Mettiamolo in chiaro fin da subito.
Guardandosi indietro, tutti, ma proprio TUTTI i film d’azione anni ’80 / primi ’90 hanno sottotesti omosessuali più o meno calcati.
Non sto parlando solo delle aperte dichiarazioni d’amore in Top Gun o The Killer. O dell’attrazione non consumata di Point Break, struggente quasi quanto Casablanca. O di Bennett, in Commando, che veste con una di quelle t-shirt a rete smanicate stile Take That. O dell’obbligatoria inquadratura sul culo nei film di Van Damme. O di Brandon Lee che, in Resa dei conti a Little Tokyo, ha letteralmente metà del dialogo consistente in apprezzamenti fisici nei confronti di Dolph Lundgren, parti intime comprese.
In ogni film d’azione che si rispetti c’è almeno una delle seguenti due scene chiave:
1) quella in cui una donna apre le gambe davanti all’eroe, e quello la snobba;
2) quella in cui l’eroe, per motivi non necessariamente plausibili, rimane in canotta / a petto nudo.
Poi per controbilanciare c’è sempre, come nell’Ispettore Derrick, una scena ambientata in un night club.
Insomma, quando Louis Leterrier, con tempistica vigliacca ma spettacolare irriverenza dichiarò di aver scritto la sceneggiatura di Transporter 2 pensando al personaggio di Frank Martin come gay, non ho potuto fare a meno di accogliere a braccia aperte ciò che sarebbe stato forse l’action movie meno ipocrita della storia. Del resto Frank Martin (Jason Statham) veste con gusto impeccabile, parla con accento inglese, si toglie la camicia con la facilità con cui Britney Spears si toglie le mutande e nel primo capitolo Shu Qi ci mette oltre mezzo film a sedurlo di prepotenza. Nel secondo capitolo, totale astinenza. E non ho citato l’ovvia, famigerata scena di oil wrestling.
Transporter 3 (diretto da tale Oliver Megaton, che è il nome più figo che io abbia mai sentito dopo “Nanni Cobretti”) affianca al nostro tassista acrobatico di fiducia una sosia delle T.A.T.U. costantemente strafatta.
C’è questa scena lunghissima in cui lei non ce la fa più e se lo vuole trombare pesante.
Gli salta letteralmente addosso, ma lui la scansa semi-schifato adducento la versione maschile della scusa del mal di testa (“prima voglio ammazzare i cattivi”).
E allora lei gli frega le chiavi della macchina e lo costringe a uno spogliarello. Giuro.
È la classica scena in cui sei al cinema e ti giri a guardare gli altri spettatori, per vedere se sono tutti effettivamente a disagio come te, o se qualcuno aveva azzardato il coraggio di portarsi la morosa e, nel caso, se si sentiva in qualche modo premiato o cosa.
Detto questo, e passando ad annotazione più classiche, è un film che spacca, con ritmo forsennato e acrobazie inventive come purtroppo si vede sempre meno spesso, e con almeno la sequenza con in sottofondo I Wanna Be Your Dog che sarebbe un semi-capolavoro se la stessa canzone non fosse già stata usata in modo identico da I fiumi di porpora 2.
La trovata che il nostro ci ha un braccialetto che se si allontana troppo dalla macchina esplode ha quel meraviglioso equilibrio di tamarraggine ed efficacia coreografica che riempie il cuore di gioia. È come vedere i film di Bond o Bourne, ma senza trame inutilmente intricate, e con superiore tasso di adrenalina.
Alla fine Frank Martin e la T.A.T.U. si mettono forzatamente insieme, ma si vede troppo che lui preferisce di gran lunga l’anziano amico francese con cui va sempre a pescare.
Spero che nel quarto capitolo si dichiari.
Capo, non lo so, ma a me la teoria “Frank Martin = supereroe gay, WOOT!” è sembrata un po’ un tentativo fuori tempo massimo di giustificare la propria esistenza da parte del regista di Danny the Dog.
(ovviamente potrebbe essere la Stathamologist in me a parlare…)
Molto probabile, del resto lui non e’ poi diverso da tanti altri eroi d’azione. La cosa divertente e’ constatare che se nella scena in cui la T.A.T.U. chiede esplicitamente a Statham se e’ gay lui le avesse risposto “si'”, e lei l’avesse anche costretto a fare lo spogliarello lo stesso, il film non solo non sarebbe cambiato di una virgola ma avrebbe giovato di un inutile e forzatissimo interesse romantico in meno. Senza bisogno di inquadrare per forza anche Statham che si limona l’anziano amico francese. C’mon, c’e’ Obama presidente adesso!
Ho scoperto tardi I 400 Calci e sto rileggendo tutti gli articoli dall’inizio. Con la presidenza Trump il prossimo Transporter sarà rigorosamente etero, e magari a Statham starebbe pure bene una Trump-parrucca.
Ok, so che non importerà a nessuno, ma oggi per me è un giorno molto brutto… Ho appena finito, dopo un paio di anni che vi conosco, di leggere tutte le recensioni del sito… Ora cosa farò nei tempi morti/ attese dei mezzi pubblici/ soste in bagno e affini??? Esiste un sito parallelo che si chiama i300pugni? Le275testate? Guardate che sono disposto a far risorgere truffaut solo x fargli dirigere un altro film di cui possiate storpiare il nome per creare un altro sito!!! Mi sento come in punkabbestia che ha finito la sua scorta illimitata d’erba e sa che d’ora in avanti potrà fumarsi solo 3/4 canne a settimana. È una vita difficile, ma per quanto è durato, grazie di stomaco.
Franklyn,
Non ti preoccupare per il tuo ritardo: c’è sempre qualcuno che arriva dopo. Io, stavolta.
Com’è possibile che nessuno abbia notato la violazione della regola RobertDeNiro-cazzia-SeanBean? Nella [SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER] scena sul ponte, due gruppi di fuoco sparano all’auto di Frank Martin da direzioni opposte. Nel mondo reale ogni colpo fuori bersaglio rischierebbe di colpire un collega.
Sto riguardando il film ora, tutta la suspence è per Jeroen Krabbe: non ricordo se sia davvero un buono, in questo film. Non gli capita mai, poverino.