e’ puramente finalizzato al fatto che il film poi fa tutt’altro e si concentra su aspetti apparentemente dissonanti, ovvero le pippe etico-moralizzanti. Serve a chiedermi, insomma, perché nel momento in cui mi si promette del voyeurismo il film in realta’ si concentri sul morale/sociale e stimoli i sensi di colpa invece che accettare la sua inevitabile natura.
Ahhhh… Ok, ok. Avevo frainteso io. W il rape duro e massiccio.
@Chinoppi Se tu volere tanto rape, tu deve avere tanto orecchiette.
…genio!