Addio boxe, è stato bello, ci ricorderemo per sempre di te per il match Ali-Foreman, la saga di Rocky, e quella volta che Tyson staccò un orecchio a Holyfield (e già lì era evidente che le regole erano piuttosto limitanti). Poi a gusti tante altre cosette, tipo che conoscendomi difficilmente mi tratterrò dallo spararmi Toro scatenato 2.
Forse il primo film a rendersi conto del declino fu I gladiatori della strada: era il 1992, ancora impazzavano Van Damme e colleghi, ed era chiaro che i soli pugni non portavano i giovani al cinema. La trama si incentrava quindi su un torneo illegale di boxe in cui abbondavano i colpi proibiti, tra suplex e calci in faccia, e ci si ricorda soprattutto delle mitiche testate sulle nocche di Brian Dennehy a James Marshall (l’unico caso in cui la famosa battuta di Woody Allen “sì ma dovresti vedere come sono ridotte le sue mani” ha senso).
Quello che serviva cinematograficamente era uno sport che sapesse unire il dramma, il pathos, il cuore, il sangue e il sudore della boxe con lo spettacolo e la completezza delle arti marziali, senza alienare i fans della nobile arte con esibizioni troppo circensi nè annoiare gli altri con match sportivi tecnicamente troppo poveri, e che fosse in grado di reggere il peso di storie serie e relativamente ambiziose.
L’anno scorso, un filmone come Warrior ha dimostrato chiaro e tondo che le MMA erano la risposta perfetta e definitiva: The Philly Kid ci si mette prontamente e allegramente in scia.
Il pedigree di The Philly Kid è piuttosto strambo: trattasi di uno degli otto film prodotti dalla neonata sezione action della After Dark, etichetta horror che non si è mai particolarmente distinta per la qualità ma che in questo caso specifico può contare sull’appoggio produttivo nientemeno che di Joel Silver. Il protagonista è il misconosciuto Wes Chatham (visto in The Help, se qualcuno di voi ha avuto la faccia tosta di guardarsi The Help), affiancato dal redivivo Devon Sawa, da una comparsata di Michael Jai White messa lì esclusivamente per fare street cred (non mena nessuno), ma soprattutto da Kristopher Van Varenberg, il figlio di Van Damme, qui alla sua prima prova in un film in cui non recita anche il padre.
Partiamo da Kris: Kris muore esattamente al minuto 2:33, e lì – considerando che si era pure fatto inserire nei titoli di testa – ho dovuto fermare il film perché stavo piangendo dal ridere e urlando “Pagliaccio!”.
La storia è questa: tre amicissimi (Wes, Devon, Kris) si fermano a un minimarket e vengono assaliti da rapinatori. Siccome Wes è campione di wrestling, la primissima cosa che gli viene in mente è fare un reverse suplex a uno dei criminali e aprirgli il cranio contro un cordolo in cemento. Gli altri scappano, Kris raccoglie una pistola, arriva la polizia, succedono cose tragicomiche per cui uno dei poliziotti muore e l’altro ammazza Kris, e a Wes vengono dati 10 anni di galera.
A questo punto il film potrebbe diventare un Blood & Bone / Damage qualsiasi, con l’innocente che esce di prigione e si rifà una vita nel circuito dei combattimenti clandestini. E sì, lo scheletro è quello, ma Wes – pur essendo grosso e atleticamente adeguato – è un attore e non un circense, e su uno scheletro che non dimentica di mettere il giusto numero di combattimenti si decide di sviluppare il lato drammatico rendendolo un po’ più corposo del solito. Wes vorrebbe rifarsi una vita, Devon si sente in colpa e vorrebbe aiutarlo, ci si vorrebbe vendicare del poliziotto che l’ha fatto incarcerare ingiustamente, Devon però si mette nei guai con la mafietta del posto e l’unico modo per salvarlo è introdurre Wes nel circuito locale di MMA e pagare i debiti dell’amico combattendo.
The Philly Kid è un filmetto modesto, ma nella sua povertà si mette d’impegno e trova un buon equilibrio tra il dramma da strada e il film sportivo. Esattamente come per Warrior è chiaro che si tratta del tipo di storia per la quale una volta si sarebbero affidati alla boxe. Gli incontri devono essere drammatici più che spettacolari, e anche se non si vedono calci volanti l’equilibrio tra le due componenti è ben gestito. Wes non è certo Scott Adkins, ma ha il minimo sindacale di credibilità, un fisico massiccio e una buona intensità, e non ha grossi problemi ad alzare le gambe sopra la cintura. A dirigere il tutto, con un bel ritmo e padronanza del tono, addirittura Jason Connery (sì, quel Jason Connery, il figlio di Sean).
In conclusione: un prodotto nettamente superiore alla media della After Dark, consigliato per una serata con poche pretese.
DVD-quote:
“Un’ulteriore dimostrazione di come la boxe sia ormai inutile e obsoleta come le musicassette”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Molto grave questa presa di distanza dalla boxe, fossi in voi ci ripenserei. Almeno in quelli con la boxe sì vedeva qualche pugno serio, in Warrior le mosse erano veloci e confuse (e io ho gradito Warrior, sia chiaro). Però aspetto di vedere sia questo che qualche altro film, ma credo che la nobile arte non sia ancora da rottamare.
@enrproc: beh, se prendi l’intero corpus dei film sulla boxe contro il solo Warrior… Nelle MMA puoi tirare lo stesso tipo di pugni, quindi è solo questione di tempo. In più puoi movimentare con tipi di mosse diverse, spettacolari o meno a seconda che serva o no. Poi nelle MMA ci sono le prese per far cedere l’avversario, che è roba che al cinema per effetto drammatico ci sguazzano. Vedrai.
Vero anche questo, le potenzialità sono grosse. Grazie Nanni, non per niente tu sei il Capo di tutto. È che al cinema a vedere Warrior il mio amico passava il tempo a dirmi “oh, ma che mossa gli ha fatto? non ho mica capito.”, ma ci siamo tutti commossi coi The National.
A me Warrior mi ha annoiato a morte quindi mi cala un pò tutto il sottofondo su cui si basa la recensione ma non faccio testo perchè in generale i drammoni dove si mena così così non mi piacciono a prescindere. Mi sono piaciuti i film con meno dramma ma più botte (tipo undisputed 2/3) e su quello indubbiamente arti marziali miste o similari sono più interessanti della boxe se non altro dal punto di vista della spettacolarità e variegatezza.
Meno dramma più botte = meno attori e combattimenti noiosi più gente di menare e combattimenti belli.
Meno Hardy più Adkins.
@enrproc: ma hai anche ragione in un certo senso, eh? Le MMA non sono come la boxe che prendi un Will Smith qualsiasi e gli fai mulinare le braccia. Sono fisicamente più impegnative, per cui o il protagonista di turno si allena a livelli decorosi come hanno fatto Edgerton e Hardy per Warrior, oppure vai di gran controfigure e inquadrature confuse. Insomma, ci sarà un bel periodo di assestamento. Ma un giorno un film sulle MMA sbancherà agli Oscar.
Perchè alla fin fine che cambia fra tre pugni dati male e un calcio un pugno e una testata dati male? Il tutto infarcito magari con un dramma che non ti piace. Sti film mi sembrano un pò che falliscono in entrambe le cose che vorrebbero raggiungere… allora tanto vale fa un dramma oppure un film di menare e basta. Scappo prima che Nanni si arrabbi.
passare 3/4 del match con lo scroto dell’avversario a 2 cm dalla mia bocca, nn farebbe proprio al caso mio… e poi le prese di sottomissione… ma che noia, e che ribrezzo, pensando alla prima parte. ma come fa a piacere un sport del genere?
@atpirc: sì ecco, la questione scroto in faccia non è effettivamente gradevole ed è uno dei buchi nella mia previsione. Alla fine tendo a stare anch’io dalla stessa parte di Phoenix, non sono un gran fan degli sport da combattimento non acrobatizzati, ma dovendo scegliere preferisco un dramma sulle MMA ad uno sulla boxe.
@Nanni il fatto che Warrior non abbia GIA’ fatto vincere ad un film sulle MMA un Oscar non fa altro che sottolineare, a mio avviso, l’inutilità di tale premio, oppure evidenzia come un bel film, per vincere qualcosa, deve avere determinati agganci. Sto ancora piangendo sangue per questa ingiustizia.
@antolalto: quando parlo di Oscar qui dentro mi riferisco nello stretto specifico al tipo di film che vengono normalmente premiati da quel tipo di manifestazione, che rimane la più pubblicizzata mediaticamente. Non c’è alcun sottointeso qualitativo. Parlassi di qualità citerei i Sylvester, ma il problema MMA non si porrebbe perché fossero esistiti prima non ci saremmo fatti scrupoli a pluripremiare già Senza esclusione di colpi.
No infatti Nanni, sono assolutamente d’accordo con te. Non era una critica, era la constatazione del fatto che probabilmente WARRIOR non è arrivato al momento giusto, visti i film premiati negli ultimi anni. Ma suvvia, il povero Nick Nolte almeno lo meritava (perché, se parliamo di sentimenti/struggimenti/redenzione, anche solo Nolte in WARRIOR vale l’Oscar, anche nei canoni attuali di tale premio). Tutto qui, ogni volta che penso a WARRIOR piango.
Molto probabilmente è un film che ha aperto una strada, chissà con che risultati (e qui torniamo in topic, e chiudo l’off topic, scusate).
approvo sta cosa dell’MMA come l'”oggi” e la boxe come ieri.
MMA più “spettacolo”, più rotazioni, più velocità, più movimento fisico, più movimento di camera, più camere, più areobica, più moderno, più XXI secolo.
Stessi sentimenti.
Dai ci sta il confronto (evoluzione) generazionale.
1-Passatemi una tanica di benza per dar fuoco al buon Phoenix và
2-inutile parlare di premi oscar quando si sa che vengono dati a caso da una casta di vecchi bianchi rincoglioniti che con il cinema c’entrano molto poco
3-team scroto in faccia al socio
sì, ok, ma de: UNDISPUTED 1?
@victorvonschrodinger: qual è la domanda?
D’accordissimo con Nanni, le MMA permettono una varietà nei combattimenti non indifferente rispetto alla boxe.
Le sottomissioni poi oltre all’aspetto drammatico permettono di fare dei comeback mica da ridere(vedesi Edgerton per praticamente tutto Warrior)e la gabbia ha un aspetto estetico decisamente invitante rispetto a un ring.
Sto film me lo guardo sicuro, sono uno di quelli che si vedrebbe qualsiasi cosa se ci sono le arti marziali miste.
@Phoenix: Beh, qualche differenza c’è, mulinare un cazzotto a caso è una cosa, ma tipo per dare un calcio che arrivi alla testa di una persona un minimo di elasticità e preparazione ci vuole, così come per le prese!
Vado un attimo OT, sommo Nanni, è prevista una recensione di Rec 3? Son curioso di sapere che ne pensate voi della redazione!
Undisputed 1 viene dopo il 1992, credo che la domanda si riferisca a quello: a me è piaciuto. Glia altri no. A me la boxe piace, le MMA le trovo non interessanti e quasi disgustose e Warrior mi è piaciuto solo per Hardy (che alla fine boxa visto che stende tutti con un pugno), e credo pure che se ci fosse stata la boxe invece dell’ mma avrebbe fatto lo stesso effetto estetico: hanno scelto la cosa nuova solo per questioni di far andare la gente a vederlo (in Fighter, che non mi è piaciuto, c’era poi la boxe e la gente l’ha visto comunque).
Quando qualcuno farà Toro Scatenato con un lottatore di MMA o di qualsiasi altro sport posso anche riconsiderare, ma la vedo dura essendo TS il miglior film di sempre nella mia lista.
@BellaZio: sì il punto è quello, sia sportivamente che cinematograficamente le MMA sembrano un vero upgrade della boxe in quasi tutti gli aspetti, là dove la kickboxe aveva invece fallito. Poi ovvio che stiamo parlando di un futuro prossimo ma pur sempre del futuro. Gran parte della mia convinzione però viene dal fatto che a livello sportivo il sorpasso è già quasi avvenuto.
@barga: vedrò REC 3 al FrightFest, rece a fine agosto
Io sinceramente preferisco le piroette alle prese. Sono anche più “credibili” in un contesto di film d’azione dove la trama non è “incontri clandestini”. Cioè uno Scott Adkins che tira calcioni volanti in Ninja o un Jet Li che saltella in giro picchiando la gente (quando lo fa senza wuxiapianarmi le palle) sono molto meglio in situazioni in cui il protagonista non è 1vs1 ma contro vari scagnozzi. Anche perché se atterri uno con una presa basta che passi il primo pirla a calpestarti la faccia con sciallezza mentre tu sei lì intento tirare il braccio di quell’altro. È anche vero che l’MMA non è solo prese, ma nei film al momento tendono a valorizzare solo quelle…
Beh, sportivamente parlando (non cinematograficamente) la boxe è ancora considerata maggiormente (per tradizione più che altro) ed è ancora quella dove girano più soldi. Le MMA sono la moda del momento, quindi ora se si fa un film “sportivo” si punta sullo sport che i ragazzini vogliono iniziare a fare (e, a mio parere, più semplice da approcciare vista la scarsità di regole). Ma non darei la boxe per morta, appunto per tradizione è una fucina di storie e suggestioni inarrivabile: credo che nessun altro sport di combattimento riuscirà a produrre film intensi e suggestivi come la boxe ha fatto e, mi auguro, farà.
Secondo me poi Rocky Balboa si mangia in un solo boccone sia Warrior che tutti i film di boxe o altri sport di botte degli ultimi 20 anni, ma son pareri personali.
@naccio: il bello dell’MMA è appunto che ti permette entrambi gli approcci senza perdere il proprio senso, indipendentemente che ti possa piacere un solo lato di esse.
@bellazio: è inutile fare paragoni adesso che di film drammatici sulle MMA ce ne sono due, di cui uno (questo) poco più di un low budget passabile. L’osservazione importante è che film come Rocky e Toro scatenato non perderebbero quasi nulla col cambio di sport. Il vantaggio della boxe in fatto di storie è dovuto solo al fatto della giovane età delle MMA (anche se si sta già lavorando su una bio di Kimbo Slice…).
@Nanni:
“L’osservazione importante è che film come Rocky e Toro scatenato non perderebbero quasi nulla col cambio di sport”
E viceversa Warrior non perderebbe nulla con il cambio di sport. Però i film di boxe, per forza di cose, vengono prima, per questo non vedo come MMA possa portare qualcosa di migliore al genere visto che sono film sostanzialmente uguali dove a cambiare è solo il modo di picchiarsi che, a conti fatti, è un sottotesto di un film di genere sostanzialmente drammatico. Per questo non vedo vantaggi nel cambiamento di sport. Ne’ in Warrior ne’ in Rocky lo sport è rappresentato come poi te lo ritrovi davanti se vai a un incontro reale. In generale lo sport al cinema è complesso, i film più riusciti sono quelli dove lo sport è un pretesto e la pratica è relegata a poche scene (He Got Game) o spettacolarizzata all’inverosimile (Rocky) o girata volutamente in modo confusionario (Warrior).
Giusto per tenere d’occhio anche l’orizzonte tv, c’è un episodio di Hawaii Five-0 in cui Steve McGarrett si fa chiudere nella gabbia e inizia a menare. Scalzo. Finché ci saranno piedi nudi c’è speranza.
@bellazio: perché, volendo ovviamente semplificare, se in Rocky e Toro scatenato il cambio di sport davvero non altera niente ma in compenso avvicina un po’ di più chi come me trova le MMA più interessanti, è tutto guadagnato. Sia chiaro che non è solo questione di film incentrati più o meno sullo sport, è questione che quello sport deve barrare tutte le caselline giuste. Per me le MMA barrano tutto quello che barra la boxe (tranne quelle legate alla lunga tradizione, ma è eventualmente solo questione di tempo), ma ha maggiori potenzialità sia tecnico-atletiche che drammatiche. Per dire: per svariati aspetti, con la kickboxe già non funzionerebbe.
Per me il film migliore sulla box resta Rocky tutto il resto e noia. Comunque anche a me Warrior è piaciuto molto.
P.S.: Box o MMA basta che si menino!
Mah sostenere che “Toro Scatenato” con qualcosa di diverso dalla boxe sarebbe stato lo stesso film mi pare azzardato. Al di là del diverso impatto sociale della boxe rispetto alle arti marziali (e già lì è mezzo film) “Toro Scatenato” È la brutalità elementare e “statica” della boxe, e ogni dialogo, sequenza e interazione tra i personaggi è costruita come fosse un incontro di boxe. Cosa c’entrano l’agilità e l’elasticità (e la fighettaggine) delle arti marziali con quel mondo e con quei personaggi?
Detto questo, cinematograficamente parlando (che dello sport in sé mi frega poco), la boxe piscia in testa a qualsiasi altro sport da una pila così di capolavori, grandi film e film memorabili.
@tommaso: se parli di MMA come di “arti marziali” sbagli in partenza e si capisce da come le descrivi. L’hai visto Warrior? Un film come Warrior (che piaccia o meno, s’intenda) dimostra che le MMA possono essere brutali e statiche esattamente quanto la boxe, pure di più (le mille prese a terra). Drammaticamente altrettanto efficaci. Ma possono essere anche l’esatto opposto, come in Undisputed 2, a seconda delle esigenze narrative. E tutto ciò senza snaturarsi. E il background di chi le pratica è perfettamente sovrapponibile.
Poi ripeto: paragonarle come risultati cinematografici ADESSO, quando siamo ancora a un milione di film contro due, non ha il minimo senso e non è quello il discorso che voglio fare.
Secondo me boxe e MMA hanno un aspetto per cui differiscono in maniera lampante. La boxe per quanto mi riguarda richiama l’idea di regole da rispettare. Intendo che nel picchiare si possono usare solo le mani avvolte da enormi guantoni ed i bersagli sono solo il volto ed il busto fino alla cinta. Nelle MMA invece a parte dita negli occhi e colpi ai genitali tutto è concesso. Al posto dei guantoni ci sono dei guanti. Questo vuol dire più realtà da un lato (se due tizi si picchiassero in un vicolo non userebbero certo le regole della boxe) ed una maggiore “violenza” dall’altro. Oltretutto grazie alla grande varietà visiva le MMA mi risultano più spettacolari da vedere.
Se volessimo poi andare oltre si potrebbe dire, che la boxe come sport è nato in Grecia e si è sviluppato in occidente. Le MMA invece sanno anche di oriente, di nuovo, di metticciato. Insomma parafrasando Celentano la boxe è lenta le MMA sono rock. Poi certo la boxe ha più tradizione, è ovvio, era disciplina olimpica nell’antica Grecia; Toro scatenato, Rocky, The Fighter sono dei gran film, è vero ma date le premesse secondo me per raccontare questi anni (e gli altri che verranno) un combattimento di boxe è semplicemente anacronistico.
P.S. Una bio Su Kimbo Slice? Mi sa che allora stavolta non ci sarà Will Smith ad interpretarlo!
@Nanni…
Nel momento in cui ho spedito il post e l’ho riletto lo sapevo mi sarebbe stato fatto notare come errore quel “arti marziali”. E’ che non mi piace scrivere sigle, mi ha colto la pigrizia di andare a vedere il nome per esteso della MMA (neanche ora siono andato cercarlo), e dove usano anche le gambe per combattere per me è tutto “arti marziali”.
Quindi sì, confesso la mia profonda ignoranza sulle discipline sportive in generale. Ma non sugli sport come funzionano al cinema, lì credo che con la passione per i film sportivi un minimo di occhio me lo sono fatto. E ribadisco che secondo me non c’è storia: la fisicità semplice della boxe – solo semplici ed elementari cazzotti – è perfetta per il cinema. Le varianti possono funzionare. Ma secondo me non funzionaranno mai così bene.
E’ una questione di fotogenia. E’ come la guerra del Vietnam che al cinema funziona da dio, mentre la guerra di Corea non se l’è mai inculata nessuno (e pure MASH tutti lo considerano un film sul Vietnam). Eppure furono praticamente la stessa cosa. Solo che nei film sulla Corea non ci puoi mettere i Doors e Creedence.
Warrior l’ho visto ed è un buon film. Gli incontri erano più spettacolari di normali incontri di boxe? Può darsi. Solo che non ci puoi mettere la Cavalleria Rusticana e il bianco e nero.
@tommaso: ma capisco. Credo che la faccenda sara’ molto lenta, credo che ovviamente la boxe non scomparira’ del tutto, ma sono anche convinto che le MMA non siano una semplice moda come fu a suo tempo il kickboxing. Il mio discorso su Warrior e’ il contrario di quello che fai tu: li’ ho visto per la prima volta le MMA flettersi ad esigenze puramente narrative, rinunciare ai suoi lati piu’ circensi e modellarsi alle passioni e alle dinamiche drammatiche in campo senza distrarre l’occhio con sfoggi di eccessivo atletismo ma rimanendo a un modesto livello “Rocky” coerente col resto del film, scavalcare insomma il circuito di serie B dei vari cloni di Lionheart e diventare un piu’ che credibile sport mainstream capace di trasmettere gli stessi valori e sentimenti che una volta erano monopolio della boxe. Siamo ai primissimi tentativi ma, se mi passi la metafora, e’ un attore concorrente che sta lentamente iniziando a rubando ruoli.
ecco il film sulle MMA che vincerà sicuramente l’oscar: http://www.youtube.com/watch?v=M4L6ruTF5qE
Un altro problema a cui ho pensato è la velocità e la rapidità con cui si esaurisce un incontro di MMA e la lentezza di un incontro di boxe. Il lottatore stremato da un lunghissimo combattimento non è rappresentabile in un contesto di MMA, al massimo quello sfasciato di botte vista la velocità degli incontri. Non so, il tempo delle riprese (i round intendo) sono molto cinematografici, scandiscono anche il tempo del film durante l’inevitabile incontro epico che deve essere rappresentato prima o poi. Le MMA non hanno questo. Per alcuni capisco possa essere un vantaggio, una maggior velocità del film. Per me no.
Comunque, visto l’errore da me fatto di aver inserito Toro Scatenato in discussione vorrei che non fosse preso come metro di paragone. Rimaniamo su Rocky da una parte e Warrior dall’altra. Effettivamente Scorsese gioca in un altra categoria, anche se, se ben riprese, puoi girare scene di qualsiasi sport in bianco e nero con la Cavalleria Rusticana, soprattutto se narri la parabola epica di un grande campione finito male: vedo Garrincha, vedo Maradona. Credo che funzioni meglio in un biopic anche se Spike Lee ci va vicino con He Got Game: alcune sequenze sono incredibili solo musica e Ray Allen che si allena. Ovvio che la Cavalleria Rusticana in Rocky o in Warrior fai la figura del poverello, è materiale diverso oggettivamente…
@BellaZio: guarda, il mio discorso e’ puramente su cosa mette in campo uno sport a livello di cinematograficita’, fra tecnica, suggestioni, adattabilita’ a piu’ registri, ecc… Discorsi tipo “storie alla Rocky sul tennis non funzionano”, “nessuno ha ancora imparato a filmare una partita di calcio”, ecc…
Sto constatando come le caratteristiche delle MMA le rendano perfettamente adattabili a rimpiazzare la boxe in diverse situazioni, a livelli a cui altri sport tipo la kickboxe, o il wrestling, o le arti marziali hanno fallito.
Pero’ insomma, aldila’ delle previsioni in cui mi sono lanciato non pretendo di aver calibrato ogni singolo dettaglio, e ci sono in effetti alcuni problemini che potrebbero o non potrebbero essere importanti, e su cui ero curioso di confrontarmi. Uno e’ quello che dici te, anche se la questione della durata viene sostituita dalle prove di resistenza delle prese per far cedere, piu’ facili da girare piuttosto che essere costretti a giocare su ellissi di tempo. E un altro problema che non sottovaluto e’ effettivamente la questione “scroto in faccia” (= “the teabag controversy”) che puo’ far scappar da ridere finché vuoi ma immagino che qualcuno possa sentirsi in qualche modo a disagio. Di battutoni alla “che schifo il ju-jitsu, sembra che scopano” ne ho sentiti tantissimi e non li ignoro, sono cose che vanno coreografate e girate con accortezza.
Per raccontare storie efficaci alla Spike Lee / Scorsese sulle MMA penso che lo sport debba prima accumulare eta’ e tradizione, almeno altri vent’anni, ma non escludo che un giorno non ci si possa arrivare.
Infatti io non ho mai detto “nessuno ha ancora imparato a girare una partita di calcio” (anche se è vero), ma mi sono arreso all’idea che sia quasi impossibile. Sul fatto “storie alla Rocky sul tennis non funzionano” mi pare di aver detto o sottinteso che secondo me non è vero (certo che visto che i poveracci non giocano a tennis o a golf il risultato potrebbe essere ridicolo, tipo il film con Sandler che gioca a golf): in generale quasi tutti gli sport possono essere efficacemente adattabili a storie alla Rocky o simili (per stare su un livello più basso White Man Can’t jump è un buon esempio di buon film con molto sport e poi oh, han fatto pure il film sul Dodgeball con storia alla Rocky, in commedia ok, ma comunque siamo lì, lo sport Dodgeball è trattato quasi seriamente in quel film ed è la solita parabola del riscatto degli underdog).
La questione dello scroto in faccia non mi mette a disagio ma mi fa molto ridere, ho preso per il culo un mio amico che fa MMA per parecchio per ‘sta storia, ma vabbè, limite mio.
@BellaZio: mi sono spiegato male, in quel caso con “storie alla Rocky” intendevo proprio nello specifico la storia di Rocky Balboa, non il semplice scheletro del riscatto del perdente che effettivamente lo appiccichi dove vuoi. A me ‘sta cosa di come si traduce lo sport al cinema affascina, mi sta molto sul cazzo anche che l’unico film decente sul calcio sia Shaolin Soccer, che ovviamente imbroglia da morire. Shaolin Soccer, e la rovesciata di Pele’ in Fuga per la vittoria.
condivido tutto il discorso di Nanni, ma amo talmente la boxe che spero abbia torto.
come disse un tipo su un forum di arti marziali, la boxe è come il blues, tre accordi ma quante variazioni e quanta emozione.
quindi se blues e boxe sono anacronistici, chiamatemi vecchio e ne sarò contento.
e me ne andrò ridendo in sella alla mia moto guzzi
@ratto: ti consegno ufficialmente il certificato di vittoria della discussione
Ecco. Fuga per la Vittoria è un buon film sul calcio e la rovesciata di Pelè è mito. Ti potrei dire qualche altro film buono sul calcio, secondo me, dove però il gioco è rappresentato il meno possibile, tipo Il Maledetto United. Shaolin Soccer non è calcio ma te lo posso passare come ti ho passato Dodgeball come film sportivo…
Il problema annoso sul tradurre lo sport al cinema si ha con un distinguo fondamentale secondo me: i film di boxe e botte in generale e i film sugli sport di squadra, molto più complessi da girare secondo me. Tranne il baseball (un sacco di ottimi film), statico e quindi semplice, gli esempi di sport di squadra rappresentati bene al cinema sono pochi, qualcuno sul basket (He got Game, nel quale però, se non sbaglio, non si vede una partita vera; White Man Can’t Jump, in cui però si sceglie di seguire il 3 vs 3 amatoriale da playground) e, forse ma forse, Invictus in cui le scene di rugby sono discretamente girate ma il resto è una palla colossale, sicuramente dei film sul football americano sui quali però non sono ferrato non sopportandolo come sport. Per gli sport di botte la cosa si semplifica, anche perchè è più semplice concentrarsi su un solo personaggio, il ring è una dimensione molto più limitata del campo di un qualsiasi sport. Ciò non toglie che ci siano bei film di boxe e brutti film di boxe, girati bene o girati male (uguale sarà per l’MMA se il filone continuerà): ad esempio ricordo una “cosa” chiamata Incontriamoci a Las Vegas che aveva una trama tipo Warrior (nel senso che i due che si dovevano menare erano fratelli o super-amici) ma non vale neanche un minuto di Warrior.
grazie Nanni, ti dedico questa:
http://m.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&client=mv-google&v=X3a1bIqQVAg
OK, ma ora vediamo di non esagerare troppo…
http://youtu.be/M4L6ruTF5qE
Ho letto ora la discussione e come al solito mi pare che il capo supremo abbia centrato il punto. Volevo solo aggiungere che a mio avviso WARRIOR è arrivato troppo presto, se prima avessimo avuto una decina di film sulle MMA allora saremmo qua tutti in ginocchio ad acclamarlo come IL FILM. Con così poco materiale, viene invece automatico accostarlo ai classici del passato, finendo per sminuire quello che è un filmone (almeno per me). Ora torno a piangere con i The National, saluti!
@jean pieri / @cleaned: continua a sembrarmi meglio di Voglia di vincere 2. Forse. E solo perché c’è Fonzie.
Non so quanti di voi pratichino MMA o seguano gli incontri professionistici della UFC, Strikeforce, Bellator e quanti altri. Le MMA sono l’ultima evoluzione degli sport da combattimento, dove l’incontro può evolvere in un numero enorme di maniere, proprio perchè l’atleta deve studiare più discipline e saper combattere in ognuna di quelle. L’incontro può evolversi interamente in piedi, a terra o alternare entrambe le fasi. E le MMA come vengono rappresentate al cinema sono ben diverse da quelle reali, sono molto più spettacolarizzate come credo tutti ben sappiate. Credo che quello che si è fatto con la boxe si potrà fare con le MMA nel mondo del cinema, se non superare il livello dei film con storie di pugili, le MMA hanno tutte le carte in tavola per farlo. La differenza con la boxe credo siano i valori che ci sono dietro a quest’ultima. Le MMA di valori non ne hanno, sono nate per vedere quale fosse lo SdC più utile ed efficace, sono uno sport che si limita alla praticità, dietro non ha chissà quale morale, a differenza della pugilato, che comunque qualcosina in più in termini di valori e morale ce la ha.
Undisputed 2-3 > Warrior.
Distinti saluti.
Che le MMA rappresentate al cinema siano diverse dalla realtà è ovvio. Spesso il cinema tende a spettacolarizzare quello che rappresenta. Chiunque abbia fatto un po’ di scherma sa perfettamente che i movimenti di chi maneggia una spada nei film sarebbero un suicidio se fatti nel mondo reale; allo stesso modo nei film legal gli interrogatori dei testimoni vengono condotti in maniera allucinante, nella realtà un avvoc
Odio quando succede!
Nella realtà un avvocato avrebbe vita breve in tribunale agendo in quel modo.
Il cinema non deve mostrare la realtà così come essa è, per quello già basta ed avanza la vita.
Andando al preconcetto che vuole le MMA senza valori e la boxe (o il karate, o la scherma o quello che volete voi) invece si mi sembra semplicemente assurdo.
Perchè se un orfanello emerge grazie alla boxe va bene e con le MMA no? La tradizione è un conto, ma la volontà per arrivare al vertice deve essere comunque di ferro. Tacendo poi dello studio e della voglia di conoscenza che deve stare alla base di un combattente di MMA, che non mi sembra affatto minore di uno che fa boxe o che pratichi karate.
Ma si la tradizione è sopravvalutata. I valori sono quelli che riesce a metterci la persona in quello che fa e dipendono dalle persone più che dall’arte marziale in se stessa.
Poi magari le altre arti marziali hanno storia e quindi una certa filosofia sviluppata col tempo ma da quello che ho visto all’atto pratico conta solo per certe persone e fino a un certo punto al punto che comunque grossissima parte viene sempre dalla persona, non se ne sfugge, le arti marziali non è che ti rifanno a nuovo e imparare a combattere e ad avere l’attitudine che funziona in combattimento non significa necessariamente cambiare tutto quanto di se, anzi, tuttalpiù significano che fino a un certo punto sei funzionale al combattimento.
Il cinema ovviamente esagera per attirare l’attenzione.
Chiedo venia, intendevo anche io la tradizione quando menzionavo valori e morale. I valori sono quelli che ogni praticante da alle MMA o alla boxe, la volontà deve essere di ferro, lo studio delle arti anche maggiore nelle MMA.
Comunque la boxe, con il tempo e con lo svilupparsi della propria tradizione, ha sviluppato anche una propria filosofia, come tutte le arti marziali d’altronde.
“I pugili migliori sono anche le persone migliori.” -cit.
Io spezzerei una lancia a favore di Red Belt come miglior film sulla MMA girato da Spike Lee non girato da Spike Lee.
Si vede che non vi siete mai trovati in una rissa…l’MMA rispecchia la realtà, la boxe no.