Partiamo dal presupposto che viviamo in una società patriarcale.
Eh sì, raga, è quel tipo di recensione. Lo so, lo so, sono deluso quanto voi. Avrei preferito di gran lunga recensire un action scorreggione e invece Nanni mi ha rifilato l’ELEVATED HORROR della settimana e così eccoci qui. Ve lo metto tipo trigger warning (so che voi giovani ne andate pazzi): questo è uno di quei pezzi in cui si parla di questioni di genere, mascolinità tossica, patriarcato e schwa. Se sono il genere di argomenti che urtano la vostra sensibilità, come è vostro diritto, il suggerimento della redazione è di saltare a piè pari la recensione di Men di Alex Garland e magari rileggere qualcosa di confortante come, non so, una recensione a caso di un vecchio Fast & Furious o il manifesto del futurismo.
Fatto?
È rimasto solo chi ha lo stomaco per questi argomenti controversi?
Sono fiero di voi.
Ma sono fiero anche di chi si è tirato indietro perché ha avuto il coraggio di ammettere che questa non è roba sua. Sono fiero di tutti, questo è un sito inclusivo in cui non esistono secondi posti.
Ok. Partiamo, dicevo, dal fatto che viviamo in una società patriarcale. Piaccia o no, è un mondo, il nostro, fatto molto più a misura d’uomo che di donna e anzi mi sento di spingermi quasi a dire che per le donne, storicamente, le cose non sono andate proprio sempre alla grandissima. La caccia alle streghe, il matrimonio riparatore, gli anni 50 – ma anche oggi, in un’era di assoluto progresso civile e tecnologico in cui possiamo mandare un miliardario nello spazio e anche una donna può scrivere su I 400 Calci, leggi scritte da uomini continuano a favorire gli uomini e penalizzare, controllare o apertamente limitare le libertà delle donne. E leggi non scritte fanno altrettanto, tutta una serie di comportamenti e modalità di pensiero tramandate di generazione in generazione, che abbiamo incorporato semplicemente per abitudine, continuano a spingere in quella direzione. Questa non è un’opinione, è un dato di fatto che si può tranquillamente riscontrare in molti aspetti della vita di tutti i giorni che onestamente non ho voglia di elencare perché questo è un sito di cinema e non un profilo Instagram. Tagliando corto: anche oggi la vita è tendenzialmente più facile se sei un uomo e tendenzialmente più difficile se sei una donna*.
Un grande malinteso del patriarcato (che incidentalmente fa comodo al patriarcato, pensa te!) è che prendere atto di ciò faccia automaticamente di te unə soldatə di Lilith nella guerra MASCHI CONTRO FEMMINE (un film di Fausto Brizzi), in pratica se sei una donna e odi il patriarcato significa che odi anche tutti gli uomini e se sei un uomo tagliati il cazzo prima che lo facciano le femministe. In realtà no. Non posso parlare per le donne, ma se sei un uomo e questo tema ti sta a cuore, se questo stato delle cose non ti piace (ehi, c’è a chi piace!), ci sono una serie di cose che puoi fare senza bisogno di prenderti a pugni il pisello in gesto di penitenza o scrivere cose come “mi vergogno del mio genere” sui social, che davvero, ho chiesto in giro, non interessa a nessuno.
Tipo, queste sono alcune cose che tu, maschio, puoi fare per combattere il patriarcato:
- puoi ascoltare le donne quando parlano
- puoi evitare di interrompere le donne quando parlano
- puoi accettare che certe cose non riguardano necessariamente te, che il tuo parere non è fondamentale come credi, quindi farti da parte e lasciare che siano le donne a parlare**
Al contrario, ecco invece una lista, non completa ma che comunque offre buoni spunti di partenza, di cose che è meglio non fare:
- Men di Alex Garland
Men di Alex Garland è uno di quei casi in cui un uomo prende così a cuore il tema delle donne oppresse dagli uomini che decide di farci un film, lo scrive, lo dirige, glielo producono i due suoi soliti amici uomini, lo fa montare a un uomo, si affida al suo solito direttore della fotografia, che è un uomo, al suo solito production designer, che è un uomo, ai suoi soliti compositori, che sono due uomini e insomma avete capito dove sta andando a parare il discorso.
Jessie Buckley (un donna, finalmente!) interpreta Harper, una vedova alle prese con un brutto trauma legato al suo ex marito, uno stronzo egocentrico e violento ma anche, scopriremo nel corso del film, uno di quei passivoni da manuale che se potessero si ammazzerebbero per farti un dispetto. E quando si ha un trauma da superare, ci insegna il cinema di genere, cosa c’è di meglio che regalarsi un weekend di assoluto relax in una casa in mezzo ai boschi lontana da tutto e da tutti e dove il telefono prende male?
Non si fa attendere il solito repertorio di luci che saltano, apparizioni inquietanti, altari pagani in una chiesa cristiana e fenomeni inspiegabili come perdersi in una strada dritta, tuttavia ciò con cui Harper deve fare i conti dal minuto 1 è una realtà piuttosto concreta fatta di persone in carne e ossa che sono varie incarnazioni (letteralmente – sono tutti interpretati da Rory Kinnear) della mascolinità tossica: il padrone di casa “nice guy” che visto che è gentile si aspetta qualcosa in cambio, l’adolescente misogino che lancia insulti e minacce, il prete maniaco sessuale che dà la colpa di tutti i mali del mondo alla figa, il poliziotto che non ti prende sul serio perché si sa che le donne sono isteriche, il matto che ti segue e ti esce il cazzo senza nessun motivo.
Incontri concreti, sì, ma dal carattere evidentemente simbolico ed esemplare. E così, man mano che il film prosegue e il semplice fastidio fa spazio a un senso di pericolo sempre più incombente, naturale e sovrannaturale si confondono e si sovrappongono in un crescendo sempre più violento e allucinato di… boh. Voi l’avete capito il finale? Io no. È un climax potente, di impatto, ci sono le atmosfere super creepy, c’è il body horror, ci sono gli effettazzi pratici bene integrati col digitale: si vede che c’è dietro un bello sforzo e che lì risiede la chiave di lettura dell’intero film, ma che dico, dell’intera condizione femminile però non so, a me è sembrato soprattutto un gran pasticcio.
Io non so ad Alex Garland cosa gli è preso, se stiamo assistendo all’inizio di un bellissimo percorso di riscoperta del sé o se ha litigato con la moglie e sta cercando di farsi perdonare come Eli Roth quando ha fatto Knock Knock, ma un film del genere da lui non me lo aspettavo proprio. I suoi lavori precedenti da regista appartengono tutti a una fantascienza – con tutte le contaminazioni horror e thriller del caso – molto vicina alla scienza. Ex Machina, Annientamento e l’ottima serie Devs prendono un presupposto sci-fi e lo affrontano con l’approccio pragmatico, ultra razionale di chi sta pensando “non succede, ma se succede…” (un film di Jonathan Levine).
Scienziati alle prese con un’AI che prende coscienza di sé.
Scienziati alle prese con un virus alieno che riscrive la realtà.
Scienziati alle prese con un algoritmo che predice il futuro.
Con Ex Machina, Annientamento e Devs, Garland raccontava l’impossibile-plausibile, il progresso andato storto che non si lascia imbrigliare dall’uomo e la hybris dell’uomo che pensa comunque di poterlo imbrigliare.
E vi dirò: a me piaceva! Non dico di preferirlo a, chessò, La cosa, ma mi sembra una scelta più sensata per raccontare il presente che cercare di rifare oggi La cosa ma-con-l’impegno-sociale.
Men, in questo senso, è un’inversione di rotta piuttosto importante su cui vale la pena chiedersi: perché? Dopo un film e una serie ambientati praticamente negli uffici di Google, Garland scopre la natura (quella di Annientamento era una natura mutata e irriconoscibile) e decide di piantare le tende in uno dei posti più noiosi dell’universo cioè la campagna inglese con le sue stradine le sue casette i suoi matti che adorano l’Uomo Verde. Ed è un ritorno delle radici dell’horror, ma proprio radici radici, perché spogliato di tutto e ridotto all’essenziale: una donna scappa da un mostro. Ma per dire cosa? Niente, almeno niente di nuovo e niente di attuale, solo qualche suggestione hippy su Madre Natura, una fiacca metafora-non-metafora sull’elaborazione del trauma (che onestamente già in Annientamento si capiva che non era proprio il suo forte) e l’allegoria-non-allegoria di un tema trending come la mascolinità tossica. Paradossalmente, Men è di gran lunga il film più simbolico che abbia fatto Alex Garland e contemporaneamente il più diretto, gridato, il più banale nei suoi significati. Delude, non perché Garland provi qualcosa di diverso dal solito, ma perché lo facevamo uno con idee molto più interessanti di così.
I cinici diranno che sta cavalcando una moda, gli irrecuperabili sognatori come me che magari invece ci crede veramente. Il punto è un altro, il punto è che non è il suo, non spetta a lui parlare di queste cose e infatti il discorso che ne viene fuori è di una goffaggine imbarazzante. Oh sì sorella non me ne parlare. Uomini, dico bene? Sono proprio tutti uguali.
Tipo che, come ha notato praticamente chiunque, Garland fa un film “dalla parte delle donne” e si dimentica di scrivere la protagonista, che è definita esclusivamente dall’essere circondata da stronzi. Chiederci di parteggiare per lei semplicemente perché è la protagonista è pigro. Chiederci di parteggiare per lei perché poverina guarda come la trattano male tutti è ricattatorio e paternalista. Chiederci di restare seduti per un’ora e quaranta a sorbirci l’ennesimo horror che pretende di valere qualcosa più degli altri perché ti manda a casa con uno slogan e una moraletta da attivista dei social è il modo più facile per farsi tirare i pomodori.
Blu-ray quote:
“Non sono mele, Alex, sono pomodori”
Quantum Tarantino, i400calci.com
*Dico “tendenzialmente” perché sì, sono consapevole che esistono casi in cui ciò non si verifica ma sono statisticamente irrilevanti, e no, quella volta che a Marina di Massa il tizio dell’hotel ha preso la valigia della vostra ragazza ma non la vostra o che una sera all’anno le tipe entrano gratis in discoteca (in discoteca? ma quanti anni avete?) non è la dimostrazione che anche le donne godano di incredibili vantaggi di cui nessuno parla, è solo un’espressione della stessa mentalità maschilista che contrappone un’idea di uomo-cacciatore a quella di una donna-preda da corteggiare/cacciare/difendere come se fosse una proprietà.
**Ho provato a usare questa scusa per non scrivere questo pezzo ma Nanni è una vecchia volpe e non ci è cascato.
Ed ora sono proprio curioso di leggere cosa ne pensano i commentatori.
Tutti maschi.
Se non ci provi sei frocio sei ci provi sei un maniaco sessuale
E, come asini di Buridano, nell’incertezza accenderemo la Play.
Sticazzi
Ho visto questo film e sono rimasto schiacciato dai metaforoni continui che mi hanno quasi soffocato. L’orrore vero del film e stato trasformare tutte le scene in dei cazzo di Supermetaforoni che sono il vero mostro del film che ammicca da dietro ogni angolatura.
C’é molto di bello nel film (recitazioni, effetti speciali, ambientazioni), ma nulla che sia ascrivibile alla trama.
Del resto a mio parere ha fatto lo stesso lavoro di distruzione con Annihilation, cercando di riassumere una trilogia abbastanza complessa e articolata con un film dalla trama abbastanza mediocre e banalotta…
Da fotografa dilettante: wow! Le sequenze delle passeggiate nel bosco sono bellissime, soprattutto quella della galleria con il doppio semicerchio. Da spettatrice: trama troppo esile, protagonista caratterizzata in modo generico, innesto forzato del mito pagano dell’uomo verde all’interno del discorso sulla mascolità tossica. Da fan del genere: il parto multiplo è stato davvero disgustoso, penso che me lo ricorderò. Da donna: bah! Metafora troppo spiattellata. Nel complesso: film discutibile con difetti che superano i pregi ma destinato a farsi ricordare, il che non è cosa da poco considerata la massa di horror usa e getta proposti.
a me Annientamento è sempre piaciuto molto esteticamente e per le musiche nel finale…poi che avesse un senso bisogna crederci molto per poterlo dire…mentre Ex Machina piccolo capolavoro senza difetti…in effetti stupisce che si metta a fare film sostanzialmente banali
1) Ho pensato subito a questo:
https://www.tuscanyhall.it/wp-content/uploads/2021/11/1500X1500-lundini.jpg
2) Poi a questo
https://c.tenor.com/v6yJ1O2OhrgAAAAd/the-simpsons-men.gif
3) Immagino che Cicciolina sia ancora in ferie, buon per lei.
Boo, la mia vita è stata sempre, sin da bambino, orientata e indirizzata da donne.. madre, sorelle, maestre tutte donne, professoresse tutte donne, relatore tesi laurea, donna, capoufficio, donna. Moglie scassacaxzi ma tanto amato quanto figlia scassacaxzi pure lei mia principessa.. Quindi se oggi io sono un po’ misogino è.. colpa mia.. altro che storie
1) lundini ci copia da sempre sarò onesto inizia a diventare imbarazzante
2) uguale, ma sono tutti uomini
3) cicciolina era impegnata a coprire un film bello mi sa
Sono l’unico rimasto molto deluso da Devs?
Più va avanti più peggiora purtroppo, peccato perché all’inizio era potenzialmente una bomba
a quanto pare l’abbiamo visto in tre e siamo uno favorevole uno contrario uno medio
Io pure contrario: suggestioni buone, interessanti ed attuali; prime due / tre puntate che filano, poi cala vertiginosamente e si perde.
Per me Garland pensava di fare il cotrario. Non voleva parlare di donne ma di uomini. Nel senso che è un uomo che parla agli uomini, quelli brutti, e quindi ha messo in scena tutta una serie di questioni legate al comportamento degli uomini. ovviamente. Penso fosse questo il suo alibi. Il finale, quello più splatter, parla proprio di quello che se in modo reiterato e egorifetito, anche in negativo. Sembrava i Teletubbies dell’horrore dove bisogna reiterare per far capire con quella scena finale dei multipli party come a dirci che gli uomini brutti e cattivi vogliono appropriarsi pure di quello, sminuendo e controllando sempre di più il sesso femminile. E io capisco che questo mio discorso sembra del mansplaning e lo sembra proprio perché il film verso la fine lo diventa in modo fastidioso, con quella cosa del superamento e dell’amica che, oddio, incinta! Che bello che le donne generano la vita! Diciamo fare un film su “lo so come ti senti perché ho preso coscienza di fare schifo” a meno senso di “mi sento di merda perché mi fai sentire da schifo” detto da una donna. Tutta un altra cosa. Detto questo però il film crea tensione per molto tempo e non è poi così male se non fosse che, si, alle volte lo prenderesti a schiaffi sopratutto per quel finale da maschio egoriferito che non riesce a ripetere io io io io continuamente neanche quando dice di essere una brutta persona.
anche con questa chiave di lettura, però, il film è scritto col pennarellone più grosso che c’è (e rimango dell’opinione che non spetti a garland parlare di ste robe ma boh, sono prese di posizione mie). doveva intitolarsi MEN BAD! MEN, BEHAVE!
A fine film ero confuso. Bello da vedere eh, ma se su 90 minuti 20 sono lei in auto e un tour della casa (bellissima, affitterei) vuol dire che avevi veramente 4 idee in croce.
Andando più sul preciso:
[SPOILER PATRIARCALI]
A livello di trama: ma quindi il dimonio che voleva da lei? Ucciderla? Farle capire che è colpa sua se il tipo è morto? Avere 5 stelle su Airbnb?
Ma soprattutto, quanto è idiota l’amica di lei? Ci sono letteralmente dei maniaci in giardino e le dice “adesso arrivo io! Tra circa 6 ore!”
A livello di metafora: ok gli uomini sono una merda che (da qui la partogenesi finale) il sistema patriarcale spinge a replicare sempre gli stessi schemi, quindi la soluzione è accopparli tutti? Cosa mi vuoi dire Alex? Oppure è una lunghissima elaborazione del lutto?
A livello attoriale: Jesse Buckley potevi sostituirla con un pupazzo e il risultato sarebbe stato lo stesso, Rory Kinnear è grandioso ma il bimbo sembrava Colin Robinson di What we do in the Shadow.
Quindi se ho capito bene il problema di questo film è che la trama è vuota e un pò noiosa. È un difetto comune di tutti i film “a tesi” qualsiasi tesi vogliano sostenere. I film che vale la pena vedere raccontano una storia
Praticamente la storia è una scusa per mostrare le metafore e delle immagini belle, che per carità può essere figo ma qui si cerca un equilibrio senza riuscirci
Si tutto vero ragionamento corretto, ma si vedono le tette della protagonista?
no ma si vede IL CAZZO DI UN VECCHIO, contento?
Nah, per quello basta lo spogliatoio della palestra.
Prevedibilmente la sezione commenti asciuga ancora più del film (che cmq mi è piaciuto).
Cordiali saluti
Nah, per quello basta lo spogliatoio della palestra.
Non so voi, ma verso la fine del film in sala ad un certo punto un ragazzo (che era certamente andato a vedere il film con qualche amico pensando di vedere un classico horror con i jump scare) ha cominciato ad aggiungere dei vocalizzi (avete presente quei vocalizzi che Harper faceva nel tunnel? Ecco quelli) nei momenti di silenzio, allo stesso modo della protagonista: acuti e brevi.
Secondo me ci stavano tutti, non saprò mai come sarebbe stato il film con qualche vocalizzo in meno, ma – credo – sicuramente peggiore
È previsto che si parli di cinema nel vostro sito di cinema?
tu devi avere letto il trigger warning e giustamente hai pensato “non mi serve sapere altro”, vero?
L’ho letta, zio Qua’, sei il mio mito non me ne perdo una.
9871 caratteri così suddivisi:
– 3577 di analisi sociale del 2022 (imprescindibile);
– 1998 di riassunto del plot senza fare spoiler, dove si nominano gli attori (e le attrici) principali senza che so, un accenno all’interpretazione? Ah, questi dettagli secondari, in un film… hanno recitato bene o male, cosa importa?
– 3427 di excursus sulla carriera del regista e su quanto era meglio prima e quanto ora con questo film abbia pestato il merdone (perché il film è girato male? montato in modo confusionario? è un thriller che non trilla? un horror che non spaventa? chi lo sa, sarebbe stato bello leggerlo, invece il merdone è nella scelta della tematica, certo);
MA ATTENZIONE ULTIMO PARAGRAFO!
– 685 caratteri per finalmente fare la prima e unica annotazione cinematografica, ovvero la sceneggiatura costruita male nella definizione del ruolo della protagonista.
Oh, interessante, allora parliamo di un film… aspetta, cosa succede?
Ah, è finita la recensione.
Quindi, ricapitolando: è previsto che si torni a parlare di cinema nel vostro sito di cinema?
Mi sa che andavi male in matematica, Doc. Rifai i conti.
dottore in cosa?
Hit-Girl, ma veramente hai fatto la somma algebrica per verificare se tornava il conto?
Sei il mio nuovo mito, che vita, guardare il dito invece che la luna è bellissimo
Con tutto l’amore del mondo, ma “la vita è tendenzialmente più facile se sei un uomo e tendenzialmente più difficile se sei una donna” non si può leggere: basta consultare le statistiche su cosucce come morti per lavoro, vittime di omicidi, mancanza della casa, etc.
Il film, confusionario ma decisamente affascinante.
Ciao Niccolò, sentiti pure libero di postare qualche articolo, ne possiamo parlare se vuoi. È un arogmento che mi sta molto a cuore e mi fa sempre piacere approfondire.
Solo non farti vedere da Dr Malcom che lo vedo nervosetto
Mah, tipo, 89% di morti sul lavoro
https://www.osservatoriodiritti.it/2021/10/04/morti-sul-lavoro-2021-oggi-2020-2019-statistiche-italia/
E vogliamo parlare della coscrizione? Gli uomini ucraini che non potevano lasciare il paese perché dovevano per forza godere del grande privilegio di crepare per la patria, li ricordiamo?
Io capisco che la collega zittita nella riunione di Zoom faccia più notizia, però dai.
Battute a parte, ambo i generi hanno i loro guai specifici: femminicidi, molestie, pregiudizi sul lavoro le donne, omicidi, morti sul lavoro, debolezza in caso di separazione con figli gli uomini.
Ma dire che viviamo in una società a misura di uomo oltre a essere semplicemente falso, non serve ad aggustare i problemi.
Mah, tipo, 89% di morti sul lavoro, articolo veloce su google
https://www.osservatoriodiritti.it/2021/10/04/morti-sul-lavoro-2021-oggi-2020-2019-statistiche-italia/
E vogliamo parlare della coscrizione? Gli uomini ucraini che non potevano lasciare il paese perché dovevano per forza godere del grande privilegio di crepare per la patria, li ricordiamo?
Io capisco che la collega zittita nella riunione di Zoom faccia più notizia, però dai.
Battute a parte, ambo i generi hanno i loro guai specifici: femminicidi, molestie, pregiudizi sul lavoro le donne, omicidi, morti sul lavoro, debolezza in caso di separazione con figli gli uomini.
Ma dire che viviamo in una società a misura di uomo oltre a essere semplicemente falso, non serve ad aggustare i problemi.
Ci sono più morti sul lavoro uomini perchè i lavori potenzialmente a rischio sono stati sempre storicamente impediti alle donne che dovevano stare a casa, e non sono certo morti “in quanto” uomini; sono sicuro che senza l’intervento del patriarcato le donne morirebbero sul lavoro tanto quanto gli uomini, credimi, per questo dobbiamo combatterlo, così finalmente anche le donne potranno raggiungere il numero di decessi maschili! Senza bisogno di arrivare all’estrema ratio della morte, dire “la vita tendenzialmente è più facile se sei uomo e più difficile se sei donna” riguarda, appunto, la vita. Quella di tutti i giorni e sì, è più facile se sei uomo. A parte ovviamente, quando quel maledetto facchino di Marina di Massa prende solo la valigia della tua fidanzata…
Un po’ rivedibile questo patriarcato che trama nell’ombra per far crepare più uomini possibili sul posto di lavoro.
Ciao.
sono usciti dalle pareti gli statistici e quelli che leggono i libri ggiusti a sto giro…se la giocano coi pier
Merghetti avete una tendenza bizzarra in questo sito, commentatori e redattori, cioè rispondere prevalente ad hominem nonostante tutti qui, commentatori e redattori, usino palesemente dei nomi finti.
Ma quindi, ad hominem de che? De chi?
So che è più difficile intellettualmente, ma un tentativo di rispondere sull’oggetto della questione che ho posto potresti anche farlo, giusto, che so?, per vedere se l’argomento regge oppure no A PRESCINDERE da chi lo pone.
Dai dai dai
ma cosa si dovrebbe rispondere? mi sembra siate più che certi sulle vostre posizioni …buon per voi…ma poi chi fa la recensione alla recensione senza manco aver visto il film scrive solo per …boh per?
Minchia quanta sfiga. Prima di tutto i complimenti d’obbligo a Quantum: non solo mi hai fatto spisciare, mi hai anche insegnato cos’é il patriarcato. Non scherzo, me l’hai fatto capire davvero, grande. Che dire, in teoria sono contro, ma in pratica lo preferisco e lo voglio mantenere, anche perché le donne mi stanno sul cazzo.
Cmq, grazie al buon Quantum che mi ha chiarificato il concetto, devo dire che mi si è ancora più chiarita la profondità dell’abisso di sfiga che caratterizza voialtri antifemministici. Gli uomini fanno la guerra, gli uomini fanno mestieri più a rischio morbo della morte. Ma no? Non lo sapevate che questi sono mestieri da maschi, sfigati? Il problema è dedurne che siccome quei mestieri lì sono da uomini, allora ne deriverebbe che le donne debbano obbedire agli uomini. Ma poi davvero credete che il fatto che quelli siano mestieri da uomini sia uno svantaggio? Ma se è proprio quello il bello di essere uomini, brutti finocchi! La questione è casomai il relegare le donne ai lavori domestici, quando quelle stronze sono purtroppo altrettanto se non più portate degli uomini ai lavori di concetto e dirigenziali.
Che poi mi portiate l’esempio degli uomini che si impoveriscono post divorzio è assurdo, merde. Dio c*ne, i soldi li devono dare ai figli, non alle mogli, imbecilli! Come cazzo fa a non entrarvi in testa una cosa del genere io non so. Ma non sapete che cazzo di sbatti è occuparsi di un figlio, magari ritardato come voi? Già la donna ha praticamente di default l’obbligo di accollarseli, secondo voi l’uomo non dovrebbe neanche contribuire con quattro soldi?
Scherzi a parte, raga, mi spiace che abbiate probabilmente dovuto sperimentare una femminilità malefica, insomma che abbiate avuto delle madri stronze, penso sia veramente tragico. Ma ormai siete adulti e dovete affrancarvi da questi retaggi, raga. Se invete siete diventati irrimediabilmente stronzi pure voi sparatevi, che è meglio.
Madonna il pippone iniziale è geniale: rispecchia perfettamente lo spirito pressapochista e banale del film. Una serie di luoghi comuni da far cadere le braccia. Se volete fare i commentatori audaci su problemi complessi (e non c’è niente di più complesso della dinamica uomo-donna, specialmente negli ultimi 150 anni), qualche libro dovete leggerlo però. Se no meglio limitarsi al cinema che lo sapete scrivere.
anche meno, moloch, però prego, sentiti libero di dire la tua e suggerire tutte le letture che ti sembrano rilevanti sul tema. certo, l’intro del pezzo aveva un intento soprattutto umoristico e non prevedeva né pretendeva di risolvere o esaurire l’argomento (come invece fa il film di garland), ma se non si è capito la colpa è soprattutto mia. a parte questo, se ne può scaturire una conversazione costruttiva sono tutt’orecchi
Ammazza, ne avete di iscritti al redpillatore/forumdeibrutti che vi leggono… Non credevo.
Film letteralmente tagliato con l’accetta per urlare METAFORONE in faccia alla gente, chissà che peccati avrà da farsi perdonare Garland nei confronti della moglie. O forse voleva semplicemente saltare sul carrozzone woke, e l’ha semplicemente fatto con la grazia di un elefante che cade dal 50esimo piano: come sempre, il problema è l’atterraggio.
Mah non lo so Quantum, il male (il misterium iniquitatis) prende tante forme ed una delle più ovvie (ahinoi) è la sopraffazione del forte sul debole. Purtroppo è tutto qui e dubito che ne usciremo con stronzatine come la schwa. Il mondo è mancora pieno di tutte le forme più antiche possibile di “male” (tra virgolette perché è una semplificazione, non necessariamente una via metafisica di vedere la cosa): dal furto, all’omicidio, all’inganno. Ma il mondo è anche (ed è sempre stato) un bel posto per il quale vale la pena lottare – almeno così la vedo io.
La via politica che questa faccenda ha preso nel XX secolo conduce a circoli viziosi, riducendosi sempre la sopraffazione alla responsabilità individuale, ma per controllare i comportamenti di tutti gli individui (direttamente o mediante manipolazione) è necessario montare su uno stato totalitario, con tutti i problemi che ne derivano.
La verità è che non esistono “soluzioni” esiste solo una continua e necessaria manutenzione della società che devono fare le persone “di buona volontà” contro i “cattivi” (ovvero coloro che compiono le azioni di cui sopra – mi si perdoni ancora la sopraffazione). Fatta la legge, trovata l’inganno, no? Per analogia, si applica a qualsiasi “soluzione”. Così va il mondo.
P.s. si può anche dire (pur con problemi) che viviamo in una società patriarcale, ma è questa la caratteristica precipua della nostra società e la fonte di ogni problema (o anche, meglio: la fonte di ogni problema per una donna)? Il discorso si fa complesso e necessariamente circostanziale.
a me pare che parli di uomini, si chiama perfino MEN; tutta sta tirata sulle donne di cui possono parlare solo le donne francamente mi pare proprio fuori luogo.
Comunque in sostanza, sta roba “Questa non è un’opinione, è un dato di fatto” è una frase da fanatici, i fanatici non sono un buon esempio di intellettuale, tutto è squalificato. C’è anche gente che ha studiato (e studia), che legge di storia, di filosofia, di fisica, non è che gli puoi imporre così il tuo bignamino di analisi sociale, è violento (perché sappiamo tutti da che parte stia il manganello ultimamente) irrispettoso e stupido.
Se uno dà i numeri, va’ controllato. Sempre.
Sarò senz’altro un coglione io, ma ero abbastanza convinto che vi fosse un modo di fare un dibattito che non obbligasse a insultare l’interlocutore ma ove possibile spiegargli educatamente dove, a modo di vedere dell’eventuale antagonista, si sbagliasse.
Peraltro è la fiera della superficialità, con chiara area di riferimento progressista, non fosse che chi conosce Marx (e ragazzi vi do una notizia: si può leggere e studiare uno scrittore senza farne il proprio personale santo) dovrebbe perlomeno sapere che le idee dominanti sono le idee della classe dominante. Ma niente, profondità zero.
E caro mereghetti, giusto per, la risposta poteva anche essere “ah, in effetti non ci avevo mai pensato” e poi magari deducevi (come lo deduco io che quella statistica la conoscevo già) che non era così rilevante. E invece zero educazione, zero dibattito, zero voglia di discutere un argomento per imparare qualcosa, soprattutto molta poca voglia di essere contraddetti mi sembra.
Domenica scorsa ho avuto a pranzo due PHD di filosofia, un americano e un olandese, poi c’era un russo che lavora nel mondo degli affari, c’era un bulgaro, c’era un romano fascio. Ne è venuto fuori un bellissimo dibattito dove abbiamo preso di petto TUTTI gli argomenti più scottanti cercando di capire i punti di vista altrui. Che cavolo è sto schifo si può sapere? Questo è il livello? Quello di Michela “Battiato dice cagate senza senso” Murgia?
Doveva finire in coda al thread di Niccolò in risposta a Bugo, è finito qui, amen
se uno (non tu)arriva sparando statistiche random, dicendo leggetelo qualche libro oppure chiedendo se si parla di cinema in questo blog….che discussione vuoi fare? E’ un pier come un altro con tanta voglia di attenzioni…prossima volta ignorerò del tutto…mea culpa.
Ciao Ruper, anzitutto scusami, ma devo chiarirlo subito: in questi tuoi interventi leggo un atteggiamento passivo-aggressivo: devo dirtelo perché io voglio discutere in modo franco, mentre chi utilizza strategie passivo-aggressive tende a mettere l’interlocutore nella posizione del cattivo, dell’aggressore, facendo la vittima ma allo stesso tempo provocando. Un giochino (naturalmente di solito inconscio) a cui non voglio prestarmi. Va da sé che è implicito in questa premessa che tu mi puoi rispondere che non è per nulla vero e sto dicendo cazzate, anche sfanculizzandomi, purché in modo franco e aperto.
Ciò detto, non avevo proprio idea di star partecipando a un dibattito e non era mia intenzione farlo. Sono solo intervenuto a gamba tesa spernacchiando chi nega l’evidenza della condizione subalterna della donna nella nostra società con argomenti risibili. Gente che non merita di essere altrimenti presa in considerazione, anche perché sappiamo tutti (vedi post di Q più sopra) di che risma è.
Comunque se ritieni che ci sia ciccia per una discussione io sono prontissimo a partecipare, e anche Quantum vedo che si è dato disponibile. Anche se va detto che l’idea di dibattito che tu trovi ideale, un’educata chiacchierata a tavola tra gente educata e di idee diverse, ma in definita della stessa classe sociale (e mi sembra di capire in questo caso anche dello stesso sesso) non mi pare un granché.
Non so se sono troppo sibillino nel dirti che al “le idee dominanti di una determinata società sono quelle della sua classe dominante” dovremmo integrare un altro concetto famoso di Marx ed Engels: “la storia è sempre storia di lotta di classe”. Voglio dire che il dibattito pacato è interno al discorso dominante, ma il dibattito vero, in cui all’arma della critica si mischia la critica delle armi (semicit.) esprime il contrasto profondo tra le classi, tra sfruttati e sfruttatori.
Contrasto che non è un metafisico e astorico contrapporsi del buono e del cattivo in sé, come fossero le idee platoniche di bene e male, ma il modo sempre in mutamento (e motore per questo della storia) in cui si organizza la società a un determinato stadio, anzitutto tecnologico, del suo sviluppo.
Infine vorrei chiarire perché utilizzo di preferenza un linguaggio aggressivo, cattivo e politicamente scorretto, sfanculando tutti a destra e a manca. Lo faccio perché mi ci diverto e voglio essere libero di farlo, ma anche perché non voglio dare il destro ai piagnistei di chi vorrebbe darci a credere le istanze emancipatrici tipo lotta al patriarcato o lotta per la libertà di busoneria configurerebbero una presunta dittatura del politicamente corretto che tutto schiaccia e censura. A parte il fatto che per ogni esempio concreto di questa presunta dittatura twitterina mi imbatto in dieci prefiche di soloni scoreggioni che piangono per la censura, quel che noto è che i suddetti difensori della libertà di far del male a gente in posizione di debolezza e subalternità (perché a questo si riduce la libertà che lamentano venir loro strappata) non la prendono poi bene se si usa di quella stessa libertà per menargliela in culo.
Credimi che si ti ho scritto un papiro del genere, in cui a parte i toni rispetto la tua intelligenza, è perché ti stimo e ti prendo sul serio.
Ciao Bugo,
non lo so se sono stato passivo aggressivo, al contrario mi per di avere alzato il tiro. Ma siccome viviamo in una società dove “passive-aggressive is the new normal” non escludo di averlo fatto inavvertitamente (come, per lo stesso motivo, non escludo che tu possa avere sovra-interpretato). Passiamo oltre.
Quello che mi fa chiudere la vena è questo “chi nega l’evidenza della condizione subalterna della donna”. Ora, dimostrare un’evidenza sociale (e dimostrarla per di più nella storia) è una cosa complicatissima. Personalmente, darei per più evidenti altre condizioni subalterne (fra tutti, i poveri subalterni ai ricchi) e, sempre personalmente, per tale motivo cercherei di stare alla larga da guerre tra poveri, almeno a livello politico sociale, rimettendo alle categorie di rispetto, educazione, cultura e tanto altro questi fenomeni. Vedi post che ho scritto sopra. Ma hey! può darsi mi sbagli (può sempre darsi che mi sbagli) son tutt’orecchi, parliamone. A patto che parlarne non voglia dire “neghi l’evidenza! fascista!”. Questo per me non è accettabile a livello intellettuale. E magari uno può argomentare in maniera più rozza la stessa cosa, non è giusto aggredirlo, non si fa altro che polarizzare ulteriormente – a tutto svantaggio non solo del dibattito, ma della sostanza ad esso sottostante. E persone di una certa risma ce ne sono da una parte e dall’altra, e bisogna fare particolarmente attenzione agli ipocriti.
Sulla “stessa classe sociale” dei partecipanti al dibattito: in verità me la sono un po’ cercata, avrei dovuto dare qualche dettaglio in più e si sarebbe capito che non è proprio così, l’uomo d’affari russo è un giovanotto che ha appena cominciato per dire, i PHD due marxisti che si interrogano sulla rivoluzione, il bulgaro era di estrazione non esattamente facoltosa. Non proprio così. Ma forse lì la discriminante è stato il trovarsi faccia a faccia e trovarsi simpatici a vicenda, animati dalla stessa curiosità.
E’ corretto quello che dici su Marx ed Engels (e precisamente uno dei motivi per cui sostengo in cui viviamo da tempo in società più simili al nazional socialismo, visto che il conflitto viene negato), ma non è in contraddizione con quanto dico. Al contrario lo conferma, pensaci bene – poi però ricordati che quando si tratta di definire le classi sociali Marx si inceppa, ma al momento non c’entra. Intuitivamente funziona.
“Infine vorrei chiarire perché utilizzo di preferenza un linguaggio aggressivo, cattivo e politicamente scorretto” ok ma lo fai stando dalla parte giusta del politicamente corretto in fondo. O almeno così mi pare.
Grazie della risposta, è sempre un piacere
Ma dài? Davvero tu non pensi che ci sia una condizione di subalternità della donna (di cui cmq non mi frega niente e non mi ergo a difensore)? Se vuoi argomentare sono curioso, a me pare assurdo e un negare l’evidenza. Mettiamola così: nella mia esperienza, fatto 1 il dover lottare contro il mio personale razzismo interiorizzato, il sessismo è almeno 30. Ma proprio come minimo. Come dice Quantum lo dò proprio per scontato. Ora poi che ho dei figli me ne rendo conto ancora di più: il carico di lavoro che smazziamo sulla donna, dandolo appunto per scontato, è qualcosa di enorme. E io sono un borghese sinistrorso medio colto in Italia. Figurati altrove: senza prendere il solito medioriente devastato dai giochi di potere imperialistici, ci sono paesi che basano una fetta della loro economia sulla prostituzione!
Fammi sapere che mi interessa il tuo parere. In generale trovo sciocco chiedere all’interlocutore di essere intellettualmente onesto, è troppo difficile esserlo, tanto difficile quanto lo è cambiare un’idea su cui si è investito molto, ma tu mi sembri abbastanza in grado di farlo. A mio parere però sbagli a pretenderlo anche dagli altri. Magari in astratto ha senso, ma in pratica, piaccia o no, è assurdo (e perciò, imho, tendenzialmente sul passivo-aggressivo).
Guarda, ti direi che in generale è molto complicato comprovare quello che dici, e soprattutto renderlo universale nel tempo e nello spazio. Partirei da alcuni dati personali: intanto, sono cresciuto in veneto, una società dove le donne comandano molto (a differenza del resto di italia, me ne sono accorto per differenza). E sono cresciuto con mia madre e mia sorella (maggiore), quindi l’autorità sono state spesso delle donne nella mia vita e questo può distorcere il mio modo di vedere le cose. E in secundis, sono tendenzialmente un brontolone misantropo (infatti non capisco perché passivo aggressivo, io sono aggressivo, con tutti), e anche questo può fuorviare il mio giudizio.
Ora, più in tema, un conto è dire che ci sono episodi di becero maschilismo (e ci sono, ne ho visti anche io), un conto è dire che i) per questo abbiamo una condizione di subalternità della donna in tutta la società e ii) che questo sia la principale e più importante condizione di subalternità nella nostra società. Tale da farne una crociata ma, soprattutto, da dover affrontare la cosa per vie politiche. E’ infatti innegabile che le donne siano meno forti fisicamente degli uomini (Dio mi perdoni per elencare solo questi due generi sessuali, retrogrado che non sono altro) e che da tale cosa derivi una possibilità di sopraffazione del forte sul debole, come scrivevo sopra. Anche la conformazione dei gameti rende lo stupro possibile sono in un senso, una donna non può stuprare un uomo (non nello stesso modo diciamo). E da sempre configuriamo, a mio avviso giustamente, gli episodi di sopraffazione come tra i più odiosi e, almeno formalmente, li condanniamo senza remore.
Ora, tutte le società in tutti i tempi, o quasi, si sono ingegnate in vari modi per porre limiti a questa e le altre situazioni di sopraffazione e la piega che la cosa ha preso ultimamente è stata politica e sociale, con un particolare accento su “se parli del problema, se provi a fare mezza analisi e non sei una donna, ti linciamo”. Certo, visto che la maggioranza del mondo è composta da idioti, ciò ha chiuso la bocca ha molti idioti, che è bene, ma ha prodotto anche tutta una serie di fenomeni deteriori che impediscono proprio qualsiasi analisi della natura del problema. Alla fin fine aggravandolo (diceva qualcuno recentemente che le ragazze che vendono il corpo su onlyfans altro non fanno che vendersi al capitale – è una visione marxista ed è discutibile, ma cribbio mi sento di condividerla, mia sensibilità). Insomma, anche il femminismo da cazzuto che era negli anni 70 è stato corrotto e svuotato. Proprio perché o si lavora sulla cultura (e la cultura è un terreno arcigno e aspro dove ci si fa male), o si ricade in circoli viziosi, in un buonismo vuoto. Nella Murgia.
Quindi, ricapitolando, se no ne esce un papiro: se v’è subalternità deriva dalla differenza nei corpi e quindi le possibilità che da questo vengono date al “sesso forte”. Ma non vedo una subalternità sociale generalizzata o almeno non la vedo generata dai maschi che complottano affinché questa sublaternità permanga. Al contrario, conosco un sacco di donne in gambissima che vedo farsi largo come, un sacco di donne mediocri, qualcuna completamente deficiente. Idem gli uomini. Vedo miserie un po’ ovunque sinceramente. Ripeto, magari è il mio giudizio ad essere distorto, ma già a sentire parlare di subalternità in verità mi fumano le orecchie, solo questa frase mi sembra irrispettosa. Quindi no, in cuor mio devo ammettere che non la riesco a vedere. Ma aggiungo ancora una volta a scanso di equivoci: a casa mia il pavimento lo pulisco io, da mangiare lo faccio io e non per questo non guido la macchina o non porto i carichi pesanti.
P.S. trovo molto pericoloso il discorso della ricerca del razzista nascosto dentro di te o del sessista o che dir si voglia, occhio alle letture iper-razionali perché anche quelle istintive valgono qualcosa. Se poi si ha un problema col rispetto generale del prossimo, è un altro paio di maniche.
P.S2 se uno non è disposto non dico a cambiare idea ma a vedere almeno le cose da un’altra prospettiva, perché deve discutere? Perdiamo tutti tempo
Più avanti ti risp più meglio, ma per adesso su Battiato mi si permetta di postare questa meraviglia, dal mio sito preferito, ormai purtroppo scomparso perché probabilmente seppellito di querele (occhio che il trigger warning è di quelli grossi) : https://web.archive.org/web/20140810132451/http://www.malvestite.net/2010/01/22/franco-battiato-e-daniele-bossari-io-chi-sono/#more-6487
Quale nostalgia…
Eccomi, scusa se non ti ho risposto più, ma, rileggendo il perfido pezzaggio della mitica Betty Moore che ti ho omaggiato, mi sono accorto che mi è uscita una involontaria trollata, che non mi sentirei di rovinare con ulteriori discussioni serie.
Facciamo così: se vuoi proseguire fammi un cenno qui sotto, altrimenti aspettiamo la prossima occasione. Sono certo che l’ipocrita Hollywood e tutti gli altri magnasghei che confezionano films e shows per farci il lavaggio del cervello ce ne forniranno in abbondanza.
Aspettiamo la prossima occasione, ma non mi sono sentito affatto trollato eh, proprio pe’ gnente
Non ti nascondo il mio disappunto. Speriamo in un ritorno del buon Pier :_(
finché non sistemano l’interlinea è dura…
Ahah
Dopo aver letto quest’articolo, ho dovuto rispolverare la mia discografia degli Anal Cunt per prendere una boccata di aria fresca.
Sarei curioso di sapere quanti uomini sposati o conviventi con figli (è la stessa cosa) hanno tirato un bestemmione leggendo il passaggio :
“Tipo, queste sono alcune cose che tu, maschio, puoi fare per combattere il patriarcato:
puoi ascoltare le donne quando parlano
puoi evitare di interrompere le donne quando parlano
puoi accettare che certe cose non riguardano necessariamente te, che il tuo parere non è fondamentale come credi, quindi farti da parte e lasciare che siano le donne a parlare”.
Ciao Rocco, ho visto il tuo commento, ma esitavo arisponderti per non rischiare di far la fine del labrador nella famosa storiella, non so se la conosci. Cmq non ho capito niente di quel che vuoi dire, non so se per mio limite o per come ti sei espresso tu. Puoi riformulare please? che magari nasce lo spunto per una discussione dilettevole.
Ma quanto mi è piaciuto per tre quarti di film!? Tanto! C’è atmosfera, disagio,una fotografia e uno stile registico davvero suggestivo! Ma poi arriva il momento della home invasion e boh… Certamente a livello visivo l’ho trovato potente, ma emotivamente vuoto, poco coinvolgente. Cioè volevo capire dove si andava a parare e no, non l’ho capito. Ok mascolinità tossica, ok il ripetersi della stessa in varie forme e varianti, ma ho perso ogni sensazione di empatia o di ansia per la protagonista. Mi è sembrato uno sfoggio artistico fine a se stesso ma con poca importanza a livello narrativo.
Poi vabbè, convinto fosse una specie di sogno, ma all’arrivo dell’amica ci vengono mostrati evidenti segni che tutto ciò è successo davvero… E niente, mi sono ritrovato con lo sguardo della mucca che vede passare il treno.