Immaginate, per un attimo, di pestare una bella merda di cane. Non è troppo difficile, no? Vi sarà capitato almeno una volta nella vita di affondare la scarpa in un fragrante escremento di quadrupede, di provare la malaugurata sensazione di scivolare su una zolla di guano abbandonata da qualche padrone sprovveduto dopo che il suo animale da compagnia aveva scelto il marciapiede come cloaca personale. Uno stronzo lasciato da uno stronzo.
Ora, immaginate di essere degli inguaribili ottimisti – o dei paraculi di professione – e ribattezzare la merda “Nutella”. “Ho pestato della Nutella” suona sicuramente meglio di “Ho infilato il piede in una cacca fumante”, ma cambierebbe qualcosa dell’esperienza sgradevole che avete appena provato? Non credo proprio. Merda era e merda resta.
Un po’ la lezione che si impara vedendo Frankenstein vs. The Mummy. Il regista Damien Leone, da inguaribile ottimista – o forse paraculo di professione – qual è, ha deciso che avrebbe raccontato una versione moderna del mito di Frankenstein usando i nomi originali. Non è chiaro il motivo: forse ha visto qualche puntata di Sherlock e si è gasato, perché a parte questo non c’è NULLA di quello che rende Frankenstein Frankenstein. Per tornare all’esempio, se la merda la chiami “Frankenstein” e il cane che l’ha prodotta “Mary Shelley”, ciò non toglie che sia comunque merda.
Frankenstein vs. The Mummy racconta di un ragazzone americano che pare un incrocio tra Zach Braff e il Wolowitz di The Big Bang Theory e che incidentalmente si chiama Victor Frankenstein. Altrettanto incidentalmente (perché con quella faccia lì chi ci crede che abbia abbastanza cervello per eseguire compiti più difficili di “versarsi addosso una latta di birra durante un frat-party”?) Victor mette insieme un essere umano mostruoso unendo pezzi di cadaveri e lo riporta in vita. Tutto ciò il buon Victor lo realizza nel tempo libero in uno squallido laboratorio sotterraneo, mentre di giorno insegna nella vicina università. No sweat. Lì fa conoscenza con una collega gnocchetta che insegna egittologia e tra loro scocca la scintilla. Peccato che lei abbia da poco riportato dall’Egitto l’antica mummia di un faraone che non si rassegna a restare morto.
Questa è la sintesi di una trama che non ha bisogno di essere troppo complicata perché, tanto, il selling point sta nel titolo. Uno ovviamente è portato a credere che, dopo una breve quanto obbligatoria quanto superflua premessa, il film spenda il resto del suo tempo così:
E invece, cari miei, il film ci regala soprattutto questo:
Leone è molto più interessato alla storia d’amore tra Victor e la collega gnocchetta che alle pizze tra i mostri, il che mi porta alla domanda: cosa ti spinge a scrivere e dirigere un film intitolato, senza tanti giri di parole, “Frankenstein contro la Mummia”, se poi perdi tutto il tuo tempo a raccontarci gli struggimenti amorosi di due personaggi DI CUI NON CE NE FREGA ASSOLUTAMENTE UN CAZZO?
Ok, ammetto che questo film già puzzava a una prima occhiata. Che senso ha un titolo del genere nel 2015? Mi spiego meglio: tra gli anni ’30 e ’50, quando Universal e Hammer facevano a gara a chi produceva più film di mostri, questi personaggi erano ben noti al pubblico di massa (come ci spiega Darth Von Trier). Oggi lo sono un po’ meno, ma nulla toglie che non si possano rilanciare. Solo che, nella fattispecie, Frankenstein ha una “origin story” abbastanza complicata da riempirci un intero film. Stipare in due ore la storia di Frankenstein e quella della Mummia vuol dire già doverle sintetizzare pesantemente. Aggiornarle al presente significa poi rinunciare a parte del loro fascino congenito, è un’operazione rischiosa che richiede tempo, attenzione e talento. Sfortunatamente Leone non ha a disposizione nessuno dei tre. Il risultato non poteva che essere sterco, ma almeno poteva essere sterco divertente. Invece Leone vuole fare l’Autore, vuole evocare l’Atmosfera, vuole lasciare un segno nel solco della Tradizione. Vuole, in sintesi, cagare il cazzo proprio a noi, che siamo qui solo perché lui ci ha citofonato sotto casa gridando “Mostri che si menano!! Pim!! Pum!!”.
Ecco, dunque, quello che succede quando un incapace si mette in testa di avere qualcosa da dire: 3 minuti di pizze tra mostri, 110 minuti di LA MERDA. Sembra la tagline di The Raid al contrario, ma Frankenstein vs. The Mummy è, in un certo senso, un film scritto e diretto al contrario: dopo la prima mezzora di pessima egittologia e appuntamenti galanti tra professori di college, Victor e la sgnacchera finiscono a letto insieme. In questo lasso di tempo, si è a malapena visto il laboratorio di Victor e l’unico indizio che Frankenstein non sia proprio a posto con la testa sono un paio di scambi di battute sospetti con l’inserviente dell’università fuori di testa che gli procura i cadaveri. Il classico evil janitor che non assumeresti neanche se te lo raccomandasse Obama.
Dopo TRENTACINQUE MINUTI finalmente vediamo Victor all’opera. Dopo UN’ORA E QUARANTA i mostri si incontrano. TRE MINUTI DOPO abbiamo già un vincitore. That’s it.
In tutto ciò, non riesci neanche per un secondo a sospendere l’incredulità e smettere di chiederti COME CAZZO E’ POSSIBILE CHE DUE EVENTI SOVRANNATURALI AVVENGANO CONTEMPORANEAMENTE NELLO STESSO POSTO. Il che quando giri un film su match tra mostri, è un bel cazzo di problema.
Ah, ve l’ho detto che il mostro di Frankenstein sembra il cantante dei Dimmu Borgir, se ne va in giro con una lunga chioma nera liscia (come abbia fatto Victor a operarlo al cervello senza raderlo è un mistero che resta irrisolto), una giacca di pelle ed è, a differenza del Mostro originale, un maniaco omicida sadico? E che Frankenstein non porta avanti i suoi esperimenti a causa della hybris da scienziato pazzo, ma perché ha alle spalle un trauma infantile?
In pratica Damien Leone è quel vostro compagno di classe poco sveglio, che studiava un sacco e magari aveva anche buoni voti, ma in realtà imparava le cose a memoria senza capirle davvero. La sua comprensione di Frankenstein si ferma a: tizio resuscita mostro e se ne pente. Tutte le sfumature, la complessità psicologica dei personaggi, le loro motivazioni e contraddizioni se ne vanno allegramente a quel paese in favore di una trama sicura sicura che azzera le ambiguità, perché non vorrai mica che poi laggente rimane turbata. Magari le buone intenzioni ci sono, eh? Ma con le buone intenzioni non si fanno i bei film, si fa tutt’al più Daredevil di Mark Steven Johnson.
Sentite al vecchio George, evitate questo spreco di gigabyte qualunque cosa vi promettano. Ci sono un sacco di modi migliori per passare il tempo. Ad esempio pestare una merda di cane.
DVD-quote:
“Frankenstein vs. la Mummia vs. il Buon Gusto”
George Rohmer, i400Calci.com
al vostro cane, la prossima volta, cambiate dieta perché c’è merda e merda!
Più che altro sembrano dei tizi vestiti da carnevale.
L’inserviente che pulisce i pavimenti pare Freddy Krueger (WTF!), Frankenstein invece è più simile al demone ammazza famiglie borghesi di Sinister che al mostro partorito da Shelley.
È bello però che siano passate due ora dalla pubblicazione e nessun precisino di sta minchia sia venuto qui a tirare la filippica (fondamentalmente sbagliata) che è più corretto dire Il Mostro di Frankenstein, perché Frankenstein era il suo creatore.
Puah.
Comunque temo che se lo dovessi trovare me lo vedrei.
@pillole: l’inserviente a destra è quello di Scream
(per la precisione e’ Wes Craven in persona)
you mean wes carpenter :D
stavo proprio per scrivere che “L’inserviente che pulisce i pavimenti pare Freddy Krueger (WTF!), Frankenstein invece è più simile al demone ammazza famiglie borghesi di Sinister ” e poi mi sono detta “famm leggere prima i commenti, va.”
no, @nanni, aspè. mi stai davvero dicendo che wes craven ha preso parte a questo film nei panni di quell’inserviente vestito come nightmare (che si chiama freddy krueger (ho scritto bene?), lo so, ma per analogia con frankenstein…)?
no, rohmer ha fatto una semplice analogia tra i due inservienti/categorie protette. quello a destra (craven) è uno screenshot tratto da Scream
Vabbè il mostro che urla “Metal!” mi fa’ sbragare.
Sembra uno degli Slipknot.
@anna: in che senso “ha preso parte”? il film era suo… cioe’, insomma, si’
No ok ho capito adesso dove sta l’equivoco, sorry.
Quello a destra e’ un fotogramma tratto da Scream, di Wes Craven, 1996, starring Wes Craven nei panni di un bidello vestito come Freddy Krueger, come gia’ puntualizzato.
Tutto giusto.
@nanni, nel senso che quando dico “preso parte a quel film” mi riferisco a Frankenstein vs. The Mummy. cioè ho sbagliato come pilloledicinema :)
Confermo, mi ero un passaggio.
Quella parte di Scream l’avevo completamente dimenticata :-)
@GEORGE ROHMER Premetto che questo film non lo vedro mai neanche se mi pagano,la domanda che volevo farti è…chi vince ?? Ma cosi giusto per curiosita,io dico Frankenstein. MMmm… ma si,se mi pagano lo guardo.
Comunque di cerebrolesi con soldi da buttare ce n’e’ parecchi in giro…e poi c’e’ la fame nel mondo…
bellissimo il megaequivoco creato dal diabolico Rohmer sul bidello…
SPOILERSSSSS:
è abbastanza ovvio se vedi anche solo metà film che vince Frankie. Frankie è un personaggio vero e proprio, la mummia è un po’ buttata lì in maniera ridicola ed è evidente che sia solo lì per fare da avversario.
Best DVD-quote of the mese comunque.
Povero george, buon gusto flawless victory!
rohmer in una chiamata a landini con annesso sit-in davanti alle sede dei 400 la farei…non possono rubarti ore di vita e farla franca così…
Il paragone con la merda di cane calza è perfetto per questo film.
Ho visto il trailer,e sospettavo fosse una merda.
Ora,il sospetto è sparito.
Grazie