Jack Ryan è un personaggio che di sicuro avete già incontrato ma non lo sapete o, se lo sapete, non lo ricordate, oppure addirittura non ricordate di averlo incontrato così tante volte; tutte cose che per un agente CIA sono pure ottimali eh, ma per un agente CIA che deve fare cassa al botteghino un po’ meno, ecco.
Il nostro nasce letterariamente dalla penna di Tom Clancy nei primi anni ottanta in piena guerra fredda e continua fino agli anni duemila in un dozzina di libri. Al cinema ci è arrivato ben cinque volte: in Caccia a Ottobre Rosso del 1990, Giochi di potere del 1992, Sotto il segno del pericolo del 1994, Al vertice della tensione del 2002 e poi con questo Jack Ryan: l’iniziazione nel 2014 a pochi mesi dalla morte di Clancy.
Interpretato sempre con volti e caratterizzazioni diversi -fatta eccezione per la doppietta di Giochi di potere e Sotto il segno del pericolo dove ha il volto di Harrison Ford e la regia di Phillip Noyce– è forse in questo il motivo per il quale non vi ricordate di lui, oltre al fatto che il suo nome prima di quest’ultimo capitolo non è mai presentato nei titoli.
Nell’arco della sua vita fittizia ha svolto ogni impiego della filiera governativa statunitense: parte come militare, passa dietro la scrivania in seguito ad un incidente in missione, diventa agente effettivo per la CIA, una volta ritiratosi addestra ufficiali per la marina e via via risale tutte le cariche di potere fino a diventare Presidente degli Stati Uniti.
Insomma, Ryan è uno che due storie da raccontare al bar ce le ha, ma principalmente è una figura cardine del romanzo di spionaggio moderno, il tecno-thriller spionistico reso genere a sé da Tom Clancy, e che è alla base di ogni spy-story moderna.
Dopo un bell’inizio a sé stante con Caccia ad Ottobre Rosso che vede la collaborazione dei nostri amati John McTiernan e John Milius -quest’ultimo sarà anche alla sceneggiatura di Sotto il segno del pericolo- si cercò di creare una saga organica con i già citati episodi consecutivi con Harrison Ford, film praticamente ineccepibili nel genere ma che non iniziarono una serie. I tempi per un franchise di spionaggio non erano maturi, Bourne e la saga di Mission Impossibile erano ancora lontani e dopo due bei film e la caratterizzazione perfetta di Ford il personaggio venne messo in freezer.
Così fu per quasi dieci anni, fin quando si decise di scongelarlo per farlo interpretare a Ben Affleck. Questa mossa ovviamente sembrò piantare gli ultimi chiodi sulla bara di Jack Ryan: non puoi affidare al Ben Affleck di dodici anni fa un personaggio che necessita di un attore più che carismatico per rimanere impresso dato che, nonostante una vita straordinaria, rimane un essere umano, con un nome e cognome ordinari, con moglie e figli, senza super armi tecnologiche e una scarsa propensione alla sospensione di incredulità dato l’estremo realismo del mondo in cui agisce.
Arriviamo quindi a oggi e a questo capitolo che rispolvera il nostro dopo una dozzina di anni con la chiara intenzione di stabilire un nuovo marchio, intuibile un po’ perché ormai li fanno solo così i film, un po’ perché la formula “nome-due punti-nome del capitolo” segue la regola dei titoli in franchise e un po’ perché narra gli eventi che stanno a monte degli altri film a iniziare da zero. Tecnicamente quindi è un prequel perché nel film non si smentiscono gli elementi dei film passati, ma è nelle intenzioni un palese reboot del personaggio per cercare di dargli quella saga che non ha mai avuto.
Ne L’iniziazione abbiamo quindi l’antefatto della lunga carriera dell’agente Ryan: lo vediamo nella prima fase della sua vita, come nel libro, prima subire l’incidente in guerra e poi mettersi a fare consulente per la CIA dopo la riabilitazione.
Il consulente governativo, l’analista di Think Tank, è una figura resa celebre dal thriller paranoico-spionistico per antonomasia I tre giorni del Condor e resa protagonista non troppo tempo fa di una delle più belle serie TV degli ultimi dieci anni, Rubicon, serie che dovreste recuperare invece di starvi a smanacciare con quella telenovele in costume mascherate da saghe epiche.
Il Think Tank, dicevo, è un team di esperti in vari campi che appunto analizzano, speculano, prefigurano scenari di geopolitica ed economia su varia scala ad uso e consumo di governi e servizi segreti onde prevenire, anticipare e in alcuni casi causare eventi cruciali per il paese per cui lavorano. Sono insomma coloro che con un servizio di analisi prefigurano quello su cui poi andranno ad intervenire gli agenti operativi e come I tre giorni del Condor ci insegna non sono dei super-agenti segreti né tantomeno degli eroi: sono i secchioni dei servizi segreti. Al cinema la loro vicinanza con informazioni altamente sensibili li rende però figure perfette per diventare “eroi per caso” ed essere buttati loro malgrado in giochi di potere più grandi di loro senza peraltro avere alcun addestramento di sorta.
Troviamo Jack Ryan a fare appunto l’analista per la CIA che in questo film subisce il tipico trattamento cinematografico della “messa in mezzo” redfordiana ma, a differenza del personaggio di Robert Redford, è uno addestrato e capace per quanto non sia assolutamente uno spietato agente segreto.
Infiltrato quindi sotto copertura dalla CIA come analista economico in una grande società finanziaria per spiare i movimenti sospetti di capitali di un losco tycoon russo, si ritroverà invischiato in uno scacchiere di poteri giganteschi e verrà trasformato in agente operativo per forza di cose perché ormai è troppo tardi per uscirne, a maggior ragione quando verrà coinvolta la sua fidanzata.
Le intenzioni per la riproposizione del personaggio sono buone a monte, il cast di grandi nomi e la regia di Kenneth Branagh sono sulla carta una dimostrazione di intenti chiara della volontà di un rilancio in grande stile, che avviene però solo in parte.
Innanzitutto la chiave di lettura del personaggio l’ho trovata un po’ forzosa nel suo voler essere up to date, resa eccessivamente “bourniana” ai danni della plausibilità, dell’umanità e della sobrietà che invece contraddistinguono il personaggio letterario e i film migliori di Jack Ryan. La sceneggiatura è la prima a non essere tratta direttamente da un racconto di Clancy e si vede: non c’è quel dettaglio, non c’è quella tensione, non c’è quel dosaggio esperto tra soppiatto e azione.
Altro problema è il cast dei protagonisti: Chris Pine nei panni di Jack Ryan nonostante si impegni molto è troppo un bambolotto per poterci fare empatizzare realmente con lui fino all’ultimo respiro. Cercando una bella faccia si è ripetuto per me l’errore Affleck: non ha il quid dell’eroe borghese e controvoglia che aveva Ford, non ha l’aria astuta che gli dava Baldwin, non ha il carisma necessario a Jack Ryan in poche parole e se in alcune scene come l’agguato nel bagno riesce ad essere convincente aiutato da una buona regia, scene come lo scontantissimo “download di informazioni segrete mentre stanno per acciuffarlo ma lui rimane lì fino al download completo” ne mostrano tutto il limite, affossato da una sceneggiatura a tratti telefonata ad opera di David Koepp
Poi c’è Cathy Muller, la fidanzata e futura moglie di Ryan interpretata da Keira Knightley.
Una che di suo ha già l’aria da rompicoglioni e che viene messa proprio a dare noia e cacciarsi nei guai dall’inizio alla fine del film, un personaggio irritante che però essendo assieme a Pine/Ryan importantissimo nella saga letteraria ce lo ritroveremo tra i piedi per gli eventuali sequel.
Bravi i comprimari invece: il sornione Kevin Costner nel ruolo del mentore e addestratore di Ryan si fa quasi perdonare le orribili pubblicità per il tonno e il bravissimo Branagh che oltre a dirigere interpreta con intensità il malvagio miliardario russo.

“No mamma è un’altra marchettona per gli americani… No, non me fanno più fa Shakespeare… Dopo Thor ormai butta così”
Tutto da buttare quindi? No, assolutamente. Jack Ryan: l’iniziazione è un onesto thriller d’azione, con una buona confezione e un buon ritmo; non inventa nulla manco per sbaglio ma si lascia guardare, concedendo alcuni momenti decorosi sia d’azione che non.
Niente di tragico insomma ma per scongelare Jack Ryan dal freezer dopo dodici anni e confrontarsi con i primi film su di lui, serviva e ci si aspettava di più. Di più, con più carattere e più convinzione.
DVD-Quote suggerita:
“Tom Clancy for dummies”
Darth Von Trier, i400calci.com
Primo! !
Chri,figliolo, il carisma è lì lo vedi? Vagli incontro.
Ahahah ahahah ahahah ma sei geniale!!!
ps. Che poi avendone letto qualcuno devo dire che la saga letteraria non è che sia tanto cinematografica, eh…. sul grande schermo sempre meglio raimbow six
ROT…se telenovele in costume sarebbe GOTR, beh, è evidente che non capisci un cazzo e posso tranquillamente saltarmi ogni tua futura recensione senza perdermi nulla.
Molto incuriosito, appena posso me lo vedo sicuramente. Pine non mi convince nemmeno a me, come Affleck ha troppo la faccia da belloccio sornione piacione. Ford e Baldwin erano altra roba.
Comunque a me “Al vertice della tensione” al netto di tonno Affleck mi era piaciuto.
PS. Rubicon superserie!
Ahahaha allora non sono l’unico a pensare che la Knightley abbia una faccia da rompicoglioni, bene.
Ennesimo reboot ma una volta tanto se non ho capito male con una sceneggiatura vagamente originale, se avrò qualche minuto di tempo gli concederò una chance. Anche se l’impressione è che pure qua, come nella didascalia di Affleck “io jack ryan, zì”
A me i romanzi di Clancy sono sempre rimasti sullo stomaco, tanto che di due che ne ho letti non sono riuscito a finirne manco uno al primo tentativo: sono dovuto ripartire due volte su Caccia a Ottobre Rosso, e tre su Pericolo imminente. Ciò detto, e premesso che non guarderò questo film, Jack Ryan non si meritava Chris Pine. Invece, mi pare di ricordare (ma potrei toppare di brutto) che la moglie medico di Ryan fosse proprio una stracciacazzi anche nella versione letteraria, quindi pollice su per quella secca arcigna di Keira.
@Darth: se con “telenovela in costume” inte di GOT, ti meriti un cinque molto alto. Se pensavi a “Vikings”, invece no. Ma ti stimo lo stesso, vai tra che le tue recensioni me le leggo uguale ;)
Siamo messi così male che stiamo a rimpiangere il carisma di un Alec Baldwin. Anche ottimo attore eh, ma a dirla alla Welles non è certo uno di quelli che spostano l’aria quando appaiono sullo schermo.
Probabilmente Jack Ryan non è poi un personaggio così cinematografico.
Baldwin o non Baldwin di Caccia a Ottobre Rosso restano impressi altri personaggi, è più tipo “l’ultimo film decenter di Sean Connery” o un “film col sommergibile” che un film di Jack Ryan. Nei Jack Ryan con Harrison Ford il carisma (allora ancora abbastanza cristallino) dell’attore si mangiava il personaggio. E io neanche mi ricordavo che in quel film lì Ben Affleck fosse quel Jack Ryan là.
“Chris, figliolo, il carisma è lì lo vedi? Vagli incontro.”
“serie che dovreste recuperare invece di starvi a smanacciare con quella telenovele in costume mascherate da saghe epiche.”
Bravissimo.
Poco da dire sul film , ma bella storia di redenzione quella di Branagh.
cazzo ma quanto era carismatico Harrison Ford?
Ho rimpianto Ben Affleck. E ho detto tutto.
Quindi è nell’incidente i guerra che a ryan si gonfia la testa..? L’hanno spiegata così il capoccione di pine?
“Una sceneggiatura telefonata dello sceneggiatore dello Sherlock targato BBC”.
Respiro.
Riprendo a leggere.
Eh, niente: peccato. Mai letto Clancy (ci ho provato, ma per me è indigeribile), ma i primi tre, soprattutto quello di Ford contro Sean Bean irlandese dell’IRA (SPOILER: Sean Bean muore) mi erano piaciuti tantissimo.
L’impressione è che, come Die Hard perde la forza quando a dirigerlo non c’è McTiernan, un Jack Ryan senza Noyce parta sempre con l’handicap negativo (basti dire che anche all’interno di questa stessa serie preferisco i due Noyce all’unico McTiernan).
P.s.: Mi hai incuriosito su Rubicon, magari gli do una chance.
P.p.s.: Ryan presidente degli Stati Uniti? Qui potrebbe partire una supercontinuity con Air force one!
standing ovation di due marmotte alla azzeccatissima citazione di Rubicon :)
Muble Muble. Sicuri sulla sceneggiatura? Mi ero preso benissimo pensando “Sherlock della BBC? Sarà mica Moffat? Che ha rivoluzionato pure Doctor Who?!”. Ma sulla pagina wiki alla sceneggiatura mi da David Koepp (e uno sconosciuto) che ha sceneggiato Jurassic Park, La morte ti fa bella, Mission Impossible, Omicidio in Diretta, Spider Man (di Raimi) e tanta altra roba.
@ Vespertime
Hai ragione, errore mio. Grazie della segnalazione
Errore dovuto al fatto che tempo fa venne annunciato lo scrittore di Sherlock Holmes (quello di Guy Ritchie però) come sceneggiatore.
Quindi toppa al quadrato, ho corretto.
Poco male, in ogni caso non era comunque l’ultimo degli stronzi e non cambia di molto il “peso” in sceneggiatura :)
Di Rubicon ricordo una memorabile dormita durante il pilota, e’ bastato nominarlo e mi sono fatto un quarto d’ora di sonno in ufficio.
Beh, io ho letto solo le didascalie sotto le fotto e ho capito tutto nei particolari. Devo leggere anche l’articolo?
Io a “telenovela in costume” avevo capito il Marvel Universe, figurarsi…
A me Tom Clancy mi ricordera’ per sempre un mio amico che una volta disse “ero depresso come Tom Clancy quando venne a sapere che la guerra fredda era finita”.
I libri di Clancy ho provato a leggerli ma niente,non sono riuscito a finirne uno. Dei film invece serbo un bel ricordo di Ottobre Rosso e di Giochi di Potere,ma piu’ per il carisma delle star impiegate (Connery,Ford) che per Jack Ryan in se.
Di Sotto Il Segno del Pericolo invece ricordo solo l’attore che faceva Thulsa Doom e nient’altro.
Beh pero’ in quello di Clooney esplode l’atomica a Baltimore, che non era male come scena (anzi per me salvava tutto il film)
stica recensione come sempre ma
mi ha fatto un paio di domande per il recensore
1)quale sarebbe stata la tua scelta perfetta come jack ryan?
2)mi faresti gentilmente la tua personale classifica tra
i film dedicati a jack ryan?
grazie
* FANTAstica
@margarita bay
Grazie.
1) In generale? Steve McQueen. In questo film? Tom Hardy.
Ma Ford per me è ottimo eh, nonostante l’età già avanzata ai tempi dei film rispetto al personaggio dei libri.
Clancy ebbe da ridire sulla scelta per questa incongruenza anagrafica.
2) Escludendo l’ultimo uscito:
1) Caccia a Ottobre Rosso
2) Sotto il segno del pericolo
3) Giochi di potere
4) Al vertice della tensione
Ma a proposito i Hardy, mica volevano fare il loro universo espanso (‘n’altro…)con il personaggio di costner come nick fury?
non credo di aver visto/ricordare tutti i film che si citano ma metto tranquillamente Caccia a Ottobre Rosso in cima a tutti sulla fiducia. quello di cui si parla non l’ho visto e mai lo farò
@gio non so cosa sia gotr ma visto che ci sei salta anche il davanzale e gettati nel vuoto
se al posto di cippolippo il ruolo di protagonista l’avessero dato direttamente al ducati diavel, il film m’avrebbe comprato
Con la citazione di Rubicon mi hai comprato. Ho ancora le lacrime se ci penso <3
grazie mille per le risposte e bella la scelta di steve mcqueen
riguardo a tom hardy ma non doveva interpretare john clark in questa serie?
forse qualcuno di voi sa dirmi se era vero o solo un rumor?
mi rompe il cazzo questo cinema di adesso fatto di ragazzini. jack ryan? ieri, uomo. oggi, ragazzino. il telefilm di dal tramonto all’alba? seth e richie, due regazzini. il nuovo film dei fantastici 4? ragazzini imberbi pure loro. i mercenari 3? son sempre loro però sai cosa? AFFIANCHIAMOGLI DEI RAGAZZINI!
cheppalle. costner era perfetto per fare jack ryan, a culo credo che abbia più o meno l’età che aveva ford quando ha fatto quel ruolo no? no no, inventiamoci una storia che non c’è nei libri, almeno possiamo mettere un ragazzino a fare il protagonista.
lo credo che poi bruce willis ad appena 55 anni si sente troppo vecchio per il cinema d’azione…
comunque su got volevo dire che a me piace da morire, ma ammettiamolo, è proprio vero che è una telenovelona. anche se non è mica l’unico, ho iniziato da poco a guardare 24 (la prima serie) e pur essendo una ficata atomica pure lì i risvolti telenovelosi non mancano…
avercene di telenovele con piu` sesso, sangue e roba calcistica di expendables 1, 2 e 3 fusi insieme (cito a caso)
Scandaloso a mio avviso…
Siamo lontanissimi dal primo splendido ma anche dall’ultimo con il panzuto Affleck…
Sembra un film fatto da bambocci per bambocci…Ryan passa per essere il jolly al momento giusto per magia e non per logica…Lei imbruttita un frigo presa dalle sue continue smorfie..
Si salva la vecchia guardia…KB e la sua lampadina rappresentano la parte migliore (cmq finita in stile supereroi) e …Ford..
Sempre peggio il cinema moderno quando cerca di iniziare le saghe senza davvero apportare nulla di nuovo ..anzi togliendo quello che dava fascino al tutto.
Quando prenderanno Il cardinale del cremlino e tireranno fuori IL capolavoro dello spionaggio???
ps..visto in inglese..leggo dei doppiatori…ma ormai in italia lavorano solo 10 12 doppiatori? ogni film sempre gli stessi!
ps2..COMPLIMENTONI SIETE I MIGLIORI!
Insomma praticamente quello che hanno fatto con Parker. Film egregio e guardabile ma alla fine ti chiedi perché lanciare il brand se poi ne appiattisci gli elementi che lo distinguono dalla massa.
che? esiste un film su Rainbow six?
Filmettino da quasi sufficienza, con un contenuto di MACCOSA un po’ troppo elevato e qualche sequenza carina.
Branagh come cattivo se magna Pino pinolo alla grande…
Rivisto da poco “sotto il segno del pericolo” filmetto niente male ancora ad anni di distanza.
Anonimo e senza spina dorsale e poco convinto l’unico film a non essere basato su nessun romanzo e si vede per diana, l’intreccio e’ na scemenza unica, na tale strunzeta che non sta in piedi per 2 secondi, l’azione e’ blandissima e dozzinale ma sopratutto…qualcuno mi spiegherà perché uno anche imbriaco perso dovrebbe trovare la knightley figa…un russo milionario nel paese della figa atomica perde la testa per un cesso a pedali così,gusto per l’orrido immagino.