Aneddoto personale: ho visto God Is A Bullet e l’ho trovato divertente ma anche una delle robe più confusionarie di sempre dal punto di vista della grammatica del racconto. È un revenge movie con una storia che più lineare non si può, eh, è impossibile confondersi. Però è raccontata malissimo! È pieno di situazioni incomprensibili, ellissi inspiegabili, raccordi sbagliati o direttamente assenti. Tipo personaggi distanti chilometri che un attimo dopo sono uno di fronte all’altro, borsoni pieni di droga che appaiono dal nulla (vorrei avercelo io sto problema), il protagonista che a un certo punto torna a casa e la trova piena di sbirri e non ci dicono mai il perché. Ripeto, quello che succede non è mai davvero incomprensibile, ma sembra di stare ascoltando un ubriaco che cerca di raccontarti una storia semplicissima, che via via si fa sempre più incasinata perché lui continua a perdersi i pezzi. Poi nei titoli di coda ho letto che nel cast c’era January Jones e io avrò pure un problema con le facce ma dopo 8 anni di Mad Men January Jones dovrei riconoscerla e giuro su dio che January Jones in questo film non c’era.
Morale della storia, controllo su IMDb e scopro che God Is a Bullet dura 156 minuti ma quella che ho visto io è una versione di due ore secche. Perché sia uscito in due formati diversi non si sa, considerando che non si tratta di un blockbuster di supereroi di Zack Snyder ma un film di genere passato abbastanza in sordina e distribuito quasi esclusivamente in VOD. Forse hanno pensato che una durata minore potesse attirare più gente, o forse è una questione di… censura!!
Comunque. Cerco la versione da due ore e quaranta, la vedo. Come immaginavo è molto più coerente, la maggior parte delle scene mancanti non sono semplici momenti di raccordo, ma interi pezzi di trama che spiegano e approfondiscono cose altrimenti non proprio chiarissime. È nettamente più violento (un punto a favore per la teoria della censura) (anche se non è che la versione di due ore sia all’acqua di rose) e effettivamente stavolta c’è January Jones.
Non c’è un vero insegnamento in questa storia se non quello di leggere sempre i titoli di coda, non solo per individuare eventuali premi Jimmy Bobo, ma anche per assicurarvi che i poteri forti non vi stiano fottendo.
God is a Bullet è il nono film di Nick Cassavetes, e il suo primo action/exploitation.
Nick, come sa chi si interessa di queste cose, è il figlio di Gena Rowlands e di John Cassavetes: lei una delle attrici più grandi della sua generazione, lui figura centrale del cinema americano indipendente a cavallo tra gli anni 60 e 70. Come il babbo, il giovane Nick (che nel momento in cui scrivo ha 64 anni) è sia attore che regista; diversamente dal babbo, ha avuto una carriera molto più canonica e nei binari del cinema mainstream. Ha diretto film drammatici, commedie romantiche, un paio di thriller, ma la cosa per cui è più famoso è The Notebook (in italiano noto con il non sorprendente titolo di Le pagine della nostra vita), un drammone sentimentale tratto da uno dei libri più famosi di Nicholas Sparks, il king indiscusso del romanzo d’amore strappalacrime americano, che ha lanciato la carriera di Ryan Gosling e fatto sospirare un numero incalcolabile di mamme, zie, cugine, suocere.
Quindi concorderete con me che la frase “il regista di Le pagine della nostra vita ha deciso di fare un revenge movie dove un mite poliziotto di provincia stermina i satanisti che hanno rapito sua figlia” po’ perplime, un po’ fa sorridere, un po’ fa storcere il naso e un po’ mi ci sono già buttato a pesce perché io vivo per questa merda.
Nel ruolo del mite poliziotto di provincia abbiamo Nikolaj Coster-Waldau, indimenticato cavaliere incestuoso di Game of Thrones, carismatico e convincente sia in ruoli con la barba sia in ruoli senza la barba (qui ha i baffi). È sereno e cordiale con tutti, svolge con serietà il suo lavoro, va in chiesa tutte le domeniche e ha un ottimo rapporto con la figlia adolescente, anche se lui e la madre hanno divorziato e ora lei si è risposata con… [abbassa la voce] un uomo di colore. È OVVIO che succederà qualcosa di terribile che rivolterà come un calzino il suo mondo e tutte le sue convinzioni. E infatti, in tempo zero, nella home invasion più cattiva ed esagerata che possiate immaginare, un gruppo di satanisti pieni di tatuaggi e musica rock entra in casa della sua ex, massacra moglie e (nuovo) marito e rapisce la figlia. È OVVIO che Nik dovrà prendere in mano la situazione, ma come?
Entra in scena Maika Monroe, indimenticata final girl di It Follows e The Guest, carismatica e convincente sia coi capelli lisci sia coi capelli ricci (qui li ha sporchi). È incazzata, autodistruttiva, traumatizzata e ha più tatuaggi del Joker in Suicide Squad. Conosce la setta che ha rapito la figlia di Nik perché ne faceva parte anche lei, e pensa che aiutandolo a prendere in mano la situazione e salvare sua figlia riuscirà a chiudere vecchi conti in sospeso e trovare finalmente la redenzione.
I due intraprendono così un’avventura ultraviolenta on the road che li porta a visitare tutti i luoghi più metal al confine tra gli Stati Uniti e il Messico, come:
- bar
- altri bar ma più grossi e con la musica dal vivo
- rave
- crack house in mezzo al deserto
ma non prima di aver fatto una sosta a casa di Jamie Foxx, produttore esecutivo con un braccio solo che interpreta una specie di sciamano esoterico goth-punk che elargisce tatuaggi e perle di saggezza inoltre ha dei cani quindi anche se è mezzo immischiato coi satanisti è chiaramente una brava persona e al momento della verità si schiererà dalla parte giusta.
Partiamo dal presupposto che, una volta capito il genere, in God Is a Bullet quasi ogni cosa va esattamente come ti aspetti. Si concede qualche piccola variazione sul tema, come per esempio togliere la superiorità morale da sotto i piedi del protagonista, mettendo in discussione i suoi preconcetti su fede e ordinamento sociale, o resistere alla tentazione di trasformarlo in un eroe action troppo classico (niente training montage per Nik Waldau, che resterà quasi fino alla fine del film un babbazzo col look di Walter White prima di diventare figo). Ma sono infrazioni minori che non bastano a scardinare la certezza di trovarsi di fronte a un film estremamente formulaico e ardentemente reazionario, che individua nella famiglia il valore assoluto e più importante nella vita di ogni persona, nei tatuaggi e la musica rock i tratti distintivi di chi ha voltato per sempre le spalle alla società e nello sparare alle cose l’unica soluzione efficace alla maggior parte dei problemi che affliggono il mondo (che poi sono i giovani coi tatuaggi che ascoltano la musica rock).
Nulla in contrario, eh, ma la forza di God Is a Bullet risiede altrove. È nell’entusiasmo prorompente di Cassavetes, nel dispiego esagerato di energie – e, a naso, anche di soldi – che mette nel raccontare una storia così scema come se fosse la roba più seria e importante del mondo. I valori produttivi, per quanto inferiori a quelli di un blockbuster, sono fuori scala per questo genere di film. La durata di 2 ore e 40 è senza senso, ma non c’è un solo momento morto o non necessario, la scrittura è fittissima, le location una marea, il volume a 11 e la messa in scena all over the place tra suggestioni horror, rimandi al western, indizi di torture porn, flashback in Super8 e montaggi musicali da cinema indie – se il cinema indie potesse permettersi Bob Dylan e David Bowie in colonna sonora.
E i personaggi? Ragazzi, scordatevi i cartonati senza personalità che avete visto in ogni clone triste del Giustiziere della notte, in God Is a Bullet anche lo sgherro più stronzo ha una backstory irrilevante ai fini della trama ma che Cassavetes conosce per filo e per segno e non vede l’ora di raccontarvi. I suoi personaggi hanno nomi e cognomi (e nickname) e tatuaggi che raccontano il loro passato, legami, trascorsi, idee e una vita interiore vivacissima! Filosofeggiano in continuazione, questi figli di puttana, si interrogano su Dio, sulla morte, sul significato della vita e guardano pensosi fuori dalla finestra, mentre primi e primissimi piani scavano nei loro animi tormentati.
Difficile dire con precisione quali fossero i suoi riferimenti, mentre metteva insieme questo mostro di Frankenstein, ma non mi stupirebbe scoprire che, più che a Taken o al già citato Giustiziere, Cassavetes stesse pensando ad Hardcore di Paul Schrader – un film su un padre ultra religioso che scopre che la figlia scappata di casa è finita a fare i porno e per salvarla deve infiltrarsi nel mondo dei film a luci rosse. La riluttante discesa di Nik Waldau in un inferno fatto di droga, tatuaggi e musica di merda sembra mimare quella di George C. Scott nei meandri più squallidi dell’industria del sesso, e dove Schrader mostrava i corpi nudi, sporchi e sudati, Cassavetes li mostra violentati, torturati, dilaniati, perché non puoi raccontare l’inferno senza mostrare, beh, l’inferno. Nella sua testa, Cassavetes, ha fatto un film che è contemporaneamente di exploitation e d’autore. Un film drammatico e senza speranza sulla crisi della fede e sulla disgregazione della famiglia tradizionale in cui succede che la gente si spari in faccia di continuo.
Ora dovrebbe venire la parte in cui vi dico che God Is a Bullet non è un film perfetto. Che la sua smodata ambizione non sempre viene ricomepnsata, che dove io ho visto la passione e il coraggio di infrangere le regole, altri hanno visto un tentativo pretenzioso e pasticcione di fare un elevated action – e probabilmente avremmo ragione entrambi. Ma se metà dei droidi che dirigono di solito questo tipo di film mettessero in quello che fanno metà dell’entusiasmo che ci mette Cassavetes, ci annoieremmo molto di meno e avremmo salvato il cinema in sei mesi.
Blu-ray extended unrated version director’s cut edition quote:
“Un film di vendetta e d’autore”
Quantum Tarantino, i400calci.com
Maika Monroe avrà fatto il 90% di roba che incontra i miei gusti, la considero una sorta di amuleto. Quindi su questo film (versione integrale) mi ci butterò a pesce.
Me l’hai venduto!
Scopro che è tratto da un romanzo omonimo di tale Boston Teran. Mai sentito prima. Qualcuno lo ha letto?
Comprato appena venni a conoscenza dell’ uscita del film, incuriosito dalla trama e soprattutto dal titolo più tonante degli ultimi vent’anni…..sul web trovi anche l’aneddoto rilasciato dallo scrittore dove spiega come “trovò” il titolo…… Comunque piaciucchiato il romanzo…
Io letto, all’epoca (20 e passa anni fa mi paicque molto). Comunque un noir molto, molto duro ma consigliatissimo
Più che altro il titolo deriva dal brano dei Concrete Blonde, che anticipa il libro di 10 annetti…
https://youtu.be/aNZpkimAZSI
Spero di poter guardare anche la versione extended, prima o poi.
Credevo che l’associazione mentale
Rock = Satana
Fosse passata di modo tipo quarant’anni fa…
sì ma il libro da cui è tratto il film è del 1999, a quell’epoca l’associazione rock = satana era passata di moda solo da 15 anni
Cosi tutto torna.
Siamo sicuri che tale associazione sia sorpassata?
Passata, passata, tranquillo. Il rock non esiste più quindi niente Satana nei nostri corpi.
Visto un po’ di tempo fa, concordo con la rece, per me film della madonna. Anche a non pensare ai suoi illustrissimi genitori, io al Nick gli voglio bene fin da Furia Cieca e dal suo Dietrich in Face/Off.
Visto tempo fa ma nn ricordo se la vrs lunga o corta, non mi è dispiaciuto ma l’ho trovato un film totalmente anni 90 come concezione.
Però non ho mai capito xchè nei film sopratutto americani, tutti quelli dei giri Punk/Metal etc, tra di loro sono super aggressivi, si spintonano, ragliano o grugniscono, sopratutto quando durante magari delle situazioni di dialogo normale…
a naso perché chi scrive non frequenta le relative scene punk, metal, eccetera, né gli interessa farne un ritratto realistico. questi film sono indirizzati ai bifolchi terrorizzati a casa che ancora nel 2024 se vedono una persona con un tatuaggio pensano “quello di sicuro fa lo spacciatore”
2 ore e 40 … ma perchè mai
concordo che è troppo, ma non ci si annoia. spezzalo. giuro che non ti denunzio alle autorità del cinema
ah ah… infatti ho letto alzando un sopracciglio quella frase…ci proveremo dai..
Bella recensione, soprattutto la metacitazione di Bilbo alla fine!
Metà-citazione
2h40′ letteralmente volate, eppure c’è chi lo considera uno schifo,gente che conosco e recensisce su altri siti.
Io sto con questo recensore. Merita assolutamente la uncut.
Visto mesi fa ,non mi aspettavo che ne avreste parlato,son contento.
che vuoi farci, certa gente non ha il senso dell’umorismo
Beh, anche nel Trono di Spade Coster-Waldau interpretava un personaggio molto legato alla famiglia.
Ciao a tutti.
Bellissimo il titolo della recensione,
«Teologia e pallottole»: ha dato una ragion d’essere a quel libero, troppo libero, adattamento in italiano di
«Analyze This» (già esilarante, col suo doppio senso, bastava tradurlo alla lettera), che io avevo sempre trovato così banalmente anodino, per non dire autocensorio.
«Hardcore» e tutta la pentalogia
«Death Wish» li avevo già; appena letto il pezzo sono sùbito passato ad acquistare «God Is A Bullet» su Amazon.it, nel metraggio più lungo (stando alla cover, almeno; che si possa “sacrificare” January Jones sull’altare dell’editing è un’azione, anche quella, ai limiti delle pratiche sataniche, e – come tale – dovrebbe essere proibita dalla Legge).
No, dico: il poliziotto – fonte IMDb – si chiama pure HIGHTOWER (ok, “Bob” anziché “Moses”), ma cosa volere di più dalla vita?
Be’, forse che la giovane schizzata lo avverta così: “Ti sporchererai di sangue, in questa gita”.
Ma sarebbe chiedere troppo; e non si può sapere come l’avrebbe presa Shane Black.
L’importante (nonostante io ami il rock, beninteso) è che, con o senza tale avvertimento, la cosa accada.
Grazie, Quantum.
*
“Ti sporcherai di sangue, in questa gita” (una citazione scorretta di QUEL film è una cosa che proprio non si può vedere).
Ma dove diavolo si può vedere? Sono mesi che lo cerco
Dio pallottola può essere usato anche come intercalare
Ma la versione completa spiega perché accidenti il buon Bob-qualche-cosa si debba riempire di tatuaggi, o la cosa rimane lì appesa? Perché nella versione da 2 ore (l’unica che sono riuscito a trovare) la faccenda è del tutto superflua…
Si ma ai fini della trama è inutile. Lo fa perché si deve muovere in un ambiente dove chi é senza tatuaggi risalta. Solo che sta con la camicia addosso tutto il tempo e unica cosa che si vede è quello in faccia
C’è Maika, venduto.
Raga, ma che cazzo ho visto?!
Cioè Bob Whatever viene morso 75 volte da un serpente a sonagli, gli iniettano della ketamina…e sopravvive!!
Gli danno letteralmente fuoco con un lanciafiamme e lui…ne esce illeso!!!
Maccosaaa
Ho visto la.versione da 2 ore (mi ricordavo della durata di 2 e 40 nella recensione)…film che si lascia più che guardare ma appunto non so…2 ore forse non bastano ma succedono cose un po’ random e che si risolvono in maniera frettolosa, forse qualche dialogo in meno un po’ scontato…però ormai se ne fan pochi di film così … si può anche dire che 3/4 del film è sulle spalle e la fazza della girl..e lei se lo porta a spasso alla grande…non sarebbe male vederla in qualche ruolo diverso …ma c’è tempo.