Sta per uscire Bad Boys for Life, il finale senza Michael Bay di una trilogia iniziata da Michael Bay. Mettiamolo di fronte alle sue responsabilità ripassando i primi due capitoli.
Ricordo ancora con affetto la prima volta che tenni una lezione sulla critica cinematografica. Era l’altro ieri e avevo bisogno di una scusa per iniziare il pezzo; allora ho preso i miei gatti e ho cercato di spiegare loro qual è la differenza tra una recensione buona e una cattiva. Gli ho detto che secondo me le recensioni migliori sono come l’ecstasy negli anni ’70, e quei due tossici hanno interrotto le loro abluzioni alle gonadi, per la prima volta più interessati al discorso che a quella lingua rasposa e malandrina. L’MD è una sostanza che negli anni ’70 alcuni psicoterapeuti usavano come integratore nella terapia di coppia. Poi sono arrivati due tizi malvestiti di nome Anni Ottanta e Pac Man e hanno detto: scherzone! In realtà l’ecstasy è una pastiglia di droca che la prendi e vuoi chimicamente bene a tutti, servirà ai regaz che vanno a ballare la tunz tunz per tre giorni di fila in quei posti dove c’è sempre uno in bagno che ti chiede di dissetarlo tramite minzione.
Immagina, è il 1973 e sei da qualche parte in America. Tu e la tua signora o il tuo signore Immigratitaliani Di Secondagenerazione vivete il tipico matrimonio stantio e apparentemente rassegnato, quella situazione conosciuta in psicanalisi come Dramma del Tinello. Ma vi volete bene, e per i bambini vale la pena fare quest’ultimo disperato tentativo, provare la novità hippie del momento: la terapia di coppia. Andate nello studio di questo capellone in sandali che ascolta le vostre insopportabili storie di litigi coniugali prendendo diligentemente appunti (sta disegnando cazzi); a fine sessione afferma convinto che ci sono stati progressi e vi consegna una pastiglia. È una vitamina, dice il “dottore”, da prendere insieme appena sale l’impulso di litigare. Ve la calate la domenica stessa prima di andare a messa. Il resto è storia: due mesi di carcere per tentata molestia a sandwich sul parroco e un matrimonio che ne è uscito più forte di prima. Le recensioni belle sono esattamente così. C’è qualcuno che deve scrivere di un film talmente ovvio che l’unica aspettativa plausibile è la solita banale vitamina e invece, sblem, ecstasy. George Rohmer deve scrivere di Batman & Robin, pattume fumante da cui normalmente si tirerebbe fuori meno sangue che da una rapa e invece, sblem, ti spiega con sexy sapienza perché B&R è in realtà un film importantissimo. Bad Boys, invece, è il primo film da regista di Michael Bay, ed è così calligrafico – secondo lo stesso Bay: “In mezzo ai buchi di logica di questa sceneggiatura ci potresti guidare un tir” – e da prendere alla lettera (intesa come immagine) che non c’è proprio un cazzo di sorprendente da dire. È quella cosa lì e basta. È il “dottore” della terapia di coppia che vi dà in mano un clistere al napalm e vi dice: è un clistere al napalm, non lo userei per esplorare le sfumature della vostra comunicazione di coppia quanto per fare esplodere gli esseri umani dal di dentro. Sigla!
La premessa è stata davvero lunghissima, avete la ragione. Ma perdiana, è tutto vero. Inconfutabile. A quelli che conoscono Bad Boys e/o Michael Bay non è mai venuto il minimo dubbio retroattivo su cosa fosse Bad Boys né su cosa ci sia da dire su Bad Boys. È proprio quel film lì che rispetta pedissequamente gli standard di quel sottogenere lì, buddy cop action comedy anni ’90, e che da grande voleva essere giusto quel film lì e nient’altro, BOOM BOOM BANG SBRANG CRASH FUCK SHIT, e che non si vergogna di essere quel film lì, trasudando tracotanza e inculandosene di tutto e tutti. Ovvero: è un film di Michael Bay. Di più: è il primo film di Michael Bay, il debutto del Bayhem – la precisa scelta d’autore di impaccare di steroidi ogni singola inquadratura – in tutta la sua magnificenza da infiammazione al nervo ottico. Bad Boys si apre con una scena che non c’entra niente con il film, che è stata aggiunta dopo i primi test screening e che dovrebbe fungere da semplice e rapida introduzione ai due protagonisti Martin Lawrence (quello povero bruttino e incazzato) e Will Smith (quello ricco bello e smargiasso) e alle loro dinamiche di coppia. Invece è Michael Bay che declama non richiesto la sua poetica spruzzando ormoni in faccia alla gente. Prima con un dialogo di un minuto e mezzo – “Sei sempre arrabbiato perché tua moglie non te la dà, sfigato” “ Facile fare lo splendido con i soldi di papà, coglione” matte risate – che nella valuta Bay corrisponde a una quarantina di stacchi di montaggio su musica ansiogena; poi con un rapido momento di ordinaria amministrazione nella routine dei ragazzacci della polizia di Miami: due malviventi usano una donna succinta per distrarre i nostri, escono le pistole in pieno giorno in mezzo alla tangenziale e tentano di rubare loro la macchina, solo per essere respinti con perdite da Lawrence e Smith che continuano a litigare come ragazzini. Titoli di testa. Insomma, l’unica recensione plausibile di questa somma zero tra stereotipi di genere usati superficialmente e grammatica visiva dal vangelo secondo Bay l’hanno fatta, sotto forma di parodia omaggio improvvisata, Justin Roiland e Dan Harmon in Rick and Morty.
Dice: ma sciocchino, allora parlaci di come Bad Boys s’inserisce nel percorso dell’autore Michael Bay, no? In che modo getta le basi per la futura carriera del regista più a sé, più riconoscibile degli ultimi 25 anni di cinema action e non, no? No. Nel senso che Bad Boys non getta le basi di una fava mezza puppata. Il feticismo di far esplodere le cose e girarle ai duecento all’ora, Bay ce l’ha da quando aveva 13 anni e filmava con la Super 8 rubata alla mamma trenini giocattolo carichi di fuochi d’artificio accesi. Tenero. Di più, Bad Boys non è stata nemmeno una scuola di regia per uno scugnizzo sprovveduto. Prima che Jerry Bruckheimer e Don Simpson lo facessero debuttare al cinema con gli spicci raccattati nel posacenere del SUV – dice che ufficialmente BB è costato 19 milioni di dollari, ma nel commento al Dvd il regista riduce il budget prima a 17, poi a 9 milioni – Bay è stato per una manciata d’anni un prolifico e pluripremiato autore di pubblicità e video musicali. E capiamoci bene: il Bayhem non ha bisogno di un lungometraggio per esistere. Certo, ribadirlo per due ore filate aiuta a magnificarlo. Ma gli bastano anche trenta secondi di pubblicità a caso. Che poi, a dirla tutta, è vero il contrario: è stato Michael Bay a salvare e dare un senso a Bad Boys. Prima del suo arrivo, il film aveva per protagonisti Dana Carvey e John Lovitz, ex membri del cast di Saturday Night Live clamorosi come comici – il primo sarà anche metà di Fusi di testa, ma il secondo si è inventato una delle mie cazzatone prefe di sempre – ma da tenere abbastanza lontani da qualsiasi forma di action.
Poi il progetto cala nelle mani di Bayby Mike e succedono due cose corrette. Primo, il film diventa il veicolo per tentare di lanciare due giovani divetti televisivi di buone speranze. Will Smith arrivava da Willy il principe di Bel Air e diventerà poi la gallina dalle uova d’oro per eccellenza nella Hollywood di fine anni ’90 inizio anni 2000. Martin Lawrence, invece, arrivava dalla sitcom Martin e finirà poi abbastanza male, per una manciata di volte in carcere e per tre giorni in coma dopo essere collassato facendo jogging d’estate vestito di plastica per prepararsi al suo ruolo in Big Mama. Grande Martin che ti sei ripreso. La seconda cosa che fa Bay è squilibrare il più possibile il rapporto fra azione e commedia, chiaramente in favore della prima e lasciando la seconda in mano all’improvvisazione dei due protagonisti. D’altronde, se un adolescente con qualche milione di dollari è l’ideale quando si tratta di esplosioni, per quanto riguarda l’umorismo c’è il disagio di chi non ha tempi comici e soprattutto non avrebbe un cazzo di voglia di far parlare due umani quando ci sono altri barili di etere da far scoppiare, russi da spezzettare e hangar da incendiare. Capite le enormi, sesquipedali palle a parlare di sta roba in questi termini? La morale della favola è che più che un film, Bad Boys è una statua equestre (che ogni settimana esplode e viene riforgiata) dedicata a quell’arrogante macchina da inquadrature epiche che è Michael Bay, a come sia stato in grado di dare tamarra dignità al vuoto cosmico di banalità sconcertanti e/o stupide che gli era stato messo davanti. Ed è anche un valido promemoria di come quelle cose lì, quel caricare l’inquadratura di strati e vettori, quel rendere tutto più grosso e più rumoroso e più esagerato e più stimolante per i sensi, quella ricerca ossessiva di uno stupore violento, quel gusto nel prendere a calci gli occhi dello spettatore: sono cose che, nel bene o nel male, sa fare solo lui. Un linguaggio che lui ha creato e che lui solo sa usare. Il peperoncino più piccante del cinema, BayBy. Ed ecco perché, bambini, dovete fare come Michael: studiate sodo, lavorate duro e non dimenticate mai di prendere le vitamine.
DVD quote:
«Aspirina con la Coca-cola per tutti»
Toshiro Gifuni, i400calci.com
Ecco, ora mi avete fatto venire voglia di Morbidoni alla frutta. Siete delle brutte persone
Due cose :
1) La mia prima extasi l’ho presa nel 1988 e ho smesso dieci anni dopo
2) Uscito dal cinema dopo bad boys anziche avere ill giaccone femminile , lacrime a frotte per la morte di jack sul Titanic , io lo avevo attorno alla cintura dei pantaloni per l’eccitazione che mi aveva creato… Il come ha poi proseguito la serata non lo ricordo , probabilmente a Radio Londra .
Pazzesco. Bad Boys è un film Pazzesco. Tra i miei preferiti. Anche se curiosamente l’ho visto dopo il secondo. Ecco a Bad Boys 2 non ero preparato nella mia vita. E devo dire che sono uscito dal cinema con la mascella staccata.
quanto è mancato don simpson al panorama action…
Si devastava pesante , delle sue storie e provini , a base di bamba ,credo che ancora se ne parli…
Bella li Michelino
Visto su Italia 1, credo, sul finire degli anni`90 e mi era sembrato una versione coca&puttane di Walter Hill e Ridley Scott: tutto visto e stravisto, ma sparato ai mille all`ora. Smith e Lawrence insopportabili, sempre incazzati e a urlarsi addosso. A rischio di passare per eretico, dico che il primo Bay e` davvero insopportabile.
Non che i Bay successivi siano migliori, la feccia della feccia insomma.
Neanche io impazzisco per Bad Boys, The Rock invece continua a piacermi molto ancora adesso
qualcuno raffreddi Jon Lovitz prima che sia troppo tardi.
il film è molto sincero, è interessante guardarlo anche più volte
Ecco, negli spot il bayhem è anche interessante. Ma in un lungo narrativo, che dovrebbe costruire il suo senso non solo sulla trance agonistica del suo autore (se no è circo, o al più un porno), anche no.
bah ai tempi avevo tipo 13 anni e penso di averlo anche visto al cinema…in tutta sincerità non mi ricordo mezza scena dell’1 e del 2 a parte la scena finale in auto e l’inizio del 2 con la modella ultratopa ..poi boh…per dire die hard 3 visto rivisto consumato all’infinito …questi non li rivedo neanche se passano su Italia 1 il pomeriggio…
Bay sucks
Ovver quando Michael Bay voleva essere Tony Scott e non riusciva neanche a essere Martin Brest.
Non so cosa sia più incredibile: se il gran numero di gente che schifa Bay letto in soli 14 commenti, o il gran numero di gente che non ritiene BB un cazzo di filmone, letto sempre nei soli 14 commenti.
mi accodo alla tua perplessità (anche se devo dire che mi pare sempre più di moda schifare Bay per i motivi sbagliati). ma i gusti son gusti.
Non rammento il primo, ma il secondo lo ricordo come un fottutissimo capolavoro: è quello con Henry Rollins che fa il capo dei Delta Force e con la mitica scena in obitorio in cui Lawrence inghiotte per sbaglio una pasticca e si eccita coi cadaveri, no?
A proposito di pasticche, vediamo di non scherzarci tanto, che la gente ci muore.
Posso dirlo?
Benché abbia apprezzato molti titoli anche classici di Bay, Bad Boys mi ha sempre fatto cagare a spruzzo.
Non so perché, probabilmente un mix di odio per i protagonisti, situazioni, trama inesistente, finta coolagine.
Boh. Uno schifo immondo per me