Ve lo ricordate United 93? Il film d’azione che non era d’azione? La cronaca del tentato dirottamento di uno degli aerei durante l’11 Settembre e del controdirottamento di questo da parte dei suoi stessi passeggeri? Una trama che nelle mani di, chessò, anche un Burt Reynolds qualsiasi, un Charles Bronson novantenne o un Liam Neeson svogliato, sarebbe stato meglio di Snakes on a plane e che invece Greengrass aveva asciugato d’epica e riempito di tensione usando facce non note? Vi ricordate che era probabilmente la miglior trasposizione cinematografica di un fatto di cronaca? Ecco, benvenuti al secondo tentativo: Captain Phillips – Attacco in mare aperto! (se sentite uno strano pizzicore all’altezza della nuca ogni volta che leggete il titolo italiano è il cervelletto che lavora e stimola sensazioni piacevoli sollevando ricordi ancestrali di trappole in alto mare, o almeno questo mi hanno detto quelli del marketing Sony).
Questa volta c’era di nuovo da raccontare la storia dalla parte dei vincitori ed è stato chiamato il due volte (e poi basta) regista di Jason Bourne, Paul Greengrass a dare respiro al più noioso dei racconti, ovvero la crisi dei pirati somali del 2009, quando Phillips, il capitano di una noiosissima nave cargo che non trasportava niente di clamoroso (ma cibo per gli stessi africani), è stato preso in ostaggio e per liberarlo sono arrivati un milione di navy seals.
Ci sarebbe poco da dire in teoria, cioè a farla seria la ricostruzione doveva somigliare in interesse (e accuratezza) ad uno speciale del TG1, per questo hanno chiesto a Greengrass di metterci un po’ del suo per tenere sveglia almeno mezza sala e l’uomo dai lunghi capelli ribelli ha dimostrato che non puoi chiamare qualcuno di serio a fare il lavoro dello schiavo senza aspettarti qualche problema.
Come vedranno tutti coloro i quali avranno l’ardore di recarsi in sala, Captain Phillips è un film diviso in due: da una parte la sceneggiatura, dall’altra la realizzazione. La prima è scritta per fissare nella memoria di tutti “gli eventi come sono andati”, mettendo tutto il bene dalla parte degli United States of America e tutto il male in questi negri che brandiscono i soliti AK47 come dei comunisti ribelli; la seconda è fatta per andare controcorrente e mostrare quel che le parole si rifiutano di dire.
E’ quasi esaltante vedere come nel racconto di un uomo che cerca di salvare prima l’equipaggio, poi la nave e poi se stesso Greengrass abbia lavorato di casting, trucco, recitazione e messa in scena per mettere in minoranza fatti e parole e alla propaganda sostituire un po’ di onestà.
L’action movie (se questo poi si può definire davvero “action movie”) quasi mai è stato territorio di rinegoziazione politica, insomma spesso è stato propaganda, raramente dialettica, qui invece ci sono due scuole di pensiero, due interpretazioni degli eventi nelle due anime del film.
Quando la sceneggiatura fa comportare i somali da matti, Greengrass fa un primo piano dei loro volti magri, disperati, affamati e ingenui, quando sta scritto che devono essere egoisti e litigare tra loro, Greengrass li fa agire da ragazzini e ne mette in luce i vestiti di stracci da stazione Termini, quando sta scritto che i prodi americani (tutti ciccioni) agiscono di furbizia e spargono vetri per non far camminare i pirati, Greengrass mette in risalto che questi poracci senza scarpe non fanno altro che prendercele come in Mamma, ho perso l’aereo. Infine quando decidono contro ogni ragionevolezza di rapire il capitano e tenerlo in ostaggio, Greengrass con i totali mette in evidenza come a questi tre disperati armati di mitra e senza scarpe, si contrappongano 3 portaerei piene di Seals, cannoni e tecnologia.
In teoria i pirati somali sarebbero leggermente più agguerriti ma il cinema non serve a far documentari, serve a dire cose.
Contenuto vs espressione e il buon Tom Hanks in mezzo che si fa i fatti suoi. No sul serio, si fa i fatti suoi. Lui recita a sè, come non ci fossero altri, ha deciso di accettare il film per cavalcare il suo nuovo personaggio, quello che cerca di stabilire da un po’ di anni: l’uomo comune, l’americano medio (dunque panzuto) e quello è il suo obiettivo da portare a casa. Hanks è l’unico totalmente svincolato da questa lotta per l’interpretazione dei fatti, il capitano si batte, ha paura, è di buoncuore, vuol bene pure ai poveri pirati somali ma sempre per conto proprio. Chi cazzo comandasse su quel set davvero non è chiaro, il risultato però è talmente contrastante che finisce per essere appassionante.
Ognuno la penserà come gli pare ma quelle facce e quei corpi magri oltre l’immaginabile, disperati e lontanissimi da qualsiasi idea di “potenza” o “reale minaccia” lavorano in contrasto con l’idea di pericolo che la scrittura del film vorrebbe comunicare. Non si percepisce mai vero rischio, perchè il nemico stavolta è tra i più ingenui di sempre (il vero trucco con cui li fregano è una cosa da puntata dei Griffin) e questo rende ancor più ridicolo lo spiegamento di forze statunitensi, l’esercizio della violenza e della potenza militare contro il più impotente, semplice e anche ridicolo dei nemici.
Abituati a nemici potentissimi oppure astutissimi, montagne umane drogate oppure geni dell’inganno magari con sfregio in volto, la comparsa di questa banda di creduloni da villaggio che hanno la parola “vittima” scritta in faccia è uno schiaffone dritto in faccia a tutto il partito repubblicano.
In tutto questo il film com’è? Mah, guardabile.
Dvd-quote:
“Ti dirò: alla fine me lo sono guardato tutto…”
Jackie “l’onesto” Lang, i400calci.com
La prima volta che ho sentito la pubblicità alla radio avevo capito capitan findus…comunque non credo lo vedrò…mi ispira noia e penichella domenicana…nonostante abbia stima di greengrass.
mi sa che quella roba l’americano no la mangia, forse troppo buona o forse immangiabile anche per lui. Paese di contrasti.
ma quindi, in realtà, i pirati somali sono o non sono come quelli dell’incipit di Expendables?! Perchè in Captain Phillips mi sembra siano l’opposto.
lo chiedo perchè io li sfrutterei di più come villains: grossi, armati e cattivi (o almeno lo sembrano vedendo le foto di quelli veri)
Greengrass a me sta un po sul cazzo.
Mmmh… ho un po’ paura ad aprire un post su un argomento simile, ma… proviamo.
Ho sempre diffidato parecchio di qualsiasi “media” che volesse affrontare con “serietà” l’argomento terrorismo. Perchè penso che l’argomento sia tremendamente articolato, che sia impossibile da trattare senza conoscere in maniera approfondita TUTTI i risvolti che hanno portato al singolo atto… e che qualsiasi semplificazione o presa di parte (terroristi cattivi o terroristi buoni) porti inevitabilmente ad un errore di giudizio.
In parole povere: mi inquietano/spaventano/fannoarrabbiare i film che, in maniera assolutamente seria, tentano di dire una propria opinione sul dilemma “terroristi = assassini senza morale” o “terroristi = poveracci che lo fanno per sopravvivere”. Sono convinto che entrambe le concezioni siano sbagliatissime, e che un film sia un contenitore decisamente troppo piccolo per analizzare la questione con serietà.
Onore al “coraggio” di Greengrass di utilizzare la rappresentazione per “sovvertire” i contenuti. Ma…
Ora commetterò lo stesso errore che deploro, cioè dirò in maniera seria alcune cose che penso del terrorismo. Poi spiego anche perchè lo dico.
Per quanto mi riguarda, sono convinto di due cose profondamente contrastanti:
1) E’ vero che esistono alcune situazioni sociali nazionali e internazionali in cui l’unica carta rimasta ad una certa etnìa o strato sociale per farsi sentire e far valere i propri diritti è l’azione violenta. Quando non esiste altro modo per comunicare, prendi in mano il fucile. Noi oggi parliamo di terrorismo, ma la Rivoluzione Francese, la Rivoluzione Russa, i moti unitari in Italia nel 1850, etc. All’epoca erano tutti “terrorismi”. Poi hanno vinto e sono diventati “Rivoluzioni”.
2) Il vero problema che ho con il terrorismo non è l’uso della violenza in sè. E’ l’oggetto della violenza. La grande distinzione che – personalmente – faccio tra “ribelle” e “terrorista” sta tutta nell’oggetto della loro violenza. Lanciare un aereo contro il pentagono è ribellione; lanciarlo contro le torri gemelle è terrorismo. Far saltare in aria una base militare è ribellione; gasare dei passeggeri di metropolitana è terrorismo. Lanciare un missile contro una base Israeliana è ribellione (o atto di guerra); far saltare in aria una discoteca di Tel-Aviv è bieco terrorismo. Insomma… la cosa che mi fa giudicare male l’atto terroristico INDIPENDENTEMENTE da quanto possano essere condivisibili le scelte dei perpetratori o quando fosse l’unico modo che avevano di “farsi sentire” è che – nel 90 % dei casi – vengono scelti obiettivi CIVILI che nulla hanno a che fare con la causa prima del malessere dei terroristi. Questo è il “punto ideologicamente debole” di qualsiasi terrorismo. Anche di coloro che sequestrano una nave cargo carica di alimenti/beni e – al posto di rubare gli alimenti/beni ed andarsene – prendono in ostaggio dei marinai civili completamente estranei ad ogni loro problema.
Ora… il pippotto politico è solo per dire che: se un film mi tratta i terroristi in maniera puramente cinematografica e disimpegnata come Die Hard o The Expendables me la godo alla grande: per quanto “propagandistici” non penso che abbiano alcuna velleità realmente politica, ma solo quella di far divertire.
Quando qualcuno tenta una lettura “seria” o “politica” come United 93 o Munich o Captain Phillips io storco il naso. Non tutti gli americani sono eroi; non tutti i terroristi sono diabolicamente maligni; ma nemmeno sono tutti poveri cristi che “costretti” a fare il male dall’impero amerikano. Tutte le volte che vedo un film del genere penso sempre che penda pericolosamente verso UNA SOLA delle due affermazioni che ho scritto sopra, spesso ignorando o sottostimando l’altra. Penso sia ingiusto giudicare un fenomeno come il terrorismo senza tenere in UGUALE considerazione SIA la sua (in certi casi) inevitabilità come unico mezzo di autoaffermazione… SIA la sua (in molti casi) profonda ingiustizia nello scegliere gli obiettivi.
Non so se il film di Greengrass riesca finalmente a soppesare entrambi i piatti della bilancia. Ma so che sino ad ora NESSUNO dei film che ho visto ha mai nemmeno TENTATO di farlo.
Manca l’unica informazione che mi interessa: i 20.000 Navy Seals fanno saltare in aria tutto o fanno la missione modello Zero Dark Thirty in cui e’ tutto buio e non si capisce nulla?
Non mi ispira il film, ma la maglietta dell’americano medio la voglio subito.
le recensioni sono state positive altrove, chissà, cmq da notare il ritorno come attore di tom hanks (non lo vedevo recitare dai tempi del miglio verde). in italia sta facendo quello che può contro quelle PECORE ITALIANE che si vanno a vedè checco zalone (scherzo xke pure io sono in mezzo a quelle pecore, o forse sono pecora anche io XD)
Altro che guardabile, altro che noia e pennichella domenicana, altro che pistolotto fenomenologico di Tyler. I film di Greengrass hanno ritmo, non hanno tempi morti, ti investono e sì, fano sembrare quattro sfigati una seria minaccia. Solo per questo direi che il lavoro è riuscito.
@ Tyler. I pirati somali non sono terroristi, sono criminali comuni,. Sono spinti dal profitto, non da ragioni ideologiche. Un buon inizio per parlare di “terrorismo” è avere una vaga idea di cosa sia.
@Davide
Forse non hai capito che non volevo fare nessuna polemica. Non ho criticato la recensione (che – come al solito – è illuminante). Non ho criticato il film in sè.
Mi agganciavo semplicemente a quei film che tentano di porre i “cattivi” (forse così ti piace di più?) sotto una luce “revisionista”. Facendo in modo che facciano pena, che attirino simpatia, che sembrino le vere vittime. Atteggiamento che trovo perfino divertente in un blockbuster fracassone ma ritengo “rischioso” in un film serio – ancora più se con pretese di “verità storica”.
Non mi ergo certo a “grande conoscitore del terrorismo”, anche se col lavoro che faccio IRL ne so sicuramente più di te (a meno che tu non sia tra i miei capi o non lavori nelle forze dell’ordine).
So perfettamente che i pirati somali operano a fini di profitto personale, ma ti garantisco che ci sono fior fiore di “pensatori” che comunque dietro ci vedono motivazioni profondamente ideologiche (nord vs sud del mondo, globalizzazione, colonialismo moderno, etc.) per cui il mio discorso credo regga senza cambiare una virgola. Ho parlato di “terrorismo” per dare più ampiezza al discorso.
CAPISCO che i dirottatori somali non sono “tecnicamente” terroristi. Così come “Alien” non è TECNICAMENTE uno “xenomorfo” (che vuol dire semplicemente “di forma diversa”: un CONIGLIO è uno xenomorfo per un umano), ma – perdìo – facciamo a capirci, ok?
Volevo “parlare” del complesso dualismo che si cela dietro ad ogni atto di violenza di massa… invece un maniaco di wikipedia mi corregge sul significato etimologico della parola “terrorista” contrapposto a un “pirata” somalo.
Beh altro che “mah, guardabile.” …
Io questo pomeriggio di un giorno da cani in alto mare l’ho trovato proprio bello bello. Bravo tom hanks, bravi i tipi che fanno i pirati e l’equipaggio. grandissimo il cazzuto di pacific rim che fa il negoziatore dei seal. e bravissimo greengrass, onore a lui. Ottimo film.
@tyler: a me sembra sia proprio la tua analisi ad essere un po’ semplicistica, tanto quando parli di terrorismo quanto quando ti ruferisci ai film. mi associo a quelo che ha scritto davide e aggiungo che pure in die hard erano rapinatori e non terroristi…
Infatti io lascerei le analisi sociologiche, semplicistiche o complicatistiche che siano, fuori da qui. Cosi’ come i discorsi tipo “con quelo che faccio IRL ne so piu’ di te”: non e’ che se IRL sei Osama Bin Laden e dici che Al-Qaeda e’ una pasticceria di Jeddah diventi non sei criticabile :) Deal?
i’m sure IRL u sucks. Useless cunt
@BellaZio: la missione dei Seal non esiste, non c’è stata, arrivano li minacciano e sparano. Fine.
Bella recensione. Hai anche confermato i miei “sospetti” sulla parte ideologica del film. Non sono particolarmente fan di Greengrass ma ora mi sta sicuramente simpatico.
Si, forse è meglio lasciar fuori considerazioni su cosa sia e cosa non sia terrorismo, altrimenti chiederei a Tyler cosa ne pensa di Coventry, Dresda ed Hiroshima… ma non è il caso…
Mi sa che questo film vado a vedermelo…
ehm… che è sto IRL????????
@Tyler
perché fai differenza tra morti?
cioè se muoiono soldati è ribellione se muoiono civili è terrore.. perché????
i civili non c’azzeccano perché????
@blueberry: la differenza tra i morti la fai quando vuoi essere sicuro di risolvere il problema giusto.
Occhio a non andare fuori tema pero’, il discorso iniziale di Tyler – che credo di aver capito – a suo modo rimaneva legato a questo film e a certo cinema in genere.
@400 calci
Denuncio alle autorità competenti i 400Calci per violazione della par condicio filmica: perchè recensire Captain Phillips e non il precedente A Hijacking (Kapringen), sempre sul tema Sequestro da Pirati Somali, che è uno psicothriller di pseudoazione con i contro…fiocchi ?
Attendo bramoso una replica motivata.
@dikotomiko: perché no.
A disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
@nanni
boh forse sarò inutile io, come sempre, però mi pare che Tyler abbia voluta dire la sua non sul fare cinema “di genere” ma sulla “strategia del terrore”, e cito “Ora commetterò lo stesso errore che deploro, cioè dirò in maniera seria alcune cose che penso del terrorismo.”
lungi da me voler andare OT però m’incuriosiva questo punto di vista che vede morti di serie a e morti di serie b.
cioè se muore tizio è terrore se muore caio ribellione. perché?
@blueberry: mi sembra che:
a) Tyler si facesse delle domande su come il cinema tratta il terrorismo, e per spiegare i suoi dubbi si sentisse in dovere di chiarire la sua posizione in materia;
b) non mi sembra che abbia diviso in morti di serie A e serie B, ma semplicemente distinto due categorie diverse. E come distinzione e’ importante quando appunto vuoi parlare di come il cinema dipinge le motivazioni dei terroristi (e in generale, come dicevo sopra, quando vuoi risolvere un problema. Tu non vai dal medico a dire “ho la tosse” e poi rimanere fermo a braccia incrociate in attesa della diagnosi rispondendo “chettefrega” ad ogni richiesta di dettagli).
c) di nuovo, mi pareva tutto in relazione al cinema. Rimaniamo li’.
(Il nano spruzzamerda è in agguato. State avvertiti)
@nanni
difesa ineccepibile
.
La corte ha deciso di consigliare ai 400CAlci la visione di A Hijacking. Trattasi di grande film danese, con grandi attori danesi e altrettanto grandi attori somali, grandemente diretto e grandemente apprezzato dal sottoscritto.
La pena è sospesa.
@Nanni: grazie. Hai capito perfettamente quello che intendevo.
@Reverendo: [in tono quasi amichevole] continui a non capire. Il punto non è chi sono io e cosa faccio nella vita. Il punto non è se sono terroristi, rapinatori, pedofili o ingeneri che lavorano per Google. Il punto era, è e rimane la problematica “morale” che ci si deve porre quando si realizza un film “serio” su un fatto di cronaca a si decide di prendere una “posizione politica”. Punto. Può darsi che la mia analisi fosse semplicistica (e l’ho perfino detto), ma almeno ho provato a farla. Sono molto pochi quelli che hanno corretto la “sostanza” del mio intervento. Si sono buttati tutti sulla “forma”. Te compreso.
@Calvin. [in tono polemico] Non sono Bin Laden e mi rendo conto che non fotte un cazzo a nessuno di cosa faccio nella vita. Stavo solo rispondendo a Davide che mi diceva di “informarmi” prima di parlare di terrorismo. Senza contare che faceva – a mio avviso – lo stesso errore che fai tu nel prendere una (ammettiamolo pure, va’) “errata” definizione dei “cattivi” del film per cassare tutto un intero discorso che poggiava su basi completamente diverse e voleva stimolare considerazioni completamente diverse. Come se l’unica cosa che avessi letto del mio intero post fosse “terrorista”.
@Schiaffi: [no. non in tono amichevole] ma che cazzo ti devo rispondere? Vabbene. IRL faccio schifo. Se la cosa ti fa sentire meglio. Adesso prendi le tue medicine e torna a dormire nella cesta di vimini.
Anzi, no, guarda… proprio perchè sei tu:
<>
@Kruaxi: [in tono amichevole] forse ti sorprenderò, ma – non essendo minimamente filoamericano – sì, secondo me Hiroshima è stato un atto di terrorismo. Un crimine contro l’umanità. Così come lo è stato quasi ogni bombardamento della II guerra mondiale. Personalmente vedo come tale qualsiasi attacco a popolazione civile non coinvolta in attività belliche almeno a partire dalla Convenzione di Ginevra in poi. Ma qui stiamo davvero andando profondamente fuori tema.
@Blueberry: [in tono assolutamente amichevole] credo ti abbia già risposto Nanni, almeno in parte. Dal punto di vista umano i morti sono morti: sono tutti figli/padri/fratelli/mariti di qualcuno. Il punto è che chi è nell’esercito è “rappresentante” di una nazione (che ne condivida o meno le politiche), è in una “forza armata” e in quanto tale si prende carico, responsabilità e colpa di ciò che quella nazione intraprende a livello di interazione bellica on le altre nazioni. Non solo si fa carico di premere il grilletto contro un essere umano quando chi è in comando glielo dice, ma si assume anche il rischio di ricevere una pallottola quando qualcuno decide di “muovere” contro la sua nazione. Un civile – per definizione – non ha e non deve avere queste oneri. Magari potrebbe addirittura essere dalla parte degli attaccanti o completamente neutrale. Viene colpito ed ucciso solo per colpire la nazione “dove è più facile e fa più male”. Ma anche questa è – lo ammetto – una visione semplicistica.
@tanti, ma grazie al cielo non tutti…
Io capisco che I 400 Calci nasce per parlare di cinema tendenzialmente disimpegnato e caciarone. ADORO i 400c proprio per questo. Ho solo provato a fare un post un pelino più serio per illustrare un mio dubbio.
Ero cosciente che la tematica era “rischiosa”: l’ho scritto all’inizio del mio post originale.
Ero cosciente che è impossibile trattare tematiche così importanti all’interno di un post (sostengo perfino che è difficile trattarle in un film di due ore!) e non pretendevo che il mio pst fosse “oro che cola”.
Sono anche cosciente che c’è gente qui che se si va oltre l’esplosione, la testa mozzata e la tetta snudata non capisce più un cazzo e si arrabbia. Mi sembrano una masnada di “Ginoskà”: “Tette!” “Culo!” “Botte!” “…e noi a Tyler lo menamo… lo menamo lo menamo…”
Poco male. Ho detto la mia – almeno inizialmente con rispetto – chi ha voglia di portare avanti una tematica per una volta un po’ più seria mi trova qui.
Tutti quelli che “terrorista o rapinatore”, “informati prima di parlare di terrorismo” o “IRL u sucks” (almeno azzecca la seconda persona singolare, ANIMALE!). Per me possono dire quello che vogliono e tornare a guardare Team America.
@nanni
guarda da come l’aveva proposto sembrava che anche la sua visione del mondo fosse così… per questo ho insistito.
ora picchiami pure
@tyler
ok sono io che non ho capito bene che ti riferissi solo ed esclusivamente al cinema. perdono.
uso le mie venti dita (piedi e mani) per aiutarti a menare tutti, gigi bebi pozzi pezzi, marco, eccetera
@dikotomiko
confermo la grandezza del film danese, questo lo vado a vedere mercoledi’ al cinema per anziani di Modena.
@il pirata pop-pop qua sopra
per me puoi elevare il discorso ad un livello superiore quando vuoi e diventare il nuovo papa bergoglio xò mi fa riderissimo leggere di uno che millanta esperienza in antiterrorismo causa “col lavoro che faccio IRL ne so sicuramente più di te (a meno che tu non sia tra i miei capi o non lavori nelle forze dell’ordine)”.
Soprattutto quel IRL lì è talmente irritante che boh mi viene da mandarti a fare in culo così di default senza manco approfondire.
Sbirri esperti in terrorismo somalo, questa mi è nuova. Ai tuoi capi gli chiederei di farti trovare un bel cappio IRL nel cesto di natale invece và.
Mesi che nn scrivo niente causa noia mortale zona commenti ma oggi siete riusciti a risvegliare il mostro anche se solo per oggi. Complimenti a te e al cazzo amico di zampaglione di là eh, bravi.
@Tyler: ma io non volevo ne correggere la forma ne attaccarti. dicevo solo che secondo me è un argomento troppo grosso e alcune cose politiche (che non voglio discutere qua, per quanto siano interessanti) mi sono sembrate trattate in modo vagamente grossolano (cosa che in realtà non può essere altrimenti, visto che è comunque uno spazio commenti di un sito incentrato su altro).
per quello che riguarda il cinema non sono molto d’accordo. hai detto che i film che trattano questi argomenti in modo semplicistico bianco/nero (a meno che non siano action fracassoni) ti infastidiscono, ed è assolutamente condivisibile. poi però hai fatto l’esempio di munich, in cui per tre quarti del film i protagonisti (che spielberg fa DI TUTTO per dipingere come persone e non come eroi o ”i buoni”) non fanno altro che disperarsi chiedendosi se ha senso fare quello che fanno e uccidere chi uccidono. quelli che dovrebbero essere i cattivi al contempo viene detto esplicitamente che non sono neppure i diretti mandanti degli attentati, i quali per questioni politiche vengono pure liberati e spediti a casa, ma restano comunque gente coinvolta. e al contempo spielberg dipinge tutto con lo stile delle spystory anni ’70, quindi come fosse un film di genere. boh, per me quello è l’esempio sbagliato. per quello dico che la tua analisi per me è semplicistica, perchè alcune cose le trovo altamente condivisibili, altre no e penso che questo sia molto dovuto al fatto che c’è poco spazio e tutto il resto.
e la cosa di die hard era in tono assolutamente amichevole, sia chiaro. avevo capito benissimo che il punto fosse un altro…
alla fine il punto è che questi film non sono mai documentari, e tutto dipende dal punto di vista in cui li si guarda. e in questo senso captain philips per me ha successo. ti presenta un capitano che vuole fare il suo dovere di capitano, dei pirati che non sono dei demoni assetati di sangue, ma persone (per quanto restino comunque i ”cattivi” del film) e soldati che vogliono risolvere la questione il più in fretta possibile. e ti trovi ad un certo punto del film (almeno per me è stato così) in cui non parteggi per nessuno (nel senso ”spero che lui vinca e che lui perda”, ”che lui uccida quello”) ma vorresti solo che tutti tornassero a casa, e sai che non potrà andare così.
diciamo che sulla politica potremmo stare a discuterne ore e ore e non arriveremmo comunque a nulla, o magari saremmo d’accordo su tutto, ma non porterebbe comunque a nulla. sul cinema invece non la vedo affatto in modo drammatico come te.
E’ dimostrato che parlare di politica, sociologia e massimi sistemi rende coglioni, siccome non mi va di diventare coglione chiedevo di evitare, soprattutto perche’ checche’ ne dica Nanni il tuo discorso sulla rappresentazione del terrorismo al cinema fila benissimo anche senza renderci edotti su cosa ne pensi. La prova provata e’ che se togli la tua analisi al tuo commento iniziale non cambia di una virgola, si capisce benissimo tutto lo stesso. Altrimenti ti rispondo che io parlo solo con chi ha letto il libro di Krueger. Stammi bene.
Sembriamo delle checche isteriche.
Uno dice che non c’è spazio e luogo per parlare di queste cose. E che non posso farlo se non ho letto i libri che ha letto lui e non la penso come lui sui film che ha visto lui.
L’altro dice che potevo fare il discorso “senza dare la mia opinione”. Siamo su dei commenti a una recensione su internet, bello… se non posso dare la mia opinione qui… dove cazzo la devo dare? Cazzo vuoi che faccia, che ti INTERVISTI come Marzullo? E che eviti ogni mio commento e opinione?
L’altro ancora non vuole parlare di politica. (Nel caso non l’avessi capito… non lo volevo fare nemmeno io e non penso nemmeno di averlo fatto. Esprimevo l’esatto contrario).
L’altro gli esplodono le palle perchè scrivo “IRL” IRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRLIRL
Così almeno il botto lo sento fino a casa mia!
Ma possibile che non si riesca quasi mai a fare un po’ di DIALOGO e SCAMBIO DI OPINIONI senza che:
– qualcuno prenda UNA CAZZO DI FRASE DECONTESTUALIZZATA dal tuo post e ti appiccichi significati che non vuoi dare.
– qualcuno si risparmi perfino la fatica e faccia che semplicemente criticare idee che non hai NEMMENO ESPRESSO
– qualcuno ti dica direttamente che non hai diritto di parlare perchè non la pensi come lui / non hai letto i suoi libri / sei troppo magro troppo grasso troppo… BIONDOOO!
– qualcuno sia talmente un genio da non capire neanche dopo un giorno intero di discussioni qual’è il VERO PUNTO del tuo PRIMO ed ormai dimenticatissimo post e continui a rispondere (MALE) a domande che NON HAI FATTO. Come passare la giornata a chiedere a un imbecille con un cronografo al polso “che ora è” e sentirsi rispondere trecento volte: “ma io non ho un termometro, coglione!”
– Qualcuno ti insulti completamente gratis perchè HAI USATO UN’ESPRESSIONE CHE NON GLI VA A GENIO.
Ok. Sto esagerando, vero?
Questa è internet è va così.
Solo che oggi, porca troia, ho visto più giramenti di frittata, misinterpretazioni, trollate, insulti e generalmente GARE A CHI HA IL CAZZO PIU’ GROSSO che NEMMENO NEI COMMENTI DELLA RECENSIONE DI PROMETHEUS.
Non volevo l’approvazione di nessuno. Non volevo che nessuno mi dicesse “sono d’accordo con le tue opinioni”. Volevo solo i vostri pareri sui rischi della rappresentazione “faziosa” dei “cattivi” nei film basati su fatti reali.
NESSUNO mi ha dato UN SOLO parere. Eravate tutti troppo impegnati a contare i peli del culo delle PAROLE che usavo. L’unico che mi ha espresso uno straccio di parere è stato il Reverendo, ma l’ha fatto solo perchè così poteva sputtanarmi il fatto che avevo citato Munich tra i film. Senza naturalmente rendersi conto che NO HO MAI DETTO DA CHE PARTE SI SCHIERA Munich, ma solo che tenta di parlare seriamente di terrorismo. Un’altro genio che quando gli chiedi “Sono già passate le 5?” ti risponde “Sei un coglione: non ci sono 25 gradi, ma 23!”
Mi sono rotto le palle.
Chiudo con la convinzione che solo Nanni abbia capito quelle che erano le mie VERE e PRIME intenzioni.
Mi dispiace anche e mi scuso se ho deragliato il thread. Dio e Nanni sanno che non era mia intenzione.
Buonanotte, va’…
Aggiungo la tua soundtrack ufficiale al tuo post http://www.youtube.com/watch?v=ATlvJiXC-Ys
PS:
“Un’altro genio” almeno azzecca dove mettere gli apostrofi o sennò la prossima volta scrivi UAG così sicuro non sbagli
@Tyler ripeto che non volevo sputtanarti. dico solo che non sono d’accordo con te. il mio parere è che il cinema a volte riesce a trattare bene e in modo oggettivo il tema del terrorismo, e ci riesce quando spiega i punti di vista dei personaggi senza prendere o cercare posizioni politiche o dividere in buoni e cattivi i personaggi. e secondo me munich lo fa. e anche captain philips. secondo te no, amen.
comunque su munich ti avrò frainteso ma mi pare tu abbia detto che non ci sono film che riescono a trattare in modo completo l’argomento, sono tutti o così o cosà. e boh, per me alcuni no.
(Nano Spruzzamerda mode: “on”. E ora sono cazzi trifolati.)
@Jakie Lang
Grazie per la precisazione, però io ho parlato solo della maglietta dell’americano medio!
@Il Reverendo
Pienamente d’accordo su Munich ma questo dopo un po mi ha fatto venir voglia di fare il missionario in Somalia per portare un paio di scarpe a questi poveracci.
saranno pure più agguerriti ma che cazzo, si fanno fare pure loro le foto da mettere su Facebook?
Sottoscrivo la Mozione Kapringen. Più tensione che azione, lo ammetto, ma come spesso accade con ciò che arriva dalla Daninerchia è recitato e girato benissimo e quando le cose si fanno bbbrutte sono bbbrutte sul serio.
Ma il capo dei Navy Seals che è tirato fuori di peso da Pacific Rim?
Oh a me non è’ dispiaciuto…..
Visto con colpevole ritardo, una discreta bomba, non cala mai di tensione, Tom Hanks in effetti recita un po’ da solo. Non starei a fare le pulci alla trama che ovviamente ha delle componenti grottesche…
Più che buono, Greengrass si riconferma un buonissimo regista (poibse lo stile non piace é un altro paio di maniche) capace di mantenere la soglia dell’attenzione dello spettatore sempre attiva con un ritmo non comune. Nulla di trascendentale (come tutto Greengrass d’altronde) ma assai valido.