Volete una buona notizia che vi consolerà un pochetto? Il Far East Film Festival di Londra, denominato “Terracotta“, è messo peggio del suo equivalente italiano. Meno roba, meno attualità, meno qualità, niente ampio parcheggio, niente Fonzies, ecc… Ma in attesa che Casanova si ribecchi e vi racconti quello che ha visto a Udine, vi tocca che vi racconto io quello che ho visto a Londra. Che sarebbe poi un film solo. Questo. Karate Girl. Come da titolo. Che poi ci sono andato solo perché sapevo che avrebbe presenziato Rina “Peperina” Takeda in persona. Come chi è Rina Peperina??? Ragazzi, santa pazienza, ve ne ho parlato un paio di volte ormai, dovreste smetterla di pomparenellecasse e stare un po’ più attenti… ve lo rispiego brevemente: diciamo che sta a Jeeja Yanin più o meno come Simone e Matteo stanno a Bud Spencer e Terence Hill.
Comunque.
Rina arriva davanti al Prince Charles direttamente in kimono da combattimento con tanto di cintura nera. Sotto di esso, una maglietta di Will e Kate. Al braccio, un bustone del Disney Store contenente un mega-pelouche di Scooby Doo. È agitatissima, umilissima, e fa una tenerezza infinita. Chi invece non fa tenerezza per un cazzo è l’organizzazione, che rompe il proiettore e poi ci presenta come uniche alternative rinunciare al film o guardarlo in bianco e nero. La gente scuote la testa sconscolata, poi pensa che il bianco e nero è sempre meglio del 3D posticcio, per cui vota per la versione impoverita.
Karate Girl è degli stessi autori di High Kick Girl che, visto l’inaspettato successo del loro precedente film, sono stati premiati con meno budget. Occhio al metaforone: avete presente quando avete un oggetto delicato e lo dovete mettere dentro a uno scatolone tipo che so, per spedirlo, tranne che lo scatolone è molto più grosso di quello che vi serve? Per evitare che ci balli dentro, dovete mettere un’imbottitura, giusto? Ecco, Karate Girl è praticamente “Polistirolo – The Movie”. Rina in conferenza dice che ci ha messo un anno e mezzo a prepararsi solo per questo film: la mia idea è che, dopo questi estenuanti 18 mesi, in produzione qualcuno di colpo abbia urlato “Cazzo! La sceneggiatura!!!” ma ormai non c’era più tempo e hanno dovuto girare solo la sinossi.
La trama di Karate Girl non sta nè in cielo nè in terra. In pratica si parla di un tizio talmente fortissimissimo in karate, Kurenai, che se ti tocca con un pugno muori, ma mica dopo tre giorni, proprio subito sul posto: quest’uomo diventa famosissimo, e la sua tradizione viene portata avanti dagli eredi. Per cui c’è uno cattivo il cui piano malvagio consiste in rubare la cintura nera di Kurenai e, dopo alcuni passaggi non chiarissimi, fare un sacco di soldi. Per essere sicuri che la gente capisca bene che è cattivo, il motto della sua scuola è “Il karate serve per uccidere. Se non vinci, muori.” Il cattivo quindi trova Kurenai Jr. (il grandissimo Tatsuya Naka di High Kick Girl), lo uccide e gli ruba la cintura più una a caso fra le sue due figlie. Tutta questa parte occupa scriteriatamente solo i primi 8 minuti, di cui 3 sono fissi sull’altra figlia che piange sul cadavere del papà. Poi la faccenda si sfalda come un gelato al sole.
Dodici anni dopo il cattivo si accorge che a) la cintura che ha rubato è un falso (dodici anni dopo) e gli serve assolutamente quella vera altrimenti il suo imperscrutabile business va a puttane (dodici anni dopo), e b) l’altra figlia di Kurenai è ancora viva e interpretata da Rina Peperina. La riconosce da una foto (dodici anni dopo). E visto che il suo imperscrutabile piano consisteva non solo nel rubare la cintura di uno, ma anche nell’addestrare mocciosetti di menare, ne manda subito un paio a menare Rina. Uno dei due però è– bravissimi! La sorella di Rina. La quale 1) è interpretata da una che in realtà ogni giorno non vedeva l’ora di andare a casa, e 2) ci mette un po’, ma poi la riconosce. E come prima cosa le chiede serissima: “Ma il karate… serve per uccidere? O per proteggere?” Poi vanno a picchiare tutti gli altri in coro.
Ora, messa così fa ridere. Anzi, fa ridere messa in qualunque modo. Il mio problema però non è questione di ridere o non ridere, qualità o fantasia, ma proprio di quantità. Puro minutaggio. Karate Girl consiste di cinque scene al massimo. I più secchioni di voi ora diranno “e quindi? In Born to Fight le scene erano due, ed è uno dei film più mondiali che io abbia mai visto”. Bravissimi, meritate una caramella mou, ma le due scene di Born to Fight consistevano in: scena 1, alcune persone si picchiano sopra a camion in corsa per circa mezzora; scena 2, un sacco di gente si picchia malissimo in un villaggio per circa un’ora. Il totale fa approssimativamente un 110% di film in cui si vede solo gente che si picchia. È per spettatori preparati, ma non fa una piega. In Karate Girl invece le scene di combattimenti hanno durate normali, mentre tutto il resto è stirato e dilatato usando tutti i più sporchi trucchi a cui possiate pensare: rallenty, replay, flashback (tantissimi), lunghe pause insensate nei discorsi, ripetizioni, intermezzi con i protagonisti che fissano pensierosi nel vuoto… qualsiasi cosa vi venga in mente per perdere tempo, c’è. Ci manca solo il Carosello e le interviste in studio.
Vi faccio la scaletta di una scena esemplare:
- Rina Peperina si mette in posa
- primo piano sul cattivo con la faccia sconcertata
- la sorella di Rina si mette nella stessa posa
- altro primo piano sul cattivo che si sconvolge al rallentatore
- Rina cambia posa
- ottavo flashback della morte del padre di Rina
- sguardo di intesa tra Rina e sorellina
- il cattivo dice “ehi!”
- la sorellina si mette nella stessa posa di Rina
- il cattivo dice “ma questo kata… … …, … lo conosco!”
- sguardo di intesa tra Rina e sorellina
- il cattivo si sconvolge al rallentatore
- Rina cambia di nuovo posa
- tre replay del cambio di posa di Rina
- il cattivo dice “ma sarà mica per caso il kata della famiglia Kurenai???”
- quattro flashback scelti a caso tra le 18 scene precedenti in cui abbiamo visto per intero il kata della famiglia Kurenai
- esco a comprare i popcorn
- faccio il brillante e appezzo la barista
- la barista mi respinge con educazione
- mentre torno in sala mi fermo a fare complimenti falsissimi al direttore del festival
- la sorella di Rina si mette nella terza posa del kata della famiglia Kurenai
E via discorrendo. Vi giuro che tutto il film è così. Una cosa estenuante. E per di più me lo sono sorbito in bianco e nero!
Ed è un peccato, perché Rina è bravissima, simpaticissima, carina il giusto senza esagerare, non è Jeeja ma nemmeno lei usa cavi e controfigure e quando entra in azione la si guarda più che volentieri. Se possibile, questo film nel complesso è ancora più inguardabile di High Kick Girl, ma il miglioramento nelle coreografie è netto e se non altro non si tirano ignobili carezze come l’altra volta.
Comunque: a film finito Rina torna fuori vestita da scolaretta esattamente come nel finale del film, tra gli applausi della folla che nel Q&A seguente fa di tutto per sviare la conversazione da quanto appena proiettato.
Rina ne approfitta per annunciare che il suo prossimo film si chiama Kunoichi che in giapponese, ce l’ha detto proprio lei, significa “ninja hero action movie”.
Venduto.
DVD-quote:
“Un classico nascosto della nouvelle vague che verrà rivalutato. Dodici anni dopo.”
Nanni Cobretti, i400calci.com
P.S.: lo sapete che Rina Peperina Inventatutto canta anche la canzone dei titoli di coda? Che brava <3
che brava che è Rina!
(capo, Jeeja mi ha appena mandato un sms. è molto arrabbiata per la foto)
Voi siete davvero matti:) Ah vi consiglio Five Minarets in New York. Tamarrissimo
Carina è molto carina, lo guarderò!
Hai scritto:
> faccio il brillante e appezzo la barista
non è per fare il pelo alla R mancante, ma è proprio una gran bella frase :)
Appena mi capita anche io farò il brillante, nel senso di estrarre la lama, e poi appezzerò la barrrista. Se poi lei mi respinge, pazienza :)
Nessuna R mancante, in Emilia si dice “appezzare” nel senso di “attaccar discorso” :)
Ma sono l’unico a cui non è piaciuto Born to Fight?
@casanova: fa bene ad essere arrabbiata, la deve smettere di lanciarmi frecciatine impersonali dal suo status di Facebook come se non si capisse che sta parlando di me
‘azzo, ne sai una più del nano dai superpoteri ! In Toscana appezzare significa proprio fare a pezzi :)
Allora salutami Pepper Rina, quando la rivedi …
Harry Piotta ha fatto una figura di merda, ciononostante mi piace l’idea che Nanni, frustrato dalla mancanza di botte nel film, prenda e vada ad affettare una barista a caso, cosi’ tanto per vedere del sangue. Notevole l’aplomb della barista stessa, che mostra di non gradire le coltellate “con educazione”. Questa e’ una grande scena in attesa di essere filmata. Diglielo a Rina!
Cicciolina, forse per via dell’incalzante estate a base autosquirtante, non ha letto tanto bene, ed è balzata di getto (quel getto, eh) a conclusioni che ricalcano i suoi piccoli pregiudizi e avendo confidenza con la merda, la vede anche dove non c’è.
vi amo tutti indistintamente
Harry dici le stesse cose che mi diceva la mia vecchia prof di filosofia, riguardo alla merda, eh, non allo squirt!
Rina ha sbagliato, la traduzione corretta è: Ninjtress hero action movie.
Onestamente pero’ non ho mai sentito la parola “ninjtress” in vita mia…
@alessandro
quindi anche lei aveva letto Derrida. Strano, per una vecchia prof. di filosofia.
@nanni
non dire mai a Rina cosa significa peperina in italiano perché potrebbe accadere l’inatteso, ossia questo:
http://imageshack.us/f/713/vlcsnap2011041821h23m32.png/
(a proposito di squirting, chi vuol intendere, entienda)
Io passo. Non ho mai visto neppure Karate Kid 4 :P
@cleaned: dovresti, e’ meglio del terzo. Anche solo per Michael Ironside.
@Harry: è più probabile che questa convinzione le derivasse da un qualche tipo di saggezza popolare. Quella che dice tutto e il contrario di tutto. Bella la spina bifida che hai postato.