David: «Sono solo un mucchio di cani di paglia…»
Amy: «Cani di paglia?»
David: «Sì, come in quell’antico rituale cinese che usava cani fatti di paglia da offrire agli Dei. Durante il rituale venivano adorati con la massima riverenza, ma quando non servivano più venivano buttati e calpestati, non erano più nulla. Stessa cosa succede a loro: finita la carriera nel football, non diventano niente.»
Voi, che avete visto l’originale. Voi. Vi vedo rabbrividire forte fin da qua. Sono dalla vostra parte, abbracciamoci.
Ora, io capisco che non si può iniziare ogni santo post con una riflessione sul concetto di remake, ma questo lo trovo particolarmente preoccupante.
Mi spiego.
Io disprezzo con tutte le mie forze operazioni come Io sono leggenda, in cui Francis Lawrence gira il finale vero, quello fedele al libro di Matheson, poi gli studios decidono che non va bene e che non è abbastanza commerciale per cui se ne gira un altro in cui il lieto fine è più comprensibile ma al prezzo di ribaltare di 180 gradi tutto il senso dell’opera originale. È Francis Lawrence, non è Martin Scorsese. Se uno degli studios gli urla in faccia, lui giustamente sta zitto sotto. Insomma, è già molto che il vero finale sia stato girato davvero e sia finito negli extra del dvd. Voglio dire, guardate gli incassi che ha fatto, volevano persino farne un altro…
Cane di paglia, invece, fatico a capirlo. L’originale è un capolavoro, ma mica uno di quelli necessariamente noti alle casalinghe di Voghera, nè tanto meno il tipo di storia che porta al cinema tutta la famiglia. È un film controverso che all’epoca fece parlare di sè, e che ebbe problemi di censura che, per dire, negli UK ha superato solo da pochi anni. E non è nemmeno uno di quei rape & revenge che puoi vendere a un pubblico in cerca di estremismi a buon mercato. Parla, in sintesi, di una coppia in semi-crisi, la cui inevitabile disintegrazione viene prima evidenziata e poi esasperata da elementi esterni in circostanze che sfociano in violenza. Non è esattamente il tipo di cosa che fa miliardi di incassi o che si guarda in leggerezza in compagnia.
Il regista e sceneggiatore Rod Lurie ci si è approcciato con l’arroganza di chi ha visto il film di Peckinpah, non ci ha capito un cazzo, e ha pensato che sì era molto bello ma che lo si poteva “migliorare” in una serie di punti “poco chiari”. Per cui che fa? Prende la sceneggiatura originale e la gira pari pari, scena per scena, ricalcandola col pennarello grosso. La Scozia diventa il sud degli Stati Uniti e fin qui ci possiamo stare. La festa tradizionale in famiglia diventa una partitona di football con tutto il paese sugli spalti. David non tira una semplice frecciatina al prete durante un’educata discussione, ma va direttamente in chiesa senza motivo, si alza platealmente a metà sermone con faccia annoiata e se ne esce, e viene inseguito da Charlie in modo da infilare un ulteriore dialogo che riassuma il film fino a quel momento (= David si crede più intelligente dei buzzurri, i buzzurri lo compatiscono, il capo buzzurro Charlie è sicuro che Amy sia attratta da lui) per quelli che hanno il cervello in stand-by.
Ma soprattutto: Dustin Hoffman è sostituito da James Mardsen. Ok, non ho detto Jason Statham, stiamo parlando di Ciclope, e Ciclope è piuttosto famoso per essere (cinematograficamente) il supereroe più fighetta di sempre. Ma è pur sempre uno col fisico da supereroe: volete mettere con Dustin Hoffman? James Mardsen, finché non apre bocca, potrebbe tranquillamente interpretare anche il ruolo rivale. La scena in cui lui fa i 100 salti alla corda prima di andare a dormire nell’originale era una cosa carina da parte di Dustin, un primo indizio del fatto che lui intuisse che alla moglie non dispiacerebbe se lui fosse un po’ più atletico, e il suo modo buffo/volenteroso per farle piacere. Fatta dal Mardsen, identica, sembra al contrario un patetico tentativo della sceneggiatura di giustificare il suo fisico già impeccabile, che tra l’altro deve stare attento a non sfoggiare per non rovinare l’illusione di essere una sottospecie di secchione.
Al posto di Susan George abbiamo invece Kate Bosworth, che se la cava tutto sommato egregiamente anche se costretta ad essere più esplicita della controparte in quanto ad abitini succinti. Ma l’aria che tira è questa, anche nelle cose più piccole. Nell’originale Amy provoca gli operai, sospettati di averle ucciso il gatto, presentandosi in salotto con una ciotola di latte? Rod Lurie grida “no! non basta!” e Kate Bosworth deve anche andarsene in giro a fare finta di cercarlo chiamandolo ripetutamente. Nell’originale Dustin Hoffman, invitato a caccia dai buzzurri, dopo qualche tentativo poco convinto riesce ad ammazzare un fagiano quasi per caso? In questo Mardsen si trova davanti a un fottuto cervo che lo guarda paralizzato e con occhioni indifesi, mentre a lui vengono ottantamila dubbi interiori in un minuto e alla fine gli spara lo stesso perché ha deciso che da lì in poi diventa uomo.
È tutto più grosso. La scena dove i buzzurri bloccano la strada al Dustin e gli fanno cenno di passare proprio quando c’è un trattore che sta arrivando dall’altra parte? Qua c’è un intero enorme cantiere e ci manca poco che il Mardsen non cappotti l’auto. Susan George che per dispetto mostra “casualmente” le tette agli operai? Kate Bosworth apre platealmente la finestra, li guarda dritti negli occhi, e inizia uno striptease che però viene tagliato sul più bello anche perché Kate non può mostrare ciò che non ha. Lo stupro? Ah no, questa è tutta un’altra faccenda. Vai a sapere perché, ma qua di colpo Rod Lurie mi diventa raffinato e sì, qualcuno particolarmente pignolo potrebbe notare che Kate Bosworth si agita un pelino meno di quanto forse potrebbe, ma scordatevi che caschi in quelle carezze ricambiate della George che erano più o meno il succo controverso di tutta la faccenda. E via così fino al finale in cui, siccome si è deciso che a questo turno i cani di paglia sono gli altri, il nostro eroe non è più un timidone che strippa e perde il controllo e la sanità mentale, bensì un ex-mezzo uomo che finalmente ritrova fiducia in se stesso, prende in mano la situazione, uccide i cattivi, salva la bella e vissero tutti felici e contenti. Rod Lurie? Vaffanculo, di cuore.
Due osservazioni finali:
1) Dopo aver spiegato tutto ciò, alla luce del fatto che questo remake è stato distribuito poco e male ovunque e non ha incassato praticamente un cazzo, qualcuno sa dirmi perché? Era per masochismo? Per il “LOL”? Perché nonostante tutto che il Lurie ci si impegni è innegabile. Davvero il suo sogno nella vita era rigirare un capolavoro lasciandolo in tutto e per tutto identico, tranne per quei pochi tocchi a beneficio imbecilli a dimostrare che in realtà non lo aveva capito per nulla? Qual è il suo prossimo progetto? Un remake di Fight Club in cui Tyler Durden esiste davvero?
2) Anche qua tutto sommato vale l’osservazione che faceva Casanova l’altro giorno. Se prendi una sceneggiatura capolavoro e la rifai pari pari, viene fuori un film assolutamente inutile, ma è difficile che in sè risulti una cagata totale. Pur con qualche esagerazione e con la morale banalizzata e ribaltata, Straw Dogs rimane una storia con diverse raffinatezze che anche 40 anni dopo lo rendono, persino nel peggiore dei casi, due spanne superiore al thriller hollywoodiano medio. Mostratelo a qualcuno che non ha mai sentito nominare Peckinpah: apprezzerà, magari con moderazione, e non avrà tutti i torti.
E a questo punto è giusto segnalarvi l’unica cosa davvero superiore all’originale: James Woods. James Woods nel ruolo del vecchio coach ubriacone padre della piccola Janice la cui scomparsa è motore dell’atto finale, è per l’ennesima volta la dimostrazione di cosa può fare un attorone di alto livello quando decide di immergersi nel personaggio fino alla punta dei capelli, e sputarci l’anima indipendentemente da quanto sono cani quelli che lo circondano. Rod Lurie ha la decenza di capirlo e di regalargli più scene di quelle originariamente previste, e questa è l’unica cosa saggia che fa in due ore.
Piccolo ruolo sottosfruttato anche per il nostro Premio Birretta 2011 Walton Goggins.
DVD-quote:
“Ci rinuncio”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Del film nome ne importa nulla…la vita e’ preziosa non va sprecata così…ma ci tengo a precisare che ciclope e’ uno degli xeon più cazzuti altro che quel coso visto nei film.
“quello fedele al libro di Matheson”
Beh dipende dal significato che dai a fedele. Io direi che è un pò più fedele o meglio in linea forse.
SPOILER DEL LIBRO DI MATHESON
Nel libro la donna lo tradisce, in realtà era un vampiro evoluto facente parte della parte dei vampiri evoluti che volevano creare una società. Nel finale originale (nel senso, quello che hanno messo) non ricordo che fine faceva la vampira testata ma ricordo che trovavano un posto dove c’era la cura o altra gente, insomma non centrava niente. Manco questo alternativo (che poi è l’originale) centra. Qui che fanno gli rendono la vampira cavia e quelli si mostrano più “umani”?
FINE SPOILER DEL LIBRO
Te lo dico perchè è collegato col resto della rece. Io non ho visto straw dogs originale a sto punto me lo vedrò, quando parli del fisico. Ecco io apprezzai il libro anche perchè la persona è una persona normale con tutte le sue debolezze, e anche di più. Ormai il modello persona normale per l’uomo non vale più. Siccome non si capisce bene cosa faccia un uomo migliore di un altro, ora si punta al corpo e alle apparenze oltre il corpo. Will Smith è una specie di supereroe che al confronto ha gli stessi mezzi che avrebbe avuto il governo nel libro.
Proprio questa superficialità, l’identificarsi con la bellezza esteriore che si riflette spesso negli attori protagonisti, a il trattare anche i film più superficialmente, senza comprenderli, fa parte dei nostri tempi nel cinema quindi facilmente il remake sarà un remake di gente allenata fisicamente, modelle, che non coglie se non in parte il valore del film di cui è il remake. Non è per cattiveria, secondo me hanno anche ragione quando impongono queste cose ai registi perchè probabilmente vendono di più perchè il loro scopo è fare soldi e alla gente piace più questo. Se il loro scopo non fosse fare soldi ma fare un film più profondo allora sarebbe diverso. Ma d’altro canto sono i produttori che pagano i film.
Mi viene da pensare al gufo di watchmen che nel fumetto era con la panza (era l’unico fuori forma se mi ricordo bene) nel film manco per niente, con tanto che era fedele e hanno cambiato pure il finale.
Detto che cmq a me è piaciuto come remake del libro io sono leggenda e mostra meno superficialità di quello che uno si aspetterebbe, ma il libro resta meglio non tanto in quanto libro in quanto come dire, c’è più roba e non c’è quel finale del cavolo.
Mi viene da pensare a Dune di Lynch dove alla fine Paul diventa dio e fa piovere, quella era una cosa che era stata imposta dalla produzione. Era percepito più safe farlo diventare dio che non un profeta. Dunque o questi della produzione non sono proprio capaci a farsi i cazzi propri, sono arroganti e vogliono mettere il naso ovunque, e paranoici su come la gente potrebbe apprezzare il film, o effettivamente hanno una cognizione di quello che potrebbe piacere o meno alla massa o hanno dei motivi loro per farlo.
Ma a differenza di Dune in questo nuovo straw dogs è lo stesso regista che fa schifo, o s’è messo d’accordo a priori o ha la mentalità da produzione o fa parte di quelli che apprezzano film del cazzo.
Che poi non si occupino bene della distribuzione beh, il fail è sempre dietro l’angolo.
Pessimismo e fastidio, non so se piangere o uccidere
@phoenix: intendevo ovviamente fedele nel concetto, nel senso che se non altro da’ il giusto significato al titolo = Will Smith e’ leggenda non perche’ si sacrifica per tutti, ma perche’ e’ lui il “cattivo”, il mostro diverso da tutti che rapisce e stermina quelli che sono a tutti gli effetti i nuovi abitanti del pianeta. E’ uno dei pochi libri non di barzellette che ho letto in vita mia ;)
Ad esempio invece non ho letto il libro di Straw Dogs, sia mai che ci scappu la sorpresa…
Il libro da cui è tratto “Straw Dogs” è “The Siege of Trencher’s Farm” di Gordon Williams.
Mancano tutti i punti di frizione presenti nel film, stupro incluso. La lotta tra bene e male è manichea: famigliola felice vs buzzurri.
Pekinpah stesso lo definì “una schifezza”.
L’unico film fedele allo spirito di Matheson è “L’ultimo uomo della terra” con il mitico Vincent Price.
@jane: grazie, interessante a sapersi. Io una rubrica di confronto tra film e libro prima o poi la apro, mi sa.
però c’è Iceman di Generation Kill se non altro. Non che in Generation Kill impressionasse per intensità recitativa, però rimanda alla mente una gran bella serie. Attenzione: questo commento potrebbe esser stato scritto solo per sviolinare Generation Kill.
@Jane Si era fedele allo spirito anche se non mi piacque ma non ricordo il perchè. Forse il finale fatto diverso. Forse poche allucinazioni. Un film cmq molto vecchio.
Visto proprio ieri. Niente più di un compitino, in effetti, ma la scena dell’assedio alla casa, alla fine, non mi pare gestita male. Ma quindi Skarsgard è un cane? Io l’ho sempre trovato abbastanza bravo e misurato (sviolino anch’io su Generation Kill), ma forse mi faccio ottenebrare dalla sua figosità sfacciata…
Mah, pigliate i miei concetti espressi per il remake della cosa e copia/incollateli a fuoco sulla faccia dei responsabili di sto scempio.
Si vede dal casting scellerato che qua non si vuole svecchiare ma solo rivendere la minestrina mangiucchiata al pubblico di coglioni.
Non è che se metti una camicia a quadri a uno stronzo di maria de filippi, in automatico diventa un contadino lercio, e il piu’ inutile degli attori tale rimane pure se gli metti gli occhiali e gli fai il capello mosso.
Dopo sti remake sciagurati a raffica e fabio volo auto-eletto a figo matto d’italia (vorrei sapere quando,dove,come e perchè è successo), deduco che il next step sarà justin bieber al posto di alex nel remake di arancia meccanica.
Generation Kill poteva essere una grande serie ma a mio parere risulta essere soltanto una gran rottura di coglioni, 0 azione, tensione, coinvolgimento…na mezza cagata.
Il paragone con Band of brothers e The pacific già non regge a livello di sigla iniziale.
L’unica utilità è che magari con il DVD-box in cartoncino inutile di GK forse ti esce qualche filtrino
una curiosità su sta porcata:
il nerd viene a sapere dello stupro?
Nanni ne approfitto per segnalare (spero non sia un problema) che questa domenica a Varese in un cinema che non mi ricordo proiettano human centipede 2.
la rassegna si chiama domenica uncut.
chiunque voi siate avete la mia stima
@ratto: ovviamente si’, un po’ di straforo, quando e’ semi-ininfluente. Ottima segnalazione comunque.
@Schiaffi Generation Kill è imparagonabile a BoB…di gran lunga superiore! è quello che De Palma si era solo sognato di fare con Redacted! Zero tensione perché non è spettacolarizzato, ovviamente molto “antropologico” visto l’autore. Non è una serie propriamente de guera, ma centra ogni problematica della spedizione americana: impreparazione, improvvisazione, scarsa autorevolezza delle autorità, la guerra come sfogo delle pulsioni omicide di una generazione anestetizzata e poco intelligente, il soccorso umanitario come cliché d’intralcio al grilletto, omoerotismo latente…non so cosa ti aspettassi di più dal Dio Simon. E le 4 situazioni di guerriglia (in 7 puntate, in effetti pochette…)sono videogiochesche, quindi di una tensione inaudita. Tratto da un diario di guerra e scritto insieme a due marines, per amor di verità non si sono inventate situazioni che non siano state vissute..
D’accordo con Ova su Generation Kill: le situazioni di stallo, così frequenti nell’economia della serie, sono funzionali al racconto della quotidianità vuota e inutile della spedizione, tanto che dopo un paio di puntate il primo paragone che mi è saltato in testa è stato con “Un anno sull’altipiano” di Lussu: stessa asciutta rappresentazione dell’idiozia del mondo militare…
“Un remake di Fight Club in cui Tyler Durden esiste davvero?”
Cinque altissimo.
domanda: nel cani di paglia originale il libretto parlava di una scena in cui l’attrice veniva sodomizzata e riportò i traumi per tutta la vita, ma nel dvd tale scena non c’è… quindi mi domando: nell’uncut del dvd quanto c’è di tagliato? (sulla scena di stupro posso soprassedere, ma vorrei sapere se c’è più di hoffman che prende a calci in culo i bifolchi)
ps: Nell’originale dustin hoffman per immedesimarsi di più nella parte picchiò un sacco di noci di cocco con la mazza da golf facendone esplodere una, qui per continuity Ciclope che fa, picchia delle angurie?
@ Joe
Le versioni di “Straw dogs” cambiano a seconda dei vari paesi. Nell’edizione italiana non sono state sforbiciate tanto le parti di violenza, quanto le fasi dello stupro.
Diciamo che nell’uncut viene suggerito che l’amico di Charlie le abbia fatto “quello”.
Confermo. Lei viene struprata due volte ma il film ne mostra solo uno, il primo, quello dai risvolti “imprevedibili”. Di mostrare il secondo c’e’ bisogno solo se stai girando I Spit On Your Grave.
James Mardsen probabilmente ha preso a calci piccole palme (cit.).
Purtroppo nel formato dvd è stata cancellata la scritta che Pekinpah inserì prima dei titoli di testa:
“I cani di paglia non sanno difendersi dalle avversità e non reagiscono alle offese.
Essi subiscono supinamente il loro destino.
Talvolta però, i cani di paglia prendono fuoco.”
@Ova
Nessuno mette in dubbio la veridicità di GK, pero’ dopo 10 ore di discorsi piatti mi rompo abbastanza la minchia.
Scene d’azione me ne ricordo solo 2, entrambe a bordo dei mezzi di cui una in notturna girate con 2 lire.
BoB e the pacific a mio parere tutta un’altra cosa
A questo punto molto meglio il nostrano 365 all’alba, peccato solo che certe scene siano state storpiate dal solito buonismo falso all’italiana.
Piuttosto pessimo, per quanto possa essere utile disquisire ed analizzare questo tipo di remake.
Il cast è fastidioso, eccezion fatta per un epico James Woods, come opportunamente segnalato da Nanni.
Kate Bosworth non ha un decimo del fascino e dell’innocenza di Susan George, e tutte le scene clou sono state letteralmente distrutte da una realizzazione superficiale e totalmente svuotata di ogni significato.
L’assedio a me pare gestito malissimo, anche dal punto di vista del montaggio, ma a quel punto ero talmente sfavato e distratto che potrei anche sbagliarmi.
proprio un paio di giorni fa un mio amico mi parlava del libro di matheson. l’ultimo uomo sulla terra non l’ho ancora visto, ma è in lista da un po’.
va bene tutto, per il remake – che comunque non ho visto.
Certo non pretendo che sia asettico come l’originale – che è stupendo a cominciare da come P rappresenta la provocazione “urbana” di Susan George ai redneck UK – ma non possono sostituire il layman Dustin con un cazzo di nerboruto. stando alla tua rece, dal mio punto di vista questa è la cosa più grave.
I spit in your grave è il tipico film che ti fa apprezzare cane di paglia, proprio per quello che dicevi tu: se non ti riesce di fare un lavoro alla straw dogs, mettici più roba, più scene.
poi, anche se irrilevante, ho rinunciato al cinema a sottrazione, è irripetibile. ho persino trovato stupendo Duel (perdonatemi).
@umbem: d’accordissimo. Vogliamo linkare la prima inquadratura su Susan George in Straw Dogs? Linkiamola:
http://media.photobucket.com/image/straw%20dogs/johnmora/Grump%20Factory/StrawDogs01.png
Per il resto, la scelta di James Mardsen e’ ovviamente senza scuse gia’ in partenza.
Trovo esilaranti quei casi in cui Hollywood tenta di rimediare a un casting sbagliato con una battuta di sceneggiatura che tenta subdolamente di ipnotizzare lo spettatore.
La mia scena preferita, quella che porto ad esempio ogni volta che mi capita di parlare di queste cose, e’ nell’Hulk di Ang Lee. Eric Bana fa Bruce Banner. Eric Bana dovrebbe essere un nerd, e invece ha il fisicone che tutti sappiamo. Per cui all’inizio entra in laboratorio con un elmetto da ciclista, e un suo collega lo vede e dal nulla gli fa: “Banner, smettila di portare l’elmetto da ciclista, sei troppo nerd anche in mezzo agli altri nerd”. Che ovviamente e’ una battuta che non ha senso su piu’ livelli.
Qua e’ simile: uno dei buzzurri vede Mardsen e la Bosworth, e dice “Lui non ce l’ha mai avuta una cosi’ gnocca a mano”. Come fa a trovarlo cosi’ ovvio, non e’ dato sapere…
@nanni: mi riferivo esattamente ai nipples sotto la dolcevita di Susan George.
il punto, secondo me, è che straw dogs era un film attuale: è del ’71, 7 anni dopo la rivoluzione della minigonna a Londra.
Era lo scarto di tempo ideale per creare il contrasto tra borghesia e redneck di fronte a un’evoluzione. Credo fosse proprio uno dei momenti perfetti per un film del genere.
Sono d’accordissimo con te quando scrivi che non ci si può ogni volta arenare sul discorso del remake.
Dico solo che, a mio avviso, l’argomento (che per carità, non è l’unico di Straw Dogs) si esaurisce alla meglio mettendo insieme Straw Dogs e Deliverance.
A questo punto mi aspetto un remake di Deliverance dove invece del banjo duel ci sarà un truzzo che suona con la diavoletto Thunderstruck (anzi, non con la diavoletto, chè svelerebbe già un approccio quasi filologico).
L’unico che secondo me è riuscito a trattare il tema redneck avendo qualcosa da dire è stato Herzog in Into the Abyss.
Concordo anche su quanto siano ridicole le didascalie. L’ultimo esempio in cui mi sono imbattuto è stato Anonymous: ok, Shake non ha scritto nulla; ok, Shake è il prestanome di chi non poteva esporsi; facciamo pure che fosse un usurpatore (infatti non sarebbe lui la persona a cui erano stati affidati gli scritti dall’autore); ma cazzo deve essere per forza un idiota senza arte nè parte? è palesemente il cugino scemo di tutta la compagnia, l’alvaro vitali de’ noiatri.
Stesso discorso per il remake di Everybody’s fine. Ma ce n’è a strafottere, vedi anche Blair ne I due presidenti (un minchione che sembra abbia fatto il panettiere fino al giorno prima, meno male che almeno lo fa Michael Sheen).
Su Bana, guarda…il quarto mistero di fatima è come abbiano fatto a scritturarlo per il ruolo di Ettore in Troy, che è l’unico personaggio moderno di tutta l’iliade, non tagliato con l’accetta. Cazzo potevano metterci Gary Coleman a questo punto (sempre sia lodato), almeno ci avrebbero strappato una risata, chè quanto a fedeltà sarebbe stato uguale.
Tutte queste cose mi fanno adorare Tango&Cash, quando Stallone dice “rambo era un pulce”.
Scusa(-ate) la lunghissima digressione
@ Phoenix: ad oggi, l’unico caso in cui il film mi è piaciuto più del romanzo è Ap Now, che mi ha preso molto di più di Heart of Darkness.
Ma è una mia deviazione: secondo me il capolavoro di Konrad è The Shadow Line.
“Qual è il suo prossimo progetto? Un remake di Fight Club in cui Tyler Durden esiste davvero?”
5 minuti di applausi.
Siccome siete più bravi voi e avete già detto tutto (e io non ho visto manco uno dei due, alla faccia della brava commentatrice che fa i compiti a casa)… ma James Woods non assomiglia tantissimo a James Jimbo Franco in quell’immagine?
O il contrario.
Comunque prima o poi li vedrò, tutti e due, e partendo dal secondo, così mi prende meglio il primo poi.
Film con queste tematiche oggi giorno non hanno senso di esistere.
Non ho visto il nuovo, ma grazie a voi ho visto l’originale.
E mi fermo qui.
Sto