Sai cosa pensavo? Che non abbiamo mai parlato degli youtuber recensori cinematografici. No, certo, ci sono tanti motivi per cui non l’abbiamo mai fatto. Sì, effettivamente tra questi motivi c’è anche 1) preferisco trovare il tempo per finire quel puzzle di 50000 pezzi che ritrae una vallata innevata in Boemia 2) non abbiamo voglia di reprimere nel sangue un’eventuale protesta degli youtuber offesi sotto la nostra Base a Valverde. Mi immagino di essere in quelle sequenze che si vedono ogni tanto in Homeland o in Argo, in cui quelli ricchi e cattivissimi sono al sicuro dentro un’ambasciata mentre fuori dal cancello, tenuti a bada da una milizia armati fino ai denti, centinaia di manifestanti con striscioni e cartelli. “Signore, gli youtuber sono ancora lì fuori. È il terzo giorno di protesta e vorrebbero…”. “AZIONATE GLI IDRANTI!”
Eppure, voi non ci crederete, esistono dei bei canali youtube di cinema. Di critica e analisi cinematografica, proprio. Uno di questi è l’ottimo Every Frame A Painting di questo regista e montatore che risponde al nome di Tony Zhou. Sì, è statunitense. No, non è italiano. Eh, lo so, ma di canali youtube italiani fighi non sono riusciti a trovarne. Ok, tengo pronti gli idranti.
Every Frame A Painting mi piace perché non ci trovi recensioni di dodici minuti dei film appena usciti in sala, fatte da uno che guarda dritto in camera mentre è nella sua stanzettina circondato da gadgets nerdacchioni che siano garanzia della sua passione cinefila, magari con dietro un bell’armadio color angoscia della vita. No, è più – come dicevo – un canale di analisi e critica cinematografica. Spiega per quale motivo Edgar Wright è un genio della comedy visiva, perché Chris Evans in Snowpiercer taglia sempre il fotogramma da sinistra verso destra, perché la Marvel non è in grado di realizzare delle colonne sonore adeguate per i suoi kolossal, perché Jackie Chan nun se batte e – ed è proprio quello che ci interessa oggi – perché Michael Bay è tra i registi più odiati della storia di Hollywood. Agevoliamo l’RVM dalla regia, per favore.
httpv://www.youtube.com/watch?v=2THVvshvq0Q
Per chi non avesse voglia di guardare il video, fornisco un piccolo riassunto. Tony Zhou, pur non essendo evidentemente un fan, tenta di individuare il cosiddetto “Bayhem”, il marchio di fabbrica del cinema di Michael Bay, le sue più classiche e riconoscibili caratteristiche visive o di messa in scena. Visto che la definizione di Bayhem non è univoca – ma è anzi fluida e mutevole come il genere action – uno dei modi più brillanti con cui riusciamo a capire di cosa parliamo quando parliamo di Bayhem, è guardare all’opera i suoi imitatori. C’è infatti una lunga lista di registi che tentano di ricreare quell’incredibile amalgama nei loro film, senza però riuscirci fino in fondo. D’altra parte, come sappiamo, Bay è unico al mondo.
Il più sfacciato di questi registi pesantemente influenzati da Bay è sicuramente Peter Berg, nostra vecchia conoscenza. Nel video di cui sopra, per sottolineare quanto Berg sia un Bay vorrei ma non posso, si prendono in esame alcune inquadrature del suo pur divertente Battleship. Inutile che vi stia a spiegare esattamente cosa spiega meglio di me il bravo Zhou, vi basti capire che il succo del discorso è – per dirla con mia nonna – “a quello gli manca 30 per fare 31”. E parliamo di Peter Berg, uno che comunque ha in curriculum un bel po’ di film, alcuni interessanti come The Kingdom, Hancock o Lone Survivor. E, perché no, anche il suo ultimo Deepwater Horizon. Solo che, sapete una cosa? Siamo sempre lì, al debito con Michael Bay e il suo Bayhem.
Se Battleship era la riposta di Berg ai Transformers di Bay, questo Deepwater Horizon non può essere giudicato se non come conseguenza dell’ultima svolta di Bay, l’asciutto e tesissimo 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi. Sembra proprio che Berg guardi alla filmografia del (suo) Maestro e che tenti ogni volta di mettersi in scia. Ma sempre manchevole di quel 30 cui abbiamo già accennato. Si parte da una storia vera, il più grande disastro ambientale degli ultimi anni, quello della Deepwater Horizon, la piattaforma di trivellazione semisommergibile di proprietà della British Petroleum. Il 20 aprile del 2010, causa incidente, la piattaforma prese fuoco: morirono 11 dei 126 membri dell’equipaggio e vennero scaricati in mare un numero vergognosamente alto di litri di petrolio che hanno ucciso non si sa esattamente quanti animali e inquinato per sempre le coste della vicina Louisiana. Una brutta storia, non c’è alcun dubbio.
httpv://www.youtube.com/watch?v=wVNOkpvKMME
Ma una storia fatta anche di uomini, di onesti e bravi lavoratori che hanno fatto di tutto per salvarsi e per mettere al sicuro i propri amici. Ed è questo quello che interessa a Berg. Raccontare la vera storia del capo elettricista Mike Williams (qui interpretato da Mark Wahlberg) e del responsabile della sicurezza Mr. Jimmy (Kurt Russell), ovvero gli unici – in una dinamica molto cara ai disaster movie – ad avere intuito che i cattivi, perfidi, stronzissimi “capoccia”della BP, avrebbero fatto finire tutto in tragedia. Non solo loro avevano avvertito tutti che così facendo si sarebbe andati incontro inevitabilmente ad un disastro, ma quando poi le cose sono effettivamente andate a puttane, hanno fatto di tutto per salvare gli altri. Il disastro ecologico e ambientale non è stato evitato, oggi la Deepwater Horizon si trova sul fondo del mare a largo del Golfo del Messico, ma loro sono tornati a casa sani e salvi dalle loro famiglie e così altri della loro crew. Mi sembra dunque arrivato il momento di riprendere al rallentì una bella Stars & Stripes dal basso.
Deepwater Horizon è un discreto disaster movie girato con fare documentaristico, simile quindi all’ultimo Bay ma più sporco, più caotico. Anche se Berg rimane evidentemente legato al cinema del suo mentore, forse qui il vero punto di riferimento è il Paul Greengrass di film come Bloody Sunady o Captain Phillips. Camera a mano, ricerca del più schietto realismo, approccio politico e volontà antieroica. E qui cominciano i problemi: l’antieroismo di Berg è unicamente e palesemente di facciata, come dimostra la scelta degli attori. Voglio dire, se in Captain Phillips Greegrass ha avuto l’acume di scegliere il più “accanto” dei vicini della porta accanto, Tom Hanks, come involontario protagonista di una storia action, qui c’è Mark Wahlberg che, anche se mostrato con un filo di pancetta, è per noi sempre un action hero, non certo un operaio con le foto di sua figlia nel portafoglio. Kurt Russell è lo stracazzo di Kurt Russell, non un Signor Rompetti qualsiasi che si scopre però in ultimo capace di un gesto estremo. Manca l’effetto sorpresa. Appena vedi quei due, sai perfettamente che prima o poi faranno qualcosa di incredibile perché, hey, sono Mark Wahlberg e Kurt Russell! Ve l’ha già detto mia nonna, regaz: “30 per far 31”.
Per quanto riguarda il lato politico della questione, facendola il più semplice possibile: Deepwater Horizon è la riduzione cinematografica di un articolo del New York Times uscito il 25 dicembre del 2010, intitolato Deepwater Horizon’s Final Hours e scritto da David Barstow, David S. Rohde e Stephanie Saul. La sceneggiatura è firmata da Matthew Michael Carnahan e Matthew Sand, che hanno fatto un buon lavoro per quanto riguarda la parte disaster, ma allo stesso tempo si sono sforzati moltissimo per rendere ridicola la parte “politica”. John Malkovich e i suoi sgherri della BP sono brutti, sporchi e cattivi senza possibilità alcuna di redenzione o di dubbio. Li vedi, si presentano con una frasetta sprezzante e poi fanno quello che fanno i cattivi veri dei disaster movie: se ne infischiano bellamente di tutti i suggerimenti di buon senso che i buoni gli forniscono in continuazione e, ovviamente per fini economici, mettono a repentaglio la vita di tutti i poveri operai costretti a lavorare per loro perché c’è la crisi e devo mandare mia figlia al college e i soldi non bastano mai…
Certo, è anche vero che chissenefrega della “parte politica”, noi siamo qui per le esplosioni. Come darvi torto, amici. Il problema è che questa nuova versione seriosissima di Berg sembra essere molto interessata alla costruzione della storia. Ti vuole portare con estrema calma al momento fun! fun! fun! delle esplosioni: ti deve presentare tutti i personaggi – anche quelli minori, che son lì apposta per aumentare la partecipazione – ti vuole far vedere tutti i cunicoli della piattaforma, ti fa vedere Kate Hudson aka la moglie bionda di Mark Wahlberg su Skype, ti spiega che quelli della BP non hanno voluto fare la prova di “non so cosa del cemento della tenuta della trivellazione dell’asta centrale!” perché c’hanno il braccino, ti racconta che non funzionava nulla su quella maledetta piattaforma, manco i telefoni! E poi, finalmente, negli ultimi 35 minuti, esplode tutto.
Calboni era quello che era, ma lui con gli zoccoletti capresi ci faceva sempre la sua figura. Peter Berg è quello che è, un regista senza una vera identità, capace solo di inseguire le ultime tendenze in campo action tentando di fare quello che secondo lui butta al momento. Però con due esplosioni fa sempre la sua figura. Anche perché il set – claustrofobico, labirintico, articolato – è obiettivamente bello e molto ben sfruttato. Ancora: la volontà di essere più veri del vero è rispettata non solo quando ci si annoia attorno a un tavolo per le riunioni, ma anche quando ci sono dei tubi che esplodono, sputando fuoco e fiamme attorno ai poveri operai. C’è un ottimo ritmo, la capacità di costruire buone sequenze sfruttando al meglio un semplice montaggio alternato, un buon uso degli effetti speciali che limita il ricorso al digitale. Che gli devi dire? Niente.
Una piccola nota: la volontà documentaristica mal si accompagna ad un doppiaggio che ha la pecca di azzerare quasi totalmente i rumori di fondo. Tutti urlano per farsi sentire e si aggirano per la piattaforma indossando delle cuffie enormi. Si intuisce che è così perché siamo in un posto dove c’è sempre casino, macchinari che lavorano e fanno TCHANG! SBRAM! TUNF! ma è solo un’intuizione, perché nella versione italiana la presa diretta è stata presa e gettata nel cestino.
DVD-quote:
“Sembra il Poseidon ma senza il set ribaltato”
Casanova Wong Kar-Wai, i400Calci.com
Beh a Berg è sempre mancato qualcosina anche se, secondo me, con Lone Survivor e the Kingdom ha azzeccato dei filmoni (e se non ricordo male il suo primo nume tutelare era Mann e non Bay che gli ha prodotto anche qualche film).
Comunque appena esce il dvd me lo guarderò volentierissimo come ogni suo film.
Il prossimo che girerà sarà sull’attentato alla Maratona di Boston.
P.s. sugli youtuber, grazie per la dritta, al momento di quelli italiani seguo solo Frusciante che fa delle belle monografie sui singoli autori.
Concordo sul Frusciante. Lo sono andato a trovare a Livorno proprio un paio di settimane fa e mi sono divertito un mucchio.
E anzi, a proposito, questa la devo scrivere sui 400 calci:
Eravamo lì al Videodrome a chiacchierare e a un certo punto, come se trovarsi all’interno di un videonoleggio ancora attivo non fosse abbastanza straniante di per sé, è entrato un loro conoscente a fare un saluto e si è lamentato per un’ora che STRISCIA LA NOTIZIA (cioè) gli aveva appena fatto un CATTURONE con conseguente figuraccia in prima serata. E questo perché, giuro, lui di mestiere faceva IL MAGO sulle TV locali e ora gli hanno rovinato la piazza, e lui è un mago serio, e riceve anche in privato per fare maledizioni mirate, e a casa avrà 1000 libri di magia, e tutti questi libri dicono che la magia serve solo a fare del male e non del bene agli altri, anche perché se dici di guarire passi guai grossi per esercizio abusivo di professione medica capito?, quindi è logico che un mago può fare solo del male, e gli mandano la finanza ma a lui che gli frega tanto è in regola, ché ha l’impresa individuale e RILASCIA SEMPRE FATTURA (ahah fattura, capita?).
E io a un certo punto, facendo del mio meglio per restare serio, gli chiedo se è iscritto alla camera di commercio e lui mi guarda sorpreso e mi dice che OVVIAMENTE È ISCRITTO alla camera di commercio, nella categoria “OPERATORI DELL’OCCULTO”. Questa cosa mi ha sconvolto.
Mi scuso per l’off topic.
Frusciante è un personaggione! eroico comunque nel tenere un videonoleggio ancora attivo!
Io invece a Frusciante proprio non ce lo sopporto, ma non metto in dubbio la sua passione; sulla competenza non posso pronunziarmi perché non lo sono io in primis.
Frusciante è simpatico ma basta vedere le monografie di Fincher e Burton per farsi l’ideadi come ne capisca poco.
Secondo me è simpatico (ma questo è soggettivo) e ne capisce. In più ha visto tipo ogni film mai uscito 2 volte, che per un critico è un bonus mica male.
D’altro canto non ci prova neanche a essere imparziale. Se un autore gli piace gli perdona quasi tutto, se non gli piace è tutto uno schifo.
Comunque mi fa sempre fare quattro risate e spesso mi ha fatto conoscere cose interessanti.
No no per me Frusciante è un grosso NO. Come impostazione è ok: ha una voce e un modo di porsi che si riconoscibili e che grosso modo catturano chi ascolta e nei consigli riesce a non essere scontato ma trovo fastidioso l’approccio politico che cerca di sviscerare in ogni film è che usa come valore aggiunto o come difetto. Cade a fagiolo l’esempio di bay in sta recensione. Frusciante l ha sempre demonizzato è descritto come il peggio incapace, pure sul versante tecnico e credetemi sono reduce da una discussione avuta con in cretino che ha studiato una scuola di cinema e che mi parlava di OGGETTIVITA del cinema e i parametri OGGETTIVI secondo cui Bay sarebbe un pessimo tecnico e questo mi ripeteva paro paro esempi fatti da frusciante tipo: “Bay scavalca il campo perché non è capace mica come Kubrick che lo faceva d’intenzione”. Ma che cazzo ne sapete voi? No diamine ha un idea di cinema che non mi piace e troppi lo seguono manco fosse il vangelo (ma questa non è colpa sua)
scusate, ma Frusciante è quello che considera Spielberg un coglione?
@Casanova
Non proprio, Frusciante odia visceralmente Bay, Snyder e Nispel per esempio (citati a ruota come mali del mondo), ma Spielberg lo apprezza come regista, pur criticando parecchie cose recenti (es. War Horse). Poi sempre di Spielberg non sopporta il ruolo (a suo dire, io sto solo riportando) di produttore/burattinaio hollywoodiano ultrapotente che fa il bello e il cattivo tempo e chi gli sta antipatico non lavora più, es. classico: Joe Dante.
Gigos l’ha descritto perfettamente. Ha chiaramente i suoi autori feticcio a cui perdona tutto (esempi classici, Peter Jackson o Carpenter) ed altri che smonta come se fossero merda a prescindere da quello che fanno.
Per carità può non piacere (come tutte le cose), ma le monografie sono sempre piacevoli e ha una retorica tutta sua che io trovo interessante (ma forse nn ne capisco una sega. Poi è vero che ha una sua schiera di proseliti che è spesso esagerata ma, tra i vari youtuber che mi è capitato di vedere, è quello più schietto ed onesto (per me).
Concordo totalmente con Axel.
Il voler inserire sempre e per forza la politica in un film dopo un po’ te lo manda in stanca per il resto non è così malvagio e ogni tanto fa ridere.
Poi uno che mi schifa il buon Dolph…
@Axel: non per difendere il buon Fruscainte (che a me piace) ma lui da sempre specifica che quello che dice è la sua idea sul cinema e le opinioni sui vari registi/autori/attori sono le sue opinioni.
Non certo oggettive.
Anzi, si arrabbia proprio con quelli che sono fanatici a prescidere.
Anche per la politica: è schietto e onesto e te lo dice prima che lui è di sibistra e certi registi li schifa aprescindere perchè, a suo dire, portano avanti idee di destra.
Unico vero campo in cui non ammette repliche e discussioni è sulla esilerante rubrica dedicata ai film peggiori usciti: ma lì veramente presenta delle robe oggettivamente, in questo casi si, indifendibili.
E adesso aprite pure gli idranti…
Dai, Frusciante è uno che pur di difendere i film indifendibili dei sui registi feticcio dice: “è un buon film che rispetto a quelli di Bay e Snyder è un capolavoro”. Ma che modo di argomentare è? Come dire, il minestrone è un buon piatto che rispetto a una secchiata di letame diventa ottimo. Poi si lamenta della coerenza della trama solo quando gli pare e dice che chi non la pensa come lui non capisce un cazzo (essendo comunista è ovviamente totalitarista, ed essendo totalitarista fa proseliti tra le menti deboli). Interessante per un’infarinatura quando non si conosce la filmografia intera di un regista, altrimenti denota una fastidiosa superficialità che ne fa tutto tranne che un critico, appellativo che a onor del vero rifugge. Di certo tra una recensione su un film di Cronenberg di Luca Pacilio (scritta) e una di Frusciante (verbale) c’è un abisso, proprio a livello di conoscenza dell’argomento. Simpatico invece quando blasta i film, se si prende per una macchietta è divertente.
Ma allora perché mi ha annoiato per 20 minuti con chiacchiericcio di familiari ? Non ho retto oltre. Eppure Mark non sarà giovane per sempre, deve approfittarne fin che può per fare film d’azione vera mica commedie.
tutto bene e tutto giusto, ma Tony Zhou credo sia canadese..
“armadio color angoscia della vita” ha vinto, subito seguita da “se hai la stanza piena di action figures vuol dire che ne sai a tronchi di cinema”.
Il film cmq è confezionato bene (si dice così? ) e ha un bel ritmo, specie sul finale, soprattutto se paragonato a q̶u̶e̶l̶ ̶s̶e̶m̶i̶a̶b̶o̶r̶t̶o̶ quella CAZZATA IMMANE di Inferno di Ron Howard (lo cito solo perché l’ho visto il giorno prima), che io boh davvero nonloso, un braccio di Ozzy ha meno buchi.
Oddio… Film godibile. Noiosetto inizialmente ma quando esplode tutto… esplode veramente tutto. Il ragionamento sul casting – correttissimo – lo si può applicare anche a Lone Survivor. Problemi sul volume del doppiaggio sacrosanti.
Ma come si fa a non voler bene a Berg dopo Friday Night Lights (film e serie)
Me lo vedrò stanotte…..a proposito di registi che, secondo me, hanno come canone di riferimento Bay piazzerei anche Todd Phillips per il suo War Dogs che, per molti aspetti (fotografia in primis), si avvicina a Pain & Gain.
P.S.: Popolo di Val Verde diventate per una ed una sola volta Americani e votate ASH come nuovo presidente degli USA, è oltremodo doveroso! https://www.youtube.com/watch?v=a5PtMj010Mg
Volevo vederlo mercoledì al costo di 2 euro ma già ho faticato mezz’ora per trovare parcheggio ed alla cassa c’era una bella fila kilometrica per prendere il biglietto, merito delle famiglie che portavano i bimbi a vedere i cagnolini ed i gattini parlanti senza per una volta spendere un mutuo al cinema, ed allora vaffanculo e la serata è finita in birra inglese.
Ne approfitto per dire che ho visto invece 13 Hours e lo trovo un capolavoro.
Hai vinto tutto con:
“se hai la stanza piena di action figures vuol dire che ne sai a tronchi di cinema”
Contando che vale non solo per il cinema ma anche per recensioni di serie TV, videogiochi e libri.
nonono, con “Calboni era quello che era…” l’Internet si è aperta in due come una mela
Maccome? Si vede che non hai mai guardato le videorecensioni di badtaste hahahahahah
Ogni volta che leggo “youtuber” mi tornano alla mente certe facce da sfigati assurde che blaterano nelle loro pedocamerette tutte colorate tipo i vecchi porno con le teen russe e mi viene la scabbia
non so questo ma in lone survivor Berg che insegue il realismo e la storia vera parte bene ma ruzzola nella cagata peggio (e per colpa) dei suoi bravi militi che volteggiano in aria a caso. La differenza sta tutta là: a quanto pare Bay se vuole tira fuori un film incredibilmente asciutto, serio e credibile (13 hours. Nonchè film della madonna oltre che film dell’anno per veri maschi). Berg invece (e mi limito solo a Lone Survivor) che prova a fare il film serio e realistico, alla fine non resiste, cede alla cafonata, all’esagerazione e pasticcia tutto.
nota a margine, mi spiace che la provocazione di quel bel ragazzo di casanova sia caduta nel vuoto e non si sia presentato nessuno: sono anni che aspetto qua gente tipo yotobi e il suo pubblico per tirar su il muro focese coi loro cadaveri
Team muro frocese subito.
di peter berg ricordo sopratutto quella simpatica minchiatona de il tesoro dell’amazzonia con the rock e quella gran fazza de glande di seann william scott…
questo prima o poi si guarda pure, ma a me quando fanno sti film impostati sul filone: celebriamo i nostri eroi, cascano le castagne all’istante, fosse pure il film di mazinga vs goldrake in live action…
a gli yuoutuberrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr…purtroppo e ripeto purtroppo per le nuove generazioni sono un must…orco zio stanno a sentire quello che dicono!!1! e niente, quando il mondo finirà, tra un lustro al massimo, ci vedremo tutti nella resistenza, sapiens vs mongols…chi vince piglia tutto.
c’è quello stracazzo di Kurt Russell, allora lo guardo :D
Ho appena pianto davanti ad un esplosione.
Pensavo non mi potesse più accadere e invece il 6to ep. di Quarry l’ha reso possibile.
Ditemi che me ne racconterete a pacchi del reduce a brevissimo. Per piacere.
Scusate l’off topic, ma mi sono commosso
Every frame a painting l’ho conosciuto proprio grazie e a voi e da quel momento non mi perdo un video che pubblica. Il pezzo su Jackie Chan è fantastico.
Comunque a me Marky Mark sta un po’ sulle palle non riesco a capire perchè e sto film l’avevo un po’ snobbato. Però, Casa, mi fido di te.
La citazione di fantozzi awwww
il frusciante dai si vede lontano un miglio che vivrebbe anche senza quei video…non si prende troppo sul serio e da qualche spunto. Altri invece sembra abbiano una missione da compiere ma sono un po’ patetici
segnalo due piccoli typo
– “da una milizia armati fino ai denti”
– “Bloody Sunady”
Visto finalmente, niente da dire, film ineccepibile anche e soprattutto nella prima parte iniziale.