C’era un po’ di (in)sano interesse attorno a questo progetto.
Scarsissima voglia di vederlo per davvero, ma anche quella morbosa curiosità che ti fa rallentare per vedere gli incidenti… no dai, rallentare è una parola grossa: diciamo tirare dritto fischiettando, ma cercare comunque di cogliere qualcosa con la coda dell’occhio.
Due i punti al centro dell’attenzione:
1) Jean-Claude Van Damme: se in Universal Soldier 4 pareva il protagonista e invece lo si vedeva sì e no un quarto d’ora, e in Expendables 2 doveva essere il cattivo principale ma ha tre scene di numero, quanti micro-secondi apparirà qua, in cui sembra da subito che abbia appena una comparsata? Chi di voi ha una calcolatrice?
2) Bianca Bree, nome d’arte di Bianca Van Varenberg, meglio nota come “la figlia di Van Damme”: è davvero cagna in proporzione diretta a quanto è figa?
Preparatevi a una recensione piena di colpi di scena.
U.F.O. è un low-budget inglese condannato alla sfiga abominevole fin dalla celta di un titolo talmente generico da renderlo impossibile da cercare su Google, il che lo condanna a rimanere invisibile al 99,5% del suo target.
È un progetto di Dominic Burns, battagliero autore underground britannico il cui film più rilevante finora è un thriller con Mark Hamill che nemmeno Mark Hamill ha mai sentito nominare.
Si inizia a bomba.
Van Damme compare in un rapido flash già alla seconda inquadratura lasciando a intendere che il suo ruolo sarà importante, e il sospettometro s’impenna.
Dopodiché siamo in discuteca a seguire un gruppo di amici che cerca di cuccare, in una sequenza che pare la versione telefilm post-pranzo di Trainspotting ma con irresistibile tecno sparatissima. Uno dei nostri cucca Bianca: si guardano, si lanciano frasette, si strusciano, succede un parapiglia, poi Bianca ottiene il permesso di parafrasare quello che immagino essere uno dei suoi film prefe quando sbuca alle spalle di lui che sta parlando di lei ai suoi amicici e lo blocca con “You had me at ‘beautiful'”.
Per i primi venti minuti il film ce la mette tutta per sembrare un’energica commedia giovanilistica, capitanata da un carichissimo Sean Brosnan, figlio di Pierce, lui sì capace di ottenere e reggere la parte anche senza invitare il padre sul set. La regia è grezzissima e rovina una sceneggiatura mediocre ma volenterosa, ma il mix tra ritmo alto, goffaggini varie e musica a palla rendono il tutto in qualche modo simpatico. Fondamentalmente ci si rende conto che Dominic Burns fa di tutto non solo per dare a Bianca Van Damme meno battute possibili e magari corte, ma anche sistematicamente per riprenderla sempre alle spalle per non costringerla a stare attenta e recitare anche quando parlano gli altri. E le acrobazie che fa sono ammirevoli. Viene da chiedersi come sono andate le trattative, come l’ha conosciuta, quante notti ha pianto sul cuscino prima di cedere e darle la parte in cambio della presenza del padre e dei soldi per completare il budget. È una bella lezione cautelativa di cinema indipendente.
Poi arrivano gli ufi. Potete immaginarvi grossomodo Skyline, stesso budget (nemmeno Skyline costò un cazzo perché gli effetti furono curati dagli esperti registi e la location era casa loro) ma un trentesimo del talento (tecnico). I nostri scappano, Bianca sta zitta e girata e quando parla si appassiscono le piante, appare il grandissimo Sean Pertwee in un ruolo di cinque minuti girato verosimilmente con una pistola alle spalle, e di sicuro con la morte dell’anima negli occhi. Poi, improvvisa, a metà film scatta una bella scena di calci in faccia tra Brosnan Jr e un poliziotto bello massiccio, mentre Bianca se ne sta comodamente a guardare in un angolo con espressione assente.
Poi riappare Van Damme: interpreta un ex-militare, zio (e presunto maestro) di Brosnan Jr. Mi perdo nelle chiacchere, ma salta fuori che… spoiler? Ma si, chi se ne fotte, spoiler: Bianca è un alieno infiltrato. La faccenda è estremamente esilarante per due motivi: 1) in tutto il film non è mai, MAI neanche per un minuto stata credibile come essere umano, roba che ti viene in mente quella scena di Men in Black in cui Tommy Lee Jones dice “ma ti pare che Michael Jackson possa essere un alieno? è un travestimento un po’ del cazzo” (non ricordo le parole esatte); 2) con un colpo di genio IMMENSO, Bianca si rivela con una citazione dal monologone di Blade Runner, con un personaggio che le racconta un segreto del suo passato e lei risponde “e tutti questi momenti andranno perduti per sempre” e poi lo spara. Applausi a scena aperta. Segue la scena clou del film: epica scazzottata tra Bianca e papà Jean-Claude. Il prezzo del biglietto è ufficialmente meritato.
Voglio essere molto chiaro su questa cosa: Bianca non è un’attrice. E quando dico “non è un’attrice” non intendo che è un’attrice scarsa tipo che so, Jessica Biel. Intendo letteralmente. Anzi, peggio che letteralmente. Pensate una cosa tipo “Alberto Tomba svogliato”. Una che non si capisce cosa ci faccia sul set, e che dalla faccia forse non lo sa bene nemmeno lei. Una che ti viene voglia di andare lì e chiederle “ma a te cosa piace fare nella vita, a parte pettinarti i capelli?”. Una che la parte più allettante del diventare attrice era scegliersi un cognome nuovo, dopodiché era finita la spinta. Una che pure suo fratello Kristopher, povero lui e il suo curriculum di 13 film di cui 12 col padre, in confronto sembra la reincarnazione di Heath Ledger.
Il film alla fine dei conti è molto più guardabile di quello che temevo, povero e grezzo ma ritmato e onesto, e una visione singola, per completisti e curiosi, è tutto sommato indolore.
Secondo voi, nonostante tutte le cose che ho appena scritto, Bianca mi sposerebbe lo stesso?
DVD-quote:
“Indolore, con un paio di momenti che si fanno ricordare”
Nanni Cobretti, i400Calci.com
“sistematicamente per riprenderla sempre alle spalle per non costringerla a stare attenta e recitare anche quando parlano gli altri.” io avrei anche altre motivazioni su questa scelta registica..
Nanni, non ti sposera’, gliel’ho gia’ chiesto io e lei ha accettato. le ho detto che e’ una grandissima attrice. E poi voglio essere io a chiamare Van Damme papa’.
Bianca e’ figa ma ha una faccia da tonno che spegne in me qualsiasi afflato lesbo. Ma la scazzottata intergenerazionale merita o no?
@sisqo: no, è proprio dalle spalle in su…
@dan: e pazienza. Pago la mia sincerità.
@cicciolina: lei non é Gina Carano, ma se le danno di santa ragione
nanni, bianca non ti merita.
fun fact: la cosa di michael jackson che citi da men in black esiste solo nel doppiaggio italiano, visto che in originale ci si riferisce a dennis rodman.
mi accontenterò delle spalle, per Bianca sono disposto anche a questo
Usare la figlia di Van Damme come aliena perchè non sa recitare…
Sta cosa che lei è un alieno mi fa troppo ridere. Un fulgido esempio di sceneggiatura cucita addosso all’attore.
Ma praticamente ormai siamo costretti a vedere Van Damme solo nei film dove recitano anche i figli? Non si prospetta nulla di interessante per lui?
Voglio dire Stallone è una fucina di idee (cosa che comunque è sempre stata), l’ex governatore è tornato in pista a pieno titolo e Willis sullo schermo ci va sempre e discretamente come dimostra sia Looper che Die Hard 5. Cazzo persino Jabba The Hut travestito da S. Seagal fa più screen time di lui. Ma perché?
Chances di averlo in dvd in Italia?
@pillole E in universal soldier 4 e expendables 2 si è visto troppo poco.
Ma almeno l’atmosfera tattico militareggiante si salva quando, come dice il trailer con precisione svizzera: “at 21:17 The War Began”? Ma poi, che orario è le 21:17? Credo non sia mai stato usato nella storia del cinema. Forse manco esiste.
@ Pillole: la droca. La droca, credo
@jcvd: meno che UniSol 4
@steven: è un po’ come quella scena di The Room in cui lui mette la sveglia alle 7.28
Non lo vedrei neanche con Bianca sotto il tavolino del soggiorno a rovinarsi le rotule.
Cacchio Nanni ma davvero da te è uscito al cinema?
@slum: no, dritto in bluray
@Nanni/Steven Non ricordandomi il trailer pensavo a 21 minuti e 17 secondi del film! E hai risposto nel film sbagliato! E’ uno dei segnali dell’apocalisse assieme a meteora e dimissioni papali.