C’e questa scena nella prima parte del film in cui un giovane prete antipatico vuole incastrare Padre Amorth come pericoloso truffatore, e Amorth gli risponde “Se avete problemi con me, parlatene col mio Capo”.
E poi si scopre che il suo capo è il Generale Esperanza! Che è anche il MIO capo! L’ex-glorioso dittatore di Val Verde, prima che venisse martirizzato da John McClane in Die Hard 2! Ho pensato: saremo mica colleghi???
Poi ho scoperto che no, non era il Generale Esperanza, era Papa Django I.
Mi pareva strano.

zan zan zaaaaan…
Non so voi, ma quando guardo i film di Ip Man penso sempre che è assurdo che esista roba così, storie vere di personaggi veri talmente romanzate a scopo di puro spettacolo da non nascondersi nemmeno.
Cioè, si è sempre fatto a vari livelli, ma ultimamente, con questa fissa di dover fare le cose UGUALI (o perlomeno rispettose di un certo “canone”), a Hollywood le biografie vengono trattate un po’ più coi guanti.
Ip Man prendeva la storia di uno che era conosciuto e rispettatissimo, per carità, ma nessuno forse lo ricorderebbe ancora oggi se la sua via a un certo punto non avesse incrociato quella di Bruce Lee e non ne fosse diventato “Maestro” (tra l’altro per approssimazione, visto che non fu un suo studente diretto). Quando uscì il primo film era chiaro che si trattasse di un progetto che esisteva solo grazie all’aura di Lee: le cose da raccontare erano già talmente vaghe da avere bisogno di diverse esagerazioni, di episodi gonfiati e/o inventati. I sequel sono già quel tipo di operazione dove se ci scappa qualche dettaglio realmente accaduto è ormai per eccezione, coincidenza o sfinimento: Ip Man è ufficialmente un brand, un franchise, un eroe mitologico a cui si può appioppare qualsiasi avventura. E non a caso, sfruttando un controllo non rigoroso dei diritti sul suo nome, i film su di lui si sono moltiplicati nelle più svariate direzioni al di fuori della saga con Donnie Yen.
A me fa impazzire che Ip Man sia questa persona realmente esistita, ma di cui è stata completamente reinventata la biografia per renderlo un eroe mitologico. Come se Rocky Balboa si chiamasse direttamente Rocky Marciano e avesse anche qualche avventura in stile Rambo.
Poi ho pensato che in Occidente non ci pensiamo due volte a trasformare certe panzane di cronaca in horror spettacolari e sensazionalistici, da The Amityville Horror in poi. E poco dopo è arrivata puntuale la saga di The Conjuring, che racconta la “cronaca” delle “vere” avventure dei coniugi Warren, tra possessioni demoniache, fenomeni paranormali, oggetti che volano, corpi che si contorcono e deformano, fantasmi orribili, varchi interdimensionali, luci stroboscopiche, raggi laser, ecc… Ve la immaginate una biografia di Wanna Marchi e il Mago Do Nascimiento riletta da James Wan in salsa Insidious? Stessa cosa, sostanzialmente. Stesso tipo di disonestà, che tra l’altro stiamo probabilmente sottovalutando.
E insomma, quando hanno annunciato un horror basato sui libri di Padre Gabriele Amorth – responsabile di decine di migliaia di esorcismi, fondatore dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, protagonista di un documentario di William Friedkin – ho pensato che fosse una mossa tutto sommato scontata e pure un po’ tardiva.
Alla scelta di farlo interpretare da Russell Crowe però ho esultato fortissimo.
SIGLA:
Padre Amorth spara cifre incredibili sulla sua carriera.
Dalle sue dichiarazioni si evince una media di 9 esorcismi al giorno dagli anni ’80 al 2000, e di ben 23 esorcismi al giorno dal 2000 al 2013. Viaggi inclusi, a meno che non gli mandassero tutti i posseduti in ufficio, tutti col loro bel numerino in sala di attesa.
Dice anche che nella stramaggior parte si trattava di semplici casi di disturbi mentali che lui poi indirizzava a medici e psichiatri, ma hey, su cifre simili se dici che anche solo un 0,1% era genuino stiamo parlando comunque di centinaia di “veri demoni”. Centinaia! Capite quanto materiale c’è per i sequel? Io sinceramente ne avrei fatto un bel serial verticale vecchio stile, come La signora in giallo.
L’esorcista del Papa. Anche quando ho saputo del titolo per la prima volta ho esultato fortissimo.
Perché dal titolo si capisce tutto: il protagonista è lui. Non la vittima, non l’episodio in sé, ma proprio lui: l’esorcista del Papa. Quello ufficiale. Quello con lo street cred. Quello col trademark. L’uomo del Presidente. Il braccio destro del Capo. Non suona fico come il ninja di Dio, ma siamo lì.
L’esorcista del Papa ha le idee chiare: infilarsi in un filone che vanta un successo costante ormai da oltre 10 anni – un trend rimasto inarrestabile dai tempi di L’esorcismo di Emily Rose – e farlo riazzerando tutto e pretendendo la poltrona a capotavola.
L’esorcista del Papa punta tutti i suoi soldi su Russell Crowe (e quando dico tutti, intendo che poi ne avanzano davvero pochi e si vede).
Russell Crowe, vai a sapere come, ha ancora l’aura del nome di prestigio. Lo conoscono tutti e le loro nonne, e nonostante non sia esattamente in forma come nel Gladiatore (esistono anche esseri umani a Hollywood) è presto per considerarlo in fase pensione.
Tutti conoscono Russell Crowe.
Nessuno conosce Gabriele Amorth fuori dall’Italia, tranne i followers del Vaticano e i completisti di Friedkin.
E allora che ci vuole? Non è Bohemian Rhapsody: nessuno farà i video di confronto tra Crowe e Padre Amorth – Live in Modena.
Ci si può inventare un personaggio più o meno da zero, un nuovo “supereroe” se vogliamo, e farne il centro carismatico di un film che a un certo punto ha l’arroganza di annunciare “abbiamo trovato altri 199 demoni sparsi per il mondo” (Marvel Puppa La Fava).

Come mi immagino la sala d’attesa all’ufficio di Padre Amorth
Il Gabriele Amorth di Russell Crowe è italiano e fa l’esorcista per conto del Papa. Fine delle somiglianze.
Cioè no, ce ne sono altre, ma sono tutte secondarie.
Il look è una roba tutta sua, ma ad esempio: ha una certa tendenza ad essere… come lo vogliamo definire… Come lo definireste uno che come tormentone urla “cucù” alle suore (giuro)? Simpatico? Non so se Padre Amorth lo facesse davvero, ma gli riconosco questo: era uno che, in contrasto con il suo serissimo ruolo, amava mantenere un’atmosfera leggera. Non fatico a immaginare fosse un modo strategicamente voluto di trattare gente che, nella larghissima maggioranza dei casi, doveva solo calmarsi un attimo. È comunque uno dei modi che Crowe usa per costruirsi un personaggio carismatico e con una sua personalità distintiva.
Probabilmente ci sono anche altri punti di contatto con la vicenda narrata e la versione che ne dà Amorth nei suoi libri, ma non è importante: ci si trova davanti a una storia che più classica non si può: i dettagli eventualmente mantenuti sono quelli che permettono di non deviare dalle solite formulette, e il resto non importa.
La domanda che vi state facendo tutti comunque è: parla in italiano?
Ma certo che il buon Russell parla in italiano.
Un numero sorprendente, direi sproporzionato di volte.
Fa l’accento modenese? Col cazzo, ovviamente.
Sarebbe stato bello, ma diciamola tutta: lo script gli impone talmente tante frasi inutilmente complesse che sinceramente solo il fatto che le dica con l’aria di uno che ce l’ha messa tutta per pronunciarle correttamente e con adeguata scioltezza è tantissimo. Russell Amorth non avrà la gioviale parlata emiliana, ma riesce a sembrare un australiano che ha vissuto abbastanza tempo in Italia da confondersi e affettare anche l’inglese in maniera indecifrabile.
Il film gli regala momenti eccezionali, tipo quando si vede la scritta “Tropea” e lo si vede arrivare in Lambretta, poi lo si vede arrivare in Vaticano con la stessa Lambretta, e poi si vede la scritta “Spagna” e lui arriva di nuovo con la stessa Lambretta.
È Don Matteo: stesso tipo di approccio.
È come guardare il pilot di un nuovo Don Matteo, tranne che qui non ci sono quelli che cedono alle tentazioni della droga e provocano un po’ di maretta nel paesello tradendo la fiducia di quelli che volevano loro bene, ma ci sono i demoni dalle profondità dell’Inferno che possiedono gli innocenti e dicono le parolacce.

Chi è quel giovanotto indisponente con la Vespa scoppiettante che disturba la mia pubblica quiete?
La parte horror è l’altro aspetto interessante.
Prendi un prodotto dozzinale come Gli occhi del diavolo e troverai un disperato alle prese con un film che dev’essere brutto praticamente per missione aziendale, ma che arrivando sulla scia del ConjUniverse almeno si sforza (invano) di immaginare qualche visual che non s’era ancora visto.
Ecco, a L’esorcista del Papa invece non gliene frega niente: il target è incrociare i fans di Russell Crowe con quelli di Paolo Brosio, e comportarsi come se fosse il secondo film di esorcismi di cui si abbia conoscenza dopo l’ovvio classico di Friedkin.
Non c’è niente di nuovo, e non c’è nemmeno il tentativo.
E anzi, sapete una cosa? Non è nemmeno horror.
Non ci sono jump scares né scene di tensione: c’è un regazzino posseduto che parla con la voce di Ralph Ineson di The VVitch. Inquieta perché dice le parolacce e perché, per ricordare vagamente Linda Blair che si pasticciava col crocefisso ma senza far venire un infarto grave ai membri della diocesi, palpa le tette di sua madre.
E dove non si azzardano a intrattenere con la tensione, pompano gli effetti speciali a livello fracassone come non lo si vedeva forse dai tempi di Poltergeist.

“The power of Lambrusco compels you!”
Russell Crowe fa acrobazie per tenere su la baracca, mentre Papa Django I è il solito fuoriclasse, e Alex Essoe di Starry Eyes fa il suo dovere di madre che quando le mandano un prete a vedere il figlio che sta male reagisce con un “ma che c’entra un prete???”, e quando questi poi le dice che il figlio è posseduto da un demone risponde “ah ok, capisco”. Gli altri sono stati pagati in buoni pasto.
Diciamo che mi piacerebbe dire che è tutto talmente grossolano da essere esilarante, e in molti tratti effettivamente lo è. Era esattamente quello che avevo annusato dal trailer, e che speravo fortissimo che fosse. Che ne so, il povero prete giovane che gli dicono “non rispondere alle provocazioni del demonio!” e lui puntualmente ci casca ogni volta, e in una in particolare inizia a strangolare il regazzino posseduto come Homer con Bart. O l’apparizione della Madonna. E poi ogni tanto ha persino incredibili, geniali guizzi volontari, come quando il demone minaccia Padre Amorth prospettandogli di realizzare il suo incubo peggiore, e Amorth risponde “il mio incubo peggiore è la Francia che vince il Mondiale”.
Purtroppo però il budget si fa sentire nell’utilizzo limitato a tre location noiosette, e il ritmo nella seconda parte si infanga un po’.
E rode, perché fino a quel momento per un motivo o l’altro, voluto o non voluto, il film era stato un rollercoaster di emozioni, da una colonna sonora che in poco tempo infila Cult, Violent Femmes e Faith No More all’estremo opposto che è sicuramente il modo in cui riabilitano i peggiori crimini storici del Cristianesimo con una svolta narrativa che riporta il bigottismo indietro di cent’anni.
Ma alla fine, se devo scegliere, è un sì.
Un quarto d’ora di troppo è perdonabile in un film che comunque sta sotto le due ore, specie se si è in costante compagnia di un Russell Crowe che gigioneggia più che mai.
Sono disposto a tapparmi il naso: datemi questi 199 sequel che avete promesso.

“Mi raccomando poi passa anche a trovare Brosio che se no ci rimane male, ok?”
Guida TV-quote:
“Se proprio, meglio Russell Crowe che una fiction con Fiorellino”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Praticamente ci sono più posseduti che ipertesi.
Boh, non mi fido di un film che vuole farmi credere nell’ esistenza di un essere superiore che gira sempre in Lambretta senza mettere il casco e non becca mai un vigile.
Sono perplesso e deliziato insieme da questo progetto.
Felice che sia tutto all’insegna del “fottesega” e concentrato su Crowe in lambretta. Ma…
1) c’è il grande cliché dei capi paloinculo che fanno resistenza al protagonista che li sfotte (tanto a papà Django dietro)?
2) la battuta sulla Francia c’è davvero? Pronunciata seriamente?
3) l’avrai visto a Londra e Crowe parla italiano, ok. Qui? Doppiaggio che appiattisce tutto senza accento modenese?
Doppiaggio è Luca Ward che ci mette tutto quello che ha (che è tantissimo tra l’altro). Non bello come l’originale, ma non ci va lontano.
Sono 3 sì.
Raga, quella gag sulla Francia è incredibile. In quel contesto, ti dà l’effetto di una squadra che ha passato mezza partita barricata in difesa a resistere alla grezza ma di colpo parte in contropiede geometrico e segna con una rovesciata da fuori area. Non potete capire il fomento.
Mamma mia, non ridevo così da un bel pezzo. Un giorno ci vorrà un convegno, con relativa pubblicazione, dove studiosi di varie specialità analizzeranno come Nanni riesca a sfottere spietatamente senza mai bullizzare e nemmeno neverever(non so proprio come faccia) scadere nel sarcasmo.
Io comunque questo prete esorcista non l’ho mai sentito nominare, sicuri che sia famoso?
Confermo la fama dell’esorcista. Lo conosco io che non me ne frega niente di queste cose
Pure io lo conosco, anche per la comparsata nelle pagine di Don Zauker ; )
Ti ringrazio. È tutta palestra.
Mi associo tantissimo ai complimenti.
I comici (soprattutto italiani) mi fanno cacare. Mi hanno cancellato Louie CK.
Ma sulle recensioni di Nanni posso finalmente ridere fino alle lacrime.
Grazie
Anch’io mi associo, in ritardo di solo un anno ma vale da sempre e per sempre
Capo, puoi mettere questa recensione in curriculum per la tua application come diplomatico.
Personalmente mi ha dato l’idea della Chiesa disperata, che prova a sparare le sue ultime cartucce facendo leva su quelli che ancora le vanno dietro.
SPOILER ALERT
A un certo punto Papa Django I dice ad Amorth: “199 angeli caddero! Un fatto gravissimo! Non è una favola!”.
E i libri di storia non dicono niente!
E poi, sempre Papa Django I, sostituisce il giovane prete antipatico, che insinuava che gli esorcismi sono una cazz…ta, con uno “più affidabile”: l’amico di Amorth, che credeva alla storia dei 199 demoni e aveva tirato su un centro di ricerca segreto che manco la Marvel.
E, crepi l’avarizia, già che c’erano hanno riabilitato l’inquisizione, che aveva fatto anche cose buone.
L’inquisizione ha fatto anche cose buone.
Vabbè ma se davvero il papa si chiama Django I per me non serve altro….. bisogna assolutamente recuperarlo
Mi rendo conto che in un film del genere tante cose sembrano assurde ma le fanno davvero: quella, purtroppo, è una gag mia. È solo Franco Nero.
Come “solo”?
Ma è l’attore più cane della storia del cinema…Talmente cane da sfigurare anche ne La Carica dei 101, Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani, o Zanna Bianca, in cui effettivamente non si distingueva dall’irsuto protagonista…
Pensa che qua è il migliore di tutti dopo il Russell.
No dai capo, mi hai fregato con la fake news che tristezza….
Vabbè dai tanto il film lo vedo lo stesso, ma sappi che se scopro che non c’è neppure la battuta sulla Francia ti chiedo i danni!
A quando il sequel con Don Zauker?
qualcuno chiami i Paguri!
PUPPA!!!! Uno a zero!
No va beh, ho letto questa recensione in un momento in cui dovevo restare serio in quanto facevo da sfondo a una riunione universitaria di mia moglie. La sofferenza. Ho resistito anche alla sala d’attesa di Padre Amorth, ma alla visualizzazione del pretino che strangola il ragazzino posseduto come Homer con Bart sono scoppiato.
(Visto Russel Crowe, un altro riferimento nostrano potrebbe essere Piedone lo sbirro. Speriamo che, se ci sara’, la saga segua lo stesso andamento di quella di Bud Spencer: primo capitolo napoletano semi-serio, i successivi lui che girava il mondo a dar pugni in testa equanimemente ai rappresentanti di ogni etnia.)
prima Ip Man poi Amorth. Ci sono biografie al di fuori delle tonache ?
Russell Crowe ormai ha completato la sua trasformazione in John Goodman con la barba. E complimenti per la rece, non credo di aver mai riso tanto (in senso positivo, ovvio) per un pezzo del Capo, tra riferimenti a Beetlejuice, EELST, i Simpson e Paolo Brosio, che è quello che fa più ridere di tutti.
Ah, comunque io un film con Do Nascimiento costretto a smembrare una Wanna Marchi posseduta da un qualche demone assiro-babilonese lo guarderei anche…
Ok, un po’ di trivia a caso che non sono stato a mettere nel pezzo per non allungarlo troppo:
– il regazzino posseduto è un esordiente che, come attività principale, pratica e insegna karate nei tre dojo posseduti dalla sua famiglia a North London
– il prete giovane che cerca di ostacolare la carriera di Padre Amorth non è strettamente un attore, bensì un dialogue coach che ha conosciuto Crowe nel suo film precedente in cui Crowe doveva fare l’accento inglese
– la Lambretta di Padre Amorth è biancorossa come i gloriosi colori sociali dell’A.C. Carpi (ok, questa forse è una coincidenza involontaria)
In che senso “dojo posseduti”?
Ottima domanda.
Fantastico. Nulla su un possibile seguito in cui Russel Crowe si confronta con i santoni di Trevignano?
I colori della Lambretta credevo volessero richiamare uno scudo crociato.
Mi hai anticipato sui dojo posseduti :D
Io sto incrociando le dita per un sequel con Crowe/Amorth contro Benigni/Giuditta…
Io personalmente punto tutto sui giapponesi, aspetto ancora il manga/anime con protagonista un prete, che sia il classico allupato da manga, alla Ryo Saeba di City Hunter, o Ataru Moroboshi di Lamù, quello che corre dietro a tutte le gonnelle e da tutte riceve picche e botte, ma che data la professione lo fa con i bambini che gli capitano a tiro. Se tutto va bene ci possiamo aspettare anche la riduzione filmica di Miike.
Se poi l’auspicabile serie dovesse passare un momento di stanca, non manca l’aggancio per la deriva fantascientifica:
https://m.youtube.com/watch?v=rkMbQYYrSrU
Bugo, ma dove li vai a scovare ‘sti video.
Ho pensato per buona parte della sua visione che fosse una presa in giro.
Comunque mi tranquillizza non poco il sapere che siamo soli nell’universo, un po’ meno che i diavoli mettano alla prova la nostra fede con falsi Ufo e scie cosmiche nel cielo.
Mi sa che mi tocca sospedere The mandolarian adesso.
Sì, perché Russell in discreta forma che parla italiano e si incazza perché gli offre un caffè latte ad un orario sbagliato (ho come l’impressione che noi italiani in giro per il mondo ci siamo fatti notare per quanto caghiamo il cazzo a riguardo) e domanda un espresso doppio, il tutto per un’ora e mezza, non può che essere un sì.
No perché siamo in territorio cagata gigante e anche perché siamo alla solita occasione sprecata, parlare del male e di esorcismi sarebbe una delle migliori occasioni per riflettere sul mysterium iniquitatis e su cosa sia sta cosa degli esorcismi e delle possessioni, e perché – almeno con riferimento a quei casi un po’ più veri degli altri. E invece come ha detto il capo, siamo ad una storia che più classica non si può.
Inoltre, nessuno che ha notato l’occhio di Sauron dentro il bambino quando la possessione si manifesta ad Amorth? Mi è parso indifendibile, troppo uguale a quello del signore degli anelli.
Infine, banda di senza Dio che non siete altro (tutti), toglietemi una curiosità: quando nei musei vedete una vergine di norimberga (e in generale gli strumenti di tortura medievali) o delle cinture di castità: pensate siano originali medievali? O anche solo copie da originali medievali? L’inquisizione è una delle cose più facilissimamente difendibili della storia (almeno se è quello il passo indietro bigotto a cui si riferisce Nanni).
Guarda, io al museo cerco sempre la scritta Fabricado in Espana. A volte trovo lavori fatti per conto terzi, ma sono per lo più turcate di bassa qualità, prodotte in serie e rivendute al mercato cristiano. Poi vabbe’, in futuro ci chiederanno come mai uno strumento di tortura come il Liceo del Made In Italy che vuole questo Governo abbia un nome anglofono, ma io non ci sarò e se ci sarò mi nasconderò per la vergogna. Viva Dio, Giuseppe, Maria: l’ unica famiglia genitore 1, 2 e 3 acclamata dalla comunità cattolica. Ma anche vivalafiga.
Ma dai Ruper, lascia perdere, fatti una bella crisi spirituale e abbandona la fede. Tu sei proprio l’esempio di tutto ciò che chiesa e dintorni non sono. Di gente aperta e tollerante come te non ce n’è nell’ambiente cattolico istituzionale o paraistituzionale: con loro bisogna avere un atteggiamento di chiusura totale, non c’è niente da fare: al minimo spiraglio di apertura si insinuano e se ne approfittano per mettertelo in quel posto. Predicano tolleranza perché ne hanno bisogno per poter prosperare in un clima ostile, ma appena potessero ci metterebbero tutti sotto il tacco. L’inquisizione sarà anche meno male di come l’ha dipinta la vulgata borghese-capitalistica, ma è sempre un tribunale che commina condanne da codice penale per questioni di dottrina religiosa, di che stiamo a parlà. Pensi che la gerarchia ecclesiastica non gradirebbe poterla reintrodurre? Ma certo che sì, essendo loro l’autorità in materia ne guadagnerebbero in potere, che è l’unica cosa veramente importante per tutta ‘sta gentaglia, di qualunque confessione sia.
Eh ma Bugo è proprio questo il punto. La religione è troppo importante per lasciarla ai bigotti. So bene di cosa parli: ho tre amici tre che sono cintura nera di parrocchia, e non solo sono discutibilmente affascinanti, ma sono dei pezzi di merda. Non si può lasciare la religione a sta gente dai. Tolstoj, Goethe, Manzoni, Mann, quasi tutti gli scienziati fino al xix secolo…purtroppo le masse tendono al bogottismo, una volta era bigottismo cristiano ora più politically correct, ma la tendenza è uguale
@Ruper, personalmente sono senza Dio, ma conosco cattolici di tutti tipi, da impresentabili a gente a cui lascerei le chiavi di casa. Questo film punta, piuttosto apertamente, a irretire e fomentare gli impresentabili.
Probabilmente la cosa più bella del film è lo screenshot di Beetlejuice qui sapientemente omaggiato.
Cioè, si scrive “maestro DO Nascimiento” e non “maestro DON Ascimiento”??!? La mia vita non ha più senso!
P.S.: io non ridevo così tanto leggendo qualcosa da quando è finito Rat-Man.
la combo sigla + recensione è potentissima! grande Nanni!
Secondo me gli esorcismi delle legioni non contano come uno ma come 666 (o quanti diavoli possono stare dentro una persona)… In questo modo è facile raggiungere numeri da capogiro
Un fun fact scoperto in questi giorni documentandomi per il film:
il vero Padre Amorth fu insignito della Croce di guerra al Valor Militare avendo combattuto come partigiano (prima di farsi prete) durante la Seconda Guerra Mondiale.
Prime voci di un sequel:
https://bloody-disgusting.com/exclusives/3759492/popes-exorcist-sequel-in-early-development-exclusive/
“il mio incubo peggiore è la Francia che vince il Mondiale”
Ma veramente?
Ahahahahahahahahah, zeniale
Voi ci avete scherzato sui 400 sequel ma, notizia di oggi, pare sia davvero in sviluppo un sequel
Ho letto… Se osano di più in stile Wick potrebbero fare il botto, meno humor e più tamarraggine
L’ho visto.
Il grande equivoco è cte non è un horror..dai…
è più una sorta di action /avventura con un protagonista un po’ buffo, cazzuto e strasicuro di se.. :D
Porcata di Film.
Quando l’ho visto arrivare in Spagna con la stessa lambretta, me ne volevo andare dalla sala.
se non ricordo male, c’era pure una questione di tempo massimo per arrivare sul posto della possessione.
Lui da Roma arriva in Spagna in men che non si dica e per prima cosa, invece di una bella pisciata, beve un goccetto, dalla fiaschetta nascosta sotto l’abito talare…Tipico di Padre Amorth, per il quale anche lo zucchero era uno strumento del demonio.
Pensavo peggio, ma si poteva fare di gran lunga meglio, ovvero sono deluso per il fatto che non abbiano esagerato ulteriormente. Un misto tra Constantine e l’esorcista di Scary Movie quindi un mix mal riuscito soprattutto di fronte a quel finale che sembrava suggerire l’apertura di un filone interessante ma che forse mai vedremo.
Mi sono appena reso conto del fatto che l’esorcista che va in spagna in lambretta è una citazione da Nosferatu, in cui Jonathan Harker parte da Londra a cavallo e arriva in Transilvania con lo stesso cavallo, gli stessi vestiti, nessun capello fuori posto e nessun bagaglio. Citazione d’autore!
Raga, ma come si fa a non amare un film dove Bietolone vestito da prete sgasa in Lambretta sulle note di We Care a Lot dei FNM? La prima mezz’ora è un tripudio di vanvera come non ne vedevo da anni…