
“Uo che botta”
Oh come sono di buonumore oggi che posso parlarvi di When Evil Lurks, un horror argentino che passa gran parte del suo tempo a sfidarvi a guardarlo senza provare disgusto. E che bel tipo Demián Rugna, che era già passato da queste parti con Aterrados e che, in questa bella intervista, racconta un po’ tutta la sua carriera, come abbia cominciato con meno soldi di quelli che ho speso quest’anno in pizza, e poi la fatica di fare film di genere in Argentina, la nascita di una nuova wave che per ora deve ancora esplodere per bene ma che è favorita dal fatto che la nuova generazione di produttori locali ha tra i trenta e i quarant’anni e quindi è cresciuta senza alcun pregiudizio verso quello che lo stesso Rugna chiama “cinema fantastico”…
Ci sono tante belle storie dietro questo When Evil Lurks, tanti buffissimi aneddoti da un set che assomigliava molto alla tempesta perfetta: basso budget, poco tempo per le riprese (“tre ore al giorno ogni tanto” secondo Rugna), tanti effettacci pratici e soprattutto BAMBINI E ANIMALI. Capre, cani, anzi un cane in particolare, un Dogue de Bordeaux, quello di quel film con Tom Hanks, scelto dall’autore in quanto “ha un aspetto terrificante”, e non solo! Pare che sia pigro, testardo, non ami obbedire, si faccia i fatti suoi. Cosa ti è venuto in mente, amico Rugna? When Evil Lurks sembra il genere di progetto nel quale ti infili perché a) hai perso una scommessa oppure b) vuoi cambiare lavoro e non sai come dirlo ai tuoi quindi cerchi di floppare il più duro possibile per poi dedicarti finalmente alla tua passione per l’apicoltura.

“Espléndido entorno” secondo Google Translate.
E invece oh, funziona tutto. Quasi tutto. Meglio (o peggio?): le cose che non funzionano sono le stesse che non funzionano negli horror mainstream a budget medio-alto di questi ultimi anni! Per esempio When Evil Lurks soffre del tremendo Morbo del Rallentamento nel Secondo Atto, durante il quale il film prende una serie di direzioni collaterali che ne ammazzano un po’ il ritmo anche a causa del Peso degli Spiegoni. Ma sono dettagli! Piccolezze. Minutaglia. Frattaglie! Ce ne sono un bel po’. L’ho già detto che questo film originariamente intitolato Cuando acecha la maldad fa schifo? Per fortuna siamo da queste parti per cui so che non prenderete male questa affermazione, perché sapete che non significa letteralmente “il film da schifo”, significa invece che “il film fa schifo”. Chiaro, no? “Fa” nel senso di “suscita”, nel senso che è una cosa voluta, nel senso che Rugna ha delle idee ripugnanti e si diverte un mondo a metterle in scena così come le ha immaginate, senza filtri, senza inganni, senza vedo-non-vedo.

Questo per esempio fa schifo, ma non fa schifo.
Che piacevole esperienza When Evil Lurks, come sono contento di essere qui a consigliarvelo. C’è del bel Carpenter ma vestito, crediateci o no, con la divisa del folk horror. Ah, ecco un’altra cosa che non ho ancora detto: è un film sulle POSSESSIONI! Capito? L’argomento più pericoloso da usare in un film horror perché il più liso e consunto, il più sfruttato e il più banalizzato, e in fondo anche il più prevedibile. Come si fa un film su gente con dentro i demòni senza ricadere nel citazionismo e nel ricalco? Ve lo racconto dopo la SIGLA!
Pedro e Jimi sono due fratelli che vivono in un pueblo nella pampa, tutti immersi nell’Argentina. È l’Argentina rurale, lontana dalle città, con i suoi ritmi lenti ma anche con quel sottile senso di terrore derivante dal fatto di vivere nel buco di culo del mondo, per cui se di notte senti degli spari in lontananza la prima cosa che fai è armarti, la seconda è barricarti in casa e attendere l’alba. Purtroppo per Pedro e Jimi, i proiettili che sentiamo a inizio film non sono stati sparati da bracconieri o da gente del posto che cercava di difendersi dal gigantesco puma che si aggira nei paraggi. Oh no, cari Pedro e Jimi, vi tocca un destino molto peggiore, che scopriamo a spizzichi e bocconi in uno dei primi atti esplicativi meno didascalici nei quali mi sia imbattuto negli ultimi anni.
Va così: nel mondo circola un virus che non è proprio un virus, più una forma contagiosa di possessione perpetrata da feti di demoni in attesa di venire alla luce. Il non-virus colpisce prima gli animali, poi le persone, infine persino i morti, si trasmette anche solo toccando un oggetto che è statao nei paraggi di un infetto, e quando arriva in città l’unica soluzione è evacuare chi è ancora sano e bruciare quella merda fino alle fondamenta. Dice “ah è una metaforona di quel virus là a noi ormai ben noto”, eh no. Facile così. È peggio! Questa roba succede e la gente lo sa, le istituzioni lo sanno, la Chiesa (che viene dichiarata più volte morta e sepolta nel corso del film) lo sa. C’è un protocollo, ci sono autorità da informare, ci sono dei professionisti che si occupano della rimozione degli encarnados, i quali, poiché demoniaci, non possono essere semplicemente uccisi – vanno trattati con strumenti adatti, e soprattutto non bisogna usare le armi da fuoco per eliminarli, perché peggiorerebbe solo la situazione, spingendo il demone a spostarsi nel corpo più vicino, incazzato nero. Ora vi faccio vedere uno di questi professionisti:

Mezzo professionista, dai.
Insomma: c’è un encarnado nel pueblo, e la persona incaricata di occuparsene, insomma, sono sicuro fosse un tipo in gamba ma il problema è che ormai gli rimangono solo quelle. È qui che When Evil Lurks si rivela essere anche un horror burocratico che parla di quanto lo Stato centrale si disinteressi delle periferie (concettualmente e in senso ampio) per concentrarsi solo sui centri urbani, densamente popolati e più importanti innanzitutto dal punto di vista produttivo. Scopriamo che sia le autorità locali, sia quelle statali erano già a conoscenza della presenza del tizio infetto, e se ne sono fregate per un anno intero – stando al più ricco proprietario terriero del posto, il signor Ruiz, “perché vogliono farci andare via e rubarmi il terreno”.
(incidentalmente, tutto questo è stato ispirato a Rugna dalla faccenda dell’uso del glifosato in agricoltura e dei rischi per la salute che comporta. Ci sono buone probabilità che continueremo a usarlo per i prossimi dieci anni anche qui nell’UE, per cui da qualche parte nel multiverso esiste una versione di When Evil Lurks ambientata nella bassa padana)
Succede quindi che Pedro, Jimi e Ruiz capiscono che devono risolverla da soli, e qui Rugna dimostra di avere un grande controllo non solo della materia orrorifica, ma anche del linguaggio della commedia nera. When Evil Lurks è una lunga serie di tentativi di liberarsi di un problema, che portano come conseguenza solo il suo peggioramento. All’inizio fa anche ridere, perché i nostri eroi si inventano soluzioni stupidissime ai confini con la slapstick; poi ti viene un po’ meno da ridere perché è tutto disgustoso, perché questa orrida possessione/malattia ti porta a far male a te stesso e ai tuoi cari in modi creativi e spesso difficili da sostenere per chi guarda. Perché è chiaro che questa gente sta malissimo, sempre peggio, sempre più vicina a perdere completamente la brocca e agire a caso, che è poi da sempre uno dei motori principali dell’horror di morti a profusione.

Fareste mai del male a questa dolce capretta?
When Evil Lurks non è comunque solo slapstick e momenti di ultraviolenza che ti fanno ridere parossisticamente, ma usa un’ampia gamma di diversi dialetti dell’orrore. Una delle cose che viene meglio a Rugna è farti vedere, magari sullo sfondo, magari fischiettando e facendo finta di nulla, qualcosa di potenzialmente pericolosissimo, il genere di roba che ti fa pensare “no dai, non andrà lì, vero? Non sta per succedere quello che sembra stia per succedere”. E poi succede. Ci sono due, forse tre momenti del genere che da soli valgono interi franchise sulla possessione, e uno di questi peraltro è inserito in una scena che è tutta una straordinaria e inaspettata citazione a Shaun of the Dead.
E per contrasto c’è tanta natura, tanto paesaggio, che diventa un elemento narrativo importante, non solo un contorno – che influenza le scelte dei protagonisti e li porta a pensare in un modo radicalmente diverso da quello di noi cittadini. La faccenda stessa degli encarnados ci viene presentata a metà strada tra la leggenda locale e l’emergenza sanitaria, un male atavico e senza tempo (in fondo sono demoni) che però è anche in qualche modo figlio del momento. Un male che gli stessi protagonisti si stupiscono di dover affrontare: pensavano, carini loro, che queste brutte storie di possessioni purulente fossero riservati agli abitanti delle metropoli; pensavano che vivere lontano da tutto fosse un modo per proteggersi, quando in realtà è solo un modo per assicurarsi che lo Stato non ti cagherà e dovrai cavartela da solo contro tutti, compresi i bambini orribili.
Perché sì ovviamente ci sono anche dei bambini orribili, c’è tanta carne al fuoco in When Evil Lurks, tanta che a un certo punto è costretto a rallentare e presentarci la sempre impeccabile Signora Spiegoni, che per lunghi minuti porta il film in territori più rassicuranti e digeribili – e quindi noiosetti da esplorare. Questo impedisce forse a When Evil Lurks di avere una nuova, decisiva accelerata sul finale e di chiudere il tutto con una rapida serie di mazzate sulle gengive ben assestate? Per fortuna no, ed è per questo che mi aspetto di vederlo molto in alto in parecchie classifiche di fine anno, la mia compresa.
Quote
«Quando “horror dell’anno” non è un’esagerazione»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)
Quindi Argentina, Cile e altri buchi del culo del mondo sono la nuova culla dell’Horor e del buon cinema di genere mentre qua abbiamo Gassman, Amendola e i Cesaroni…
Ah sì, abbiamo avuto anche Piove,The Nest, Matilda Lutz, Christian, Suburra e Favino di Amore, ma continua a sembrarmi poco…
Matilda Lutz: un’evviva per la Scream Queen nazionale! (Aspettando Red Sonja e Briganti…)
Visto ieri, bello bomba, però i protagonisti fanno di tutto per fare cazzate, tipo non rispettare le sette regole che dovrebbero rispettare, il sig. ruiz x primo…
Dico solo ,senza nemmeno aver letto la recensione,
GUARDATELO!!!
A proposito di Argentina starconsiglio Historia de lo oculto, passato all’edizione 2020 del Be Afraid Horror Fest: stilisticamente agli antipodi di questo, ma lo trovai geniale.
Segno ,di quel festival riuscì a vedere solo 2 film ,fra cui un Taiwanese recensito qui,ma ora mi sfugge il titolo.
Get the hell out, me.lo ricordo :-D
“una versione di When Evil Lurks ambientata nella bassa padana” cazzo ditemi quanti soldi volete ve la produco io, ma fatelo che la voglio vedere!
Quando capita che mi riconoscono per strada, nonostante cerchi sempre di mimetizzarmi con l’ambiente circostante, una delle domande che mi fanno più spesso è “Chi è il regista di Rambo?” e di solito a quella segue “E invece il regista di Ghost?”. Mi fregano sempre giacché puntualmente io non mi ricordo mai i loro nomi. Be’, il regista di Rambo è Ted Kotcheff e mi sorprende ogni volta lo scoprire che è anche il regista di Weekend con il morto. Ecco, When Evil Lurks mi ha fatto pensare a Weekend con il morto. Sì perché in When Evil Lurks ad un certo punto dei tizi devono trasportare un mezzo cadavere e finiscono per perderlo in un modo ridicolo. Non fosse però che qui siamo in un horror. Che cosa voglio insinuare con questo? Voglio irridere quello che viene considerato uno degli horror migliori dell’anno? Dopo non aver elogiato Talk to Me voglio davvero percorrere codesto insidioso sentiero? Ma chi mi credo di essere?! No, oggi sento di poter dire che il film mi è piaciuto a tratti. Quello che mi è piaciuto è che è un film maleodorante, senza speranza e amabilmente scorretto. Permettimi una piccola digressione. In
Under the Silver Lake di David Robert Mitchell, c’è una scena in cui Andrew Garfield sorprende dei ragazzini che vandalizzano delle auto e invece di dirgliene quattro e accompagnarli dai genitori, li prende a pugni e calci e ad uno di loro gli infila un uovo crudo in bocca. Essendo io di sicuro una persona malata ho adorato quella scena (oltre che tutto il film). Parlo in termini di cinema ovviamente, di diegesi, sturm und drang e il Peloponneso. I bambini sanno benissimo essere delle merde e il mondo del cinema ci aiuta a metabolizzare la faccenda. Anche in codesto When Evil Lurks ai bambini li si vuole bene ❤️. Qui sì e per l’appunto giusto aggiungere che Demián Rugna ha tratto ispirazione da quello che succede in Argentina, i pesticidi che causano la morte di chi lì ci lavora, inclusi i bambini che si ammalano di cancro. In When Evil Lurks non si parla di cancro ma di possessioni malefiche molto difficili da controllare. Anzi, in realtà ci sarebbero delle regole da rispettare ma i protagonisti fanno il possibile per mandare ogni cosa in vacca. Ecco, tutta la prima parte in cui succedono cose assurde è quella che anche pour moi funziona di più. Lo spettatore rimane disorientato tra mutilazioni, asce, caprette, marciume, merda e pus. Lasciare domande in sospeso genera un salutare senso di disorientamento. Poi però il film sente la necessità di spiegare troppo e ne risente l’inquietudine. Come quando ti innamori senza ancora conoscere benissimo con chi dovrai avere a che fare. Le relazioni migliori sono quelle in cui nessuno dei due ha ancora lasciato il proprio spazzolino nel bagno dell’altro. Ci conosciamo, stiamo bene. Perché esagerare? Mah. When Evil Lurks. Non mi ha sconvolto ma mi ha almeno ricordato i vecchi tempi. E poi che matte risate, più andavo avanti con il film più vedevo nei due fratelli le versioni argentine di Hugh Jackman e Bugo. In ogni caso ora devo andare a prendere mia figlia da catechismo, oggi le hanno concesso di portarsi Bruno, il nostro amatissimo Dogue de Bordeaux.