1995: anzi no, andiamo più indietro.
Metà anni ’80: il piccolo zompettante Nannibal Cobretti va in vacanza tutti gli anni a Cattolica, e puntualmente si fissa ad ammirare il cartellone del MystFest, prestigioso festival locale dedicato al cinema del mistero. Gli cresce il myto del MystFest. Dichiara “un giorno ci andrò, oh sì, un giorno ci andrò”.
1995: ci va.
Funziona così: per la prima volta Nanni, che nel frattempo è diventato un ometto e ha smesso di andare in vacanza coi suoi, scopre che in programma c’è un film che vuole troppo vedere. Si tratta di Crying Freeman, primo lungometraggio dell’ex-critico francese Christophe Gans tratta da un manga giappo che Nanni non ha letto, ma che lo intrigava per via della presenza di Mark Dacascos, da lui già ammirato nel classico Solo la forza. E siccome Nanni… va beh mi sono rotto il cazzo di parlare in terza persona. Siccome che so che raramente i film che passano al MystFest hanno poi anche distribuzione normale, decido che vale la pena approfittare dell’orario di proiezione pomeridiano e fare una bella trasferta in giornata.
L’esperienza si rivela mystica: dopo aver pagato il biglietto mi chiedono di lasciare giù un documento in deposito, e mi consegnano una radiolina tramite la quale ascolterò – tenetevi stretti – il traduttore simultaneo. È contemporaneamente la cosa più sciccosa e potenzialmente orribile che mi sia mai capitata.
Il film si rivela esaltante: un po’ thriller di sicari con gli omicidi elaborati, un po’ favola romantica di amore e morte stile Il Corvo, ma si tratta soprattutto una delle primissime plateali imitazioni occidentali dello stile alla John Woo, che conoscevo già bene per via di Senza tregua e della VHS di importazione di Hard Boiled. Coreografie precise ed eleganti, rallenty a strafottere, e Mark Dacascos che si muove come un ballerino anche se spara più spesso di quanto calcia in faccia. Il traduttore simultaneo (una donna) è assolutamente ridicolo, ma ci si fa l’abitudine.
Esco ingasato come pochi, convinto di aver visto uno dei film più galattici dell’anno. Ne è valsa troppo la pena.
Due settimane dopo, Crying Freeman esce in regolare programmazione in una sala della mia città.

Il killer e la patata
2012: NOW.
“Ma Nanni, ma se è stato uno dei film preferiti della tua imberbe gioventù, perché non l’hai più riguardato fino a ieri sera?” si staranno chiedendo i più attenti tra i miei lettori. Easy. Ero, e sono tuttora, piuttosto pignolo verso certi dettagli. Il dettaglio in questione è il formato dell’immagine. Il film era stato girato a 70mm, ma ogni volta che passava in tv l’immagine veniva gonfiata a schermo pieno, con due terzi di inquadratura che rimanevano fuori. Stessa cosa per la VHS. Stessa cosa, e qui era piuttosto insolito, anche per il successivo DVD. Ho controllato pure i DVD stranieri, e persino il laser disc. Niente da fare. E insomma, piuttosto nulla.
Infine poco tempo fa ho ripetuto la ricerca, e ho finalmente scoperto che l’unica edizione esistente al mondo che conservava il corretto formato dell’immagine era l’edizione speciale del DVD francese. Ho tirato due bestemmie, ma alla fine l’ho preso. Certo, nel corso degli anni tante cose ne hanno smorzato il ricordo: imitare John Woo è diventata pratica comune che Matrix ha reso insopportabile, e i film successivi di Christophe Gans (Il patto dei lupi, Silent Hill) erano solidi ma non memorabili.
Insomma: l’ho messo su trepidante ma con una buona dose di disincanto, pronto alla delusione.
E meno male, perché salta fuori che fa abbastanza cagare.
Trama, per chi non la sapesse: Yo Hinomura è un giapponese interpretato da un hawaiiano che di mestiere fa cose umili/artistoidi tipo lo scultore di vasi. Un giorno viene rapito da un ramo particolarmente idiota della Yakuza che lo costringe ad allenarsi e diventare un killer spietato chiamato Freeman. Yo subisce l’amaro destino, ma la sua umanità di fondo resiste e si manifesta nei momenti in cui dopo ogni omicidio gli scende una lacrima. Da qui il titolo: “Crying” perché piange + “Freeman” perché si chiama Freeman = “Crying Freeman”. Risulta anche a voi? Bene. Comunque: un giorno uccide un tizio davanti a una patata, non se la sente di uccidere la patata, la patata lo denuncia, lui ricambia entrandole in camera nudo per trombarsela (more on that later) e da lì in poi si ribella alla Yakuza nel nome dell’ammore.
Il primo problema è che la voce narrante della patata fa venire l’orticaria all’istante, roba da appena un gradino sopra l’Harmony ma niente più. Il secondo problema è una trama che già di suo non è originale, ma soprattutto negli ultimi anni tra Bourne, Hitman e compagnia è stata abusata fino alla morte. Il terzo problema è che Dacascos fisicamente è perfetto, tecnicamente mostruoso e atleticamente di un’eleganza rara, ma quando apre bocca è un cagnaccio che viene da rimpiangere la traduttrice simultanea. Il quarto problema è che Christophe Gans ha la mano parecchio sicura per essere un semiesordiente ma abusa di rallenty come se avessero una scadenza. Il quinto problema è che l’angolo romantico è assolutamente ridicolo, e quando lui le entra in camera nudo (che tipo era la terza volta che si vedevano, e la prima volta per più di 18 secondi) viene inevitabilmente da sghignazzare forte. Il sesto problema è che Mark Dacascos usa coltelli e pistole per tipo il 99% del film, e trattiene la stramaggior parte delle acrobazie per il breve ma intenso finalone. Il settimo problema è che i problemi sono già almeno sei.
Insomma: Crying Freeman non è necessariamente tutto buttare, la regia di Gans è spesso pacchiana ma sicura, e Dacascos era forse il miglior acrobata dell’epoca in un film che aveva di tutto per farlo diventare una specie di… come definirlo… un Brandon Lee vivo? Ma che lasciò poche tracce di sé (guarda caso poi Dacascos finì per interpretare il Corvo nella poco vista serie tv). Mi è facile riconoscere gli elementi che mi esaltarono allora: avevo l’occhio grezzo e non ero infastidito dal kitsch e da certa eccessiva seriosità, e le capriolone nel finale erano roba che nel ’95 lasciavano a bocca aperta. Oggi invece con Scott Adkins e compagnia siamo abituati a ben altro, e il verdetto del tempo si rivela alla fine dei conti decisivo.
Oggi Mark Dacascos è il conduttore di Iron Chef, il che fa di lui l’Antonella Clerici americana. Ah no?

Cool guys don't look at their victims
credo che il perché si batte nudo nel film venga appiattito, il motivo nel manga risiedeva in robe metafisiche di etica da combattimento di una setta segreta e robe da “prescelto” di matrix. In effetti anche i suoi avversari si battono come mamma li ha fatti (credo che sotto sotto ci sia la vena erotico-fantasy di kazuo koike con cui Ikegami (il disegnatore, divino tra l’altro) ha lavorato.
Il fatto che si chiami Freeman perchè si chiama Freeman è un’inesattezza… nel fumetto infatti il FREEMAN è proprio l’appellativo con cui il prescelto viene chiamato.
Ora, riguardo al film: dagascos è PERFETTO nella parte perché sembra uscito dalla tavola di Ikegami comunque il film si rivela alla fine MEGLIO del fumetto paradossalmente per la poca disponibilità di budget: infatti alla fine il manga si perdeva in vaccate pseudomistiche con caccia al freeman per avere il “seme” del prescelto, sottomarini, vecchietti che spaccano il culo a suon di kung fu, e robe veramente trash. In fondo così rimane un film yakuza semplice, anche se devo dire che le parti del fumetto (i primi 2 volumi) in cui era decente vengono trattate con superficialità…
joe: nella rece dico appunto che il nome Freeman glielo da’ la mafia. Comunque nel film combatte nudo (in realta’ in perizoma) soltanto perche’ ha appena trombato, non sapevo che il fumetto fosse un softcore gay…
Disgusto.
Ma non era mafia cinese?
Ho ancora la VHS ita col formato a cazzo :)
La piroetta orizzontale che fa per passare tra le due katane è entrata nella storia.
http://farm5.static.flickr.com/4034/4229783544_cfbce35024.jpg
P.S.
Alla fine qualla “patata” l’ha sposata davvero…
Si potrebbe parlare di Ikegami che disegna dello stampino ma che quasi puntualmente mi fa leggere ogni cosa sua, ma rimane innegabile che Crying Freeman è fra i manga che gli son riusciti di più. Il film va da se e per l’88 la trama non è poi tutto sommato così banalotta. Chiaro non l’ho rivisto – il film – anch’io da parecchi anni, ma il tempo l’avrà segnato purtroppo.
Ma contiene ancora delle sue perle se l’alzaimer non mi inganna: il nostro col pallino dei vasi, gira con una valigetta che al metal detector (la aprono e lacontrollano anche? non ricordo) cmq salta fuori è che piena di creta per fare i vasi e quindi “Oh ok buon uomo passi (oh questo è sciroccato, si tiene la creta liscia dentro la valigia!)” e poco dopo, il nostro ci ficca le mani dentro la creta e tira fuori le pistole nascoste dentro. Aaah promumo ’80! :D
PS. L’unica copia rimasta da me in casa io è una VHS col finale mozzato perché Marzullo tirò lungo e la programmazione mi slittò di 20 minuti buoni…!
perdonate l’ot
ma qui c’è la foto dell’anno:
http://www.badtaste.it/sites/default/files/images/people/captionschwarzeneggerstallone.jpg
Apprezzo parecchio lo stile di Ikegami (Sanctuary 4EVAH) ma per qualche motivo ho sempre scansato Crying Freeman (sia manga che film). Da quello che scrivete direi che non mi sono perso nulla…
@ nanni, non ho specificato: spesso nel fumetto lui combatte contro nemiche strafiche e ultratatuate come lui :)
@ Il Presidente: Odissey e Offered di Ikegami sono di certo più scarsi di Freeman, per non parlare di Mai la ragazza psicocinetica. Io fossi in te gli darei una possibilità ;)
Io me lo son sempre ricordato come “Black Rain con le giravolte in ralenty”, perchè dopo Black Rain tutti facevano i film sulla yakuza nella prima metà degli anni ’90, non possiamo dimenticarlo…
Dacascos è fenomenale in “Il patto dei lupi”, probabilmente perchè non parla…
Cordialità
Attila
il fumetto era figo!!! ma riletto oggi mi fa come te a rivedere il film… è na chiavica, rimane un cult, ma non è come la risposta di Bud Spencer in trinità: “se tutti fossero come voi” “sarebbe un alcolizzato”…quella battuta sarà eccezionale anche tra 1000 anni!!!
ma avete visto la foto di Past??? io mi preoccupo!
http://www3.lastampa.it/cinematv/sezioni/news/articolo/lstp/441862/
Io di ‘sto film, visto al cinema quando uscì e poi mai più, ricordo solo due cose:
– Christophe Gans precursore di Zack Snyder nel pensare che per realizzare un buon adattamento serva copiare inquadrature, sequenze, immagini, posizioni, sarcazzi, per rifare tutto uguale ai pezzetti del fumetto che vuoi riprodurre;
– osservando la tipa che si fa il the ho imparato che puoi strizzare la bustina girandoci attorno la cordicella. Da allora lo faccio sempre.
Dacascos completamente sprecato se non per l’ultima scena. Il resto è noia.
Quando ero fanciullo il titolo e la trama trasudavano autorità al solo pensiero, allora con il dovuto rispetto ho noleggiato la VHS e già in giovane età mi sono fatto 2 palle così con tutti quei ralenty infami.
Da quel poco che ricordo, pure nel 2012 salvo solo il titolo e l’idea piagniona (per una volta drammatico-figa)
Bella foto trovata o meno. Ormai sono vecchi che si menano :)
http://www.youtube.com/watch?v=Xk96ABYE8bA
Nel 1998 sposa Julie Condra, con cui aveva recitato insieme nel film Crying Freeman (1995). Con lei ha avuto un figlio, Makoalani Charles Dacascos, nato il 31 dicembre 2000 ad Oahu nelle Hawaii.
Ora, vorrei far notare che Makoalani è il nome migliore dei nomi miglior: contiene in sè un koala, degli alani e quasi un makkosa. E ani, ovviamente.
@la mia mazza: e anche Mako, che e’ un altro attore che compare in Crying Freeman (il che da’ adito a qualche dubbio sulla vera paternita’)
E contiene anche “alani”, visto che si parlava di attori cani…
E “mako”, che è un tipo di squalo cattivizzimizzimo.
Ma piuttosto: possibile che non ci sia un film/serie televisiva/spettacolo di pupi siciliani tratto da Sanctuary, che è seicentomila volte meglio?
@naccio alani ce l’ho. comunque è un nome bellissimo. sembra l’uomorsomaiale.
Un pò fuori tema ma arnold e sly amici di barella non ha prezzo. http://www.whosay.com/arnoldschwarzenegger/photos/127340
Esco dall’oblio dei soli lettori per segnalarvi, se già non lo sapeste che esistono anche altri due (pseudo) adattamenti di Crying Freeman: Dragon frm Russia del mitico Clarence Fok, uno che ha fatto Naked killer, trionfo lesbo al piombo, e Killer’s Romance, questo più figo, ma entrambi travisano il manga originale. ecco due estratti presi da youtube
http://www.youtube.com/watch?v=pIM74UXaYws
http://www.youtube.com/watch?v=
pazzeschi no?
io lo ricordo bellissimo, lui un po’ femminiello ma cazzuto.
la scena di sesso con la moglie del cattivo e il massacro nella lavanderia(?) molto arrapanti.
ignaro, l’ho sempre visto col formato sbagliato.
a questo punto a monte tutto. peccato.