Allora, l’idea di ARCA RISSA è questa: a cadenza irregolare vi racconteremo tutto quel che c’è da sapere sui più bei piani sequenza del cinema d’azione. Alla faccia di chi ci dice ignoranti.
Cos’è un piano sequenza lo sapete, no? Dimmelo tu, Wikipedia. “È una tecnica cinematografica che consiste nella modulazione di una sequenza (un segmento narrativo autonomo) attraverso una sola inquadratura, generalmente piuttosto lunga”. Grazie, Wikipedia, puoi sederti.
A cosa serve il piano sequenza? Ogni tanto ha una precisa funzione espressiva, ma il più delle volte -specie quando si parla di action- sta lì solo perché il regista ha detto “Ah sì, eh? Allora guarda QUA”. Girare un piano sequenza è difficile e dispendioso, virtuosistico e sborone. Per questo ci piace.
Chi fa i piani sequenza? Non vogliamo citare troppi esempi per non spoilerarvi le puntate successive, però possiamo citare alcuni registi che hanno fatto piani sequenza famosi e di cui SICURAMENTE non sentirete più parlare sui 400 calci: Tarr, Jancsó, Antonioni, Angelopulos, Tarkovskji, Godard, Hitchcock, Kalatozov. Che buffi nomi, eh? Pensate: è gente che manco sa chi sia Marko Zaror.
Noi ci occuperemo solo di piani sequenza divertenti e rocamboleschi con un altissimo Fattore U. Cos’è il Fattore U? È il coefficiente di meraviglia (“Uuuuuh!”) determinato dalla visione del piano sequenza stesso.
Oggi parliamo del piano sequenza del film argentino El secreto de sus ojos di Juan José Campanella, fresco vincitore dell’Oscar come miglior film straniero.
Quanto dura?
Dura cinque minuti buoni.
Cosa succede?
Succede questo: ci sono due uomini di legge, interpretati da Ricardo Darín e Guillermo Francella, che devono trovare un sospettato. Di costui si sa solo che è tifoso del Racing, per cui i due pensano bene di andarlo a cercare allo stadio, in mezzo a cinquantamila argentini esagitati durante una partita importante. Ergo: si comincia con un campo lunghissimo dello Huracán dall’elicottero. La macchina da presa si avvicina allo stadio, ci entra dentro, plana sul campo proprio mentre un giocatore sta prendendo una traversa clamorosa, prosegue avvicinandosi agli spalti, inquadra il pubblico dall’alto e, miracolo!, adesso si immerge tra la folla (senza stacchi, badate bene), raggiunge i protagonisti, si muove con loro nel mare di tifosi. Dopo un po’ di gomitate a destra e a manca i nostri eroi riescono a trovare il sospettato, lo inseguono uscendo dalle gradinate e correndo per i corridoi sottostanti, ne combinano di cotte e di crude tipo scazzottate nei cessi e urla e gente che scappa di qua e di là, e ancora non ci sono stacchi, poi l’inseguito si cala da un muro, e la macchina da presa sempre dietro, non lo molla un istante e anzi continua a tallonare il fuggitivo finché questo dà uno spintone a uno, entra in campo, viene fischiato dalle cinquantamila persone di cui sopra, viene falciato da un giocatore, viene catapultato a terra. L’inquadratura stringe sul volto del tizio steso sull’erba del campo mentre gli piantano un manganello nella guancia: preso, stronzo. Dissolvenza.
Ma che, davéro?
Ecco, no. A meno di paracadutare un cameraman dall’elicottero e farlo cadere in piedi sugli spalti con nonchalance, il piano sequenza non era realizzabile in un’unica ripresa. Le inquadrature sono pressappoco MOLTE, saldate insieme con trucchi sopraffini. Infatti, ecco che veniamo al punto: cos’è questa sequenza se non un trionfo del trucco digitale invisibile? Di più: cos’è questa sequenza se non uno showcase, un portfolio delle capacità e del livello qualitativo raggiunto dai dipartimenti effetti speciali argentini? L’intera scena è un’enorme pubblicità che recita «Argentina: da noi il digitale costa meno. Venite a risanarci l’economia, c’abbiamo lo stesso software del Signore degli Anelli. Te lo giuriamo su Maradona». Ed è vero, c’hanno il MASSiVE. Non esagero: questa scena è stata il maggior selling point del film, oggetto di un battage pubblicitario impressionante. La gente è accorsa al cinema a carrettate per vedere la patria cinematografia rinascere. Sulla rete si trovano più interviste ai tecnici degli effetti speciali che agli attori, e tutti i periodistas di Buenos Aires additano il film come fulgido esempio di ritrovato orgoglio nazionale.
Nello specifico?
Nello specifico è digitale gran parte della folla, gran parte dei giocatori, la palla che colpisce la traversa, il fumo. È digitale tutta la transizione tra ripresa dall’elicottero e ripresa con la gru, quando si vede il pubblico dall’alto. È digitale la cancellazione delle ombre della gru sulla faccia di Darín quando lo si vede la prima volta. È digitale -e perfetto- il mascheramento di un altro stacco, quando Francella si infila nei corridoi e comincia l’inseguimento; un altro stacco ben camuffato è subito dopo che l’inseguito esce dai bagni. C’è molto digitale quando il tipo si cala dal muro: cavi, impalcature e materassi cancellati, aggiunti un paio di passanti. E sono digitali persino alcune modifiche ai movimenti degli attori, ad esempio per rendere più veloce e realistica la botta che Francella si becca contro lo spigolo della porta.
Quanta gente muore?
Nessuno. Il peggio che succede sono gomitate, musate nelle porte, pugni e spintoni, caviglie distorte e un gol letteralmente MANGIATO dall’attaccante. Per cui probabilmente sarà volata più di una bestemmia in curva. E ogni volta che qualcuno bestemmia, muore un angelo.
Chi avrebbe interpretato la scena se fosse stata girata in Italia?
Allora, innanzitutto sarebbero serviti i tifosi. Si parla di un film ad alto budget, ergo l’avrebbe prodotto voi-sapete-chi, ergo sarebbero stati tutti tifosi del Milan. Poi c’è Darín. Darín è una sorta di gloria argentina molto versatile che ha iniziato nelle telenovele con Grecia Colmenares. Avesse vent’anni di più l’avrei abbinato a Giannini, ora la risposta è una sola, di default. I got a fever, and the only prescription is: Favino.
Il sospettato probabilmente lo farebbero fare a Santamaria, ma secondo me è paro paro a quello con la faccia da stronzo di Radiofreccia, ossia Roberto Zibetti.
Guillermo Francella è un discorso a sé. Egli infatti è un comico televisivo famosissimo che qui fa la parte del caratterista solido, il comprimario buffo ma ubriacone, la spalla dolceamara che serve a nobilitarsi -o risollevarsi- la carriera. Cercate Francella su Google immagini e ditemi se non sembra uno che si esibiva al Derby di Milano nella metà degli anni ’80. Cliccate QUI e ditemi se Francella non è il Gigi Sammarchi argentino. Però Gigi Sammarchi ormai non se lo ricorda più nessuno, non se lo ricorda più nemmeno Andrea Roncato. Quindi la risposta alla domanda iniziale è: Nino Frassica.
E il resto del film com’è?
El secreto de sus ojos c’ha scritto Oscar in fronte. Thriller procedurale, storiona importante coi flashback tra passato e presente, dramma di passioni tra personaggi. Non manca niente: l’addio straziante alla stazione, la scena nel passato con TV accesa che trasmette un evento importante della storia del Paese per contestualizzare l’azione, l’assassinio del personaggio simpatico, la vecchia sorda, il collega stronzissimo, la scena dove sono tutti ubriachi al bar, il dramma dell’uomo la cui vita non ha più senso, gli attori fatti invecchiare male da un make up maldestro: è tutto al suo posto e tutto fatto per benone. È un film che ci puoi portare la mamma come gli amici come la fia, e tutti ne usciranno soddisfatti. È il filmone che vince l’Oscar. Ed è un film che se non c’aveva quella scena là, dubito molto che ne avreste letto sui 400calci.
Qualche trivia?
Sì. Francella è interprete di una saga di quattro film dal titolo LOS EXTERMINEITORS. Gli volete già tanto bene o no? A giudicare dalla grafica delle locandine, il budget non è molto alto. Non so voi, ma io vorrei che me ne parlassero a lungo, di questi film.
E sapete chi è un grande fan di Guillermo Francella? FIDEL CASTRO. Lo dice Wikipedia. Battete questa, su.
Fattore U:
UUUUUUUUuu
Il bello di questa scena è che riesce a mantenere ben alta la meraviglia, e un certo coefficiente di “come cazz’han fatto?”, nonostante l’uso di trucchi digitali. È un momento di esaltazione stilistica che corrisponde al picco di coinvolgimento del film fino a quel momento e dà la carica a tutto quel che viene dopo. Brava l’Argentina.
Sig. Luotto,
non saprei che dire se non: grazie per la lezione!
Ci arricchite ogni giorno sempre più.
*Arca Rissa…Ma non crescerete mai! Grazie al cielo!
**a Zibetti in “memories of murder” ho riso forte, però. Sarò grave?
tutto questo climax e poi neppure uno straccio di video da youtube per gustare la meraviglia?
Hai ragione, fre.
Fino a qualche giorno fa i video del piano sequenza su youtube te li tiravano dietro, ma purtroppo da pochi giorni la sony pictures, che sta per distribuire il film negli USA, li ha cancellati tutti (ce n’erano anche in HQ).
O almeno, io non sono riuscito a trovarne, e giuro che ho cercato per due minuti buoni.
Ti accontenti di un abbastanza esaustivo MAKING OF?
http://www.youtube.com/watch?v=OBeYm2aPKCw
scommetto che anche voi avete cercato alla prima di cliccare sugli UUUUUuuu gialli.
Grande, bella rubrica, bell’articolo.
Il più bel piano sequenza che abbia mai visto è quello di hard boiled, e quindi se non ci fai l’articolo (quando vuoi), ti rigo la macchina.
Con stima.
http://www.youtube.com/watch?v=MtB117zNC2E&feature=related
Qui il pezzo iniziale del piano sequenza.
http://www.youtube.com/watch?v=m6voCojHTxQ
Qui il making of digitale.
Articolo bellissimo, una lezione magistrale! Vediamo se tra youtube/youporn/Ustream etc riesco a trovare sta sequenza che ormai mi intriga vedere!
Bello quello di Hard Boiled, ma il piano sequenza che domina è quello all’inizio dell’Infernale Quinlan, di Welles. Che ripresa straordinaria!
Bellissimo il piano sequenza che Scorsese ha infilato in “Good Fellas”, quando Ray Liotta e Lorraine Bracco entrano nel locale dal retro (ma è un classico, mi piace vincere facile).
Questo film mi pare il classico esempio che ti fa interessare solo per la sequenza in questione, che ti guardi su You Tube; il resto? Non ho più l’età per i film importanti, se non ci sono combattimenti, inseguimenti, morti violente e magari costumi da supereroi, mi viene il prurito.
Piega il capo di fronte alla imponente cultura cinematografica quattrocentocalcesca.
Sbaglio o non avete ancora parlato del piano sequenza di Breaking news di jhonnie to ? o orrore orrore neppure di Toom yum gong (aka the protector)
Anche se secondo me il premio va ad un film del 1995 con salma hayek che ho visto per un’esame alla scuola di regia…è un film TUTTO in piano sequenza e non solo, sono 4 film in pianosequenza splittati in 4 parti…e ad un certo punto dopo un’ora di film i personaggi iniziano ad incontrarsi.
Ok, non ci sono WTF in quel film, pero’ vale la pena citarlo secondo me.
@ andrea, per me 1995 e Salma Hayek corrisponde solo a Desperados, Rodriguez, Four Rooms, Rodriguez, Tarantino, Tim Roth, Madonna, Bruce Willis, Banderas, Spy Kids, la prostituta morta con la siringa nel materasso, il dito mozzato, eccetera, eccetera…. sono tre piani sequenza (o quattro?) solo nell’ultimo episodio (di quattro) diretto da Taraninz.
“Did they misbehave?”
(si ho scritto desperados pensando alla birra)
Ma “Strange Days” non lo cita nessuno? All’inizio c’è quello che per me è il miglior piano sequenza (e per di più in SOGGETTIVA!) di sempre. Anche di Quinlan? Sì, anche di Quinlan.
Invece un pianosequenza “semplice”, ma che mi colpì molto quando lo vidi è quello negli Intoccabili di De Palma, quando il killer vestito di bianco entra in casa di Connery e lo segue. Fatto in soggettiva anche quello.
E poi c’è il pianosequenza assoluto, che è quello di Nodo alla gola, del già citato Hitchcock. Mi piacerebbe che lo restaurassero, quel film, togliendo i pochi punti di raccordo sulle schiene dei personaggi.
P.s. Andrea, potresti darci il titolo del film che citi? Anche se seguirne 4 contemporaneamente mi pare complesso, sono sicuro che ne varrebbe la pena.
Aiuto, tutto d’un tratto i400calci sono diventati l aula magna del DAMS cinema!
Niente di male eh, ma fa un po specie vedere tutti così seri. Bella voi, mi tolgo il cappello davanti a tanta cultura.
Jo, hai ragione, ma rimediamo subito:
http://www.youtube.com/watch?v=AgI170syx4E
per le birre fresche, rivolgetevi a Uwe…
@ Hellblazers: Andrea si è probabilmente (come dicevo io prima) confuso con Four Rooms, film episodico ambientato in un albergo la notte di capodanno, diviso in quattro episodi ambientati in altrettante stanze d’albergo diretti da registi diversi (Anders, Rockwell, Rodriguez e Tarantino): solo l’ultimo episodio -quello di Tarantino- è diviso in tre piani sequenza, però.
ah, dimenticavo: pensavo alla desperados, ma a me non piace affatto. Ovviamente solo bollicine Europee, per Uwe.
Ah, ho capito. Four Rooms l’ho visto qualche anno fa, ma ricordo solo un episodio con delle streghe che facevano un rituale, e poi i due bei frammenti di Rodriguez e Tarantino. Non mi ricordavo che quello di Quentin fosse fatto per pianisequenza. Me lo rivedrò un giorno di questi. Grazie.
i figli degli uomini
anche ‘omicidio in diretta’ di de palma è elencabile?
Avete ragione vi chiedo scusa non era un film del 1995, in ogni caso non l’avrei mai confuso con four rooms, essendo un regista, se sbagliassi su cosa è un pianosequenza sarei messo davvero male :-) parlavo di TIMECODE un film del 2000.
4 camere che girano un film in pianosequenza contemporaneamente,mi ricordo che in un punto del film c’è un terremoto e ne vediamo le conseguenze in tutti e 4 i video splittati, geniale e difficilissimo. Ovviamente i cameraman avranno avuto degli auricolari per mettersi d’accordo.
ah ok, ora rammento è vero l’episodio di tarantino è quasi tutto in piano sequenza per lo meno da quando inizia a spiegare la storia dell’accendino e del dito…in effetti poteva valere anche quello :-)
In realta’ io non l’ho mica capito perche’ state facendo a gara per spoilerare i prossimi numeri della rubrica…
Chi non si ricorda del maestro Pyun merita il castigo.
Io speravo si continuasse a parlare di Salma Hayek a dire il vero.
Ma alla fine si vince qualcosa? Tipo un Calcio in Culo d’oro da sfoggiare in salotto?
Diamo solo suggerimenti Nanni, non è una gara :-) pero’ sai da quando ci hai messo in testa i premi silvester ora ci sentiamo in obbligo di partecipare a qualunque cosa sperando in un premio….a quando i premi swarzenegger !?
Ho visto il primo pezzo del piano sequenza del film, quello su you tube. Certo che l’inquadratura è molto irregolare, come se avessero attaccato la MDP a penzoloni… la gestione delle comparse sulle gradinate dello stadio è un pò da fiction di Canale 5, cioè con risultante finta, e anche se non si può giudicare la fotografia da you tube, la sensazione è di qualcosa di piatto. Anche la recitazione sembrava amatoriale… Tutto questo per dire che va bene il virtuosismo tecnico ma… le mie pupille avrebbero forse gradito più stacchi e migliore qualità su tutto il resto…
Potta, su certe cose ti do ragione: ad esempio c’è una certa sensazione di fasullo nelle scene tra la folla, con lo sfondo digitale che non si amalgama perfettamente (di certo è dovuto anche ai vari ritocchi per cancellare ombre, gru e robe simili).
Sull’inquadratura irregolare, non so. È fatta dall’elicottero: se fosse stata morbida e fluidissima, oltre a risultare paradossalmente meno “vera” (come se fosse tutto digitale), si sarebbe avvertito uno stacco troppo netto con la parte successiva, quando la macchina è a mano e traballante perché tutti corrono.
Sulla recitazione invece no. Le comparse saranno un po’ legnose ma gli attori principali son bravi tutti.
Visionato il film per intero, in qualità ottima, devo dire che il piano sequenza, nella sua totalità, è fatto molto bene, vale a dire che gli stacchi sono davvero invisibili: se Luotto Preminger non mi avesse edotto sulla tecnica realizzativa non so, forse avrei creduto alla ubiquità della mdp. Quello che manca, a mio avviso, è l’estenuante durata, l’impressione di lunghezza, l’imposizione del tempo filmico come esperienza. In altre parole: non ci ho trovato l’attesa della fine, nel PS. Ho trovato peraltro il film molto classico, linguisticamente, e quel PS centrale, non so quanto ci si incastri. Il livello attoriale è molto buono, anche se ho trovato il film sterile. Troppo facile trovare il colpevole, ad esempio. Ma sarà che il protagonista non si è ancora ripreso da XXY ?
Sono d’accordo sul fatto che la scena rischi di sembrare stilisticamente slegata dal contesto del film. Anzi, diciamo che lo è. Tant’è vero che sono gli unici 5 minuti degni di stare sui 400 calci. Certo però che dal punto di vista del mero piacere spettatoriale il PS funziona alla grande, e infonde una dose extra di ritmo che in quel momento ci sta a perfezione.
Prova ulteriore del fatto che questo è un film che antepone la piacioneria (ad ogni costo) all’integrità di un’impronta personale. Infatti è sterile, come dici giustamente. Non a caso ha vinto l’Oscar.