Mi rendo conto solo ora, nel frattempo che mi accingo a scrivere questo post, che mi manca Non Aprite Quella Porta: L’Inizio, quello del 2006 diretto da Jonathan “Ho fatto un film col kraken che era brutto” Liebesman e con patata Jordana Brewster al posto di patata Jessica Biel. Immagino che questa mia lacuna non sia proprio imperdonabile ai fini di una maggior comprensione del film che stiamo per recensire, ma ve lo volevo raccontare. Metti che poi si scopre che ho millantato una seconda laurea con master in Non Aprite Quella Porta: L’Inizio e arriva Leatherface che mi smentisce insieme al Mago Zurlì e poi ci rimanete male che da un probabile 4% passo a un misero 1% e non entro manco nella plancia di comando del prossimo governo targato Movimento 400 Calci. Pensa che scandalo. Comunque, mi sembra di poter dire e intuire che quel film lì, quello che mi manca è un prequel di quello del 2003, quello diretto da nostro amico/nemico Marucs Nispel, remake ufficiale di quello del 1974 diretto da Tobe Hooper. Il film di cui parliamo oggi invece, vuole essere il seguito ufficiale del vero e proprio originale, di quello del 1974.
Non Aprite Quella Porta 3D, diretto da tale John Luessenhhop (colui che ha diretto Takers, il film con il cast con il più alto numero di cagnacci della storia: Hayden Christensen, Paul Walker e Chris Brown), inizia con una serie di rielaborazioni in 3D di sequenze chiave del film di Hooper. Un riassunto in 3D e un po’ instagrammato. Ma il film è proprio lui, è quello del passato. Mossa che per altro ha permesso alla produzione di poter inserire nei titoli di testa i nomi di metà del cast originale. Cioè, una va al cinema nel 2013 e legge su grande schermo “Gunnar Hansen” e, giustificatamente, si esalta. E invece poi scopre che è solo “archive footage”. Comunque, la gag è questa: ti fanno rivedere un sunto del film originale e poi, mentre Leatherface è lì che mulina la sua sega elettrica nell’aria, ci si sposta di pochissimo dopo nel tempo, tipo il giorno dopo. Siamo a casa dei Sawyer, dove alloggia l’allegra famiglia di orribili macellai. Arriva un poliziotto che di cognome fa Hooper (eh? EH?scatta scatta gomitino gomitino) che intima a tutti di uscire con le mani in alto o di consegnarli il ragazzone. Nel momento in cui sembra che questi stiano effettivamente per consegnare Leatherface alle forze dell’ordine, arrivano i bifolchi. Cioè, altri bifolchi rispetto alla famiglia dei Sawyer. Dei redneck di quelli con il pick up, la bandiera sudista sopra il sedile e le lattine di birra accartocciate per terra. Arrivano lì e vogliono fare brutto, che a loro di avere degli assassini cannibali in città non gli va. Il poliziotto tenta di sedare gli animi, ma si sa come vanno queste cose in Texas. La casa dei Sawyer va a fuoco e tutti quelli che finiscono nelle traiettorie delle pallottole vanno una brutta fine. Tutti tranne Leatherface, di cui non si trova bizzarramente il corpo. Dal fuoco e dagli spari si salva giusto una ragazza, con in braccio una neaonata. E cosa fa il classico redneck quando trova una bella neonata in braccio a una povera pazza psicotica mezza bruciacchiata? Tira un calcio in fazza alla tipa e si prende la neonata. Che domande…
Passano gli anni, passano i governi, passa la palla che il gioco è bello in tanti, ma quello che non passa è la volontà dei produttori di riempie questi film di patate. La neonata redneck è diventata Alexandra Daddario. Prima di mettere delle fotine della suddetta ragazza nel post (mi hanno detto, dopo un attenta indagine sui consumi dei nostri lettori, che la fregna ha tutto un suo pubblico) concentriamoci su un piccolo problemino matematico. Il film inizia nel 1974, giusto? Sì, abbiamo detto che inizia dove finiva l’originale, per cui nel 1974. La Daddario ha nella vita reale ha 26 anni. Nel film è truccata un po’ più da giovane, ma facciamo i calcoli per benino. Se il personaggio della Daddario fosse nato nel 1974, una volta raggiunti i 26 anni saremmo nel 2000, ok? E qui arriviamo dunque al mistero vero e proprio di questo film. In che cazzo di anno è ambientato? Una delle caratteristiche che abbiamo evidenziato tempo fa nella pratica del remake è proprio quella dell’inquadramento temporale. Si scrisse:
… In un’ottica cialtronesca, (il classico furgone della Volkswagen), insieme a un vestitino da fiera dei freak e poco altro, serve a datare il film. Svolta questa pratica, poi ci si può permettere di fare tutto quello che si vuole. Voglio dire, se da una delle tasche dei jeans di Jessica Biel spuntasse un iPod, sarebbe uguale. A parte che l’importante è vedere il culo di Jessica (e quello infatti è il fulcro vero del film), a Tony sapere che è il 1974 o il 2009 non interessa. Certo, lui è più contento se nel film si vede uno con un aggeggio tipo l’iPod, ma non gli cambia tanto.
C’avevamo visto molto giusto, amici. Qui si dovrebbe essere nel 2000, forse addirittura un po’ prima visto che la Daddario non dimostra per nulla i suoi 26 anni (anche grazie al fatto che è una figa da paura), ma non si direbbe. Inizialmente sembra che si voglia ambientare il film in una sorta di limbo da anni Novanta, poi però cominciano a sentirsi canzoni evidentemente prodotte l’altro ieri in radio e compaiono degli iPhone. E allora ti rendi contro che quell’aria anni Novanta non era voluta: è il film che è una merda vera per cui ha quella patina vecchia attaccata addosso che lo fa sembrare già vecchio anche se è stato fatto un mese fa. Ma continuiamo con la storia: La Daddario scopre di essere stata adottata perché viene inserita nel testamento della sua vera nonna da poco morta. Sconvoltissima da questa rivelazione smette di lavorare in macelleria (eh? EH? scatta scatta gomitino gomitino) e parte per il Texas. Lo fa su un vecchio furgone non della Volkswagen in compagnia del suo fidanzato niggaz e pugile, la sua migliore amica e il fidanzato di quest’ultima, un simil cuoco che ricorda un po’ Joey Fat-One degli N’Sync. Una parolina sulla miglior amica di Alexandra. Nei teen horror sapete che la protagonista è quella con la testa sulle spalle e l’amica è quella un po’ frou frou, no? Ecco, siccome già la Daddario non è che ricordi proprio nell’aspetto Rosy Bindi, per l’amica un po’ frou frou han dovuto prendere una con la fazza da puttanaccia e truccata come una battona scampata a una retata della madama in un bordello della provincia di Ancona. La simpatica ragazza in questione si chiama Tania Raymonde. Una volta introdotti i personaggi si procede col pilota automatico. I quattro danno un passaggio a x in autostrada, arrivano a destinazione, c’è la famosa ripresa a livello culo di una delle protagoniste e poi si comincia a far morire male la gente. Non è che si chieda allo script di Non Aprite Quella Porta 3D un grosso sforzo di fantasia, eh? E invece…
La cosa gravissima di questo noioso filmetto è che tenta di giocarsi la carta della riscrittura del Mito in previsione di ipotetici altri seguiti. Ora, non vi sto a svelare più di tanto cosa accade, ma avendo presentato la protagonista come imparentata al famoso assassino dalla maschera di pelle, potete tranquillamente immaginare che strada s’è presa, no? Cioè, in teoria dovresti limitarti a fare un film su delle sgallettate che, dopo aver fatto vedere le tette, corrono inseguite da un bruto, invece tenti la carta della storia. E allora sei colpevole, anzi siete colpevoli, visto che questa prelibatezza l’hanno scritta in tre! Ecco i nomi. Perché è giusto sapere i nomi di gente così, Come diceva un booklet del cd di Vengeance dei Tragedy: “The Earth isn’t dying. It’s been killed and those who are killing it have names and addresses”. Gli sceneggiatori di Non Aprite Quella Porta 3D sono: Adam Marcus, Debra Sullivan e Kirsten Elms.
Ok, sto esagerando: chi se ne frega di questo film. Cioè, io l’ho visto perché nessun altro dei ragazzi se lo voleva puppare e perché non avevo nulla da fare ieri pomeriggio, ma esci anche piuttosto scocciato. Pochissimo sangue, forzature di sceneggiatura plateali, 3D veramente fatto a cazzo di cane e inutilissimo (c’è una sega elettrica che buca lo schermo, ma è convertito talmente male il tutto che anche quest’unica gioia ci viene negata) e quel generale disinteresse che solo i film di merda possono suscitare. Se vi chiedete come mai non ho ancora speso una parola una sul nuovo Leatherface è perché questo qui nuovo (interpretato da tale Dan Yeager, uno uguale al vecchio Gunnar Hansen senza maschera), non ha un minimo di spessore. C’è anche una sequenza in cui il nostro si fa una nuova maschera, ma non gliene batte un cazzo a nessuno. Parentesi buongustai: la Daddario è veramente una patata pazzesca. Ha un fisico che non ci si può credere. A inizio film si fa il tifo per una scena di sesso col fiancé, ma ci fermiamo a un timido reggiseno. Il resto del film lo passa con due mise diverse. La prima: magliettina molto corta di quelle che rimangono separate dal corpo grazie alla potenze delle pere. La seconda: camicina jeans che che lei, appena riesce, tiene chiusa con un bottone solo. Come Lionel Richie. Nella sequenza finale è appesa per le braccia a un gancio da macellaio e qualcuno ha prontamente pensato di slacciarle quell’unico bottone che ci separava dalla visione delle tette della Daddario, ma anche qui nulla. Non si capisce grazie a quella straordinaria magia, la camicia rimane incollatissima ai seni della nostra che, pur dimenandosi a vanvera, non mostra nulla di nulla. Peccato!
Ultima cosa: poliziotto finisce nello scantinato della casa dove stava una tipa che ha appena detto che lì c’è un maniaco omicida con una sega elettrica in mano e una maschera di pelle umana in faccia. Il poliziotto trova nell’ordine: macchie di sangue, delle dita umane tranciate e lasciate in una bacinella, uno segato a metà e un altro morto male. E cosa dice in collegamanto con la centrale grazie al suo iPhone dell’anno 2000? Dice la frase migliore di tutti gli horror di merda che ci vediamo lo stesso anche se sappiamo che sono delle merde. Dice: “Ho un brutto presentimento!”.
Dvd-quote:
“Una cazzata. E chi l’avrebbe mai detto? ”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Boh volevo andare a vederlo di settimana che c’è lo sconto. Anche io avevo un brutto presentimento, però così no. A sto punto rimango a casa e mi metto un DVD.
Comunque che merde, hai un tizio che usa la motosega per ammazzare gente e fai un film che fa cagare? Ma perché succede?
Boh… forse è vero che diventando vecchi si diventa brontoloni (parlo di me medesimo).
Anch’io ho la stessa “carenza di curriculum” di Casanova, ma a parte quello sono un grande estimatore del primissimo film. I miei pareri:
1) Il politically correct ci rovina. E’ oramai dagli anni ottanta che la quantità di sangue nei film è assolutamente “sbagliata”: Ne abbiamo a litri in Kill Bill (che è tutto fuorchè un horror) e nei film horror lo mettono col contagocce.
2) Misonoufficialmenterottoilcazzo di qualsiasi sequel apocrifo, remake, prequel. BASTAAAAA. Negli anni 80 sono nati molti miti del cinema horror e del cinema d’azione perchè si produceva una tale e tanta quantità di filma che – nel mucchio – spuntava il capolavoro per una pura legge statistica. Oggi vanno sul sicuro: spolverano una trama nota e di successo (il che potrebbe persino andarmi bene) MA LO FANNO MALISSIMO!
3) Alla fine, non è nemmeno una questione di sangue ed effetti speciali. E’ una questione di CATTIVERIA. Escono pochissimi film CATTIVI. Posso guardare e riguardare il primo “Non aprite quella porta” e capisco solo che c’è MOLTO MENO SANGUE di molti degli horror di oggi, ma anche che è ESTREMAMENTE più CATTIVO.
Boh. A quando un remake/reboot di… boh. Ormai hanno rifatto tutto.
Un film a cazzo di cane con una cronologia ridicola un film che nn aggiunge nulla di nuovo alla saga di mr leatherface Le note positive del film sono la ficagine della protagonista è poi il nulla……………..
Ed è per questo che, male o bene che gli possiate volere voi, in ritardo che sia con le tematiche, io personalmente lodo Le colline hanno gli occhi di Aja.
Della Daddario ricordiamo con gioia alcuni momenti indimenticabili in Bereavement.
Bu…di deve cominciare così il post giusto…a me così schifo non ha fatto ho apprezzato l’evoluzione psicologica della protagonista e il ritorno al l’importanza della famiglia e del legame di sangue tra i vari membri e il fatto di ricollegarsi direttamente al primo film…visivamente però preferisco quelli del 2003 e 2006…certo non mancano le cassate…tipo la protagonista che dovrebbe avere 40 anni e non 20 nel film non dicono mai l’anno in corso ma se mi fai vedere uno sbirro con smartphone…parecchi passaggi narrativi un po’ così…la scena con leatherface alla festa e’ un po’ ridicola mi ha ricordato nightmare 2…regia e fotografia da DTV.
Ps
Scena post titoli,simpatica
Vorrei porgere un sentito ringraziamento al Casanova per aver rispolverato i link a chickipedia, grande forza dei calci degli esordi.
dico solo: la scena al luna park. ma stiamo scherzando??
I Tragedy…mi sono commosso.
Comunque queste attrici recitano come quelle dei porno: sapendo di avere gli occhi degli spettatori incollati al culo e alle tette. Deve essere una bella sensazione.
Io sono veramente incredulo che la Daddario abbia fatto carriera a Hollywood. Pensavo che dopo tutti i casini in Italia con il Nano inculatore fosse finita per sempre, invece un po’ di lifting e cambio parrucca ed eccola lì. A me questi film di Non aprite di solito piacciono assai. Ho visto quello con la culona bionda, Jessica, e ho capito che era il mio genere. Ma anche lì rimaneva abbottonata fino alla fine. Eppure tutti sperano che il mostro le assalga strappando i vestiti di dosso per permetterci di vedere. E invece il mostro le vuole uccidere soltanto.
Con ‘sta citazione dei Tragedy hai vinto tutto il vincibile. Che il film fosse merda brutta lo davo quasi per scontato.
Il politicamente corretto sarà un problema di questi horror alla MTV (ma anche no, proprio in “Non Aprite Quella Porta: l’inizio” mi pare di ricordare un paio di scene gore piuttosto forti), ma non direi che in giro NON si trovano thriller o horror con sangue e atrocità di ogni genere.
Per me il problema è che non è quello il problema.
Magari è più un problema questo continuo rimestare sempre le stesse storie, gli stessi personaggi, gli stessi franchising.
Il WTF sull’età della protagonista la dice lunga di quanto chi produce questi film tenga in conto l’intelligenza degli spettatori.
Jordana “baffona” Brewster nella chickipedia no eh, Casanova sei impazzito? Al massimo va bene sulla scatola del proraso http://tinyurl.com/BarbaEBaffoni
Cazzo d’accordissimo sulla questione cronologica, ma me la sono spiegata dicendomi che in realtà questo film tiene in considerazione l’originale senza “datarlo”, quindi finge sostanzialmente che sia avvenuto negli anni Ottanta o Novanta. Per il resto, ci sono dei tentativi apprezzabili di fare un sequel diverso dalla solita formula, tutti puntualmente rovinati da una sceneggiatura imbarazzante e da una regia da dilettanti.
Mi piace che avete messo il fermo immagine dedicato a Citizen Toxie. Mi immagino, all’inizio di Non aprite quella porta 3D, la voce di Stan Lee che dice “This is the real sequel”!
Poco Sangue Niente Tette, Magari il Prossimo la fanno pure PG-13.
Rimpiangerò in eterno i soldi spesi…Forse delle robuste dosi di sangue gli
avrebbero fatto raggiungere un generoso 5,5. Un’occasione clamorosamente sprecata
Non so se frega a qualcuno, ma la zoccolaccia Tania Raymonde aveva un ruolo semifisso nella sitcom Malcolm. Che insomma, il tempo le ha giovato parecchio, vedi te che figa è diventata!
E’ brutto, poteva essere pure più brutto, ma la Daddario è troppo bella. Miglior attrice al mondo a recitare senza reggiseno. Io la amo tantissimo e guarderò qualsiasi film la ricomprenda. Tanya Raymonde appare in 6 o 7 episodi di Malcolm (l’ho visto tutto, tutte le stagioni) che su 8 stagioni è pochino, tuttavia rimane nelle menti perché appare nell’episodio in cui, dopo l’estate torna tettona a scuola (e non è tettona, de devon aver messo due cuscini)…
Comunque seguivo in trepidante attesa i dati del box office dopo l’uscita, se va bene (ed è andato benino) ho un altro film con la Daddario assicurato!
Esatto zio, anche se in realtà è un personaggio semiricorrente nelle prime stagioni, rimane comunque impressa per quella puntata delle tettone; e vedi te a distanza di anni, che patata diventa!
migliore trovata so far
http://1.bp.blogspot.com/-B0dVVq1deRI/UIQGk460KOI/AAAAAAAAHFk/ut7eMpDHKzk/s1600/texas-3d-4.jpg
#safesearchon
Parlando di tettone, vado un attimo off per condividere con voi il mio dolore: Roberta Gemma s’è sposata.
Tanya era la figlia di Ben in Lost
quella che muore sparata
Dai Samuel non farmi del male, lo so, è troppo bella sta ragazza!
Mai visto un episodio di lost, viste 8 stagioni di malcolm. Mi complimento con me stesso.
porco gggiuda la daddario…
Comunque per parlare del film, è vero che è brutto ma pensavo peggio. Cioè alla fine l’evoluzione della cara alexandra non è poi malvagia, al netto della totale non verosimiglianza temporale, qualche colpo di scena del cazzo c’è e la scena della motosega sulla spalla ha una sua carica porno-perversa (certo fosse uscita una tetta sarebbe stato meglio). Poi abbiamo lo spiegone dagli sbirri che non si affronta, trey songz che già dal nome da fastidio e nessun kill di rilievo. È un 4 ma aspettandomi io un 2, tutto sommato sono soddisfatto della suo essere insoddisfacente.
@bellazio
se volevo fare del male era #safesearchoff
Devo riconoscere che si salva soltanto la Daddario…
No ma seriamente per me è un problema il mio rapporto morboso con la Daddario. Mi sono pure fatto instagram per fare il follower e guardare le fotine che pubblica. Sono innamoratissimo.
Film fastidioso per tutti i motivi già elencati. Aggiungo pure di aver sempre trovato più interessanti gli altri svitati della famiglia piuttosto che Leatherface. Quest’ultimo TC3D è tutto un corri corri di un minorato che insegue, accusando la zoppia tipica di chi ha le mutande piene di merda. Senza dimenticare la classica attitudine a dare gas a vanvera ad una motosega (che, lo ricordiamo, ha un’autonomia di circa 30/40 min. nella vita reale) e la magistrale scena del lunapark.
La Daddario, oltre al premio “bonona” vince il premio battuta dell’anno con:
– Ehi, ehi, bifolco di merda!
Ora, premesso che io gli avrei gridato dietro di tutto, dal “sadico bastardo” al “pazzo assassino” etc… E invece no. Si sceglie di insultarne il contesto agreste di provenienza.
Metterla sul piano della localizzazione geografica per insultare un minorato mentecatto, che indossa una maschera in pelle di culo, cannibale & pluriomicida, che vive in un tugurio e aveva un nonno che ciucciava dita, è francamente una poverata aggiunta a questo schifo di film.
Il 3D è un pugno nel retto.
Lettonulla di stammerda qua sopra e so che non c’entra un cazzo, però oh vi imploro umilmente di parlare di questa roba:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ylfZl22YiWs
Django who?
ma wesley è uscito dal gabbio e torna per fare sta roba? cooool!
Il mio solometro si sta avvicinando pericolosamente alla zona rossa…
insisto con le banalità: la daddario è una figa cosmica
10 buoni motivi per vedere questo film:
1- ALEXANDRA DADDARIO !!
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Beh, se riuscite,tra tutti, a trovare gli altri 9, avrete per sempre la mia stima incondizionata!
@Gabriel
Basta e avanza come buon motivo, neanche devi mandare troppo avanti veloce visto che è sempre in scena.
L’ho visto non in 3d.
Bon vabbè il film era una merda a priori. però volevo vedermi come se la giocavano la Daddario e…non ci si può credere, più casta della Biel. Io non dico di mostrare, ma almeno lasciar presagire. Su Bereavement, che è un film che ti fa due palle così, hai almeno 20 minuti di capezzoli turgidi e almeno un piegamento importante con scollo a V. E qui? un simil spogliarello con lei è già mezza svogliata che non sa se dirgli del mal di testa e con lui che ha la faccia dell’unico nigga con disfunzioni erettili. E poi? C’hai la FeRari e le inquadri giusto un po’ il bagagliaio da lontano? Non dico di virare sul torture porn, però almeno sdruciscitela ‘a camicetta. Che poi di viso, per quanto angelico, posso capire che non sia la cagna che vorresti, che c’ha sempre quel colorito un po’ emaciato e gli occhi che incutono soggezione, ma il resto? Il resto è da contrabbando. Cioè si mette il tubino nero e le tette fanno il resto, capisci? E’ importante. E se vuoi avere uno spettatore in più al cinema metti la Daddario e almeno lei deve stappare una Dreher con i capezzoli.
tra l’altro se vuole fare il percorso inverso di Sasha Grey, andrei anche in edicola a comprare il dvd: Alexandra Daddario’s Lift your juicy tits like antennas to heaven vol II.
Visto. D’accordo che non è un capolavoro (e ci mancherebbe), ma non mi è neanche sembrato tutta sta gran schifezza. Si vede di molto peggio in giro. Comunque la Daddario è una roba..
@Casanova: Mi permetta di correggerla, ma anche in questo film il furgone è un Volkswagen.
Intervengo solo per dire: ma perchè siete tutti fissati con la Daddario? Per me la più patata era la Raymonde quasi irriconoscibile tanto che da quando è sparita il mio interesse per il film è calato di un buon 50%.
Mi accorgo solo adesso di questo commento,
e non posso fare a meno di congratularmi per la tua preferenza:
due anni fa ho pensato proprio la stessa cosa
Arrivo tardi su questa discussione che ho visto il film solo 2 giorni fa ma che dire?
Vietro Pierchowood il tuo commento mi ha regalato 5 minuti di gioia vera, ti ringrazio tantissimo.
Alex Daddario cmq non esiste. L’hanno fatta al pc. Non può esistere una con quel fisico, sembra un manga. Beato chi se la ripassa, io non vorrei contravvenire ad uno dei 10 comandamenti ma in questo caso desidero la donna d’altri e non posso farci niente.
A me invece non è dispiaciuto per nulla.
Perchè ALMENO han provato a dar un seguito all’originale e non ha ripartire da zero cazzo.
Poi si, Dio bono che popò di topa e ok, ma di per se lo metto al terzo posto nei vari Massacri