Parlare di cose come “integrità artistica” o “dignità” quando si tira in ballo The Asylum è davvero difficile, trattandosi per definizione di una compagnia nata con il solo scopo di fare il verso (specialmente nel titolo, meno nelle trame) ai grossi blockbuster in uscita, per attirare gli allocchi bla bla. Cose che se leggete questo sito da almeno ieri sapete già, le abbiamo dette 745 volte. Epperò negli ultimi tempi qualche segnale di rinnovamento pare esserci stato: lo dico fidandomi dei miei colleghi perché, ammetto, non seguo molto l’operato Asylum. È quel genere di film che bisogna gustarsi in compagnia magari bevendone un paio: da soli si rischia di morire di noia. Ed essendo io un morto vivente mezzo putrefatto che a malapena scrive per i400Calci perché, e solo perché, posso scrivere da casa e non appesto la Cobretti Mansion, capirete che le mie occasioni di socializzare sono abbastanza scarse.
Ma dicevo.
Sharknado – quello l’ho visto alla convention annuale degli amici zombi e devo ammettere che ci siamo fatti quattro risate, a voi la recensione del valoroso Jean-Claude Van Gogh che, non per vantarci, ma anche per vantarci dai, è stata citata sulla confezione del DVD – è già argomento sufficiente. La Asylum è riuscita a creare un fenomeno di massa sfruttando alla meno peggio un’idea talmente geniale che anche i detrattori si sono dovuti inchinare al potere del grande Maccosa. Il sequel era inevitabile e sta arrivando, ma Sharknado è solo l’ultimo di un filone di “mostri coi nomi ridicoli fatti con una CG ancora più ridicola” come Mega Shark vs. Giant Octopus, Mega Shark vs. Crocosaurus e il prossimo Mega Shark vs. Mecha Shark – manco volessero essere la nuova Toho. E a tal proposito: io preferivo i tizi in tuta da mostri, ma lungi da me lamentarmi di uno studio che tenta di riportare in auge i film dove due mostri si prendono a pizze into da fazza. Dunque un loro filone, una loro ragione d’essere al di là degli squallidi rip-off sembrano essersela creata e pure nella serie rip-off parevano aver raggiunto un livello di decenza mai conquistato prima con Hansel & Gretel (ce lo dice Stanlio Kubrick).
Ma arriviamo al dunque.
Che invece no. Perché poi, fottuto cazzissimo, fai partire Android Cop con tutte le speranze del caso e ti ritrovi davanti un film lunghissimo, interminabile, insostenibile, una roba che a tratti ti capita di sognare di stare vedendo piuttosto Solaris di Tarkovsky. 90 minuti dura. Da sempre è la durata perfetta per il cinema action/exploitation. La si potrebbe battezzare “Durata Carpenter”, e Carpenter, signori miei, quando mai ha sbagliato qualcosa? Complimentoni, dunque, allo sceneggiatore e regista Mark Atkins per aver reso insopportabile anche la Durata Carpenter.
Ma insomma.
La cosa che fa più ridere di questa operazione è che Android Cop non è manco una copia di RoboCop, né di quello vecchio né tanto meno di quello nuovo. Come dicevo in testa al post, alla Asylum interessa più l’effetto del titolo che il contenuto. Qui potreste pensare che vi stia dicendo che forse magari sotto al titolo stupido si nasconde un filmetto sci-fi mica male. Non è così. Semplicemente, invece di rippare RoboCop hanno rippato Almost Human, la serie sci-fi poliziesca che sta andando in onda attualmente in USA (ma non da noi, dove non si trova assolutamente se uno se la volesse vedere, eh, proprio no. Impossibile) e che praticamente si riassume come “Arma letale con lo sbirro negro che è in realtà un androide”. Un concetto che ha infinite potenzialità, ma io stesso, che ero fomentatissimo soprattutto dal fatto che a crearla è stato J.H. Wyman, uno degli showrunner di quel capolavoro di Fringe, ho mollato dopo pochi episodi. Per due motivi. Primo, Almost Human ha lo stesso problema di Nathan Never, che io una volta leggevo: è ambientato nel fiuturo coi razzi megagalattici supercorporazioni che fanno le cose loschissime esperimenti genetici androidi macchine supercool roba che vola cose fighe. Ma alla fine è solo un poliziesco con due agenti che si ritrovano a indagare su omicidi e crisi di ostaggi. La tecnologia è totalmente marginale ed è solamente il mezzo un po’ più weird col quale i cattivi di turno compiono crimini assolutamente comuni, non lo spunto per un discorso sulle derive future del mondo attuale. In secondo luogo, e con questo torniamo ad Android Cop, non è scritto da Shane Black. E lo so che mica ogni buddy cop può essere scritto dallo Shaneggiatore ufficiale del genere, ma almeno trovare qualcuno in grado di canalizzare almeno in parte l’energia di quei dialoghi, di quei personaggi. Wyman e i suoi sceneggiatori finora non ci sono riusciti (ma mi sono ripromesso di recuperare gli ultimi episodi), figurarci se ci riesce questo coglione – artisticamente parlando, sia chiaro – di Mark Atkins.
Ma facciamo chiarezza ulteriore con un po’ di trama.
Android Cop è praticamente un buddy cop (l’avevo già detto?) con protagonisti due sbirri futuristici: uno è Michael Jai White che davvero ti chiedi “Perché Michael? Hai le potenzialità per essere un figo della Madonna e finisci già nel parco Asylum?”. L’altro è Andy, abbreviazione di Androide-qualcosa-numeri-a-caso-prototipo-qualcosa (interpretato da tal Vattelapesca McNessuno), il primo di una generazione di poliziotti robot progettati per sostituire gli umani nelle forze dell’ordine. Quest’ultimo è rappresentato come un normalissimo biondino americano mono-espressivo con addosso un’armatura di plasticona che lo fa sembrare il personaggio di un videogioco. È anche dotato di un elmo che fa molto “RoboCop”, ma lo indosserà in un totale di tre scene, mentre per il resto se ne va in giro sfoggiando il suo aspetto da quarterback del liceo di Smallville. Unico indizio del suo essere robot, a parte lo sguardo vitreo (che però potremmo anche attribuire al QI del signor McNessuno) sono i vari rumorini che fa quando si muove. Avete presente i “wzzz” e “wiiirr” delle giunture di RoboCop? Ecco, quelli, ma infilati più a cazzo. Michael Jai (che nel film si chiama Hammond) viene costretto dal suo capo a fare coppia con Andy per “testarlo sul campo” e quello accetta a malincuore. Subito dopo la super-coppia di sbirri viene spedita a risolvere un caso che richiede l’intervento di una tecnologia superiore. Il caso è il seguente:
“Impedire a un tizio di buttarsi da un palazzo di due piani.”
Cioè, a che pro questa scena, se non per scimmiottare (male) la scena analoga del primo Arma letale? Là, ovviamente, era geniale e finiva con un Riggs dalle tendenze suicide che si lanciava dal cornicione insieme all’aspirante suicida. Qui la risolvono con: primo tentativo di Hammond, il quale blatera due stronzate a proposito di donazione organi e supposta altezza del palazzo, argomenti totalmente inefficaci e inseriti in sceneggiatura a caso, senza la minima conoscenza di come si strutturi un dialogo “frizzante”. A quel punto interviene Andy che risolve MANDANDO DUE SMS, uno al suicidante e uno alla sua morosa che arriva tempo trenta secondi (dove cazzo era, si stava prendendo il caffè nel bar lì sotto?). Abbracci e baci e figli maschi.
Qui inoltre ne approfitto per fare un altro discorso che poi non riprenderò, perché c’è troppa roba da dire. Nel confronto tra la sublime scena di Arma letale e la qui presente farsa, si palesa uno dei grossi problemi non solo di questo film, ma di tutte le produzioni di livello Asylum: in giro non c’è un cazzo di nessuno. In Arma letale c’era una folla di curiosi e poliziotti a seguire l’evolversi degli eventi, qui ci saranno sì e no tre persone in strada. Più avanti, quando parlerò dei temibilissimi slums pieni di signori del crimine e feccia di ogni genere, sappiate che la situazione è la stessa: il massimo della minaccia è un gruppetto di cinque o sei individui che sbucano da vari edifici in mezzo alla desolazione e accerchiano i nostri in un vicolo. Alla faccia del futuro sovrappopolato. Vabbè, passiamo oltre.
Introducing the main plot.
Dopo questa sfavillante ma soprattutto utile prima avventura, la coppia di sbirri che ci ha già conquistati con la sua esuberante alchimia (ma anche no) viene finalmente assegnata al caso principale del film: recuperare la figlia del sindaco, prigioniera nella zona proibita di Los Angeles. Vedete, nel fiuturo, c’è stato il solito terremoto apocalittico che ha devastato LA, facendo anche saltare in aria una centrale nuculare che ha trasformato alcune aree della città (tra cui Beverly Hills, oggetto di una Battutona a inizio film che non vi voglio spoilerare, ma che include un esilarante confronto tra l’attuale situazione del borgo, una landa desolata, e la vecchia Beverly Hills. Pazze risatissime!) in zone off-limits. La figlia del sindaco si trova proprio in mezzo ai suddetti slums. Ma non è proprio la figlia del sindaco: è il suo life model decoy. Perché vedete, nel fiuturo, oltre ai terremoti e ai poliziotti robot, si sono anche inventati questa tecnologia meravigliosa che ti permette di proiettare le tue onde cerebrali dentro il corpo di un androide identico a te e zompettare allegramente in giro senza paura, e SENZA FARE I RUMORINI METALLICI (attenti a questo dettaglio, che ci torniamo). Un’idea che vi pare di aver già sentito? Strano, dopotutto era solo alla base del più grande incasso della storia del cinema (e anche di un altro filmetto con Bruce Willis uscito nello stesso periodo). Perciò, se dovessimo sintetizzare i punti espressi finora a un pubblico di ingegneri/informatici/matematici, potremmo dire: Android Cop=RoboCop+Almost Human+Arma letale+Avatar+Il mondo dei replicanti.
And now for the big-ass spoilers.
Mi spiace, ma da questo momento in poi mi addentrerò nei dettagli del plot, perché è l’unico modo che conosco per convogliare tutta l’idiozia di una sceneggiatura scritta chiaramente sul sottobicchiere di un pub la sera prima delle riprese. Alla faccia della Shaneggiatura: questo è il classico caso di script che crolla su se stesso appena uno si ferma a pensarci per più di due secondi. In pratica, salta fuori che la missione affidata ai nostri eroi è solo uno specchietto per le allodole: il vero piano, ordito dal sindaco stesso insieme alle forze dell’ordine corrotte (in totale tre persone, cioè più o meno metà delle comparse che avevano a disposizione per questo film) è quello di eliminare la ragazza, perché ha scoperto il gombloddo nascosto dietro alla zona proibita. Cioè che non è invasa dalle radiazioni, la cosa viene solo fatta credere in modo da mantenere off-limits intere aree della città e far così alzare il valore immobiliare delle zone abitabili, rimpinguando allo stesso tempo le tasche del sindaco e dei suoi amici potenti. Per mostrarci che la zona non è contaminata (e che la gente che ci vive sta male solo perché le scorte di cibo sono avvelenate dai rettiliani), Atkins ci fa vedere una bambina sana appena nata e la reazione di Michael Jai, con gli occhi sgranati. Una scena presa un po’ di peso da I figli degli uomini ma, ehi, perché no? Tanto ormai avete già citato tre o quattro film infinitamente migliori del vostro, perché non tirare in ballo un FOTTUTO CAPOLAVORO? Mi pare non faccia una grinza.
Ma c’è dell’altro. Il plot twist numero uno del film volete sapere qual è? Che il vero Android Cop qua non è Andy, ma il vecchio Mike Jai. Lui, in una scena omessa a inizio film, era stato mortalmente ferito in battaglia e posto in coma. La sua mente è stata poi trasferita in una copia robotica del suo corpo senza alcun motivo apparente. Avete capito adesso perché Andy fa tutti i rumorini wzzz wiiirr e invece i life model decoy no? PERCHE’ ALTRIMENTI SI SAREBBERO GIOCATI SUBITO IL TWIST. Anche questo non fa una grinza.
Ricapitolando: Android Cop= RoboCop+Almost Human+Arma letale+Avatar+Il mondo dei replicanti+I figli degli uomini+Blade Runner.
Il contro-piano dei buoni.
A questo punto, scoperto l’arcano, Hammond, Andy e la Figlia del Sindaco sono costretti a una corsa contro il tempo per avvertire la stampa, prima che i cattivi scolleghino i loro veri corpi dalle macchine che li stanno tenendo in vita. Lì mi è venuto un dubbio, ma ci torno dopo. E insomma, indovinate qual è il piano? Scoperto che il corpo della figlia del sindaco è stato spostato in un ospedale pubblico (senza motivo, stava così bene nascosto in casa del sindaco senza nessuno che ponesse domande o rompesse i coglioni), decidono di raggiungerlo e Hammond ordina a Andy di avvertire tutta la stampa in modo che si faccia trovare lì quando loro arriveranno… ENTRANDO DALLA FINESTRA. Perché, guarda caso, l’ospedale si trova proprio alla fine di una mega-rampa stradale che porta fuori dalla zona proibita, perciò ai nostri basta prendere la rincorsa per sfrociarsi con nonchalance dentro le vetrate, avvertire i giornalisti, impedire al sindaco di scollegare i macchinari che tengono in vita la figlia e salvare il mondo intero dal pericolo di una sceneggiatura raffazzonata. Ma è troppo tardi.
Conclusioni un filo pignole, ma giuste.
Non so come articolare in un discorso tutti i punti che mi hanno lasciato completamente basito, a proiettare giganteschi Maccosa sulla parete del palazzo di fronte con la sola forza dell’indignazione. Perciò mi limiterò a elencarli in forma di disperati quesiti:
1) Perché chiedere a due super-sbirri di addentrarsi nella zona proibita per salvare la figlia del sindaco se in realtà la si vuole morta? La scusa è: la troveranno per noi e allo stesso tempo faranno un po’ di pulizia eliminando i temibili crimelords. Ma questo ci porta al punto due.
2) A che pro sbarazzarsi dei crimelords se tanto nella zona proibita non ci va nessuno e NON CI COSTRUIRANNO MAI UN CAZZO DI NIENTE?
3) Se uccidendo il corpo originale muore anche il replicante, non bastava staccare la macchina che teneva in vita la figlia del sindaco?
4) Perché cazzo hanno spostato il corpo della cazzo di figlia in ospedale? Anche ammesso che il sindaco non volesse staccare la spina illegalmente per paura che qualcuno lo denunciasse (cosa assai improbabile), alla fine ottiene pure un mandato legale per spegnere le macchine, ma riesce lo stesso ad andare nel panico e farsi stanare come un pirla, per giunta DAVANTI A TUTTA LA STAMPA DEL MONDO.
Amici, oramai non ho più fiato in corpo e mi fermo prima di ammorbarvi ulteriormente. Non so, traete le vostre conclusioni. Io intanto vado al poligono di tiro a scaricare la tensione.
DVD-quote:
“Arma fecale”
George Rohmer, i400Calci.com
Piuttosto che guardarmi un film della Asylum mi riguardo tutti di fila i film da te citati. Ma poi scusa, Rick Deckard era un replicante?
posso aggiungere al tuo mix anche Fuga da New York/Los Angeles?
Visto che il film mi pare non valga la pena, vorrei aggiungere che sono tristissimo per le tue considerazioni su Almost Human, serie sulla quale avevo grandi aspettative.
Hai dimenticato un film: i buchi di sceneggiatura da quel che vedo sono copiati pari pari da banlieue “13: Ultimatum” ;)
Certo che pure MJ White quanto tempo è che non fa una cosa vagamente degna di nota?
Pare però che debba prender parte a Fast 7 e probabilmente verrà miracolato pure lui insieme a Statham
Oddio oddio oddio, ma quindi Se SPOILER è MJW l’androide, Andy “wiiiz wuooop” è un umano ventriloquo o un robbot vintage?!
@david: a giudicare dal risultato, a Andy hanno semplicemente detto “imita Keanu Reeves, ma dì ‘affermativo’ invece di ‘sì'”.
Sono SPOILER entrambi androidi in realtà. Comunque su almost human mi riservo un tentativo di recupero per dargli un’ultima chance visto adoravo fringe.
Amici occhio, vi sto aggiungendo SPOILER a manetta, non voglio che qualcuno che abbia intenzione di guardarsi un rip-off malriuscito di Robocop fatto dalla Asylum si ritrovi con questi clamorosi colpi di scena rovinati.
Ah, @brandon… non hai mai visto blade runner directors cut. Corri a farlo!
Giusto capo. Nella foga davo troppo per scontato.
@steven ma che mi dici MJW in fast7? FOTTA.
comunque non riesco a capacitarmi di come il mio picchiatore negro preferito sia caduto nelle grinfie dell’Asylum: Hai tirato fuori due gioiellini come Blood&Bone e Black dynamite (pure sceneggiato, eroe) e vieni ricompensato così? Piango per come il mondo stia andando a rotoli e perchè ogni volta che esce un film “action(???!!’)” come Robocop, un Michael Jay White muore e viene risorto come un inutile replicante schiavo dell’Asylum.
Prima o poi vi arrenderete tutti al lato oscuro del MACCOSA!
No
La cosa bella di MJW in Android Cop e’ che fa tutto lui. Si carica in spalla il lato carismatico, il lato cazzuto, il lato comico, il lato delle pizze in fazza e persino il colpo di scena finale. “Andy” e’ l’equivalente filmico del muro nelle partite a squash. Alla fine io quasi lo consiglierei giusto per vedere il suo professionalissimo one man show, anche se ovviamente stiamo ad anni luce dal materiale che ha in Blood & Bone e Black Dynamite.
completamente OT ma segnalerei questa perla… http://www.vanityfair.com/vf-hollywood/spike-jonze-nic-cage-expendables
@Nanni è quello che mi fa incazzare, MJW ha delle qualità che ad esempio Scott Adkins si sogna, e non parlo di abilità fisiche (non saprei giudicare sinceramente il migliore dei due), ma di tutto ciò che serve ad un attore per stare dietro ad una cinepresa alla grande.
PS: Black Dynamite ancora inedito in Italia e credo rimarrà così, tristezza infinita.
*davanti ad una cinepresa chiaramente, ma non si sa mai
Solo una domanda: “Michael, why?!?”.
Tristezza infinita…
Uno di sti giorni dovrò riguardarmi Blood & Bone per riprendermi dallo sconforto!
La questione della zona nucleare che non è nucleare mi fa venire in mente anche Oblivion, ma forse quello non vale perché qualsiasi cosa sia in Oblivion è stata copiata da qualcos’altro. Il che, in effetti, rende Android Cop la versione Asylum di Oblivion.
Potrei azzardarmi a dire che forse questa cacata di film è meglio dl Robocop 2014….persino l’armatura
@ Giopep “Il che, in effetti, rende Android Cop la versione Asylum di Oblivion”: genio!
Quanta amarezza però, finalmente c’era l’occasione di far puppare la fava al film più grosso e viene sprecata così (Hansel e Gretel è bellino, però rimane migliore quello con Gemmona Arterton e il tizio inutile che tira frecce in The Avengers).
@darkskywriter: ti ricordo pero’, per amor di statistica, che la Asylum segno’ al primo tentativo (Snakes on a Train vs Snakes on a Plane)
@Nanni
già è vero, da allora ogni volta che salgo su un treno ed entra in galleria ho paura che in realtà sia successo questo:
http://www.youtube.com/watch?v=dEDbthK7-MU
Diciamolo, la formula buddy cop in salsa sci-fi, con un umano e un androide come coppia di detective simpaticamente diversi, non è farina del sacco dei creatori di Almost Human. È opera di Isaac Asimov (dove c’è sci-fi c’è Asimov, è come il prezzemolo) nella serie di romanzi del Ciclo dei Robot.
A proposito, qualcuno sa niente del film in cantiere di Abissi d’acciaio, a parte il nome incoraggiante e illustre del regista? http://www.mymovies.it/film/2013/cavesofsteel/
Non avevo mai visto un film della Asylum, dopo aver letto questa recensione ho scaricato Android Cop e l’ho visto con recensione alla mano. Mi sono PISCIATO addosso dal ridere. Tra poco mi “guardo” Apocalypse Pompeiiii(!).
Se è come questo rivaluterei la Asylum come ottima casa di film umoristici!
Un abbrazzio
Cazz Von Trier
Grazie a tutti per gli spoiler! Siccome dopo 15 minuti sono crollato in un profondissimo sonno, con conseguente ricerca spasmodica del controller (credevo di essermi addormentato durante una sessione di gears of war), mi avete riassunto l’intrigantissima trama. Il perché del mio sonno? Boh… Stanchezza,forse?
Ahahah dopo averlo visto questa recensione ci voleva proprio… mi fate morire come sempre e condivido tutti i maccosa e i dubbi su questo film XD La CGI anche fa ridere i polli eh.