Siamo nel 2011! Ogni paese ha diritto ad avere la sua sacrosanta scena horror. L’horror fa bene alla salute. La gente lo sa. Per cui è successo che in Israele si sono accorti che i film della Cannon non valgono, perché i fondatori Menahem Golan e Yoram Globus sono israeliani ma i film sono stati prodotti tutti negli Stati Uniti dell’America, di conseguenza tecnicamente a Gerusalemme e dintorni risultano ancora a quota zero. È qui perciò che entrano in scena i prodi Aharon Keshales e Navot Papushado, i quali decidono di rimediare e girare finalmente il primo horror israeliano ever. E voi pensate che abbiano voluto partire da qualcosa di semplice e classico, che so, un economico film di zombi o il tipico slasher col suo bel serial killer folkloristico? Magari un bel “oh raga prendiamo una storia horror tipica ammeregana con tutti i luoghi comuni ammeregani del genere epperò ambientiamola in Israele minchia che figata”, o un “ma no ma no ma giriamola qui alla periferia di Tel Aviv però fingiamo che sia il Texas poi prendiamo degli attori israeliani dalla faccia tipica israeliana e l’accento pesantissimo israeliano e li chiamiamo Brad, Kevin e Mary-Jane e lasciamo la segnaletica in aramaico che tanto chissene”? Macché: Aharon e Navot si sono guardati in faccia e si sono detti: “ma facciamo qualcosa di diverso, porca vacca, qualcosa che sia davvero interessante di per sè e non solo perché è il primo horror israeliano”.
Rabies inizia con una tipa rapita da un noto killer e chiusa in un buco profondo nel bosco, e il suo moroso che è arrivato per salvarla. Pian pianino ci vengono presentati altri personaggi che gravitano lì intorno: chi è lì per mestiere, chi per indagare sul rapimento, chi per caso di ritorno da una partita a tennis. Tali personaggi si incontreranno e, per una balla o l’altra, scorrerà sangue. Rabies, titolo metaforico e volutamente fuorviante che in italiano indica la “rabbia” nel senso della malattia degli animali (anche se gli autori hanno confessato di conoscere e trovare intrigante il doppio senso che risulta in alcune lingue), si configura quindi come una specie di slasher corale con enfasi sulle storie dei personaggi che si intrecciano tra di loro prendendo le svolte violente più imprevedibili, come se Altman avesse voluto fare una sua versione di Venerdì 13.
Il tono scelto cerca un difficile equilibrio fra dramma e commedia nera e, sebbene si rida e ci si inquieti nei momenti giusti, a volte i passaggi risultano un po’ bruschi. Il modello vorrebbe forse essere Bong Joon-ho, ma che io sappia al mondo quella roba lì la sa fare solo lui per cui non ci vedo un demerito a risultare inferiori. Si cerca inoltre di umanizzare tutti i personaggi, anche i più apparentemente stronzi, in modo che ogni atto di violenza abbia un suo peso specifico diversamente da come accade nello slasher medio in cui ogni morte viene dimenticata un istante dopo.
Insomma, c’è tanta roba. Al Frightfest era in programma allo schermo secondario, ma il successo è stato tale da costringere gli organizzatori ad organizzare per la prima volta in mondovisione una proiezione supplementare. E tutta la faccenda mi ha intrigato a tal punto che mi è venuta l’urgenza di intervistare i due registi. Ladies & gentlemen, a voi Aharon Keshales e Navot Papushado.
Qual è il vostro background cinematografico in termini di studi e/o passioni?
Abbiamo studiato entrambi all’Università di Tel Aviv. In pratica Aharon era il mio professore, ed è così che ci siamo conosciuti. Parlavamo sempre della possibilità di girare il primo horror israeliano, e mentre ero studente io e Aharon abbiamo fatto diversi esperimenti sul genere. Per quanto riguarda le nostre passioni, entrambi amiamo il cinema nel senso più puro, non solo film horror: commedie romantiche, film d’autore, cartoni animati giapponesi… qualsiasi cosa, ma ad una condizione: dev’essere un’esperienza originale e unica. Ecco perché amiamo il cinema coreano (Oldboy, Memories of Murder…). Hanno un modo tutto loro di approcciarsi ad ogni soggetto, e come spettatore non sai mai cosa aspettarti.
Il vostro film si potrebbe descrivere come una specie di insolito slasher “altmaniano”. Come vi è venuta l’idea per Rabies e quali sono state le vostre fonti di ispirazione principali?
Quando abbiamo proposto l’idea al nostro produttore, Chilik Michaeli, gli abbiamo detto che volevamo fare un misto tra Halloween e Boogie Nights, tra Venerdì 13 e America oggi. Volevamo fare uno slasher corale, uno slasher che avesse toni comici ma anche drammatici. L’idea è nata dalla nostra delusione nei confronti dello stato degli slasher negli ultimi anni. È come se nessuno volesse più raccontare una storia, e ne facessero soltanto una questione di indovinare chi muore per primo e in che modo. Noi invece volevamo raccontare una storia violenta in cui provi interesse per i personaggi: è così che ottieni vera tensione e terrore in un film.
Quant’è stato difficile proporre il progetto alle compagnie di produzione israeliane e ottenere finanziamenti? La vostra idea atipica è stata d’aiuto o di ostacolo?
È davvero un miracolo che Rabies sia stato fatto. Nessuno fa film d’orrore in Israele, nessuno li produce e nessun fondo governativo ti concede i soldi per farne uno. Per fortuna abbiamo incontrato un produttore visionario, Chilik Michaeli, che ha riconosciuto il potenziale della sceneggiatura. Sapendo che nessuna organizzazione istituzionale ci avrebbe aiutato, ha deciso di rivolgersi a investitori privati con i quali abbiamo ottenuto $100.000 e 19 giorni di riprese.
Nel cast ci sono alcuni tra i più noti attori israeliani: come li avete convinti a partecipare?
Dobbiamo dire che la sceneggiatura ha fatto gran parte del lavoro. Il progetto poteva contare su un budget molto basso, per cui l’unico modo per ingaggiare queste star era girare loro lo script e pregare affinché piacesse. Rabies è un evento storico per il cinema israeliano: è il primo film horror e anche uno dei primi film di genere ad essere girato in Israele, e questi coraggiosi attori volevano diventare pionieri e prendere parte a questa importante rivoluzione.
Quant’è stato difficile gestire il loro star power, specialmente considerando il fatto che siete esordienti?
In realtà è stato abbastanza facile. Tutti sapevano che eravamo al nostro primo film, per cui ognuno era disponibilissimo ad offrire consigli e condividere la propria esperienza con noi. Alcuni di loro sono grandi amici anche nella vita privata e hanno già collaborato tra di loro in altri progetti, per cui è stata davvero una passeggiata. Una sanguinosa e perversa passeggiata…
Essendo il vostro paese nuovo a progetti del genere, è stato difficile trovare esperti di trucco ed effetti speciali?
Non è stato difficile trovare un esperto di effetti speciali in Israele perché c’è una sola persona che fa queste cose pazze. Anzi, due: l’esperto in questione ha un figlio, e per la scena dell’incidente l’ha investito con la macchina 17 volte di fila… alla faccia dell’amore paterno! Per gli effetti di trucco invece abbiamo avuto l’onore di collaborare con la più nota truccatrice israeliana, Etti Ben Nun, che è stata fantastica.
Come sono andati gli incassi? I critici del vostro paese vi hanno incoraggiato o sono rimasti scettici?
Rabies ha fatto ottimi incassi per essere un horror. Considera che nessuno va a vedere film d’orrore in Israele, che è il motivo per cui nemmeno quelli fatti a Hollywood hanno molto successo. Finora Rabies è l’horror di maggior successo mai distribuito in Israele, meglio di Paranormal Activity e Saw. Per quanto riguarda i critici molti l’hanno amato, mentre i più anziani e brontoloni si sono persi tra un cadavere e l’altro…
Alla luce dei vostri risultati è già possibile rilevare cambiamenti per quanto riguarda la scena horror nel vostro paese, sia indipendente che mainstream?
Sicuro. Da quando è uscito Rabies sono stati girati altri due horror, uno di zombi e uno in stile Troma, e persino il governo ha deciso di stanziare fondi speciali destinati a progetti fantasy/horror/sci-fi. Si può dire che Rabies abbia davvero abbattuto certe barriere.
In Italia abbiamo una gloriosa tradizione di film d’orrore, ma per ragioni principalmente politiche questi tipi di progetti non vengono più finanziati, e da oltre 15 anni stiamo faticando parecchio per produrre qualcosa di rilevante. C’è qualche consiglio che vi sentite di poter dare a giovani aspiranti registi che vogliano girare un film di genere nel loro non-anglofono paese d’origine?
Siate originali e fatevelo da soli, vi darà maggior soddisfazione.
Come stanno andando le vendite per la distribuzione internazionale di Rabies?
Alla grande. È già stato comprato in Canada, USA, Germania, Giappone, Australia e altri paesi.
Potete dirci qualcosa dei vostri progetti futuri?
Il nostro prossimo film sarà una storia di rapimenti piena di sorprese e colpi di scena. La si potrebbe descrivere come una commedia degli errori – terrificanti, fatali errori…
DVD-quote:
“Da oggi possiamo Puppare la Fava anche all’Israele”
Nanni Cobretti, i400calci.com
E allora avanti che puppiamo la fava a tutti.
Italians do it worse :(
Dracula 3D By Argento is coming
Dracula 3D will sucks!
Dopo aver letto la recensione e l’intervista, non posso che quotare la DVD-quote…
E’ una storia commovente. Che poi ho la lacrima facile perché mi sono appena fatto malissimo, ma probabilmente mi sarei commosso in ogni caso.
A me sta cosa che degli ebrei parlino di cinema e di difficoltà come se fosse la loro prima volta, fa un po’ ridere. O__o
Mabbaff…
Voglio dire… tutta sto polverone (leggi “pubblicità”) solo perchè hanno usato una location diversa dal resto del 95% dei film che fanno in America?
È come se mi mettessi a girare un film a Napoli e poi andassi a vantarmi (piagnucolando) di aver girato il primo film ITALIANO della storia nella capitale partenopea.
(Minchia come calza a pennello ‘sto accostamento!)
@ugo: perdonami, sono sicuramente lentissimo io, ma in realta’ il tuo accostamento non l’ho capito per nulla…
Rabies e’ il primo film horror ideato e realizzato da israeliani in Israele. Non e’ solo la location, e’ proprio tutto. La Cannon era una gag, e’ ovvio che non conta perche’ Golan e Globus avevano sede negli USA e facevano tutto la’, e sarebbe come dire che il Chelsea e’ la miglior squadra russa perche’ il presidente e’ Abramovich. Quanto a Napoli… boh, l’Isreale e’ una nazione, mica una citta’, e in Italia di film d’orrore ne abbiamo fatti parecchi… Insomma, ti potresti spiegare meglio?
Se il tuo discorso invece e’ un piu’ che condivisibile “frega un cazzo di chi l’ha girato e come/dove, mi interessa solo che sia figo” spero che la recensione abbia risposto anche a quello…
Io ho come questa idea che, nonostante la situazione geopolitica un pelino tesa, in Israele i ggiuovani si sballino un cifro e sia pieno di GIGAFIGHE. Occorre indagare.
A me ‘sti esordienti che hanno a disposizione pochi soldi, grandi attori e le migliori maestranze mi puzzano. Però io sono antisemita, potrei essere prevenuto
E poi chissene, se spacca i cuori spacca i cuori. Solo ‘sti eroi del low budget…no, ma non è questo il punto. No, sto cercando una scusa, è che sono ebrei. Hanno ucciso gesù.
Soderbergh: beh ma ci hanno dato in cambio i Kiss. Direi che siamo pari.
@Presidente Anche Natalie se è per questo. E l’ultimo film israeliano che ho visto al cinema, Il giardino dei limoni, ho pure limonato come non mi capitava dai tempi di Codice d’Onore. Storia vera. Io devo solo rendere grazie a Javet, altroché
Bon, dopo che Il Presidente ha esposto l’argomento DEFINITIVO che chiude ogni discorso sul contributo fondamentale degli ebrei alla Storia Mondiale della Cultura, vorrei sottolineare che qui la faccenda non e’ “eroi o meno del low budget”. Qui la faccenda e’ che un paese che finora non aveva cultura horror un giorno si sveglia e, al primo tentativo, si unisce al volo alla lista di quelli che ci cagano in testa. Prossima puntata: Svizzera.
A me basta che la Francia ci rimanga dietro nel medagliere olimpico
@ presidente: pensa che Natalie è andata via da lì perché non se la filava neanche il corrispettivo israeliano di Mc Lovin.
@ Ova: ma fino a ieri l’altro non era la Francia il paese dove facevano horror che mettevano tutti in fila?
Allora ricapitoliamo, Lui è un giovane di belle speranze che un bel giorno si iscrive all’uni del cinema o qualcosa del genere, li incontra un prof simpatico e di larghe vedute con il quale inizia a dare vita al suo progetto, molti sono gli ostacoli e le peripezie da superare ma alla fin fine trovano un produttore/mecenate dal cuore d’oro che finanzia il Film che alla fine sfonda e li fa diventare tanto famosi da venire intervistati da King Nannibal Cobretti.
Se non fosse per gli ebrei di mezzo direi che è la trama perfetta per un Film Disney .
“Prossima puntata: Svizzera” … utschi utschi sento odor di Sennentuntschi.
Ma la Svezia, che l’anno prossimo se ne uscirà col suo primo film sugli zombi “Zon 261”? Ho visto il trailer, sembra una figata.
Noi fermi a sperare ancora su Argento…e vabbè.
Strano che il signor Harry non abbia nulla da dire oggi sulle nappe ebree.
@Ova
la francia nel medagliere ci sta avanti e non di poco, tanto per fare alcuni nomi illustri: Alta tensione, a l’interieur, la horde.
Noi stiamo ancora a spaccare il cazzo con Suspiria che è dell’anteguerra.
Sveglia, siamo gli ultimi nel medagliere, pure i tedeschi hanno fatto Rammbok l’anno scorso e noi cosa, quella cagata là, eaters, ma per piacere. E ci aspetta pure dracula 3d santiddio.
@Nanni & friends
tanto per stare in tema “se voglio posso, non serve chissà che budget ma basta la voglia”, su youtube ho trovato questo corto di un combattimento di kung fu girato amatorialmente.
Dite voi se non è molto ma molto meglio del 90% dei film di menare.
http://www.youtube.com/watch?v=zLyy4YAl2Qk
@Schiaffi: Sarebbe stra figo, peccato abbiano tenuto pigiato il pulsante avanti veloce per metà tempo alternandolo al rallenty… Mi gira la testa. Però tanto di cappello per la coreografia.
Mh si qualche scena è leggermente accelerata ma non mi è sembrato niente di invasivo, ho visto di molto peggio in parecchi film di Jet Li che tra cavi e accelerate impazzite a caso.
Restando in tema “video di youtube piu’ cool dei film del cazzo che danno al cinema pretendendo di farli pagare 8 carte”, to’ che roba, altro che straight DVD da 2 lire
http://www.youtube.com/user/freddiew#p/c/627F181E0CB37E19/45/NKogQf9ooR8
confermo che israele è terra di gigafighe.
Il prossimo che fa un commento da nazista vengo a prenderlo a calci personalmente.
Beh ma noi non abbiamo la nuova speranza dell’ horror nostrano Zampirone, Zampaglione, insomma quello dei Tiromancino?
Comunque, thumbs up per l’horror kosher.
@Simo e Schiaffi: il medagliere olimpico non era una metafora cinematografica, era proprio il medagliere olimpico.
@Jane: Sono mortificato, volevo fare l’antisemita a cazzo, per ridere del nazismo. Il mio è stato un umorismo degno di Uwe.
Sembra interessante. Ma si trova da qualche parte? Non ha ancora una distribuzione home video inglese o americana se ho cercato bene e nemmeno una nei torrenti. Ho visto qualche film del fright fest (non al fright fest) e mi è piaciuto molto Bereavment
Standing OVAtion per Soderbergh incompreso.
Ma torniamo al mio commento:
NANNI!!! NANNI! Ma come… PROPRIO TU! Proprio tu che… e io che… e tu che… ma… NANNIIIII!!! ‘ZZO DICI?
deliri a parte….
sì, hai ragione, il discorso “frega un cazzo di chi l’ha girato e come/dove, mi interessa solo che sia figo” è dato per scontato. Come minimo.
E anche il discorso del budget basso… mi puzza. In effetti sento proprio puzza. Puzza di bruciato. Aspetta un attimo. Nonno, senti anche tu puzza di bruciat… Nonno? Nonno? NONNO ESCI SUBITO DA QUEL FORNO, SU! Che non te lo danno l’indennizzo!
Dicevamo?
Ah sì, discorso del budget a parte… è che insomma, Israele è solo l’isoletta lontana degli Stati Uniti. Hollywood È israeliana (e non c’è nulla di antisemita in quest’affermazione). Quando si parla di cinema non ha senso parlare di Israele come un luogo ameno e lontano e a parte. Non è vero che Israele non ha cultura horror (minchia se poi non lo conoscono loro l’horror che lo creano ogni giorno! bwahaha!). Israele la cultura cinehorror ce l’ha, solo che semplicemente i film andava a girarseli nel suo grande parco giochi ammeregano. Cosa che ha senso: d’altronde il grande pubblico cagherebbe di più un filmone horror ammeregano o uno sconosciuto film horror identico ma proveniente da una nazione che nell’immaginario comune è ancora considerata una roba da terzomondomediorientale? Israele chi?
Capisci Nanni?
Poi magari il film è anche figo, ma tanta di questa figaggine magari è frutto anche della curiosità che tutto ‘sto polverone ha alzato… il gusto per l’esotico.
Non so… pure Paranormal Activity sembrava figo…
No vabbè ho detto una cazzata XD AHAHAHAHHA
Shalom Aleichem
(o Shalomme se siete napoletani)
E poi… dai cazzo, pur di far capire che il film è israeliano c’hanno dovuto mettere la nasona sul poster! E SU DAI! E non si fa! Lì ci sono almeno tre passate di Photoshop!
Ma chi è, la sorella di Adrien Brody? Questa fa a gara con Owen Wilson!
A volte vi manca il confine tra il politcamente scorretto e il cattivo gusto
io sono un cattivo politico con un gusto scorretto, indeed.
@ugo:
a) stai calmo! ;)
b) la metti su un piano di relativismo un po’ troppo estremo per i miei gusti, pero’ ora ho capito cosa intendi.
@tutti: state buoni se potete…
@Nanni
a) chi, IOOOO? ma… ma… ecco… sniff… lo sapevo… sempre con noi ebrei ce l’avete! Che abbiamo fatto di male? Non ha già sofferto abbastanza il mio popolo? Mi rivolgerò all’ADL.
b) esatto, hai colto ;)
c) si gioca, dai. che questo è il mio posto preferito. Il sito intendo. Non l’ufficio da cui scrivo.
(ho detto “ufficio”? Volevo dire “lager”, scusate.)
Arf Arf arf…
@Schiaffi
il primo video è davvero molto figo. Quello di giapponesino Ino no, ho visto quasi tutta la serie. Comunque lui è bravo negli fx. Ma veniamo alla spinosa questione delle Nappe sioniste.
@Nanni non me ne volere ma qua ti prendo in castagna :)
Golam era o non era il producer di Hellbound, film con Meister Chuck Norris girato poco poco in Usa e tutto il resto in Israele ? Hellbound è un bellissimo film di Aaron Norris che mischia horror, action cazzuta e… medioevo. Ma promuove anche l’immagine del cittadino medio israeliano come persona buona, generosa e amorevole verso i poveri. Insomma come l’ammeregano medio.
Ora capisco che questo sia 100% israeli, ma…
@Ugo
ti consiglio di vedere Nappander 3- 3D, soprattutto le scene di lotta tra il Nappuomo e il prof. Napphaimer (che è di origini ebraiche). Infatti devi sapere che il secondo era molto invidioso della Nappa del primo, per via del grande successo che questa gli aveva procurato. Allora decide di costruirsi una Nappa cibernetica computerizzata. Qualcosa nell’esperimento va male (te pareva!) e la Nappa cibernetica si impossessa della mente di Napphaimer. Insomma la storia è un pò quella del cattivo di Spiderman 2, però riserva molte sorprese.
@harry: nessun problema, fermandomi prima di dover controllare passaporti e genealogia di tutte le persone coinvolte parlavo appunto di 100%, altrimenti si rischia di andare a fare distinzioni senza senso.
Harry Piotta… io ti voglio bene. Vuoi diventare il mio nuovo migliore amico?
dev’essere un bellissimo film. Mi sono commosso leggendo la trama.
Giriamolo! Saltando il 1 e il 2… solo per il gusto di poter dire 3 – 3D!
Ma è possibile che da oltre 1 anno nessuno parla piu’ di Auschwitz di Uwe Poll??? Su IMDB ha già qualche centinaio di voti e un 4.4 come globale, qualcuno sa quando esce?
E ancora, è un film di denuncia storica per non dimenticare o è del tipo “tutto sbagliato, tutto scorretto”?
Non c’entra con sto film, ma dato che siamo in tema di nappe sioniste…
@Harry
Quel cazzo di cinese gira delle sparatorie che mi pigliano piu’ di tutta quella marmaglia straight DVD, con 1 capannone e 2 armi di plastica riesce dove pure Gamer ha tragicamente toppato nonostante avessero qualche capanno abbandonato in piu’ e molte armi finte cinesi.
@Nanni
ma certo, del resto che il produttore di Chucky Norris fosse un israeliano che aveva già girato un horror/action in Israele tanti anni fa, cosa vuoi che c’entri con questo film di israeliani che girano un film horror in Israele per la “prima volta” ? ;)
@Ugo
No.
@Schiaffi
Uwe lasciamolo stare, che è uno sturacessi.
Il cinesino Ino ha fatto tutta una serie di prodezze. Ora secondo me rimarrà bravissimo, come il cane Rex, finché non toccherà un pò di patata. Appena ciò accadrà passerà il tempo in tutt’altro modo.
OT /
Oh, nessuno ne parla ma in Waco, 2012, il Nappuomo se la vedrà con Kurt Russel e prenderà a nappate nel derriere Sharon Stone. E scusate se è poco.
Il Nappuomo cerca di fare il vago:
http://www.superiorpics.com/wenn_album/Adrien_Brody_-_Manolete_Dillema/adrien_brody_001_081906.jpg
okok…ma questo Rabies quando lo mettono in circolazione?
Mi sa che UGO è uno di quelli che ancora non hanno capito che gli EBREI non sono una razza unica (opss, diciamo etnia va che è meglio), che EBREI ed ISRAELIANI sono due cose diverse …I Primi appartengono ad una RELIGIONE (fondamentalmente), i secondi ad uno STATO.
I Secondi possono essere EBREI, MUSULMANI o CRISTIANI, i primi NO…
Come se io dicessi (per continuare con le simpatiche similitudini ughesche) che il cinema italiano è in crisi, che sta sparendo, e un altro mi risponde: ma che cazzo dici che tre quarti degli attori e registi americani sono ITALOamericani!
Noi i film andiamo a farceli là, ti pare che pure in patria ora dobbiamo fare Kolossal, film da 10 oscar, 26 Leoni e 42 Palme???
No, perché io non sono bravo nelle statistiche, ma di attori, registi, produttori, maestranze varie ad Hollywood ce ne sono a badilate di origine italiana, anche quelli che italiani non lo sembrano ne nell’aspetto ne nel cognome…(Nicholas Cage, tanto per citarne uno)
Un isrealiano del 2012 può essere un NATIVO, ovvero un EBREO fatto e finito, oppure un Musulmano, un Crisitiano fatto e finito, anche se parla ebraico, aramaico, vattelapesca…Oppure può appartenere a quei milioni di Europei o americani emigrati in Israele dopo il 1946…E a giudicare dalle facce dei protagonisti di questo Film di “ebrei” nativi ce ne sono ben pochi…Sembrano tutti “cugini” dei soliti “quarterbacks” e “Pon pon girls” americani….Pure nel modo di fare, parlare, approcciarsi… Molto, ma molto occidentale…D’altronde si sa che gli Ebrei in genere sono più vicini ad un occidentale “culturalmente” di quanto non lo possa essere un musulmano, indipendentemente dal Paese di provenienza… Ce li abbiamo sempre avuti in casa, pure da prima che nascesse Cristo, quindi… Hanno pure dato parte dell’alfabeto ai Greci, insomma, non voglio tediare con discorsi storici, antropologici….
Il film in questione è senza dubbio carino, non un capolavoro, certo, ma migliore di molte cagate pazzesche made in USA che mi sono sorbito di recente…Almeno i personaggi non sono così stereotipati, e la violenza mosrata non sfocia (quasi) mai nel “Torture Porn”…E di questi tempi è già qualcosa….
Saluti