“Sai quanto ce metto io a fare un film de ddu ore?! SAI QUANTO CE METTO IO A FARE UN FILM DE DDU ORE?!”
“Quanto ci mette?”
“Un’ora e un quanto… un’ora e venti…”
“Un’ora e un quarto?”
“Sì! Un’ora e un quarto! Perché questo film lo voglio curà! L’ho voluto ffà bbene perché se vanno a vedè ‘l mio film (nun capita), ma se vanno a vedè ‘l mio film (nun capita!), ma se vanno a vedè ‘l mio film che figura ce faccio scusa?”
Correva l’anno 1989. In Italia Edoardo Bennato dominava – con Viva La Mamma – la top ten singoli guardando dall’alto la Batdance di Prince, L’Attimo Fuggente strappava il primo posto a Indiana Jones e L’Ultima Crociata e il processo per la Strage di Piazza della Loggia finiva con tutti gli imputati assolti. Questo per dire che nel 1989 qui accadevano cose strane. E accadeva anche che, su Italia1, andasse in onda (per l’ultima stagione) il MegaSalviShow: un programma condotto, ideato e spremuto da Francesco Salvi. Una striscia di 15 minuti che, se vista oggi, ci fa pensare che la televisione non è sempre stato un posto brutto e sporco. Ma soprattutto mi fa pensare che se non siamo stati in grado di valorizzare e capire la qualità surreale di un prodotto televisivo che ancora oggi farebbe esplodere il cervello a molti, allora ce la siamo voluta (e meritata) Maria De Filippi e tutto il cucuzzaro.
Davvero.
Meritato.
Allego prova video
httpv://www.youtube.com/watch?v=pwXRrDoS6ss
Cosa c’entra tutto questo con Some Kind of Hate opera prima di Adam Egypt Mortimer? Assolutamente niente. Volevo solo farvi vedere qualcosa di bello.
Volendo trovare un parallelismo a tutti i costi, c’è forse un piccolissimo filo rosso che lega il MegaSalviShow a Some Kind of Hate, ed il brutto male che ti piglia quando vedi una buona, ottima, eccellente occasione venire buttata su un altare in ceramica Pozzi-Ginori. E senza la tavoletta alzata.
Diciamocelo subito: Some Kind of Hate poteva venire una cosa bellissima e col Gardol. L’idea, scarnificata all’osso, è a suo modo valida; il “cattivo” ha un suo innegabile carisma e offre infinite possibilità di divertimento; l’ambientazione desertica fa accadere cose divertenti nelle mutande ricordando vecchie motoseghe, cromosomi abbondanti e maschere di cuoio e, più in generale, diverse cose sembrano proprio essere al posto giusto per creare un filmetto con poche pretese ma dal gusto deciso e divertente.
Sì, perché Some Kind of Hate riesce a prendere tutto questo e mandarlo in vacca in sole semplici mosse:
a) adolescenti
b) autolesionismo
c) il fratello di Abigail Breslin
Se volete una spiegazione estesa dei tre punti basterà raccontarvi a grandi linee la trama:
A quattro secondi di distanza dalla fine dei titoli di testa scopriamo che il protagonista è il giovane Lincoln: ragazzo che ama il death metal, le magliette nere, ha una famiglia disfunzionale e viene bullizzato a scuola. A 1 minuto e mezzo di distanza dai medesimi titoli, Lincoln e la sua testolina dai capelli corvini di quella lunghezza intermedia che chiameremo “duro ma con un cuore” (la lunghezza Brandon Lee), è già finito in una specie di comunità di recupero nel deserto per giovani con problemi comportamentali. Il motivo? Ha piantato una forchetta in faccia a un tizio che gli stava facendo leccare il pavimento a scuola. Ma visto che è poverones, in comunità ci va lui e non il sadico nazista con lo sguardo da telefilm generazionale anni ’90. Da questo punto in avanti, giuro, ho fatto fatica a capire la dinamica degli eventi. Sono quindi costretto a riportarveli come accaduti mediante elenco.
0) Lincoln stringe amicizia con il fratello di Abigail Breslin
1) Lincoln viene nuovamente bullizzato
2) Dopo un’aggressione si rifugia in un seminterrato dove dice ad alta voce che vorrebbe che morissero tutti
3) Evoca lo spirito di una ragazzina con una collana di lamette
4) La ragazzina è una sorta di fantasma della vendetta in forma di bambola voodoo: quello che si fa lei, si ripercuote sulle sue vittime
5) Muoiono tutti
6) Lincoln capisce che la cosa sta assumendo dei contorni preoccupanti. E dice allo spettro (che pare innamorato di lui tipo The Loved One –ricordando le immortali parole di Dolores-) che non ha più bisogno di lei. Il fantasma scompare piangendo.
6.5) Un’altra ragazzina con la passione per l’autolesionismo rievoca la fantasma
7) Muoiono altri (tra cui il fratello di Abigail Breslin)
8) Lincoln si dà fuoco per eliminare il fantasma
9) Titoli di coda.
Cosa leghi un passaggio all’altro, davvero, non è mai chiaro. In nessuna circostanza. Tutto si succede senza apparente senso e tutto viene gettato un po’ a casaccio. Volendo però riassumere e raggruppare i problemi di questa pellicola, potremmo definire tre macro-categorie.
LA METAFORA PER NOI GIOVANI (aka Amico Catoblepa)
È evidente che Some Kind of Hate abbia alle spalle una sorta di metaforone sui giovani d’oggi. Tuttavia è confuso, privo di linearità, gli elementi non si incastrano e la metafora rimane a razzolar nel guano anziché spiccare il volo. Il fantasma (nome in codice Moira) incarna la rabbia del protagonista (la generazione dei giovani con le miccette sempre accese che combatte contro i governi e i matusa). Ma allora perché questo fantasma subisce danni quando li subisce chi l’ha evocata? Come mai uccide gente a casaccio al pari del terribile analcolico moro? Perché ha una vendetta da compiere che va oltre quella di Lincoln? Perché le fa male guarire più che ferirsi? Come mai ha una sessualità ambigua e può farsi rievocare a casaccio? E perché il fratello di Abigail Breslin si chiama Isaac e non Catoblepa? Tutte domande senza una risposta, lasciate apertissime e non spiegate, a cui si deve aggiungere quel fastidiosissimo messaggio che vuole il legame biunivoco tra musica metal e autolesionismo giovanile. Una roba a cui probabilmente crede solamente più Magdi Allam ma solo se lo pagano parecchio.
L’ASSENZA DI ISPIRAZIONE
Hai una bambola voodoo umana con tendenze al masochismo. Puoi farle fare qualunque cosa perché tanto si rimargina. E quello che fa ha conseguenze dirette su un maledetto a caso. Potresti far sì che si infilzi gli occhi, staccarsi un mignolo a morsi, versarsi acido sulle labbra, mangiare vetri e chiodi, fare la cosplayer a Lucca Comics. Tutte cose bellissime che fanno la felicità di noi uomini dai cuori giusti. E invece
Una “gimmick”, una sola, ripetuta per tutta la durata del film con una, massimo due, variazioni nel finale. C’è parecchio sanguazzo che scorre, su questo non ci piove, ma la sensazione di occasione mancata è molto forte.
LA CONFUSIONE REGNA SOVRANA
Some Kind of Hate è un film con evidenti velleità orientali. Il tema del fantasma vendicativo, alcuni jumpscares, il centro “riformatorio per anime dannate”, l’assenza generale di tette e i capelli del protagonista parlano l’evidente lingua dell’oriente cinematografico. Tutta roba che mal si sposa con l’occidentalissima pornografia del dolore, la violenza grafica e l’esplicitazione del massacro che poco hanno a che fare con la tensione del “non detto”. Per non parlare della scena finale di matrice videoclippara che sembra essere stata incollata con l’attaccaestacca dall’ufficio marketing. Le due anime del film, ennesimo esempio di confusione che regna sovrana dentro e fuori la mente del regista, non riescono mai a convivere ma anzi spesso si disinnescano vicendevolmente. No tensione, no dolore, no paura e non ho nemmeno trovato l’ampio parcheggio all’ingresso.
IL FRATELLO DI ABIGAIL BRESLIN
…
Per concludere… LE SOMME
Che sono quelle che tiriamo alla fine della visione. Il film non è bocciabile in toto: al netto di tutti i tanti difetti d’impiantistica, la regia è sana e lascia ben sperare. Adam Egypt Mortimer non è un cattivo guaglione e la macchina da presa la sa tenere in mano. Ha qualche buona intuizione che però viene soffocata da una quantità di wannabeismo a dir poco doloroso che fanno perdere completamente qualunque genuinità al film. Volendo dare un voto si potrebbe dare una sufficienza per incoraggiamento. O per pietà.
DVD-quote:
“Né carne. Né pesce. La mia angoscia non decresce.”
Bongiorno Miike, i400Calci.com
BONUS TRACK:
Roba del 1995
Alberto Angela rules (meriterebbe una tag tutta sua)
Andrebbe messo nella rece di ogni film dal potenziale sprecato
concordo, procede troppo a vanvera, Moira ce l’ha su con tutti perchè sì.
Il modo in cui compare il titolo, però, con quel fermo immagine epico e grezzone me l’ha fatta prendere di un bene
Esatto!
ci ho messo un pò a commentare perchè PAT MI HA IPNOTIZZATA.
mi fido di tutti.
ma la cosa più bella è il commentatore all’144. e il videogioco col fedele telecomando.
basta!! basta scienza!!!
(sono impallata)
una perla che pochi conoscono. Ma il Pat Bateman era roba folle e fortissima
Lieto di sapere che non sono l’unico a ritenere il MEGASALVISHOW un gran pezzo di tv.
Del film non mi hai fatto venire voglia…
Concordo, fanculo il film, di SALVI chavevo pure 2 lp che avevo consumato fino a rompere il giradischi, ha segnato la mia esistenza. Il programma poi era la summa di tutte le sue geniali puttanate.
FRANCESCO SALVI for PRESIDENT
fai un saltino Matteo
Sempre sostenuto che il MegaSalviShow sia la cosa più vicina ai Monty Python che abbiamo mai avuto in Italia
Francesco Salvi era fantastico. Me lo ricordo schiacciare le mosche al volo col ciak, mangiarsele e commentare “Bòna la prima!”.
Vanzina gli fece causa per quella parodia. Intervistato, Salvi commentò: “non capisco proprio perché Vanzina mi faccia causa. Nelle mie scenette io LO MIGLIORO!”
Genio!
sarà uno che sotto sotto aveva vergogna di portare in scena i veri ggiovani di oggi che vengono bullizzati nei cessi delle scuole e si tagliano per zayn che lascia i 1D e che magari gli era rimasto impresso The Ring.
No ha tirato in ballo l’emo-metal, non mi stupirei fosse autobiografica la cosa che ruzzano il protagonista
to’ era proprio come dicevo, guarda il regista cosa ha pure prodotto:
https://www.youtube.com/watch?v=09Cf0yfgbLo
il caso è chiuso
Da bambino ero un megafan di Salvi. Tra l’altro, sto scoprendo cose assurde e fighissime sul suo conto: tipo che è il traduttore italiano di libri di Lansdale e Sedaris!
Magari no, ma forse sono l’unica persona al mondo che ai tempi acquistò la vhs di “Vogliamoci troppo bene”, l’unica regia di Salvi, praticamente il suo manifesto cinematografico. Un gioiellino di comicità surreale. Che non vide nessuno, fu un flop totale. E Salvi era all’apice del suo successo mediatico, tra tv e san remo (e sì, comprai anche le musicassette “Megasalvi” e “Limitiamo i danni”, che trovarono posto tra Slayer e Sepultura… oh, quando uno è fan è fan). Impossibile bissare i Monty Python, ma perché Salvi non divenne SALVI, almeno qui da noi? Vi immaginate a Natale, al posto di Zalone, il nuovo film di e con Francesco Salvi? Ma sto delirando.
PS film non memorabile, ma “La rentrée” del 2000 o giù di lì, con Francescone in versione pugile drammatico, mi commosse.
la vhs di “vogliamoci troppo bene” me la pigliai pure io…BELLISSIMO.
Salvi era il mio idolo…forse anche prima di di Stallone…poi infatti anche Francescone ha fatto il pugile e ha chiuso il cerchio degli schiaffoni che ti da la vita.
Un grandissimo.
Non so se vi ricordate che meraviglia delirante erano i finti spot della serie “Ginetto” che metteva tra una canzone e l’altra nelle musicassette (mi pare fossero in “Se lo sapevo”…non ricordo bene).
@Alex, grazie per aver citato “La Rentrée”! Film imperfetto ma fatto con impegno, cuore, pugni, tutto il necessario! Salvi era bravissimo e c’è una scena di ammazzamento così potente che mi torna in mente spesso. Un mio amico anni fa ha fatto le musiche per uno spettacolo dei Budini Molly e ne parlava come di una persona davvero splendida.
Pensa se esistesse davvero una che si chiama “Molly Budini”…
Jimmy Bobo onorario. Anche se non esiste.
Cristo quanti ricordi! Il rock duro dei Budini Molli lo citavo sempre!
@Bongiorno, secondo me facevi prima a fare direttamente un post su SALVI eccezione meritevole ad honorem, anche perché se ha segnato l’esistenza di molti di noi che ORA ci troviamo sui 400calci… qualche merito ce l’avrà avuto pure lui!
Sul film manco mi ci metto (a vederlo intendo): con il buon 80% di commenti che parlano di Salvi è evidente non ci sia altro da dire a riguardo.
Invece riguardo Salvi, appunto, ho dei ricordi bellissimi! Era uno degli idoli di bambina, e anche se non capivo allora, credo che il fatto che non abbia più guardato spettacoli satirici a parte qualcosa di Guzzanti in tv dopo il Francesco Salvi Show dica già tutto. Evidentemente non c’è stato nulla all’altezza.
@Sfascia: se sei lo Sfascia che sospetto fortemente, non mi stupisco affatto. e siamo in due a possedere “Vogliamoci troppo bene”. Dai, dai, dai!
@Cicciolina: ma infatti, La rentrée è un film assolutamente calcistico nello spirito e nei toni. Diciamolo.
Comunque, fonti certe mi dicono che Salvi fa “serate a sorpresa” a Luino, dove vive da sempre, in cui “a sorpresa” significa che nel tal locale in cui viene annunciato il suo show può esibirsi una sera piuttosto che un’altra, assolutamente a caso e senza preavviso. Quindi l’unica è prendere residenza a Luino e uscire spesso la sera. Genio.
Miike, che amarcord hai scatenato con quel video…
sto diventando forse ricchione o Francesco Salvi e Miles Teller sono realmente somiglianti?
Federico da Montefeltro del Piero ha quasi il profilo Salvi Allighieri.
Un po’ tutti ricchionati stiamo perciò.
https://www.youtube.com/watch?v=-tXSkJTxeXY
Vero, Francesco ha più rughe (d’espressione) ma il marasma faccico è più o meno il medesimo.
E sia l’uno che l’altro hanno recitato in un capolavoro della storia del cinema.
Che io sappia Nanni è l’unico ad avere allevato un catoblepa in casa: ogni tanto lo si vede portandolo in giro per le vie di Val Verde…..
e comunque, https://www.youtube.com/watch?v=V1VVzhNMMy4
Ecco ora son due ore che perdo tempo con i video di Francesco Salvi anziché lavorare… Maledetti 400CALCI!!!
C’è stato un re-styling della versione mobile o è il mio cell che è infettato dal morbo della morte derivante la navigazione su siti zozzi? È tutto diverso, aiuto
Due giorni fa mi citate di soppiatto il Colle der Fomento, e mi dico: ok. Sono giusti. Conoscono la roba giusta e la danno così per scontata che te la lasciano lì mentre parlano d’altro. Chi ci arriva apprezza, gli altri peggio per loro.
E io apprezzo. Urca se apprezzo.
Oggi apro e trovo Salvi. Cioè Salvi. Con a margine LE STESSE IDENTICHE SPICCICATE considerazioni che feci io quando qualche anno fa beccai qualche replica su italia1 alle 4 di notte. Ah però: pensavo mi facesse ridere solo perché ero un bambino invece -con le dovute proporzioni- era proprio un Flying Circus all’amatriciana!
E allora insomma. Sto film non lo guarderò. Ma esprimo il mio virilissimo, platonico, eterosessuale Amore. Con la A maiuscola.
Voi.
Ci.
Capite.
In entrambi i sensi della polisemica
#teamVoiCiCapite
Ps.
Ma qualcuno ha mai visto Polo Ovest?
A Roma andava in onda su T.R.E (poi SuperTre). Era un supermega salvi show un po’ più tardo (direi fine anni 90 ma non TROPPO “fine”), in cui, tra i tormentoni c’era sempre un “ed ecco a voi.. l’uomo che non ha niente da dire!” E c’era sempre lui che riempiva la scena per 10 lunghissimi secondi riuscendo a sembrare SEMPRE proprio sul punto di dire qualcosa.
Amici calcisti, ditemi che non lo ricordo solo io, vi prego! YouTube purtroppo non aiuta granché..
youtube un po’ nel frattempo aiuta. C’è un utente che ha uploadato a pessima qualità qualche spezzone di quel programma. Almeno so di non essermelo inventato.
Però manca ancora “l’uomo che non ha niente da dire”, mannaggia. E’ un tormentone che mi viene spesso da citare e mi sento solissimo a capirmi solo io…
Ho vaghissimi ricordi di quel programma che dalle mie parti (Lombardia) compariva sul circuito Antenna 3. L’unico sketch che ricordi era una parodia demenziale di Dylan Dog girata in bianco e nero, DOLAN DYG!
che cacchio ci fa quello sfigatone atomico di Zeb89 in un filmato del 1995?
Se non sbaglio la tipa in fotografia si vede in un episodio di Tales of Halloween (uno di quelli brutti, il tipo che evoca un demone per vendicarsi dei bulli che gli hanno dato fuoco alla roulotte).
Non posso non aggiungere i miei apprezzamenti per quel genio di Salvi.
Anch’io comperai i disci (in cassetta).
Anch’io adoravo il magasalvishow.
Anch’io vidi il film (ma non in sala).
Un grandissimo.
Pensate che l’altro giorno ho costretto la donna (inglese) a vedersi i video di “c’e’ da spostare una macchina” e della canzone del lupo!
Io ridevo come un pazzo, lei non tanto.