
"I'm gonna make you sweat one way... and then the other."
Se Rudy Ray Moore era il commediante che abbozzava (senza nemmeno troppo impegno) improbabili doti kung fu, l’altra faccia della medaglia era Jim Kelly, atleta vero improvvisato attore.
Jim Kelly, classe 1946, nasce come tennista professionista, in seguito appassionatosi alle arti marziali. Dopo qualche comparsata gli capita l’occasione della vita: a pochi giorni dalle riprese Rockne Tarkington rinuncia improvvisamente al suo ruolo nel film I tre dell’operazione drago, e il produttore Fred Weintraub corre a visionare Jim nella palestra in cui si allena, rimanendone impressionato e ingaggiandolo al volo. Il resto è leggenda. Dopo ovviamente Bruce Lee, Jim è una delle cose migliori del film: fisico imponente, doti atletiche indiscutibili, atteggiamento spavaldo e carismatico, e un taglio afro da competizione. All’epoca un campione nero di arti marziali era una cosa insolita: grazie a Jim Kelly divenne quasi una regola, e fatta eccezione per la particolare saga di Billy Jack (che meriterà uno speciale a parte) bisognerà attendere Chuck Norris ben cinque anni dopo per avere il primo credibile eroe di arti marziali bianco.
Nel frattempo, accompagnato dallo stesso regista di Operazione drago Robert Clouse, Jim Kelly fa il suo esordio da protagonista assoluto nel 1974 con Johnny lo svelto (Black Belt Jones).
L’appeal di Kelly è ben inquadrato e, nonostante Clouse sia bianco, si punta dritti a un pubblico di afro-americani grazie a un cast guidato da quello Scatman Crothers poi universalmente noto grazie a Shining. Sono inoltre i primissimi giorni del cinema marziale americano: la scomparsa di Bruce Lee è ancora fresca, e si nota palesemente come in certi momenti a Kelly sia stato chiesto di imitarne movenze e urletti: il resto si appoggia ai più elementari stereotipi del marzialista costantemente in kimono e senza scarpe e impegnato ad allenarsi in ripetitivi movimenti senza un gran senso.
Agevolo il trailer:
httpv://www.youtube.com/watch?v=66clfRFkEQM
Contrariamente a questa cosa montata malissimo, Johnny lo svelto è pura divertentissima azione non-stop condita da commedia. Jim Kelly non è un manichino alla Chuck Norris: ha un fisico scolpito, ha maggior scioltezza davanti alla macchina da presa e domina il film senza problemi. Il suo personaggio è un donnaiolo che, più o meno come Dolemite, vive in una villa sulla spiaggia costantemente circondato da belle e devote ragazze sia bianche che nere, ma non è un pappone. E nonostante la produzione Warner, anche qui capitano momenti di esilarante approssimazione: ci sono scene d’azione allungate smisuratamente, come la rissa finale ambientata nell’autolavaggio rotto in un mare di schiuma, e non tutte le coreografie sono esattamente sciolte (all’epoca le uniche tecniche conosciute per riprendere i combattimenti consistevano in grezzi piani sequenza e qualche rallenty). Ma soprattutto c’è una spettacolare versione primitiva della famosa “soluzione Speed“, in cui Keanu Reeves ingannava le telecamere di Dennis Hopper intercettandone il segnale e mandando in onda un loop appositamente creato per nascondere ciò che realmente stava accadendo: qui Jim Kelly istruisce le sue ragazze a truccarsi da ninja, scattare una polaroid nella direzione in cui sono puntate le telecamere di sicurezza dei cattivi, per poi appicciccarla davanti alle stesse a simulare una scena sgombra di pericoli. Roba che neanche Scooby Doo.
Jim Kelly girerà in seguito altre chicche sia da solo (segnalo almeno Black Samurai di Al Adamson, in cui il nostro scazzotta nientemeno che un avvoltoio gigante – giuro) che in squadra con altre icone blaxploitation come Jim Brown e Fred Williamson (tra le quali La parola di un fuorilegge… è legge! di Antonio Margheriti): oggi, arzillo 63enne, si è ritirato dalle scene e vive tranquillo e rilassato dando lezioni di tennis.
Ehm, ora non vorrei fare il saputello, ma ecco, sì insomma, io una volta sapevo che la cosa lì delle polaroid l’aveva fatta anche Mario Bava (sempre sia lodato) per Diabolik.
No, poi magari mi sbaglio e non è vero, mica ne sono poi sicurissimo…ecco…sì, cioé…
Nanni, volevo dirti che ho trovato adesso quei cinque minuti di calma per leggere tutto (anche se ho avuto tutto il giorno la finestra aperta sui 400, ma ci tenevo a dargli la giusta attenzione), grazie per questi bei pezzi così sentiti che mi hanno insegnato qualcosa di cui, fondamentalmente, per esprimerla in un francesismo, per pigrizia o per semplice noncuranza, non sapevo un cazzo, e di cui ora sono molto più curioso.
I 400 calci mantengono la mente elastica, mantengono giovini, e fanno vivere più a lungo*.
* Finché a un ninja non viene dato l’incarico di uccidervi.
@Uwe: riducono anche il colesterolo! Ho ritirato gli esiti degli esami qualche giorno fa, e trigliceridi e colesterolo sono tornati normali dopo le crapulate natalizie (cerco di mantenermi in forma tutto l’anno, ma sotto natale mi trasformo in una specie di suino mannaro culinario)
Seriamente: sono strabiliato dalla quantità e qualità di materiale che questo blog sta pubblicando. Veramente ragazzi/e, complimenti!
Devo aggiornarmi su dolemite e Johnny lo svelto, al più presto, che ho black dynamite in dirittura di arrivo entro qualche giorno e voglio arrivare preparato.
@simo: non lo escludo, Diabolik di Bava e’ uno dei miei piu’ grossi buchi culturali (ma dopodomani avro’ gia’ rimediato). Non so pero’ se batte il fatto che prima di quella scena c’e’ un montaggio musicale in cui si vede Johnny lo svelto che spiega a due ragazze come si usa una Polaroid (proprio del tipo “guardate, dovete prendere questa strana scatola in mano, puntare verso l’obiettivo, spingere questo bottone magico et voila’! Non abbiate paura, non vi rubera’ l’anima”)
@uwe e jo: <3
Noticina da nerd: pare che Kelly, sul set, fosse abbastanza fidiputt’. Nel senso che nelle scene di combattimento cambiava spesso e volentieri le coreografie e colpisse per davvero i porelli con cui recitava. Per dare maggiore realismo, diceva.
Anni dopo c’è chi ci ha perso un occhio, con una teoria stramba così (ciao JCVD!). :P
Zen
Jim Kelly, grande atleta e gran fisicità.
Dico solo che I 3 dell’Operazione Drago è uno dei motivi per cui ho iniziato karate (il secondo è Karate Kid, poi solo terzo Chuck… nessuno è perfetto).