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Congressi di menare – Uso di Donnie Yen in Rogue One

Jackie Lang
di Jackie Lang | 24/12/201625

Avete visto Rogue One? No? Ciao.
Questo post è per tutti gli altri che sono rimasti, e possibilmente anche per quelli che un mese e mezzo fa si erano radunati in quest’altro post in cui si discuteva di quest’altro film Disney e di un altro artista marziale in un’altra scena di menare.
La buona notizia è che stavolta le cose sono state fatte per bene, Donnie Yen mena. Certo mena per tipo un minuto, non è il centro del film, non è la sua prestazione migliore, non è niente di clamoroso. Ma c’è.

Dalla testa ai piedi

Dalla testa ai piedi

Siccome sono stato il primo a mettere il broncio all’ennesimo sfruttamento svilente di grandi star del cinema di menare in film mainstream, ora voglio essere il primo a battere le mani ad un buon Donnie Yen.
Non è solo lo spazio che viene dato al farlo menare, ma il fatto che ci sia un margine di adattamento del personaggio alle sue caratteristiche e che sia anche ripreso come merita, cioè non spezzettato in mille stacchi di montaggio ma inquadrato dalla testa ai piedi in lunghe inquadrature. Non c’è infatti nulla di più frequente della mortificazione del menare tramite il continuo stacco per mascherare movimenti non impeccabili e coreografie puerili (notabile eccezione il cinema di Greengrass, che anzi si esalta nel montaggio).
Non voglio ora esagerare e gridare al miracolo, solo al buon uso.
Di certo migliore di quello di Iko Uwais e Yayan Ruhian nel film precedente di Guerre Stellari.

Mica come...

Mica come…

Nei commenti al post Strange/Adkins era nata una discussione su quanto non sia invece importante che il cinema mainstream cominci ad incorporare questo tipo di attori nei cast, per dare sostanza a qualsiasi scena di arti marziali, anche le più stupide. L’idea era che per quanto cretina, una sequenza con Adkins è comunque migliore dell’equivalente con uno a caso. Dall’altra parte c’era anche l’idea che l’accaduto fosse solo una dimostrazione di quanto quei film non capissero l’essenza del menare, visto che non riescono nemmeno a fare buon uso di una star del settore. Ora, complice il fatto che Donnie Yen è una star molto più grande degli esempi sopracitati, ci troviamo di fronte ad un ruolo che poteva interpretare chiunque altro ma gestito con un gran rispetto per il capitale che l’attore può portare al film.

A questo punto vi chiedo: è bene così o è lecito aspirare a di più? È questo il posto migliore cui può aspirare il cinema di menare in produzioni mainstream, oppure è un passo in avanti in un percorso fino al dominio dell’universo? E il dominio dell’universo è auspicabile o è meglio rimanere nella nicchia, dove fare film duri e puri senza essere obbligati a cambiare per piacere ad un pubblico vastissimo?

Jackie Lang
Autore del post: Jackie Lang
"Sono qui per prenderle e darle nel nome di Cobretti"
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tags: arti marziali cinema di menare in film mainstream congressi di menare cosa ci conviene doctor strange dominio dell'universo Donnie Yen filmare il menare guerre stellari iko uwais Ip Man rogue one scott adkins Star Wars stop al televoto yayan ruhian

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25 Commenti

  1. Kaiser Zozzo 24/12/2016 | 14:56

    Intanto ci deve essere qualche scena di botte con Donnie non montata. Intravidi in qualche spot (correggetemi se sbaglio) un 2 secondi con lui che da 4 quattro pugni in petto ad un nemico stile ipman, ma che poi nel film non ho ritrovato. Comunque un mezzo combattimento carino, girato dignitosamente e con une mezza controfigura per un calcio volante o capriola mi pare. Meglio di niente. Comunque esce king fu jungle in bluray da noi… di stanno svegliando (anche se Spl e Flashpoint stanno ancora a caro amico qui da noi)

    Rispondi
  2. Past 24/12/2016 | 15:19

    il personaggio è figo anche se alla lunga diventa più ripetitivo dell’imperatore in ep VI, potevano farlo crepare meglio, ok quello scontro lì ma poi uno finale sulla spiaggia ci poteva stare…ma forse sono solo deluso che alla fine quando prende il bastone e la parte superiore era tale e quale ad una spada laser potesse succedere quello che non è successo…

    ah, lo dico qui perchè nei commenti alla recensioni ci sono troppi bimbigigi e non vorrei prendere la scarlattina, il film lo promuovo, un film disney dove morono tutti, scorre meno di ep VII però, i momenti vader da applausoni.

    in pratica ora ep IV è un filmone di 4 ore.

    Rispondi
    • AnnaMagnanima 28/12/2016 | 15:19

      ora che l’ho visto posso quotare tutto il tuo commento. soprattutto sul farlo morire meglio o combattendo con il retro del bastone, magari laser. comunque ci è andata bene. lo spazio dei campioni di menare sta aumentando come il ruolo dei personaggi che gli vengono affidati.

  3. Dr. Stranamorte 24/12/2016 | 16:45

    Secondo me non è neanche corretto aspirare a vedere qualcosa di più in un film pg13. Più che la qualità, in un film del genere al limite ci si può lamentare della quantità. Ecco magari manca una scena finale in cui Donnie mena. Però la qualità delle mazzate secondo me va ricercata altrove. E sappiamo che non servono neanche tanti soldi per fare ottimi film di menare, quindi tutta la vita la nicchia dura e pura.
    Al massimo questo Rogue One può diventare la pietra di paragone rispetto all’utilizzo di attori-marziali in film per tutti, infatti credo che sia il miglior compromesso che ci sia stato fin qui proposto

    Rispondi
  4. Attila Finch 24/12/2016 | 17:33

    Tutti ottimi quesiti che non c’entrano il punto purtroppo. Il ruolo di Donnie nel film è fortemente metaforico e non perché rappresenta il wannabe jedi, quello che avrebbe voluto essere jedi e che sente la mancanza della forza ma perché dimostra per l’ennesima volta che in un mondo di mitra ed esplosioni l’unico personaggio con un’anima è quello che prende a calci in culo il prossimo.
    E quindi oggi che é ancora il 24 uscite e regalato abbonamenti a palestra di box, arti marziali o anche sistemi di autodifesa come il krav maga.
    Il futuro è nei calci.
    Per il resto no, Donnie conferma quanto già detto, il cinema di menare sta vincendo. La Disney ha fatto un film con body count dei protagonisti che sembra predator, ha messo un artista marziale a fare l’artista marziale, ha messo terminator tra i buoni e ha dichiarato fortemente che non c’è niente di piu romantico di guardare un’esplosione nucleare con la propria fidanzata stando romanticamente abbracciati in riva al mare.
    Buon Natale a tutti.
    Ora dobbiamo solo aspettare che die hard sostituisca una poltrona per due come film della vigilia

    Rispondi
  5. supertramp 24/12/2016 | 18:15

    Per me si, è assolutamente lecito aspirare di più.
    Il cinema di menare e il cinema mainstream in asia è fuso l’uno con l’altro, anche nei film con aspirazioni autoriali. Il PG-13 non deve essere il punto, perchè come ho scritto nel post su Scott Adkins, ci sono sia la serie di Transporter e quella di Mission:Impossibile con queste restrizioni, dove le scene di menare sono perfette.
    Probabilmente Donnie Yen avrà avuto sicuramente più considerazione e voce in capitolo di Adkins, che secondo me si accontenta e girerebbe di tutto con un cast famoso. Il menare piace a tutti, e Jackie Chan insegna che anche senza gole tagliate e sangue ovunque si possono fare le cose per bene,
    comunque FANCULO alla nicchia e puntiamo al dominio dell’universo.

    Rispondi
  6. Shu-shá 25/12/2016 | 02:47

    A me non importa se mettono artisti marziali in film mainstream e non li fanno menare – certo, se menano è meglio.
    Mi incazzo solo se li mettono in film in cui tutti menano, e loro no, vedi Gina Carano nel remake di Kickboxer.

    Rispondi
    • supertramp 25/12/2016 | 17:09

      Anche a me fa incazzare quando nei film dove si menano ci sono atleti non utilizzati, che si improvvisano attori o peggio ancora sprecati per i motivi più stronzi. Posso capire (ma non ci riesco) che nei film mainstream non riescano a sfruttare un artista marziale perché magari non costruiscono le sequenze basandosi esclusivamente su di lui, oppure perché non hanno settimane di prove a disposizione. Ma in un film come Kickboxer che dovrebbe esaltare il menare sopra ogni cosa, mi da molto più fastidio vedere gli stessi errori. Un cast con Gina Cerano, Bautista, campioni di UFC a buttare, Van Damme come maestro del protagonista che avrà pure il carisma di un porta chiavi ma che sa tirare dei calci che levati, porta dietro tante aspettative. Io ci credevo tantissimo, pensavo che sarebbe diventato un nuovo classico, invece è stato una delusione totale. I film mainstream provano ad accontentare tutti, ma questi film di nicchia stanno sbagliando mira in modo preoccupante.

  7. AnnaMagnanima 25/12/2016 | 23:57

    ho già visto cosa è accaduto all’horror quando è uscito dalla nicchia. per questo, io spero in una nicchia che duri tutta la vita almeno per le botte. poi, si, magari un piccolo spazietto un pò più grande mi piacerebbe.

    Rispondi
  8. Axel Folle 26/12/2016 | 11:44

    procediamo per punti:

    – “È questo il posto migliore cui può aspirare il cinema di menare in produzioni mainstream, oppure è un passo in avanti in un percorso fino al dominio dell’universo?”

    Il pubblico generalista questa differenza tra un combattimento fatto di montaggio, stacchi che servono a coprire una inadeguatezza fisica e uno scontro a figura intera che invece esalta le doti fisiche dell’attore marzialista, per me non lo percepisce. O comunque non è che il secondo lo esalti necessariamente più del primo (e onestamente pure io ho delle riserve). Parlando con persone che seguono il cinema d’azione ma in maniera superficiale si guarda ad altro, al ritmo forsennato e a quanto una scena possa essere grossa anche se corretta in CG e condita di brutti ralenti che ne rivelano la mancanza di realtà d’esecuzione. Quindi no, per me ancora l’imposizione nel mercato di quel tipo di cinema per me è ancora lontana, ce ne stiamo liberando ma c’è ancora l’onda lunga di quell’estetica post Matrix a fare danni o comunque gli effetti speciali e il montaggio coprono adeguatamente i bisogni del pubblico generalista quindi o l’utilizzo di marzialisti e scene a campo largo verranno sdoganate in un modo di fare cinema mainstream a cui il pubblico si abituerà fino a ritenerlo necessario oppure da qui non ci si muove. E penso che per chi produce non ci sia necessità di fare questo passo.

    – “è bene così o è lecito aspirare a di più?”

    Io non ho aspettative ma certo mi piacerebbe vedere questo tipo di cinema pure ad alti livelli in maniera più massiccia

    – “E il dominio dell’universo è auspicabile o è meglio rimanere nella nicchia, dove fare film duri e puri senza essere obbligati a cambiare per piacere ad un pubblico vastissimo?”

    Viviamo in anni in cui i compromessi nel cinema di serie A è inevitabile. Io già sono contento che esista una serie come F&F che produce scene grosse anche senza CG e qualche scazzotata di discreto livello. Ecco in una saga del genere l’inserimento di marzialisti che si menano bene (pur con tutti i limiti del caso) la vedrei bene ma in fondo penso che nessuno ne senta il bisogno ai piani alti…
    Io parlo del mio mondo e di gente che conosco ma ricordo che nei negli anni 2000 con i vari Ong Bak, The Protector, Danny The Dog, Kiss Of The Dragon e The One il cinema delle botte spettacolari era diventato un vero fenomeno di culto che mi ricordava la botta che ebbe Van Damme quando io ero alle elementari. Alle case popolari dove bazzicavo io TUTTI i ragazzi avevano visto e parlavano dei film sopracitati, alcuni della compagnia conoscevano pure gli Undisputed con Adkins (questi nella fase finale del fenomeno) e voglio dire non penso che quello che accadeva nel mio contesto fosse una mosca bianca, presumo che film del genere seppure non fosse serie A siano diventati fenomeni di culto anche in altre zone d’italia e anche d’europa ma la stessa gente che un tempo guardava quel tipo d’azione ora si guarda le marvellate e si gasano alla stesa maniera. è questo quando intendo che penso che la gente non percepisca quel modo di fare azione come un’esigenza.

    Rispondi
  9. Toni Già 27/12/2016 | 08:42

    No, non ci siamo io non capisco l’utilità di far menare per 1 minuto 1 Donnie Yen.
    E’ uno spreco di cast per attirare più pubblico (i fan delle arti marziali) facendo credere che Donnie avrà molte scene dove mena invece…
    Lo aspetto in XXX, lì sì che avrà più spazio.

    Rispondi
    • Shu-shá 28/12/2016 | 09:37

      Lo di dico da fan di SW, di Donnie Yen e dei film di arti marziali con veri-attori-di-arti-marziali: nessuno pensa di portare i fan delle AAMM al cinema a vedere un film di SW di cui non gli frega facendogli credere che Donnie Yen menerà per più di una/due scene. Ma proprio nemmeno il più bastardo dei produttori de Orrivudde.
      Anche solo per una questione logica: è quasi un film corale e lui non è tra i personaggi principali, se lo fai menare così tanto da far diventare il film “di arti marziali”, non resta spazio per gli altri.

      Donnie Yen è lì per dare una pompata al film in Asia-Cina, in parte per non togliere del tutto la parte “di menare” che di solito è assolta dai duelli con la spada laser, e in minima parte per fare contenti ESATTAMENTE quelli come noi, a cui piace SW e a che al tempo stesso apprezzano il marzialista Donnie Yen per-le-arti-marziali.
      O vuoi farmi credere che senza Donnie Yen tu non lo avresti visto :) ?

      Cioè, che ne so, pensate alla Bellucci nei film di Hollywood: è lì per fare la parte della bagascia di qualche potente, e se vai a vederli pensando che avrà un sofisticato ruolo drammatico tipo Tornatore, il problema è nella tua testa.
      Oppure Favino che in Angeli e Demoni fa il poliziotto duro monodimensionale standard, non certo il frocio sofisticato di Ozpetek.
      Però magari il film si vende meglio in Italia ;-) .

    • Toni Già 28/12/2016 | 17:59

      Allora ti rispondo con un aneddoto.
      Poco prima di entrare in sala mentre prendevo i popcorn, discorso tra ragazzo e ragazza mentre andavano spezzoni del trailer:
      “ma perchè han cambiato la tipa dell’altro film?”
      “boh, ho visto che in questo c’è solo Luke, gli altri son cambiati tutti”
      Cioè questi pensavano che fosse il sequel di Ep. VII, non uno spin off che manco sapranno cosa vuol dire… e chissà se l’avran capito nel corso del film. Li ho lasciati nella loro beata ignoranza.
      Questo per dire che non tutti si documentano come la maggior parte di quelli che scrivono qua, magari qualcuno vede nel trailer o sulla locandina Donnie Yen e si precipita al cinema sperando in un film di arti marziali.
      Sto estremizzando eh, è chiaro che anche se non c’era Donnie io andavo a vederlo lo stesso ma non so se vale per tutti.

    • Shu-shá 28/12/2016 | 21:48

      Un bimbominkia che va a vedere Star Wars come si va a vedere un cinepanettone non è paragonabile a un appassionato di arti marziali.
      Tu ce lo vedi uno di noi a entrare per vedere SW con Donnie Yen senza sapere che NON è un film di arti marziali..?

    • sick a rio 03/01/2017 | 15:11

      quoto shu-shà… l’idea che il pubblico di SW possa essere “ampliato” dal pubblico delle arti marziali è insensato

      ha senso invece per spingere sul mercato cinese

  10. Zen My Ass 28/12/2016 | 08:23

    Io capisco uno Scott Adkins o Iko Uwais che si prestano a comparsate o poco piu’: per quanto bravi, non sono popolari abbastanza (e forse non lo saranno mai) da poter chiedere qualcosa di piu’… ma Donnie Yen e’ una superstar in Asia (Cina almeno) e un cameo in uno Star Wars gli cambia poco la carriera (anche perche’ ha piu’ di 50 anni, non precisamente al picco della forma fisica). Tra tutti i marzialisti del cinema, e’ forse l’unico a poter aspirare a un ruolo da protagonista… vedremo il nuovo XXX.

    Rispondi
    • Shu-shá 28/12/2016 | 09:48

      Ma non è un cameo, dai. Ha una parte minore, tutto qui.
      Come dicevo sopra, giusto o no, un attore famoso, ma non famoso a Hollywood, non avrà mai una parte da protagonista o una parte molto centrale in questi film.
      Ora, se questo attore famoso fuori-Hollywood, oltre che ottenere la parte, ottiene anche di mostrare le dotti attoriali in cui eccelle (Donnie/botte, Favino/dramma, Bellucci/tette), io sono altro che contento, conscio che se voglio di più non devo andare a vedere Rogue One, Angeli e Demoni e Under Suspicious, ma Ip-Man, Saturno Contro e Maléna :D .

      [Comunque concordo che, per doti attoriali, se devo mettere un attore di menare alla testa di un blockbuster, pure io ci metto Donnie <3.]

    • Zen My Ass 28/12/2016 | 11:07

      Puo’ darsi che aspiri a una carriera internazionale alla Jackie Chan, il che considerando la diversa caratura del personaggio potrebbe essere solo di vantaggio per il cinema d’azione in genere.

    • Axel Folle 28/12/2016 | 11:20

      Per me c’è poco da capire, shusha ha ragione. Uno come Donnie è lì solo perche i produttori vogliono mettersi in cassaforte il più possibile il mercato asiatico dove Donnie appunto è una superstar, mica si focalizzano sugli appassionati di film di botte. A Yen di rimando puo far comodo, guadagna popolarità anche nei mercati occidentali e chissà che non diventi una presenza più massiccia. Non credo possa ritagliarsi ruoli da protagonista nel mercato a USA ma da spalla di lusso sì.

    • Shu-shá 28/12/2016 | 12:26

      @Zen: ma infatti, io ce lo vedrei benissimo Donnie a finire la carriera facendo jackiechannate, e non sono nemmeno un grande fan dei film di JC :)

      @Axel: esatto. Nessuno si sogna minimamente di portare il pubblico specifico di Undisputed a vedere SW con Donnie Yen.
      Comunque non escludo nulla per Donnie Yen, certo è che se anche un domani volesse avere un film occidentale suo, il passaggio obbligato è la spalla di lusso quale sta facendo.

    • Axel Folle 28/12/2016 | 17:10

      Che lui voglia non lo so ma credo che il problema principale siano i produttori americani o il pubblico.

  11. supertramp 28/12/2016 | 15:00

    L’arrivo ad Hollywood di Donnie Yen è un misto dei percorsi dei due colleghi Jackie e Jet Li. Il primo (lasciando stare i tentativi degli anni ottanta) è diventato famoso a livello internazionale a tal punto che dei suoi film sono usciti nei cinema americani, prima del vero esordio ad con Rush Hour.
    Girare un film in lingua inglese in Australia e dire a tutti che è il Bronx (con menare e Stunt a oltranza) e mettere delle sceme tipo FF ma molto prima che esistesse, era un modo per dire “Hollywood sono pronto”.
    Jet Li invece per entrare nel giro ha accettato il classico ruolo del cattivo che viene da lontano lontano, rifiutando poi una parte da comprimario nel sequel di Matrix, perché voleva essere il protagonista assoluto (in film abbastanza brutti come Romeo deve morire, ma questo è un altro discorso).
    Donnie Yen agli esordi a Hollywood per qualche anno a fatto piccole parti e il coreografo dei combattimenti, poi è tornato a Hong Kong, a fare il re, realizzando film incredibili da Spl, Flashpoint fino ad Ip Man diventando conosciuto in tutto il mondo.
    Adesso ovviamente fare il protagonista ad Hollywood sarà più difficile rispetto a Jet Li di 10-15 anni fa, ma almeno ha la considerazione che merita.

    La Disney crede che i fan occidentali di Adkins si accontentino di una breve scena dove non fa praticamente nulla per cui è conosciuto, mentre per i fan orientali di Donnie si costruisce una scena ugualmente breve ma dove fa quello per cui è famoso, mi fa pensare, ma che razza di considerazione hanno i produttori sul pubblico occidentale dei film d’arti marziali.

    Rispondi
    • Shu-shá 28/12/2016 | 16:57

      A parziale giustificazione dei produttori kattivy c’è da dire che in Cina ik Kung Fu è parte della cultura nazionale come da noi lo è il calcio.
      Mettere Donnie Yen in un action senza farlo menare sarebbe come scritturare Roberto Baggio in un film sportivo senza fargli fare nemmeno un palleggio.

  12. Latte 29/12/2016 | 13:50

    Secondo me Donnie Yen fa ne più ne meno di quello che ci si aspetta che faccia in un film del genere…
    In un film corale così, con un personaggio scritto con determinate caratteristiche (monaco wannabe/quasi – Jedi) cui quindi è affidato il momento “arti marziali” del film, ci sta…
    Certo, poi che i produttori abbiano pensato al mercato asiatico è abbastanza palese, così come che la stragrande maggioranza del pubblico occidentale manco sappia chi è Donnie Yen…
    Però direi che non ci si può lamentare.

    Rispondi
  13. Zen My Ass 09/01/2017 | 06:12

    Film finalmente visto.

    Per quanto riguarda Donnie Yen (vero, ha un ruolo da comprimario, non un cameo come avevo erroneamente scritto), non sono rimasto totalmente soddisfatto del suo personaggio, che considero tra i piu’ deboli del film: il prete guerriero che crede nella Forza e recita continuamente il mantra e’ davvero a un passo dal ridicolo involonatario, e non aiuta l’inglese pessimo di Yen (sembra veramente che a recitare ci sia un robot)… cosa strana considerando tutti i voice coach che girano a Hollywood.

    Bello vederlo calciare e menare per un paio di sequenze, questo si, e tutto sommato la sua partecipazione non e’ ne’ sacrificata ne’ gettata nella mischia senza qualche dovuta spiegazione: e ‘ proprio il suo personaggio a non funzionare.

    Se poi il successo del film dovesse portargli ingaggi a Hollywood, ben venga allora… anche se a 53, il picco della forma fisica e’ passato da un pezzo.

    Rispondi

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