Ciao! Da domani i400Calci vanno in vacanza: torneranno saltuariamente con le uscite più grosse (Shark, Ant-Man) e definitivamente con l’arrivo del nuovo Mission Impossible. Nanni deve far ridipingere l’arena in cui si combatte per farsi assegnare i pezzi, gli altri ne approfittano per spararsi più ore a pompare in palestra o meditare sotto una cascata, quelle cose lì. Ci vediamo presto! Intanto, il pezzo di oggi:
Non a tutti piacciono i film della Ocean’s saga, e le millemila volte in cui ho sentito qualcuno definirli «frivoli», «vacui», «tutto stile niente sostanza» e «praticamente inutili» non mi sono davvero sentita di dargli torto. Ma tant’è: Ocean’s Eleven, quello del 2001, è uno dei film che ho rivisto più volte in vita mia, per qualche ragione mi ri-capita una volta l’anno o giù di lì, e ho riguardato in un buon numero di occasioni anche Twelve e Thirteen. Perfino di Twelve – un bel pasticcione in cui tutti si stavano divertendo talmente tanto da dimenticarsi di come si fa un film, finché si son detti “massì, chissene” e sono andati tutti a rilassarsi nella villa di George a Laglio – ricordo qualche momento con affetto, tipo l’apparizione di Bruce Willis e tutto il cretinissimo siparietto in cui Julia Roberts fa Tess cha fa finta di essere Julia Roberts, o le scene in cui Matt Damon parla solo per versi dei Led Zeppelin. Ocean’s Twelve è comunque quel film in cui per fare una rapina trovano il modo di abbassare di svariati centimetri un palazzo di Amsterdam, e Thirteen quello in cui per far fallire un casinò creano un terremoto. Volergli male non mi riesce, sorry. Mi riuscirà di non voler male anche a Ocean’s Eight? Uhm. Scopriamolo dopo la sigla!
gender swap
Cos’è Ocean’s Eight? Facciamo un elenco:
- Un sequel-spinoff: sono passati 11 anni dagli eventi di Ocean’s Thirteen, Danny Ocean è (probabilmente) morto (non è uno spoiler: viene detto nella prima scena del film, ma comunque ironizzando sul fatto che “non si sa mai, con quel mattacchione di Danny!”, metti che in un ipotetico prossimo film Clooney abbia voglia di fare un cameo), i suoi ex colleghi sono sparpagliati in giro per il mondo a godersi i miliardi rapinati, sua sorella Debbie esce di galera con in mente un bel piano per un super colpo e decide di metter su una nuova banda.
- Un remake (di un film che era già un remake, di Colpo grosso, con Frank Sinatra e Dean Martin, del 1960): Ocean’s Eight si apre con l’audizione per la libertà sulla parola di Debbie così come Eleven cominciava con quella di Danny, poi si passa all’incontro tra la/il protagonista con la/il propria/o partner in crime (qui Lou/Cate Blanchett fa Rusty/Brad Pitt), al reclutamento della banda in cui ogni componente ha una specializzazione criminale, alla preparazione dell’elaborato piano compreso il superamento di qualche inghippo, poi alla effettiva realizzazione del furto, e al gioco di prestigio finale in cui si rivela il job inside the job.
- Un reboot: aggiornato all’oggi, con nuovi personaggi, un nuovo contesto e soprattutto la speranza commerciale di far ripartire una serie defunta da oltre un decennio.
- Tutto quanto sopra + il gender swap, ovvero la riscrittura dei personaggi dell’originale cambiandone l’identità sessuale, che, in questo caso, s’allarga anche all’ambientazione – il colpo da effettuare durante il MET Gala – e soprattutto alla fetta di nuovo pubblico che si spera di trascinare in sala per far salire gli incassi. Cioè: l’inarrestabile e insopportabile agenda femminista che ci sta prendendo tutto per rovinarci l’infanzia e la vita, se siete un InCel o un fan di Steve Bannon, oppure l’ennesimo modo trovato da Hollywood per rifare un’altra volta le stesse cose e rivendercele facendo finta che siano vagamente diverse, se siete chiunque altro.
Okay, evidentemente l’originalità non è il punto forte di questo film. Ma non lo era neanche di Ocean’s Eleven, e non tanto perché pure quello era a sua volta un remake (in realtà nello svolgimento Colpo grosso era poi parecchio diverso fino a un finale che sembrava citare I soliti ignoti). Ma perché rimescolare con ironia i cliché del genere, una certa ispirazione Sixties-Seventies (tipo Il caso Thomas Crown, per dire), tutti i tropi dell’heist movie, faceva parte del gioco. Quel che rende speciale Ocean’s Eleven è (almeno) un’altra cosa, un aspetto meta-cinematografico: c’è la coolness estrema, la figosità incontrastata dei suoi personaggi, ed è inscindibilmente legata agli attori che li interpretano, allo splendore divistico di cui sono luminosamente circonfusi. Voglio dire: quelli che vediamo sullo schermo in Ocean’s Eleven sono chiaramente George Clooney e Brad Pitt che si stanno divertendo un mondo, anche se dicono di chiamarsi Danny Ocean e Rusty Ryan, e quel che stanno “recitando” è il ruolo di più fighi dell’universo, un ruolo che calza loro a pennello visto che, nel 2001, sono effettivamente i più fighi dell’universo. Ladri gentiluomini che rubano una cifra spropositata di denaro a uno stronzo, senza che si veda mai neanche l’ombra di un’arma, anzi, si potrebbe dire che riescono nella concretizzazione di un piano assurdo proprio grazie al superpotere dello swag. C’è una scena, all’inizio di Ocean’s Eleven, in cui Rusty insegna a giocare a poker “alle star”, e le star sono gente come Topher Grace, Joshua Jackson, Holly Marie Combs, insomma i divetti delle serie tv dell’epoca, imbranatissimi e insicuri, e tutta la gag è giocata sul fatto che lì le vere star – noi lo sappiamo benissimo – sono Clooney e Pitt, mica questi altri poveretti sfigati.
C’è questo aspetto, in Ocean’s Eight? C’è. Ovviamente in versione 2018, in cui il divismo è diventato una roba diversa, emana una luce meno accecante, perché oggi (mode “ah, i bei tempi di una volta!” on) non c’è quasi divo che non finga costantemente di essere uno di noi (mode “ah, i bei tempi di una volta!” off). Ma Cate Blanchett è effettivamente una divinità. Sandra Bullock sa come essere fighissima. Anne Hathaway – so che il mondo è pieno di odiatori di Anne Hathaway – ma qua Anne Hathaway, con il personaggio più sopra le righe di tutte nonché (guarda caso) perfetta parodia della celebrity vanesia, è bravissima e divertente. Le altre hanno (come già tutti i comprimari in Ocean’s Eleven) ruoli più marginali, ma si ritagliano i loro momenti, Rihanna naturalmente ne approfitta per incitare all’uso della marijuana (amen, sorella), Sarah Paulson è come sempre impeccabile, etc. etc. D’altronde, ci ricordano i trivia di IMDb, the eight main cast has won 4 Oscars, 2 Emmys, 9 Grammys, 6 Golden Globes, 5 BAFTAs and 10 SAG Awards combined.
Ed è qui che si scopre che per fare un buon film non basta radunare un gruppo di stelle hollywoodiane e filmarle mentre fanno qualcosa di figo. Non basta neanche per fare un buon Ocean’s. Sì, ce l’ho con te, Gary Ross. Non mi interessa se sei super amico di Steven Soderbergh, tanto che ti ha fatto perfino da regista della seconda unità di Hunger Games (una delle settordici volte in cui dichiarava di essersi ritirato dal cinema) e che ora ti ha messo in mano la regia di questa saga (di cui resta solo produttore – del resto, devi scusarlo, ma nel frattempo era impegnato a girare due film e una serie belli). Ce l’ho con te, Gary Ross, perché ora che sfoglio con attenzione la tua fortunatamente breve filmografia mi accorgo che non sei mai andato oltre la medietà. Perfino Pleasantville, che probabilmente è la miglior cosa che hai fatto, poteva essere un filmone, e invece è solo uhm, sì, okay. Sei il signor potenzialità sprecate, e pure qua, mentre le tue attrici ce la mettono tutta per sprizzare figosità e stile, tu ti limiti a fare un lavoretto banale, servizievole, pulitino, patinatissimo, forse pensando che siccome siamo a New York e a un certo punto appare Anna Wintour, allora puoi filmare un Ocean’s come se fosse un film di Sex and the City. No, Gary Ross, non mi inganni con quei tre split screen buttati via, con quei due zoom in croce, non sei capace di fare Soderbergh – e bada che mica ho detto «non sei capace di fare Hitchcock».
Per la medietà dello script, caro Gary, ti concedo di dividerti la colpa con la tua co-sceneggiatrice Olivia Milch, anche se lei è al suo primo lavoro, mentre tu ormai dovresti essere un veterano. Vi svelo un segreto: gli Ocean’s divertono perché lo spettatore non capisce davvero cosa sta succedendo. Non completamente. Sono, appunto, come dei giochi di prestigio: ti faccio vedere una cosa, ma poi ne faccio un’altra, e quando nel finale dico “abracadabra” tu rispondi “wow”. È una costruzione sempre in equilibrio, svela dei pezzi per farci seguire il piano, ma ne nasconde altri per poterci sorprendere in seguito, e anche la stilosità dei personaggi dipende più da quello che non dicono: Clooney e Pitt spesso non concludono una battuta o non parlano, lasciano costantemente dialoghi in sospeso, tutti usano di continuo frasi in codice, ed è anche così che funziona, questa sfavillante e appassionante illusione della celebrità. E il piano per il colpo dev’essere qualcosa di assurdamente complesso, un’impalcatura vertiginosa di mosse e contromosse, assolutamente inverosimile proprio perché quello che stiamo guardando, qui, dev’essere uno spettacolo larger than life.
In Ocean’s Eight si capisce tutto, tutto il tempo. È tutto chiaro, trasparente. Il piano è molto meno elaborato di quel che i personaggi continuano a ripetere. Ogni possibile ostacolo si risolve in un battibaleno, quasi da solo, oppure con un pratico gadget all’uopo (e non un gadget tipo “enorme generatore di impulsi elettromagnetici che mandi in blackout Las Vegas”, ma uno tipo “quel genio di mia sorella ha costruito in tempo un magnete identico a quello che ci serve, pensa che culo!”). Il “piano dentro il piano” è nascosto così bene che si intuisce prima della fine del primo atto. La sorpresa che non ti aspetti è stata spoilerata in alcune immagini promozionali. E, come se non bastasse, c’è un’iper-didascalica coda con protagonista James Corden (che, grazie a iddio, non canta).
Uff, mi sono innervosita via via scrivendo (grazie tante, Gary Ross). La mia iniziale intenzione era di dirvi che, sì, poteva andare meglio, eh, ma anche peggio, il cast è davvero in forma (se potete però guardatelo in originale, il doppiaggio ammazza le sfumature ironiche senza pietà e rende tutto ancora più piatto), qua e là c’è qualche spunto interessante, oh, lo sapete che Anne Hathaway è brava? Ma è finita che Gary Ross mi ha guastato l’umore, per cui vi dirò solo: che occasione buttata.
Dvd quote suggerita: “Ritenta, sarai più fortunato”
Xena Rowlands, i400calci.com
Comunque, il miglior scambio di battute di tutta la saga Ocean’s rimarrà sempre:
“Dimmi un pò ,ragassuolo, tu conosci un certo Mario che abita qui intorno?”
“Qui de Mario ce ne so’ cento”
“Oh si, va bene, ma questo è uno che ruba.”
“Sempre cento so’.”
Sei un Genio
Purtroppo non rispondo al nome nè di Agenore Incrocci, nè di Furio Scarpelli, nè di Mario Monicelli. E neppure di Marco Nero, pensa un pò.
Applausi
Dunque sui 400 calci, tempio dei film di menare, ove Giasone s’erge come un cazzo quale ultimo baluardo di virilità tamarra, v’è stato un tempo in cui GEORGE e BRAD erano i più fighi dell’universo?
Ma ‘ndò stamo? Su Vanity Fair?
Stiamo parlando di divi? Allora la recensione ha perfettamente ragione. Se nel 2001 (ma pure oggi) Brad rivolgeva la parola ad Adkins, il buon Scott diventava rosso come una scolaretta e ce n’erano davvero pochi che non arrossivano davanti a quei due!
Nuove ed irraggiungibili vette di “leggere e non capire”.
Wow.
In quanto a “leggere e non capire” sembra tu mi batta di parecchie lunghezze.
La mia era una provocazione: secondo me, sebbene Clooney sia stato, eoni addietro, l’immortale Seth Gecko e Pitt abbia fatto roba calcistica, specialmente agli esordi (Vedi Kalifornia, Seven e poco altro), Ocean’s 11, 12, 13, e via di seguito fino a quest’8, poco ci azzecca con lo spirito originale del sito.
Trattasi di film per fighette/i.
D’altra parte i gusti sono gusti.
E infatti non mi pare proprio che la recensione dica: i più scalciaculi al mondo.
Ci vuole parecchio impegno per sostenere che nel 2001, ai tempi di 11, Brad Pitt e George Clooney non fossero le due star hollywoodiane più fighe del mondo, gente che poteva far scoppiare risse alzando un sopracciglio. È una considerazione che c’entra poco (no scusa, non c’entra un cazzo) con il cinema calcistico e tutto con lo star system, come d’altra parte nelle intenzioni del pezzo (e dei film).
Che Adkins arrossisca al cospetto di Brad Pitt francamente non mi tange, anche se nutro qualche dubbio in merito.
Non discuto la qualità della recensione, nè la figosità mainstream degli interpreti dei mille Ocean’s (che non mi fa nè caldo nè freddo); nondimeno esprimo la mia personale predilezione relativamente a topic quali “Schiave del sesso: violenza in Amazzonia” o “Jesse James contro la figlia di Frankenstein e i sopravvissuti della città morta”.
Temo che il concetto di “eccezione meritevole”, e lo dico con simpatia, ultimamente stia andando perdendosi…
Stanlio, io ti rispetto, non foss’altro che per aver recensito Until Dawn (figata), e sono disponibilissimo a polemizzare civilmente. Peraltro, in qualità di lettore affezionato non vedo come c’entri poco (o meglio un cazzo) l’opinione di un vecchio calcista sui contenuti del sito.
Non mi pare d’aver usato termini offensivi (vabbè, il paragone con Vanity Fair un pò lo è), nè d’aver criticato forma o contenuti della recensione: piuttosto la collocazione di Ocean’s 8 su queste riverite pagine (virtuali).
Se vi (ti) ho fatto incazzare, vorrà dire che regoleremo i conti su Call of Duty…
Di Clooney me ne sbatto i coglioni, ma Brad Pitt, nel 2001, aveva in filmografia, tra gli altri:
1995: L’Esercito delle 12 Scimmie
1995: Seven
1996: Sleepers
1999: FIGHT CLUB (il mio film preferito, di sempre)
2000: The Snatch
Cioè io nel 2001 a Brad Pitt gli avrei fatto un pompino con ingoio. Altro che Vanity Fair…
…e Kalifornia?
I film che hai citato li includevo nel “poco altro” oltre a Kalifornia e Seven.
In effetti sono parecchio incazzato col buon Brad per aver smerdato la sua carriera (in termini artistici, non economici) negli ultimi quindici anni con la possibile eccezzione di “Fury” che ancora non ho visto, e di “Bastardi senza gloria” in cui lui faceva poco e brillava meno.
Sulla copertina di Vanity fair c’è stato più volte, in ogni caso.
Non credo si meriti l’ingoio.
sicuramente i due come giustamente dice la rece avevano una allure internazionale mica da poco e discettarne dal punto purista marziale ha ben poco senso.
Tra l’altro clooney ha all’attivo parecchi film calcisti (molti poco riusciti ma vabè) e non solo il già citato dall’alba al tramonto
piuttosto ormai escono davvero pochi soggetti originali e pare dilagare ovunque la mania all stars live aid africa
spiace che pure tutta la fregola di fare film girl power debba ogni volta prendere un brand vecchio e declinarlo invece che inventarsi un franchise nuovo
sto filmetto qua sarà qui in quanto mezzo heist movie e quindi giusto recensirlo e giusto tirargli gli anatemi se fa cagare
ps fury bomba atomica
Amico, il mio dubbio era sul tuo primo post che sembrava mettere in dubbio l’assunto “Ocean’s 11 è esistito solo come veicolo d’immagine per le due superstar più fighe del mondo”. Perché nel 2001 Clooney & Pitt lo erano, è un discorso che va anche al di là del calcismo o meno: se parli di O11 non puoi evitare di dire che non era un film nato da un’urgenza creativa o boh ma un modo per capitalizzare sullo star power dei due.
Il film (O8 dico) poi non l’ho visto e non posso pronunciarmi, ma mi fido dei miei compagni di viaggio e di menare quindi se abbiamo la rece un motivo c’è. A naso posso dirti che non mi sembra che sia tanto peggio di avere le rece di tre quarti dei film Marvel…
Ero tentato di non rispondere più per non monopolizzare i commenti, ma confrontarmi con interlocutori sì illusti e capaci (nessuna ironia) mi delizia, quindi arieccomi.
Sia Clooney che Pitt hanno iniziato la carriera col botto. I film calciabili del primo, tipo Peacemaker, 3 Kings e volendo anche Out of Sight, lasciavano intendere discrete, forse anche buone potenzialità, seppur scarsa attitudine.
Molti dei cult citati da Pitch, vedono la partecipazione di Brad Pitt, ma non è lui il protagonista. In 12 Monkeys, pur (molto) sul pezzo, viene eclissato da Bruce Willis; in Sleepers a lui spetta il personaggio di gran lunga meno interessante e Ron Eldard e Billy Crudup, nei ruoli minori dei due killer, se magnano chiunque, inclusi i mostri sacri senza aprir quasi mai bocca (poi sono spariti nel nulla); The Snatch è una storia corale, ma soprattutto un film di Guy Ritchie e Fight Club, ok, è un gran film ma non il MIO preferito di sempre. Cito per completezza anche il sottovalutato Legends of the Fall.
A ragione di tali curricula, tengo a precisare che ho adorato Brad Pitt (anche se un pompino non mi è mai venuto in mente), e voluto bene a George: proprio per questo voglio vederli STIGMATIZZATI per le scelte successive.
Recupererò Fury quanto prima.
Che poi pure Tom Cruise, Jack Nicholson, Harrison Ford, Idris Elba giusto per fare quattro nomi a caso sono finiti sulla cover di Vanity Fair. Non credo questo nello specifico sia un fattore che distingue i buoni dai cattivi.
Certo che no, era una battuta. Comunque Brad almeno 23 volte._.
Non sono precisamente un fan degli Ocean’s… e salvo al massimo il primo, ma mi pare ovvio che sui Calci trovino cittadinanza in quanto film di heist, senza entrare in nessuna altra considerazione.
Ecco, semmai si potrebbe discutere se gli heist movie, soprattutto quelli dove si heista senza sparare un colpo e rompere un dente, siano materiale da calcismo.
Vi dirò di più, e prenderò pesci in faccia, ma Anne Hathaway è anche una gnocca!
Marlon sono con te.
Siamo in tre, magari un po’ troppo secca ma comunque patata
Concordo. Fregna secca, ma pure sempre fregna. Meravigliose tettine.
Sono indeciso tra Rihanna e Cate Blanchette.
Ma vaffanculo, tanto sto solo sognando: ENTRAMBE. United Colors Of Pitch f. H..
Vi lascio Marla Singer e quella palla al cazzo della Hathaway.
mai visto quello coi maschi figurati questo BOTOX: THE MOVIE…
A me fa ridere Gary Ross che molla i seguiti di Hunger Games perché vuole fare l’Autore (A maiuscolo) e poi si ritrova a fare il reboot uterino di Ocean’s Eleven.
film porcheria
sarà sicuramente bellissimo come le Gostbusters…attendo con ansia l’ondata di donne in pigiama dopo Wonder Woman… tutti capolavori viva le donne al cinema…Ma perchè fino a ieri (tipo un secolo) non esistevano le attrici? Cos’è il teatro giapponese coi travestiti?
Mi dispiace non sono d’accordo con questa recensione. Ho trovato il film divertente e frizzante, cate blanchett non ricordavo fosse COSI figa e anne hathaway che fosse divertente.
Bisogna prenderlo per quello che è, un giocattolone divertente dove invece di andare a las vegas a bere champagne le ladre si intrufolano al met gala per vestirsi da star.
Eh no, non ha nulla a che fare con ghostbusters, quel remake fa solo schifo.
Frizzante? No davvero, è un film in cui non succede nulla, senza ritmo, con l’aggravante di rivolgersi “alle donne” per cui ad es. si insiste sui diamanti allo sfinimento. Concordo con la recensione che anzi è troppo morbida. Noia pura.
Remake dei Ghostbusters?
Quale? Non esiste nessun remake al femminile dei Ghostbusters.
Non esiste, ho detto.
Pensa che a me hanno cercato di convincermi che esiste un quarto episodio di Indiana Jones, con gli alieni e per di più con quel cane malato di Shia Lecess come coprotagonista, pazzesco: se uno deve inventarsi le cose almeno potrebbe sforzarsi di renderle credibili
Non fateci caso, l’altro giorno uno mi ha detto che gli episodi di SW non sono solo due e mezzo.
La domanda è: con un titolo diverso e la protagonista con un cognome diverso, quanti avrebbero fatto il collegamento con O11?
Secondo me pochi, da lì l’inutilità dell’operazione in questi termini.
con un generico film “fregne che rapinano” e il cognome “rossi” il collegamento non dichiarato sarebbe venuto cmq dalla combo “più star glamour in un film in cui vogliono fare una fantasiosa rapina”
tutti avremmo pensato a O11
il film è inutile in quanto brutto film che non aggiunge o migliora un antenato riuscito
che puzzasse di merda questo filmucolo reboot-ucolo lo si sentiva lontano un miglio, ora ne abbiamo avuto la conferma. grazie regà!
Ma non siete contenti che -spoiler- il colpo vero lo fa un Vero Uomo? Che nell’economia del film sembro io che chiedo a mio marito di aprirmi un barattolo, ma tant’è. Non pensavo lo avreste recensito, è una commedia molto all’acqua di rose e un po’ tirata via, si ride moderatamente, Ross sa che alle donne ridere piace poco perché fa venire le rughe, ma sono tutte davvero brave (sì, anche le rifattone, anche le minoranze etniche e anche Rihanna, che vedrei bene come prossimo James Bond) e il film si salva, anche se rimane sempre una Ferrari col freno a mano tirato. Ah, Ross, se la prossima volta che la Hathaway ammanetta qualcuno al letto tu di nuovo ti preoccupi di non offuscare la purezza delle spettatrici ti spacco le gambe. Con garbo, eleganza, femminilità e glamour. Bacetti.
oddio dopo aver letto della barbadiana bene come nuovo james bond credo che a pranzo mi prenderò un kebab completo da magiare sotto il sole cocente per poi fare il bagno dopo 5 min
spero solo nel feretro avvolto nel tricolore e mattarella alle esequie perché non mi meritavo tutto ciò
Dopo la parentesi slava spaccobottilia della spia britannica interpretata da Craig, ora ci manca solo il gender swap e soprattutto l’uso di una cantante pop di colore dal discutibile talento. La prossima “James Bond” a questo punto potrebbe essere persino la Ferragni, tanto per mandare ulteriormente tutto alle ortiche.
E poi ci sono io.
Che ho visto Ocean’s 8 solo per due cose: quella figah di Anne Hathaway (haters fight me) e il piacevolissimo ricordo, abbastanza sbiadito ormai, degli Ocean’s di Soderbergh.
No, scherzo. Solo per la Hathaway.
ma c’è qualcuno che sostiene che la Hathaway non sia figa?
Forse Anna si trascina l’ombra di quel film sulla moda fatto anni fa, unito all’assenza di film dove si mette un po’ in mostra.
Diciamo che anche l’apparizione in Batman 3 non è che abbia ribaltato le impressioni.
Si muove con l’agilità di un tronco di quercia, e quel pochissimo che mostra (“catwoman col cappotto”) sembra indicare che punta tutto sulle capacità recitative.
Però ha un viso bellissimo e occhi molto grandi.
Nel film Love and other drugs Anne e’ spesso tette al vento e come mamma l’ha fatta e mostra un fisico estremamente femminile, altro che. Non credo usi una controfigura
La Hathaway sarà anche caruccia, ma la figa, —Margot Robbie, Olivia Wilde etc.— la figa è un’altra cosa.
Margot Robbie lasciala lì dov’è, nell’olimpo asgardiano della fregna, ma Olivia Santa Nostra alla fine è il “modello Anne Hataway”… cerbiatta minuta.
Il fatto è che la Hataway non fa mai la parte di una assimilabile a una baldracca: findanzatina perfetta, innamorata cronica, sfigata, figa di legno, MOGLIE DI UN GAY… noi uomini lavoriamo una casino di testa, più di quanto pensino le donne.
A me la Hathaway non fa per niente impazzire l’ormone, eppure… eppure se vi dicessi che il film dove forse più di sempre mi ha “smosso” qualcosa (doppi senZi = ON) è stato “Interstellar”, mi credereste? u.u
O.T.
Beh, al ritorno dalle ferie mi aspetto una vostra rece con i controcaXXi di “UPGRADE”: maravijoso!!
Ma il video di Tom Holland è uno spettacolo! :o