(rubrica a reti unificate con Loudvision)
Nome: Non specificato.
Chi gliel’ha dato: Non avendo un nome non ne si può neanche attribuire la paternità.
Il problema è che per tre quarti di film viene ripetuto lo stesso dialogo:
-Hai visto?! Hai visto?!-
-Cos’è? CHE COSA E’?!-
Se qualcuno avesse chiesto almeno una volta CHI E’, magari avremmo scoperto che si chiamava Alberto.
Origini: Secondo alcune fonti, il mostro è una mutazione genetica derivante dall’ingrediente segreto della SLUSHO! la bevanda energizzante che tutti noi abbiamo gustato almeno una volta nella vita mangiando la pizza ai peperoni.
È colpa degli Americani?: ‘Sta volta è colpa dei Giapponesi. Ma dopo averci regalato le gioie del bukkake possiamo anche perdonargli la creazione di un mostro che rade al suolo Manhattan.
Altezza: Un centinaio di metri ma nel film sembra più alto.
Filmografia essenziale: solo questo. Ma c’è un sequel in preparazione.
Vittime preferite: I palazzi. Ma con un buon rosso del salento non disdegna gli uomini.
Mossa preferita: Hai presente un mostro di 100 metri che si muove per una città? Non è una questione di mosse ma di manovre.
Omicidio migliore: Stacca la testa alla Statua della Libertà. Ok, lo so che non è un uomo però ne vogliamo fare una questione di sesso?
Come si sconfigge?: Vecchia scuola: radi al suolo tutto e spera che non ti dica grazie.
Lo compreresti?: No, mi diventerebbe difficile trovargli un passatempo adeguato. Dopo Milano, e Roma sono costretto a portarlo a fare la passeggiata all’estero.
Il figo dell’omicidio “statua della libertà” consiste nel fatto che deve averle dato un ceffone alla Bud Spencer per averle fatto volare la testa in quel modo. Ma comunque anche l’omicidio di massa sul ponte merita stima.
Si, quella è la cosa più grande: la sberla del mostro detta altresì il “ceffone catalitico”.
Il ponte non l’ho apprezzato molto perchè rientra tra le “manovre” citate.
Forse l’unico vero omicidio è quello del cameraman che arriva la fine. E, data la simpatia che proviamo per personaggio, diremmo anche “purtroppo solo alla fine”.
Cloverfield e’ un fottuto capolavoro. Chissenefrega della coproratura de mostro, fossero anche state uno sciame di api aliene o nebbie dentate sarebbe stato lo stesso.
L’emozione orrorifica del film e’ lo struggimento del filmato-di-fine-di-mondo registrato sopra le immagini del we dei due tizi che si trovano-perdono e infine ritrovano alla festa, quando il mondo sta per finire e le loro vite smetteranno di contare un cazzo. Entro breve tutto e’ dimenticato e perso “come lacrime nella pioggia” e pochi giorni prima erano li’ a fare la gita a Coney Island.
Erano anni che non mi sentivo cosi’ sperduta. Quando la mattina mi metto in viaggio verso l’ufficio penso sempre a Cloverfield giu’ per viale Tunisia
Che bello questo commento che mi cita viale Tunisia
@Federica: comprensibile. La tensione degli ultimi secondi che dilatano la sena all’infinito. Fermo immagine dell’ineluttabilità del destino.
Gli amanti di Hiroshima.
E poi una roba da 100 metri di amore che ti mastica il migliore amico…
L’emozione orrorifica del film sono i suoi protagonisti. Non ho mai augurato cosi’ tanto la morte violenta ai protagonisti di un film da quando mi costrinsero a guardare una mezzoretta di Il diario di Bridget Jones. Se non altro pero’ qua mi hanno accontentato (tardi, ma meglio che niente – e il film rimane figo nonostante tutto).
Aggiungerei che la scena con la telecamera in notturna nella metropolitana non è telefonata… è un fax.
Boh, ma comunque in definitiva è un film coi controcazzi. E questo a me personalmente basta.
Preferisco l’originale coreano, ormai gli americani scopiazzano il resto del mondo con più soldi e con meno idee.
Comunque il film merita molto, che c’è di meglio di un mostro che se ne va in giro per new york spostando i palazzi, mentre l’esercito americano lo “punzecchia” con tutte le armi convezzionali che possiede.