Il cinema classico americano è il genere che più di ogni altro al giorno d’oggi si trova i franchi tiratori in casa. E su questo non ci son cazzi. D’altra parte è quasi sempre uno sport al quale è bellissimo partecipare, ma ti ritrovi accanto a questi loschi figuri consumati dal mestiere del pensatore che si emozionano ad ogni movimento di macchina del loro regista classico preferito, a prescindere. Per esempio io divento molto violento quando mi dice che Invictus tutto sommato è un film noioso e/o che il cinema di Clint Eastwood ha conosciuto momenti migliori. Ho scritto SPIKE JONZE sulla portiera di quattro Mini Cooper solo questa settimana, giusto per ribadire un concetto. La Mini Cooper è la nuova carrozza-zucca, e la tipa che ci viaggia dentro ha tempo fino a mezzanotte per fare cock-teasing sui tuoi amichetti. Detto questo, io detesto A PRESCINDERE i seguenti generi cinematografici:
1) i film sul rap
2) i film dove alla fine si scopre che è tutto un parto della sua mente
3) i film girati con una videocamera digitale con una storia dietro che giustifica il budget inesistente, eccezion fatta per Diary Of The Dead
4) i film incentrati su una ragazza scomparsa
5) i film nei quali le sparatorie sono girate come dei balletti, esclusi quelli usciti prima del ’96
6) i film dove uno dei protagonisti è un malato terminale
7) i film con un bambino-genio tra i protagonisti.
Il principale pregio di Shutter Island, da questo punto di vista, è che non ci sono ragazzini negri che ballano nè cinesi che fanno capriole a caso con due .45 in mano. Per sottolineare questa scelta di campo, Scorsese inizia a bomba. Il film si apre con Leonardo di Caprio che vomita su un traghetto, si guarda la cravatta per un secondo e con un audace momento di puro Actor’s Studio fa capire che no, non ha scannato sulla cravatta e sì, è proprio così. Quello di cui si parla nel secondo post dello speciale Shutter Island, tuttavia, è la colonna sonora. Avete presente Bernard Herrmann? Tiriamo da quella parte, cioè cinema classico, cioè guai a chi lo tocca. Si parte con un riffone di archi che sembra rippato dal giro di basso di Practice Makes Perfect degli Wire, e si continua aggiungendo ingredienti a buffo finchè non si ottiene qualcosa di mangiabile; quando Herrmann sembra troppo sciolto per la scena qualcuno scongela certe cose orchestrali di un Howard Shore e le butta nel pentolone mentre qualche minipimer cinematografico comincia a tritarlo così fine che non lo riesci più a distinguere da Herrmann e concettualmente è come farsi di Blob in vena. Martin Sco. e il suo montatore fanno di tutto per buttare il testo dentro la musica, sotto forma di stronzate lynchiane tagliate -male- con dosi random di figa, nazionalsocialismo e John McCarthy mentre i violini pompano abbestia, cercando di rimandare quanto più possibile la presa di coscienza degli spettatori come me, spinti al cinema a viva forza perchè mi fa ancora un sacco d’effetto andare a vedere UN FILM DI SCORSESE e sono disposto a dimenticare per sei secondi che questo film ricade a peso morto nella categoria 4 (e magari fossero tutte qui le grane). La cosa più divertente che succede dopo la prima mezz’ora è l’intervallo: la barista entra in sala con un’aria sconvolta e ci dice che le macchine parcheggiate nei posti riservati agli handicappati stanno per essere portate via con il carro attrezzi. Se avessi dovuto prendere a calci un poliziotto invece che vedere il finale di Shutter Island, probabilmente l’unica cosa che mi sarebbe mancata sarebbero stati i contrappunti di violino nei momenti più drogati. Essendo un autista ammodo, comunque, rimango fino alla fine. Mentre scorrono i titoli di coda cinque donne si alzano e si raccontano compiaciute che “Leonardo è sempre Leonardo” e che “a me questi film qui mi piacciono un casino”. Per venti secondi penso di seguirle e scrivere MICHEL GONDRY sulle loro Mini Cooper, ma magari ci sono ancora gli sbirri in giro.
DVD-quote:
“…ma i violini pompano abbestia”
Wim Diesel, i400calci.com
Ps (SPOILER):
un punto di vista piuttosto interessante è quello di Giona A. Nazzaro, Calciatore honoris causa, che si mette a pensare a Shutter Island come a una metafora della ricerca del colpevole dell’omicidio del cinema di Scorsese da Gangs Of New York in poi, ponendo un certo qual rilievo sul significato di un finale come quello del film…
“Per esempio io divento molto violento quando mi dice che Invictus tutto sommato è un film noioso e/o che il cinema di Clint Eastwood ha conosciuto momenti migliori. Ho scritto SPIKE JONZE sulla portiera di quattro Mini Cooper solo questa settimana, giusto per ribadire un concetto. La Mini Cooper è la nuova carrozza-zucca, e la tipa che ci viaggia dentro ha tempo fino a mezzanotte per fare cock-teasing sui tuoi amichetti. ”
Quando uscirà l’aggenda scolastica de i 400 calci, ce la possiamo mettere dentro? Dai…
Se S. avesse fatto un taglio da quando LdC apre la porta in cima al faro a quando LdC è seduto sugli scalini sarebbe passato per un film di Linch?
Non ho ancora visto il film quindi non esprimo ancora nessun giudizio, spero di farcela domani sera, ma apprezzo molto lo spoiler in bianco a fine recensione, per tutti i tapini come me che ancora non sono riusciti a vederlo..
Giusto una cosa: ma alla fine ti è piaciuto o no? Anche io sono uno che tutt’ora si emoziona per “il film di Scorsese” ma… eh?
PS: concordo con Uwe Pòl, quando esce l’aGGenda, la raccolta di frasi come questa è obbligatoria!
@Jo – beh se la vogliamo buttare sul barbaro gusto no, direi che non mi è piaciuto.
“I violini pompano abbestia” è il DVD-quote di questo film.
Mettiamocelo.
Ho tutto sommato ancora voglia di vederlo, ma continuando così durerà poco. E poi the departed sarà fico ma mi stanno sul cazzo quelli che fanno remake di film orientali a caso.
(non ho capito da quando l’assenza di rep e cinesi che capriolano a caso possa essere considerata un pregio, io li metterei ovunque.)
@leon – dipende dal sistema di valori della gente con cui parli. io ne ho la piena sia di cinesi che di rap. mi piacciono il metal e i caucasici che si sparano da in piedi.
A me è piaciuto
Ciao, io sto spulciando mano a mano anni di materiale perduto (così, tanto per dare un perché a commenti che saltano fuori dal nulla). Ora, non posso essere nella testa di Wim, ma credo che nella lista iniziale abbia dimenticato i film in cui un animale diventa un campione dello sport.