XX (come il cromosoma femminile) è un’antologia di cortometraggi horror, e fin qui vabbé. E’ stato presentato al Sundance, e fin qui vabbé. E’ stato concepito e diretto solo da donne, e fin q- ehi, aspetta. Cosa sono quegli occhi al cielo, quel “che palle ‘ste donne” come se per forza in qualsiasi opera a mano femminile ci dovesse essere una predica dietro l’angolo? Prima di tutto, vediamo un attimo chi sono queste quattro, anzi cinque registe:
- Jovanka Vuckovic, regista, editrice di Rue Morgue Magazine, curatrice di effetti speciali.
- Annie Clark, meglio nota come St. Vincent, musicista con ambizioni da regista che sceglie un esordio imprevedibile.
- Roxanne Benjamin, che conoscete già a causa di Southbound e V/H/S.
- Karyn Kusama, e voglio sperare che qui dentro la conosciate tutti. Karyn Kusama, cazzo.
- Sofia Carrillo, inspiegabilmente sbolognata da IMDb fra i credits di “other crew”, artista di stop-motion con un debole per i Fratelli Quay.
Per uno strano caso non concordato in partenza, tre corti su quattro trattano il tema della maternità – che è stato sviscerato, discusso e analizzato di già, ma (ben più di) un suo risvolto vi stupirà.
Vuckovic firma il segmento più sottilmente inquietante, The Box, che gioca sulla ricchezza alimentare e sullo spreco della società moderna, sul Caso, sulla paura di una madre di perdere la propria famiglia e sul suo desiderio di immolarsi cannibalisticamente per essa. Chiaramente non va a finire bene, ma “come” finisce? Qui sta al gusto personale: c’è chi apprezza i finali aperti o chi come me si aspettava una sequenza conclusiva che invece non è arrivata. Sicuramente Vuckovic sa apparecchiare (wink wink) una buona atmosfera e una discreta dose di tensione, ma forse una protagonista più incisiva avrebbe giovato.
Clark non si capisce bene che cosa ci faccia qui e come le sia venuto in mente di dirigere The Birthday Party, ma fa una scelta d’esordio allo stesso tempo difficile e intelligente: una commedia nera. Abbastanza ben congegnata, benissimo interpretata da Melanie Lynskey coi capelli in aria e le morbide tettone ben in vista, musicata da lei stessa. E’ forse il corto meglio fotografato e scenografato, oltre che il più ironico; peccato per la mancanza di sangue. Se non altro, alla fine si può avere una moderata curiosità sul futuro di Clark da regista senza sentirsi dei cretini.
Benjamin è la più incazzata, quella che ci tiene a dimostrare che anche lei sa spingere sull’acceleratore come i più blasonati colleghi maschi. E lo fa con Don’t Fall!, una storia semplicissima (i soliti quattro pirla, fra cui Angela Trimbur di Trash Fire, che si avventurano in un territorio protetto da un demone e muoiono male) ma diretta con mano salda, personaggi perfettamente tratteggiati in pochi scambi di battute e ottimi effetti speciali, con sangue a fiotti, ossa che escono dalla carne, mostri credibili. Qui davvero si sente l’urgenza di fare un’antologia al femminile: perché Benjamin deve mendicare i finanziamenti per un corto, quando in sala (o nei torrenti) ci sono colleghi maschi che palesemente non sanno gestire una scena di sangue? Spesso questo genere (wink wink) di minchione arriva anche su queste pagine – mentre il talento d’acciaio di Benjamin passa quasi sotto silenzio.
Kusama è una per la quale tutti si sperticano in lodi, poi però quando c’è da aprire il portafogli scappano. Ma perché, Cristo?, si chiede lei e ci chiediamo noi. Ci ha regalato Michelle Rodriguez e solo per questo dovremmo esserle eternamenti grati. In questo caso, Kusama fa la parte del leone col corto più lungo e più bello: Her Only Living Son comincia babadookeggiando allegramente ma si rivela per essere una sorta di sequel di un altro film culto sul rapporto madre/figlio, un film che non cito per non incappare in un inevitabile spoilerone – e vince a man bassa. Che forza drammatica, che paesino inquietante, che coppia di protagonisti furente e terrorizzante! Che uso del fuori campo, del sonoro, degli oggetti di scena dimenticati lì senza motivo apparente! Her Only Living Son è un’opera che trasuda amore per il cinema e voglia di farlo bene.
E Sofia Carrillo “cuce” tutti gli episodi insieme con una cornice in stop-motion delicatamente truculenta, a base di organi divelti, bambole inquietanti (ovviamente; quando mai una bambola è meno che inquietante?), bambine non-morte e amennicoli gotici.
Al di là della critica al sistema produttivo, che ha senso eccome, io sono soddisfatta da questo vulgar display of girl power.
DVD-quote:
“Vulgar display of girl power”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
Me lo hai venduto: in genre l’horror femminile mi piace molto, piu’ morboso e spaventoso (senza essere necessariamente piu’ violento) di quello maschile… Domanda legittima la tua: perche’ registe donne fanno fatica o ottenere finanziamenti e progetti, quando colleghi uomini meno talentuosi sfornano orrende schifezze a ritmi industriali?
infatti vorrei saperlo anche io (vista la tag no uccello=no soldi).
Recuperero’. Bacino x la cit. ai Pantera!
Sicuro non sia una citazione dell’Esorcista?
io parlavo di Vulgar Display of Power..mi sono perso qualcosa?
Sì, l’album dei Pantera è una citazione dell’esorcista
Continuando la citazione, ci vorrebbe un cassonetto differenziato per Karyn Kusama. Cristo, per aver distrutto Æon Flux (uno dei personaggi femminili più belli di sempre) e per quella merda di Jennifer’s Body l’unica punizione possibile è l’eliminazione cinematografica.
qui e altrove, curiosamente, è una specie di eroina. Forse a causa di The invitation, discreto ma senza esagerare…
Io sono uno dei pochissimi al mondo a difendere AEon Flux, non perche’ sia un bel film ma perche’ in mezzo ad una sceneggiatura sbagliata ed a parecchi problemi di casting ci sono idee visive potenti e momenti tutt’altro che banali. Occasione sprecata, che pero’ mi resta in mente e ogni tanto rivedo con curiosita’.
Nel bolivecic ! Ora continuò a leggere
Già so che lo vedrò appena lo trovo.
ditemi solo se muoiono dei bambini (avvertendo spolier per glia altri)
Diciamo che i cadaveri del film coprono un’ampia gamma anagrafica.
per una strana coincidenza trattano di maternità?! Ma dici sul serio? E di che altro potrebbero mai parlare, le donne?
Subito maglietta per la mia bimba con la tua DVD quote!
Di sicuro con questa antologia tutt’al femminile inizia un nuovo ciclo (wink wink).
Simpatia a parte, lo attendo con particolare curiosità. Speriamo in un santo gruppo fansub!
Spero con te
melanie lynskey molto amore
troppo, forse
tipo che me la mangerei
cioe`, non e` che l’horror (per tutta una serie di motivi cosi` evidenti che trovo superfluo citare) e` un genere tradizionalmente maschile, non e` che le femmine che vogliono fare le registe horror su questo pianeta forse si contano sulle dita di una mano, no: il problema e` che sono quei perfidi mostri dotati di uccello a non finanziare le poverette, PERCHE` SENNO` SAI QUANTA ROBBBA…
Vabbe`, a parte che gia` dai fotogrammi questi film sono chiaramente la TRISTEZZA IMPERSONIFICATA, cmq e` una specie di legge di murphy: ogni volta che una femmina entra a far parte di un giro qualsiasi, fosse un circolo di amanti del jazz, giocatori di flipper, recensori di film, eccetera, il tutto finisce inevitabilmente, inesorabilmente, matematicamente a merda.
RIP 400 calci (che ormai forse fareste bene a ribattezzare le 400 borsette)
Vulvar display of power non l’ha detto nessuno? Mi deludete!