Le cose come Velvet Buzzsaw esistono per un motivo e uno soltanto: dare a uno bravo il modo di fare quello per cui è bravo. Avendo visto Nightcrawler, ci possiamo ricordare che Dan Gilroy è bravo nella satira morbosa del meccanismo moderno, riassunta esclusivamente nel limite massimo in cui l’etica del lavoro possa spingersi nello sbagliato, e poi nello sbagliatissimo.
Ora, all’epoca Dan Gilroy era innanzitutto famoso per essere uno sceneggiatore, bravo ma non pazzesco. Più che altro aveva scritto, con Tarsem Singh, The Fall, un film famoso per i suoi voli stilistici. Poi quando Nightcrawler arrivò, la svolta: Dan Gilroy è un bravo sceneggiatore ma anche un bravissimo regista, tutto atmosfera e notti color porpora. Era il 2014, dopo ci fu un film di poco interesse con Denzel Washington, e poi questo, Velvet Buzzsaw, la sua commedia un po’ splatter. Torna Jake Gyllenhaal nei panni di un critico d’arte con la puzza sotto i suoi tanti nasi, in una storia che vede il mondo dell’arte moderna sconvolto dalla scoperta di quadri pazzeschi che piacciono a tutti, dipinti da questa specie di Vivian Maier della pittura, ma che sono pure maledetti e ammazzano tutti quelli che li comprano. Fine della premessa, fine del film.
Velvet Buzzsaw completa il giro inverso per cui il Dan Gilroy regista supera e scatarra su il Dan Gilroy sceneggiatore, qui lasciato in un angolo alle prese con battutine isteriche fantastiche e basta. La storia, lo sviluppo, la mitologia sono solo elementi abbozzati con la vaga idea di quel che sta succedendo e poco più, ma dopo? Da dove vengono questi quadri, c’entrerà mica il diavolo? Del passato punk di Rene Russo perché nessuno ce ne parla?
Insomma, c’è del divertimento. Una dose giusta di divertimento. Zawe Ashton è talmente sopra le righe che sono contentissimo di rivederla così in forma dopo l’adorabile Fresh Meat. E i momenti di sangue ci sono, funzionano anche, ma poi? Dan Gilroy, ma poi?
Jake Gyllenhaal nudo fa sempre la sua porca figura, senza dubbio, ma ecco il punto: siamo per l’ennesima volta davanti a una produzione Netflix che funziona per metà. La sensazione è sempre la stessa: la persona brava agisce con bravura su un testo scritto a metà, e tutti che lo applaudono, lo adorano, come l’arte di cui parla il film stesso. Ma basta un niente, una parola, per mandare tutto a puttane. Un recensione negativa, anche solo in parte, come questa, che effetto può fare? Quanti di voi che volevano vederlo poi non lo vedranno, ma quanti di voi che non sapevano cosa fosse ora lo guarderanno lo stesso. Jake Gyllenhaal, nudo, fa quello che faccio io, vestito, ma è superfamoso e influente. Dice merda e rovina la vita di un artista, si ritrova faccia a faccia con la bellezza e questa lo fa diventare pazzo.
Io vedendo Velvet Buzzsaw non sono diventato pazzo, né sono morto, né ho rovinato la carriera di Dan Gilroy. Però forse ci sono rimasto male, e queste lacrime non sono di tristezza, ma di compassione: quella per un regista che voleva fare il film su quelli come lui, ma invece che diventare mattatore è diventato inserviente, destinato a sbagliarsi e passare l’aspirapolvere sulle ceneri cinesi di Ai WeiWei, per poi fare spallucce.

Come viene scritta una recensione sul sito i400calci.com
DVD-quote:
“Ceci n’est pas un filmone pazzesco”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Filmaccio, noioso e sconclusionato. C`e` ben poco da dire: il film vuole essere tante cose diverse, ma alla fine non e` niente. Horror che non spaventa, satira che non graffia, mistero che non appassiona… 2 ore sprecate.
Allora passo.. Il film di poco interesse con Denzel a me era piaciuto abbastanza. Nightcrawler figata
Direi che funziona per un terzo. Più che per metà. Peccato davvero. Cast sprecatissimo, perché i personaggi non erano nemmeno male. Ma sviluppati zero.
Classico film Netflix: ben confezionato, tutto bello e al posto giusto ma senza anima. Comunque l’ho guardato volentieri.
Peccato davvero, perché se anche questo film di Gilroy non è un granché, dopo aver toppato abbastanza clamorosamente con Roman J. Israel, Esq. (tradotto con l’altisonante titolo di End of justice: Nessuno è innocente) con Denzel Washington, non so se aspettare con ansia il suo prossimo film o semplicemente scordarmi della sua esistenza…
https://vengonofuoridallefottutepareti.wordpress.com/2018/05/08/roman-j-israel-esq-piatto/
Questo film vorrebbe essere una vivida foto di LaChappelle che fa satira sul mondo dell’arte contemporanea, invece è un’immagine Stock con il watermark che fa niente. Uno spreco di soldi imbarazzante.
il classico film di merda di netflix.
ormai è un marchio registrato.
anche troppo tenero, jean claude.
sto film sembra girato da un principiante, e mi fa rivalutare in maniera negativa nightcrawler, che già mi aveva convinto a metà per la linearità della trama (in piu se mi dite che anche il film con denzel fa cagare mi tolgo ogni dubbio sulle capacità di gilroy). Stereotipi a manetta, satira scontata e per niente incisiva, parte horror vecchia dentro che non spaventa neanche da lontano, messaggio di fondo banale e mal raccontato. Mi vien da dire vaffanculo
Solita formula netflix: l’attimo prima un idea geniale o quantomeno che ti faccia dire “uhm, interessante”, l’attimo dopo un film brutto che piace solo agli adolescenti pubblico di riferimento per la piattaforma. Direi che possiamo dire che sono la definizione di “occasione sprecata”.
A quando un articolo su obiettivi, ruolo e conseguenze di Netflix in qualità di produttore di contenuti cinematografici?
Grazie :)
Finora sono stato di manica larga e bocca buona con i film Netflix, tanto stanno li aggratis a portata di divano. Ma questo no, ha irrimediabilmente sprecato tempo e connessione di mia proprietà con noia e cliche stantii, mi fa proprio dire “vaffanculo, se il film non passa per le sale cinematografiche non siete autorizzati a lavorare col culo!”.
Qualcuno mi spiega il personaggio di John Malkovich?
È l’artista convinto di poter fregare il sistema che si accorge troppo tardi che è successo esattamente il contrario, e che troppi compromessi hanno prosciugato la sua vena creativa.
SPOILER
Nel finale lo vediamo fare ghirigori sulla sabbia, con le onde che cancellano man mano il lavoro svolto. Dato il richiamo ai mandala di sabbia buddisti probabilmente rappresenta il ritorno alla purezza e alla gioia di una creazione gratuita e sorgiva, un finale conciliatorio dove l’Arte e l’Umanità possono trovare una nuova alleanza alla faccia del mercato cattivo e perverso.
Grazie, ma solo a me ė parso uno spreco?
Malkovich era già li a casa Netflix per girare Bird Box, gli avranno chiesto di girare due scene pure per questo…
Capolavoro! Grande recitazione bellissima fotografia, personaggi perfetti, spaventosissimo ho ancora gli incubi e ho buttato via tutte le immagini che avevo in casa e anche le pubblicità della Coop, Malkovich si mangia il film, il cyber hobo nell’immaginario collettivo supererà il Terminator di Arnie, le dotte disquisizioni sull’arte che deve essere pura e infatti l’artista nero torna al collettivo, insomma potremmo portarlo al cineforum e non sfigurerebbe di fronte a un Rosi! Applauso.
Film che insulta il genere, trattandolo con un’aria di sufficenza e snobismo e un’assoluta mancanza di rispetto che in confronto refn è corman
onestamente mi aspettavo di vederlo massacrato sui 400c a forza di capocciate con rotture multiple degli occhiali di gilroy
Mi ha abbastanza deluso. Piatto.
A proposito sono nuovo, è il mio primo commento, ciao a tutti!