Fate finta che questo sia un fumetto. Tutto inizia con una pagina nera. In fondo a destra, una sola didascalia: “aiuto”. Nelle due pagine seguenti una serie di vignette nere contano i giorni. Le settimane. I mesi. Il tempo che passa, inesorabile, nell’oscurità. “Perché non sono ancora morto?”, mormora lui nella vignetta centrale della terza pagina dove viene scandito il primo mese. Nella quarta pagina, divisa a metà, per orizzontale, da una tubatura, una donna incinta seduta su un letto che guarda una fotografia e, sotto, il dettaglio di una lacrima. Nella quinta pagina, uno spiraglio di luce e i primi dettagli del luogo e del personaggio: una stanza piena d’acqua e liquami, un persona rannicchiata nell’unico angolo asciutto. Poi il profilo di un volto sfigurato, pieno di croste e protuberanze putrescenti. Nella pagina seguente un urlo disumano, rotto dall’improvvisa cascata di feci e resti umani, e il primo piano di un uomo mostruoso, ricoperto di liquami, che ringhia ferocemente. “Era un semplice idraulico, un uomo come tanti. Era aprile quando accettò il lavoro che tutti aveva rifiutato, la manutenzione delle fosse biologiche della città. Il suo nome era Jack, ma ora lo chiamano… L’UOMO SETTICO”. Seguono tre pagine di azione viscerale e improbabili leggi della fisica. In conclusione, uno scolo fognario da cui, sofferente, esce zoppicando l’uomo settico. Un urlo: “Me la pagherete!”. Continua…
Questo, a farla semplice, è quello che sarebbe potuto essere Septic Man fosse stato trattato come quello che, incosciamente, è: l’origin story di un supereroe Troma, un uomo trasformatosi in una merda con le gambe affammata di vendetta contro il governo ladro, un Toxic Avenger fatto di croste ed escrementi. Sarebbe stato divertente, disgustoso e convincente. Con una storia al seguito sarebbe stato un film forse insignificante ma fatto bene, con un sottotesto operaio mica da ridere, e si sarebbe guadagnato abbastanza pubblico da far partire una saga che ci avrebbe regalato tantissime gioie. E invece niente.
Septic Man parte con questa premessa: un operaio addetto alle fogne della città resta intrappolato in una fossa biologica dove si trasformerà in un essere ripugnante. In città, nel frattempo, alcune persone stanno letteralmente morendo di diarrea ed è in corso un’evacuazione (AHAHAHAHAHAHAH). Quando dico premessa, dico premessa, e la premessa è, di solito, da dove parte la storia, da dove si evolvono le cose. Se la premessa è tutta la storia, allora non hai una storia, non hai un film, non hai ragione di esistere, non hai alcun pudore né senso narrativo, voglia di fare qualcosa, conoscenza base del cinema e tutto il resto. Manco a dirlo, Septic Man è proprio così, e non ne sarei così sorpreso se solo lo sceneggiatore non fosse Tony Burgess, quello che ha scritto Pontypool, un film (ma anche un libro) scritto con dell’intelligenza piuttosto notevole. Come si va da Pontypool all’Uomo di Merda? Andando a cagare.
Il regista, Jesse Thomas Cook, già visto con Monster Brawl, fa inizialmente un buon lavoro: nella scena iniziale una donna caga e vomita nel cesso più sporco del Canada finché non muore tra le sue stesse feci. Per due o tre minuti Septic Man è il film più disgustoso dell’anno, e le mie speranze sono alle stelle: se tutto il film è così, sono a posto. Poi succede una cosa incredibile: dopo 20 minuti di niente il nostro protagonista finisce nella fossa biologica e, sorpresa, ci resta fino alla fine.. Fermo, immobile, mentre ascolta attraverso le tubature la gente cattiva che vive nelle fogne. Fermo, immobile, nel buio, mentre un gigante buono un giorno gli vomita sulla testa e l’altro gli scarica cadaveri addosso. Per un’ora questo resta lì, a fare niente, a guardare il mondo girare intorno a lui, a pensare alla moglie, mentre la sua faccia diventa una crosta. Fermo, immobile, il film va avanti, una flebile trama parallela si snoda in superficie, senza andare da nessuna parte, proprio come lui, nella fossa biologica, ad annusare la merda degli altri. E alla fine esce, alla luce del sole, completamente mutato, e quando si spera succeda qualcosa, il film finisce. Finisce dove di solito i film Troma iniziano, e io resto senza parole.
Da uno scrittore del genere non credevo possibile aspettarsi un film dove le righe di dialogo sono quattro e le scene tre, dove la trama non esiste e le idee sono due, nascoste da qualche parte. Non mi aspettavo nemmeno, però, tanta leggerezza da parte del regista nel mostrare lo schifo, il bagnato, i fluidi corporei, ed è qui dove ho capito che una tale (ammirevole) fascinazione per il disgustoso può solo significare una cosa: l’annichilimento del gusto personale, il metaforico taglio di una lingua per indicare la definitiva perdita del senso del buono e del cattivo, dove la cacca diventa metafora di un cinema affrontabile solo in questa condizione.
Un giorno Jesse Thomas Cook girerà il suo capolavoro, un film fatto solo di liquami e fluidi, senza storia, senza attori, e quel giorno torneremo qui, urlando un “ve l’avevamo detto” che sfonderà la quarta parete, e pure quella dopo. Quella del cesso.
DVD-quote:
“Dove la cacca è metafora, e la vita una merda”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Peccato, in questo film ci speravo molto, dal trailer non sembrava così… una cagata!
O.T. Oggi è morto Richard Dawson Kiel. Oggi in effetti il mondo sa un pò piu di merda.
Tristezza…il concept e lo sceneggiatore lasciavano ben sperare per un petardone di B-movie trash all’inverosimile…e invece…
Sul cinema dello schifo mi sono già espresso. Mi basta il cagotto del lunedì mattina!
Ma na roba così la devi buttare in trash e comicità, t’ho se vuoi ci metti pure un po’ di critica sociale di grana grossa (balena che mangia merda da McDonald e caga panini confezionati) ma come puoi pensare di fare na roba serie con la gente che sfonda i cessi…
Sarà che ero un boccia, ma la storia di Dylan Dog, Dal Profondo ancora me la ricordo, almeno le scene del neonato che mangia merda e vermoni, il tentacolo che esce dallo scarico della doccia…lasciamo perdere che era ispirata a Psycho e chissà quante altre cose che non sapevo…però un film fatto in quella maniera lì io me lo comprerei subito!
@JCVG quindi il tweet con foto della #400tv era un omaggio ma anche uno spoiler di futura recensione?
@giorgio: pensa che noi lo sapevamo gia’ ieri…
http://www.i400calci.com/2014/09/r-i-p-richard-kiel/
@past: non so, per me ci vogliono due palle cosi’ per tentare di farlo serio e ammiro tantissimo il coraggio. Poi ovvio che e’ meglio buffo e riuscito piuttosto che il contrario.
Servirebbe una canzone tipo “I’m a septic man” sulla musica di “scatman” col tipo coperto di croste e melma che canta e balla.
Insomma un film di merda………
Pontypool è un film molto interessante!