Quasi fatta, amici. Manca solo Hypnosis e poi è en plein. 6 Giorni sulla Terra, check. Dreamland – La Terra dei Sogni, check. At The End of The Day, check. E, mi sembra giusto dirlo subito, a confronto degli altri due titoli l’esordio di Cosimo Alemà, non me ne vogliano gli ormai amici Varo Venturi e Sandro Ravagnani, sembra Quarto Potere. Ieri c’è stata l’anteprima milanese e io, che ormai sono un vip tale che vi pregherei di NON salutarmi quando mi incrociate per strada, perché non sta bene che io mi confonda con voi plebaglia, mi sono tipo imbucato, chiedendo in ginocchio un invito all’ultimo momento, sfruttando le amicizie altolocate del nostro Miike. Comunque, mi son messo la mia felpa buona e sono andato al cinema carico di speranze di un futuro migliore, fatto di un fiero cinema di genere italico. E sono uscito contento! Incredibile, amici. Ma per quanto mi riguarda At the End of the Day è un buon film di genere. Cosa vuol dire questa affermazione? Vuol dire che At the End of the Day se la gioca sullo stesso piano di film di genere come – cito a caso – Rovdyr – Manhunt, o pellicole di quel calibro lì. Piccoli film, girati magari in economia o con certi limiti strutturali, che sicuramente strizzano l’occhio (più o meno velatamente) ad altre produzioni, ma che portano a casa il risultato. Guardi At the End of the Day e ti passi 93 minuti più che godibili. Oggettivamente, se consideriamo la nostra disperata situazione, un successo senza precedenti.
“Presto, presto, signor Casanova! Mi racconti subito la trama!” Si, stai sereno: allora, c’è un gruppo di giovini che decide di passare del tempo all’aria aperta giocando a soft-air. Il soft-air è come il paintball, ma senza la vernice. Questa è l’unica differenza. Per cui: sette ragazzi (due sorelle, un mezzo intellettuale figo, uno stronzo con la faccia da pazzo un po’ figo, la coppia che ci crede un po’ troppo e quello muscoloso, buono e un po’ scemone) in una foresta dimenticata da Dio, dove un tempo c’era un vecchio accampamento militare. I ragazzi giocano, si divertono e scattano le più classiche dinamiche: mezzi limoni, antipatie, simpatie. Tutto bellissimo e divertentissimo, fino a quando qualcuno non ci rimette la pelle. Che è un po’ tipo lo slogan della Federazione Italiana Gioco Bukkake: è tutto molto divertente, fino a quando poi qualcuno non ci rimette un occhio. Nel caso del bukkake – io che ignoro poi cosa sia esattamente il bukkake – non so come uno possa arrivare a perdere un occhio. Nel film di Alemà, i giovani perdono la vita perché ci sono tre poveri pazzi che si aggirano per quella stessa foresta, con lo scopo di sfogare tutta la loro cattiveria verso i ragazzi. Vogliono ucciderli, torturali, vederli soffrire. Camaun!
Sì, sì, c’hai ragione tu: At the End of the Day ha la trama molto simile a Paintball, un film spagnolo (spoiler: molto più brutto). Ma è anche vero che, sempre per citare lo stesso film di prima, Rodvyr è uguale a Eden Lake che è uguale a L’Ultima Casa sulla Sinistra che è uguale a La Fontana della Vergine. Che poi anche Pocahontas è uguale a Avatar. Uff, che noia. Dai, ci siamo capiti. La storia l’avete letta tutti, siamo nel 2011, abbiamo visto tutti una marea di film e la fantasia non è l’elmento portante dello script di At the End of the Day. Però secondo me è anche un bene. Cioè, andiamo pianino. Mi viene in mente quella puntata de I Robinson in cui quello zarro di Theo dice a papà Cliff che vuole suonare la batteria. E papà Cliff, giustamente, gli dice che non è che puoi subito fare le robe più complesse, tipo l’assolo di Moby Dick. Devi prima imparare a tenere bene i quattro quarti. E siccome noi ne abbiamo visti di aspiranti batteristi, che esordiscono pensando di essere Elvin Jones e invece è già tanto se riesci a stare dietro a Massimo di Cataldo, io sono contento che At the End of the Day si appoggi su cauti e placidi binari di genere. Si vede anche il banjo e io che sono scaltrissimo ho subito pensato a Un Tranquillo Weekend di Paura e mi sono complimentato mentalmente col regista, pensando: “Bravo, Cosimo. Non manca nulla. Così si fa, cazzo!”.
Tutto bellissimo, dunque? No, beh, dai, obbiettivamente no. Cosa c’è che non va, signor Casanova? Eh, cari amici miei, ci sono un po’ di problemini: ci sono dei dialoghi e qualche svolta di sceneggiatura tra il brutto e il forzato e soprattutto una scarsa fantasia formale. Qui la cosa è più preoccupante rispetto alla prevedibilità narrativa: Alemà è bravo, ha un buon occhio e il gusto dell’inquadratura. Niente da dire: ha fatto tanti bei videoclip e si vede. Però qui passa la maggior parte del tempo con la camera a mano ad avvicinarsi al volto degli attori e a giochicchiare col fuoco. Non è brutto, ma alla 720° volta, hai reso ampiamente l’idea. E poi, visto che siamo nel survivalism, io voglio tante belle riprese in campo lungo del bellissimo set che hai trovato. Oppure dei dettaglioni che te la giochi con il Peter Weir di Master & Commander quando arrivano sull’isola. E alcune di queste cose ci sono, ma sono troppo poche. E poi, tac, mi fai vedere i pori della pelle di Michael Lutz. Daiiiiiiiiiii. Però c’è un sacco di sana violenza, un bel po’ di sangue e almeno una sequenza (la prima uccisione) che io sinceramente a fine proiezione sarei andato a stringere la mano al regista. Poi non l’ho fatto, perché non vorrei che poi si montasse la testa e che magari poi mi incontra al Just Cavalli di mercoledì sera circondato di modelle e magari mi saluta. Ah, cinque alti per la colonna sonora che mette insieme Soap & Skin, Hammock e WW – Women in the Woods, ovvero uno dei 8734875 progetti di Nico Vascellari e Cane di Coda.
DVD Quote:
“Dai, dai, dai che l’abbiamo girata!”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
oh, allelujah!
Comunque nel catalogo dei dvd scrausi della Avo, insieme a perle di kung fu e action italici tipo Thunder ho trovato un altro film italiano dalla trama simile! Sempre paintball assassina nei boschi, se lo trovo nel cestone della coop vi faccio sapere!
Ultimamente non so se citate di più Boris o Tree of life… ma, sarà una fase, passerà…
@Joe – il film che citi è Softair del 1997 http://www.filmbrutti.com/reviews.php?ShowReview=238
Chiedo l’abolizione del frame in cui un tizio dagli occhi a palla sfoggia la maschera antigas.
Poi magari in questo film ci sta pure, ma lo si vede troppo e ovunque.
ho visto il trailer di “at the end of the day” proprio prima dell’inizio del tremendissimo “hypnosis” (di cui aspetto con ansia la vostra recensione, nonchè una nomination ai Sylvester per la miglior vecchia del 2011) e in effetti mi aveva abbastanza incuriosito e alla fine si andrà a vederlo con convinzione, perchè è vero: tutti noi abbiamo un dovere verso questi film. andare al cinema e pagare per vederli.
dico solo una cosa però: abbasta con questa fotografia desaturata, che già non se ne può più… e visto che ci siamo diciamo basta anche a sti cazzo di campi lunghi in esterno velocizzati tra una scena e l’altra.
@ Enea: mi sa di sì ;)
E che è, il remake del 2011 di Severance senza il british humor?
O il remake di quell’altro film spagnolo dei 2 regazzini che pigliano a fucilate i turisti nei boschi?
Mah, da 1 anno sta uscendo tutta roba uguale che differisce soltanto in insignificanti dettagli, un pò come la discografia di Noyz Narcos, bah che palle.
Piccola parentesi, ma del progetto sull’olocausto di Uwe Boll non si è più saputo nulla? è oltre 1 anno ormai.
Non ci credo che non sai cosa sia un bukkake.
ancora non riesco a capire cosa sia il bukkake e come ci si rimetta un occhio
anyway, cioè.. volevo fosse un film, volevo fare un film, volevo far vedere..
secondo me non ha proprio le idee chiare il cosimone. peccato!
http://www.youtube.com/watch?v=yvAAjXQxryQ&NR=1
http://it.wikipedia.org/wiki/Bukkake
E’ abbastanza chiaro.
Ho sperato fino alla fine di leggere “Ah ah, ci siete cascati! Ma davvero pensavate dicessi sul serio?”
Invece no. Ok. I 400 Calci approvano un film che è letteralmente un videoclip di 90 minuti, fatto da dialoghi imbarazzanti, con un regista che non ha la più’ pallida idea di cosa voglia dire far recitare gli attori e con una storia che e’ un continuo MACCOSA. Talmente brutto che potrebbe vincere il David come migliore opera prima.
Però con i TANTI soldi (altro che due lire…) hanno messo dentro la fotografia patinata e le musiche fighette…
Avevo smesso di commentare perché’ avevo capito che qualcosa era cambiato sul sito tempo fa, quando i commentatori vecchi si sono dati tutti e sono arrivati i leccaculo.
E’ triste. Prima eravate un gruppetto che voleva cambiare le cose, mentre ora sapete di essere i numeri uno. E fare gli opinionisti in tv, essere rispettati dagli uffici stampa… Forse cambieremmo tutti, chissà’. Le luci, che bagliore.
E poi ora siete tipo BFF con Cosimo “Zero Assoluto” Alema’ e quindi per traslazione con la sua crew!!! (non preoccuparti per i complimenti ad Alemà, sono ANNI che se la tira a nastro senza avere neanche il talento a supportarlo.)
Che peccato però.
Questo commento sembra una di quelle cose da film con la parte migliore e ingenua del passato che guarda la parte peggiore e cinica del presente, quindi torno nel dimenticatoio. Non vi mancherò.
Ciao, CWK-W.
(Brianna = Vedere tette.)
Perdonami, eh?
te lo dico con tutta la simpatia del caso,
cioè: zero,
ma quante cazzate in un solo commento!
sulla mia recensione:
1) i difetti che indichi tu sono gli stessi che sottolineo io.
A dire il vero, hai ragione, non ho detto nulla sugli attori
(che sono scarsi, nulla da dire,
ma se vuoi ci mettiamo a paragonarli
con quelli di, che ne so, Prowl)
Su dialoghi e sceneggiatura ho scritto, cito:
“ci sono dei dialoghi e qualche svolta di sceneggiatura
tra il brutto e il forzato”.
cosa vuol dire secondo te questa frase?
leggiamo un po’ tra le righe:
secondo me che ci sono dei dialoghi
e qualche svolta di sceneggiatura
tra il brutto e il forzato.
ma magari è una strana interpretazione mia.
2) i soldi messi in questo film sono pochi
rispetto ai “soliti” film italiani
e sono – immagino – gli stessi
dei prodotti a cui paragono
At The End Of The Day.
Detto ciò, citengo a sottolineare che a me
dei soldi spesi per il film
non me ne frega un cazzo.
Sul sito in generale:
io sono andato a vedere il film all’anteprima
grazie a una testata per cui lavoro,
e ne scrivo qui ovviamente gratis
come tutti noi facciamo da quando esiste il sito
perché mi va.
Lo stesso spirito con cui – parlo personalmente –
ho cominciato e continuo a scrivere qui.
per cui la cazzata del
“volevate cambiare il mondo e invece adesso…”
te la potevi risparmiare.
non ti piace quello che scriviamo?
ci vedi delle malafede?
Pensi che siamo culo e camicia
con la mafietta del cinema italiano?
ti senti accecato di riflesso da “le luci, che bagliore”?
Problema tuo.
Ah, ci tengo
i400Calci non approvano NULLA.
Io scrivo che a me il film non è dispiaciuto.
a Nanni/Wim/Dolores ecc…
magari farà cagare.
Ciao Pipolo Segal.
@ratto felino.
ora mi è un tantino più chiaro. e l’esclamazione “sticazzi” penso sia piuttosto appropriata.
solo per dire che la vodafone mi ha mandato un messaggio (si, sono abbonato agli inutili messaggini pubblicitari che non dicono nulla) con scritto:
“esce oggi nelle sale “at the end of the day”. Un viaggio tra l’avventuroso e il romantico all’interno di una misteriosa foresta”
dico ma…. non è bastato Infascelli?? mo pure questo qui DAI CAZZO!!
qualcuno poi l’ha visto?
mah, si era capito che era una merda da quando l’allegro gruppetto comincia a parlare letteralmente a caso, cioè forse dal minuto 3.
E’ tutto fuori posto, non si salva niente e come ogni film italiano che si rispetti, qualunque cosa facciano i protagonisti riesce a mettere un’amarezza assurda.
Appena cominciano quella cazzo di partita a soft air mi sono già pigliato male, chi sbuffa, facce tragiche, sbrocchi vari, parole a cazzo…pareva la sagra del malessere.
Se apprezzassi almeno lo sforzo, dovrei farlo pure con in the market, giallo e pure dreamland.
Non me la sento. Che schifo l’italia.
Severance e Wilderness sono avanti anni luce rispetto a questa merda.
Il regista promette bene ma la storia della monetina a Bergamo se la poteva anche risparmiare.