Guardate che bella la locandina di questo film. Siamo quasi al livello di quelle postate nella rubrichina Consigli per l’Arredamento del nostro prode Jean-Claude Van Gogh. E, pensate amici, Perkins 14 non è una misconosciuta perla datata 1976, ma un film del 2009. Certo, magari l’idea di omaggiare quel periodo storico, di ritirare fuori quelle grafiche, quei disegni e quello stile, ha un po’ rotto le palle, ma bisogna ammettere che il risultato in questo caso è piuttosto esaltanate. Vi faccio però una domanda. Secondo voi, Perkins 14, è poi nei fatti una pellicola da intendere come citazionista? Secondo voi, tolta la locandina, c’è qualcosa altro all’interno del film che urla a pieni polmoni “1976”?
La risposta è ovviamente no. E quello che mi chiedo io è, perché allora fare una locandina del genere? Possibile che anche quei due o tre film all’anno che non vogliono essere una rilettura di Non Aprite Quella Porta, debbano essere spacciati come simpatiche strizzatine d’occhio a quel cinema che ci piace tanto? Io mi sento truffato. E soprattutto mi sono un po’ rotto i coglioni. Non se ne può più. Ma secondo voi la colpa di chi è? Tutta di Tarantino/Rodriguez? O di Bay/Nispel? O di Nathan/Falco?
Tra l’altro io spero che il povero Nathan Falco abbia almeno un superpotere perché se c’hai quel nome lì e non sei manco in grado di sparare delle bolle d’energia dalle mani, sei veramente uno sfigato. Comunque Perkins 14 arriva a noi con quella locandina lì. E racconta questa storia: esattamente dieci anni fa, nella cittadina di Stone Cove, sono stati rapiti 14 bambini. Tra questi, Kyle, il figlio del simpatico protagonista. L’uomo, un poliziotto tutto calvo, in questi lunghi anni non si è mai arreso e, contro tutto e tutti, ha continuato le sue ricerche. Un bel giorno arriva al suo distretto di polizia e trova in una cella il viscido Ronald Perkins. Quest’ultimo è talmente viscido e schifoso che il poliziotto, fatto due più due, capisce che è lui il colpevole di tutti quei rapimenti. E qui il film si impenna. Il protagonista del film è un mezzo alcolizzato, distrutto dal trauma della scomparsa di suo figlio, che si trova davanti il colpevole di tanto dolore. Baggianato dai colleghi, cornificato dalla moglie milfettona, coglionato dalla figlia emo, finalmente questo borghese piccolo piccolo può avere la sua rivalsa. Nel momento in cui tutte le carte sono scoperte al decimo minuto di film, si comincia a fantasticare sulle possibile svolte. Cosa accadrà ora? Perkins 14 diventerà una sorta di Unthinkable? Il tutore dell’ordine si trasformerà in un Angelo della Morte pronto a soffocare nel sangue un’intera vita fatta di umiliazioni?
Ora, se andate avanti nella lettura – solo di questo paragrafo – sappiate che vi piazzerò un paio di spoiler, ma non posso fare altrimenti (e comunque se guardate il trailer è uguale). Se preferite, andate un po’ più sotto e siete salvi. Quello che abbiamo poc’anzi puntualmente si verifica: il poliziotto si vendicherà del mostro che ha rapito suo figlio. Ma questo è nulla. il piano del perfido Perkins è molto più elaborato. L’uomo, a dieci anni di distanza dai suoi misfatti, s’è fatta incarcerare apposta. Il suo macchiavellico scopo è quello di far andare dei poliziotti a casa sua. Vuole che questi scoprano il suo nascondiglio segreto e che trovino tutti i bambini sequestrati. Bambini che in questo lungo periodo non sono stati uccisi, ma tenuti in gabbia, drogati a valanga e trasformati in bestie assetate di sangue. Una volta che i poliziotti si recano sul posto e fanno la terribile scoperta, i bambini riguadagnano la libertà e cominciano a scorrazzare per la città uccidendo gente a uso ridere. I 14 di Perkins, manco fossero degli zombie, cominciano a seminare il terrore in città. E il nostro poliziottone tutto calvo si trova nei cazzi: cercherà di mettere in salvo la sua famiglia e contemporaneamente di redimere il suo povero bambinone, che adesso vaga senza nulla campanare per la ciudad. E soprattutto massacrando chiunque gli capiti sottomano.
Perkins 14 ha un altissimo grado di WTF. Parte come un horror psicologico con tutte le sue robine a posto per poi sbroccare, diventare un simil zombie movie ed infine trasformarsi in un classico film d’assedio con un nucleo di survivors chiuso in un precinct carpenteriano. Tutte queste svolte possono soddisafare, come lasciare piuttosto perplessi. La scoperta però forse più interessantissima di tutte è che la trama del film è stata sviluppata online dal sito massify.com, con questa modalità: si poteva andare sul sito, proporre una trama e, qualora questa fosse stata trovata di gradimento e accettata con un sistema di votazioni, il film diventata realità! E, pensate amici, Perkins 14 è un’idea di un regaz come noi! Bravo il regaz Jeremy Donaldson! (che ovviamente c’ha una piccola particina e, sfortunatamente, i dread)
In generale comunque possiamo paralre di 95 minuti piuttosto divertenti, con un bel po’ di sangue, qualche gustosa accelerata, un’illuminazione modello discoteca, un montaggio so nineties ma fortunatamente un buon finale.
DVD-quote suggerita:
“Un film created by you. Che evidentemente ogni tanto perdi un po’ la brocca”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
considerazioni sparse:
– sembra interessante!
– credo che il tag “se ti chiami Nathan Falco e non hai un superpotere sei uno sfigghiz” non verrà più utilizzato. Peccato.
. vorrei vedere ancora “film scritti dai regaz” e “un film created by you”. Speriamo!
Casanova is my sunshine!
Ficatona di locandina, averla conosciuta prima l’avrei postata.
Sul film non mi esprimo ma lo vedrò.
La trama promette bene: lo psicopatico che alleva la propria mandria di serial killer mi piace assai (e aggiungo che mi chiamassi nathan Falco e non avessi superpoteri, anch’io diventerei un serial killer dopo ovviamente avere assunto droghe a valanga)
hola, my nombre es Nathan Falco. Non ho superpoteri. Preparati a morire.
lo vidi un anno fa o poco più.
vedo che non hai parlato della scena in cui l’ex cantante dei misfits michale graves CANTA UNA CANZONE AL CIMITERO PER FAR COLPO SULLA SQUINZIA.
non mi sento di aggiungere nulla.
fortunatamente un buon finale?
spero nella non redenzione del bambinone, e nella morte del cornuto pelato
ps: bella la citazione da ITP
Sembra fico! Verrà visto. augh.
COMA@ sei veramente uno spoileratore senza ritegno alcuno… volevo partire da quello ma mi sembrava ingiusto rivelare così la sequenza più maccosa di tutto il film. però vabbeh, sapevatelo.
BOBBYPERÙ@ itp connection
Visionato. Poca roba, devo ammettere. Le premesse c’erano tutte, costruisce un bel po’ di tensione verso la prima mezzora, e i cambi di genre di cui parlava Casanova sembravano una bella trovata, sulla carta. Poi nella pratica gli attori si perdono in un maccosa dietro l’altro che, sinceramente, il maccosometro è uscito fuori scala. Del tipo
-Se andiamo là fuori ci lasciamo le penne!
-è vero.
-…
-vado là fuori.
-NOOOOOOO! (esce là fuori)
tutta una dietro l’altra così.
Sylvester all’amico del protagonista che si fa convincere a violare l’intero codice deontologico degli sbirri con un “perfavoooore” al telefono.