Qui Nanni Cobretti, che dopo aver saputo che in My Bloody Valentine 3D avevano supplito a un qualsiasi coinvolgimento di Kevin Shields con la presenza di una nana – messicana, per di più – è corso immediatamente al cinema con l’ansia di chi sta accompagnando la moglie al Pronto Soccorso a partorire.
Questo mi è possibile perché – meglio specificarlo – non abito in Italia. Abito dove c’è Buckingham Palace, Trafalgar Square, il Big Ben… a Miami, insomma. Qui è già uscito.
La questione 3D: a Miami c’è uno schermo IMAX, sulla riva sud del Tamigi vicino a Waterloo Station. L’IMAX, sapete, quegli schermi avveniristici alti 20 metri che sembra letteralmente di starci dentro. Prima ci ho visto 300, e sono diventato gay per ben 72 ore prima che un mio amico non chiamasse Povia d’urgenza a guarirmi (ha funzionato anche per telefono, incredibile!). Poi ci ho visto i Transformers. Poi ci ho visto Beowulf, in 3D. Ed ecco, quando vedi il culo di Angelina Jolie in primo piano, 20×20 metri, in 3D e a due dita dal tuo naso… diciamo che poi le tue esigenze subiscono un’impennata. E non solo le esigenze (hahaha – avete capito a cosa mi riferisco, no? Ammicco ammicco).
My Bloody Valentine 3D – che comunque non ho visto all’IMAX bensì in uno schermo 3D di dimensioni cristiane – ribatte con Megan Boone in mutande, Betsy Rue che corre nuda per un parcheggio e la suddetta nana messicana, ovvero la pornostar Selene Luna. Mentre la protagonista, Jaime King, slaccia sì e no il primo bottone della camiciona di flanella. Per cui gran parte dei 100 minuti di durata li si passa con delle gran piccozze insanguinate in primo piano.
Regia: Patrick Lussier è un ex collaboratore di Wes Craven il cui sforzo cinematografico di maggior successo è Dracula 2000, un film che si ricorda per aver avuto forse una delle intuizioni più brillanti del recente cinema horror riguardo all’origine del primo vampiro, e averla affogata in un film completamente impresentabile dal primo minuto al penultimo.
Qua però c’è da ammettere che mantiene un bel ritmo, omicidi piacevoli, sangue in buona quantità e una certa modestia di fronte a una storia di una stupidità innascondibile. Considerando poi che l’assassino è intuibile dal minuto 7 diventa ammirevole lo sforzo dignitoso di confondere un po’ le acque.
Quando arriva la nana, succede esattamente quello che pensavate: ingresso rumoroso, inquadratura di lei dall’alto, inquadratura dal basso di Jensen Ackles stranito che punta gli occhi ad altezza cane pastore, gran cartello metaforico che si accende intimando “STUPORE” e poi “RISATE”. È come se fosse il primo nano mai apparso nella storia del cinema. Manca solo il jingle del Circo Orfei.
Aldilà di ciò è bello anche rivedere dopo tanto tempo Kevin Tighe, indimenticato cattivo di Il duro del Roadhouse.
Tutto sommato, ma solo rigorosamente col 3D, ci farei quasi scappare la sufficienza.
L’assassino nel sequel lo so già: è Tod Browning.
Sì, ok, ma il popolo vuole sapere se c’è la battuta “….tutta tana”.
Eh, li’ bisogna che me lo diciate voi una volta che lo doppiano… se il cattivo fosse stato Freddy Krueger l’avrebbe detto di brutto, ma il minatore purtroppo non parla…
Capo, vedere che adesso “nani” è una delle nostre tag di punta mi fa sentire strana.
(ma almeno il cattivo di Roadhouse fa in tempo a infilarci una delle sue battutacce, oppure arriva fa ciao ciao e lo ammazzano?)
Prevedo che i nani saranno uno dei nostri argomenti di punta.
(Kevin Tighe dice “oh, shit” un attimo prima di morire, ma fa in tempo a dimostrare di essere ancora un pezzo grosso)