Via il dente e via il dolore: a me l’operazione Sharknado non è mai piaciuta.
“Ma come, Miike? Non eri uno di quelli che twittava come un matto durante la 400tv dedicata proprio agli squali volanti?”
“Mi ricordo di averti sentito una volta dire “SqualiFicato!” e nella tua voce c’era tutto meno che astio”
“Miike, Martyrs è un capolavoro perché…”
Fermi. Tutti. Un. Attimo.
[Questo è il momento in cui tiro fuori un concetto complesso che necessita di uno sforzo ulteriore per essere colto. Pregasi di mantenere l’attenzione oltre la soglia “Tette grosse”].
Trovo che nel caso dei film Asylum si debba fare una scissione tra quella che è “l’operazione” e quello che è “il risultato dell’operazione”. L’operazione è quella che si vede a sinistra dei due trattini che definiremo, per comodità, “il segno uguale” (=). Il risultato è quello che viene dopo tale segno. L’operazione Sharknado (ovvero la serie di addendi che gli amici di SyFy hanno posto uno di fianco all’altro per ottenere il risultato) non mi è mai piaciuta. Il risultato, inteso come quello che tale somma di addendi ha portato sullo schermo, non è stato tanto terribile. In cosa differiscono l’uno dall’altro? Nell’intenzione. Sì, perché se da un lato abbiamo la programmatica scelta di realizzare un film con un tasso di consapevole (e colpevole) sciatteria produttiva atta a scatenare i lolloni nel pubblico, dall’altro abbiamo un film che – forse involontariamente? Chi lo sa! – si è rivelato sorprendentemente digeribile. Per dire (e per puro gusto personale), a Iñárritu con Revenant il numero non è riuscito altrettanto bene. A dimostrazione che dal letame non per forza nascono i fior. Ma qui mi fermo perché di nuovo sento fischiarmi gli schiaffi a un centimetro dalle orecchie e non vorrei che prima o poi aggiustaste la mira.
Dead 7, ultimo film firmato The Asylum, non si discosta molto dalla linea “Sharknado”: probabilmente finito il filone aurifero degli scontri alla Rampage e avvertita un po’ la pesantezza di dover per l’ennesima volta cercare un cast che non facesse sfigurare Tara Reid, i nostri producer preferiti hanno pensato bene di cercare un nuovo filone nella stessa miniera aurifera chiamata “Prendere personalità improbabili del passato e infilarli a forza in un contesto di cinema di genere”. E dato che potrebbe valere la pena anche svecchiare un po’ il target di riferimento (magari perché i trentenni di oggi stanno un po’ iniziando a vergognarsi di ciò che si sono buttati giù a forza di “ironia post-moderna”), stavolta le personalità coinvolte arrivano directly from the Millennium Bug. Nello specifico stiamo parlando di “quelli che solitamente non ti ricordi delle boyband anni ’90”.
Joey Fatone e Chris Kirkpatrick degli *NSYNC, gli O-Town in blocco, Jeff Timmons dei 98 Degrees, Howie Dorough, A. J. McLean dei Backstreet Boys e poi la vera stella: Nick Carter (sempre dei Backstreet Boys) che, essendo il nome più noto in cartellone, firma anche soggetto e sceneggiatura. E ci piazza di forza la moglie nel cast. Dirige lo sconosciuto Danny Roew, il quale si deve trovare a che fare con il delirio post-peperonata di Carter. E visto che Carter, oltre a essere un HUGE horror fan (in maiuscolo), ha sulla coscienza il primo regista che si è avvicinato alle sue opere, credo che Roew abbia deciso di prendere lo script per come era, senza apportare modifiche, giacché scrivere e tenersi contemporaneamente le mani piantate in tasca è difficile.
E quindi eccoci proiettati mondo post-apocalittico in cui, dopo un’invasione zombie (chiamati qui sempre con il termine di copperhead) probabilmente generata (forse sì? Forse no? Questo punto ancora mi rimane oscuro) da tale Apocolypta, mambo vudù con una brutta raucedine che vive all’interno di una gigantesca statua della Madonna situata su una montagna, la gente ha deciso di punto in bianco di trasformare i denti in valuta corrente e vestirsi e atteggiarsi come nell’antico West. Tutti? No, solo alcuni. Altri invece sembrano tipi alla mano usciti l’altro ieri dalla provincia americana dove l’ipertrofia dei pettorali è ancora considerata un valore etico. A fronte di tutto questo, un manipolo di sette eroi usciti direttamente da un arcade anni ’90 (il grosso e forte, il ninja veloce che si chiama Komodo, come un mobile Ikea, il cecchino che combatte dalla distanza, il bello che fa un po’ di tutto, molto livellato, adatto a chi approccia per la prima volta il gioco) si riuniscono alla ricerca di tale Apocolypta per terminare l’invasione. Si pregano le persone che hanno anche solo pensato a Sturges o a Kurosawa di abbandonare la sala.
Come potete notare, negli 883 caratteri che compongono la descrizione della trama qui sopra, ci sono così tanti MACCOSA che anziché sospendere l’incredulità sei proprio costretto ad appenderla per i piedi su una distesa di cocci di bottiglia se vuoi che collabori.
Orbene, com’è Dead 7? Onestamente? Davvero davvero?
Non è male.
Sorpresi? Io no. Accettata l’assenza di qualunque tipo di coerenza e logica e concentrandosi esclusivamente su quello che si vede, il risultato è, se non altro, gustoso. Esattamente come ci si potrebbe aspettare da un cast di non professionisti, l’overacting è lo standard: si va da A. J. McLean che ripropone in maniera pedissequa e imbarazzante il Joker di Ledger (e ci mette così tanto impegno nel farlo che ho l’impressione che quella caratterizzazione gliel’abbiano concessa perché li ha sfiniti di richieste), alla versione Lidl di Bradley Cooper fino a giungere a Joey Fatone che prova davvero a metterci un po’ del suo, facendo, alla fin fine, un gran figurone.
A questo si deve aggiungere la presenza di più di un’intuizione registica che, per una volta tanto, non è finalizzata alla produzione di meme ma a fare del cinema, o almeno qualcosa che ci si avvicini. Ed è appunto in questo – nell’intenzione – che Dead 7 si discosta da Sharknado: al netto della CGI un po’ scadente (di cui però non si ha mai un reale abuso) e di alcune linee di dialogo incomprensibili se non al proprio creatore (tra cui la comparsa nella colonna sonora di brani di quel pop là che sono riusciti pure a farci rimpiangere con questo pop qua), Dead 7 regala 87 minuti di totale, assoluta, innocente spensieratezza. Un videogame, per l’appunto, in cui la storia è un puro pretesto per far vedere teste che esplodono e trucidate varie ma che ti fa venir sempre voglia di inserire quella monetina per continuare e vedere come va a finire.
DVD-Quote:
“Parecchio sotto ai Magnifici Sette. Ma tanto sopra ai Fantastici Quattro”
Bongiorno Miike, i400calci.com
dvd quote genialissimo :D
PS: seriamente, che gran pere ha la tizia in canotta nella foto? :o
ci tengo a dire che l’ipertrofia dei pettorali non è un valore da denigrare a prescindere. The Rock ? Buono. Gli altri coatti del wrestling ? Male. Protagonista del film ? Buono. Il prossimo Baywatch (ma pure il vecchio)? Buono, infatti c’è sia the rock sia la Daddario.
scusate ma dopo la prima foto del cast la mia mente ha iniziato ad orbitare attorno alle tette di Carrie Keagan e non ho capito piú un cazzo.
Che ficata, c’è pure Bud Spencer.
Lamadonna.
Pur non essendo #teamtette rimango sbalordita anche io dalla signorina.
Ma attendo passaggio su Rai4, tipo U.U
…ceeeeeRRRRRTo cheèlui!!!
(scusate, non ho resistito)
è un’accozzaglia di idee talmente assurde e ignoranti che mi ha stregato. Già mettere insieme i più derelitti delle boyband anni 90 è qualcosa di insensato, una specie di avengers degli inadeguati, aggiungere il west e gli zombie a caso poi è sublime; diventa una specie di musical weird western ma anche cinema cazzone e di riscatto. Plauso alla botta che si son fatti per tirarlo giù e alla realizzazione media. Si vede già dal trailer che si son divertiti e che fa divertire
Riflessione a margine: mi son sempre chiesto come fosse possibile che noi calcisti, uomini violenti e disgraziati, avessimo comunque come patrimonio culturale le b band anni 90. E no, non negatelo e dico pure a voi che ascoltate musica di andrea volpe o musica per farvi prestare le dispense di scienze politiche, son disposto a scommettere che più o meno tutti conosciate 1 tizio del film o che qualche pezzo/ritornello della loro froceria anni 90.
Cosa sarà stato? avevamo una sorella che ci lessava i coglioni coi take that? eravamo gay? eravamo spugne pronte ad assorbire tutto? Mah
Altra cosa che mi chiedo è, come è possibile che io conosca i 1D e le loro canzoni, a parte la speranza di entrare in un giro vorticoso di 19enni disinibite che si scambiano le playlist di spotify? Come è possibile che anche alcuni redattori e altri calcisti parteggino per loro? perchè le fans dei 1D shippano la relazione omosessuale tra due dei loro membri? perchè tifano per l’inculata, cosa ci guadagnano?
c’è una qualche correlazione tra boyband e calcismo? a quali poteri forti non conviene che sia fatta luce?
Forse proprio perché abbiamo avuto le boyband anni 90 che siamo diventati calcisti.
O almeno è una delle motivazioni per vedere gente ammazzata male.
A me le boyband anni 90 mi hanno sempre fatto cagare. Merda assoluta.
Io classe 84. Conoscevo tutte le boy band (erano gli anni di MTv, che non faceva solo quella bomba che era Brand: New, quindi la roba ti entrava in testa), le ho viste nascere, ho visto le mie amichette impazzire per Nick carter dei BSB…ma non ricordo nessun mio coetaneo, più o meno cazzuto, esprimere nemmeno una parola di apprezzamento (pur essendo chiarissimo a tutti noi che loro, a differenza nostra, scopavano), nemmeno un pensiero. Non vorrei fossimo stati troppo duri noi (che però si faceva il liceo classico e non si era metallari) ma quando poi arrivarno i Linkin Park furono (giustamente) definiti con sprezzo “i backstreet boys del nu metal”.
A 12 anni era già assolutamente chiaro a me e tutti i miei amici (N.B. e la chitarra elettrica la presi in mano a 14) che questo tizio (https://it.wikipedia.org/wiki/Kevin_Richardson) è La Sfiga.
Quindi Steven boh, forse hai qualcosa da confessare…
“Parecchio sotto ai Magnifici Sette. Ma tanto sopra ai Fantastici Quattro”
Evabbeh, ok! Come dire “non alto come Shaq ma comunque più alto di Peter (tistimiamoapalla) Dinklage”.
Anchio sono anda a cercarmi il nome della tizia che porto a spasso quelle poppe (come il Jimmy bobo di questo mese). Carrie Keagan alle nomination come miglior gnocca!
Ma Nick Carter non era un personaggio di Bonvi?
Domanda – ma sara’ stato fatto anche per richiamo a questo: http://trailers.apple.com/trailers/sony_pictures/themagnificentseven/ ?
brava Carrie Keagan. Brava
Avranno quasi sicuramente pensato a l’ Asylum;
“Solo noi, solo noi, Lara Croft ce l’ abbiamo noi.”
(Dai sorrisetti parrebbe)
Miike scusa un passaggio non mi è chiaro, non ho ben capito l esempio fatto col film di Inarrutu.
Beh, ammetto che su “…la versione Lidl di Bradley Cooper..” ho avuto attimi di commozione pura… xD!
Oddio Carrie Keagan mi ha rovinato la giornata. Non riuscirò a pensare ad altro.
Sono rimasto ipnotizzato da Carrie Keagan…
La rivalutazione delle boy bands, in realtà, era iniziata nell’ultima scena di “Facciamola Finita”.
Stavo per dire che tali film sono la giusta espiazione per chi abbia fatto parte, ascoltato, gradito e peggio ancora acquistato qualunque cosa abbia a che fare con una boy band.
Poi ho visto le tette della tipa, e ancora una volta mi è stato chiaro che viviamo in un mondo senza giustizia