Quando le piattaforme aggiungono film al proprio catalogo, non li posizionano: li scaricano come terra da un camion con rimorchio, come asfalto appena mescolato da una betoniera, come banconote sul tavolo di una finale di campionati di poker, come ghiaia davanti a un ristorante per famiglia fuori mano, come rifiuti in una buca illegale nella terra dei fuochi. Nell’infornata di questo mese di Prime Video c’era Land Of Bad, che facilmente si è perso nel cumulo di commedie romantiche e allucinanti thriller psicologici (un tipo di thriller morto negli anni ‘90 ma che si può ben sostenere che non sia mai stato vivo).
Land Of Bad invece è un film con l’Hemsworth sfigato e il solito Russell Crowe di mestiere, sempre più vero grande protagonista per cinema d’azione (statico oppure no) convenzionale e formulaico che anche solo la sua presenza può rendere d’acciaio. Io ancora me lo ricordo Il giorno sbagliato, un film che nessuno sarebbe riuscito a mantenere nei margini della decenza e invece Russell Crowe ne ha fatto un gioiello di divertimento paradossale del menare, per non dire di L’esorcista del Papa che siamo a vette da Nobel per la recitazione autoironica.
Dunque Land Of Bad ha già l’impostazione giusta. Poi William Eubank decide di farne un film vero, tecnico, uno showcase delle sue capacità, e diventa un film di menare che contiene 100 film di menare di guerra. Diventa una specie di viaggio in quello che il cinema americano ha fatto con la guerra, come l’ha trasformata in materia narrativa, come ha creato diversi tipi di archetipi nelle storie di soldati.
Innanzitutto c’è il vecchio e il nuovo, cioè c’è la guerra tradizionale, quella del commando di uomini altamente addestrati che vengono paracadutati in territorio nemico per recuperare uno di loro. Sono tutti veterani più un novellino (Hemsworth Jr. ormai grosso come il fratello e quindi totalmente sostituibile a lui se non fosse che non fa ridere). E poi c’è il nuovo, la guerra tramite droni, quella per la quale delle persone che non devono avere niente di atletico o di giovane o di machista, da un ufficio, tramite computer, pilotano droni per monitorare i cattivi e occasionalmente sparargli mentre mangiano ciambelle e bevono energy drink. Il film mette insieme tutto perché il commando altamente addestrato compie la sua missione in contatto con chi manovra i droni e fornisce il supporto. E indovinate chi è il soldato addetto a rimanere in contatto con la base? E indovinate chi è quello sovrappeso ma di gran carisma e insofferente all’autorità che manovra il drone? Bene. Tutto giusto.
Se tutto il cinema americano mette la tecnica al servizio dell’ideologia, il cinema di guerra in maniera più sottile mostra la tecnologia al servizio del patriottismo: la tecnologia del cinema ovviamente, ma anche quella militare. Solitamente si cerca di svicolare questa forma di sbilanciamento per la quale i soldati americani sono armati fino ai denti, iper-addetsrati, pieni di armi e gadget per affrontare i guerriglieri che si battono contro contadini scalzi con kalashnikov. Si butta Rambo a torso nudo da solo nella giungla, si fa regredire Schwarzenegger per combattere un alieno che (lui sì, ha il vantaggio tecnologico), oppure si fa semplicemente finta di non vedere che i militare americani (nei film) faticano a ottenere la supremazia nonostante un armamentario imparagonabile. Questo è ancora più evidente in Land Of Bad, in cui è chiaro che questi soldati hanno tutti i vantaggi possibili, possono vedere tutto grazie all’occhio del drone, sanno chi sta arrivando e quando sono nei guai possono chiamare il bombardamento dell’alto per far fuori nemici a gruppi di 10. Lo stesso verranno scoperti, e ci sarà un conflitto con prigionieri e vittime.
Parte qui il viaggio tra i sottogeneri del cinema di guerra. C’è il film da soldato sperduto in terra nemica, quello di prigionia, quello di menare le mani senza armi, quello di conflitto iper-tecnologico e quello di conflitto primitivo sporchi di fango e ringhianti come ormai animali. C’è il luogo comune del bombardamento che sta per arrivare e non può essere fermato, come quello degli ufficiali che non capiscono niente mentre la fanteria combatte le guerre per loro. E Eubank fa tutto bene, anche a un certo punto un po’ di care vecchie mazzate a mano tra tecnica e brutalità. Questo non è cinema d’azione d’autore, ma cinema di menare fatto con cura. Eubank ha una carriera da direttore della fotografia, è un tecnico, e quindi il film ha quel tipo di perizia maniacale in tutti i comparti. È uno da tenere d’occhio.
E Russell Crowe? Lui gioca la sua partita: si ribella all’autorità, lotta da seduto, lotta da in piedi, lotta addirittura quando sta nel supermercato impegnato a comprare cibo vegano per la moglie, ignorando che il soldato che aveva ormai dato per disperso lo sta cercando. Sarà al centro di tutto un finalone un po’ pacchiano, ruffiano e sciocco, ma non importa più niente. Perché arrivati a quel punto Hemsworth Il Piccolo ha dimostrato di continuare a non saper recitare ma di avere la prestanza giusta per il genere (non è solo che sa menare, sa soffrire e sa anche stare fermo a cacarsi sotto mentre il nemico lo sta per beccare), e Crowe come già detto di aver trovato l’atteggiamento giusto per questa parte della sua carriera, quello da Frank Grillo e Milla Jovovich, quello che consente di dare tutto anche nelle produzioni meno affilate e trasformarle solo con la propria presenza. E soprattutto quello che mette insieme serietà e divertimento metafilmico (quando lo sai benissimo in che film sei coinvolto e fai capire a tutti di saperlo).
Dvd quote suggerita:
“Bravi tutti”
Jackie Lang, i400calci.com
Oh bella Jackie,
bella raga!
Senti, mi aspettavo anche un paragone o citazione con Bat 21, ci sta?
Ciaooooo
Secondo me tutta la differenza del mondo sta nel fatto che non solo Russell Crowe sa di essere nella fase Grillo/Jovovich della carriera, ma l’ha anche accettato e ne prende il meglio, cioè i bonifici e l’opportunità di divertirsi.
Nel film c’è anche Luke Hemsworth, e la cosa mi fa tanto action anni 90 quando si buttavano Baldwin un tanto al kilo <3
L’ho visto nell’elenco dei film prime ma sinceramente l’avevo battezzato come roba “da cestone”… gli darò una possibilità, grazie per la recensione
se è bello un decimo dell’esorcista in lambretta va guardato
Piccola nota margine: nel cast del film oltre all’ Hemsworth sfigato, c’è anche quello mignon, ossia Luke Hemsworth il terzo fratello della famiglia, un comodino palestrato che però secondo me recita leggermente meglio rispetto al fratello Liam.
P.S. comunque sti Hemsworth hanno preso il posto dei vecchi fratelli Baldwin o Penn.
Interessante, anche io l’avevo schifato questo film, stasera me lo guardo, anche perché di film d’azione come una volta non ne fanno più, la moda attuale porta a fare prevalentemente roba inclusiva per ragazzine.
Lo avevo addocchiato e messo nella lista di quelli da guardare in mancanza di meglio. Ma ora sarà il primo che andrò a recuperare. Grazie guys & girls & mostri grossi di Valverde.
Appena finito di vederlo, proprio niente male, è un piacere vedere film d’azione così chiari e fatti in maniera competente.
Promosso.
mah…filmetto appena sopra la.media cestone…poi ha il difetto grave di non causare alcun interesse per la sorte dei protagonisti vari …non si sa neanche che cazzo sta succedendo…ammazzano gente e trovano gente a casaccio…Russell in lambretta molto meglio (o se si vuole un paragone con altra roba analoga netflixiana…Triple Frontier resta ancora al n1 degli action militari da divano)
Triple Frontier rivisto lo scorso WE, un film eccezionale.
Oh io al Capo glielo avevo detto che era una bombetta.
Guardato e mi sono divertito, ma mi ritrovo perfettamente in una osservazione della descrizione. Gli americani dipinti come superguerrieri tecnologici invincibili. I buoni sono in difficoltà perché i cattivi sono semplicemente in un numero soverchianti e gli tirano addosso anche gli RPG, ma i ragazzi yankee prima di essere catturati fanno praticamente una strage. Se fosse un film alla “Commando”, quindi con un taglio fumettistico, la cosa non mi striderebbe. Il problema è che l’impostazione del film è sul “verosimile-quasi-realistico”.
In realtà, ti sorprenderà sapere che per quanto stupefacente, non è una situazione inverosimile. Le FS USA in Vietnam e Laos si trovavano spesso soverchiati in 6-8 contro anche un battaglione di vietnamiti e ne sono usciti quasi tutti vivi proprio grazie al supporto tecnologico/areo e l’abilità del soldato vs l’incompetenza del singolo vietnamita. Tutto documentato da più fonti e testimonianze.
La cura verso l’aspetto militare di questo film è l’unica cosa che non può essere assolutamente criticata!
Cit. Zaku71: “La cura verso l’aspetto militare di questo film è l’unica cosa che non può essere assolutamente criticata!”
‘nsomma… Fa un po’ sorridere l’impossibilità di comunicazione a voce alta con i nemici nei pressi, quando da anni ormai le Forze Speciali USA sono equipaggiate con laringofoni che consentono di subvocalizzare (fonte: il compianto Grisham)