Scemo io, eh? E poco informato: esce la notizia di un film con Nicolas Cage che interpreta Nicolas Cage ripercorrendo tutta la carriera di Nicolas Cage e io mi fermo lì, e comincio a fantasticare su questo biopic delirante psichedelico con il miglior attore della storia costantemente al centro di tutto. È da mesi che aspetto Il talento di Mr. C (che titolo stronzo, ndA) ed è da mesi che pervicacemente mi rifiuto di saperne di più: non ho visto trailer, non ho letto sinossi, non volevo saperne nulla fino a che non fosse arrivato il momento di saperne tutto.
Poi l’ho visto e ho saputo tutto, e ho scoperto così che The Unbearable Weight of Massive Talent (che titolo perfetto, ndA) è un film. Non una biografia o un finto documentario o un memoir, proprio un film, un film con gli attori e la trama! Nel quale, certo, Nicolas Cage interpreta “Nicolas Cage”, un attore di Hollywood che ha girato film molto famosi tipo Con Air e Face/Off. Ma è chiaro che non è il nostro mondo: per esempio Pedro Pascal non è un attore che si chiama Pedro Pascal, ma un miliardario mafioso appassionato di cinema che si chiama Javi Gutierrez (detto Guti, credo). E “Nicolas Cage” è sposato con “Olivia Henson” e ha una figlia di nome “Addy”. Insomma: è un film, è tutta finzione, è una simpatica commedia con vaghi elementi thriller e qualche sequenza d’azione, non “il film con Nicolas Cage che fa Nicolas Cage” che ci si poteva aspettare quando venne annunciata l’uscita di un film con Nicolas Cage che fa Nicolas Cage.
E com’è quindi questo film con Nicolas Cage che fa Nicolas Cage? Grazie della domanda: è un film che contiene tantissimo Nicolas Cage, innanzitutto. E soprattutto è un film scritto e diretto da uno che per Nicolas Cage ha un’adorazione sincera, certo in parte macchiata da anni di meme più o meno meritati e dalle simpatiche burle dello stesso Cage, ma comunque genuina, intensa e, soprattutto, assolutamente giustificata. E quindi Tom Gormican, questo il nome del tizio che ha avuto quest’idea e ha tempestato Cage di telefonate, mail e piccioni viaggiatori sperando di convincerlo almeno a leggere il copione, non si è limitato a fare un film che ride di e con Nicolas Cage e delle sue bufferie, ma gli ha costruito addosso un personaggio che è una sorta di UltraCage, talmente pieno di Cage che rischia di traboccare e infatti ha bisogno di una valvola di sfogo, un amico immaginario che si chiama Nicky Cage e che nasce direttamente da questo incredibile momento cage-iano:
Per cui Il talento di Mr. C è un film fatto prima di tutto per far felice Nicolas Cage, in secondo luogo per esaudire il sogno d’infanzia di Tom Gormican, e solo in terza battuta per intrattenere il suo pubblico. Questo automaticamente esclude dalla visione chiunque pensi che Cage sia un pessimo attore diventato famoso proprio perché è scarso, chi lo trova antipaticissimo, chi preferirebbe farsi strappare la lingua con una tenaglia che guardare un qualsiasi suo film. Per entrare dentro Mr. C è necessario amare Nicolas Cage. È anche sufficiente? Ve lo racconto dopo la SIGLA!
Voi che opinione avete di Nicolas Cage? Io lo amo come se fosse un membro della mia famiglia, e trovo che sia uno degli attori più straordinari in circolazione, uno che sette volte su dieci ti fa da solo il film e che in carriera non ha sostanzialmente mai interpretato un ruolo impegnandosi meno del 100%. Questo non significa che abbia fatto solo capolavori né che non abbia mai sbagliato un film, anzi: è uno con una visione fortissima e personale di come costruire i propri personaggi, ma quello che piace a lui non necessariamente piace al suo regista, o anche al suo pubblico. La sua carriera è costellata di film dove ha litigato con la regia, o dove ha disgustato l’attrice che lo affiancava al punto da rischiare di mandare in aria il film (questo era Peggy Sue si è sposata, per la cronaca). Fa sempre scelte forti, certo, che però a volte si rivelano pessime. Non sto neanche a entrare nelle sue questioni finanziarie e come abbiano influenzato la scelta di alcuni ruoli soprattutto in un certo periodo della sua carriera – su Nicolas Cage ci sarebbe da scrivere un libro e magari un giorno lo farò. Diciamo che la sintesi è che Nicolas Cage è come la roulette russa, solo che al posto delle pallottole hai un flop, mentre se ti va bene hai un pezzo d’arte paragonabile alla Gioconda o alla Divina Commedia.
Tutto questo era per dire che Tom Gormican è uno che su Cage la pensa come me, e Il talento di Mr. C funziona innanzitutto per questo motivo – perché, cioè, lascia a Nicolas Kim Coppola assoluta libertà di costruire come vuole il proprio personaggio, e se serve piega il film attorno a queste scelte. La storia è, curiosamente, più vicina a Il ladro di orchidee che a The Rock, con più di un tocco meta-cinematografico che in altri lidi definirei kaufmaniano. Nicolas Cage è un attore in fase calante, divorziato, odiato dalla figlia con la quale non riesce a costruire un rapporto, in cerca dell’ultima grande occasione per rilanciarsi o decidere di mettersi a fare altro. La grande occasione si materializza, e ha la fazza di Pedro Pascal: è ricco, e vuole pagare a Cage un sacco di soldi per averlo come invitato alla sua festa di compleanno, in una sorta di versione ultralusso di quello che si fa oggi con Cameo. Purtroppo Javi Gutierrez è anche il rampollo di una potentissima famiglia mafiosa di Maiorca, e Cage si trova suo malgrado a dover ricoprire il doppio ruolo di invitato speciale al compleanno di un criminale e di spia della CIA, che lavora da tempo per incastrarlo (il criminale, non Cage).
L’archetipo è quindi quello tragicomico dell’ex superstar che si credeva stocazzo e si ritrova costretta a fare i conti con il proprio declino. Cage, che di declino se ne intende, lo interpreta (si interpreta?) calcando la mano soprattutto sul suo lato narcisista ed egocentrico: è talmente pieno di sé che si presenta al compleanno della figlia e, ubriaco marcio, improvvisa al pianoforte una canzone dedicata a lei ma eseguita per avere tutti gli occhi su di sé. Non arriva ovviamente ai picchi tragici e autodistruttivi di roba tipo Via da Las Vegas, perché Gormican ci tiene a tenere il tono sempre leggero e non è capace di farsi sfuggire l’occasione per infilarci una battutina; ma è un Cage quasi psicanalitico (come dimostra il suo già citato doppio, accreditato nei titoli di coda come “Nicolas Kim Coppola”), che approfitta del suo alter ego per mettere in scena alcune delle sue privatissime menate.
Quest’aria di celebrazione che non sparisce neanche quando il film la butta invece sul tragico è amplificata da tutti i personaggi che ruotano intorno a Nicolas Cage, e che non sono nient’altro che funzioni narrative utili a dirci qualcosa su di lui. Vale soprattutto per Pedro Pascal, che è sostanzialmente un autoinserimento dello stesso Gormican: un uomo che ha modellato la sua intera vita sulla filmografia di Nicolas Cage, che parla citando i suoi personaggi più noti, che da The Rock e Con Air ha tratto importanti lezioni di vita, e che sogna un giorno di scrivere un film che sarà interpretato proprio da Nicolas Cage. Javi Gutierrez è tutti i fan di Nicolas Cage messi insieme, ed è significativo che – a fronte del fatto che Cage con lui si comporta in maniera fredda e scostante, almeno all’inizio – ci voglia un agente esterno, un imprevisto non calcolato per far vacillare la sua incrollabile fede nel Maestro.
Questo imprevisto sarebbe poi il motivo per cui siamo qui su queste pagine dell’Internet a parlare di questo film che, da come ve l’ho raccontato finora, di calcistico ha nulla o quasi. E infatti non so se avete letto il titolo del pezzo: Il talento di Mr. C è un’eccezione meritevole la cui presenza qui è determinata al 99,99% dal fatto che c’è Nicolas Cage. Il restante 0,01% si concentra nel terzo atto, quando le conseguenze del succitato imprevisto esplodono e Gormican si concede un paio di sequenze action tra cui un più che discreto inseguimento in macchina. È molto poco, e soprattutto è sempre percorso da una vena comica che funge un po’ da cuscinetto e ne smorza l’impatto: le continue one liner annullano qualsiasi senso di pericolo e mettono in chiaro che comunque finirà tutto bene, che il punto qui non è la destinazione ma il viaggio, e che durante questo viaggio è importante ridere sempre ed essere di buonumore.
C’è tanta simpatia in Il talento di Mr. C, e tanto amore per la figura di Nicolas Cage e soprattutto per la filmografia di Nicolas Cage. Ci sono parecchie gag esilaranti, e il fatto che Cage sia il fulcro di tutto non impedisce a Pedro Pascal ma soprattutto a Sharon Horgan (Olivia, la ex moglie di Cage) di brillare: è un film di attori e attrici quello di Gormican, e di citazionismo spinto, prima ancora che di scrittura, e sicuramente non è un film d’azione o più in generale di azioni. È roba di dialoghi, confronti a cuore aperto, discussioni sul perché Paddington 2 è il più grande film di sempre. Difficilmente avrebbe trovato posto da queste parti se ci fosse stato chiunque altro al posto di Nicolas Cage, e forse è un po’ un peccato perché tutto sommato è un film innocuo ma che, per la sua ora e tre quarti di durata, fa stare bene, posto che viviate anche voi nel culto del Cage.
Nicolas Cage quote
«Put the bunny back in the box»
(Nicolas Cage, artista completo)
IMDb | Trailer | Sito ufficiale (!!!)
Da piccolo mi piaceva Nicholas Cage. Per via delle botte.
Poi da più grande, quando ho iniziato ad illudermi che ne capivo di recitazione, e facevo finta di schifare le botte, ho iniziato a formulare il pensiero che avesse una recitazione terribile e fastidiosa.
Infine ho capito che ciò che maggiormente mi ha dato fastidio è il suo doppiatore, Anselmo.
Non me ne voglia Anselmo, ma quando ho iniziato a vedere film in lingua originale ho improvvisamente rivalutato tutte (TUTTE) le parti di film con Nicholas Cage, anche i dialoghi più scontati e banali, hanno una profondità di intonazione che non traspare (quasi) mai col doppiaggio.
Insomma, sono anche io della setta.
Tieni conto che nell’ultimo ventennio circa il processo del doppiaggio si è dovuto fare più rapido e standardizzato, i bei tempi di Kubrick e Maldesi sono passati, negli anni passati si è arrivato a paragonarlo ad un sistema a catena di montaggio. Famoso è il fatto che tantissimi film degli ultimi 12 anni si sono doppiati con lo schermo coperto di nero e solo una finestrella che lasciava intravedere solamente la bocca.
Credo che (covid permettendo) negli ultimissimi anni le cose siano migliorate, ma Lo stesso Pasquale Anselmo ha dichiarato che una volta si trovó a doppiare un film solo in greenscreen.
In generale credo che (purtroppo o per fortuna?) una volta che inizi a vedere i film solo in lingua originale, apprezzare le recitazioni in doppiaggio é estremamente complicato, per me almeno. Detto questo credo che Anselmo sia un bravissimo professionista ma che purtroppo ha levato tanto a Nicholas Cage (considera pure i film diciamo…non bellissimi che ha fatto in cui la sua recitazione si poteva salvare e che il doppiaggio secondo me ha affossato).
io la folgorazione con NICOLAS FUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUCKING CAGE l’ho avuta con cuore selvaggio ma il colpo di fulmine definitivo è scattato con vampire’s kiss che è ancora uno dei miei film feticcio del cuore e che sono secoli che non rivedo per timore che sia meno bomba di come lo ricordo.
questo ovviamente l’ho visto appena uscito su now e la cosa che mi affascinato e deluso di più allo stesso tempo è che non va full nicky cage lasciandogli fare il cazzo che vuole, ma lo contiene all’interno di un film dalla struttura classica e verosimile, perchè se non credete che nic cage potrebbe lavorare in incognito per la CIA anche IRL allora non c’avete capito niente.
ca va sans dire che scene tagliate e bloopers di questo cmq le pagherei almeno quanto quelle di event horizon.
Qua a mano per Vampire’s Kiss / Stress da vampiro, che per colpa dell’ebete titolo italiano ai tempi passava per una parodia. Ma proprio che leggevo le recensioni “serie” che lo descrivevano come una commedy-horror all’Amazzavampiri. Quando lo vidi mi trovai davanti questo film allucinato e grottesco, uno yuppie angst parente stretto di “Fuori Orario” e “Tutto in una notte”, con un Cage talmente scatenato che in confronto Klaus Kinski era David Niven. Tra l’altro secondo me e’ sempre stato l’inconfessato ispiratore di American Psycho di Ellis (insieme forse a una storia de Il Punitore). Anch’io non lo rivedo forse dai tempi, ma non c’ho la fregola di “verificare”, mi tengo il gran ricordo e fanculo le verifiche.
quello sotto doveva stare qui
L’ultima profezia e’ una divertete e gustosa “pulpeggiata”. Non e’ un mio cult personale solo perche’ l’ho colpevolmente visto solo un paio d’anni fa, essendomi fidato da fesso per un quarto di secolo delle stroncature dell’epoca. Gia’ solo Walken che faceva l’Arcangelo Gabriele avrebbe dovuto bastarmi…
Vai tranquillo, io Stress da vampiro lo rivedo una volta all’anno ed è sempre un film incredibile
attenzione, ti sparo l’altro mio titolo feticcio del cuore più o meno di quegli anni (e che non ho più rivisto per lo stesso motivo) in cerca di un clamoroso 2 su 2: l’ultima profezia
Visto al cinema: filmone. Rivisto molto recentemente: ci sta ancora dentro.
Anch’io faccio parte del club.
Questi i film per cui gli voglio bene anche se da parecchi anni non vedo un suo film:
• Birdy – Le ali della libertà (Birdy), regia di Alan Parker (1984)
• Peggy Sue si è sposata (Peggy Sue Got Married), regia di Francis Ford Coppola (1986)
• Arizona Junior (Raising Arizona), regia di Joel ed Ethan Coen (1987)
• Via da Las Vegas (Leaving Las Vegas), regia di Mike Figgis (1995)
• Face/Off – Due facce di un assassino (Face/Off), regia di John Woo (1997)
• Al di là della vita (Bringing Out the Dead), regia di Martin Scorsese (1999)
• Il ladro di orchidee (Adaptation), regia di Spike Jonze (2002)
• Il genio della truffa (Matchstick Men), regia di Ridley Scott (2003)
• The Weather Man – L’uomo delle previsioni (The Weather Man), regia di Gore Verbinski (2005)
Ecco, Arizona Junior e Motorama sono due film che mi piacerebbe sentire commentati dai nostri eroi dei 400
La mia personalissima top 5 delle interpretazioni Cage-iane (NON dei film eh!):
– Cuore selvaggio
– Arizona Junior
– Stregata dalla Luna
– Face/Off
– Il ladro di orchidee
(sì lo so che Via da Las Vegas esiste)
Secondo me la gamma di interpretazioni di Cage è condensata nel piano sequenza iniziale di Omicidio in diretta.
The Family Man, imprescindibile ogni natale. Che sembrerà ‘na cazzata ma non lo è (tirare fuori un classico di natale, intendo).
L’ultimo Natale il palinsesto ha riproposto più volte il sopra citato “Genio Della Truffa” che mi ha fatto chiedere spesso: “ Da quando è un classico di Natale questo?”
La penso come te su “Family Man”
Come non citare il contributo italiano assolutamente non necessario al film: Alessandra Mastronardi che fa la finta cameriera spagnola e per la prima volta nella sua carriera…
Spoiler
… imbraccia un fucile d’assalto per sparare ai cattivi insieme a Pedro Pascal.
Prova generale per futuri ruoli calcisti?
dei film abbastanza recenti e non ancora di nicchia ho sempre apprezzato The Weather Man…film superdeprimente con un paio di scene azzeccatissime…e per i film brutti ma belli o viceversa direi Lords of War con un già fastidiosissimo Jared Leto. Menzione d’onore per quello in cui viene bruciato in un manichino gigante di paglia dopo essersi beccato un casco d’api in testa…quello resta un film inspiegabile e bruttissimo…ma a suo modo indimenticabile.
Ma quindi è praticamente è “My name is Bruce” con Cage? (che è molto meno autoironico di Campbell)
Ho visto tutti i film di Nick Cage e Sion Sono e stranamente mi manca Prisoners of ghostland.
Mi sembra assurdo…
al limite dell’insostenibile IMHO
Il film è carino, un nell’omaggio al nostro. Però girano un po’ i maroni le ristrettezze di budget che fanno iniziare l’inseguimento a Palma di Maiorca, per poi, alla prima curva portarlo a Budapest. Secondo me lo nota anche uno zotico degli Appalachi.
Beh, c’è di peggio, come “SeiSottoterra”, da Ponte Vecchio a Piazza del Campo…
Io voglio bene a Nicolas Cage. Ma questo film è una ciofeca insalvabile. Pare un film TV.
Lo so che forse non è il sito adatto per fare certi rischiosi coming out, ma Cage rappresenta in qualche modo tutto il marcio del cinema “commerciale”, specie made in USA, per cui un attore la cui filmografia contiene un buon 80% di merdate, è comunque mille volte più famoso di un Daniel D. Lewis
Al netto di questa mia personale idiosincrasia, diamo a Cesare quel che è di Cesare, non parliamo di uno Stevel Segal qualunque, quando ha avuto l’umiltà di mettersi in discussione, ed è stato guidato da registi seri, ha tirato fuori belle perle
La mia top 5 personale è
-Leaving Las Vegas
-Face/Off
-Adaptation
-Red Rock West (scoperto grazie a voi)
-Pig
Per la questione di cui sopra, lascio fuori tutti gli action sfascioni alla Con Air, gli voglio bene, ma fanno sembrare Commando e Codice Magnum roba alla Bergman
Guarda che Cage, a parte eccezioni come Moonstruck, e un paio di commedie a inizio anni novanta, diventò noto grazie a film di alto valore artistico e indipendenti, alle collaborazioni con i fratelli Coen, Lynch, Alan Parker, all’interpretazione in Red Rock West e raggiunse il culmine con l’Oscar vinto per Leaving Las Vegas, deprimentissimo dramma indipendente. Proprio per quello fece scalpore il suo passaggio agli action movie, con la tripletta The Rock, Con Air e Face-Off, tanto che fece storcere il naso pure ai colleghi, con il famoso attacco di Sean Penn che, oltre a creare un discreto polverone, distrusse un’amicizia di vecchia data.
Una sola parola: “Action!”
La Mastronardi è figa e pronuncia l’inglese da Dio. Nell’italietta dove manco troviamo un Ginko che non dica “Diabbbbolik”
Il film è sufficientemente coerente nel suo delirio da essere apprezzabile, e i coprotagonisti funzionano alla grande, compresa la Mastronardi che è fica, simpatica e incazzata il giusto.
P.S.
A proposito di completismo, io ho visto anche “Pig” 😊
P.P.S.
A proposito di eccezioni meritevoli. Su queste pagine, all’epoca della fine della serie, uscii un fantastico pezzo su “Breaking Bad”. Ora che è finita anche “Better call Saul” e di conseguenza tutto l’Albuquerque-verse, non si potrebbe avere un altro articolo al riguardo?
Comunque l’ho trovato geniale quando “passa” dalla “realtà” al film nel film, mostrando con nonchalance altre due attrici al posto delle “vere” figlia e moglie. Pure con nomi diversi :D . E il bello è che me ne sono accorto, ma mi sono detto “mi sa che ricordo male io”.
Beh, se volessi essere italocentrico potrei dire che l’idea ce l’abbiamo avuta prima noi con la serie “Vita da Carlo”, quella in cui Verdone interpreta una versione alternativa di Verdone in cui ha figli diversi dai suoi e vive in una casa diversa dalla sua eccetera mentre per tutto il resto è quasi autobiografia, ma in realtà no, l’idea ce l’hanno avuta ancora prima sempre gli americani con la bellissima serie “Jean Claude van Johnoson”, in cui Van Damme fa Van Damme, ma in cui si svela che in realtà lui è sempre stato un agente segreto, ed è per questo che negli ultimi venti anni ha sempre fatto film a basso costo girati nei paesi dell’Ex Unione Sovietica: li usava come copertura per le sue missioni segrete. Certo, era commedia pura al 100%, ma anche quello era un immenso omaggio all’attore e alla sua vita, apprezzabile per lo più da chi ha amato il suo lavoro…
E allora prima di quello c’era JCVD nel 2008, per rimanere con lo stesso Van Damme. Ma penso che affermare che JCVD abbia inventato le finte autobiografie sia come sostenere che Fleabag abbia inventato lo sfondamento della quarta parete.
Uh, veramente è la stessa, ho sbagliato io il titolo! Comunque no, non volevo dire che l’avesse inventata lui, eh. Per dire, c’è anche il bellissimo “Essere John Malkovich” che è parecchio precedente…!
No, JCVD è un film del 2008, Jean-Claude Van Johnson è una serie di qualche anno dopo (chiaramente ispirata anche se con trama diversa). Ma è davvero un artifizio retorico che si usa da una vita.
Porca paletta hai ragione… Oh, sto invecchiando….