Si può fare una recensione di Dead Snow a prescindere da quel battistrada del “nu-horror” norvegese che fu Cold Prey?
No, e per un motivo ben preciso: per circa 60 su 87 minuti sono assolutamente, fottutamente IDENTICI.
Amici a coppie miste in gita in montagna.
Sfoggio di acrobazie in snowboard/motoslitta su canzonette di rock band locali.
Casolare semi-abbandonato con ex coinquilini misteriosi.
Assassino che si aggira losco nella neve e fa qualche “bù!”.
Maledetto sia l’inventore del telefonino che ha complicato la vita agli sceneggiatori horror.
Ho visto qualcuno – forse sì / forse no – dividiamoci.
AH! Il poetico contrasto fra il rosso del sangue e il bianco della neve.
Non è che di solito mi formalizzo su queste cose, ma santa pazienza, come si fa ad avere lo stesso sputato canovaccio in due film horror provenienti da un paese che finora ne ha prodotti all’incirca quattro – compreso Cold Prey 2??? Soprattutto, e questa ovviamente è la cosa più grave, quando in entrambi i casi lo si porta avanti col pilota automatico.
Intorno al minuto 60/65 per fortuna si dividono un pochetto.
Cold Prey continuava con la sua imitazione del meglio e del peggio del teen slasher medio americano facendoci la grazia di mostrarci, nonostante le temperature basse, una bella ragazzotta del posto in mutande.
Dead Snow non ci fa questo favore, ma ha in compenso la seguente pensata: “Ma se al mostro di turno gli facessi indossare un bel cappottino nazi? Diventa DIVERSO!”. E su questa allucinazione infila bello pimpante l’ultima mezzora, ricordandosi appena in tempo di avere una premessa ridicola (zombi nazi!) e chiudendo con 10 minuti cartoon-splatter scuola Jackson/Raimi.
Insomma, gran delusione.
In Norvegia hanno imparato a confezionare dei bei prodottini professionali, ma è proprio meglio che mi facciano un fischio quando hanno anche delle idee. Vere.
cristo, non posso continuare a fare refresh finchè non esce il nuovo post…
Non avrei mai pensato di trovare nella stessa frase “premessa ridicola” e “zombi nazi”. Soprattutto dopo quell’inarrivabile sfoggio d’arte che è L’occhio nel triangolo.
Beh, e’ chiaro che “ridicola”, in questo post come in generale in tutto il sito, e’ inteso in senso assolutamente positivo. Il problema e’ che questo e’ un normale film di zombi a cui, per puro amor di varieta’, hanno semplicemente aggiunto dei vestitini da Terzo Reich. Io speravo fosse ben di piu’: “nazi” non puo’ essere solo un costume, dev’essere uno stato della mente! (e dopo questa frase gli arrivava il mandato d’arresto)
ok…ma l’occhio nel triangolo l’hai visto? Quello ambientato sull’isolotta caraibica con gli zombi nazi con gli occhiali da sole che se glieli togli muoiono accecati dalla luce? Ed essendo sull’isola caraibica le giovin attrici sfoggiano pure un abbigliamento minimal.
Imprescindibile, se posso osare.
Sai che no? Ho chiari ricordi da bambino di quando lo pubblicizzavano su Odeon Tv o simili, ma non l’ho mai recuperato e ho mandato i miei stagisti a procurarmelo al volo appena me l’hai nominato prima. Anche solo il cast e’ effettivamente imprescindibile.
l’ho visto così tanto per, famose due risate.
mi ha molto innervosito.
che brutto.
Visto. L’ironia giusta e qualche colpo di genio totale. Per me è si.