
Simboli e misure.
Bradley Thomas.
Bradley Thomas ha un nome pensato per essere dimenticato facilmente.
Ma ci tiene: corregge tutti quelli che lo chiamano “Brad”. La confidenza costa. Si chiama “Bradley”.
Bradley è rasato a zero e ha una croce tatuata dietro la testa, ha le spalle larghe ed è alto quasi due metri: decisamente minaccioso.
Poi però si gira e, con tutte le fazze che ti aspetteresti, ha quella di Vince Vaughn (Dodgeball, 2 single a nozze, Fred Claus).

Vince Vaughn.
Il titolo del film è tecnicamente uno spoiler.
Il TITOLO, proprio quello originale, scelto autonomamente dal regista/sceneggiatore S. Craig Zahler, è uno spoiler.
Sai già che Bradley finirà per qualche motivo in galera, in mezzo a una rissa.
Io trovo che questo tipo di informazione, se gestita come si deve, sia spettacolare.
E il gioco del film include anche questo: sapendo che sai il cosa, ti ci fa arrivare con calma e ti fa chiedere il come e il perché.
Scena 1: Bradley perde il lavoro.
Scena 2: Bradley scopre che la moglie lo tradisce.
Scena 3: Bradley decide di andare a fare il corriere della droga.
Ma è come vengono gestite che fa la differenza.
Zahler procede piano, ma non perché vuole fare l’art movie. Non è il Soderbergh di Knockout o il Refn di Only God Forgives che prendono il template ultraclassico dei film d’azione e poi per tre quarti del tempo si annoiano della loro stessa idea e si perdono a fare altro.
Zahler va piano perché si diverte a definire il personaggio. Conosce le convenzioni e si diverte a girarci un po’ attorno, a tenerti in tensione su come il protagonista reagirà alle situazioni che gli si presentano davanti.
Bradley ha un suo senso dell’umorismo e l’occasionale istinto per la risposta perfetta – Vince Vaughn, è più forte di lui, non si sforza di certo di sbagliare i tempi – ma non è uno spavaldo esibizionista alla Bruce Willis, non è un vanitoso orgoglioso alla Sly e non è uno showman piacione alla Schwarzenegger.
È un uomo con poche pretese, che conserva il suo forte accento del sud (che il Vince sa rendere anti-caricaturale).
Ha una sua scala di valori precisa, ed è uno concreto: la vita l’ha messo in riga e fortificato, non traumatizzato. Ma non deve ostentare virilità.
Ascolta soul anni ‘70 nell’autoradio a cassetta, e forse questo è l’unico momento in cui a Zahler scivola un dettaglio hipster, o forse no perché Bradley pare uno che ormai ha superato la fase Slayer o Exploited o quello che vi pare, e ora vuole solo stare tranquillo. O forse perché Bradley in fondo è un buono che ha dovuto imparare a navigare in un mondo marcio da cui non riusciva a emergere, come certi eroi della blaxploitation.
Bradley Thomas è un uomo che ha vissuto cose tragiche che non ha bisogno di raccontare, e che messo davanti a due opzioni orribili sceglie la meno peggio e la affronta impassibile, implacabile, senza tornare indietro.

Vince Vaughn? Really?
S. Craig Zahler nasce romanziere e si vede.
Le sue opere hanno ricevuto i complimenti da Joe R. Lansdale, Jack Ketchum e Walter Hill, e non stupisce perché le sue coordinate infondo sono quelle, con un occhio (forse più un orecchio) a Carpenter e l’altro a un altro Hill, quel Jack Hill che ha fatto la storia dell’exploitation 70s.
Stile asciutto, poca musica, inquadrature spesso statiche e – la cosa meno scontata per uno scrittore – la capacità di raccontare per immagini e poche essenziali parole.
Nessuna metafora: solo il gusto di creare un nuovo eroe, infilarlo nel tipico mondo stilizzato da prison-movie che tutti noi amiamo e cercare di raccontare quello che succede in modo non banale e non sempre prevedibile.
Ora vi racconto la mia scena preferita.
Bradley è in prigione, nel Cell Block 99.
Una guardia, forte di un telecomando con cui può dargli la scossa a distanza, lo bulleggia a piacimento: “non strizzare nemmeno gli occhi a meno che non ti ordino di strizzare gli occhi”.
Bradley, che gli dà almeno 30cm in altezza, lo guarda lievemente divertito e non si trattiene: strizza lentamente un occhio sorridendo.
La guardia gli dà una lunga scossa.
Bradley la soffre, ma infondo se l’aspettava.
La guardia abbaia un po’ ma non perde il controllo della situazione perché non siamo in una barzelletta. Come Bradley si rialza gli ripete, ancora più lentamente: “non strizzare nemmeno gli occhi, a meno che non ti ordino di strizzare gli occhi”.
Bradley non è particolarmente più intimorito di prima, ma se una sbruffonata magari dimostra che non hai paura, due servono solo a pavoneggiarsi e a perdere tempo che non si ha.
Non stiamo giocando al “se mi tocchi di nuovo ti ammazzo” dell’Ultimo Boyscout.
Non cede alla provocazione, e obbedisce.
Ok, in realtà la mia scena preferita è lo stacco di montaggio fra la scena 3 e la scena 4, ma non ve lo racconto, non vi posso raccontare tutto tutto.
Va però confermato che Zahler – lo si era già visto in Bone Tomahawk – ha il gusto per le improvvise esplosioni di ultraviolenza.
Quando è il momento di passare ai fatti, i fatti sono sostanziosi.
Sarò più specifico: questo non è Taken.
Vince Vaughn non usa nessuna controfigura.
Questo sta a Taken come le sfide fra traveler irlandesi stanno alla foxy boxing.

Vuoi sentire anche tu una barzelletta che fa morire dal ridere?
Vince Vaughn… Beh, Vince Vaughn è strepitoso.
Vince Vaughn è qui per dimostrare di essere un attore enorme quando vuole, di poter cambiare pelle e dare a un personaggio tocchi raffinati e personali, dal modo in cui mena (l’altro braccio spesso non segue il movimento ma rimane lungo il corpo, a dargli l’aria di un supereroe che si trattiene) al modo in cui comunica profondità e umanità pur rimanendo sostanzialmente inespressivo, rinunciando a fare faccette o scene madri anche nei momenti più concitati.
Per essere perfetto Vince Vaughn avrebbe forse dovuto fare davvero palestra, sembrare qualcuno che almeno fino ai 30 inoltrati aveva avuto il fisico e non solo la stazza di un pugile, ma vaffanculo, Vince Vaughn non è Christian Bale, gli piace la birra, gli piace la vita. Si rapa a zero, si studia la parte con diligenza, fa l’opposto di quello che ha sempre fatto come se fosse la cosa più naturale del mondo, si nasconde nel ruolo e ti tiene incollato allo schermo come riesce solo ai migliori, that’s it.
Brawl in Cell Block 99 è uscito in Italia, abbiamo aspettato apposta, non avete più scuse.
Buon divertimento.

No, un cazzo da ridere.
Dvd quote:
“A confronto, Liam Neeson pare Don Matteo”
Nanni Cobretti, i400Calci.com
Film ASSOLUTO. Fosse stato recensito al tempo della sua uscita negli USA, nel 2017, avrebbe sbaragliato tutti ai Sylvester.
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ps: ““…se mi tocchi di nuovo ti ammazzo” dell’Ultimo Boyscout.” (cit. Nanni)
Ovvero una delle scene, se non LA scena, più badass della storia del cinema.
Quelli che hanno visto la seconda stagione di true detective sanno già che il buon Vince è perfetto in questi ruoli.
Dopo bone tomahawk pare che sto regista ne abbia azzeccato un altro alla grande, da tenere assolutamente in considerazione!
quoto la parte di true detective.
appena l’avevo visto comparire sullo schermo mi ero chiesto “e questo che c’entra?” ma poi mi aveva sorpreso tantissimo la sua performance
Concordo con avdf
ma non mi stupirei se il regista lo avesse scelto dopo aver visto TD2
E io che pensavo di essere l’unica ed essersi perdutamente innamorata durante TD2, avevo pensato “VV è il nuovo Jack Nicholson”. Poi era di nuovo scomparso dai radar. Vedrò il film solo per lui.
(yes, commento perfettamente inutile, me ne rendo conto)
Allora non sono solo in quest’universo.. Frank Semyon personaggione e Vince grandioso
Vince Vaughn aveva già dimostrato di essere un attore a tutto tondo già nella seconda stagione di True detective.
Questo non me lo perdo.
Film strepitoso.. Chissà come mai ero convinto di averlo visto tempo fa dopo una vostra recensione.
Era tra i film suggeriti nel People who liked this also liked… della scheda Imdb di Mayhem (2017), recensito qui http://www.i400calci.com/2017/12/corporate-zombies-vs-douchebags-la-rece-di-mayhem/
Io ci sono arrivato così…
E’ successa la stessa cosa a me. L’ho visto e ho ricercato la recensione. Non c’era. Ma forse c’era una piccola anticipazione nella recensione di una rassegna, ora non posso ricontrollare ma all’epoca mi pare di averla intravista. Vado a braccio: il frightfest?
Rece calzante per il Film dell’anno. Per me che non amo le botte il film di botte definitivo. Le risse durano poco ma sono gustose, più Seagal che non action-adrenalinico. I cazzotti pesano di più. Forse troppo grottesco nella parte Prison, ma funzionale ad una chiusa gloriosa, dove ho riso di gusto (la faccia abrasata come in un cartoon). Bellissimo il cambio di registro da noir alla Jackie Brown ad Action a Prison-movie. Scena cult: il poliziotto pugile empatizza con Bradley e si scusa per averlo preso di mira, noi spettatori sappiamo che nonostante tutto verrá piallato. Fantastiche le disattese ai canovacci di genere: Bradley spaccia ma con uno sguardo ad un tossico buttato su una panchina Zahler ci fa capire che il suo protagonista sa di procurare danni alla societá (che da par suo lo ha emarginato). Scena cult numero due: ” It’ s a surprise party”. Che film, che attenzione ai dettagli e che rispetto per lo spettatore… Zahler mi ha fatto godere quanto Tarantino. Ps: a proposito di Vaughn e della bella vita… Vi sembra possibile che nella scena in cui si spoglia in galera ci sia un pizzico di cgi anti-fiancotto prominente? Io il dubbio lo ho avuto… Ps2: compratevi il dvd anche a scatola chiusa, premiate questo team!!!
Vabbè, se siamo sul raccontare tutto senza freni allora io ho amato le tre false partenze. Lui perde il lavoro ma non reagisce; la moglie lo tradisce, lui sfascia l’auto confermando di essere uno con la violenza dentro, ma poi che fa? Fa pace con la moglie. Decide di fare il corriere della droga, tu allora pensi che il film racconti la sua discesa all’inferno e invece stacco, “eighteen months later” e lui di colpo è tranquillissimo, casa nuova della madonna e moglie sorridente e incinta. Che classe. Che bello.
E come la sfascia quella auto? Comeeee?!?! Un crescendo di rabbia dal moderato al forsennato (ma sempre con quel quid di trattenuto che fa realismo), con un montaggio che sembra filmare un incontro reale, con lo stacco quando si concentra sul finestrino che sembra dire:” vita dimm3rd@, io rispetto le tue squallide regole: lavoro, casa e di nuovo lavoro e tu mi rovesci la spazzatura sul vialetto d’accesso… che io poi c’ho pure due bandiere nonostante tutto… mo’ te gonfio davvero”. Sará che questo film mi ha sorpreso in un momento vissuto di frustrazione generica, ma per me è stato cinema catartico, ti quello che ti fa attraversare le paure e stare bene.
Ho adorato anche io lo scarto di tono di cui parla il Boss, piccole coccole del regista in paertura che ti fanno capire che “ohi, mettiti seduto comodo, vedrai che il resto ti piacerà”.
Peccatto solo per la scelta di Claudio Sorrentino nel doppiaggio Italiano, ovvero la voce di Mel Gibson (o di Bruce Willis, John Travolta…) che lascia un senso di “vorrei ma non posso” al personaggio di Vaughn, creado una specie di cortocircuito nei confronti di quel genere di action a cui il film sembra voler tributare qualcosa, quasi come se aggiungesse un pizzico di parodia, assolutamente non voluta, abbassando un pochino la crudezza e le bellissime sfumature date dalla recitazione di VV. Sono sicuro che in VO sia un film molto più a cazzo duro della versione doppiata.
Per il capo e per chi interessa, il buon Zahler infila la tripletta. In fase di post produzione infatti ci sta il prossimo film: DRAGGED ACROSS CONCRETE. Nel cast? Mel Gibson, Vince Vaughn, Michael Jai White, Don Johnson.
https://www.imdb.com/title/tt6491178/?ref_=nm_flmg_wr_1
Visto ieri alla tivù. Sì, in lingua originale e un film che non chiede scusa, brutale anche se il linguaggio (del protagonista, delle guardie di “The Fridge”, la prima prigione) è ricercato, non quello che ti aspetti da gente della working class. Basta già quello per capire che il film è costellato di personaggi a cui è andata storta più di una cosa, nella vita. Anche Il personaggio interpretato da Don Johnson, che pure pare aver trovato la sua nicchia perfetta come direttore della prigione di massima sicurezza, non credo ci sia arrivato progredendo nella sua carriera: una discesa agli inferi, come quella (voluta, però) del protagonista.
Ho notato solo io che…
[SPOILER SPOILER SPOILER]
…alla fine, quando Don Johnson spara a Vince Vaughn, la testa di Vaughn esplose in modo chiaramente “plasticoso”, senza neppure cercare un minimo di verosimiglianza? M’è sembrato un gran dito medio nei confronti di qualcuno, ma non so chi: tutto il pubblico? Chi guarda il film per le scene cruente? Quelli che hanno sottovalutato le capacità interpretative di Vince Vaughn? Nonzo.
Durata lunga e Vince Vaughn non mi convincevano proprio all`inizio: 2 ore e 20 per una film carcerario con pochi personaggi e storia lineare mi spaventano, ma mi sono ricreduto presto. Il film procede lento, ma inesorabile verso l`abisso della prigione… e` come se Bradley fosse intrappolato in una spirale discendente, ogni scena successiva e` più` violenta e caustrofobica della precedente. Vaughn e` ottimo, sembra legnoso, ma sa arricchire il suo personaggio di sfumature di umanità`. Piaciuto un botto.
Oh a me Vince era piaciuto da pazzi anche In True Detective 2, ma penso di essere l’unico..
Don Johnson invece secondo me un pò sottotono qua, molto meglio in Cold in July (filmone)
Putroppo Don Johnson ha un personaggio un po’ stronzo, funzionale al racconto come traghetto da un genere all’altro, ma di difficile digeribilitá proprio perchè il meno credibile del lotto. Si risolleva nel finale, non diciamo di più.
S. Craig Zahler mi aveva convinto moltissino con quel spacca genere di Bone Tomahawk.
Sarò lieto di guardarlo..
Film della vita, è tutto gigantesco e tutto sotto controllo. Zahler scrive da dio (“Wraiths of the Broken Land” e “A Congregation of Jackals” fanno sembrare “Meridiano di sangue” un libro della Meyer) e certi scambi di battute sono da tatuarseli addosso (il cholo che gli dice “Este grigo está loco” e Bradley che minimizza (perchè sa di avere i tempi stretti e vuole passare subito alle botte) e risponde annoiato “Yeah, right, I’m loco. Now get the fuck out of my crazy way.”
Che fomento, gesù mio che mina di film.
Ma che voce dall’oltretomba ha il messicano palestrato quando dopo un tot d’esitazione risponde “drop” a “what will you do when I say drop?” (o una cosa simile…)?
Ahaha madonna sì, quel tizio ha la voce che gli viene dai coglioni tipo Fernando Ribeiro dei Moonspell (l’ho cercato su Google e parla proprio così, non gli hanno messo il pitch down o che altro).
Ma quant’è bello anche il logo inventato del carcere di Redleaf (molto stile Umbrella Corp.) o la scena prima dello scontro finale, quando l’ingresso di Bradley nella stanza dei cattivi è preceduto da un tonfa scagliato a tutta forza e completamente a casaccio?
La trasformazione di Vince Vaughn nel protagonista di ‘sto film mi ricorda il Malamadre di Luis Tosar in quella bombetta che era Cella 211.
Visto che parliamo di una film di Zahler, va visto senza alcun dubbio.
malamadre oltre che fidanzato del commentatore biscott adkins, era tra l’altro l’unica cosa buona di cella 211
questo della rece me lo segno, il regista è un grande
A me ha ricordato quella serie spaventosamente enorme che è “The Night Of”. che a percezione in Italia direi che è stata poco cagata
tra l’altro il poster di sto film e quello di cella 211 sono uguali
Porca miseria son mesi che vi aspettavo su questo film!!!! Totale mi ha fomentato dall’inizio alla fine, quando volano le botte sono come un maglio di ferro. Bellissimo in tutto: costruzione, personaggi, scene di botte, violenza (severo ma giusto). Vince Vaughn nel ruolo della vita. Da veder e rivedere e rivedere di nuovo.
Bomba totale, opera seconda degna di bone tomahawk.
Anche sto giro ci si muove in bilico tra generi (qua ci sono anche prison movie ambientati in turchia), con quel romanticismo noir che scalda sempre il cuore.
Vaughn enorme (6’5″ per la precisione)
Premetto: ho adorato Bone Tomahawk e in casa ho allestito un altare corredato di scalpi freschi in qualita’ di doveroso omaggio a tale capolavoro, ma qui proprio non ci siamo. E’ evidente che il film e’ scritto e diretto col cuore, ma alcuni mastodontici maccosa e un protagonista stracco compromettono il risultato finale. Vaughn ha giganteggiato in quella merdata di TD2, ma non si e’ mai tolto la giacca: quando si denuda perde ogni credibilita’, soprattutto in un contesto come quello di Block 99.
Ciononostante il film avrebbe potuto funzionare se i combattimenti fossero stati efficaci, e invece niente: pur coreografati piuttosto bene, a parte in un momento ridicolo nel cortile della prigione, risultano legnosi e poco realistici. Temo la colpa ricada ancora una volta sulle strane spalle “a punta” di Vaughn, che sputtana ogni cosa. Ribadisco: mi piace lui e stimo Zahler, quindi che occasione sprecata!
Urca, ‘na bomba sul serio.
Che poi ce l’avevo li’ da vedere da mesi, “Bone Tomahawk” mi era piaciuto tantissimo, ma boh non mi decidevo.
Sono esaltatissimo, finito il film avrei voluto uccidere a mani nude qualcuno anch’io :)
Con due film Zahler ha gia’ uno stile peculiare e riconoscibilissimo: regista assolutamente da seguire, a perfetta meta’ strada tra cinema d’autore e cinema di genere puro e semplice: forse davvero potenzialmente l’unico erede di Tarantino, anche se diversissimo come modi.
Gigantesca (in tutti i sensi) interpretazione di Vaughn, che pero’ di ruoli “neri” ne aveva gia’ fatti, anzi all’inizio di carriera era abbuonato al ruolo di psicopatico.
Cmq l’articolo l’avrei intitolato “Un comico di 2 metri entra in prigione, avevano bisogno di risate liberatorie. Brawl in cell block 99”
Appena finito di vederlo…
S P E T T A C O L O !
Tutto fantastico…
apparte la scelta idiotica del protagonista che lo fa finire in prigione.
Il problema grosso del film è che Vaughn non sa menare. Sembrano quei signori sovrappeso che non si allenano da 20 anni che decidono di iniziare boxe per perdere dei kg e non sanno dare in 1 2 manco a pagarli
Due film in uno, uno più bello dell’altro.
Vince Vaughan non sa menare, ma per ora di The Raid ce n’è uno, gli altri sanno menare ma le danno meno di lui.
Botte cattive con le teste che scoppiano vanno benissimo.
Zahler se fa il triplete con il prossimo poi può sbagliare tutti gli altri.
Anche se il convento passa regolarmente merda, non vuol dire che quando capita un tozzo di pane raffermo bisogna scambiarlo per Saint Honore’…
Compare, se mangi regolarmente merda è ora che lo butti giù il convento se no quando ti danno la Saint Honorè mica la riconosci
Chiarisco: se il cinema (convento) in generale propone botte raffazzonate girate con la shaky cam (merda), non per questo andrebbero apprezzate botte girate con la telecamera fissa, coreografate adeguatamente, ma eseguite con la mobilità propria di un burattino di due metri (Vaughn).
The Raid (nessuna metafora dolciaria) costituisce un caso a sè, ma anche in film di diversa caratura e francamente mediocri figurano coreografie/esecuzioni di combattimenti più efficaci e credibili: ad esempio in Selfless e, meglio, in Safe House quando se le danno Ryan reynolds e Joel Kinnaman (Saint Honorè).
visto. piaciuto molto.. ma è un “molto” che non raggiunge (e non capisce?) le vette di tanto entusiasmo che sto leggendo in questi commenti…
riguardo alla trama invece.. non ho capito (o mi è sfuggita?) una cosa:
SPOILER
SPOILER
SPOILER
ma la storia di finire nel blocco 99 per trovare il tizio (vincent..o come cazzo si chiamava) che senso aveva se tanto nello stesso blocco c’è già il boss con tanto di scagnozzi che fanno i cazzi che vogliono e quasi comandano le guardie? ammazzatevelo voi sto tizio.
non ha proprio senso la cosa di ricattarlo per fargli fare una cosa inutile. boh.
Grazie per la domanda. La risposta è che il boss in questione è influente in quella galera, non nell’intero sistema giudiziario.
Ma più in generale: questi gli avevano rapito la moglie ed erano ben felici semplicemente di torturargliela e farglielo sapere. Per loro era un gioco sadico. Bradley poteva superare la prova e trovarsi lo scherzetto finale, o non superarla e subire comunque la vendetta. Win win, dal loro punto di vista.
SPOILER
Da come la ho capita io il tizio da ammazzare non esiste, infatti quando lui chiede di questo Vincent comesichiama a quelli delle celle vicine, nessuno lo conosce. É stato il boss, rinchiuso nel block 99, a volerlo lí con lui per poterlo massacrare con calma, con la complicitá delle guardie.
Ovvio.
esatto..l’ho pensato anche io che non esiste, però in tal caso boh…è piuttosto insensato.
tra l’altro il boss è un vero coglione perchè la colpa di tutto è dei suoi uomini casinisti.
Ma è ovvio che non esiste e non capisco perché è insensato. Cosa non ti convince della mia spiegazione?
Il miglior film carcerario degli ultimi 20 anni…
Bellissimo. Il contraltare perfetto di quella ciofecata del film di Lynne Rammstein con Joaquin Phoenix: tanto quello è arty fake e pseudoautoriale, quanto questo è tutto vero, crudo, onesto.
Grandissimo Vince.
Concordo. Mentre il primo è una fighettata che si dimentica in un giorno, questo invece ti fa godere molto. Peccato le botte un po legnosette e poco sciolte ma il film è tabta roba. Il regista mi ricorda sempre un po quelle atmosfere di ben wheatley
Visto ieri sera. E son ancora fomentato come poche volte. Film totale, grandissimo VV. Ho il finale ancora piantato nel cervello.
Mi son chiesto anche io se (SPOILER) la testa vive ancora un po’ quando è staccata….
Finalmente l’ho visto pure io e, che dire… tanta roba. Concordo a pieno con la tua recensione!
Il film più ridicolo dal 1938