Quali caratteristiche fanno un buon horror? La capacità di spaventare? È davvero così importante che un horror “spaventi” in senso classico? O è più importante che sappia costruire la giusta atmosfera di inquietudine senza ricorrere allo spaghetto ma affidandosi a una costruzione seria della trama e dei personaggi?
Io ho pochi dubbi al riguardo: la risposta è decisamente la seconda. Cioè, non fraintendetemi: è un plus molto gradito che un film dell’orrore sappia anche spaventare per bene e impedirci di dormire la notte senza aver prima assunto tranquillanti per equini. Ma possiamo onestamente dire che, da fan dell’horror, è difficile che un film ci spaventi ormai, a meno che non vada a toccare qualcosa di profondo e inconscio. Ad esempio, io me la faccio letteralmente sotto con le storie di fantasmi e demoni ben fatte, tipo i film di James Wan pre Furious 7. Ma questo è un dato totalmente soggettivo. Dunque, lo spaventarsi è soggettivo, potremmo dire, mentre la qualità cinematografica di un horror può essere determinata da caratteristiche più oggettive che hanno poco a che fare con la paura e molto con la creazione di un’atmosfera lugubre, personaggi riusciti e scelte di regia e messa in scena più o meno memorabili.
Fatto questo pippone da grande esperto de stocazzo, passiamo a parlare di Cub. Cub è un film belga realizzato con un’abilità che non ha nulla da invidiare al cinema americano. E già qua ci mette di fronte all’inadeguatezza del cinema italiano, ma è un discorso stantio e non ho molta voglia di affrontarlo in questa sede. Dicevamo. Cub è incentrato su una nuova categoria di protagonisti/vittime dello slasher: i boy scout di spaventarsi. Una squadriglia di lupetti che parte per un campo estivo nei boschi al confine tra Belgio (le Fiandre) e Francia, ovviamente in una zona dove è successo qualcosa di terribile in passato (suicidi di massa dovuti alla chiusura di una fabbrica che ha lasciato disoccupati molti abitanti del posto), che ha avuto conseguenze sul presente nella persona di un serial killer che dà la caccia a chiunque si avventuri da quelle parti. E fin qui, niente di eclatante: siamo ben dentro le regole classiche dello slasher.
Ciò che rende Cub qualcosa di almeno un po’ diverso e originale è non solamente la natura del killer, ma soprattutto le sue vittime. BAMBINI. Sembra di vedere una specie di Venerdì 13 in miniatura, dove vittime e carnefice sono tutti sotto la soglia della pubertà. E la forza di Cub è nel mostrarci questi bambini come VERI bambini – non sono i “bambini orribili” che ti ripugnano e dunque non ti secca veder contrarre o dispensare il morbo della morte, sono bambini reali, credibili, fastidiosi e teste di cazzo ma non per un vezzo dell’autore, bensì come lo sono i bambini nella realtà. Vederli falciati in massa da un furgone che passa allegramente sopra la loro tenda regala un bel pugno nello stomaco per come Jonas Govaerts (regista e sceneggiatore) è riuscito a immergerci nel loro mondo.
Molto peggio dei marmocchi sono i loro guardiani, un trio di capi scout veramente deprecabili. Akela, Baloo e Fregna sono tre repressi di merda che affrontano ciascuno a modo loro il ruolo di eredi di Baden-Powell. Akela è il classico papa-boy, un Ned Fiandre che prende molto sul serio lo scoutismo e vorrebbe fare da padre putativo al protagonista Sam, un ragazzo che c’ha i POBBLEMI. Baloo è un coglioncello gradasso e supponente che maschera le sue insicurezze sotto una facciata da fratello maggiore un po’ permissivo, che dice le parolacce e per questo piace ai ggiovani ma in realtà è una cacchetta meschina. E poi c’è Fregna (perdonatemi ma la sua identità scout non viene menzionata), che si bomba Baloo di nascosto perché Akela non vuole le sporcherie nel suo campo. Una bella trinità di personaggi abbastanza orribili e falsi, attraverso i quali Govaerts mette in scena una discreta critica della religione cristiana, con la sua velleità di porsi come saggia maestra scartando come immorali tutte le altre possibili strade di vita. Cub invece ci vuol dire che quelli che si auto-appuntano il titolo di “bravi maestri” spesso sono proprio i peggiori possibili.
Al centro di tutto c’è Sam, il jolly, l’elemento incontrollabile e totalmente fuori dagli schemi. Un personaggio squisitamente amorale, la cui lucida follia (aiutata dalla somiglianza dell’attore Maurice Luijten con il River Phoenix epoca Stand by Me) non viene mai indagata più di tanto né giudicata. Ecco il bello di Cub: non è un film bacchettone, non cerca di far rientrare tutto in un’ottica da Mulino Bianco per rassicurare implicitamente lo spettatore e farlo uscire dalla sala un po’ inquietato, sì, ma sotto sotto tranquillo. È un film che invece tenta di destabilizzare il pensare comune, che non ti spiega fondamentalmente un cazzo di quello che stai vedendo, che procede lento e sicuro del suo passo, non fa molta paura ma porca puttana se sa costruire un crescendo di tensione che sfocia in un finale di rinfrescante anarchia.
Cub non è certamente un capolavoro, né un horror capace di ridefinire il genere. Ma è quel tipo di film che ci farebbe bene vedere tutte le volte che ci lamentiamo di come “gli horror di oggi siano tutti uguali”.
DVD-quote:
“Un Venerdì 13 pre-puberale anti-cristiano”
George Rohmer, i400Calci.com
avevo in mente di guardarlo proprio sti giorni, grazie della rece!
cmq a Ned Fiandre me la sò ghignata
Non lo so… ho visto solo 3 (tre) horror (Saw V, The Babadook <3 e Clown ), siete sicuri che sia bello? Stile Stand by me: ricordo di un massacro?
Oddio se cerchi qualcosa che ti faccia paura come The Babadook, non è questo…
Ah, ok… Grazie. Rock ‘n Roll.
In effetti Ned Fiandre è una bella chicca!
@George, grazie per la rece, hai decisamente stuzzicato la mia curiosità.
Il film sembra interessante, ma al solito dovrò penare per mesi prima della visione (uscita prevista per il 22 giugno nel Regno Unito, poi la solita lunghissima e inevitabile attesa del calo di prezzo, visto anche lo sfavorevolissimo cambio tra sterla e neuro).
@Dan, dici sul serio??
Avendo fatto 9 anni di scout, posso assicurare che la rappresentazione dei tre capoccia del film, almeno per com’è detta nella rece, è fedelissima. Chiaro non sian tutti così, ma il connubio scout + religione cristiana (sì, esistono gli scout laici), crea dei veri e propri MOSTRI che tutto dovrebbero fare, tranne che gli educatori.
Ciò detto, il film mi incuriosisce e lo guarderò
Guarda, anche io ho fatto gli scout e devo dire che, pur essendo questa un’esagerazione cinematografica, alcune cose bruttarelle me le ricordo ancora.
da attuale capo scout leggere
“[…]i boy scout di spaventarsi. Una squadriglia di lupetti che parte per un campo estivo nei boschi al confine tra Belgio (le Fiandre) e Francia”
fa accapponare la pelle.
I lupetti si dividono in sestiglie, ma soprattutto vanno a dormire in casa e non in tenda (almeno in Italia).
Detto ciò, mi spiace per te Munky.
Detto ciò, si migliora sempre.
Detto ciò, i matti/mostri esistono ovunque.
E sono educatore (tiè).
Il film lo consiglierò agli amici di spaventare.
Comunque munky, sì, c’è gente veramente un po’ fuori di testa.
Ma davvero, sono in minor parte.
Come ho specificato non sono (siete) tutti così, nei miei 10 anni di scout ho conosciuto anche persone meravigliose. Resta comunque il fatto che ci sono davvero molti fuori di testa ed in reparto ne ho conosciuto parecchi (tipo il capo scout che mi faceva i predicozzi sull’alcool, beccato completamente ubriaco più di una volta in giro per locali, o quello che parlava di amore poi divorziato 2 volte per corna varie)
Bè dai il secondo forse ne aveva troppo di amore ;)
Allora lo guardo a bomba, finora l’avevo snobbato perchè il sottotitolo italiano “piccole prede” mi ricordava troppo quel thriller sfigato sulle insidie dell’interwebs http://www.faciliprede.it
Chi mi spiega quella cosa di Flandre?
Fiandre in inglese si dice Flanders!
interessante, grazie
Come al solito siete decisivi per il recupero di determinate opere. Anche io l’avevo snobbato pensando alla solita roba horror-teen, contento di essermi sbagliato.
Lo recupero.
@George ma a violenza come siamo messi?
Violenza grafica non esagerata ma ripeto: qui contano più atmosfera e “morale” finale.
Baloo pensavo che fosse un’orso,Fregna(ah ah).
Quel connubio di campagna belga o francese mio fa venire in mente due film :Calvaire e Sheitan.
me lo sono perso al cinema e vedo che in home video ancora non si trova, a sto punto lo aspetto con impazienza.
comunque concordissimo con il fatto che gli horror non debbano tanto far paura quanto creare un senso di atmosfera. nessuno dei miei horror preferiti, da quelli di carpenter (tranne il trailer di il villaggio dei dannati visto su italia1 da piccolo) a dal tramonto all’alba a hitcher e via dicendo mi ha mai davvero spaventato.
paradossalmente l’unico film che mi ha davvero terrorizzato non so neppure se rientri nella categoria horror: mulholland drive, quando il barbone spunta da dietro l’angolo. ho dovuto interrompere il film e accendere tutte le luci di casa dopo quella scena. ho poi ripreso a guardarlo il giorno dopo nella tranquillizzante luce diurna..
finalmente qualcuno che condivide la mia paura!!!
io mi sono spaventata di mulholland drive già quando – mi capirai? – lui parla a telefono con quello che è di fronte a lui mentre è a casa sua che gli sorride (maròò mi vengono i brividi a ricordare quel cazzo di sorriso diabbolico) ed ho dovuto interrompere pià volte la visione fino a vederlo in compagnia di amici perchè da sola non riuscivo a portarlo a termine.
o sto confondendo film di david lynch?
che poi a me i suoi film mi inquietano tutti.
No quello è strade perdute! (Gran scena comunque)
@Reverendo maduuuuu quella scena lì è davvero incredibile, anche io mi sono cacato addosso, ed è anche girata in pieno giorno….
OT ma non troppo:
allora per chi di voi ha la play o l’ xbox consiglio di provare PT che è un demo scaricabile gratuitamente
giocatelo di sera con le cuffie poi ditemi
bravo lo volevo dire anche io (anche se PT sta solo su ps4). la cosa più terrorizzante e inquietante vissuta da anni.
se parliamo di horror ormai il medium in cui il genere esprime al meglio le sue potenzialità è proprio il videogioco, in cui la sensazione di inquietudine di cui parlava George R. è amplificata dall’essere dentro gli eventi.
Film interessante – titolo orribile, potevano lasciare l’originale… e, concordo con te, finale veramente anarchico.
@Solero @ Samuel
ma per cosa starebbe PT? Qual’è il titolo esatto? giusto per sapere eh, che tanto non ho la play4…..
PT = Playable Teaser
Spacciato come una demo di un fantomatico gioco chiamato “PT” e fatto uno studio sconosciuto in realtà era un “teaser giocabile” del prossimo Silent Hills, con dietro pezzi da 90 come Kojima, Del Toro e Norman Reedus (come protagonista).
una delle cose più folli e geniali mai fatte nel settore.
George, la risposta è questa?
https://www.youtube.com/watch?v=Rk3ROewNwyQ#t=148
(ho vinto qualcosa?)
@Samuel ok, grazie. Allora se è un nuovo silent hill lo lascio lí dov’è che quel cazzo di gioco è praticamente ingiocabile. Fa veramente troppa paura, altro che dead space
grande curiosità per questo film (e per il nuovo river che quando ero ggiovane e mi vedevo stand by me mi piaceva molto molto) e suggerisco di farla prima o poi questa discussione sulla, scusate, su la inadeguatezza del cinema italiano visto che incuriosita dal finale della rece di ieri ho visto tulpa e mi ha fatto un pò cagare.
Caruccio. Me piaciono li firm dei boy scaut de paura.
visto appena adesso: ottimo consiglio, sono riuscita a vederlo anche io che di solito mi scacazzo sotto già ai titoli di testa con gli horror spaghetti.
(ma quando dite “dovrò aspettare che esca il dvd.. ma dite pe davero?)
sorprendente nel finale, simbolico e profondo. ottimo consiglio.
Peccato per la recensione tardiva, da come lo racconti direi che il biglietto l’avrei pagato volentieri. Aspetterò il dvd
Molto interessante,horror sicuramente diverso dai soliti clichè e quindi anche per questo degno d’interesse.