Walter Hill ha segnato indelebilmente l’immaginario del genere action con uno stile inconfondibile: non ha bisogno di introduzioni ma di celebrazioni. In occasione del suo ultimo film, per la rubrica Le Basi, a voi il nostro speciale più ambizioso a lui dedicato.
Siamo nei primi anni Novanta e il produttore Arthur Sarkassian – ex fashion designer prestato al cinema, a cui dobbiamo tra gli altri i tre Rush Hour, l’ottimo (o almeno… lo ricordo ottimo) Wanted: Dead or Alive e una rom-com con Sandrona che fa la bigliettaia della metro di Chicago – si mette in contatto con Walter Hill e gli propone l’impensabile: un remake di Yojimbo, capolavoro di Akira Kurosawa di 30 anni prima. Ed è lo stesso Hill, in un’intervista rilasciata al sito Canwest all’uscita del film, a raccontarci com’è andata la questione:
“Mi ci è voluto molto tempo per convincermi a farlo. Inizialmente pensavo che l’idea stessa di rifare un film di Kurosawa fosse una follia, e per ovvie ragioni: l’originale era, ed è, un film bello, bellissimo e in più difficilmente sarei riuscito ad evitare un confronto con lui, che è tra i registi migliori della storia del cinema, se non il migliore.“.
Eppure… Eppure nel 1994, Hill accetta e il film viene messo in produzione con un budget per l’epoca piuttosto sostanzioso, 67 milioni di dollari. Kurosawa stesso, a differenza di quando Leone girò Per Un Pugno di Dollari, da il suo benestare (probabilmente con la stessa attitude di quando chiedono a John se posso rifare i suoi film) e Hill se la sente calda. Dichiara di non voler fare un western, come quell’altro pazzo che si era messo in scia del Maestro, ma un film di Gangster ambientato durante il proibizionismo, girato però come se fosse un noir degli anni Quaranta.
Si mette insieme un bel cast che può vantare i nomi di Michael Imperioli, due mostri sacri come Bruce Dern e Christopher Walken, un caratterista di pregio come William Sanderson, il solito David Patrick Kelly, la bellissima Karina Lombard (quella che solo l’anno prima aveva fatto innamorare Tristan aka Brad Pitt in quella bella cafonata che era Vento di Passioni), un’allora sconosciuta Leslie Mann e ovviamente Bruce Willis. Quanto eravamo carichi nel 1996 per Bruce Willis vestito in gessato, borsalino e con due pistole in mano? A pallettoni, eravamo carichi. A pallettoni!
Hill richiama il direttore della fotografia di Wild Bill, l’ottimo Lloyd Ahern, il quale non sembra particolarmente interessato all’idea di Hill di girare un film di gangster movie come se fosse un noir degli anni Quaranta, o forse non ha capito bene le indicazioni del regista, per cui di base ricalca piuttosto da vicino le atmosfere create per il film precedente: Last Man Standing è un film polveroso, pieno di sabbia rossa e grandi cieli americani. Fai conto… tipo un western.
La cosa forse meno riuscita di questo esperimento, la più evidente, è proprio la sua indecisione sulla direzione da prendere. In una vecchia intervista Hill tenta di spiegare il perché della sua scelta di ambientare il film a Jericho, immaginaria città fantasma al confine tra Messico e Texas. Siamo negli anni del proibizionismo e l’alcool, “liquidi gold“, viene principalmente dall’Inghilterra e dall’Irlanda, ma invece che entrare direttamente negli States, fa un gio più lungo: viene spedito in Messico e da lì risale fino a poi raggiungere le grandi città come Chicago e New York. Per cui, sulla carta, l’idea di questa città di confine presidiate da gangster italo/irish americani, non è campata per aria. Insomma, per chi ci tiene, è filologicamente corretta. Il problema è l’incontro visivo di queste due estetiche. La cittadina di Jericho è puro western, al 100%, non lascia dubbi a riguardo. Ma chi la popola, invece di legare il proprio cavallo alla staccionata del saloon, va in giro in macchina, vestito come uno uscito dal cast de Gli Intoccabili.
Ma questo mismatch, questa confusione, è solo uno dei tanti elementi che contribuiscono a rendere questo Ancora Vivo, uno dei tasselli più deboli della carriera di Walter Hill. E la domanda che ci dobbiamo fare è: perché? Perché un grande regista, un intelligente uomo di cinema come Hill è riuscito a sbagliare un film del genere? E soprattutto, dove ha sbagliato? Perché la cosa incredibile di Yojimbo è che è un film apparentemente semplice, schematico, con pochi elementi a disposizione. La storia la sapete, fo’ sure, ma per dovere di cronaca la riassumiamo qui: un eroe senza nome e senza scrupoli arriva in una città dominata da due clan rivali. Con una serie di intricatissimi doppi e tripli giochi, l’eroe senza nome riuscirà a fare in modo che i clan si eliminino vicendevolmente e, già che c’è, in un insperato slancio di eroismo, salverà una donna da un orribile destino.
Hill, mi spiace ripetermi, ma come Leone prima di lui, intuisce l’universalità di una storia del genere ma poi sbaglia più o meno tutto nel trasportarlo su grande schermo. Sbaglia come detto il setting, sbaglia tentando di cancellare il western in un film che di base lui stesso trasforma volontariamente in un western, sbaglia nell’essere a volte filologico in maniera sterile nell’omaggiare l’originale (vedi l’incipit, con il bastone lanciato per aria da Toshiuro Mifune, qui sostituito dalla bottiglia di whisky di Willis), sbaglia ancora quando invece vuole fare di testa sua e fare qualcosa di nuovo (poca roba, tra l’altro). Ma soprattutto, è qui sta il tasto più dolente per noi amici dei film in cui il protagonista ha la faccia di Bruce Willis nel 12996 e si aggira con due pistole in mano, anche nelle scene d’azione che qui sono francamente noiose e stupidine. Ok, era un altro periodo storico e se facevi un action in cui non si sparavano almeno 300 proiettili per uccidere una sola persona, la gente ti guardava male ma c’è un abisso tra quello che tenta di fare qui Hill e quello che è il suo punto di riferimento, cioè John Woo e l’heroic bloodshed di Hong Kong di qualche anno prima.
Tutto da buttare, quindi? Sì, più o meno sì. Last Man Standing è una cocente delusione, un film privo di vita, di gioia, di divertimento. Si salva l’interpretazione di Bruce Willis (pur essendo evidentemente fatta col pilota automatico) e gli eccessi di Christopher Walken, forse l’unico a divertirsi. Dei 67 milioni di dollari spesi, ne tornarono al box office solo 47,3. Un disastro.
DVD-quote:
“Come pensavi potesse andare a finire, Walter?”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Scusate, immagino che dopo aver scritto questo mi toccherà la scena della degradazione di un qualsiasi film sull’Affare Dreyfus (con spada spezzata e spalline strappate) ma… non riesco più a tenermela dentro.
Non è che Walter Hill ha semplicemente toppato tutti i film da Streets of Fire in avanti? Io ne ho visti meno della metà, ma ogni recensione di ognuno dei film trattati finora spiega minuziosamente cosa non abbia funzionato: e una volta è Michael Parè, e l’altra sono le luci, e poi il film bello ma esce a ridosso di qualche evento che lo rende indigeribile, e poi “non lo sente suo”, e n’altra “preferisce la precisione storiografica ma sbaglia l’impostazione”.
E l’unica costante è proprio il regista: se per Streets of Fire la colpa era del protagonista, come si fa a sbagliare un film con Bruce Willis nel 1996? E se rifai Kurosawa, sbagli, e se ti cerchi un copione che ti piaccia no, e se cerchi di fare un film che non sia un western toppi, ma se fai un film che sia un western invece non se lo fila nessuno.
O forse invece che Dreyfus sto facendo Stanis che parla di Kubrick, non so, ditemi voi…
Anche io non posso fare a meno di notare che l’ago della bilancia della filmografia di Hill tende più verso le occasioni sprecate che i film imprescindibili. La sparo grossa: anche rimanendo
tra i film più apprezzati, rivedendo The Warriors e vedendo per la prima volta Southern comfort, si può dire che non sono invecchiati benissimo?
Se parlate delle vostre opinioni per carità, sono legittime, ma se parlate delle nostre recensioni mi sembra che dicano altro… Su I trasgressori ad esempio, che ho coperto io, le cose sono sicuramente andate storte al botteghino ma il film è una bomba.
Concordo capo, sò opinioni, io giudico i film di Walter dalla rivedibilitá a più passaggi e Danko, Ricercati ufficialmente morti, Johnny Il Bello, I Trasgressori quando passano o quando capita me li risparo senza indugio…
Terrei separati i due piani: per quelli che ho visto (oltretutto una minoranza) sono ovviamente opinioni. E non tutte e sempre negative, sia chiaro.
Però io mi porrei anche nei panni dei produttori (di quelli cioè che devono decidere se chiamare Hill o C.H.Iunque-Altro).
Che poi il problema sia uscita a ridosso di evento di cronaca che lo rende poco spendibile (I Trasgressori, credo), il fatto che non sa decidersi tra Gangster Movie e Western (Ancora Vivo) o “rifacciamo Balla coi Lupi, ma più storico (aka noioso) e senza gnocca così non se lo fila nessuno” l’unica vera costante dei flop di Walter Hill è che il regista è Walter Hill.
Poi magari è solo sfiga, per carità – solo mi pare di capire che avete deciso di lanciare questa rassegna per via dell’uscita di “morto per un dollaro” che, guarda te il caso non è stato proprio una successone.
Sicuramente rimane un nome importante del cinema (specialmente del cinema di cui si parla qua) ma insomma, sono rimasto sorpreso io per primo nello scoprire l’estrema discontinuità della sua carriera.
Se misuriamo solo i successi al botteghino e non l’effettiva influenza come cineasta, pensa quante sorprese che avrai la volta che facciamo Carpenter…
Mi inserisco in questa conversazione solo per dire: aspetto “Le Basi: Carpenter” come la seconda venuta di Nostro Signore (che ovviamente ha le sembianze di Bruce Lee)
A vedere la penultima foto suggerisco un biopic di Walterone con Pedro Pascal protagonista
Cazzo…a me era piaciuto!
Mi ricordo di essermelo sparato un paio di volte in DVD ai bei tempi del Blockbuster, però ai tempi mi facevo le canne.
Provo a riguardarlo!
Sottoscrivo ogni singola parola.
Ricordo che quando uscì ebbi la stessa reazione. Perchè Walter, perchè?
Qui Walter dovette confrontarsi con due mostri sacri come Kurosawa e Leone, ovvio che non sarebbe potuto finire in trionfo, ma il film rimane godibile, Bruce è duro il giusto, le fazze del cast le azzecca tutte e l’ atmosfera polverosa con sparatorie furibonde fanno il resto….il peggio purtroppo della sua filmografia addavenì
un guilty pleasure per anni… un po’ tra La Nona Porta e Fuga da Absolom per accanimento nella programmazione notturna di rete4 prima e digitale poi
Uhm, qui mi sembra inizia lo stesso problema delle Basi dedicate a Friedkin: se devo leggermi queste recensioni da critico del Corriere della Sera che neanche ci prova, perche’ avrebbe Ben Altro a cui interessarsi, vado a leggermi il Mereghetti, che almeno e’ sintetico. Dai 400 Calci verso film come questo mi aspetto recensioni che almeno ci provano a vedere il bicchiere mezzo pieno (e in questo caso il bicchiere per me e’ pieno almeno per tre quarti) e a inquadrare anche i titoli minori in una poetica e in un discorso coerente.
A sto giro mi tengo stretta la rece di Wim Diesel. Per me questo è un film bellissimo che riguardo ciclicamente
Ricordo che avevate fatto un gran bel pezzo su questo film, tempo fa.
Forse alla rubrica “Ricercati: Ufficialmente Morti”, tanto per restare a tema.
Puo’ essere?
Comunque…Hill che copia Leone che a sua volta ha copiato Kurosawa, grossomodo.
Un gran peccato perche’ l’atmosfera c’e’, l’ambientazione pure e le fazze sono quelle giuste (Walken su tutti).
Pero’ per come viene messo giu’ alla fine, piu’ che un sentito omaggio sembra un plagio spudorato.
E la cosa da’ fastidio.
Un GRAN fastidio. E ti guasta tutto il divertimento.
Infatti avevo pensato “Ecco, lo facciamo noi italiani e ci tirano le secchiate di palta addosso, lo fanno gli americani copiando addirittura da noi e nessuno dice niente.”
Perche’ qui siamo piu’ dalle parti di Leone, gente. E per la cronaca…non avevo usato il termine palta.
Poi, la questione era un zinzino piu’ complessa.
Se non altro Kurosawa qui il beneplacito lo aveva dato, nel caso del Sor Leone si erano limitati a fischiettare facendo finta di niente, e sperando di passare inosservati (spoiler: non andra’ cosi’).
Ma resta il fatto che mi e’ piaciuto, via. Anche se non ho potuto fare a meno di chiedermi che cappero gli passasse per la capa, al buon Hill.
Ma Hill e’ fatto cosi’. Un po’ come IL TONY (Scott. E pensando a lui, mi viene in mente Domino. Un altro film che mi ha fatto pensare “Ma che cavolo stai facendo, Tony?”) .
Anche i grandi cannano, alle volte. Ma pure quelle poche volte che cannano, lo fanno in maniera superba. Con stile a vagonate e un cuore grande cosi’.
Non avete citato Piombo e Sangue di Hammet, vera ispirazione di Kurosawa. Eddai che fate piangere Recchioni.
Ma la vera domanda è, pur esendo Hill un regista seminale di importanza monumentale quale santo ha avuto nella sua vita artistica che gli ha permesso di avere bene o male sempre un produttore disposto a cacciare soldi per ,statisticamente parlandosicuri flop? Onore a quei produttori.Ci sono registi morti artisticamente per molto meno.
È un commento che apre una bella parentesi che prima o poi approfondiremo. È ovvio che là fuori la stramaggior parte della gente investe soldi per riaverli indietro, ma a forza di ripetercelo secondo me finiamo per sottovalutare la percentuale di chi può permettersi di pagare un film a gente come Walter Hill (o Carpenter, o persino Scorsese, per citarne altri due che recuperano quanto spendono molto meno spesso di quanto si pensi) per cui lo fa e basta. Serve a poter dire di avercelo in catalogo, aggiungere prestigio, attirare altra gente a cui puoi dire “ho fatto anche film di Walter Hill, che ti credi”. La Cannon ha pagato un film a Godard, porcamiseria, e lo sapevano benissimo che non avrebbe incassato quanto Ninja la furia umana, ma magari è così che hanno convinto Hanna Schygulla a passare da Fassbinder a Delta Force. Nel migliore dei casi rischi da una parte sapendo che ti stai aprendo porte per recuperare da un’altra; nel peggiore, c’è anche chi è contento di aver aiutato un grandissimo e buona lì.
E’ un discorso interessante sicuramente da approfondire che tocca parecchi registi vedi i nomi illustri che giustamente citi. Paradossalmente anche uno come Stallone, pare assurdo, ma al di fuori dei due personaggi, e a volte anche all’interno delle due saghe ha quasi più floppato che altro. Però a fare la somma dei soldi persi dal buon Walter viene quasi fuori la cifra del flop de “I cancelli del cielo” che ha stroncato Cimino!
Mah, se ricordi Wanted come un bel film e Legends of the Fall come una cafonata, mi sa che le mie balzane teorie sull’MKUltra non sono poi così balzane.
Comunque mi spiace per voi però Walter dopo Danko, 48 ore, ricercati ufficialmente morti, i trasgressori, driver e wild bill non ne ha azzeccata una. Come regista d’azione ha rivoluzionato il genere, mi scordavo ovviamente i guerriglieri, migliore film in assoluto di Hill secondo me, assieme a ricercati ufficialmente morti. E anche i guerrieri della palude silenziosa. Purtroppo diciamo che arrivato all’inizio degli anni 90 si è definitivamente perso. Ha fatto il produttore, ma per il resto oltre ad ancora vivo ha sfornato un discreto numero di film mediocri e in alcuni casi (nemesis, supernova, bullet the head ) si salva undisputed. L’ultimo film, il western morto per un dollaro è scusate il francesismo una vera MERDA.
Non saprei. Avevo come tutti una fotta incredibile per questo film, ma non ho mai visto il terzo atto, quindi non saprei.
Per dire… porto la morosa dell’epoca all’Odeon di Milano, per fare il brillante parcheggio l’auto nel silo di piazza Diaz, nell’intervallo le vado a comprare i dolcetti al bar e mi rendo conto che non avrei avuto sufficienti denari per pagare il parcheggio fino alla fine del film.
Per cui a secondo tempo iniziato le dico la verità e abbandoniamo la sala.
Figura da pezzente ma almeno ho trombato.
Non m’è mai venuta voglia di recuperarlo…
Verrebbe da dire cha anche alla morosa, il film l’ha coinvolta il giusto.