httpv://www.youtube.com/watch?v=mqzeABnEEcw
Due FATTI hanno inciso nella mia esperienza di Shutter Island: il fatto che da anni, per vari motivi di cui nessuno “ideale”, non andavo al cinema a vedere un film parlato in italiano, e il fatto che abito nella regione che più porta avanti la tradizione del dialogare a voce molto alta con lo schermo.
Attenuanti.
Per rendere l’esperienza più piacevole, andate a vedere Shutter Island con un amico che non sa l’italiano molto bene. Se è come Norman, passerà il tempo non capendo la trama e concentrandosi sui tagli delle inquadrature. Lungo la strada del ritorno cercherà poi di ripetere le battute che più gli sono suonate buffe mentre entrambi vi cacciate cinque sigarette in bocca.
Il twist.
L’omino che ha fatto il trailer ci ha già appoggiato il GROSSO TWIST in controluce. Però ce ne sono DUE e almeno il secondo non l’ha detto. Questo è un vantaggio. Forse.
L’omino che ha fatto il trailer ha pure costruito l’illusione che il film fosse molto più secco di quanto in effetti è.
Capisco e apprezzo il tentativo di tirare su un’atmosfera alla Otto Preminger Jacques Tourneur Vertigo corridoiodellapaura, ma se poi il passaggio all’atto si risolve in una sequela di “che deliziose tendine” mi sembra venga meno il senso di stare a fare un film che – nelle intenzioni, che MENTONO – dovrebbe tenerti incollato allo schermo almeno di tanto in tanto. Le intenzioni MENTONO. Segnatevelo, questo. Due volte. Annotatelo nel vostro taccuino della marca di com’era veramente allora no davéro.
La verità.
Shutter Island è la grossa produzione col più alto tasso di WTF? di SEMPRE tra quelle che non portano in scena un supereroe.
Quando Paul Verhoeven ha girato Starship Troopers uno poteva aspettarselo, qui se qualcuno mi avesse raccontato il film prima che lo vedessi l’avrei accusato di esagerare a fini retorici.
(Che poi a volte è WTF? molto insistito, programmatico diciamo, e a volte è WTF? da miniserie sulle foibe di RaiUno. Nella prima categoria rientra il minuto e mezzo di Elias Koteas che fa l’imitazione di De Niro nel Frankenstein di Branagh.)
Il punto di vista è una puttana.
Un sacco di robe messe giù rozzamente o proprio sì e sticazzi che una persona in quella posizione si comporta così si risolvono alla luce del PRIMO twist. Un sacco di robe che possono PIACERE o NON PIACERE, ciascuno le valuti secondo la propria coscienza. (Gli zompi di lui che si risveglia dagli incubi come Samuel L. Jackson mi hanno infastidito meno che altrove.) Lo stesso non si può dire della bruttezza obiettiva di un sacco di altre robe. Poi boh, considerato l’andazzo a me piace quasi di più quando sfonda tutto nel melodramma familiare, però mica vuol dire che lo GIUSTIFICO.
Una serie di passaggi molto suggestivi.
Il film contiene una serie di passaggi molto suggestivi. Soprattutto le diecimila teorie da period piece su cosa sta succedendo veramente in questo manicomio. (I NAZISTI! IL MIND CONTROL! LA NASCITA DI UNA RAZZACCIA AMORALE! IL GUSTOSO PARADOSSO KAFKIANO!: manca solo la lametta nella mela di Halloween.) Cioè, alla terza ho capito che me lo stavano mettendo nel culo, però, come dire, con garbo.
La galleria di giudizi estetici aspesiani.
Le mie sensazioni davanti a Shutter Island sono più o meno le sue davanti a Black Dahlia. Quindi: Mark Ruffalo indossa giacche e cappelli magnifici, il killer dello Zodiaco resta sempre il mio poliziotto del cinema preferito, i due minuti di Jackie Earle Haley un po’ distraggono per via del make up a bozzi e un po’ perché li prendi come un involontario spin-off del Nightmare con il manicomio, il matto col tatuaggio del Cristo a tutta schiena poteva farcelo vedere di più. Fiche pure le uniformi degli infermieri, se le vendessero fungerebbero da pigiama.
E ora, il conto alla rovescia verso il GRAN FINALE:
4. La moglie morta di Di Caprio si chiama come me e ci assomigliamo fisicamente.
3. La visione complessiva di inconscio e salute mentale a Norman ha ricordato moltissimo Gothika.
2. Nel romanzo la cravatta era un regalo della moglie morta, e veniva detto in modo molto malinconico, nei primissimi capitoli. Al cinema la gente si è messa a ridere.
1. La mossa vi sembrerà insolita, data la nostra breve storia, ma dato che in anni-Internet un sito vecchio un anno vi può minacciare col cacciavite se non gli date le chiavi del padiglione segreto, l’intero film Shutter Island è candidato ai premi Sylvester 2011 nella categoria “miglior WTF”.
Sigla.
httpv://www.youtube.com/watch?v=RQ1UWwE01VE
DVD-quote suggerita:
“Che deliziose tendine.”
(Dolores Point Five, i400calci.com)
“Uno classico cinema italiano.”
(Norman Point Five, i400calci.com)
Lo speciale Shutter Island prosegue con la colonna sonora: Contrappunti di violino is the way.
[un po’ imbarazzato] Deve essere una di quelle… come si dice… [cerca le parole] mode che ci sono adesso [ancora imbarazzato, guarda in basso].
Parlo di questa cosa… si… di questa cosa dei trailer. Io sono di mentalità libera [schernendosi] per carità… però non capisco. Cioè, perchè se vado al cinema spinto da una réclame che ho visto in televisione devo per forza portarmi dietro il tubetto del lubrificante?
Il succo della faccenda è riassunto nel video che ho appicciccato all’inizio del post.
Da piccola mia cugina Lulamae ne era terrorizzata. Oggi va in giro con la boccettina dello Xanax, si è reintegrata nella società e tutti noi viviamo senza avere nelle orecchie il rumore di piatti in frantumi.
Inannzitutto: auguri a tutte le donne dei 400calci
Sviluppo: avevo buone speranze per Scorsese, ma il paragone con Gothika mi riduce di tantissimo le aspettative…
@Bongiorno Miike: mai visto il trailer di Lost In Space? E il relativo film? Ecco, anche quello è “film da andare a vedere con tubetto del lubrificante”
il WFT è talmente WTF che ad un certo punto ho iniziato a pensare che tutto fosse voluto, e che si volesse da noi l’osservazione del come, piuttosto che del cosa. E’ talmente telefonato da essere sospetto. boh.
Jo, del paragone con “Gothika” bisognerebbe chiedere conto a Norman, ché l’ha tirato fuori lui tra un cachinno e l’altro (n.b. un fine settimana del CAZZO con lui che per prender dimestichezza con la lingua italiana si guardava i numeri musicali di Nine, non augurabile nemmeno al proprio peggio nemico). Credo che intendesse quanto e come la psicanalisi venisse “appoggiata” all’intreccio in tutti e due i casi. Tipo il medico che parla alla fine di Psyco. Solo, capito, esteso un po’ a tutto campo.
BZW, ci ho pensato anch’io. Tu che opinione te ne sei fatto alla fine?
——
Da qui in avanti prevedo SPOILER a manetta, quindi, per sicurezza, diciamo subito che la sezione commenti NON è spoiler-free.
a me è piaciuto. alla fine mi sono convinto che Scorsese non sia ancora così rincoglionito da non capire che un libro/un soggetto del genere ti avverte, mettendo pure la freccia, già da un bel po’ prima. Perciò secondo me ha visto il tutto come un “dai che prendo il gothic/noir/hard boiled di ‘anta anni fa e ci gioco un po'”. visto anche l’amore di Scorsese per tutta la vecchia scuola dimostrato negli anni, secondo me voleva fare il thrillerone con sorpresone ma a modo suo, non troppo veloce, non troppo moderno. Con spiegone vecchia scuola, esattamente in stile rassicurante medico di psycho. tanto poi ce la mette in quel posto lo stesso tramite l’ultima frase. mi pare proprio l’idea del: “ormai ho fatto un sacco di cose, ‘sto giro prendo un bel soggetto di un genere che non ho frequentato tanto, magari pure abbastanza ortodosso, e gioco un po’ a vedere cosa mi vien fuori, infilandoci le mie cose, i miei temi, i miei tormentoni”. a quel punto lì mi sono divertito a vedere come l’ha fatto. E di zampate ce ne sono tante.
anche perché, magari dico un’eresia, ma non credo che un trailer così se lo siano lasciati scappare così. non puntavano sulla sorpresa. tanto comunque lo sappiamo, ai non cinefili puoi propinargli qualsiasi cosa. per gli altri ha lasciato tante bricioline di pane.
O forse è solo arteriosclerotico.
“Perciò secondo me ha visto il tutto come un “dai che prendo il gothic/noir/hard boiled di ‘anta anni fa e ci gioco un po’”. ”
Questa è stata anche la mia impressione: onestamente sono contenta che a te il film abbia lasciato qualcosa più che a me, perché non è certo il genere di prodotto a cui si augura una morte lenta e dolorosa, ma lo stesso ho trovato il discorso molto “esterno”, alla che deliziose tendine appunto.
Per chiarirci, sono andata a vederlo ben disposta e sono uscita affaticatissima, senza la percezione di essere stata ripagata emotivamente, con il ricordo di alcune cose (i due minuti di Haley, che se ci badi non è diretto come i protagonisti) e la fatica di tante altre (i flashback della liberazione di Dachau: anche con la pregiudiziale del “saccheggio stilistico”, chiamiamolo così, li ho trovati davvero da sub-biopic di Rai Uno, e ce ne sono mica pochi). Non è stato il twist a deludermi, né la presenza di un twist in una storia simile, quanto la strada che ci ha portato fino a lì.
Se non ho capito male, comunque, *tutta* la redazione dei 400 Calci sta vedendo il film in questi giorni, perciò aspettatevi cose diverse in home page tra poco.
certe parti sono così iconiche, stilizzate, quasi ideali (delizione tendine, no?) perché dovrebbero corrispondere alle fantasie di qualcuno. Sono ricordi mediati dalla mente (Teteschi ti Cermania), episodi veri ritoccati (interrogatori di pazienti e dipendenti) e fantasie belle e buone (caverna, scogliera, topi). perciò secondo me devono essere altamente sublimati. Come quando si fanno le fantasie “tipo mi immagino che gioco nel Milan”. Allora c’è la scena che scarto Materazzi, quella che mi falciano davanti all’area, mi alzo mi tiro su il calzettone e la metto nell’angolo e così via. Tutti abbiamo scene definite nei minimi particolari, nei nostri film mentali. Per poi avere dei neri giganteschi nelle parti non “interessanti”. Come qualcuno nel film. Secondo me è, su un primo piano della narrazione – quella interna -, iconico perché deve essere il risultato di un sogno. Realistico ma un po’ rigido, come tutte le elaborate fantasie. Su un secondo piano – quello esterno, Martin vs. noi -, deve diventare iconico perché gli/ci stilizza dei generi già canonizzati (alcuni perfino morti). L’investigatore lo vogliamo così, il manicomio in periodo maccartista lo vogliamo così, il pazzo lunatico così.
E poi, se proprio, Scorsese con piccole caricature in bilico con un piede nella realtà e uno no ci ha riempito i film. Magari qualcuna di queste gli è riuscita meno, ma non è tutto così nuovo (un po’ estetico/freddo sì, eh, concordo).
Ma ci sto mettendo tanto del mio. eh.
ok, per oggi basta. complimenti per la trasmissione.
Grazie a te per i commenti. Hai giocato incredibilmente pulito :)
(tieni conto che mentre scrivevo pensavo a questo, per cui.)
Film veramente bello…era da tanto che non vedevo un film all altezza.. la seconda volta capisci tutto, è geniale…il paragone con Gothika è una minchiata,sono andato a vederlo con aspettative alte e non sono rimasto deluso er niente, al contrario di Avatar..bravo Scorsese e Di Caprio
Concordo con Dolores. Il finale a sopresa non è poi così sorprendente, la parte centrale (“la strada che ci ha portato fino a lì”) è tutt’altro che avvincente e l’incipit non riesco ancora a spiegarmelo. Qualcuno può illuminarmi sull’arrivo all’isola in traghetto? Grazie.
luigi: il paragone con Gothika non è “una minchiata”, PRIMO perché l’ho scritto io, SECONDO perché l’ha detto il mio fidanzato che di queste cose se ne intende (bambola), TERZO perché il Discorso Globale Sull’Inconscio è abbastanza sovrapponibile in entrambi i film. Nello scult di Kassovitz arrivava nelle scene iniziali, e quindi faceva ridere anziché “pensare” come avrebbero voluto (due coniugi psichiatri cominciavano a discutere di rimozione e falso sé con il tono di chi ordina al take away etiope e tre scene dopo stavi già in mezzo ai colpi d’ascia), però davvero, metteteli vicini.
Filippo: ecco, il traghetto.
La teoria secondo cui tutte le immagini per come le vediamo noi sono “mediate” da qualche elemento (sogno, allucinazione, memoria) è assolutamente legittima, e per quel che può valere la condivido. Poi secondo me rimane comunque troppo appoggiata al film.
Io non vado al cinema per seguire le molliche di pane, ma il traghetto è una di quelle cose a cui NON pensare, altrimenti davvero ti chiedi che senso ha proprio la vita in linea di principio.
@ Dolores Point Five
“La teoria secondo cui tutte le immagini per come le vediamo noi sono “mediate” da qualche elemento (sogno, allucinazione, memoria) è assolutamente legittima, e per quel che può valere la condivido.”
Pure io la condivido, ma ho cercato di leggere l’incipit in relazione alla “logica” del film. Insomma, la storia deve funzionare, no?
SPOILER!!! SPOILER!!! SPOILER!!!
Sappiamo che Di Caprio è sull’isola da due anni, che hanno tentato di curarlo più e più volte (assecondando le sue visioni), che ogni volta sembrava guarito e invece, a distanza di uno, due o tre giorni (non si capisce) resetta la sua mente e torna a fantasticare. Quindi: A) Se è da ventiquattro mesi che non lascia l’isola, cosa caspita ci fa su un traghetto? B) Il traghetto NON è una visione perché c’è con lui lo psichiatra-collega, che è una persona reale. Di consegueza la scena cozza con tutto quello che segue. Mi ha dato l’impressione di essere un tentativo di sviare lo spettatore dalla (facile) conclusione, che poteva e doveva essere evitato.
SPOILER! SPOILER!
@ Filippo
L’unica spiegazione del traghetto che mi do’ io è che abbiano dato al Leonardone una botta in testa e ce l’abbiano caricato.
A meno che quello non sia un ricordo di quando sull’isola ci è arrivato per la prima volta, e che lui nella sua mente l’abbia incollato a tutto il resto del gigantesco gioco di ruolo.
Che poi, altra cosa: Ben Kingsley non dice alla fine che anche l’uragano è una cosa che il Leonardo inventa ogni volta? E dunque tutte le scene ambientate col partner sotto la pioggia/ in mezzo alla tempesta? Bah.
Filippo, Magnolia: ragioni di più per leggere/rileggere il romanzo di Lehane, che – opinione personale – ti fa entrare nel personaggio da subito.
(Il libro inizia con un breve capitolo in prima persona affidato a UN ALTRO PERSONAGGIO, che riflette sulla storia usando il passato, poi attacca la narrazione in terza con loro sul traghetto, ma parlando del protagonista e del fatto che ha il mal di mare nonostante sul mare ci sia cresciuto ti interessa al lì e ora: abbastanza da fare sì che il SEME DEL DUBBIO non acquisti mai la valenza di un cartello “attenzione, spoiler”.)
Un buon amico definisce l’impianto scenico del film “COPPOLATA”. Gli do ragione.
Insisto: è la versione Basaglia di “Angel Heart”. Alla prima Aspirina (“per un mondo con meno dolori”, diceva un claim tempo fa) vuoi anche la Coca Cola per andare in acido pure tu, che hai già capito l’85% di quello che verrà.
Il TRAGHETTO è già un classico del PFTW
(posthumouswhaddafukk).
Bella, nel doppiaggio italiano, la sottolineatura sui sistemi ELETTRONICI fuori uso.
Quello che fa ridere è che se sull’isola ci fossero stati EFFETTIVAMENTE degli exSS stile dentista di Laurensolivier pagati dagli Usa per rifare sugli ariani quello che facevano ai giudei forse sarebbe stato tutto più banale, ma almeno i flashback a Dachau avrebbero avuto un senso. Così sono solo strumentali e scorretti e inutili. (l’orrore, l’orrore: mavadavialcù)
Occhio: il primo che mi elabora una teoria su “shutter” come l’otturatore della cinepresa vengo lì e urlo come Linnea Quigley in Night of the Demons.
@ Dolores Point Five
Ok, chiaro, anche se il film dovrebbe capirsi senza andare a “leggere/rileggere il romanzo di Lehane”. Comunque, indipendentemente dall’incipit, non ritengo Shutter Island un film completamente riuscito, anzi.
Grazie :-)
Philm:
“Quello che fa ridere è che se sull’isola ci fossero stati EFFETTIVAMENTE degli exSS stile dentista di Laurensolivier pagati dagli Usa per rifare sugli ariani quello che facevano ai giudei forse sarebbe stato tutto più banale, ma almeno i flashback a Dachau avrebbero avuto un senso. Così sono solo strumentali e scorretti e inutili. (l’orrore, l’orrore: mavadavialcù)”
Era questo che cercavo di dire, prima. Non avrei trovato parole più precise. Attribuisco anche il mio fastidio a quello che sento, in generale, per i film o libri che usano la Shoah per “parlare d’altro”, o come termometro universale dell’orrore.
No, non sono ebrea.
Filippo: guarda che sono d’accordissimo con te. Se mai, è uno di quei casi dove si può tirare fuori il vecchio argomento “libro > film” e incoraggiare i curiosi a prendere in mano il primo.
Per tutti gli altri, vi propongo un esercizio. Immaginate questo film uguale identico ma con la scritta “Deran Sarafian” dove c’è il nome dell’autore. Immaginate la reazione critica.
Regaz, vi stimo tanto e capisco quello che volete dire ma vi dico subito che secondo me Shutter Island è un capolavoro. Non assoluto, ma un capolavoro nel suo genere.
Per come la vedo io, è Scorsese che fa il Tarantino. Cita e cita e cita altri film e libri e immaginari e alla fine fa un film che ha un senso compiuto come film di Scorsese (il doppio finale è figo, gli attori sono tutti bravi—ok, a parte Koteas che è irritante—tecnicamente è eccellente, le scene romantiche sono struggenti, le scene d’azione sono fiche, le scene oniriche sono oniricissime e le scene di paura fanno paura, insomma, è ben fatto).
Ma il discorso “Scorsese che fa il Tarantino” è anche nel senso che Tarantino è citazionista che fa film che parlano di altri film, non di “vita vera”, per dire, e pure questo lo è. Si vede che Martin si è divertito. Ha fatto un film di Scorsese e ha fatto un film-riflessione sui film. E anche lo spiegone gigante può essere perdonato, in quest’ottica. È un film oltro, nel senso che è anche una meditazione un po’ meta sul fatto che la gente si spippa i thriller per non pensare ai propri problemi di coppia (verissimo) e sul ruolo del film thriller come evasione dalla realtà e su perché ci piacciono i thriller ecc. ecc.
E poi, il discorso traghetto non è per niente WTF. A metà film mi c’è uno che dice qualcosa tipo, “Non andrai mai via da qui, tanto il traghetto lo controllano loro.” Quindi, molto semplicemente, l’hanno messo sul traghetto dall’isola e gli hanno fatto fare avanti-indietro e TAC, tutto risolto.
Poi magari sono io che non ho visto tanti film quanto voi e quindi non capisco abbastanza bene. Magari sono io che amo troppo Di Caprio e Ruffalo e la Williams e mi guarderei qualsiasi film del mondo se contenesse quei tre allo stesso tempo.
In conclusia, detto che a me i film-con-colpo-di-scena non mi piacciono, né mi piacciono i film-sono-io-a-essere-l’unico-pazzo-o-sono-loro-ad-essere-tutti-pazzi, Shutter Island secondo me è uno dei migliori film-con-colpo-di-scena e anche uno dei migliori film-sono-io-a-essere-l’unico-pazzo-o-sono-loro-ad-essere-tutti-pazzi di sempre.
A me è piaciuto
Ora vi racconterò una storia. Un giorno un bambino di nome alessandro, che era appassionato di film, decise di andare a cercare su youtube il trailer del prossimo film del mitico regista Martin Scorsese, Shutter Island, dopo che per molto tempo aveva seguito spasmodicamente la pagina del film su imdb. Ebbene riuscì infine a vedere il trailer del film tanto atteso ma un grosso dubbio ora lo attanagliava e decise, per fugare ogni paura, di cercare un thread sulla suddetta pagina di imdb, per vedere se quello che temeva fosse veramente reale. Il caso volle che, fra i thread in primo piano, ci fosse proprio quello che faceva al caso suo. Dopo aver letto i primi post, cercando di districarsi fra i vari spoiler dei soliti malintenzionati, un grande sentimento di delusione lo pervase: purtroppo chi aveva visto il film confermava che dal trailer si capiva già il finale. E fù cosi che per la prima volta un trailer non montato da Italia1 rovinò il finale di un film al nostro povero alessandro.
the end
Dal punto di vista di quello che strettamente é il cinema questo film fa CAGARE. Cazzo se uno mi avesse detto – la storia inizia così… – io avrei continuato dicendo le cose più probabili che sarebbero accadute basandomi sul tipo di storia e di genere e ci avrei azzeccato. Ecco, al posto di quel qualcuno ce stato il trailer maledetto.
Forse è solo una mia impressione, ma la persona che ha scritto l’articolo e anche quelle che hanno commentato, ecco mi è parso solo per un momento che stessero giocando a chi c’e l’ha piu grosso…
Per essere piu preciso, “chi è il piu figo cinefilo che ne sa di più ? ma naturalmente io!”
Voglio dire, da quello che ho letto nessuno di voi ha visto Shutter Island come andrebbe guardato un film qualsiasi, ma forse non guardate piu i film come andrebbero guardati perche siete troppo indottrinati e cinefili per fare il contrario ormai. Non è un accusa detta perche probabilmente io sono “uno di quelli a cui il film è piaciuto perchè non è uno che ne sa”, ma semplicemente perche si evince questo dal modo in cui scrivete.
Ciao a tutti, ma che diavolo di recensione è ?
mi riferisco a tale gentile signorina Dolores che scusi senza offesa ma ha scritto una paginata di roba in un italiano criptato e pressochè incomprensibile..
d’accordo che il film in questione è criptico e oscuro ma non vuol dire debba esserlo anche la recensione.
la divisione in capitoli con titoli astratti aggrava maggiormente il tutto, e poi basta (mi riferisco anche ad altri siti) con queste finte e inopportune licenze grammaticali anglo-americane che vorrebbero esser tanto “cool” ma non lo sono.
Grazie e scusate lo sfogo.. Il film comunque mi è piaciuto sebbene molto furbo nel suo continuo “mescolare” le carte in gioco.
@ele-h-cim: cazzo! Non me n’ero accorto. Ora chiamo Dolores e le dico di riscriverla diversa.
Veramente volevo solo esprimere il mio dissenso per i toni usati nella recensione assai poco professionale e obiettiva.. recensione che sembra scritta , senza offesa per carità, da una liceale.
Infatti del film in questione non si capisce quasi nulla ma è tutto un susseguirsi di monologhi e vaniloqui al limite del delirante..
Tutto qua.. grazie dello spazio (sperando che non venga tagliato) :)
@ele-h-cim: mi dispiace… ti tocchera’ comprarti il Mereghetti
Vale sempre la pena rileggere vecchi commenti
Buon film, ben diretto da Scorsese, quantunque non sia uno dei migliori, interpretato intensamente da un Leonardo DiCaprio in gran forma. Sceneggiatura inquietante e alquanto dinamica; interessanti i flashback nel passato sotto le armi del protagonista; buoni gli effetti; impeccabili le scenografie; stupende la atmosfere cupe; e buone le prove attoriali secondarie di Mark Ruffalo, Ben Kingsley e Max von Sydow. Colonna sonora terrificante; e svolgimento fluido.