
Non è come pensate.
The Old Way è un film del quale vi dimenticherete presto, tipo quindici secondi dopo la fine dei titoli di coda, a meno che non aderiate al Culto di Cage.
Non sto dicendo che vi annoierà, eh? Né che guardarlo sarà un’esperienza spiacevole, soprattutto se aderite al Culto di Cage.
Però il film finirà, vi alzerete per scrocchiarvi le giunture (a meno che non siate giovani, in quel caso… improvviserete un balletto su TikTok? Non so cosa facciate quando non vi guardiamo), in quel momento suonerà il citofono: è il corriere, che deve consegnarvi un pacco contenente un oggetto fragile. Scenderete e, prima di firmare per accettazione, controllerete il contenuto: si è sfasciato nel trasporto! Lo restituirete al corriere, che vi assicurerà che vi verrà spedito un oggetto fragile sostitutivo entro sette giorni lavorativi. Tornerete in ascensore (o sulle scale, se non avete l’ascensore) (se abitate al piano terra saltate questa parte), sbuffando e inveendo contro la sfortuna che vi ha privato del vostro oggetto fragile ancora per chissà quanti giorni.

«Oh, oggetto fragile…»
Di nuovo in casa, preparerete una moka per gustarvi un buon caffè, e nell’attesa vi domanderete “che cosa stavo facendo prima che suonasse il corriere?”. Vi intristirete pensando all’oggetto fragile, ma non troverete risposta al vostro quesito. La cosa non vi turberà, e ve ne dimenticherete: è sabato e c’è un intero pomeriggio da buttare nel cesso. Vi siederete di nuovo sul divano, aprirete Netflix, verrete accolti da questo film, The Old Way, ma guarda, un western con Nicolas Cage che sembra un po’ anche John Wick in costume? Dai, magari è figo.
Comincerete a guardarlo. Dopo qualche minuto vi salirà il dubbio: ma non è che l’ho già visto? Lo ignorerete. Continuerete a guardare il film, che vi starà lievemente intrattenendo senza esagerare. Sui titoli di coda suonerà il citofono: è il corriere, che deve consegnarvi un oggetto fragile.
Vi dimenticherete nuovamente e istantaneamente di The Old Way.
Non c’è via di uscita dal loop.
A meno che non aderiate al culto di Cage.
Io vi aderisco, e quindi ho visto The Old Way e non me ne sono dimenticato, e anzi tutto sommato ho ricordi ben peggiori di questo, per esempio Milan-Sassuolo conclusasi proprio pochi minuti fa. Milan-Sassuolo è un ricordo decisamente peggiore, ma anche Willy’s Wonderland lo è, per tornare al nostro discorso. The Old Way è più o meno quello che promette il titolo, un film vecchissimo per concezione e messa in scena ma anche funzionale e ben eseguito, un po’ ammazzato ahimé dalla pulizia digitale dell’immagine, una roba che con il western c’entra come gli oggetti fragili con la forza di gravità, e sicuramente non elevato da alcun guizzo di scrittura. Rimane una storia vecchia come il mondo, raccontata come si faceva un tempo – o come il regista Brett Donowho, clamoroso nome da Jimmy Bobo, crede che si facesse un tempo – e nobilitata dalla presenza di Nicolas Cage e, incredibilmente, dalla bambina che gli sta a fianco per l’intera durata del film.
Fermatemi se avete già sentito quanto vado a raccontarvi.
Colton Briggs… sì però non è che potete interrompermi subito. Sì, lo so, “Colton Briggs” sembra quello che succede se chiedi a un’AI di immaginarsi il nome del protagonista di un film western. Nicolas Cage si chiama Colton Briggs, OK? Stateci, non è concettualmente molto diverso dal fatto che John Wick si chiami così. E ora ci arrivo a John Wick, eh. Ma prima: il giovane Colton Briggs è un briccone, un birbante, un brigante, un poco di buono, come ci spiegano i suoi baffi.

Potete qui ammirare quanto poco di buono ci sia in Colton Briggs, ma anche quanto sia evidente che questa persona si chiama “Colton Briggs”.
Nel corso della sua turbinante vita, Colton Briggs ha ucciso tante persone, e si è naturalmente fatto tanti nemici. A un certo punto, però… sì, come Clint Eastwood in Gli spietati, Fabrizio, bravo, come Clint Eastwood Briggs decide di appendere la pistola al chiodo, trova una brava ragazza da mettere in frigo il prima possibile per avere una scusa per un bel massacro, se la sposa e ci fa pure una figlia, la piccola Brooke.
Giuro, Brooke Briggs. La moglie si chiama Ruth.
Colton, Ruth e Brooke vivono la loro miglior vita in un podere in mezzo al nulla, a svariati minuti di cammino dal paese più vicino dove il pater familias ha un negozio di oggetti anche non fragili. Un giorno però il loro idillio viene bruscamente interrotto quando dal passato riemerge bla bla bla, mi interrompo da solo, sapete già come va: il non identificato cattivone, uno dei tanti volti anonimi ma funzionali di The Old Way, gli ammazza la moglie ma, in un twist familista, non la figlia. Padre e figlia decidono così di mettersi sulle tracce dei killer e vendicare la moglie bla bla bla, è un film di vendetta, lo conoscete già.
La differenza la fa quindi l’esecuzione, visto che parliamo di un film già tutto scritto dal minuto 1 e che (vale come spoiler?) non fa assolutamente nulla per smentire nessuna delle aspettative che ha montato. È didascalico, scolastico, formale, ha una tale paura di sgarrare che tutti, buoni e cattivi, spiegano e giustificano e motivano ogni loro scelta e azione per non lasciare alcun dubbio o spazio di interpretazione. È il western for dummies, ma non il neo-western, il post-western, no è proprio quella roba con la quale siamo cresciuti perché i nostri nonni si sparavano clamorose bingiate di filmoni in bianco e nero con i cowboy e le carovane e le belle squaw.
Qui non ci sono belle squaw né carovane, però c’è Nicolas Cage. In una scala Cage che va da 0 a 10 dove 0 è uno di quei film che ha fatto per pagarsi i teschi di dinosauro e 10 è probabilmente Cuore selvaggio, The Old Way si siede tranquillo intorno a un 6,5 stiracchiato – e se fate parte del Culto saprete che visti i presupposti è un grande risultato. Come sempre, trattandosi di Nicolas Cage, tutto quello che dobbiamo sapere sul suo personaggio lo sappiamo grazie ai peli facciali: vi ho mostrato prima i baffi, mentre ora vi mostro meglio il Nicolas Cage ingentilito dalla cura femminile.

Qui è quando sta andando a tagliarsi i baffi.

Qui come potete notare se li è tagliati e si è quindi ingentilito.

E qui è quando torna in azione: notate il cappello, che indica la sua ritrovata volitività, e i lens flare che ci suggeriscono che Colton Briggs brilla di luce propria.
Cage è in Periodo Muto, e per questo usa i baffi e l’abbigliamento per comunicare cose: Colton Briggs è il suo ennesimo personaggio che parla pochissimo e grugnisce molto, roba che in un western ci sta alla perfezione e che qui Cage esegue con gusto e (giuro) senso della misura. Il contrappeso è l’apparentemente improbabile scelta di affiancargli una dodicenne. Qui vi racconto una cosa: mentre guardavo The Old Way pensavo “cavoli, che brava questa ragazzina che riesce a tenere testa a Nicolas Cage e per la quale è stato scritto un personaggio che agisce e ha una volontà propria! Che bello che non sia solo una funzione narrativa in pericolo ma faccia anche cose, e quanta sfacciataggine ha questa interprete nel darle vita!”. E quindi sono andato a scoprire chi fosse, e ho scoperto che è la poveretta che si è beccata una nomination ai Razzies (poi ritirata per manifesto bullismo) per Firestarter, e ho ripensato a Nanni che si chiede “chissà se un giorno guarderanno i film prima di nominarli”.
Ryan Kiera Armstrong è una bellissima sorpresa, e funziona molto bene con Nicolas Cage. Si prende il suo spazio pezzo per pezzo, senza troppo clamore, fino a che la situazione non le richiede di esplodere e diventare la spalla del padre (perché comunque The Old Way resta un film su Nicolas Cage, non sulla figlia); e a quel punto è bravissima a farti dimenticare la sua età e la sua fragilità, il che lascia al protagonista tutto lo spazio di esprimersi senza doversi preoccupare dell’incolumità della sua creatura. Non ho ancora visto Firestarter, ma mi sembra assurdo che una persona che riesce a dividere il set con Nicolas Cage e a non farsi annullare possa essere così disastrosa in un altro contesto. Però boh, i Razzie fanno schifo da sempre, quindi pace e bene

Pace e bene.
Alla fine quindi cos’è The Old Way? È un film dove fanno uno sgarbo a Nicolas Cage e lui si vendica facendo una strage. Ci sono dei bei paesaggi che brillano di Photoshop e la scarsa azione che c’è è quantomeno girata in modo competente. Ci sono modi peggiori per passare una serata, e ci sono anche modi peggiori per passare una serata con Nicolas Cage. Poi però non lamentatevi se ve ne dimenticate cinque minuti dopo.
Streaming quote suggerita
«Un film!»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)
Anche Roma Cremonese é un ricordo che mi tormeterà di piú di The Old Way
Non posso non ammirare la vostra dedizione nel recensire ogni film nel quale compare Nicolas Kim Coppola. Ammetto di non aderire al suo culto, eufemisticamente, tolti Pig ed un altro paio di titoli, sono 20 e passa anni che al suo nome è associata quasi solo mondezza
Io poi non so se accetti ogni parte per ripagarsi i fossili o le soccole sulla Colombo, o per delirio di onnipotenza, certo è che siamo molto in zona Steven Seagal, e non da oggi
Cazzo, l’ incipit col loop è una delle cose che mi ha fatto più ghignare in ambito rece da quando esistono gli incipit in ambito rece. Chapeau, buon Stanlio. Quanto al Culto di Cage, be’, secondo me i baffi lo ringiovaniscono e dovrebbe tenerli.
Che poi il Sassuolo che fa tanti gol al Milan è una cosa che succede non di rado, mi pare. Andrebbe analizzata l’ esatta frequenza degli eventi e vedere se si tratta di loop. Pensa che intelligenza che aveva Squinzi (non ai livelli di Caprotti, ma ci andava vicino) : comprare una squadra, infarcirla di Mapei ovunque, fare pure uno stadio chiamandolo Mapei, e il tutto nella città della concorrente numero uno di Mapei, ossia la Kerakoll. Ora uno va a Sassuolo e la prima cosa che pensa è Mapei. Che a pensarci bene è anche giusto, visto che la Kerakoll aveva fatto incazzare Schumacher perchè in una pubblicità affissa ovunque lo avevano photoshoppato mettendogli un frattazzo in mano. Che come vilipendio è tipo mettere un pennello grande (e non un grande pennello) in mano a Thor al posto del martello.
La streaming quote mi ha quasi convinto
Il Culto VIve
Punto
Commento tangenziale, i Razzies sono semplicemente i bulli di internet a cui dedicano anche una serata.
Un brutto scherzo che ha fatto il suo tempo. Sarebbe ora di abbatterlo.
Che poi, il senso dovrebbe essere: “sei un bravo attore/attrice, hai fatto una parte in cui hai fatto pena, ti prendiamo un po’ in giro, stacci” (un po’ tipo Halle Berry, per dire). Ma prendere uno/una che è agli inizi e dire “ahaha, hai fatto pena” sarebbe come se avessero preso Arnold Schwarzenegger e gli avessero detto “ahahaha, hai fatto schifo in Hercules in New York” (per poi vederselo governatore della California che gli manda un controllo fiscale da paura).
Ma dove si vede
Consulta Justwatch.com quando vuoi sapere queste cosine
Lo guardero, E avrô occhi solo per Lui
L’episodio del corriere con l’oggetto fragile è tratto da una storia vera di vita vissuta di Stanlio?
No, non sarebbe professionale da parte mia.
Nicolas Cage non si discute, si ama