Bentrovati! È un po’ che non ci si vede e spero di trovarvi tutti bene. Torno con un film da eccezione meritevole, per riacclimatarmi dopo la lunga assenza e questo heist movie capita a proposito
Che poi “l’eccezione meritevole” per me tendenzialmente non comprende il film di rapina, che trovo sempre un po’ nelle nostre corde. Un film d’azione per me, vi spiego, non è definito puramente dalla spettacolarità delle azioni stesse ma dal fatto che è un film in cui il senso, che può essere anche profondo, è definito dall’azione più che dai dialoghi; dalle azioni, dal senso di queste azioni e dal ritmo con cui avvengono. Unito alla tensione, che poi è necessaria a tutti i generi che trattiamo.
Un film su un colpo è per forza “d’azione”, perché è per forza di cose la pianificazione ed esecuzione precisa di azioni compiuta da una squadra sotto pressione, come una swat o un commando che però (di solito) non spara. A quel punto però sparare o meno è solo una questione di rumore ed è troppo accessoria per costituire i termini dell’eccezione o meno.
In Logan Lucky abbiamo un team di derelitti che organizza un’evasione (quindi, oh, è anche un jailbreak movie) al fine di mettere su il team giusto per compiere una spettacolare rapina ai danni di un circuito della NASCAR a Charlotte (e questo è l’ heist movie vero e proprio) compiuto il quale deve ritornare in prigione per avere un alibi perfetto (e qui non lo so che è, un reversal-jailbreak-movie immagino). Abbiamo tre digressioni di genere in un film, tutti basati sul pianificare cose rocambolesche ed eseguirle per mezzo di un team di disadattati. Un picaresco Ocean’s Eleven dei miserabili ai danni degli insopportabili, insomma, e per me è meritevole e non un’eccezione, Vostro Onore.
Soderbergh è uno dei secchioni più bravi della sua generazione in patria, non mi sarei aspettato nulla di meno da uno che a quattordici anni scriveva alla Universal se gli facevano girare Lo Squalo 2, effettivamente. Con gli heist movie si è costruito una rispettabilità autoriale pur facendo film di genere, perché “il genere” lo capisce fino in fondo e cerca di non banalizzarlo mai. In questo Logan Lucky arriva a una maturità nella sua gestione del “racconto di rapina” a cui puntava da tempo, da Ocean’s Eleven almeno, creando un film molto sofisticato nei registri e nella gestione minuziosa di tutto ciò che è in scena e delle scene del film. Forse, con un understatement voluto ed esibito, Logan Lucky è un film che può deludere le aspettative ma è sicuramente un film pensato con grande cura.
Dico understatement perché non ci sono tattiche da Mission Impossible, battute fulminanti, inseguimenti spettacolari, personaggi esagerati e montaggio da capogiro su una colonna sonora trascinante. No: c’è una comicità sottile, sordinata fino al deadpan, un piano conciso e plausibile eseguito con esilaranti sbavature, una colonna sonora che rimane perlopiù nelle nostre teste suggerita dalle magliette di Bob Seger e Charlie Daniels’ Band che indossano i protagonisti e il montaggio/regia sono così controllati e attenti a farci vedere o rimanere in testa solo quello che serve, quando serve, che non ci si accorge nemmeno di essere andati da un punto all’altro della storia. Le uniche concessioni al “sopra le righe”, ma proprio per fare da diversivo all’estremo controllo del resto, sono alcune situazioni che riguardano il galeotto Joe Bang e la protesi del taciturno personaggio di Adam Driver.
Come dicevo può deludere le aspettative di chi si aspetta un nuovo Ocean’s Eleven, quel ritmo, quella coolness divertita. In una brillante meta-battuta del film il colpo viene infatti definito dal telegiornale come il “colpo Ocean’s Seven-Eleven” per come anche la dimensione dell’impresa criminale e il suo teatro sono ben più umili e sottotono dell’heist movie per eccellenza dei tempi recenti. Però è un bel film, che si presta a più visioni per capire tutta la vicenda, con personaggi interessanti interpretati da attori bravi e ben diretti, con un uso di accenti e giochi di parole che invita (e io con lui) a vederlo in lingua originale.
Logan Lucky è un film che inizia quatto quatto e con le aspettative medio-basse e senza esagerare, senza trucchetti, ti fa ritrovare a fine film che tutto è filato come un missile e probabilmente sei tutto contento. Oggi, AD 2018, una perizia del genere nel fare i film (che piaccia o meno il film) è un dono di pochi e Sodebergh a furia di perdere le diottrie sui suoi maestri è arrivato in quella zona di padronanza del mezzo cinematografico propria di questi.
DVD-Quote suggerita:
“Ocean’s Seven-Eleven” – L’annunciatrice del telegiornale
“Oggi, AD 2018, una perizia del genere nel fare i film (che piaccia o meno il film) è un dono di pochi e Sodebergh a furia di perdere le diottrie sui suoi maestri è arrivato in quella zona di padronanza del mezzo cinematografico propria di questi.”
Sottoscrivo.
Soderbergh per un bel po’ di anni mi e’ stato sulle palle, nonostante “Kafka” sia stato un discreto culto della mia tarda adolescenza (Kafka : Soderbergh = Poe : Corman) e gli riconoscessi qui e la’ qualche buon film.
Col tempo invece si e’ dimostrato un regista solido, in fondo molto piu’ sanamente americano (ma non cosi’ tanto hollywoodiano) di quanto l’arietta intellettuale che lo circonda lasci trasparire. Insomma, non girera’ mai un capolavoro e forse neanche un gran film, ma i suoi film sono quasi sempre buoni o vedibili.
A proposito: “Knockout” come prototipo della moda degli action “alla John Wick” che attualmente sembra prendere piede?
Concordo: Soderbergh e’ un bravissimo mestierante, non ha nessun guizzo e forse e’ per questo che i film cosiddetti di cassetta gli vengono cosi bene. Perche’ e’ un manierista, conosce le regole del gioco e le mischia a piacimento, senza mai strafare.
Il dramma viene quando si mette in testa di fare film d’autore, e allora li’ raggiunge livelli di NULLA senza paragoni (sto pensando a quelle ciofeche di Traffic e Erin Brokovich).
Io gli affiderei un film del DC universe, finisce che finalmente si trova la quadra tra divertimento e non insultare l’intelligenza del pubblico over 12 anni
Ma concordo fortemente, forse sarebbe davvero la svolta.
Concordo appieno con la recensione: Soderbergh lavora in un territorio a lui familiare (Out of Sight e’ un altro ottimo esempio del genere, un film che riguardo sempre molto volentieri), ma senza strafare o cercare di cambiare le regole del genere. Film frutto di grande maestria e conoscenza della materia. Ho trovato gli attori ben diretti e in parte. Da parte mia, film piu’ che promosso.
Scsuate portate pazienza ma io sto fil dove lo vado a prendere?
scritto di fretta al lavoro, scusate gli errori grammaticali, ma non si può modificare un messaggio? o rimuoverlo?
Parlando di eccezioni meritevoli, consiglio Borg McEnroe: non si spara MAI, si insegue al massimo una pallina ma è calcista lo stesso.
Borg McEnroe film gigantesco e bellissimo, tra i miei preferiti del 2017.
Non so se lo recensirei mai qui sopra però (ma forse perché di tennis non so un cazzo e scriverei boiate).
ci stava anche l’audace colpo dei soliti idioti
*Ignoti.
che ritorno di pregio, signora mia
finalmente i meandri del bar ce lo hanno restituito
Gay
stai buono te, cazzaro, che ancora ti sto aspettando
E’ guardabile, però tra questo clone coi redneck e l’Ocean’s originale sempre meglio l’originale. Inoltre, dopo quella bomba assoluta di The Knick (non avete visto The Knick o peggio non sapete cosa sia The Knick? Folli), da Soderbergh mi aspettavo molto di più.
degli stolidi, non “dei stolidi”
Secondo me e` almeno una decina d’anni (da quando ha smesso di fare le robe ole` ola` tipo Full Frontal e Bubble) che SS fa dei lavori incredibili.