Esce oggi in Italia l’attesissimo settimo episodio di una saga leggendaria cominciata quasi quarant’anni fa.
Stiamo ovviamente parlando di Rocky, e del suo imminente spin-off ufficiale Creed.
Per celebrare l’evento abbiamo trattato a mitraglia tutti i film di Rocky uno dietro l’altro e, finché ci siamo, seguiranno le recensioni di tutti i film scritti e/o diretti da Sylvester Stallone, autore completo, nume tutelare del cinema da combattimento, vincitore di prestigiosi premi per la recitazione, eroe.
Buona lettura.
“You know, I think if you live someplace long enough,
you are that place”.
Gli alti e i bassi dell’incredibile carriera del nostro amico Sly. Ho come questa percezione: nel 2010, anno di uscita di The Expendables, il nostro è amato e coccolato un po’ da tutti. Certo, c’è chi lo accusa di essere un triste rimasuglio degli anni Ottanta, una piccola bandierina che si agita al vento di un invecchiato cinema action tutto muscoli ed esplosioni, ma c’è comunque affetto nell’aria. Diciamo che esistono due grandi fazioni contrapposte: c’è chi non l’ha mai abbandonato e gli vuole bene veramente, dal profondo del cuore e c’è chi è accondiscendente. “Ok, Sylvester, se ti diverti così… bravo, sissì, bravissimo”. Poi si gira e fa il gesto di quello che è mezzo scemo. Birubirubirù (rumore di) flashback: siamo nel 2006 e tutto questa simpatia non c’è. Sylvester Stallone è semplicemente un peso che ci portiamo ancora appresso ma di cui faremmo volentieri a meno. Il cinema è cambiato, gli spettatori sono cambiati, i tempi sono cambiati. Avere la Jeep Renegade era una cosa da giusti all’epoca dei paninari. Nel 2006, sembri solo un cretino – la stessa impressione che dà uno che ha ancora il poster di Rocky e Rambo appesi in camera. Eroi vecchi, fuori tempo massimo, che ancora si devono avvicinare a quella zona Cesarini conosciuta anche come Rivalutazione. Nel 2006 se dici a qualcuno che vai a vedere Rocky Balboa al cinema, il sesto capitolo di una saga cinematografica iniziata 30 anni prima, quello ti guarda stranito e pensa che tu sia un po’ un povero bambinone che non vuole crescere. Ti scherza e ti dice cose come: “Uhm, e perché non fanno pure Rambo 34: La Pensione?”. E tu che devi fare? Abbozzi, sorridi con l’amaro in gola, sali in macchina e vai da solo una domenica pomeriggio in un multisala di periferia a vedertelo lo stesso, Rocky Balboa. Perché sai che dietro a quel nome che campeggia in alto sulla locandina, c’è molto di più. C’è un talento vero e proprio, che se non fosse stato per un successo gigantesco raggiunto forse troppo in fretta, per alcune scelte che definire discutibili è poco, sarebbe considerato da tutti, giustamente, un Autore. E non una vecchia ciabatta da prendere in giro sentendosi migliori amici del cane di Godard.
Arrivi in sala, una sala piccolina, di quelle nell’interrato dei centri commerciali, con uno schermo grande la metà della televisione del vostro amico ricco e, incredibilmente, la trovi gremita. Sorridi felice, pensando che forse alla fine una speranza c’è. Ti siedi dove trovi posto e ti accorgi che l’80% del pubblico non è italiano. Giuro: sono quasi tutti ragazzi giovanissimi dell’est Europa (in #tutadifelpa). E ti viene in mente quel tuo amico che pochi anni prima era stato in vacanza tipo in Romania e ti aveva raccontato che lì tutti, nel nuovo millennio, impazzivano per delle robe che per noi invece erano vecchissime, datate, andate. Come se tentassero di convincerti adesso che, alla fine, il marsupio non è malissimo. E da questo dato, anticipatore dell’ondata successiva di action addirittura girati a Sofia, ti rendi conto, come già detto dal nostro Jean Luc Merenda, che è allora questo il vero cinema di nicchia. Nel 2006, Rocky Balboa è un film per pochi, da cineforum, da dibattito post proiezione. L’esatto opposto di quello per cui viene spacciato. Ma le grandi masse nel 2006 decidono di sentirsi delle persone migliori riempiendo le sale per film come Babel e Little Miss Sunshine, che quelli sì che sono film di cui posso parlare nel boschetto della mia fantasia con Daria Bignardi e sentirmi più intelligente. “Fotografia pazzesca, raga!”. Poi si spengono le luci e inizia Rocky Balboa. E non ce n’è più per nessuno.
Procediamo con ordine: la leggenda vuole che Stallone abbia voluto cancellare quello che aveva scritto sedici anni prima, nel 1990, per quello che doveva essere a tutti gli effetti l’ultimo capitolo delle avventure dello Stallone italiano, quel Rocky V diretto ancora una volta da Avildsen. Ricordate? Gli venivano diagnosticati dei seri danni cerebrali dovuti a tutti i pugni presi in anni di attività, per cui si ritirava e si dedicava all’allenamento del giovane promettente ma un po’ pazzo Tommy ‘Machine’ Gunn, interpretato del povero Tommy Morrison. Ma secondo me non è andata esattamente così. Poi vi spiego meglio, non vi preoccupate. Sappiate per ora che il film si apre con un Rocky ormai vecchio, stanco e un po’ rincoglionito che ha mollato definitivamente la boxe. Certo, è sempre un vecchio leone piuttosto in forma, ma i tempi del ring sono decisamente lontani. Ora ha l’Adrian’s, un ristorantino di cucina italiana in periferia dove intrattiene i clienti raccontando dei suoi vecchi incontri, un figlio (Milo Ventimiglia) che non vede quasi più perché è troppo impegnato con questo lavoro che si fa con quei macchinari infernali che sono i computer, l’amico/cognato Paulie che gli vive appresso e poco altro a cui pensare. Cioè, in realtà Rocky pensa solo al passato e all’amore della sua vita scomparso troppo presto: Adriana.
Il film si apre proprio nel giorno dell’anniversario della morte di Adriana e ci mostra il nostro amato protagonista – quel Bronzo di Riace che fino a qualche anno fa pensavamo infallibile e a cui avevamo affidato addirittura il destino del Mondo, mandandolo a combattere contro i nemici russi – da solo, seduto su una seggiola di legno, in un cimitero, intento a parlare con la tomba di sua moglie. Poi si alza, piega la sedia, la rimette su quell’albero dove solitamente la tiene, sale sul suo vecchio furgone e – insieme a Paulie – fa un lungo tour sentimentale della città. Torna nei luoghi importanti della sua storia con Adriana: sui gradini della sua vecchia casa, di fronte al vecchio negozio di animali dove lei gli ha venduto Tarta & Ruga e infine in quel palazzetto del ghiaccio dove l’ha portata la prima volta che sono usciti insieme. Ma sai una cosa? Quel palazzetto non c’è neanche più. L’hanno tirato giù qualche anno fa per farci un parcheggio o un multisala (dove proietteranno poi film brutti alla domenica pomeriggio). Ormai ci sono solo le macerie. Ci rimangono solo quelle. E i ricordi.
Ed è durante una discussione con Paulie, che viene fuori il cuore del film. Ve l’ho messa come citazione a inizio pezzo: se vivi per tanto tempo in un posto, alla fine diventi quel posto. Rocky è diventato Philadelphia, s’è trasformato in quella città. Allo stesso modo Sylvester è diventato realmente Rocky. Mai come in questo film, in quel preciso periodo storico, i due sono totalmente sovrapponibili. I suoi successi e i suoi fallimenti, quel fisico un tempo scultoreo e oggi invece usurato e grottesco, quella faccia ormai diventata una maschera, TUTTO coincide. Stallone sa che molti pensano, in data astrale 2006, che ormai dovrebbe limitarsi a fare la vecchia gloria, a raccontare di quella volta che affittò uno smoking pazzeschissimo e andò agli Oscar in compagnia di Scorsese, Lumet e Ashby. Di quella volta che giocò una partitella di pallone con Pelè e Michael Caine sotto l’occhio vigile del suo amico John Huston, di quando cominciò a fare il regista e pure di quando riceveva fotografie di questa valchiria bionda nuda che se lo voleva fare. Dovrebbe fare quello, così come il vecchio Rocky se ne sta nel suo ristorante, con indosso una giacca rossa un po’ lisa, a raccontare a gente di passaggio quello che Mickey gli urlava mentre se le dava con il buon vecchio Apollo. Formidabili quegli anni, no? Adesso è arrivato il momento di godersi la vecchiaia, no? Il cazzo, vez. Perché come dice ad un certo punto Rocky a Paulie, dentro di lui c’è ancora la Bestia che scalcia. Lui vorrebbe godersi un meritato riposo, una vita da pensionato che si accontenta di essere riconosciuto da qualche vecchio fan quando va a fare la spesa al mercato, ma non ce la fa. Perché la notte non dorme e sente che c’è ancora qualcosa che deve fare.
Per cui c’è un ultimo incontro, messo insieme in maniera piuttosto bizzarra. C’è un campione del mondo, Mason “The Line” Dixon, interpretato dal vero pugile Antonio “Magic Man” Tarver, che tutti odiano perché è troppo forte e ogni suo incontro dura troppo poco. È troppo forte lui? Sono troppo scarsi gli altri? Boh, fatto sta che la boxe è in crisi, nessuno vuole pagare una fortuna per vedere un incontro per la cintura che duri meno di 3 riprese e allora – come già accaduto con il famoso The Super Fight, il match simulato tra Marciano e Alì – si crea una finta al computer, in cui a sfidarsi sono proprio Dixon e il vecchio campione, Rocky. La gente si appassiona, ne discute, se ne parla. E Rocky coglie la palla al balzo: si ri-iscrive alla federazione (non senza problemi), viene contattato dai due agenti senza scrupoli di Dixon e in men che non si dica l’incontro viene organizzato davvero. E qui un tempo v’avrei detto che “ok, c’è l’incontro e alla fine chi se ne frega perché l’importante non è quello”, e un po’ lo penso ancora – perché il vero cuore del film sta nella parte in cui Stallone recita fuori dalle 16 corde, ma in realtà tutta la parte del match è a ben vedere abbastanza clamorosa.
Sapete perché? Perché siamo nel 2006 e le riprese degli eventi sportivi, quelli con cui cominciamo ad avere confidenza proprio in quegli anni perché ci siamo presi la televisione nuova e paghiamo un abbonamento a Sky o a chi per esso, hanno una grana decisamente riconoscibile, molto diversa da quella dei film, no? Avete presente? Ecco, e allora succede questa cosa molto strana: gran parte dell’incontro è ripreso live, come se fosse un match vero e proprio, quindi noi lo vediamo con quella grana lì. Per cui a recitare non ci sono solo Stallone, Tarver e i vari comprimari. Ci sono anche tutti gli spettatori del palazzetto in cui è stato girato l’incontro e ancora una volta si crea quell’incredibile cortocircuito tra Cinema e Realtà che è alla base del film. Il pubblico urla “Rocky! Rocky! Rocky!” perché gliel’ha detto un assistente di produzione, ma lo fa in realtà col cuore, lo fa per davvero. Esattamente come quando si vede Rocky che va a fare la spesa al mercato. Forse in quel caso si potrebbe addirittura trattare di riprese rubate: la gente lo conosce, gli sorride, gli chiede una foto insieme. Ma chi stanno riconoscendo, Rocky o Stallone?
E sapete perché sono tutti così infuocati? Perché la gente sa che Stallone si sta giocando la carriera a salire ancora una volta su quel palco/ring. E anche se l’esito della sfida è non solo scontato ma proprio scritto, sceneggiato, sono sicuro che fino all’ultimo suono di campanella quelli che erano lì su quegli spalti hanno sperato in un colpo di scena finale. E quando Stallone sta per uscire dal palazzetto e si gira a salutare la folla che sta urlando il nome del suo personaggio, è impossibile fare due cose: 1) capire chi si nasconde dietro quello sguardo. È un attore ancora in parte o è il vero Stallone quello che alza i guantoni al cielo? 2) non sudare forte dagli occhi.
Rocky Balboa è un film manifesto di un grande Uomo di Cinema che oltre ad essere in grado di giocare come detto su quel sottilissimo confine che esiste tra la Realtà e la Finzione, ha il coraggio di dire qualcosa di molto interessante sulla vecchiaia e, cosa ancora più interessante, lo fa con una forma piuttosto notevole. Pensate al trattamento in sceneggiatura di Dixon, l’avversario, anche lui eroe incompreso e tragico. Pensate a quanto, pur essendo solo accennate, risultino coerenti con tutta la storia le diverse sottotrame: la difficile relazione con il figlio stanco di vivere nell’ombra del Campione (e pensate al vero rapporto tra Sly e Sage, il suo secondogenito che morirà a soli 36 anni nel 2012), la ex bambina/damsel in distress con tanto di figlio adottivo sempre al limite del “ma mi parte il limone?”. E poi le (tante) pennellate di cinema: l’utilizzo della luce nelle sequenze girate in palestra, i flashback smarmellati e le silhouette dei fantasmi in dissolvenza, il personaggio di Spider Rico, le sequenze girate al cimitero che sembrano uscire da un film di Ford…
Vi lascio con una suggestione, una teoria da complotto pentastellato che mi ha fulminato mentre riguardavo il film. Vi ricordate che vi ho detto che Stallone ha voluto cancellare quella parte della storia in cui lui aveva subito un danno cerebrale, no? E se invece non l’avesse cancellata? E se il cervello di Rocky avesse fatto realmente cilecca? Pensateci mentre lo riguardate. Paulie forse non è realmente lì. Forse lo vede solo lui, come un fantasma, come un Bruce Willis qualsiasi ne Il Sesto Senso. Se non fosse per la parte in cui viene licenziato e si presenta ubriaco al ristorante potrebbe tranquillamente essere un’allucinazione, una proiezione della mente di uomo reso pazzo dai pugni. Una sorta di Grillo Parlante che funziona da contrappunto allo sguardo teneramente nostalgico di Rocky. Un cappellaio matto che guarda tutto con cinismo e che occupa il tempo dipingendo animali morti nel freddo di una cella frigorifera. Vi lascio con una frase che Stallone pronuncia da solo, mentre è chiuso nel suo furgone e che forse mi tatuo sulla schiena in gotico.
“Fighters Fight,
Right?”
DVD-quote:
“Un capolavoro. Punto.”
Casanova Wong Kar-Wai, i400Calci.com
La scena preferita di Nanni Cobretti
Questa: “You, me, or nobody is gonna hit as hard as life. But it ain’t about how hard you hit. It’s about how hard you can get hit and keep moving forward. How much you can take and keep moving forward. That’s how winning is done!”.
Sta dietro solo il primo film per me.
Unico Rocky visto in sala, ricordo che era bella piena con tifo acceso all’incontro finale, ricordo ancora la battuta di uno che stava davanti a me quando sale le scale: “e molla stu cane”…
Un film pazzesco, ancora lo ricordo con gioia. E’ veramente impossibile distinguere dove finisce Stallone e dove comincia Balboa, anzi forse questo confine proprio non c’è.
Come è impossibile non sudare dagli occhi anche leggendo questa recensione.
Per Casanova:
“Ma le grandi masse nel 2006 decidono di sentirsi delle persone migliori riempiendo le sale per film come Babel e Little Miss Sunshine, che quelli sì che sono film di cui posso parlare nel boschetto della mia fantasia con Daria Bignardi e sentirmi più intelligente. “Fotografia pazzesca, raga!””
Niente da dire, il racconto di un’epoca oscura in due righe.
Applausi.
La cosa buona di Rocky, anche dei capitoli meno riusciti (come il 5 per come la vedo) è che bene o male hanno avuto sempre una coerenza con quello che è stato fatto prima. Come dicevate voi anche per il 5 non è il COSA ma il COME, purtroppo, altrimenti sarebbe stato un bel film anche quello.
E Creed, fortunatamente, fa lo stesso, si evolve in qualcosa d’altro ma rispetta sempre quello che c’era prima.
Quella di Rocky è una saga da non sottovalutare, una delle migliori che ci siano in giro, dove i tanti pregi superano di gran lunga i pochi difetti. E Stallone, ragazzi miei, è sempre stato un grande, ma non solo un grande, anche un ottimo attore. L’ho visto ieri sera in una intervista di fine anni 70 nel programma MAINSTREAM intervistato da un giornalista italiano (non ricordo il nome, scusate) dove non solo si poteva fumare ancora durante un intervista e Stallone era vestito come un pazzo con enorme coppola, gilet nero di pelle su golfino stile renne natalizie, stivaletti e pantaloni a campana, ma non solo rispondeva col sorriso alle domande ma mi è sempre parso uno che ha davvero voglia di raccontare aneddoti e di raccontarti cosa è il cinema, ci passerebbe le ore. E comunque ha lasciato un (grosso) segno, insieme a Schwarzy, nella storia del cinema, questo è innegabile.
Creed è bello perché c’è Stallone che fa Rocky, senza Stallone che fa Rocky Creed diventa un remake brutto di Rocky. Però come ho già detto, c’è Stallone che fa Rocky, quindi Creed è bello.
Niente da fare: rivisto quest’anno, mi era piaciuto pochissimo al cinema, non ho cambiato idea. Un film senile, ecco tutto. Ma senile per davvero, come dici tu: lo è Rocky così come lo è Stallone. Non capisco davvero come faccia a piacere alla gente. Però amen, me ne farò una ragione.
Ps: il “come dici tu” si riferisce all’identificazione di Stallone con Rocky, non alla senilità.
Datemi un attimo per asciugarmi gli occhi che poi vi dico. …
non ho ancora finito di leggere ma volevo sapere se alla frase “questa valchiria bionda nuda che se lo voleva fare” pensavi di metterci il link e te lo sei dimenticato oppure l’avevi pensata proprio così.
grazie.
Effettivamente anche io speraavo nel link…
ma poi chi era? La Nielsen?
Si penso che il riferimento sia alla Nielsen,d’altronde è l’ex moglie di Sly
Sì, la leggenda vuole che la Nielsen sul set di Yado si fosse fatta fare da un operatore una serie di foto in cui era mezza nuda e mezza vestita da Red Sonja e che le avesse poi spedite a Sly conquistando il suo cuore.
http://cdn2.estamosrodando.com/biografias/9/13/brigitte-nielsen-157934.jpg
dico la verità. a me il film non è piaciuto tantissimo come i primi quattro probabilmente perchè non sono riuscita ad immedesimarmi come accadeva negli altri. però, quando alla fine dell’incontro lui non aspetta il risultato ma se ne va in giro per lo stadio (si chiama così anche quello della boxe?) a salutare e farsi salutare mi fa venire i brividi perchè mi ricorda il primo in cui fa la stessa cosa (o farebbe se lo lasciassero uscire dal ring) solo che all’inizio la persona di cui voleva la stima era solo adriana, adesso siamo tutti noi che applaudiamo alla sua carriera e al suo cuore.
Anche per me il migliore dopo il primo.
Comunque quando andai a vederlo, a Roma, ricordo una sala più che gremita e un sacco di gente fomentata. Ricordo che ne parlarono a anche i TG e riuscii a portarci pure la mia fidanzata a vederlo. Cazzo ricordo pure gli applausi del pubblico nel momento della scalinata ed a fine incontro. Altro che cinema di nicchia!
Il film più impirtante della mia vita.
Visto al cinema col babbo che non ci andava da secoli.
Filmone, per tutti i motivi che elencate. Anche se ha quella forte dose di nostalgica pesantezza che lo rende poco da re-play, per quanto mi riguarda, rispetto ad altri capitoli dove il fomento regna.
gran pezzo
period
Altro pezzone. Paulie immaginario, oltre a fare una pippa a Shyamalan, sarebbe stato pazzesco. Finale in cui il figlio gli dice: “papà ma con chi stai parlando?”. Oscar alla sceneggiatura. Serio.
La trama sarebbe pure carina ma quello che è insopportabile è che sembra girato con uno smartphone: davvero un feeling orrendo.
E poi vi costa tanto portare rispetto anche a chi aprezza altri tipi di cinema: cioè se ci criticano Rocky sono snob, ma voi che date addosso a little miss Sunshine solo perché non è il vostro genere beh non siete meglio… Un poco più di rispetto non guasterebbe…
No, beh, c’è anche da dire che LMS fa cagare, eh?
No, a parte le gag, quello che intendevo con quanto scritto
è che all’epoca c’era proprio una percezione, dal mio punto di vista,
invertita rispetto ai film citati.
Mentre film come Babel e LMS venivano considerati la nicchia,
la cosa bizzarra e outsider rispetto a Hollywood,
quando in realtà erano delle macchina da guerra commerciali
(e questo non è – sempre per me – da considerarsi una cosa negativa)
Rocky era in partenza, di base, snobbato dallo stesso pubblico
perché considerato l’ennesimo azzardo commerciale hollywoodiano.
ma più che altro io devo ancora capire perchè il vecchio alex9 frequenta questo blog, visto che il 90% dei suoi commenti si basa su una contrapposizione verso dei fantomatici “voi” da cui lui regolarmente prende le distanze…bah
A noi fa piacere lo stesso.
(oddio a me è piaciuto Little Miss Sunshine. Però su Babel vi do ragione, è tremendo)
@samuel: sai per me internet non è solo un posto in cui farsi le seghe a vicenda (cit.) ma anche, e soprattutto, un luogo di confronto. Se scrivessi un commento per ogni cosa su cui sono d’accordo finirei per intasare il sito, e poi per natura credo sia più costruttiva una critica che l’ennesimo cinque alto. Ma sarò sbagliato io…
Passo
Alex9,ti dirò, è bello sentirti dire la cosa che “intaseresti il sito” perchè davvero a leggere solo e sempre le critiche che fai- e che ben vengano sempre -sembra che poi non ti piace niente di quello che piace a noi. Hai fatto bene ad esternare. Davvero non lo avevo mai capito ti piacesse il cinema di menare.
a me è piaciuto Little Miss Sunshine, ma Rocky Balboa è meglio anche se girato peggio. Rocky Balboa va oltre, tocca corde che Little Miss Sunshine non riuscirà mai a toccare… Certo bisogna almeno aver visto il primo Rocky, sennò non si hanno i mezzi. Rimanere impassibili all’ambo Rocky/Rocky Balboa è impossibile, bisogna non avere un cuore.
Ho visto come moli di voi tutti i film succitati. Ok “raga la fotografia”, ma di Babel ricordo solo la giapponese che mostra la figa e di Little Miss Sunshine NULLA. Di Rocky Balboa invece ricordo diverse scene come se l’avessi visto ieri. Niente, ci tenevo a condividere questo pensiero perché anche io prima di realizzarlo avrei detto “si ok Rocky Balboa bel filmetto di intrattenimento ma Babel è vero cinema”. Conformismo intellettuale vera piaga del XXI secolo, Crom benedica i siti come questo.
Chiedo scusa a Rocky Balboa per non aver compreso a fondo questo capitolo della saga e averlo sempre valutato in maniera del tutto erronea. Grazie 400 calci che mi aiuti a correggere la mira e mi fai venire una fotta disumana di volermeli rivedermeli immediatasubito come una seria seduta di bingewatching.
Ha anche un finale alternativo
Lo dico sabato. Ehm, volevo dire: lo dico subito, Rocky Balboa non l’ho visto. Sono tuttavia convinto che nessuno degli Autori con cui viene confrontato Sly nella rece abbia esordito come attore di film porno a 200 dollari a film. 200 dollari per un porno significa una cosa sola: avere una autostima sotto i tacchi, avere aspettative di vita peggiori quelle dello zio Paulie e avere la certezza che non sarai mai nessuno. Ecco, vista così, la carriera di Sly, se pensiamo cioè che Stallone viene dal porno, è una carriera eccezionale veramente, raggiunti i livelli di Rocky, Rambo o Taverna Paradiso, compreso lo sberleffo del Golden globe come miglior attore NON protagonista (lui che è stato protagonista di almeno un decennio di cinema). D’altronde gli altri Autori, non solo quelli citati, erano partiti da posizioni sbagliate, ma anche obsolete, quali ad esempio Università, Lauree in storia dell’Arte, pittura, fotografia, insomma: la scuola, o meglio l’istruzione, li aveva rovinati per sempre.
Meno male che Stallone si è preservato grazie al porno che poi gli ha permesso di prendere la rincorsa e saltare più in alto di tutti.
non è un porno, ha solo qualche scena col pisello di fuori Stallone…
Devo ammettere che anch’io all’epoca ho pensato: A Silve’ c’hai 60 anni ma chi te lo fa fare? Vuoi davvero farti spernacchiare a destra e a sinistra? Invece ti rendi conto che é un filmone. Tutt’altra pasta rispetto a quella boiata di Rocky 5.
Un pezzo straordinario per un film straordinario.
L’inizio del film mi ha colto alla sprovvista, mi sono commosso e manco me ne sono accorto. Ma è il dialogo con il figlio che mi ha fatto alzare in piedi ad applaudire, lì Stallone mette in gioco davvero tutto se stesso e questo non può non colpire. Immagino che per un attore sia anche pericoloso, per molti motivi, ricoprire così nell’intimo uno dei suoi personaggi.
Il film comunque per me funziona. I personaggi sono trattati con la solita delicatezza, Mary, suo figlio (non credo mica fosse adottivo eh), Spider Rico che lava i piatti nella cucina del ristorante. Viene da abbracciare tutti anche il figlio frignone, anche Paulie che fa le magliettine per sgubbare le solite due lire alle spalle del cognato. Lo scontro finale è filmato in maniera intelligente e termina nella maniera più bella.
A me sto film piace un sacco. Si torna a vedere il cuore di Rocky che dopo il primo si era andato via via perdendo. E lo si ritrova pulito come lo si era visto trenta anni prima.
Io la cosa della bestia dentro non l’ho mica capito e l’ho sempre trovato poco in linea col personaggio (ma Rocky non era un pugile riluttante? e’ fuori dal giro nel primo, all’inizio del 3 sta per ritirarsi, nel 4 torna solo per vendicare Apollo, nel 5 e’ ritirato) ma il numero di frasi/discorsi cazzuti di questo film e’ sopra il livello di guardia. In particolare, quello sul diritto alla felicita’, quello citato da Nanni (che ormai e’ entrato in qualunque video motivational del mondo), sono tutti da brividi. La fotografia realistica dell’incontro e’ genio puro e persino l’incontro e’ sceneggiato in maniera drammatica ma credibile (no fumettone tipo il IV). Tra le cose piaciute meno: voler per forza tirare fuori collegamenti coi primi film. Era proprio necessario che la bionda fosse la ragazzina che lo manda affanculo nel primo?
Ci tengo a consigliarvi di riguardare il match finale e contare, rispetto agli altri film, quanti colpi vengono ripresi lateralmente invece che frontalmente costringendo Sly e Tarver a colpirsi davvero o arrivarci come minimo più vicini del solito. Il cuore.
Ma in Rocky IV è accaduto anche di meglio, o sbaglio?
Stallone chiede a Lundgren:
“Colpiscimi per d’ avvero!”
Risultato?
6 giorni in terapia intensiva.
(Senza B.Nielsen anche 20)
Adesso tocca a Rocky 7?…o come l’hanno voluto chiamare il grande match,dai ha pure il problema all’occhio, secondo me Stallone voleva fare un altro Rocky ma non hanno avuto il coraggio di chiamarlo così. Cambia il nome, ma il carattere e i modi di fare del su personaggio sono sempre quelli.
Io sono uno dei pochi che ha apprezzato Il Grande Match dato che in effetti, pur non appartenendo alla saga, è un esplicito manifesto del desiderio di Sly di voler continuare a essere/interpretare Rocky, quindi una specie di ponte verso Creed.
Infatti il personaggio di De Niro è abbastanza posticcio, mentre quello di Sly è davvero al 90% Rocky, con molti tocchi ironici ma rispetto assoluto per la personalità e l’anima profonda del suo alter ego: su tutti appunto il recupero del danno all’occhio di Rocky 2 (ignorato negli altri film “ufficiali”) e ovviamente il coraggio di salire lo stesso sul ring.
“Io ci porto ‘a Sylvester Stallone… che chello è stallone di nome e di fatto!” (cit.)
Scusate… è una settimana che mi trattenevo dal dirlo!
Piripì !!
ma quanto cazzo era bello pure il teaser
https://www.youtube.com/watch?v=uqYtycOfMKw
Una delle recensioni più belle che abbia mai letto.
“Non sono bravo a ballare, ma sarò meglio dell’orso del circo.
Oddio, e questa da dove mi è uscita..?”
Lacrime.
Recensione fantastica e brividi per questo CAPOLAVORO (per me!)!
Se realmente Paulie fosse stato solo immaginazione di Rocky, avrei pianto per la gioia”
E qui faccio il mio più grande “mea culpa”:
quando uscì al cinema lo etichettai “cagata” senza andare a vederlo perché mi ritenevo offeso da Rocky V (che oggi ho rivalutato comunque), oltre essere in una fase di confusione totale per “cazzi personali”.
Poi una sera del 2009, fine Novembre, la domenica pomeriggio che dissi a mia moglie “dai sposiamoci (convivevo già da qualche anno)!”, per festeggiare (o meglio “concludere i festeggiamenti”, dove ovviamente Vi risparmio la parte romantico/fisica) volle guardare con me uno dei miei film preferiti;
quindi ecco che scarta il cofanetto di Rocky in blu ray, arrivato forse il giorno prima.
Mi avvicina il joypad della PS3 e ovviamente Rocky, il primo.
Sapevo che per lei era un sacrificio visto che quasi mai mi fa compagnia quando riguardo “i miei vecchi film”, quindi per accontentarla proposi: “Dai, lascia. Mettiamo l’ultimo che non l’abbiamo mai visto!”…
…CAZZO!
E’ DIVENTATO IL MIO ROCKY PREFERITO AL PARI DEL PRIMO!
Coglione fui nel 2006…ma altrettanto coglione fui a bollare “cagata” un film del genere senza nemmeno guardarlo (credevo di crescere/invecchiare rinnegando il passato…che stronzo!) fino al 2009, poiché mi ero autoconvinto non esistesse.
Ora fotta maledetta in senso super mega positivo per Creed che qualcuno mi dice sia bello quanto il sesto episodio.
Mamma che recensione, una delle più belle di sempre.
Empatia pura, descrive esattamente lo stato d’animo che avevo quando ho proposto di vedere rocky e sono stato preso bellamente per il culo.
Di fatto voler vedere rocky era il marchio di fabbrica di uno che continuava a considerare baggio il miglior giocatore mai visto per uno nato negli anni’80 e che del piero, zidane e totti assieme non facevano metà dei sogni che ci ha regalato (scusate l’off-topic, ma credo davvero in questa analogia).
Purtroppo all’epoca non avevo lo smalto o la prontezza di inserire il tutto nel contesto storico del cinema di quegli anni.
Tra me e me pensavo solo “nel caso, di merda al cinema ne vediamo tanta, al più fa cagare anche questo, ma almeno c’è un effetto nostalgia. che v’ha fatto rocky?”
Leggendo la rece e in generale tutto il denominatore alle vostre sei chicche, cioè il parallelo o simbiosi stallone-rocky, non posso non pensare a pochi giorni fa quando, ritirando il golden globe, ha ringraziato il suo “migliore amico” rocky.
cazzo sono quasi commosso.
A questo punto voglio rivederlo, pronto a ritirare quanto scrivevo sulla saga, scegliendo solo i,ii e iv.
mi permetto di aggiungere una cosa.
quando uscì il quarto die hard andammo tutti a vedere col barzotto pronto a diventare vera erezione. niente esitazioni, solo fotta.
probabilmente ci fa il discorso che facevate (forse nanni) sul nuovo cinema action colmo di ironia.
l’unico modo che ho di spiegarmi perchè rocky balboa no e die hard 4 sì è che nessuno, senza le risate a disposizione, aveva voglia di provare a guardare più a fondo nella questione.
è stato più facile rinnegare un mito che rischiare di vedere una proprio foto dell’epoca e accettare l’avvicinarsi dei 30
Che cosa stupenda hai detto su Robi Baggio 10
L’unico che non ho mai visto.. Recupero al volo prima di Creed
lagrime, serio
Pensavo di essere l’unico ad aver amato questo film: nel 2006, universitario e circondato da proto-hipster (che dicevano robe tipo “Fellini è troppo main stream”) andai al cinema in solitudine e quando lo consigliavo mi prendevano per scemo.
Alan Rickman :(
Mi sono giocato il sonno anche ieri notte, ma stavolta arrivo preparatissimo, e infatti non ho un cazzo da dire che non abbiamo già gli altri. Tranne, forse, che dopo questa full immersion di Stallone – ivi comprese chicche, aneddoti, biografie e parereri terzi – mi sento di dire che lui o gioca da outsider o gioca male (meglio: non bene quanto potrebbe) e l’unico momento in cui riesce a fare il divo è proprio in quella metà anni ’80 fatta di edonismo dai buoni sentimenti. Il cinismo che fa capolino negli anni ’90 non gli appartiene già più.
OT doveroso (ormai è passato un mese): dove posso fare il bonifico per avere il parere del Capo su Guerre Stellari nuovo? Alternativamente alla contropartita in denaro, date le mie limitate disponibilità, mi offro volontario per compiere i lavori più umili e degradanti
Ma che pezzo incredibile avete scritto? Roba che appena ho due minuti di tempo me lo rivedo pensando solo alle vostre parole mentre piango stringendo un lenzuolo urlando “MAMMA MIA QUANTO E’ VERO!”
Visto a Roma all’anteprima col cast (Sly)
Ho dato pure la mano a Sly
Da quel momento in poi gli occhi hanno sudato fino alla scena finale.
Grande Sly
Ps
Io sono femminuccia,
Mio padre genio mi ha sempre tratta tipo Lady Oscar (mi faceva fare cose che in genere si fanno fare ai maschietti) ma non perché volesse un maschio. Lui voleva la femmina ma cazzuta.
Ringrazio mio padre dal profondo del cuore che mi ha portato a vedere film come questo o Mad max, in barba a tutti i divieti odierni della censura, che allora manco esistevano
Grazie per la rece
Attendo fiduciosa quella di Staying alive, così non mi vergognerò più di ritenerlo fantastico !
A volte mi capita di incontrare qualcuno che conoscendo la mia passione per Sly mi chiede:
ma Rocky quello che ha fatto da vecchio me lo consigli di vedere? ?
ed io semplicemente rispondo:
No, non te lo consiglio.
perché se me lo stai chiedendo vuol dire che non è un film che fa per te.
Sly si è appena beccato la nomination agli oscar!!!!!
ROCKYYYYYY!!!!!!!!
..E Fury Road ne ha prese 10. DIECI. !!11!!!
Scusate l’O.T., ma era doveroso, ancora quasi non ci credo…
Fury Road Enorme!
Ecco il video del magico momento!
http://m.youtube.com/watch?v=sc7Iq5ZkhVA
Woooo,da notare l’esultanza del pubblico al nome Stallone.
questa e le altre sono delle recensioni bellissime!
ottima osservazione su Paulie che avrebbe potuto apparire come un fantasma.
brividi ogni volta che se ne va dal ring
film talmente enorme che rimarebbe tale anche senza il match finale. Ecco, io avrei chiuso con lui che sale sul ring
No, doveva combattere, perché se è vero come è vero che Stallone É Rocky, allora Stallone dove mettersi in gioco sulla pellicola come Rocky lo fa sul ring.
E ora scusa, mi è entrata una bruschetta nell’occhio…
Il giusto e dignitoso prologo della grande storia di Rocky.
Grande recensione as usual
Sapete cosa vorrei per Rocky/Stallone ? Un documentario ebbene si,un documentario tipo…avete presente quello di 3 ore su Blade Runner ? Bellissimo. O anche quello di Prometheus sempre di 3 ore che non ho visto ma dicono sia meglio del film. Si insomma,un bel documentario di quelli fatti coi controcazzi lungo 3 ore sulla saga di Rocky,ma anche sulle similitudini con la vita e la carriera di Stallone.
Anche io lo avrei fatto chiudere mentre saliva sul ring.
oppure mentre lui saluta il pubblico e cè quel fermo immagine di lui che stringe la mano ad uno spettatore lì avrei fatto sfumare la voce dell’arbitro che annuncia il vincitore.
Ecco non avrei fatto sentire il nome del vincitore perché davvero aveva poca importanza poi ognuno avrebbe scelto il proprio vincitore morale.
e poi ok il finale sulla tomba di Adrian.
in realtà il finale è sui titoli di coda con tutta la crew che si fa la scalinata e non è affatto un dettaglio da poco.
Odio ripeteremi. Ma quando è necessario lo faccio.
Capolavori assoluti. Rocky Balboa e recensione.
Io Babel non l ho mai visto, però ammetterete che quando uscì Rocky Balboa sembrava veramente una pessima idea. Voglio dire il V già era ricordato con sdegno e nel 2006 mi viene fuori che Rocky vecchietto torna sul ring perchè l’ha detto un computer?
Insomma fatto sta che io non avevo visto il film fino a qualche mese fa, quando ho beccato il secondo tempo in tv. Ebbene avendo visto SOLTANTO la seconda parte, già mi era sembrato meritevole.
Quando poi l’ho recuperato e ho scoperto quanto cuore c’era dentro, le scene nel cimitero, la ragazzina cresciuta, il bellissimo discorso ricordato da Nanni, PAULIE… beh che dire, viva Stallone.
E domenica mi vado a vedere Creed, fosse solo per vedere Sly
La mia sala era stracolma quando lo vidi. E io piansi dal minuto 5 alla fine probabilmente. Io non voglio particolarmente bene a Stallone ma amo alla follia Rocky, quando fa Rocky è tipo uno di famiglia per me, anche in Creed. E anche in Creed son state lacrime.
Per chiudere il cerchio mi sarebbe piaciuto se a doppiare Rocky fosse tornato Gigi Proietti.
“…and most fo all, I want to thank my imaginary friend Rocky Balboa for being the best friend I ever had”
Anche perchè mi spiace dirlo ma sentirlo doppiato fa sanguinare le orecchie.
Corvo sarà bravo è, ma mette un enfasi in quello che dice che in originale non c’è, la recitazione di Stallone è più sommessa, da sempre consigli, invece nell’interpretazione di Corvo pare un dittatore, peccato.
A me invece piace il doppiaggio di Massimo Corvo! Da l’idea che Rocky non è più una macchina da guerra come visto in Rocky IV, ma è un uomo di una certa età, ammaccato più che dai pugni degli avversari dalle avversità della vita (la morte di Adriana). La sua voce è roca, ma chioccia.
Insomma per me ha l’X Factor Massimo Corvo
A me mi garbano i film
A me mi garbano i400calci
Perché riesco a leggere solo 2 commenti? ?
L’insulto ai 5 stelle te lo potevi anche risparmiare, ma da un sito piegato a 90 gradi davanti al pensiero unico dominante di stampo anglo-imperialista sarebbe chiedere troppo…
Questa direi che la si incornicia dritta, grazie.
Team “Nanni Kitipagah?”
ahahhaahahahah non ci posso credere!
Nanni troll dei poteri forti….SVEGLIA!!!111!
Un capolavoro.Quando seguendo le varie fasi dall’allannuncio che lo avrebbe fatto all’auscita in sala piu’ di una persona mi sbertucciava.Ma poi in tanti si sono ricreduti.Questo e’0 davvero un grande film e io avevo pure maturato la convinzione che potesse persino strappare qualche candidatura all’Oscar.Cosi’ non fu ma era solo questione di tempo…
Bel film in tutto,fotografia,montaggio,sceneggiatura.Veramente Stallone a messo tutto se stesso come trent’anni prima e ha fatto centro.Rochy era tornato.Rimesso a fuoco come non lo era da tanto tempo.
comunque ora sono sfanculati anche i commenti a questo post…
Sudore, sudore dagli occhi questo sesto capitolo (e Paulie dipinge come Leroy Neiman).
Ps: I400calci a 90 gradi solo in senso alcolico! Toh!
Malinconico come il primo capitolo, ma senza le forzature e i manierismi abbracciati nel capitolo V.
Ma soprattutto, nemmeno una parolina sull’inquadratura finale dei titoli di coda? Un sigillo “totale”: rocky immobile, di spalle, sulla scalinata del museo, e in sottofondo il tema lirico. Scena/inquadratura crepuscolare che chiude un cerchio bellissimo.
Visto oggi a pranzo.. In due o tre occasioni avevo i lucciconi e alla fine sono scese la lacrime! Ora vado sereno a spararmi creed alla faccia di di caprio
Appena visto. Paulie gigante, tutto fatto veramente bene. Bellissimo. Vado a piegarmi a 90 davanti all’imperialismo anglosassone col sudore negli occhi. Grazie 400calci, l’ho guardato grazie a voi.