Piace ai critici su Rotten. Piace (abbastanza) agli utenti di imdb. E chi sono io per pronunciarmi contro?
UN CITTADINO DI VALVERDE. Ecco chi sono!
Via alla stroncatura di Hunter Hunter. Sigla!
In questi anni abbiamo assistito all’assalto al cinema d’azione, d’exploitation, d’orrore e tutto quello che una volta era materia bassa e a Valverde chiamiamo “cultura generale”. Tutto quel modo di raccontare storie è diventato molto di moda e ciò che prima veniva realizzato in fretta e furia, con molta attenzione all’azione e agli eventi e meno all’introspezione, diventava un modo di fare introspezione. Quello che prima era raccontato senza perdere tempo si dilata e diventa rarefatto. Per un Refn che fa Drive c’è sempre un Refn che fa Valhalla Rising, per un Hereditary c’è sempre un Midsommar, per un The VVVitch o un Universal Soldier IV c’è uno di quei mille film d’azione pieni di intensità intellettuale che non vanno da nessuna parte e non sono né carne né pesce.
E per tutti questi tutti insieme, c’è un Hunter Hunter.

Quando una tagliola simile entra in scena è solo questione di tempo prima che si trovi il braccio che la riempirà
Nei boschi americani degli anni ‘80 c’è una famiglia che vive senza tecnologia moderna, come una volta. Solo per questo meriterebbe di essere sterminata e, pensate un po’, ci sta pensando un lupo. Cioè invece che avere una faida con un vicino di casa o un condomino, come tutte le persone dotate di senno del mondo, hanno una faida con un lupo, uno bello grosso. O almeno così credono. Perché a lungo il lupo non si vede e sono loro a dedurre che lui li abbia raggiunti, che sia tornato e sia lì per loro. Lo deducono da arti mangiucchiati nelle trappole che trovano in giro. Praticamente hanno le manie di persecuzione con un lupo. Tutti e tre. Che non è proprio il massimo della pubblicità per la vita a contatto con la natura.
Insomma c’è quest’ipotesi in Hunter Hunter che un po’ mi sfiziava che questi qui, che andrebbero fatti fuori perché non possano fare da esempio a nessuno, potrebbero essere fatti fuori dalla natura stessa: “Volevate vivere qui senza niente di moderno? Ve la facciamo vedere noi”. E quando ad un certo punto arriva la prima delle decine di contraddizioni di questo film che, alla fine della fiera, davvero non sapeva bene che fare e le prova tutte, un po’ ci avevo sperato. Accade cioè che nel mezzo della paranoia del lupo che ce l’ha con loro ad un certo punto lo incontrino davvero questo lupo, bello grosso e, come dicono loro ad un certo punto con buona intuzione, “cattivo”. Mica era male lì l’idea: umani contro un lupo grosso e intelligente, con una testa da cacciatore e un carattere così brutto da essersi incattivito contro di loro.
Invece no (“invece no” è la tagline del film). Perché la famiglia si separa: padre a fare la caccia seria, figlia e moglie a casa a difendere il fortino, chiuse con i rumori fuori in quella che sembra una specie di home invasion con mostro (cioè il lupo). Invece no. Perché in realtà il padre incontra i resti di un piccolo massacro di turisti della domenica, quindi c’è un uomo dietro tutto questo, uno o più d’uno, e quindi diventa un film di uomini che danno la caccia ad altri uomini. Invece no. Perché c’è anche la legge che ad un certo punto arriva in soccorso, quindi è un film su diverse persone che si cacciano tra di loro, legge degli uomini contro legge della natura. Invece no. Perché moglie e figlia trovano una delle vittime e la portano in casa per curarla, quindi sta diventando un film con sconosciuto in casa. Invece no.
Mi fermo, ma ci sono un altro paio di invece no prima della fine e uno gigante alla fine che vorrebbe dire: “Visto che alla fine la violenza la tiriamo fuori e con gli interessi?”.
E qui una cosa va detta: anche a me come a tutti noi piace la violenza di grana grossa, specie se coinvolge attrezzi normalmente usati per scuoiare animali e una gran sete di vendetta di qualcuno contro qualcun altro (a scanso di equivoci: il lupo da metà in poi è COMPLETAMENTE DIMENTICATO, mai esistito, rimosso, cancellato fugazi, adios!). Ma in Hunter Hunter è evidente che la grandissima violenza ed efferatezza, ripresa bene in primo piano per dare fastidio è l’ultimo tentativo disperato di dare un senso e una personalità ad un film che ne sperimenta tante non centrandone nessuna. Poteva o forse voleva essere The Grey, uno dei migliori film di Liam Neeson e uno dei più centrati B movie dei nostri anni, forse voleva chiudere come Martyrs (il miglior horror degli anni che ho vissuto), forse Shawn Linden voleva semplicemente fare un film, divertirsi, rimorchiare, ubriacarsi, raccattare un po’ di soldi e fare tutte quelle cose che aveva visto negli altri film che gli erano piaciuti. Lui, con quella sua faccia così rubiconda, simpatica e piena di voglia di vita…
Ah! E non vi avevo detto una cosa: il film ad un certo punto potrebbe essere letto come una storia di rischi e pericoli del rifiuto della vita di oggi. Invece no. È ambientato negli anni ‘80. Allora è probabilmente una dura critica all’America di Reagan. Invece no. Perché l’unico dettaglio che te lo fa capire è un walkman e come è arredata la scrivania della segretaria del commissariato.
Quindi? Non lo so. Scusate.
Dvd-quote suggerita:
“Invece no”
Jackie Lang, i400calci.com
Un film di cui non avevo sentito parlare e che, dopo questa recensione, non sento il bisogno di vedere XD
Jackie, con tutti i tag spoiler del caso, puoi scriverci anche gli “invece no” che ti sono rimasti in canna?
Questa tua descrizione con negazione sembra essere l’unica cosa positiva del film!
Nathan
Beh ti posso dire direttamente quello finale
SPOILER
Sembra che sia un home invasion con due donne vs invasore e invece no diventa una roba super efferata tipo martyrs addirittura con velleità di horror d’autore. Ma disastrose
Grazie!
Film che eviterò decisamente…
Nathan
Io The Grey lo metterei decisamente tra i “c’è sempre”, con la sua inconcludente presunzione.
Recensione utile, il film non lo conoscevo, ma l’avessi incrociato aveva tutte le caratteristiche per attirarmi in trappola. Già solo leggere della stronzata di tre sue tre imparanoiati con un lupo che comunque vanno o restano a vivere in mezzo alla natura selvaggia mi basta.
Ma almeno c’è la sigla composta da Giorgio Vanni e Max Longhi?
Quoto tommaso, non conoscevo il film ma almeno ora so che va evitato quando invece avrebbe rischiato di attrarmi
“La tagliola di Chekhov” sarebbe una buona tagline alternativa per i 400Calci.
beh dai, alla fine comunque mi pare che una visione la meriti comunque… penso che lo vedrò…
…INVECE NO.
Non so come mai ,dopo aver letto la recensione ,mi è venuto in mente il famoso ciro ciro oddio dove ..misto alla sigla de il pranzo è servito.
Beh, ti dirò che gli invece no sono molto più interessanti della premessa “uomo vs. Bestia super intelligente” già vista mille volte.
Lo vedrò per la mattanza che pare essere gustosa.
Comunque sì, la saga delle Formichimere spacca ma la mia preferita rimane sempre Greed Island.
Lo puntavo.
Stroncato dai recensori che seguo (e di cui mi fido), tra cui i400calci.
Reazioni entusiastiche delle varie ‘Karen’ che infestano IMDb.
Quindi lo voglio vedere.
Dove? Amazon no, Netflix no… vado di recupero creativo?
L’ho visto e personalmente l’ho trovato molto bello, ma non è questo il motivo per il quale commento. Lo faccio perchè mi sembra strano che un ammiratore di Martyrs, che è l’horror per definizione “invece no” del ventunesimo secolo, non apprezzi l'”invece no” di questa pellicola.
Sono arrabbiato perché causa ‘sta pessima recensione rischiavo di non vederlo, ‘sto film. Jackie Lang cita a sproposito Martyrs e manco sa “leggere” i voti di IMDb, sito che agli horror duri e puri dà raramente più di 6 e a questo dà 6,4, cioè (sciure a parte) è piaciutissimo, è lo stesso voto di Ghostland se proprio dobbiamo tirare in ballo Pascal Laugier. Ma magari al recensore manco è piaciuto ghostland, boh, vai a sapere, sta recensione mi pare scritta più per il gusto di essere scritta che per il gusto di indagare sul film che si è recensito. Tra i 400 con piroetta, spiace ma questo è un calcio falso