Ma secondo voi Matthew Lillard è un bravo attore che poteva avere una grande carriera ma per una serie di insondabili circostanze purtroppo non è andata, o alla fine è un mediocre che ogni tanto ha azzeccato qualche ruolo ma più di tanto non può dare?
È una domanda che mi faccio dai tempi di SLC Punk!, ve lo ricordate? Quel film un po’ cazzone su un gruppo di giovani punk di Salt Lake City con quella regia un po’ Trainspotting del discount, che magari nelle intenzioni aveva anche cose amare e interessanti da dire ma forse non gli erano riuscite proprio benissimo, quello che noi in Italia abbiamo distribuito con il titolo imbarazzante di… Fuori di cresta. Ooohh, adesso vi ho sbloccato qualche ricordo, eh?
Insomma, è da lì che mi son detto: ma questo è bravo, cazzo. E anche in Scream se la cava, e in quella cagata di Kiss Me è l’unica cosa divertente, e in In the Name of the King di Uwe Boll fa delle facce pazzesche. E allora perché alla fine il ruolo più grosso che ha avuto in carriera è stato Shaggy Rogers negli Scooby-Doo scritti da James Gunn? Cosa è andato storto?
Parlandone col boss, che la sa sempre più lunga di tutti, mi convinco della veridicità delle sue parole, ovvero che «Lillard avrebbe potuto fare l’efficacissimo caratterista. Se gli dai troppo spazio finisce per stroppiare, ma misurato bene funziona ancora alla grande».
Perché alla fine è esattamente quello che ho pensato guardando Five Nights at Freddy’s: cazzo, Matthew, misurato bene funzioni ancora alla grande, peccato che la vita, gli eventi, l’inafferrabile logica del cosmo ci abbia portato ad un presente in cui per poter vedere il tuo talento all’opera ci tocca cercarti in film impresentabili come questo.
Dopo aver visto questa micidiale palla al cazzo di Five Nights at Freddy’s – che è tante cose sbagliate insieme: un horror che non fa paura, un dramma che non coinvolge, una storia di affetti che non emoziona – ero ovviamente stanco, la visione è stata estenuante amici, sta roba è talmente priva di ritmo che al confronto Nirmata pare un film di Edgar Wright; ero stanco, dicevo, ma tutto sommato ero tranquillo. Ok, è un film demmerda, che vuoi che sia, ce ne sono tanti nelle sue condizioni. Poi però leggo questo pezzo del nostro Stanlio Kubrick su Esquire e scopro che Five Nights at Freddy’s ha incassato 40 milioni di dollari solo al primo giorno d’apertura, scopro tutta la storia che c’è dietro al progetto di portare in sala un film tratto dall’omonima serie di videogiochi e mi rendo conto che questo film poteva essere bello, poteva essere brutto, sta mano po’ esse fero, po’ esse piuma, ma poco importa: era destinato ad essere un successo e io con queste cose ho un problema se poi si rivelano essere LA MERDA.
Ho lo stesso problema che ho avuto ad aprile con il film di Super Mario Bros.. Sei Nintendo, sei Super Mario, sono decenni che tutti aspettano questo film, anzi, precisamente 30 anni: da quella volta lì. Già solo a pronunciare insieme le parole “super”, “mario” e “film” puoi sentire da lontano il suono tipico della campanella da slot machine quando fai jackpot. E tu chi chiami? La Illumination. Quelli di Cattivissimo Me e dei Minions. Quelli di Sing e Pets, cristoddio. Quelli che tolta la qualità visiva non hanno mai scritto uno straccio di trama che elevi il risultato finale a film che potresti azzardarti a rivedere – la sparo grossa – due volte. E alla fine è esattamente quello che è successo con Super Mario Bros.: la resa visiva è pazzesca ma è il compitino fatto a modino senza mai dare contro ai rigidi dettami del signor Nintendo, un film che fa contenti i fan per le citazioni al videogioco, ma non ha una vera personalità, non ha inventiva, non ha schegge impazzite e imprevedibili. Perché alla fine chi glielo fa fare a questi di lavorare davvero quando il successo è assicurato?
E questo è esattamente quel che posso dire anche di Five Nights at Freddy’s. Anche qui abbiamo un film tratto da un videogioco con un enorme fandom al seguito, quindi attesissimo da anni, e anche qui abbiamo un compitino eseguito alla perfezione, o meglio assecondando l’idea di perfezione che ha Scott Cawthon, il creatore del gioco che qui ha preso parte alla sceneggiatura. Cioè, rendetevi conto che per non farsi mancare nulla dentro Five Nights at Freddy’s ci hanno ficcato un cameo di MatPat, uno youtuber famoso per aver dedicato al videogioco parecchi video di analisi sul suo canale e gli fanno addirittura dire il suo tormentone “That’s Just a Theory”. Capite quante promesse ha mantenuto sto film? Capite quanto cazzo erano carichi a pallettoni i fan?
Ed è qui che io mi incazzo. Perché io non ho mai giocato a Five Nights at Freddy’s ma di horror belli ne ho visti, ah signora mia, se ne ho visti. E quindi per me non c’è problema se il fandom non vuole il sangue visto che il gioco non ne prevede, ma vuole i jump scare gratuiti visto che il gioco ne è pieno zeppo. Mi sta benissimo, non c’è problema. Esistono horror molto fighi fatti anche solo di queste cose.
Ma qui stiamo parlando del campione olimpico nel fare appena il minimo sindacale perché tanto hai già la vittoria in tasca.
Di una trama che abbiamo già visto almeno un centinaio di volte raccontata con una mancanza di passione e impegno sconcertanti.
Dell’ennesimo dramma famigliare insipido dove per poter espiare le colpe bisogna fare i conti con il proprio passato turbolento, ecchecojoni.
Stiamo parlando di attori cani, carismatici come la scrivania di un impiegato dell’ufficio postale.
Di poterti permettere il lusso della confezione decente e della distribuzione capillare perché dietro hai un esercito che vuole vederti, altrimenti voglio proprio vedere dove andavi con quei ridicoli pupazzoni.
Stiamo parlando della Blumhouse che, dal cucuzzolo della montagna di soldi che sta facendo, ci chiede sfacciatamente: ma dopo tutte le strizzate d’occhio che vi ho apparecchiato che cazzo volevate, pure un bel film?
E alla fine della storia lo stronzo sono io, che non essendo un fan del videogioco, beh… sì, ecco… sarò ingenuo, ma mi sarebbe piaciuto vedere un bel film. O al massimo un buon film.
Ma mi rendo conto di essere in questo caso un inguaribile sognatore e allora sapete che vi dico? Massì, viva Five Nights at Freddy’s, viva la Blumhouse e viva la pigrizia.
Ma soprattutto viva Matthew Lillard, l’unica cosa decente di questo film demmerda che sta facendo un boato di soldi quindi ha ragione il fandom se dice che è bello.
DVD-quote:
«Ha ragione il fandom»
Terrence Maverick, i400calci.com
Lillard non è male nella versione americana della serie the Bridge, dova fa il giornalista devastato di pillole e bevande alcoliche varie.
Non per fare il cacacazzo, ma non era meglio parlare dell’ultimo Scorsese invece di questa boiata? D’altronde ne ha gia scritto stanlio, anche se altrove.
Curiosa espressione cagare il cazzo. Evoca una delle immagini più schifosamente abiette e surreali a memoria d’uomo. Credo l’abbia usata per primo (al cinema) David Keith rivolgendosi a Richard Gere , un quel thriller con Uma Thurman in cui l’uno faceva lo sbirro (si può dire sbirro?), l’altro lo psicanalista.
Dopo averlo visto tra le altre cose mi sono chiesto tra me e me se potesse essere considerato un film calciabile. Ci sono buone ragioni pro e altre contro, posso capire perché in redazione non l’abbiano considerato tale
Per me lo è alla grande, molto più di Irishman, per dire
Lillard (che da quel che vedo si sta trasformando in Russell Crowe) efficacissimo anche ne “I tredici spettri” del 2001. È uno di quegli attori generazionali, “She’s all that” è un film che tra lui, Freddie Prinze jr. e la canzone dei Sixpence None the Richer è una piccola capsula del tempo all’epoca di Dawson’s Creek e di Ronaldo il Fenomeno.
P.S.: adesso che ci penso, ma che fine ha fatto Freddie Prinze jr.?
Ha fatto l’operatore strafigo delle forze speciali in una delle ultime stagioni di 24, poi si è ucciso perché non era Kiefer Sutherland, ne’ Kathee Sackoff, ma “solo” uno dei più clamorosi miscasting della storia.
Freddie Prinze jr. ha sposato Buffy, indi si e’ giustamente ritirato a vita privata
È diventato producer dei match della WWE. True story.
(mi ricordo un vecchia recensione col tag tipo “quando scopri che uno che si chiama Freddi Prinz Jr non è nero”)
Lillard era anche nell’ultima stagione di Twin Peaks, e anche lì se la cava alla grande secondo me.
1) Super Mario è banale e sciapo, siamo d’accordo, però due cose belle ci sono:
a) Bowser servo della gleba planetaria.
b) La stellina blu depressa (Una battuta come “There’s no escape; the only hope is the sweet relief of death.” in un film così è il Maccosa dell’anno, sebbene non candidabile ai Sylvester).
2) “Ma dopo tutte le strizzate d’occhio che vi ho apparecchiato che cazzo volevate, pure un bel film?” is the new “Ma come, con tutte le libertà che avete volete anche la libertà di pensare?”
1) Concordo su entrambi i punti
2) Questo collegamento che hai fatto con Gaber ha del clamoroso
nel mondo dei videogiochi al meno fino a metá anni 90 era normale comprare una licenza famosa e farci giochi da poco sopra, come dite voi, vendono comunque.
adesso è hollywood che insegue i videogiochi ma il principio è lo stesso.
a me il gioco sembra pessimo me lo aveva regalato mia figlia perchè lo aveva visto giocare (appunto) da qualche youtuber e lo abbiamo disintallato prima delle 2 ore canoniche per restituire un gioco su steam, il film immagino sia per quel target pre adolescenziale.
Questo è un ottimo paragone. È l’equivalente, ma inverso, di quando io compravo il videogioco di Terminator 2 per Commodore 64 e faceva cagare però oh, usavo Schwarzenegger.
Concordo che Super Mario è privo di contenuto, e anche Fnaf, ma per quale motivo hanno messo Fnaf 14+? Potrebbe essere un film da fare vedere ai bambini non a quelli più grandi😒
>> viva Five Nights at Freddy’s, viva la Blumhouse e viva la pigrizia.
“… VIVA LA MMERDAAHH!” (cit.)
Penso sto film sia il tipico esempio di come Blumhouse stia scivolando sempre più nel peggio del peggio…
FNaF ha una semplicità di base che riprodotta un film la potrebbe pure fare Uwe Boll, no dai…
Comunque è semplice e richiede davvero poco per farlo, come sforzo creativo, hai tutto il film li bello e pronto.
Invece sto vizio di impegnarsi per far cose che nessuno chiede non lo capisco.
Per farle poi così a cazzo.
Si so che qualcuno crede fermamente che non si debba guardare troppo oltre e che un simile film non sia un documentario; siccome queste scuse sono cazzate però io penso che se non siamo più negli anni 80, dove in un campeggio al lago continuavano ad andarci decine e decine di adolescenti seppur il tasso di mortalità fosse bel oltre un lido balneare a Fukushima, significa che magari potrebbero smetterla di credere che gli spettatori di un film si bevano qualsiasi cazzata se è horror e via.
La bambola che ball…dicevo, se il fulcro del film è “povero ragazzo che non vuol perdere l’affidamento della sorella” allora cazzo non farmi vedere che la babysitter che dovrebbe star con lei OGNI NOTTE è in realtà al soldo della zia che vuole lei l’infausta bambina.
Dai su…